Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903

IL SOCIALISMO 391 in teoria si previde; o almeno che la maggiore a'gia~ teua data dal lavoro compensa il forzato riposo della madre, in grande parte neutralizzato dalla miseria. E' certo che se la madre riposa gli ultimi tre mesi della gravidanza, il figlio nascerà più grosso, piì.1vitale, più forte; ma se, obbligando la donna a non lavorare, la si lascia morir di fame, si ha perdita doppia della madre e del figlio. Il Soldi in un t,ellissimo articolo nell'Avanti/ ha avvertito come nella Svizzera, pur tanto pili ricca di noi, nei Cantoni dove la legge proibisce agli industriali di riimpiegare le donne se non un certo numero di settimane dopo il parto, le donne cercano in queste settimane lavoro a condizioni peggiori da piccoli industriali che più facilmente eludono la legge; e sono obbligate cosi a rimetterci di fatica per correg– ger la legge che, sotto pretesto cli proteggerle le con– danna a gravi privazioni insieme con le loro creature. E neanche la proposta che il Comune paghi alla donna un compenso per gli ultimi mesi di gravidanza e i primi di puerperio è possibile. Nella sola Torino 1 ~econdo l'ultima statistica, Popo– la::ione e movimento stato civile 1899, tav. r, pag. 23, si ebbero nel 1897, 7430 nati. Computando a metà le donne povere in diritto di sussidio, sarebbero sempre 321 5 donne da sussidiare che, moltiplicate per I oo giorni di gravidanza e di puerperio (il progetto ultimo chia– mava sei settimane prima e sei dopo il parto) a una lira al giorno, fanno 321,500 lire che il Municipio dovrebbe sborsare. Per sobbarcarsi a una simile spesa il Comune sarebbe obbligato a metter nuove e gravissime imposte, a crescer quindi ancora il già così caro prezzo delle derrate alimentari 1 a portare uno squilibrio troppo grave perchè ci sia possibilità che lo faccia. E neanche potreb– bero farlo le Casse della maternità, come proporrebbe la relazione del progetto di legge. Esiste a Torino una Cassa della maternità elogiata molto dalla relazione Car– cano (9 dicembre 1900), ad esempio della quale si vor– rebbero instituire le altre in tutte le città e i Comuni ciel regno. In essa le donne che vorranno esser soc– corse in caso di parto, pagano una piccolissima somma mensile - pochi soldi - con questo esse sono ritenute socie, e quando cadono in gravidanza ricevono una lira al giorno durante le ultime settimane di gravidanza e prime di puerperio. li deficit è colmato da molte socie onorarie ricche che pagano un contributo mensile non mai compensabile, da feste di beneficenza organizzate dalle organizzatrici della Cassa. Ora malgrado che a capo della istituzione in 'Torino ci sieno donne intelligentissime piene di attività e di buona volontà che abbiano fatta attiva propaganda, ecc., pure dopo 3 anni cli esercizio la relazione Carcano dice che hanno 60 socie: 60 su 3215 partorienti - è un po'poco per sperare che l'esperimento possa facilmente. allargandosi in tutta Italia, colmare il deficit proveniente dal lavoro della madre durante il puerperio e la gra– vidanza nella famiglia del povero. Non però voglio sostenere che i fautori della legge ~ulla protezione della donna siano in errore. Il lavoro è dannoso alla donna ma• la miseria è pill dannosa che il lavoro; ma è vero che il lavoro è dannoso so– pratutto quando estendendosi troppo, comprende le donne madri o deboli che non sono in istato di sop– portarlo. Infatti mentre le cifre della mortalità in Italia di– minuiscono regolarmente coll'aumentare delle donne impiegate nelle industrie nelle varie provincie fino che questa cifra non supera il 20 per cento, - essa aumenta rapidamente dopo - come lo dimostra la seguente ta~ bellina non però in modo da raggiungere i danni della completa inazione. Mortalità a seconda della percentuale dei bambini occupati nell'industria 1 i\lORTALrrA d:i o d:i I da s dal 10 °/ 00 a 1 °/ 00 a 5 °/ 00 a IO 0 / 00 in su L'l stessa curva si ottiene facendo la statistica dei nati e delle donne occupate nelle industrie - come ri– sulta dalla seguente tabellina tolta dalla statistica citata prima. Natalità a seconda della percentuale delle donne impiegate. ll()NSH Ull'll%ATE NEU, 1 1SDUSTRIA NATA LITA 34 .,_ L'impiego delle donne nell'industria, dunque, di– minuisce la natalità, sia che diminuisca il matrimonio, sia che diminuisca la fecondità. li fenomeno è più intenso ancora, in realtà, di quello che non dimostrino le cifre suesposte prese in anni · tanto differenti che corrono dal 1889 al 1898, durante cioè l'inizio del periodo industriale in molte parti d' I– talia; perchè è appunto in questi ultimi anni che lena– scite sono molto diminuite. Annuario Statistica ltalia11a 1893. Superficie e popolazione, pag. 48. Anni 1884. 39.21 p. 1000 1890. 36.14 p. 1000 1885. 38.79 1891. 37.54 1886. 31.21 1892. 36.59 1887. 39.21 1893. 36.88 1888. 37.83 1894. 35.9o i'889. 38.59 1 Dedotte dalle percentuali fatte nel numero dei bambini risultanti im• piegati nelle industrie e dalle morti dei relativi paesi cd anni dalle 1110110• gi-atic degli A1111nlidi Stntisticn - Stnlisticn imlttstrinl~. ccc.

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