Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903

IL SOCIALISMO sta uno dei più notevoli benefizi del progetto: la spinta vigorosa alla trasfonnazione delle forze, alla trasformazione dello esercito permanente in milizia mobile, completamente in nazione armata. Gli eserciti odierni sono meno atti di quelli di una volta, come ho detto, all'offensiva, cioè ali' in– vasione, ma· non hanno perduto importanza nella difeus;va, anzi l'hanno accresciuta moralmente pel sentimento di giustizia che informa l'attitudine di– fensiva, e perchè il Comando vi ha un'azione pit, libera ed efficace che nella offensiva. E l'hanno ac– cresciuta. a cagione del perfezionamento delle armi, il quale è pit, favorevole a chi si difende, e permette di valersi del terreno a difesa meglio di colui che vuole esercitar l'offensiva. Col fuoco delle armi mo– derne senza fumo, che arriva lontano, intenso e con– tinuo, cd annulla strJ.ttagemmi e sorprese, l\uracco frontale " l'avanzarsi di fronte, allo scoperto, nella zona del fuoco » è impossibile.' La prova e riprova della guerra russo-turca e di quella del Transvaal, fatte con armi perfezionate· moderne, sono decisive su questo proposito. E con gli eserciti moderni tanto numerosi e col loro schieramento profondo è inat– tuabile l'aggiramento di fianco; ed è per tutto ciò che la difensiva può dirsi in oggi invincibile, ed è per ciò che, pure sotto lo aspetto tecnico, sono pos– sibili forti riduzioni nello eseròto permanente. Ma noi abbiamo un motivo di pili, speciale a noi, che ci impone la difensiva: i nostri fortissimi con– fini. Son essi, rafforzati e custoditi da buone truppe alpine, che ci rendono pit, che mai sicuri. Tutti i tecnici lo ammettono. Alcuni soltanto vanno esage– rando ad arte i pericoli di un sol tratto di confine nel Friuli meno difeso. Rispondete loro che la in– vasione del nostro territorio da quel lato sarebbe in ogni caso pericolosissima e forse inattuabile a cagione delle linee di comunicazione, quasi impossibili a difendersi dalla frontiera verso l'interno. L'attitudine di difesa ci conviene anche nelle cose marinaresche, tanto pili che nessun danno vitale può venirci dal mare. Un pericolo per noi esiste, ma esiste nella flotta che tende a gareggiare con Francia ed Inghilterra, un pericolo gravissimo per la finanza, senza alcun utile costrutto. È urgente togliere ai marittimisti ed ai megalomani la possibilità di gettarci nuov.1mente in disastrose intraprese, mentre il problema difensivo marittimo è per noi sicuro, facile e chiaro, perchè imposto dalle naturali nostre posi– zioni marittime. Una nazione povera come l'Italia non ha pretesto nelle espansioni a cercare il vano dominio del mare; non deve intralciare con spese inutili marinare lo sviluppo del nostro commercio. I Trattando del nuovo Regolamento inglese su l'istruzione delkt fanteria, pubblicato nel 1902, un articolo della Fortnightly Rtview del dicembre 1902 reca queste precise p'.lrole a pagina 993 ~ Lord Roberts (il generalissimo dello Esercito inglese, già comandante in capo nella guerra contro i Boeri) practically admits as much in hìs Infant,y Training, fur he declares the frontal al/ad.: lo lu virtually impraclicab/e "· L'attacco frontale è dunque impraticabile secondo l'unico gener'.lle vivente che abbia prntic:1 degli effetti delle armi moderne. Il pensiero difensivo non è sorto spontaneo nella mente dei tecnici moderni, ma fu dettato dalla ne– cessitit delle cose. La organizzazione delle forze odierne che tende ed in parte è nazione armata, le armi perfezionate, il nostro terreno, tutto l'odierno tecnicismo addita per noi la sicurezza nella difensiva. E non è la difensiva uno dei raggi principali del nostro ideale? Sylva Viviani. PROBLEMI SOCIALI Sulle ggi protettive delavoro ' Il. Passiamo ora al problema speciale del lavoro della donna. Diceva giustamente Arturo Labriola, sul Socia– lismo 15 luglio 1902, che 1: ideale ultimo della legisla– zione protettrice della donna è in fondo l'ideale rea– zionario dei nosti avi. « La donna stia a casa a far la calza » 1 dicevano i vecchi i « resti in casa a proteggere la salute dei nati o dei nascituri », dicono i nuovi ; « l'uomo, » dicevano i vecchi; « la società», dicono i nuovi >>, deve provvedere al suo mantenimento, deve proteggere la sua debolezza, e la sua grazia». E sia: ma con tutte queste protezioni la si sottrarrà per sem– pre a tutti quegli ideali di emancipazione cosi strenua– mente propugnati fino a pochi anni fa; le si impedirà ogni partecipazione alla vita sociale; perchè la indi– pendenza della donna dipende tutta dalla possibilità di bastare da sola alla propria sussistenza e di essere considerata eguale all'uomo, ove essa compie un la– voro eguale. Nel suo bellissimo articolo sulla Donna agli Stati Uniti pubblicato nella Nuova Antologia 1° aprile 1902, il professor :Mosso diceva che il rapidissimo migliora– mento delle condizioni della do111iain America avvenne, non, come comunemene si crede, per una speciale atti– tudine della razza anglosassone; ma perchè la grande scarsezza di mano d'opera ·la spinse a lavorare; e dalla indipendenza economica così conseguita derivò poi la sua emancipazione, e la considerazione morale e so– ciale cli cui gode. << Tutte le donne, egli dice, che ave• vano le mani libere si occuparono nelle fabbriche, dove si lavora il cotone, il lino, la seta i nelle tÌl1torie, nelle fabbriche di zucchero, delle conserve, della carta, nelle tipografie, nella tessitura, nella fabbricazione del cuoio, dei cappelli, delle passamanterie; poi negli uffici, nelle ferrovie, nelle poste, su su fino ali 'Osservatorio astrono– mico cli Boston, dove vidi tre donne che occupavano il posto di assistenti». Fu questa la rivoluzione economica che compiu– tasi rapidamente, per fatale necessità, produsse il cam– biamento così profondo nelle condizioni della donn– che noi tutti ora ammiriamo agli Stati Uniti. La donna conquistò la sua indipendenza economica e intellettuale e dopo venne il riconoscimento del fatto compiuto ». Il lavoro rappresenta dunque per la donna il prezzo della sua emancipazione, ed ogni impedimento ad esso è un ritardo e un impaccio alla conquista della sua in• dipendenza. Ma si dice: « il' lavoro è in modo particolare dan– noso alla donna. » Ora, questo è quello che bisogne– rebbe dimostrare. Intanto, malgrado che sieno cosi enormemente cresciute in Italia le industrie che occu– pano donne, la tessitura cioè e la filatura della seta, del cotone, della lana, la mortalità è sempre andata 1 V. &cùilitmo, fase. XXII, io gennaio 1903. 2 5.Jcialismo, fase. Xlii 25 agosto 1902.

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