Il Socialismo - Anno II - n. 6 - 10 maggio 1903

IL SOClt\LJSMO perorare in favore di un Congresso internazionale, che avrebbe dovuto trovare la maniera di distruggere i /rusts. Le nazioni non risposero, un po' perchè sospet– tose della Russia 1 ma più direttamente perchè ognuna riconosceva, più o meno chiaramente, che una confe– renza anti-trustista sarebbe riuscita sterile. È certo che si può dire che nessun'altra questione economica ha altrettanto J)'rofondamentc interessato il mondo. .Non sono solt:mto i piccoli capitalisti che sono stati percossi dagli aspri metodi dei trusls, e che hanno stril– lato. La loro condizione C pietosissima, ed il loro amaro lamento è perfettamente naturale. ).la la questione è molto più larga. Da numerosi indizi offerti dalla stampa è evidente che cresce la convinzione Che questa con– centrazione di capitali, cd il potere che ne ri~ulta in poche nrnni è una fase - un preludio - d'una pili larga e pili invadente concentrazione, espres&'l in alcune forme cli possesso e controllo sociale. Anche del temuto 1Vlorgan, di lui medesimo, è provato che ha liberamente espresso queste ,·cdute. Che la concentrazione del capitale sia stata una pre– visione costante elci socialisti della scuola di i\Iarx, ag– g-illnge un grande interesse alla questione, e, ciò che è più importante, dà ad essi la facilità e il diritto di farsi ascoltare in proposito. Se noi eliminiamo quei pochi che gridano « Con– tentiamoci del bene stare », noi troviamo che ci sono quattro distinte classi nelle quali si dividono le propo– sizioni tendenti a risolvere il problema. Esse sono: 1° Distruzione di tutti i monopoli per via di una severa legislazione rivolta a questo scopo; 2• Re– visione di tariffe da parte cli quelli che credono che questi monopoli sono il resultato delle tariffe protezio– niste; 3° Regolazione dei monopoli per mezzo della legislazione; 4° Socializzazione dei monopoli. Poichè ho adoperato la parola monopolio, lasciatemi aggiungere un'altra alle molte definizioni ciel termine, per rendere chiaro in che senso io la impiego. Questo mi sembra necessario dal punto di vista delle larghe difTerem:e cli senso date alla parola dai diversi scrit– tori. Io allargherò la definizione data dal prof. Ric– cardo T. Ely I e definirò come monopolio « Qualunque affare o industria che è stato posto sotto un unica ge– stione, o completamente, o al punto da dare al pos– sessore o possessori di essa un qualche vantaggio sopra gli altri che si dedicano al medesimo affare o industria, e in modo da permettergli di determinare sotto quali condizioni quell'industria può essere esercitata». Quando Carlo ~larx affermò che le forze che con– corrono all'evoluzione della società capitalista produr– rebbero un monopolio completo, e che a quel momento si potrebbe socializzare quel monopolio, certamente non intendeva che un individuo o diversi individui insieme cooperando, possederebbero e dirigerebbero, assoL11ta– me11te,ogni sforzo prod11tlh.!O in una data industria. Se questa fosse la prcmesga dei socialisti, la organizzazione capitalista potrebbe stare tranquilla ancora. per parecchio tempo. I critici cli superficiale intelligenza, che hanno fatto a gara ultimamente a far notare l'esistenza d'un numero assai grande di piccole industrie e commerci. che esultanti dichiarano essere la «confutazione» del ~larx, farebbero bene a prender nota di questa defini– zione del monopolio. :'\on si può dire che ci avvici– niamo a quella condizione, se anzi nel caso cli certe grandi industrie non è già stata raggiunta? Il. Il progresso delle concentrazioni industriali. Si è notata ultimamente una tendenza dubitativa a proposito della crescente concentrazione industriale. Vale dunque la pena di osservare la continua concen- 1 11ft1ttt1~li,s and /rusts (1902), ch:i.ptcr I. trazione che .avviene in una industria tanto importante quanto quella del ferro. Sono di particolare interesse alcune cifre che sono state spessissimo citate per di– mostrare la relazione fra la produzione deW acciaieria indipendente, e quella del trust. Si sono serviti di queste cifre come di un argomento potente contro la teoria accettata dai socialisti in favore di un aumento della monopoliz1-azione con una relativa eliminazione della concorrenza. li bollettino· della Associazione americana del ferro e dell'acciaio, dichiara che la seguente stati– stica è « completamente cd assolutamente corretta ». Statistica mostrante le relative produzioni ed esporta– zioni della Corporazione dell'acciaio degli Stati Uniti per il 1901. F8RRO-,MISKRALltDI FHRRO, TRASPORTOE PROOl/ZIOSE,. nell':u1no minerario 1900-1901 Tonnell:ue (lordo e greuo) Trasporto del minerale di ferro dalla regione del lago supe- riore nel 1901 u,692,,13 7,897,024 20,589,237 61.6 Prodotto cotale del mineu.ledi ferro nel 1901 . n,6g2,213 16,195,266 28,887,475 43.9 13es~cmer e ferro ghisa bruto . Spìcgcleiscn e fcrrom:mganese Acciaio fuso, fonderia od altre ma· nipolazioni del ferro grcuo in• eluse sopra I 4,584,796111,045,643 100,9761 296,461 ToTAl,K del ferro grcuo inclusivi la spiegcleisen e il ferro man, gancsc. I 6,8o3,988 9,074,366 15,878,354 Longarined'acci:t:o Bcsscmcr e for- mature_. ........ 1 6,113.588 2,599,714 8,713,302 Formature e longarine per focolari I aperti . . • . . . . . . 2,746,996 1,909,613 4,656,309 59.0 T0TAt.lt del Bcsscmcr e dell'ac ciaio in longarine e fosioni 8,86o,584 4,509,207 13,369,611 66.3 Longarine d'acciaio B~ucmer. Colonne per costru.1:ioni . Piastre e bandoni, inclusivi le pia sire nere per la latta. Filo di ferro. 629,733 1,456,897 1,059,859 I 1,151,7401 2,870,816 383,417 1,013,150 797,528 2,254,425 59·9 Altri pr<Hiotti i11 filo, includenti barre, chiodi 1aglì:ai, barre per forni copcni, longarine di fer- ro, ccc. 1,32'1,393 3,520,6og 4,845,002 27.3 I TOTALB di tuUi i prodotti in filo 6,18g,95816,159,36g :,~::1-:: Chiodi di filo (barili di 100 libbre) 16,446,938 3 1 356,884 9,303,822 65.8 Parlando di questa notevole statistica il giornale The /ron age dichiarò che « da questo tempo c'è stata una rapida espansione nella produzione delle acciaierie in• dipendenti che rifiniscono, specialmente in fatto di ban– doni, piastre, fili, lastre di latta e tubi, ed è dubbioso

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