Il Socialismo - Anno I - n. 12 - 10 agosto 1902

IL SOCIALISMO 179 fine del mondo. Li abbiamo avuti sul collo per tanti anni, quando il proletariato era ancora nelle tenebre dcli' incoscienza, e tuttavia abbiamo loro mozzate le unghie; che se anche ritornano (e ritornano cambiati, odorando il vento infido) non disperiamo di ricacciar– neli, anche con le sole forze socialiste, in modo defi– nitivo e per sempre. L'esperienza infatti ci ha dimo– strato che quando e dove si è fatto del socialismo intransigente il nostro Partito ci ha messo più tempo (ed il te1i1po non rispetta ciò che si fa senza di esso), ma ha fatto progressi solidi e meravigliosi, conquistando la fiducia delle masse e le sconfitte iniziali non furono che stimolo alle definitive vittorie. Quando e dove si è fatto invece del popolarismo preoccupandosi solo dei successi immediati, la corsa è stata pii.I rapida, ma poi - siccome non si può rac– cogliere ciò che non si è seminato - il ristagno fu evidente e il proletariato e la magra borghesia han co– minciato a mormorare: i socialisti sono e fanno come gli altri! Rispondo inoltre, che non è male, con un po' cli separazione, rifare il censimento delle forze di ciascun partito popolare. Perchè abbiamo visto, per esempio, a Firenze, a Genova, in Piemonte, nel secondo Manda– mento di Mantova, a Cremona, ecc., che i socialisti sono assai pili, i repubblicani o democratici assai meno di quello che si credeva. In genere, i repubblicani e i democratici hanno lo stato maggiore (capitani e um.– ciali), ma non hanno i soldati i i soldati li hanno i so– cialisti. E allora si vede che in questa famosa unione, i socialisti entrano per due terzi o per tre quarti, e dànno l'olio e la lampada perchè si dica che chi risplende e governa è il lucignolo repubblicano o democratico. 1 Che i repubblicani e democratici, avendo i capitani senza i soldati. abbiano interesse ad unirsi con i socia– listi, si comprende ed è umano. Ma se ogni partito deve agire coi proprii e non cogli altrui criteri, si com– prende pure come i socialisti abbiano invece il dovere cli non sagrificare l'avvenire (il solo che valga) ai pìc– coli e momentanei vantaggi del presente. Rispondo, infine, che se anche momentaneamente vincono i conservatori, e i socialisti restano o ritornano minoranza, tutto il male non viene per nuocere. 11 mondo non si cambia dall'oggi al domani ed è bene che qualche sconfitta richiami i socialisti ad una mag– giore combattività ed energia di propaganda sistema– tica, per riconquistare la pubblica fiducia e formare delle coscienze socialiste. 2 * * * Ma voi, dunque {ci dicono i compagni riformisti e affinisti), voi non tenete conto dei vantaggi che le ri– forme amministrative o le libertà politiche - assicurate 1 E la separazione dei 1xmiti pupobri non dovrebbe esclu• dere la corlesb dei reciproci mpporti, nè il reciproco rispetto, chè :mzi il ricordo delle b:-.ttaglie insieme comh:-.trnte per b libertà dovrebbe favorire la cordialità dei r:-.pporti; mentre le ingiurie e gli altacchi personali degenerano purtroppo in rancori e violenze, indegne di popoli ci\'ili. Per mio conto, sebbene :mti•popobrist:-. irremovibile, non ho mai i11giuriato nè gli uomini nè le idee degli :-.Itripartiti: chi dice il contrario o mente per suo conto o crede :-.llealtrui menzogne. 2 E' strano, :l questo proposito, che nel Sempre avanti I del 27 luglio (terza pagina), parlando della • tanica marxista, altri• menti delta rivoluzionaria • si dica che essa • è semplice e grande ... cd :-.nche comoda perch! 11011 e' è da far 11imlt; m:i. non è pr :i.ti . cabile, ecc.•. E' e\'idcnte invece che il nostro progrnmm:-.,di continu:i.re :-.n• cora e sempre la propaganda e l'organizt:-.zione intransigente, avrà tuui i difetti fuorchè quello della comodità e del dolce far niente. . La comodità è in\'ecc per i popola.risti, che diventano pili fa. cilmcnte consiglieri o deputati e non h:mno le noie nè i triboli della lotta di classe, non solo predic:-.t:i.,m:i. praticat:l. e ( ,r con l'unione dei partiti popolari - dànno per la ele– vazione del proletariato industriale ed agricolo! Voi ri– petete dunque il vecchio ciicl1é ciel « tanto peggio tanto meglio » e pensate che valga più « per la rivoluzione sociale» un proletari.ato misero e miserabile, anzichè un proletariato meglio nutrito e istruito e addestrato nell'uso delle pubbliche libertà. E continuate a cullarvi nella illusione catastrofica, aspettando « il colpo di bac– chetta che dovrà far emergere d'un balzo, sulle rovine della società individualista, vivo, tangibile, meraviglio– samente compiuto e perfetto - il Socialismo. » { Tempo, 26 luglio). Ora, il supporre e far credere che noi stiamo guar– dandoci l'ombelico, ripetendo le formule mistiche e aspettando il colpo di bacchetta, questo può far co– modo, per vincere nelle polemiche, ai compagni rifor– misti. Ma nessuno dei rivoluzionari o intransigenti so– miglia a questo ritratto di maniera. Sappiamo anche noi che la storia procede per gradi - pur non dimenti– cando che la geologia delle formazioni lente e millenarie, non esclude le eruzioni vulcaniche. Ma noi diciamo che il propulsore più energico della storia civile è appunto lo spirito rivoluzionario, l'organizzazione cli classe, per– chè sprona i dominanti a concedere riforme, per pro– lungare il loro monopolio; mentre il quietismo rifor– mista, pure illudendosi di ottenere di più, fiacca le energie conquistatrici e perciò piace tanto cli pii.I ai ... dominanti. Ma guardate i giornali borghesi : per essi noi siamo degli appestati o dei ciarlatani o degli utopisti. Voi, voi, riformisti, siete i ragionevoli, i sinceri, gli uomini cli senno! Ora se i borghesi vi lodano e vi lisciano, vuol dire che voi, senza volerlo, fate ... i loro interessi pii.I che quelli del proletariato. E quanto al proletariato più o meno misero, io penso che nè l'una nè l'altra cli queste affermazioni rap– presenti tutto il vero. Certo, l'eccessiva e cronica mi– seria dà piuttosto - sul fondo tenebroso del servilismo incosciente - gli scoppi violenti ma sterili del malcon– tento, anzichè l'opera cosciente e metodica dell'orga– nizzazione di classe. Ma è anche certo che la preoc– cupazione eccessiva dei vantaggi materiali e momen– tanei, porta il proletariato alla degenerazione grassosa ciel trade1111ionismo inglese, che pur di avere qualche vantaggio immediato, dimentica ogni ideale lontano e appoggia indifferentemente liberali o conservatori a se– conda che gli promettano maggiori o pili solleciti van– taggi. Vediamo dunque di non esagerare. li rispetto delle pubbliche libertà, le riforme, i van– taggi parziali, le conquiste momentanee sono utili ed elevano, col tenore cli vita, la forza morale e politica dei lavoratori. Ma esse possono ·realizzarsi anche senza l'aiuto dei popolari, quando, col metodo rivoluzionario, si facciano e si organizzino delle coscienze socialiste. Perchè poi è una sciocca storiella, che i socialisti in– transigenti si facciano applaudire nei comizi soltanto gargarizzandosi con vuote frasi e coprendo con esse la loro mancanza di studi e di ricerche positive. Perchè le questioni tributarie e le riforme municipali e l'ana– tomia dei bilanci si trovano anche nei discorsi parla– mentari ed extra-parlamentari dei socialisti intransigenti, e sono il plasma della loro propaganda, vivificato però dagli ideali inesorabili e indimenticabili del Socialismo. Ed è questo che li distingue dai riformisti. Perchè se le riforme e i vantaggi del presente diventassero la preoccupazione esclusiva e quasi l'ossessione di ogni giorno e di ogni atto del partito, questo finirebbe per perdere ogni spirito rivoluzionario, per diventare una placida ed utilitaria democrazia operaia, la quale paghe– rebbe poi, a caro prezzo, i magri vantaggi del presente, perdendo ogni energia di emancipazione finale. Le riforme allentano le catene, ma non le spezzano.

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