Il Socialismo - Anno II - n. 1 - 25 febbraio 1903

IL SOCIALISMO E nella recente riunione plenaria della D!rc;,.ionc e del gruppo Parlamentare. io feci appunto la proposta (ac– colta unanimemente) di nominare un comitato che rior– g-ani;,:zienergicamente quella agitazione, appunto perchè (io dissi) offrendo ai socialisti Italiani un terreno co– mune su cui lavorare concordi, eviteremo le discus– sioni « a vuoto» sulle due tendenze e le inevitabili diatribe personali, cementando col fatto e con l'open\ la unità del Partito. Qual meraviglia, dunque, che il Gruppo parlamen– tare, nella riunione del 15 febbraio, mi abbia unanime aflidato l'incarico di svolgere le comuni idee generai.i c~politiche sulla mozione Mirabclli, appunto perchè era– vamo su quel terreno comune alle due tendenze? E quale meraviglia allora che io abbia fatto un di– scorso non rivoluzionario nè intransigente, se - in quella questione di principio politico e di indirizzo fi– nanziario - differenza di tendenze non esiste, tutti essendo concordi nel dimostrare la necessità di ridurre le spese improduttive? E perchè allora Il Tempo dice più o meno ironica– mente, che io sono« un rallié della tendenza riformista»? Evidentemente c'è qui una soverchia abilità pole– mica, che non giova poi (sia detto fra parentesi) a cemen– tare quella unità di partit0 1 alla quale, per parte nostra, ho la coscienza di aver fatto e di fare omaggio quotidiai)O, a fatti, e non solo a parole. Giacchè non posso, ai Compagni riformisti, passar buono neppure il ritornello che noi siamo dei « cata– strofici>> perchèallora dovrei metterli a pari con quegli av– ,·crsari nostri, che finsero di vedere una mia ·contrad– dizione col « metodo rivoluzionario» (che io ho spie– gato a chiare note - nel Socialismo del 25 maggio - non essere il metodo rivoltoso) quando in Romagna, io parlai apertamente contro la rettorica della « santa carabi1fa » ! · Se per metodo rivoluzionario si dovesse intendere l'uso della violenza, personale o collettiva, avrebbero ragione codesti avversari, o miopi o in mala fede. Ma se per metodo rivoluzionario si deve intendere ciò che è - vale a dire il programma ed il metodo socialista, che tende ad eliminare le cause e non i sintomi della miseria, con quella lotta di cfasse che è l'anima del Partito socialista - allora.. ma allora possiamo conti– nuare sereni l'opera nostra, che è di socialisti rivoluzio– nari - con la propaganda e con l'organizzazione - anche quando nel frattempo parliamo e ci agitiamo per il pro– gramma medio della lotta contro le spese improduttive. Enrico Ferri. i\lentre correggo 1e bozze, vedo nell'Avanguardia Socialista (22 fchhr.) un :i.rticolo, che, pure :i proposi lo dell:i. soverchia :i.bilil~ polcmic:i del Ttmpo, rileva ciò che di meno intr:i.nsigente si con– tiene nel mio discorso parlamentare. Senz:i.ripetere c,_uelloche ho dello piì1 sopr:t, sul carotiere mtdio di questa ngitazioue contro le spese improduttive, debbo ricord:ue però che :mche nel mio articolo sul mttodo dvoluziouario io dì– chinr:i.vo di 11011 essere nell'estrem:t pum:t del\'• intransigenza asso– htt:i e negativ:i.." Al Congresso d'Imola - per necessità di b:it• t:tgli:t chi:tr:i e decisiva - gli ultr:t-intrnnsigenti si unirono agli intransigenti che ammettono (come è detto nel mio ordine del giorno d'Imola) anche l'azione delle riforme, così come gli ultr:i.-riformi– sti e ministeriali si unirono ai riformisti lemper!lti 1 meuendo nel– l'ordine del giorno Bonomi la « proprielà collcuiva" e la • lotta di cbsse • : ma l:i distinzione cli due gradu:tzioni per ciascuna delle due tendenze (da me rilev:tt:t nel mtlodo rivoluzionario) permane e lo :i.bbi:tmo detto anche nel resoconto ciel Congresso (Socialismo, 25 sett. r,. 2i4). Tanto è vero che io fui quegli che propose b fornrnla del « caso per C:tSO"; e l':-ihb:mdonai solo quando la vidi deformata dal 1i– fonnismo ministeri:tlc ultra. E rurono appuntu le aa.:,•erazùmi dei riformi~ti minh,tcri:lli che i111poM:ro a noi • per impedire del l'artito le degener:w:ioni • un'a– zione pi1'1recisa nel senso dcli' intransigenza anti-ministerialc, seb– bene noi rivoluzion:ui :1bbiamo sempre affcrm:110 i vnnt:i.ggi rch– li\'i che :ti prolct:i.ri: ltOderivano dal regime di relati\':t liberti degli u'timi due :inni. Del resto, ncll:t recente discussione parl :tment:i.re, (r:l repub– b:kani e socialisti io foi il solo che p:lrlò delb lista civilt fr:t le spese improdutti,,c e delle scarse ,•ittorie del nostro esercito; ciò che fu rile\'nto eia un giornale repubblicano, che poi, ,,icevt:rsa, si :-iffrcttò l' indom:rni ad esagerare la portai:\ dei diversi giudizi <bti sul mio discorso da qm1lche periodico socialista. Di,·crsit~ di giudizi, che, se dimostra \:1 libertà <li pensiero nel p:trtito socinlistn, non può tuttavi:t nè deve compromettere quelb u11ilàdd partito, che io dico, ripeto e ripelerò sempre, es-ere l:t . nostm assolut:i., imprescindibile necessità vitale. A documento, riporto qui b prtrtc pili cnratteristic:i. del mio discorso e che per ciò fu omess:i o SO\'Crchiamentc nnui!ata cl:tlla !-lampa borghese,. • Conquistata la libertà di riunione e soprattutto In liberi~ di n~sociazione politica ed economica elci proletnri.: :i.to, poichè il Co– vcrno h:t dovulo c:tpire, col Ministero Saracco e col Ministero Z:1- narcl~lli1 che oramai l'mopi:t re: 1zion:1.rianon si poleva pi\, rc: i.fo• .– zarc, e bisogn:i.v:i.rispenare questo regime di as.<,oci:iz:onc economica, che cos:t è :t\'venmo? - Che i Ja,,or:ttori, i propriCt:lri cd i capit:i.li :-ti si sono trov:i.ti di fronte in un modo pi\1 urlante, che non qu:tndo c'era frn <liloro il cuscinetto dell':i.zionc governativ::i. • Ed allora -- che cosa debbono fare le classi lavoratrici? che cosa debbono forc le clnssi dei proprietari e dei capitalisti, in quc,to momento politico e sociale, che è il frutto della lott:i. comb:tuuta per la libertà ? « i.\la 1 /e classi lavoratrici !ta11110 1m dovere solo, td è quello di proseguire inesorabilmente e sistematicamente la loro organizzazione economica e politica, per la tutela dei loro intere:r;si fino alla loro totale redenzione. E a chiun– que, :mche ~i questa parte della Camera, andasse domani a prc– clic.-irealle turbe che bisogna or::i.m:tismettere quest:t organi ,z::i.zione economica c politic:1, le turbe risponderebbero :-ibbandon'.lndolo, perchè esse stesse seguono, incalz:tte dal destino storico, questo movimento di org:tnizzazionc politica ed economica in p:1.rtito di classe. (Bravo! all'tstrema sinistra. - Com111mlia dtstra). Quincii è irreparabile questo movimento dei l:tvoratori, cd è bene che tale sia, pcrchè esso è gr:tnde istrumento della civilt:\ nUO\':l. • Di fronte a questa inc\'itabilit:l di resistenza cconomic:1.eia pane delle classi lavor:ttrici, qu::i.lepuò e deve essere il comcgno della classe dei propriet:trì e dei capit::i.lisli? D:-ilmomento che c~si non possono piì1 Ìn\'Ocare l':tppoggio del Governo, se non in cir• cost:i.nzc cccezion:tli, quando inten,cng:t cioè l'elemento permrh:t-, tore dei servizi pubblici (di cui io nou posso p:trlare ora perchè uscirei troppo dal c:tmpo nssegn::i.tomi),che cos:'\devono fare essi cli fronte :ti Jn\,orntori? « Ebbene: noi che conosci:-imo non soltanto le provincie se1- tcntrionali d'Itafo, ove l'::igricoltur:t h:1.raggiunlo un' intensith vcra– mcnlc m:trasigliosa, dove l'industria è protetta dai dazi che ormai s.,rebbe tempo per parecchie indns1rie anche di togliere, perchè questi ciazi protettori hanno già compiuta In loro fouzione cli mr– fort:i.rc e for sorgere queste grandi iudu~trie (Bravo! Deml) - noi che conosciamo :tnche le Provincie meridionali dcli' lrn\ia, sappiamo che l:\ 1 tolti pochi latifondisti, la m:tggioranz:t clell:t clnsse degli agricoltori ed industriali è in una difficoltà economie., di rispon– dere alle domande cli ri:tlzo dei s:-ilari, o di diminuzione di orari, che è e deve essere fatta costantemente dai lavoratori. • Ed :i.llora in questa condizione cli cose che noi constati:tmo pcrchè l'ahbiamo \'i!òta con i nostri occchi, p:i.lpi1:tntc nei tcrrihili

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