Il Socialismo - Anno I - n. 22 - 10 gennaio 1903

IL SOCIALISMO quadrarli, non in Leghe cli resistenze o in Camérc di lavoro inutili e oziose o dissolventi pcn;hè raccoglienti ['c:le111cnto operaio pii., eterogeneo, ma in potenti coo– perative di consumo; intensificare la campagna contro le spese improduttive e pe1· la riforma dei sistemi tri– butario e doganale. Dove in Sicilia la propaganda si è s,·olta nei termini sovraccnnati, ivi è salda la coscicnrn socialista e tenace la lolta contro le camorre locali e centrali. Ma dove si è perduto cli ,·ista il Socialismo intransigente per seguire il Socialismo riformista i\'i è la bancarotta più colossale che si possa immaginare. Dopo il terrore del 93, chi sono i lavon:uori che hanno mantenuto la loro posizione? I contadini di Piana e cli Corleone soltanto, appunto perché essi furono edu– cati alla viva scuola dell'intransigenza faua dei prin– cipi elementari del Socialismo - lolla di dasse e rol– lellivismo. E oggi si può contare sulla loro orga11izza– z.ione socialista a malgrado delle più terroristiche per– secuz.ioni padronali e poliziesche! Che dire invece dei centri dove è penetrato il So– cialismo riformista? lo piglio il caso di Palermo, dove vivo e dove svolgo la mia attività di uomo di parte nostra.' Qui abbiamo avuto la fase rigidamente intran– sigente e la fase eterodossa o riformistica recentissima. L'azione in questo senso è stata quanto si può cre– dere gelosa di ogni altra manifestaz.ione antai:tonistica intransingente ! lo ricordo che quando nel novem– bre 900 venne a Palermo l'on. Ferri, chiamato dagli studenti e si offerse, dopo la sua lezione ali' L'niversità, per fare anche una conferenza socialista, era tale l'av– versione che da taluni si aveva per la tendenza intran– sigente da lui rappresentata, che non solo i nostri ca– pi-popolo non gli resero possibile di parlare in pubblico, ma nemmeno nella sede ciel Circolo socialista. dove Ferri potè parlare soltanto per \·olontà tenace di pochi, alla presenza di scarsi compagni. Ebbene la tattica riformista diede ai socialisti nelle elezioni poliche e amministrative vittorie su villorie. La borghesia capitalistica indigena era emusiasta del Socialismo. Florio applaudiva il candidato politico so– cialista, che parlava a favore elci premi della marina mercantile nel teatro Bellini; e i socialisti riformisti com– pilavano con Florio una lista di candidati al Consiglio co1!1unal; di tutte le gradazioni - da ì\larinuzzi a Chiar– ch1aro. Pilt tardi si fonda la Camera del la,·oro. La Pro– vincia e il Comnne si affrettano a dare sussidi e locali: il sindaco della città interviene alla solenne inauraz.ione alla quale presero parte circa iOOO operai 1 pronunciando un discorso inneggiante all'accordo fra capitale e lm·oro. Ed i socialisti contenti come pasque di tutto questo ben cli Dio! Era finita l'Cra evangelica e si era entrati in un periodo «positivo» di feconda attività! 11 rifor– mismo portava i suoi frutti. La Ballaglia - organo dei riformisti - raggiungeva la tiratura cli 4000 o 5000 copie. I borghesi la leggevano avidamente, poco o niente gli operai. 11 successo era enorme, colossale. I socialisti erano padroni della situazione. i\ 1 la a poco a poco l'in– cendio cli paglia si indeboliva ed oggi è del tutto spento. 11 regicidio cli Monza diede agio a r-.-tarinuzzi- eletto sindaco coi suffragi dei 18 socialisti - di cacciarli dal Consiglio senza l'onore della resistenza nemmeno mi- 1 E noi pubblichiamo volentieri queste documentazioni perso• n:1li, perchè crcdi:uno che esse valgono assai piì1 tielle affermazioni generiche e perchè pcnsi:uno che la buona fede dei nostri com– p:tgni riformisti, a Palermo come :-tltrO\'C,non pos"-a mettersi in dubbio da alcuno. Queste documentazioni quindi, mentre non h~ornu nessuna ma– lignità personalista -· che è negazione dell'anima socialis1:i. - de\'OHOservire al Partito per giudicnre dai suoi fruui l'albero del riformismo opporrnnista. (N. d. D.). 2 L'Avanti! protestò contro tale miscela, ma poi... si quetò e cominuò a sostenere b tanica 1r:-tnsigemc. tingaia. ' ~ più tardi la concentrazione monarchica li sconfiggeva definitivamente sul terreno della lotta elet– torale con fortissima maggioranza. E anche sui terreno della lotta prettamente econo– mica faceva bancarotta la tattica riformistica. La Camera del Lavoro - sorta con gli auspici e quasi sotto la tutela di due consessi borghesi - non seppe vivere da sè. I 7000 e più operai, che ne facevano parte, ammassati inorganicamente. senza nessuna coscienza di classe, spe– rnrono che la Camera del Lavoro dovesse d'un tratto risolvere tutti i loro guai: e senz.a conoscere l'ingra• naggio complicato della vita economica moderna, si ab– bandonarono a scioperi sopra sciopori, eia cui quasi sempre uscirono sconntti. Fallita la proYa, dopo agitaz.ioni convulse, visto che i salari non volevano salire e la disoccupazione non accennava a diminuire, le Leghe di mestiere, sorte in un momento di parossismo riformista e facienti capo alla Camera del Lavo1·0 in numero grnnclissimo, inco– minciarono tosto a sciogliersi e oggi si può dire che son pochissime le Leghe di operai esistenti. E si assi– ste a questo spettacolo che appena 100 operai oggi in– tervengono alle conferenze che le domeniche vi tiene qualche compagno ben volenteroso. lVla mi è materia cli confono constatare che quel nurnero sparuto cli ope– rai \·iene dalla propaganda e,·angelica. 2 Eppure si potrebbe benissimo riguadagnare il terreno perduto. Bisogna da una parte formare le coscienze so– cialiste con la propaganda tenace e incoercibile dei principi elementari del socialismo in maniera da dare alla classe operaia e contadinesca la coscienza <lella propria ragione d'essere; dall'altra intensificare la cam– pagna tra la minuta borghesia dei campi e delle città contro il fiscalismo assorbente dello Stato e le sue spese improcluni,·e militaresche. La Sicilia soffre più che altro cli fiscalismo. Qui - più che altro\·e - il carico doganale tribu– tario e comunale rimane ai lavoranti, che ricevono un salario minore o acquistano a maggior costo la stessa quantità cli beni, ed è il caso di affermare che l'impo– sta è diminuzione di salario. Si può constatare da tutti la correlazione tra il sorgere del salariato in seguito alla Rivoluzione del 60 e l'inasprirsi dei dazi protet– tori e dei tributi comunali indiretti. t risaputo eh~ sotto il dominio borbonico le impo– ste nel 1·egno delle due Sicilie erano inferiori a quelle degli altri ·iati. E questo fenomeno - che non era certo dovuto ai sentimenti umanitari della dinastia re– gnante - si riconnette alle condizioni generali della economia siciliana nel medio evo e che io ho tentato sopra di descriYere. Prevaleva allora l 'eserciz.io del la• voro indipendente, erano favorevoli ai lavon1nti le con– diz.ioni territ0riali ed industriali e riusciva diflìcile ad• dossare loro il carico dei tributi che erano generalmente miti. r-.Ja a misura che si scioglie tale economia per dar luogo all'eonomia capitalistica e si diffonde rapi– damente il salariato « le imposte di consumo acqui– stano grandi dimensioni e costituiscono un rnezz.o ef- 1 Il gruppo consiliare socialista votò per h sind:-tcaturn clel– l'on. '.\l:trinuzzi :-tll'indomani di un discorso prommci:-tto d:-t quc– ~t'uhimo d:1i halconi dell:-t prefettura dinanzi una folla enorme e in cui si :-tddi1avano i socialisti respom:n.bili del delitto òi ;\1onza ! Ciò si ricorda il \'OIOde' riformisli milanesi perqucll'avv. I.. Rossi, che ave, 1 a \'Otato un pl:iuso a 13:\vaBecc:1ris ! Lo stesso albero d?1 gli slessi frulli, :"t P:-t 1 ermo come :-t i\libno. (N. d. D.). 2 Quc.;to esperimento siciliano del riformismo lransigente e b conslatazione dei suoi frutti non fanno che rappresentare in anti– cipazione, quello che :t\'Verd di tulio il Partito soci:-ilisla it:1li:1uo, nella !-U:l tallic:-t politico-:unministrativ:1 e nell:i. sua organizz:-tziouc economica, se si continuer3 sulla "ia delle trnnsazioni, dell:-t neutr:-t• litb., del riformismo. (N. d. D.).

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