Il Socialismo - Anno II - n. 16 - 10 ottobre 1903

IL SOCIALISMO 243 italiano. E la votata campagna contro-le spese impro– duttive, _concretata e sostanziata nella lotta spietata contro tutte le forme di parassitismo imperante, ha servito mirabilmente a chiudere la parentesi cli solu– ;i;ione che si veniva generando, riconducendo l 1 azione di partito - non per merito di questa .o quella per– sona, ma per forza cli .cose - sulla base della lotta di classe. Disputino a loro posta i ueomctajisici delle tendenze sul carattere riformistico o rivbluzionario di que~ta lotta, che ha avuto la sua nota drammatica (la storia è ricca di elementi passionali) nella campagna contro i succhioni : ma la realtà è che la lotta antiprotezio– nistica, antisucchionica e antimproduttiva, non è che la manifestazione della lotta di classe proletaria specifica– tamente storica, e congrua alle presenti condizioni economico-sociali italiane. Infatti la lotta proletaria ove non trova un libero profitto di contro, lo trova as– servito ai parassitismi, ai taglieggi, al succhionismo, alle catene protezionistiche e proibitive, a fianco alla opera economica, legislativa e sindacale che tende a correggere la distribuzione, avverte il bisogno di cor– reggere la produzione, accrescendola, agevolandola, stimolandola, liberandola dalle froderie, dalle man– gerie, dai protezionismi e dallo sfruttamento fiscale. Sono manifestazioni necessarie dello esplicarsi della lotta. Messo su questo terreno, il Partito socialista ri– torna combattivo, esperto, alacre, elemento di forte op– posizione politica nel paese, che non si addormenta e non assicura molli sonni alle istituzioni, che sotto questa pressione e questo flusso sono costrette a mu– tare. Se questo contenuto pratico di azione non fosse venuto meno, e non aJesse ceduto ad uno spirito dì temperanza che parve necessario per saldare la libertà (quasi la libertà ci fosse data_ per non usarne!) a que– st'ora non sarebbe stata avvertita quella che è stata segnalata come crisi e secessione del Partito socialista. Nell'ultimo numero del Giornale degli .i:,èouomisti, Edoardo Giretti, esaminando le cause che produssero la crisi dei partiti popolari, le rintraccia appunto nella mancata azione pratica e co111unecontro le oppressioni fiscali, contro il « suCchionismo » e contro la legisla– zione pubblica italiana ancora «reazionaria». Proprio così ! L'interno e travaglioso dissenso so– cialista non è nato dal conflitto, finora teorico e astratto, tra rivoluzione e riforme, ma dalla mancata attività pratica, positiva delle interne energie del partito. Dove il lavoro assorbe ivi non si litiga. Ecco perchè acutamente il Giretti osserva che gli avversari hanno torto ad esultare pei dissensi del Par– tito socialista e a presagirne lo sfacelo, chè non celaoo nessun antagonismo fondamentale e nessuna diversità di fini. Ma ecco che accade una cosa curiosa. Appena il partito, ritornato elemento poderoso di opposizione costituzionale, investe - mediante il suo organo cen– trale - la casta dominante, si strilla che questo è divergerlo dai suoi fini reali. Il Bonomi fa torto a sè stesso, quando non sa tro– vare il metodo e i fini della campagna contro i « suc– chioni». Se risfoglia l'Avanti/ ove egli portò il con– ributo della sua forte intelligenza, vi troverà segnata la filosofia di quella campagna antiparassitaria. E il pit1 curioso e più caratteristico de' casi capita ad Angelo Crespi, il quale, dopo aver proclamato (e ne. siam lieti, perchè il merito è del!' Az 1 anti /) la neces- sità d'impegnare il partito in una lotta per la libertà doganale, sfoga il suo corruccio di vedere ostacolata questa campagna liberistica dall'altra contro.i succhioni, intrapresa senza aver consultato le supreme autorità del partito. Crespi cerca l'asino e ci sta in sella. La politica economica doganale, è anch'essa l'effetto di quella de– lineazione storica delle classi italiane, che ha condotto il potere italiano tra le mani di una oligarchia finan– ziaria che non fa la politica in grande per idealità, ma per interesse. E l'interesse sta in gran parte nei red– diti illeciti ed improduttivi che si procaccia dal bilancio. Se invece fosse la borghesia tipicamerite capitalistica al potere, essa non legifererebbe in guisa da ferire i suoi ioteressi. Essa cioè non proteggerebbe gl' interessi di alcuni industriali e pochi proprietari fondiari contro gl' interessi della masSa industriale e della proprietà fondiaria; e per la istessissima ragione non schiacce– rebbe da sè stessa, sotto il peso delle imposte e dei gaspillages, la propria ricchezza, le proprie industrie, i! proprio patrimonio. Come si spiegherebbe se non materialisticamente, la cifra della contribuzione italiana più alta della Francia, che pure ha una ricchezza doppia, dell' Inghilterra, che pure ha una ricchezza quadruplà della nostra? Dunque la rappresentanza italiana, in un suffragio ristretto e corrotto dall'istesso Governo, liberale o illi– berale che sia, non è composta da rappresentanti il reddito normale della nazione, ma dai rappresentanti l'aristocrazia finanziaria del Nord, il camorrismo lati– fondistico e amministrati,ro del Sud (il Comune nel Mezzogiorno è ancora un feudo dei potentati); e il pa– gliettismo di tutti e due: eia classi sporadiche e da so– pravvivenze medioevali infine non ancora fugate dallo sviluppo capitalistico della nazione. E il protezionismo italiano, è segnatamente il pro– dotto non dell'astratto errore teorico, ma di questo speciale atteggiamento d 1 interessi parassitari. Onde se si vuol fare opera di libertà doganale, si deve entrare nel conci-eto dei rapporti di classi, e sapere snidare dal potere le classi parassitarie che se ne sono impa– dronite. La lotta contro i ~ucchioni mirando appunto a de– nunciare il guasto che producono nello Stato queste caste, pone in luce l'antagonismo d'interessi tra esse e la maggioranza produttrice e lavoratrice, e schiude a queste la soglia del potere, ed affretta ad ogni modo - preparandone le cause - la riforma doganale li– berista. Questa ripresa di battaglia, adunque, risolverà in gran parte le denunciate crisi di ristagno, da cui fu travagliato il Partito socialista in questi ultimi tempi, e creerà i fattori politici, atti a creare i problemi più urgenti del paese: riforma legislativa, in senso più fran·camente costituzionale (libertà politica) e rigenera– mento finanziario e doganale (libertà economica). Ma per intendere la vera situazione concreta del nostro partito in tal dedalo cli problemi, occorre esaminai-e la posizione politica e la vita interna dei partiti così detti affini, e così, nella reciprocanza dei loro rapporti, sarà possibile risalire ai quadro completo dei bisogni e delle urgenze della presente ora storica italiana. Enrico Leone.

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