Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903

39 2 IL SOCIALISMO Ma questo se non è un male grave per gli altri paesi, è forse un pene per I' ltalia che è obbligata a fare emi– grare lontano tanti dei suoi figli e che potrà così più facilmente provvedere a generazioni meno numerose. Non spiegabile invece è il rialzo di natalità che si nota dove le donne sono in troppo gran numero impie– gate, perchè non è vero come mi fa acutamente osservare il Rossi-Daria mio egregio contradittore nel Socialismo, che il regime inchistriale, se diminuisce i matrimoni, fa aumentare la rilassatezza dei costumi e la cifra degli ille– gittimi. Gli illegittimi sono cresciuti in Italia fino al 1882; poi sono andati costantemente diminuendo, come dimo– strn la se guente tabella tolta dalla Statistica. sui/a Po– pola=ioue e Stato civile di Roma ciel 14 novembre 1901, prospetto XVII, pag. 32. Anno Jllcgiuin,; Anno Illegittimi 1$72 6.96 p. 1000 1892 7.02 P· 1000 1877 7.20 . 1893 6.93 1882 7.50 1894 6.i] 18S7 7.45 1895 6.46 18S8 7.56 1896 . 6.44 1889 7.34 1S97 6.37 1890 . 7.28 1898 6.29 189r 7.04 1899 6.14 I~ avvenuto in Italia quello che era già avvenuto negli altri paesi industriali. Al principio la donna, messa a un tratto, dopo tanti secoli di separazione, giorno e notte accanto all'uomo nell1 industria e liberata dalle tradizionali sorveglianze, ha lc:;ggermente abusato della libertà; ma, a poco a poco, con l'esercizio stesso della libertà, con la coscienza dei propri i diritti e del proprio · valo,·e, si va adattando senza leggi apposite alla nuova condizione di vita. Un lavoro dunque m.oderatamente esteso è favore– vole alla donna e alla specie sotto ogni rapporto - perchè abbiam visto che la mortalità decresce coWau– meutare del numero di donne impiegate nelle industrie sino che questo numero raggiunge il 20 per cento. Il lavoro eccessivo - o almeno eccessivamente esteso e comprendente quindi necessariamente la donna troppo giovane o già in istmo di maternità è dannoso ali' individuo e forse alla specie - non pet;ò quanto la completa inazione e la miseria, che ne è la conseguenza diretta. E' necessario quindi che la donna cerchi da sè il proprio adattamento e che il Governo sia cauto a in– tervenire diminuendole le possibilità di lavoro, prima che essa abbia raggiunto il puntod'equilibrio. · (Co11/ùma). Dott. Gina Lombroso. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE La situazione economica · in Serbia. Belgrado, 2 febbraio 1903. piccoli Sl:.\li dei Balcani godono in Europa d'una importante notoriet~. Sfortunat:unente non è che per dare lo spettacolo del• I' iucostam:a politic.'l, ,delle perturba1.ioni emozionanti, e per nutrire L'llvolta le p:i.gine della cr0n:'lC.'lscandak,s.'l del nostro tempo. La Serbi;t, sopr:lllUtt(?, è giudic:i.ta . un principato faceto con operette da Offenbach; essa procur.i. ogni dolcezza agli amici dei falli di• versi nei giornali. Per le persone che pensano, per i soci:i.lisli e i politici ess.'l h:i. un particolare interesse d'osscrw1zione cd offre un ricco cainpo d'e,;perienze sociali. Si può ivi studiare la formazione di·questi nuovi paesi, l'adattamento rnpido che un popolo gi?t. alla retroguardia raggiunge rispetto alle condizioni della civilt:l contemporane:i., b lott:i. dolorosa dello spirito che si spinge avanti contro la materia inerte e stazionaria. Io ho risoluto d'csporrC :i.i lettori ciel Socia• lismo a grandi linee cd in due corrispondenze, dapprima b situa. zionc economic.1.della Serbia, poi la su:i siluazione politica e le lolte sociali che cominciano a lacernrb, Come lulte le societ:l in– ferme del mondo intero. Or sono alcuni anni un giocondo giom:ilista inglese, un pri– mario brigante della penna, un c:i.v:i.liere sorto d :i.lb stampa venale, fu di punto in bi:mco ispiralo dagli argomenti irresistibili dei fondi segreti del ì\'linistero degli affari esteri a Belgrado, e solleticando la deholezz:i. decorativa del nostro mondo ufficiale, st:impò un libro entusiasta, furiosamente lirico sull'inaudita prospcrit3 del popolo serbo. Il titolo di questo libro em piuttosto americ:i.no ,em come un prospclto d'una Societ?t.d'emigr:izione: La Serbia - Il paradiso del povero. Questo dolce e toccante ottimismo non era d'altra parte invenzione del nostro giomalist:i.: è l'opinione corrente dei gover– nanti, è b grande ragione contr~ le declamazioni socialiste. Tutto questo mondo dorato e gallonalo si compiace a credere che tutto vada per il meglio nel migliore dei paesi. Esso grida. a. pieni pol– moni che il ben..!Sser<.' non h:i mai :ibbandonato le rive benedette del Danubio e della Mor.i.v:i.; la c\:i.sse operaia non esiste, ogni contadino ha il suo pezzo di tcrrn: in una parob b sirnazione eco– nom"ica della Serbia. può servire come modello dcli' ideale da. rog• giungere per tutti i miscredenti e gli scismatici del\' Europa occi• dentale. lo lascio da parte quest'ottimismo bacchettone e colpevole che implica un egoismo incorreggibile, I' ignornnza as!-olut:i. e, per i poveri, b condanna scnz':i.ppello all'eterna miseria. Ch'cssi si cui• lino e s'Ìng!tnnino l - Noi osserveremo le ultime cifre dateci dalla. statistica officiale, a cui non si può certo rimproverare troppa com– pi:i.ccnza per le idee sovversive. L'emancipazione della Serbi:t fu compiut:i.al principio del xix se• colo. La rivoluzione fatta.d:i.icontadini insorti profittò specialmenle a\l:i. gente del popolo: la proprietà feudale dei Turchi fu :i.bolitn, e b terra fu divisa tm piccoli proprietari internmcnte liberi e le Zadrougas, comunit:\ primitiv..!, simili ai 1Jfir della H.ussia. L3. nobiltà non esisteva pili, b chiesa non era ricc.'l nè esercitav:t alcuna seri:i iuflucnza., e una certa eguaglianza economica. regnava nell'intero paese. Mn alla seconda mct?t.del secolo un gr.in cambiamento cominciò :t verificarsi. L:i. civilt:\ europea penetrò tra noi con tutte le sue conseguenze fecondanti e dcvast!ltrici. La burocrazia, il militarismo, le guerre, le imposte schiacci:tnti, l'oppressione politica, hanno com• piuto la loro opern. In pochi anni h Serbia è interamente cam– biat:t, è divenuta uno Stato capita.lista, mostrando di continuo l' im• poverirsi degli uni e l':i.rricchirsi degli altri. li censimento officiale del 1895 ci dà la cifra di 309,359 pro• prietarì e 54,465 salariati. Sia detto tra parentesi che poco <lob– biamo fid:i.rci di questa statistica poco vera cd eccessivamente olti• mista. Essa conta nei ranghi dei proprie/ari e degli iJJlrapremlitori gl'impiegati delle ferrovie, gl' impiegati commerciali, i facchini, gli operai delle piccole officine, i domestici, i portieri, i g!tr7.0nidi c:i.ffè, i cuochi e le cuoche, e i cocchieri, come tutti gl' impiegati degli stabilimenti dello Stato e del Municipio! Questa :i.llegra statistica non cont:t che 300 operai muratori in tutto il paese, mentre il sin· dac:llo dei mur:i.tori a Belgrado calcola 1000 opemi di questo ge– nere nella capitale sola. li censimento del 1897 C.'llcola che su 308,120 famiglie ve ne er:tno 35,000 (rr 0 / 0 ) che non possedeva.no a.ssolutamente niente; 102,702, per met:\ proletarie, quelle ciDè che non possedendo.altro se non un piccolo pe1.1.odi terra, sono obbligate a lavornre per conto degli :i.Itri per poter vivere. L:i. proprietà terriera è divis..'l nel modo seguente:

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