Il Socialismo - Anno I - n. 23 - 25 gennaio 1903

372 IL SOCIALISMO Meridionale, come ha fatto, per tanti anni, nel!' Italia scttentrjonale. Pensare che il problema meridionale (che esiste da tanti :inni e che ora si acutizza più ancora nella coscienza pubblica che nella realt:t delle cose) si possa risolvere Col tocco di una bacchetta n1.1gica, sarebbe dimenticare ancora una volta i cardini di quella dot– trin.1 marxista che i miopi e gli impressionisti di– cono gi:\ morta e sepolta, e che è invece (sah-e le correzioni di dettaglio) viva e potente. L'opera nostra deve avere quel coraggio della pazienza e quella ostinazione sistematica, senza di che nulla si può fondare di solido e di fecondo. E non credo nemmeno alla sistematica divisione politica dell'Italia che parecchi socialisti ripetono - e cioè dell'Italia meridionale con lo spirito politico di ribellione ali' oppressione fiscale e amministrativa e dell'Italia settentrionale con lo spirito di attivit:t e di miglioramento economico nell'ambiente di re– lativa libertà politica ed amministrativa. Guai, se nel!' Italia settentrionale non continue– remo a educare e disciplinare anche lo spirito poli– tico del proletariato. E guai, se nell'Italia Meridio– nale non ne educheremo e disciplineremo anche lo spirito economico. Nel!' una o nel!' altra parte d'Italia ci sarà una certa prevalenza dell' :1.zione politica o dell' aziOne economica: ma l'una e l'altra devono es– sere inseparabili, se vogliamo che il Partito socialista non sia colpito da paralisi. Per tutta Italia il nostro compito è sempre quello, ostinato e inesorabile: propaganda e organizzazione - politica ed economica. E per tutta Italia - nel momento presente - l'agitazione contro le spese improduttive deve essere la nostrci deleuda Carthago, perchè soltanto con l' or– ganizzazione politica ed economica di un proletariato cosciente, unita alla diminuzione delle spese impro– duttive, il nostro Partito preparera e porterà rimedio non illusorio alle condizioni disgraziate della classe la– voratrice e della piccola borghesia dissanguata, special– mente, ma non esclusivamente, nell'Italia Meridionale. Questo programma di ostinata e metodica pro– paganda ed org::rnizzazione non piace al << senso pra– tico », della Critica sociale del 1° gennaio r 902, che - senza conoscere l' Italia meridionale - schernisce la « propaganda socialista pura» dicendo che questa « nulla toccando di vivo, con le apocalissi fantasti– che (? !) infinitamente lontane (!!) non sgomenta e non turba nessun interesse e nessuno. Noi giuochiamo anche troppoal fa11toccio socialista (pag. 4) ». Ors -- lasciando stare le apocalissi fantastiche e infinitamente lontane, che sono nella « fantasia po– lemica dei socialisti pratici » - ma non hanno posto nella propaganda dei socialisti rivoluzionari- io credo che al fantoccio socialista si sia cominciato a giuo– care <lacchè la maggioranza ufficiale del Partito so– cialista si è messa sulla china del ministerialismo op– portunista. E credo che i socialisti italiani - nella questione meridionale, come in tutto, faranno bene a non es– sere nè zanardelliani, nè sonniniani, ma ... soci~listi. 1 Enrico Ferri. I È la stess:i. risposta che do a quei repubblicani, che, dopo il mio recente giro di propaganda in Romagna, non solo mi col• m:mo d' ingiurie o di malignette insinunioni (segno certo che b. mia propaganda fu efficace), ma si domandano: Se l'on. Ferri è anti-111narcllico (come dichiarò anche alla Camera nel dic. 1896) e se è anche anti-npubblicano, ma !!.llora che cosa è l'on. Ferri? Rispondo: l'on. Ferri è... socialisln. Risposta agli economisti delmilitarismo · III. Le spese militari dei Comuni. Fin qui abbiamo constatato con certezza e parsi– monia quanto costi il militarismo terr~stre e marittimo allo Stato. Resta da vedere-quanto costi ai Comuni ed ai privati cittadini, all'infuori, bene inteso, del loro contributo per tasse ed imposte. Il Comune ha in ciò due motivi principali di spesa: la e leva gli alloggi militari. La relazione della leva fatta l'anno 1900 e anche le precedenti mettono a carico dei Comuni circa 600,000 lire, soltanto per indennità di viaggio a sin– daci e segretari, per istampati, per allestimento di locali, ecc. Più assai di due terzi (430,000 lire) di quella somma è destinata alle indennità di ,·iaooio per recarsi nei capoluoghi di mandamento e di 0 ~ir– condario" ad assistere all'estrazione dei numeri e alla visita dei coscritti, operazioni che si svolgono nel tempo dell_eSessioni dei Consigli di leva dal 25 aprile, come d1ss1, al r 6 ottobre d'ogni anno. Ma fuori di questo tempo e nel corso di questo tempo mede– simo i Comuni sono obbligati ad occuparsi nell'anno in altre cose di leva. Essi devono forma re le liste di leva: farle affi"· gere, poi rivederle, passarne una copia al capo d~l circondario, rettificarle e stare per questo in corri– spondenza con prefetti, sottoprefetti, con altri sin– daci e con privati cittadini. Siccome ogni anno i Comuni devono fare le liste dei giovani che stanno compiendo il r 8° anno di et;\, _e_si_ccom~la leva si incomincia nell'aprile sugli uo1rurn 1 quali stanno compiendo ii 20° anno, ne viene per conseguenz:1 che i Comuni hanno alle mani costantemente, in corso di correzione e completamento. tre liste di leva, ed aggiungendovi quelle dei rivedibili le liste alla mano sono costantemente cinque. Venuto poi il momento di mandare ad effetto la leva, il_Comune deve approntare tutti i documenti richiesti per i casi di esenzione e assegnazione alla f' categoria, e star per questo in corrispondenza coi reggimenti, i distretti, i sindaci, ecc. Per farsi un'idea del numero di operazioni cui dà motivo soltanto l'as· 1 V. Soci,:'i,·wo del 25 dicembre 1902: Le spese mi/;1ar1 scoste, e I o ... , ntl'1io 1903: Ancora le spese militari nascoste.

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