Il Socialismo - Anno I - n. 16 - 10 ottobre 1902

b IL SOCIALISMO movimento delle Leghe fra lavoratori della terra, dal 900 in poi, è venuto a far pensare che il Partito socialista può reclutare i suoi militi fra i salariati cosi dell' in– dustria come cieli' agricoltura. Continua ancora il pregiudizio che solla11/o i salariati giornalieri possano costituire il plasma organico del Partito socialista. E si ripete il vecchio clirl,é che gli artigiani. i piccoli proprietari, i mezzadri, i coloni, i piccoli im1>iegati, i piccoli commercianti, ccc .. debbano naturalmènte o costituire il partito repubblicano o ra– dicale. Questo può esser vero là <love questi ceti della pic– cola borghesia assursero a vita e coscienza politica d<::i loro interessi prima che il proletariato si costituisse in partito di classe. Ed allora - poichè ogni progrci-.!;o avvenuto è un ostacolo ai progressi avvenire - il di• stacco sopravvive e i proletari clell' oHicina o della terra formano il Partito socialista e i ceti piccolo-borghesi formano il Partito repubblicano o radicale. Ma dove questa vita politica della piccola borghesia non si è verificata ed il proletariato è il primo a costi• tuirsi in vitale partito di classe, 11011 vi è alcuna ragione perchè noi dobbiamo spingere la piccola borghesia in• dustriale, commerciale, agricola, intellettuale, a çosti• tuirsi in partito democratico, anzichè attrarla nelle no· stre falangi socialiste. Se a questo si oppones."c la condizione cconomica di questi ceti piccolo•borghcsi. certo sarebbe vano ogni nostro richiamo. Ma siccome questi ceti piccolo-bor– ghesi vivono per 1 / 4 della loro piccola proprietà, ma per 3 / 4 devono vivere del proprio lavoro, cosi essi se non hanno la totalità dei loro interessi economici coin• cidenti col programma socialista, ne hanno però la mag• gior parte. Ed è questa che le spinge fin da ora nelle nostre file. I piccoli proprietari del i\<lonferrato come quelli del· J' Emilia e del Mantovano sono decisamente socialisti e non si sognano nemmeno di costitui!"si in partito radi– cale. Perchè dovremmo noi, nell'Italia meridionale, dire a questa piccola borghesia - che già si volge al Par• tito socialista come al solo che abbia onestà cd energia di propositi - dire ad essa che non deve volgersi a noi, ma formare un partito democratico con le sue forze .. che essa non ha e ha cli mostrato di non avere in 40 anni di vita nazionale? 1·oi crediamo quindi che la nostra tatlica nel!' Italia meridionale debba essere duplice: combattere ogni forma di parassitismo economico (latifondismo), potitfro (clien• tele) ed amminislrnlivo (camorre comunali, nelle Opere pie, ecc.) ed organizzare nel nostro Partito tutti quelli che in tutto (proletari) o in massima parte (piccola bor• ghesia, artigianato, ecc.}· vivono del proprio lavoro e sono dissanguati dal fiscalismo comunale e governati,·o e non aspettano che l'opera redentrice del Partito so• cialista - il solo che nel mare delle loro delusioni abbia la loro fiducia. L'Italia meridionale comincia a vedere elle le spese improduttive del bilancio nazionale sono la ragione de• cisiva della sua anemia economica. E la classe inter– media (industriale ed agricola) già si convince che di fronte alla inevitabilità dell'elevarsi dei lavoratori, ad essa non rimane che rivolgersi contro il Governo e contro il Comune, perchè, nel sistema tributario, si soltcvi110 i puveri e i meno agiati e si aggra-vù10 i ricd,i, e perchè nei bilanci comunali e di Stato si dimi111tisca110 le spese improduttive (interessi del debito pubblico, spese militari, lista civile,ecc.) per riversare al lavoro ed alla produzione nazionale il sollievo tributario e le ri– sorse finanziarie. Giro ne Cosi, è vero, il Partito socialista, oltre la sua opera specifica, .do,Tà compiere anche· l'opera democratica e riformi sta. Ma quando quest'opera sia compiuta in nome e per conto del Partito socialista. non e' è nessun IJericolo di confusionismi e cli degenerazioni. Il pericolo sta solo nel pensiero di quei nostri compagni, che non solo aggiungono olio alla lampada dei partiti affini, dove questi più o meno tisicamente agonizzano, ma vorrebbero anche crearli dove non ci sono! E non basta loro nemmeno l'esperienza dell'ono• revole Sacchi. il quale assiste_ ora - malgrado l'onestù e la bontà delle sue intenzioni - al precoce tramonto od abono del suo partito, che nacc1ue anche dis~razìato, perchè fra i pochi deputati che lo compongono alcuni sono merce avariata o intinta di pece bancaria. ~oi crediamo, im·ecc. che, con un indirizzo socialista ben chiaro, intransigente, col carattere rivoluzionario del nostro Partito, noi a,-remo anche a portare la soma di altri paniti, che non hanno forze a ciò, ma prcparc• remo ed affretteremo. pur facendo così, la nuova ci– viltù umana, in nome e per conto clell' idea socialista. E' que'no che ci proponiamo, ciancio entusiastica ed intera l'opera nostra alla agitazione contro la disoc~ cupazione e il fiscalismo e per la riduzione delle spese improduttive, per cui la mia iniziativa si fuse con quella di Rissolati, e che fu gi;, stabilit;, dal Gruppo parlamentare e dalla direzione del Partito. Enrico Ferri. PROBLEMI SOCIALI I GIUDIZI DI CLASSE J\oi assistiamo nel nostro paese ad uno strano per– ,·enimento di una parte ciel pubblico sopra le questioni che interessano la giustizia. Prima, pochi anni fa, si trattava cli una idolatria fc. ticcia supina, per qualunque responso il più assurdo della giustizia. La giustizia pur troppo, come tutte le cose umane, è esposta a fallire, più forse in Italia che in alcune altre nazioni perchè mal ricompénsata da un lato, asservita, acdnghiata dall'altro, in mille modi, co• stretta come diceva un ministro della giustizia a ren– dere pili spesso favori che sentenze: talchè si vide emanare anche dalle più alte sfere, delle sentenze vera• mente non eque. e basti ricordare quelle con cui si sug• g-cllarono gli stolidi giudizi militari ciel 98, e quelle per cui tanti frodatori di grandi banche furono assolti, e assolti 11011 solo i tristi amministratori cli Napoli, ma condannatine gli accusatori. ecc. Una parola d'ordine era cinta e imposta a tutto il paese, specialmente dalla parte conscr\'atricc. il rispetto supino alla cosa g-iu• dicata. Ouesto feticismo a,·eva almeno un lato buono che pcn~etteva ad una buona pane ciel pubblico di fidare ciecamente in questo strumento di pacificazione. Era come la ragion cli Stato nei paesi dispotici, una ragione almeno di calma se non di felicità e di benessere. - Ma ecço che ora quando per uno strano caso si vedono dare dei giudizi che non sono pili in favpre dei po· tenti finora prepotenti e spadroneggianti, ma in favore proprio di quelli che ne erano più o meno le vittime; ecco che si vede invertirsi l'andazzo. e quelli che prima ci turavano la bocca appena si volesse sospettare della 101·0 giustizia, ecco cominciare a sussurrare dapprima piano piano, fra il si e il no, con l'arte troppo nota di D. Basilio, e poi più spudoratamente ad alta voce fin sulle piazze che la giustizia è ingiusta, che è ora di fi. nirla, che si lascia inAuenzare dal pubblico, ecc., che ha soprattutto dato delle sentenze a cui mancavano, al• cune, o molte, o tutte le prove.

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