Il Socialismo - Anno I - n. 22 - 10 gennaio 1903

11. SOCJALISMO 355 Stipendi al personale Spese d'uflìcio e stamp;1ti. [nsieme. L. I ,220,000 180,000 L, I ,400,000 Alle quali aggiungendo la somma, pili indietro :tc(cnn:ua, per indennità e soprassoldo agli impiegati per recarsi nei capoluoghi di mandamento a com– piervi l'estrazione a sorte dei numeri, si ha in totale una spesa di lire 1,.180,000, inscritta ora in bilancio a carico del Ministero degli interni, ma da aggiun– gt:rsi al resto delle spese milic:ui. li Ministero di agricoltura, industria e comme1\:io sopporta una spesa :mnu:1 di lire I, r 50,000 circa per le razze equine (non compreso l'acquisto dei cavalli stJlloni che nello esercizio 1 900-90 r non fu 111::ces– sario) somma che s:1le alire 1,200,000, dovendosi com– prendere anche il fitto dei locali. Un:1 parte di questo ..:m·jcodeve esser messa in conto delle spese militari perchè il miglioramento delle razze equine è specialmente richiesto dalla ri– monta della inutile e sportiva ..:avalleria.Conteggiando quella parte di carico a un quarto del totale, la mag– giore spesa militare sar:\ per quel titolo di /in•;oo,oov. li Ministero del tesoro sopporta una perdita :mnua di lire 1,500,000 almeno, per compensare i benefizi concessi mediante le riduzioni sui trasponi militari ferroviari. Al tempo delle convenzioni le Societ:ì ferroviarie consentirono a fare il trasporto delle persone appartenenti all'esercito e alla marina con la riduzione del 78 per cento, poi del 75 per ..:cnto sulle tariffe ordinarie, e consentirono altre fa– dlitazioni di prezzo sui trasponi di rnerci, carri, ca– \·alli, ecc., mediante tariffe speciali. Siffatta riduzione così vistosa, concessa pure alle persone appartenenti all'esercito e alla marina e alle loro famiglie (a queste solo il 50 per cento di riduzione) quando viaggiano per comodo personale, fu dibattuta fra gli oneri e i diritti contrattu:1li, e fu 11:1turalmenrescon– tata dalle Società ferroviarie sui benefizi che il traf– fico ferroviario avrebbe procacciato allo Stato. Se quelle riduzioni non fossero stare sdpulare maggior.i benefizi in danaro sarebbero naturalmente ,·enuti ogni anno nelle casse del Tesoro. Lo Stato rinunziò :1 una p:irte dei suoi benefizi per farli godere ai Ministeri della guerra e della marina e alle persone apparte– nenti a questi Ministeri qu:mdo esse viaggino pèr comodo individuale. Perciò si dovd porre in conto delle spese militari la perdit:1 che il Tesoro ha voluto fare· sui benefizi ferroviari per farne godere invece i bilanci militaristi e le persone dipendenti da quéi . 'v[inisteri. Fano un calcolo :1pprossimari,·o, ma assai credibile, in relazione soltanto :1i Yiaggi compiuti dal pcrso– son:tle in un :111110, il benefizio cui lo Stato ;tpp:trisce abbia rinunziato ogni :111110 per questo titolo (.; di lire r, 500,000. li benefizio rinunziato a fa,·orc dell'esercito e della marina sui trasporti di cose deve pure esser note– \·ok, ma 11011 fu possibile per ora stabilirne la entit:'t sui dati che si possiedono; come non ci fu possibile determinare con discreta approssimazione con quanr:1 rara delle son·enzioni \·iene compensata la Naviga• zione generale ltalian:t per an:tloghi benefìzi di ridu– zione di prezzo sul pass:1.ggio per mare, concessi al Ministero della guerra e della marina, sia per le per– sone dei militari e loro famiglie che viaggiano per servizio e per comodo personale sui piroscafi di quella Società, sia pel trasporto di materiali, ecc. Riepilogando le somme spese pel militarismo dai dicasteri ci\·ili sovranorari si avr:\: Somme spese dal Min. dell' int. L. dal Min. di agr., ecc. )> perdute dal Min. del res. " Insieme .. L. alle quali aggiungendo le somme spese secondo i bilanci delb guerra e ma– rina e degli esteri, e secondo il ren- 1,480,000 300,000 1,500,000 3,280,000 diconto consunti,·o del Patrimonio in L. 5 I 6,+90,000 Le somme annuali impiegare dallo Stato nel militarismo sono . L. 5 r 9,770,000 (Continua). Sylva Viviani. QUESTIONE SOCIALE 1,; P1IRTITO SOCIA LISTA IN SICILIA. Le cause del presente disagio della Sicilia si rice1·– cano comunemente nella annessione cli essa all'Italia in seguito alla rivoluzione monarchico-borghese del 1860. Se ~i è costretti da una parte a riconoscere che la Si– cilia nel 1860 era un paese povero, si ammette d'altra parte che es~a durante il Medio Evo avc,·a accumulato molti risparmi, aveva una grande massa di beni collet– tivi, e che, tranne l'istruzione e l'educazione pubblica, essa possedeva tutti gli clementi per una feconda tra– sfonnazione. Il Nitti nella sua opera L' Jta/ia nli'nlba del secolo xx mentre, contro l'opinione comune, ammette che il Mez– zogiorno nel 1 860 era un paese povero, enumera così le condizioni di superiorità in cui si trovava il regno delle Due Sicilie di fronte agli altri Stati nel momento dell'annessione: 1° Le imposte erano inferiori a quelle degli altri Stati; 2° I beni demaniali e i beni ecclesia– stici rappresentavano una ricchezza enorme, e, nel loro insieme, superavano i beni della stessa natura posseduti dagli altri Stati; 3° il debito pubblico tenuissimo, era quattro volte inferiore a <1uellociel Piemonte e di molto inferio1·e a quello della Toscana; 4° Il numero deg-li impiegati, calcolando sulla base delle pensioni nel 1860, era di metà che in To~cana e di quasi metà che nel regno di Sardegna; 5° La quantità di moneta metallica circo– lante, ritirata pili tardi dalla circolazione dello Stato. era in cifra assoluta due volte superiore a quella di tutti gli altri Stati della penisola uniti assieme . E l'annessione essiccava - con l'unificazione del dc~ bito pubblico, ciel sistema tributario, con le spese im– produttive (lista civile, spese militari e via dicendo) col sistema doganale, con le maggiori spese del ì\'01·d - ogni sorgente cli vita civile nel ~ 1 lezzogiorno, condannandolo ad un forzato arresto di sviluppo. E' questa la tesi più in voga oggi, dopo gli studì pazienti del prof. Nitti.

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