Il Socialismo - Anno II - n. 2 - 10 marzo 1903

2.1 IL SOCIAI.ISMO Infine ..,j è tenuto il granJe comizio cii prnrc~1:, 1 eh<' non ,i potè tenere clurnnle lo str.to d':\Ssedio. ~b.lgrndo che la poliz~" proibisse l'affi-.sionc ciel m:inifc.-.10 del Comitato esccuti\'o, mnlc-mdo gli :rn:nemi e le ._comuniche :in• nunci:ni dai preti, m:tlgr.ido b 1occ:m•e concomit:mz:, dcll:i."tamp:t borghese e della stam1>a anarchica, iiwitanti i la,•or:-.wri ad aste• nersi dall'inten•enire n questo comizio, il suo sncces~ h:t sorp:,._. salo le sper.tnze dei comp:igni pii, ottimi~ti. Tutti i socialisti di Bucno'i Aire..;, le d<.'legaz:oni dei gruppi socialisti delle Pro,·incie, un gran numero di -sindac:i.ti e di con– pcr:nh·e, alcune logge massoniche e un:i. folla. immensn hanno par• tccipato :i.lln solenne mnnifestnzionc 1,.-onlrOb politi<::\ rc:,.zion:irb. del Govc1no. Sotto le finc-.tre Messe del Palazr.o del Governo, in mc.1.1.O :illc b:i.ndierc rosse spieg:i.te :li vtnto, h:i.nno p:irbto i compagni Cu– neo, il dottor Justo, ~leycr Conz:iles, Del V:llle, lh .rlncea, P:i– lacio", Boffi e Patroni. I,e ov:1.1.ionid:l cui sono .-.tate nccolte le loro p:i.role hanno dimostr:tto :i.I C.overno e :i.gli :tn'\rchici b. popol:i.ri11ì.cli cui orn pili che prima gode il Partito nella m:'l!-Salavorn1rice. li P:i.rtito soci:i.lista :trg<>ntino!-i sente ormai :i.bb: ist:lnz:1for1c, e non è stato m:ii così saldo, per resistere co!\l alle persecuzioni del Governo, come agli inco~cieccitamenti degli impulsivi e procede seren:imcntc :, illuminare e !-OSpingere la trn~rorm:izionc soci:i.list: i. della !locie1:l presente. Achille Cambier. SCIENZA ED ARTE LaCanzone rivoluzionaria a Parigi Parigini si sono sempre serviti della canzone po– polare come cli un'arma di battaglia. Essi l'hanno lavorata, battuta, forbita, come si lavora, si batte e si forbisce l'arma di combattimento: e le ferite che essa dà, hanno qualche volta fatto i--anguinare assai forte– mente il cuore dell'avversario. Chi conosce i Clr;Jeaux, i rafés. i bars disseminati a ~•lontmnrtre e nel quar– tiere latino - nell'anima della Parigi popolare - chi conosce l'interesse e l'entusiasmo che i Parigini hanno per questi ritrovi di nottambuli, per que~ti ambienti sui ,1re11cri.r, che tengono un po' del cafè-co11cerl, un po' ciel teatro, un pò dell'accademia - ma che non sono. a rigore, nè rafés. nè teatri, nè accademie - può com– prendere la grande inAuern:a della canzone pnrigina sulla folla. L'Italia, come del resto gli altri paesi cl' Europa, non ha nulla che possa paragonarsi alla creazione. asso– lutamente parigina, del ur.•ea11 e ciel poeta cllausounicr. I\ caveau è molto più del rafè-l·o11crrl e molto meno del teatro. 11 poeta clla11so1111ier, che vi canta, accom– pagnandosi egli stesso al pianoforte. le canzoni create dalla sua ispirazione, è molto pili di un cantante vol– gare: egli è un poeta. un poeta vero, - senza essere, precisamente, un poeta cesareo e laureato. In questi rnveaux si creano le canzoni che diventeranno poi le canzoni popolari. Essi rappresentano la fucina ove le Muse del popolo battono infaticabilmente sul\' incudine eterna \"oro, le gemme, il ferro e l'acciaio di quelle strofe che prendono rapidamente il \"OIOattraverso la città iumière, e che passando cli bocca in bocca si spar– gono istantaneamcnl,I! attraverso la Francia intiera scuo– tendo gli animi, esaltando, schernendo, sorridendo e - qualche volta, - piangendo lacrime di sangue. 11 poeta cha11so11nier cli i\lontmartre e del quartiere latino, - questo curioso tipo di poeta dai capelli lunghi, lo sguardo profondo, la barba incolta, il profilo mistico, - questo curioso tipo di poeta che canta e suona egli stesso le sue canzoni cl'.imore o d"odio, di pace o di guerra. cli fango 0 d'ideale, - ha dunque una fun– zione sociale. che è - qualche vo\t,1. - di grande importanza. La strofa che egli lancia dal caz 1 eau, in un lampo di odio o in sorriso di scherno. attraversa la citt!1 inticra e l'anima intiera elci popolo. le fa vibrare e le commuove, e con lui, le fa piangere o sorridere, bene– dire o maledire, perdonare o odiare. . .. Tutti i p1rtiti politici hanno sempre capito l'impor– tanza SOC"ialedel poeta rlla11so1111icr e della canzone popolare che egli crem·a. Le canzoni « popolari » gli clumso,miers « popolari » prepararono infatti il secondo impero cantando nei cm1ea11x, nei bars, nei ritrovi not– turni. le glorie dello sperone e della sciabola. Il celebre poeta cl1a11son11icr l'aolus fece pili tardi del « boulan– gismo » popolare lanciando ogni sera delle strofe bat– tagliere e militariste, inneggianti al Boulanger. durante tutto il periodo di quella crisi epilettica che scosse la f.rancia inticra e che fini poi come finiscono le com– medie. I nazionalisti d'oggi, infine, seguono l'esempio cli Luigi i\apoleone e del Boulanger e lanciano, dai palcoscenici dei loro cm1eaux, la poesia patriottarda :1 base di armde, cli France, di drnpeau. e roba simile. 11 patriottismo da caft!-coucerl si sforza cosi cli spandersi a poco a poco nella folla, e i ritornelli pili o meno ignobili, più o meno feroci, ove si cantano le glorie degli uomini che scannano gli uomini, cercano di farsi strada nelle masse tentando di ridestare in fondo ai cuori gli istinti del bruto e del selvaggio primitivo delle caverne. Ma acc:1·1to a queste manifestazioni regressive cd involutive dello spirito umano, la canzone popolare pa– rigina ha trovato, in alcuni dei suoi poeti piì.l noti e pili geniali, la scintilla e le fiamma di una vita nuova. La canzone della pace. della giustizia e dcli' avvenire è sorta, ed oggi essa è su tutte le bocche e in tutte le anime. La Musa popolare ha spezzato le armi fratricide che essa stessaave\·a foggiato, e su quella stessa incudine, con i suoi stessi strumenti, essa sta lavorando oggi non piì.t arnesi di guerra - ma un cuore d'oro ove palpita l'amore. Il più noto e il più poeta cli questi poeti nuo\·i è il i\'lonthéus. Lo conobbi una sera di battaglia, in un caffè dei Champs F:lysées, un paio cli anni fa mentre il pubblico - composto in massima parte di naziona– listi cercava di impedire. con alte strida, le sue can– zoni. i\lonthC:us è un giovane poeta che mette uno squi– sito senso di dolcezza e cli amore nelle sue canzoni. Egli si è dedicato alla canzone antimilitarista, ma ha versato nella sua poesia tutta la sua tenerezza senza mescolarvi neppure una stilla cli odio. Le sue poesie sono - quasi sempre - le rifles~ioni calme. affettuose. sensate, di u:\ po\"ero operaio !-otto le armi: e per questo egli si presenta sulla scena. spesso vestito da soldato semplice. col suo berretto rosso sul capo, e il \·iso illu– minato da un sorriso che ha una punta di tristezza. Quella sera egli cantava: - O/1 / Sì l ,Voi do-:•re1111110 dare il legno dei uoslri fucili - ai disgrn=iali c!te llatmo freddo e battono i den!i 11ellastrada. - perr!ti: ue facciano, del fuoco e si scal– dino. - E della. baionetta, quesl' arma afrore, - do– -:•rc11w10 farne 111,a lucida lama d'aratro l - Òlll Sì/ - .Voi do:•remmo far sventolare do- :•w1q11e, - insieme alla nostra bandiera tricolore - la bandiera della pacr e del/ 1 11ma11ilà, - e invece di spa– rare i fucili e far -:.1ibrare il ferro dei cannoni - do– vremmo seminare ii _g-rano,ii bei grano biondo. - E allora rol frullo di questa grande semen=a, - potremmo fare il bene e la carità. - Ogni guerra è 1111a maccl,ia nella storia - Essa r Ull libro insanguinato l" 1101t un libro d'oro. - Dovremmo nverne ve1:f{og11a e non farcene ~ioria. - perr!tè sollt1 ~li alberi ri sono troppi morti ...

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