Il Socialismo - Anno I - n. 22 - 10 gennaio 1903

IL SOCIALISMO Kon io negherò valore a queste indagini - atte, se altre mai, a rischiarare uno dei problemi pili complessi della vita pubblica italiana. Soltanto osserverò che la' radice ciel male odierno siciliano deve ricercarsi in cause ben più profonde, che si riconnettono alla nuova di– stribuzione della proprietà fondiaria per dato e fatto della Rivoluzione del 60. Dagli studiosi di storia economica siciliana la pro– prietà fondiaria prima del 60 \·iene guardata e sviscerata nella sua costituzione più. appariscente: il feudo - la proprietà demaniale e comunale - la proprietà ecclesia– stica e monacale. Quando si è sviscerato questo lato del problema s'è creduto d 1 a\·cr dato fondo alle cause della cattiva distribuzione della proprietà in icilia. Se la costituzione del 1812 aveva abolito il feudo e i lacci e i vincoli (maggioraschi, senioraschi, ccc.) che vi sono connessi, la Rivoluzione del 60 e i decreti prodittatoriali del 66 e del 67 avevano borghesemente incamerato la vastissima proprietà del clero. Uguale fortuna a\·evano i beni demaniali e i beni comunali, che i borghesi nel 60 finivano di usurpare sfacciatamente. E mentre la terra si liberava dai ceppi feudali e diveniva un oggetto da crear merci, i contadini servi della gleba si trasfor– mavano in proletari senza pane nè tetto e venivano a formare la materia sfruttabile del già invadente capita– lismo terriero. E pronte erano le leggi a difendere e consolidare il nuovo stato di cose. Il contadino del medio-evo - per quanto servo attaccato alla gleba - valeva qualche cosa di pili nel c:unpo economico che non il moderno libero proletario. Esso poteva libe– ramente pascere nei terreni del Comune e nelle tenute libere del signore: legnare, ghiandare nel bosco col– lettivo: la Rivoluzione abbaneva questi diritti secolari e il Codice penale creava le nuovissime figure di reato che \·a11110sotto il nome di pascolo abusfr·o, di ';,,'ofa– =ioue di siepi, di /urli rampeslri. E cosi nel regime della libertà il contadino - che prima non a\·eva bisogno di delinquere perchè gli era assicurata la base fisica dell'esistenza, come dire la terra - veniva determinato a delinquere e a sentirsi degra– dare fino al furto che prima non conosceva. . .. Furono questi senza dubbio danni rilevantissimi che seguirono la Rivoluzione economica del 60, come l'ombra segue il corpo. 11a ce ne furono altri ben pilt gravi, e a cui si riallacciano le presenti gravissime con– dizioni. ~ell'età di mezzo fiori una vasta classe di liberi produttori indipendenti, che Jm·oravano per conto proprio e disponevano dei mezzi necessari alla cultura. Lieve era l'aumento della popolazione, ccl estesa b. superficie delle terre incolte, accessibile a tutti e nu– merosa la rlasse del piccoli possessori cli terra, di pa– recchi capi di bestiame, di sementi. casette rurali e via dicendo. La. terra ancora non aveva un grande \·alorc, nè era capace ancora cli rendita dal momento che la cultura era limitata ai terreni più produttivi, nè c'era il di\·orzio fra la terra e il lavoro. fra il la\·oro e il capitale. Di qui la difficoltà ciel lm·oro salariato e il benessere diffuso fra il più gran numero di persone. Vivo era l'amore alla indipendenza fra tutti coloro che, disponendo cli piccoli mezzi di produzione, pote~ vano facilmente avere in eujileusi, o li'i.leilo o jJreslaria per un lieve canone annuo un tratto di terreno da col– ti\·are, dal convento o dalla chiesa o dal barone; e più ancora in quelli che vivevano ai confini dei ter• reni comunali e godevano gratuitame nle dei v antaggi economici ch'essi potevano offrire. Prev:i.leva ancora il regime domestico ; le industrie spa rse in vari luoghi e s1,esso congiunte all'agricoltura. In famiglia si tes• Se\·a, si filava, si fabt--.ricavano gli utensili di lavoro, s1 panificava e \·ia dicendo, e le case coloniche erano piene di gente attiva, operosa, dedita ai lavori agricoli o industriali, abitate da qualche animale da soma, e da una o due vacche. Questa si può dire l'età d'oro del lavoratore. L1. Rivoluzione del 60 maturata da pro-– fonde e.i.use - connesse con l'aumento della popo– lazione e col bisogno sentito cli scendere alla coltura cli terreni via via :nferiori - rivoluzionava dalle basi tutto quel mondo t:conomico. A misura che l'aumento della popolazione faceva sempre più sentire la sua influerw.a sul cadere del secolo xv111, e si sentiva la necessità di intensificare ed estendere la coltura dei terreni, si ele– vava il valore della terra, si formava la rendita e si veniva accentuando la scissione del lavoro dai mezzi di produzione e dalla terra. La tendenza all'ingrandimento della proprietà e degli affitti, le vaste appropriazioni fondiarie, il saccheggio sfacciato elci beni demaniali e comunali, la distruzione dei :;bt:ri prochmori indipendenti e la formazione del salariato non erano che l'effetto delle cause enunciate, e causa a loro volta della Rivoluzione borghese del 1860. Si iniziava così il processo capitalistico in Sicilia, di– struggendo la classe dei liberi produttori indipendenti e abbattendo ogni residuo di benessere delle classi lavoratrici. E qui comincia la via rrucis del proleta– riato agricolo siciliano. . .. La borghesia italiana - uscita trionfante da una Rivoluzione essenzialmente economica, ma non ancora così evoluta da spazzare ogni forma politica feudale, per esempio la ì\lonarchia e la Chiesa - attendeva tosto a rafforzare la posizione debole del capitale coi privi– legi, i monopoli e i dazi protettori, relativi all'eser– cizio delle industrie, creando:-.i un ambiente artificiale, propizio alla sua formazione. Ridurre i salari al mi– nimo cli esistenza possibile, e aumentare la quantità di lavoro, ecco le condizioni di sviluppo del nascente ca– pitalismo. Di qui i divieti al commercio cl"importazione e le imposte di consumo, che elevando il prezzo delle merci e derrate, aggravano la condizione della classe lavoratrice, ne attenuano i salari e ne promuovono la concorrenza. E qui in ='icilia gli alti dazi all'importa– zione dei cereali mentre hanno promosso l'estensione della coltura ai terreni via via inferiori - tanto che oggi la coltura è estesa alle radici elci monti - l'eleva– zione dei prezzi dei prodotti agricoli, in ispecie il grano - hanno depresso per converso i salari fino al– i' impossibile, giovando esclusivamc.::nte ai capitalisti e ai possessori fondiari. D'altra parte l'esosa tassazione comunale - che in Sicilia raggiunge fonnt. addirit– tura delittuose - gravando sulla ricchezza domandata e consumata dai lavoranti ne ha aggravato sempre più la posizione e depresso il tenore cli vita. ~è con questi mezzi soltanto attese la borghesia a difendere il capitale. Gelosa cli un potere e di una ric– chezza formatasi attraverso le spogliazioni violente dei comunisti delle campagne e ciel vasto ceto elci piccoli produttori indipendenti, essa dava mano ad una serie di spese improduttive che dovevano o con la forza (esercito, flotta, polizia) o con l'esteriorità ed influen7,a internazionale (lista civile) consolidare la sua recente posizione privilegiata. . .. Ora quale de\·e essere l'atteggiamento del Partito socialista di fronte ad una simile situazione cli cose? lo non credo di sbagliarmi asserendo che ogni altra tattica, che non sia quella rigidamente intransigente, in Sicilia è sterile. !\oi abbiamo un duplice dovere. Or· ganizzare i lavoratori dei campi in partito di clas.se con la cosidetta propaganda evangelica elci princ ipi elem en– tari ciel Socialismo: lolla di classe e collellivismo; in-

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