Il Socialismo - Anno I - n. 12 - 10 agosto 1902

b 180 IL SOCIALISMO Ora, che uno schiavo sia meno stretto dalle catene è certo un vantaggio; ma a condizione che questo al– lentarsi dei suoi vincoli non lo induca a preoccuparsi soltanto del sollievo presente, perdendo di vista lo scopo finale e decisivo: che è la liberazione da ogni catena. Il proletariato inglese ha avuto notevolmente allentate le sue catene dalle riforme di legislazione sociale, du– rante mezzo secolo : ma non per questo esso è meno schiavo del capitalismo, il quale anzi ne ha fiaccato lo spirito rivoluzionario! * < * Il popolarismo - degenerazione inevitabile dei par– titi popolari _:_non può dunque non fare bancarotta, perchè, ripeto ancora una volta, « le cose contro il loro stato naturale nè vi si adagiano nè durano. » E già ne vediamo le prove: da Firenze a Mantova, da Ravenna a Livorno, eia Alessandria a Genova, eia Mol– fetta a Parma, da Lucera a Siena, da Trani a Cremona, e via via. I partiti popolari possono essere più o meno d'ac– cordo sul terreno politico (e negativo) del rispetto alle pubbliche libertà - e per questo è naturale che se con le loro forze possono andare in Comune o in Parla– mento, noi preferiamo mille volte vedervi dei repubbli– cani e dei democratici, anzichè dei sonniniani o dei clericali. Ma sul terreno positivo degli interessi econo– mici vi è disaccordo irreducibile fra i conservatori della proprietà individuale dei mezzi di produzione e di scam– bio (partito repubblicano e democratico) e i socialisti che vogliono invece arrivare alla proprietà collettiva - solo rimedio radicale contro la miseria, contro lo sfruttamento, contro l'oppressione - e per arrivarvi debbono organizzare, politicamente ed economicamente, la classe lavoratrice, a cui si contrappone - malgrado le parziali divergenze dei diversi suoi ceti - la classe capitalista e proprietaria. E' per questo irreducibile antagonismo fondamentale di interessi, che il partito socialista non può abbando– nare la sua strada della lotta di classe, la sola che, mentre non impedisce - perchè la impone alla classe dominante nel suo stesso interesse - la realizzazione delle riforme e dei vantaggi momentanei, afferma e man– tiene e ravviva l'ideale della nuova umanità. Enrico Ferri. St:tvamo correggendo le bozze cli questo articolo, qutt.ndo :tb– biamo veduto riportato, con pieno e dichi:trato :tsscntimento, dal- 1' Avn11lil (1 agosto) un •buono• articolo dell:t Plebe di Pavia. L' Ava11liI dice: Da alcuni :tnni i soci:tlisti di Pavia sono stretti in alle:mza col partito democratico. Nelle recenti elezioni, per colpa di quesl'ullimo, doverono follare da soli. • L':trticolo riport:tto co– minci:t con queste parole: • L:t vittoria di Pavia è l'effetto della condotta transigente di tre :tnni. • Da questo confronto risulta che, :t p:trer dell' Ava11lil, i socialisti di Pavia avrebbero dovuto conti– nuare :t confondersi col • Partito democr:uico, • m:tlgrndo che aves– sero avuto la forza, come la ebbero, di vincere da soli: e poichè questa forza, :t dir della Plebe, era st:ita raggiunta in virtù della unione col • Partito democratico, • vuol dir che se non fosse st:tto <ptesto a romperla coi socialisti, i socialisti ,wrcbbcro continuato a stare in eterno in quest:t unione, dato che la certezz:l di vincer da soli, non è, :t parer cieli' Avanli !, condizione per fare lotta dì partito. Ma in lxi.se a quali critcrii i socialisti stavano in unione col • 'Partito democratico • ? • L' intransigenz:l. io la comprendo dove esiste un prolet:trh1to numeroso e saldamente orgn.nizzato che s'inspira al\' ideale della soci:tlizzazionedei mezzi di produzione • : o come di=i.volo :tvrà fatto questo proletari:uo a divenrn.re così? Probabilmente con la prop.'l· ganda nettamente e prettamente soci:tlista, alla quale bisognerà ri– nunciare, chi S:l perchè \ inoculn.ndo n.rtifici:tlmente il popofo.rismo nel sangue socin.lista di questo proletn.riato: infatti \:,. Ple~e ha in– C.'lStonato,nel periodo sopr:i., questo inciso: • l'intransigenza io la t ca :11r o comprendo - e non l'approvo sempre, ben s'intende - dove esiste, ecc. • Se però lo scriuorc h:t voluto =i. cccnn:i.re !l i momenti in cui le pubbliche libertà sieno in pericolo, h:1.rn.gione :l non mnmettere per questi momenti In. intf'3nsigcnza; ma ha torto se suppone che noi non siamo di questo p:trere. • Non la comprendo :tssolutamente dove, come a P!l.via,esiste invece in tesi generale l:t piccola borghesi=i.,il piccolo commercio, il bvoro a domicilio. li commerci:tntc e l'artigiano non sentono I' ide:tle: è una gente positi,•a che bada :ti lato pratico; un partito che predichi, sdegnoso di ogni n.lleanza coi partiti borghesi, la lott:1.di cbsse e b socializzazione non avrà fu essa brgo seguito e sostegno. • Do"e si ,,ede che il Partito socialist:1.non è il partito dei l=i.– voratori, m:l è il p:lrlito della piccola borghesia: e, per essere tale, nn.turalmente, non deve • predicn.re • la lolta di classe e la so– ci!l.lizzazione. Tanto vero che, subito dopo, la Plebe, e, in so:wc amplesso piccolo-borghese, \' Ava11li!, hanno questa perb dì nssioma: • l' j. dea/e co11/t1 poco: le riforme conlan mollo. • Eh! Sfido io! Se il Pn.rtito soci=i.listaha da essere il partito della piccola borghesia, )' ide:tle conta poco davvero! Ancoro. una rispost:t a una dom!lnda della Plebe: "E non è opero. essenzialmente socin.list:t e rivoluzionaria spingere i p:trtiti avanzati borghesi a creare le condizioni necessarie e sufficienti per le riforme sod:tliste? • Sì ! Mn.questa funzione di spint:1.non b. si compie stando dentro ai partiti av:mz!l.tiborghesi, e t.'lnlo meno rinunciando a fare del socialismo per avere • largo seguito • fra i commercianti e i pic– coli borghesi. Sarebbe come se uno "olesse far muovere una car– rozzn. stn.ndovi dentro, e spingendola facendo forz..'lsulle p.'lreti interne. • • Dopo di che ci domandi:tmo se la vittoria dei socialisti :1.Pavi:t, che ha suggerjiio alla Plebe • eonsidernzioni - dice l' Avmrli ! - ,•alevoli per llttti i socialisti italiani •• è una vittoria di socialisti, o della piccola borghesia della città. (N. d. R.). PROBLEMI SOCIALI Riforme e Rivoluzione sociale. ' Vi sono poche idee che siano cosi controverse come quella della Rivoluzione. Ciò si deve attribuire in parte alla circostanza che nessuna idea è così contraria agi' in– teressi e ai pregiudizi esistenti quanto questa; ma in parte anche alla circostanza che poche idee sono così ambigue come essa. I processi non si possono cli regola delimitare così rigorosamente come le cose, specie i processi sociali, che sono molto complicati e divengono sempre più com– plessi, quanto più la società progredisce, cioè quanto più complesse divengono le forme della cooperazione degli uomini. Ed ai processi più complicati appartiene quello di una Rivoluzione sociale - cioè di una com– pleta trasformazione delle forme tradizionali della coo– perazione umana. Nessuna maraviglia che questa parola, che ognuno adopera, sia adoperata da ognuno in un senso diverso, e dallo stesso individuo, nei tempi diversi, in diversi sensi. Gli uni v'intendono barricate, incendi di castelli, ghigliottine, massacri, la riunione di tutte le ignominie che si possano immaginare. Altri vorrebbero togliere alla parola ogni aculeo, e non adoperarla se non nel senso di pacifiche trasformazioni, grandi ma impercet– tibili, come per avventura quelle che furono prodotte dalla scoverta cieli'America o dall'invenzione della mac– china a vapore. Tra questi due estremi vi sono ancora svariati gradi intermedi. 1 È una parte dell'opuscolo pubblic.'lto con questo titolo d:1.l Vorwiirls di Berlino, nel giugno scorso, per divulgare le due con– ferenze di propaganda socialista, tenute da K, K=i.utsky,nell'aprile scorso, ad Amsterdam e :l Delft. Dobbin.mo la traduzione all'ottimo comp:tgno P=i.squn.leMarti– gnctti di Benevento, il benemerito trnduttore ed amico di Engels. (N. d. D.).

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