Il Socialismo - Anno II - n. 2 - 10 marzo 1903

IL SOCIALIS~IO Queseultimo verso: Car sous les lauriers i!.J' (I tro/) 1 dr morts. veniva accolto con un uragano. Da un lato ~i grida,·a: abbasso, - e si fischiava. Dc1II'altro lato si batte,·ano le mani e si gettavano fiori sul palco– scenico. Ogni sera, ali· apparire del ì\ 1 lonthéus sulla scena, si ripetevano udi dimostrazioni. Una volta, alla fine, i nazionalisti entrarono in ,·era banda armata, rovesciarono sedie e tavole, lanciarono bottiglie, bicchieri e tutto ciò che capita,·a loro sotto– mano, e al grido bestiale di Viva la guerra.' ottennero l'interruzione dello spettacolo. La brutalità, il bastone. la sciabola e il sangue furono sempre, e in ogni luogo, - insieme alla concussione e al furto in questo o in quel Panama, in questa o in quella Banca romana, - le prerogative di coloro che fanno ~foggio di patriot– tismo e che chiamano noi i « Senza patria» forse per– chè non vogliamo sporcarci le mani nè nel sangue dei no~tri simili, nè nel fango dei ladrocinii e delle camorre. Ma dopo quella sera i\ 1 lonthéus ebbe il suo trionfo. E.gli peregrinò eia caveau. a C(l"t.1eau, da caffè a caffè, da concerto a concerto, nel seno del popolo, acclamato e amato, suscitando entusiasmi, educando le coscienze, insegnando al grande gigante dalle mani nere, - l'ope– raio - il sentimento profondo, pacifico, indistruttibile, della pace e della solidarietà universale. Sentite questa s.ua graziosa canzone: IL tamburino di Francia. - Tamburino di Frn11cin, valoroso .tamburino. - se 1m giorno ti diranno: batti il tamburo. -, il tuo fe– dele tambllrO, per chiamare alla guerra, - per semi– nare il Sllo/0 di cada1.1eri, - per trafiggere petti e cuori, per Lacerare Le carni: - oh.' lamburùw di Francia, -:•alo1-oso tamburino, - getta le tue bacchei/e e spe::a il tuo tamburo. - Tamburino di Francia, valoroso tamburino; - u 1t11giorno li diranno: batti it tamburo, - il tuo fe– dde tamburo, per comandare il fuoco, - it fuoco fra– tricida coutro i fratelli cl,e domandano pane, - e per soffocare le grida di quelli che cltiedono la tiberlil e il lavoro, - 0/1 / /amb1triuo di Francia, 7.•atoroso tambu– rino, - getta le tue bacc/1ette e spe:::a i:t 1110 tamburo! - /Ila. se, o tamburiuo di Francia, ,1aloroso lambu.– riuo, - se un giorno li dirauuo: batti it tamburo, - il tuo fedele tamburo, per clliamare alt' appello, - i di– fensori delta Repubblica, della libertà e della pace uni– versale, - per stringere intorno atta nostra baudiera il lavoro, il progresso, ta. -:,ifa di tlltto it mondo; -:-- se !ii tratta di suonare i' appello per La Repubblica ,, per l'Umanità, - bntlt:, balli, balli forte il tamburo/ * ~- Queste canzoni di propaganda sociale - pacifiche e rivoluzionarie al tempo stesso - formano ora, a Parigi, una vera e grandiosa letteratura popolare, una lette– ratura che ha una fisionomia speciale di dolcezza e di bontà, una dolcezza e una bontà che non sono però prive di forza severa e grave. Mentre le canzoni na– zionaliste cantano En rev'11m,t d'la revue o il Père ta Victoire o Voilà les Engtùc/J l - la musa popolare ha .sparso dovunque. in versi dolci e toccanti, la storia del soldato Grisselin condannato per essersi rifiutato a ma– neggiare le armi, - l'addio del soldato alla caserma - 1 la preghiera "del ferito sul campo di battaglia ... Queste canzoni sono cantate sempre da uno chanso,mirr ve– stito da semplice soldato, cosi come il Monthéus mise alla moda. Ecco qualche strofa della storia :di Grissc- 1 in, così come la racconta la canzone popolare : - /;:,,"gli c1e1meallacasermacou11oi. - Az,e:,·a-,"/cuore ronlento e t'aspetto giocondo. - 11.fadiventò subito triste. - Si vrdeva be11e che era infelice. - Ogni volta cl1ea11da:·amo al bersaglio. - .Non r' era dubbio egli si faceva sempre punire. - Dic~Ja c/1e era cosa orribile - imparare ad uccidere. - Un giorno, au::i, gettò a terra. Lecartucce - e scoppiò iu sù1gl1iozzi•.. Era un po:•erosoldalino - fd tra di:·cnlalo pa::onl/' imj,r<r.•::-iso. Questi due ultimi versi hanno mm. ntusk.:i. e 1111:1 melanconia impossibili a tradursi. C'i!ail mt pauv' petit pio11pio11. Qu' élait d'venll subii' me11tfou .' i\,faegli insegna ai compagni, che lo chiamano pazzo, che cosa sia la guerra, che CQSasia la fraternità umana .. , E alla fine i compagni pensano: - . Vo, no, non e pn:::o. - E.R'li è migliore di noi/ . .. n'altra curiosa can7.one popolare, - germinata fuori del cervello di uno di questi chansonniers che si de– dicano alla canzone sociale, - è intolata : C' est-;,pour ca qu't'es mort sm- la croix l - « È per questo che sci morto sulla croce?» - e narra di un soldato ferito, sul campo di battaglia. che ,·ede girovagare l'ombra ciel Cri– sto tra i cadaveri e i morenti. Il soldato, gli parla e gli ram– menta le ecatombi di morti sui campi di battaglia, - le sofferenze dei miseri nelle non meno tragiche battaglie della vita, i morti cli fame. cli miseria, di dolore .. C'esi-J' jour ça qU,'t'cs mori sur la croL-i:? Egli rammenta ancora i vagabondi, i poveri, i pe7.– zenti, - tutti coloro che sono gettati in carcere perchè hanno fame... C'esi-J' pour ca.qu 't'es mort sur la croi.1·.> La notte di Natale i cristiani cantano gloria nella chiesa, - ma se un pezzente vi entra, affamato, per scaldarsi, è gettato alla port:1.. C'esl-J' pour ça qu'/'e,)· mori SU,rta ,:roi.1-: .> E la canzone finisce: - L'iddio d'oggi è avere le tasche g·onfie di denaro. - Cou ii denaro non si temono 11è padroni nè leggi. - Col denaro si tappa110tutte le bocche. - Alt.' .i.:. pn- questo che sei morto su/In croce.> - J\fo, tU, sei morto per il bene dett' Uomo e per !' Umanità, - e iu tuo nome o.~ni g·iorno i preti co111- 111eilono delitti e infamie l Et e1l ton 110111, cl,aq1t!jour /#es pre!r's rom.mcli' 11/ crim's et alrocilds.' L'addio ciel soldato alla caserma, - l'Adieu, - una canzone che il poeta recita dolcemente, con leg– gera malinconia non priva di bonomia, - ha un couplet eloquente che chiude la ca111;one e che narra il saluto del soldato ai suoi ufficiali: - Alt/ Da Ire mmi che faccio il soldato - 1:: che ho fatto il mio buon dovere di francese - 1lfe ne avete fatto di dispetti.' - Alt/ Sì, me ne avete /nito vedere di ogni colore: - Quaule -:,o/te 1111: avete messo agli arresti.' - Adesso è finita. Afe 11evado domani ...a.. 1Von miri– conterò j>itì delle vostre i11g-iuslizie. - Vi saluto .. ma non vi dò la mm,o .' La scena del Refus d'obtiissance, in una canzonetta militare dello stesso genere, non è meno significativa: - Clte cosa volete mail Fare come un ubriaco, - e sparare s11dei vecchi, dette donne, dei bambini, spa– rare stt degii operai senza difesaP - E fare ciò qttì.. in Francia? - Ebbeur, io non ho 110Lttlo là-are e 11011 tirerò mail Questo poderoso movimento artistico che muove verso il popolo per educarlo, innalzarlo e dargli la coscienza della sua forza, dei suoi diritti e della giu• stizia sociale - non è limitato alla. cl1mtS01l. Parigi in– tiera assiste in questi tempi allo sforzo titanico e me– raviglioso di una folla di artisti che vuoJe creare l'arte per il popolo e sposare l'uno all'altra. La bellezza in tutte le sue forme, armonica, plastica, visiva, è esposta amorosamente sulle grande mensa ove l'operaio s'as• side perchè egli possa contemplarla e innamorarsene. L' « Associatiou communiste de t' art poputaire » vuole introdurre l'estetica. nella soffitta ove i lavoratori abi-

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