Il Socialismo - Anno II - n. 9 - 25 giugno 1903

IL SOCIALISMO IJ I inoltre lo Zanardelli 1 che tale circoscrizione, oltre che permettere ancora e forse meglio la violazione alla segretezza ed alla sincerità del voto e quindi oltre che moltiplicare le çause e le possibilità di brogli, di pres– sioni, di artifici, anche verrebbe a dare allo Stato un aspetto federale, come avvenne in Francia, ove la co– stituzione tentò porre riparo al pericolo con uno smi– nuzzamento eccessivo. Meno seria della precedente è poi la proposta dei Collegi circondariali, oltre che per gli stessi motivi, anche pel fatto che si sente da molti il bisogno di far cessare il circondario anche come compartimento amministrativo. 2 Un terzo sistema fu proposto dagli onorevoli Sineo, Palberti e Casana, 3 cioè: di stabilire un deputato per Collegio, ma che « per le città il cui territorio risulti avere nella proporzione adottata una popolazione legale sufficiente per eleggere da solo due o più deputati, le elezioni abbiano luogo col sistema dello scrutinio di lista. » Metodo che non piacque, e giustamente, mal• grado in Inghilterra fosse stato applicato. Devo anche notare che l'ideata circoscrizione à qual– che affinità col collegio uniforme, accennato dall'on. Tur• bigi io; • ma l' idea del Turbiglio parve inaccettabile per parecchie ragioni, una delle quali è la seguente: che cioè il collegio uniforme, affatto indipendente dalla cir• coscrizione amministrativa, romperebbe l'unità provin• ciale e farebbe un'eterogenea compagine di popolazioni non unite da alcun legame. Critica che verrebbe mossa anche alla mia proposta; ma se parmi fondata l'obbie• zione contro il progetto cieli' aggruppamento dei col• legi, come vagheggiato da taluno nel 1882, e contro il collegio uniforme nel 1891 dal Turbiglio proposto; non mi pare costituisca un forte argomento contro il sistema dipartimentale: con questo si tiene fede rigo– rosamente al criterio dell'uniformità - non contemplato nel progetto embrionale del T~rbiglio - data non sol• tanto dal numero degli abitanti, ma anche dal numero degli elettori iscritti. In quanto poi all'unità artificiale delle provincie, non si deve dimenticare che essa fu voluta dal legislatore soltanto allo scopo di facilitare l'amministrazione pubblica; non- deve quindi dipendere od essere ribadita dalla circoscrizione dei collegi. Anzi questa deve, secondo me, rompere la compagine re• gionalistica delle popolazioni italiane: urge che politi• cament"e - e l'elettorato ne è il mezzo - tutte le po• polazioni si sentano sciolte dai legami troppo stretti che le avvincono nell'angu~ta cerchia dei loro territorii, dimentiche dell'unità della Nazione. 11 collegio diparM timentale, con l'indipendenza della circoscrizione po• litica da quella amministrativa, mira allo stesso elevato scopo cui perverrebbe il collegio unico, se per l'appli– cazione di questo non si opponessero difficoltà molto gravi ed anche, come assicura il Nicotera, insormon• tabili. E chiuùo la parentesi, concludendo che: respinti nel 1882 i sistemi del Collekio unico - quantunque anche posteriormente il Nicotera dichiarasse sembrargli questo il sistema migliore se ... si potesse adottare - 1 Rda:;. cit., pag. 134-7. :.i Però non ritengo valida l'osservazione dello Zanardelli circa la divisione dei circondari, che nega. in modo assolulo come fon– data sopra 1radizioni, rt>lazioni, affmità naturali: pur ammesso che il legislatore abbia mancato ai criteri suddetti nel modo con cui si crearono i circondari, ciò non nega che in massima predominò il criterio del1a posizione- topografica e in parlicolare la posizione del c..'lpoluogo rispetto i paesi tutti del circondario. Criterio che dovrebbe pur dominare per lo stabilimento dei Collegi e dei Di– partimenti, senza bisogno di una rigorosissima o~servanza <lell'affi– ni1à di tradizioni o d'altro. 3 Atti della Camera dei deputali, toni. 21 aprile 1891. 4 Id., torn. 23 aprile 1891. e respinti i sistemi del Collegio provinciale e di quello circondar~ale; dimostrato che tanto lo scrutinio di lista quanto il Collegio uninominale creano un'infinità cl' in– convenienti, parecchi dei quali comuni ad entrambi, parecchi propri o cieli' uno o dell'altro; urge che si studii un sistema più razionale, e tale a me sembra quello che propongo. Il sistema dipartimentale può dirsi in precedenza combattuto dall'onorevole Zanarclelli, 1 quando critica il sistema dell'aggruppamento dei collegi, nel 1882 pro– posto, osservando che Sondrio (due collegi) dovrebbe togliere un deputato a Bergamo ed uno a Como, Pisa (quattro collegi) dovrebbe cedere un deputato a Gros• seto ed uno a Livorno, ecc.; nelle quali trasposizioni il relatore trova la causa cli nuovi mali ed inconvenienti,, che però non enumera. Ammesso ciò non ostante che egli bene si apponga per ciò che riguarda l'aggruppa• mento, la sua critica non avrebbe valore se rivolta al si– stema dipartimentale, perchè essa si basa sopra il prin• cipio errato che si debbano considerare i collegi come parti della provincia. li dipartimento uniforme a triplice collegio dovrebbe essere un circolo speciale, ripeto, as– solutamente autonomo, staccato dai circoli amministra• tivi: quindi Sondrio non verrebbe già ad accrescere il suo potere politico a scapito di Como e di Bergamo, ma 1 di tutti i paesi dell'attuale provincia di Sondrio e delle plaghe limitrofe, sino a raggiungere una circoscrizione di 250 mila abitanti in media, e col determinato numero cli elettori iscritti, si verrebbe formando un dipartimento, cui Sondrio darebbe il nome, per essere il centro più importante della nuova circoscrizione politica, la quale sarebbe divisa in tre collegi, tutti e tre rappresentati simultaneamente da quattro deputati: uno della mino– ranza prevalente (e sarebbe" il secondo deputato del ca– poluogo) e tre della maggioranza (e sarebbero ciasche– duno rappresentanti di ogni singolo collegio). Diceva l'on. Bovio 2 che tutti i deputati, ogni volta· che sono chiamati a sostituire l'uno all'altro dei due eterni sistemi, dovrebbero dire: « ora lo scrutinio come è, merita condanna; il ritorno è per me ingiustificabile; dunque, in aspettazione di uno scrutinio più largo e ragionevole, oggi respingo l'uno e l'altro, due metodi già esperimentati e deplorati: l'uno metodo di coali• zione e l'altro di clientela. » L'aspettazione. del Bovio mi pare potrebbe aver fine se la proposta presentata potrà sembrare, come a me sembra, tale che dei due vecchi sistemi accetta quanto àvvi di buono e di lo– devole e respinge quanto àvvi di cattivo e di deplo· revole. Nella proposta riforma è inclusa anche quella della proporzionalità della rappresentanza, per cui si per– metta a tutti i partiti politici di avere i propri deputati, come si volle 3 che li avessero tutte le parti geografi• che e demografiche della Nazione. 4 Il dominio della maggioranza é un sillogismo anarchico derivante dalla teorica del Rousseau, 5 il quale « considera l'aggregato meccanico del maggior numero che vuole e s' impone e dimentica l'organismo sociale, che ha pur diritto di esser tutelato e garantito 6 ;> 11 Tocqueville sentenziò che << se mai la libertà dovrà andar perduta in America, lo si dovrà all'onni• potenza della maggioranza, che spingerà la minoranza alla disperazione e la condurrà a far uso della forza 1 Re/az. cit., pag. 1 38. 2 Alti dtlla Camtra, torn. 3 MASSAIJÒ, Alti id., torn. 22 aprile 1891. • BRUNl, \I.TI , Il dirillo costil11zio11a/e t la /Mlitica ndln u-itma t ntl/e istituzioni, I, 2°,· § 2. 5 Contrae! socia!, T;-6°, 7. 6 Op. cit., 11, 5°.

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