Il Socialismo - Anno I - n. 9 - 25 giugno 1902

IL SOCIALISMO 133 di condizioni economiche e fisiche cosi straordinariamente diverse. ì\'la, ·come 1·egola generale, i centri di Socia– lismo negli Stati orientali e centrali esistono soltanto in quei Juoghj dove e' è s-.i:iluppo della grande industria. ì\la nell'Occidente tanto le città che le campagne-sono travagliate da uno spostamento di interessi che le rende specialmente capaci cli intendere l'agitazione socialista. La qucstioùe che ora comincia ad oqçupare il Par– tito socialista in America è quella del metodo per meglio unire questi due elementi (industriale ed agricolo)•in una organizzazione intelligente e conscia dello spirito di classe. Quando ci si ricorda che gli operai della città sono in grande maggioranza di nascita o di discendenza europea, mentre i contadini occidentali contano nei loro ranghi quasi esclusivamente un contingente cli americani, e quando si coordina questo fatto con le differenze indu– striali, geografiche, e storiche, che bisogna riconciliare da paese a paese, si vedrà che il 'lavoro che urge sui socialisti americani è tutt'altro che leggero. · r A. M. Simons (Direttore della f11ttr11atio11alSocialist Ntvitw di Chicago). U11a forma moderna cli brigantaggio " Il giornalismo .,. ' Le riviste che si occupano ciel mondo dei ricchi dànno sempre ottimi risultati finanziari al loro direttore o proprietario. Una di queste, che mentre scriviamo è pur sempre fiorente, ha trovato un modo curioso di spremere il denaro ai lettori, e - specialmente - alle lettrici. Il suo direttore - che fa, oltre alla professione del giornalist~, analfabeta, anche quella clibel giovane- pub– blica le macchiette delle nobili signore e delle dame più in voga, le adula nelle lucide pagine della sua rivista, ne stampa le fotografie, parla dei loro salotti, dei loro ri– cevimenti e si introduce così, come il famoso asinello di Filippo il Macedone (il paragOne è proprio calzante) nelle fortezze nemiche. Egli reca sulle sue spalle, in– vece dell'oro macedone, la Ì°tIBingacarezzevole dei suoi articoli, e le ricche signore, un po' attratte dai superbi baffi alla D' Artagnan del giovane eroe, un po' ubbria– cate clall' incenso che si leva dai turiboli della elegante rivista, cedono - anche se son vecchie - al sorriso del nuovo Don Giovanni e intrecciano cqn lui ro– manzi e novelle d' amore degne ciel ca11to di Lord Byron. Lo scopo del nostro amico - però - non è ancora raggiunto: l'aver legato a sè qualche nobile e ricca donna non costituisce, per lui, che il prologo. Un giorno o l'altro,. come l' Atplwnse del Dumas, egli bussa, non più al cuore, ma al portamonete della Dulcinea, e Si dice che mai egli trovò falso quel proverbio: Bussa e li sarà aperto. La dama, dopo avere aperto il cuore, apre il portamonete, e allora vedete il manipolatore di articoli - cli giornali e riviste - superbo e tronfio come un galletto, battere i marciapiedi della città, ele– gantissimo, inguantato, inipomatato, lucidato come una scarpa di coppale. Egli ha trovato la sua cartella di ren– dita nei suoi articoli. Non se ne serve, come abbiamo vi– sto accadere in altri casi, per esercitare ricatti sulle persone delle quali parlano o potrebbero parlare le co~ !onne del giornale, ma sol,tanto per attrarre le nobili e ricche dame, onde sedurle, legarle con aurei lacci d'amore, e poi spillare da esse - come un abile mani– polatore spilla da una preziosa anfora il liquore ine– briante - denari e favori. Si disse che le donne brutte non hanno sesso; il nostro eroe, però, ..non è di que.: sto parere. Hanno sesso .anche le donne bruùe, purchè abbiano denaro. 1 V. Socialismo, n. VIII, 10 giugno. te G1 o B1a co Nella nostra civiltà decadente, se la virtù non è sempre perseguitata, il vizio - invece - è sem1)rc compensato, e per questo il nostro giornalista intrapren– dente, nei suoi viaggi di andata e ritorno tra l'alcova, la cassaforte e la tipografia del giornale, trovò chi pensò a insignirlo - per meriti lei/erari (sic) - di una onorificenza cavalleresca. Cosi fu che l\•lonsieur Alphonsc fu fatto cavaliere. Fu detto assai giustamente che per entrare nel cuore umano non basta una sola chiave, ma ce ne vogliono invece molte e diverse. Questo è appunto il caso di questi .giornalisti, tanto amati dalle ricche signore e tanto padroni dei cuori femminili. Sol– tanto, essi cominciano a disserrare con le chiavi per entrare nel cuore e finiscono _ad adoprare il grimal-_ dello per entrare.. nel portamonete. * * * · Uno scrittore francese - con quel sottile spirito di cui sono tanto ricchi i nostri fratelli d 1 oltre Alpe - scrisse che gli affari sono... il danaro degli alt-ri. E quando si considerano gli affari ciel mondo giornali– stico si vede che mai defini,done fu più esatta e più veritiera, malgrado il noto aforisma di quel giurista ro– mano, che credeva errata qualsiasi definizione. li giornalista criminale è un uomo che vive conti– nuamente sul chi va là per cercare se gli affan: pas– sano a tiro del suo fucile. Gli affari sono dì vario ge– nere. Se il giornalista-cacciatore è ;ninisteriale, gli af– fari sono gli• incarichi pill o meno illustri che i varii ministri gli possono· concedere, previo pagamento di qualche migliaio di lire sul capitolo X del bilancio, o il s8ccheggio di una somma stanziata per qualche ne– gozio all'estero, dove il bravo giornalista è mandato come rappresentante, o negoziatore 1 • ma soprattutto come ... mangiatore. Se il nuovo Nemrocl non è ministeriale, l'affare consiste nel diventarlo, vale a dir.e ;1el tuffare le mani nella cassa del Palazzo dcli' Interno; altre ·volte il cac– ciatore si co1itenta di mettere nella bisaccia una certa somma che il Ministero gli dà per non toccare certi tasti, Padronissimo il giornale di tingere cli rosso fuoco tutte le sue pagine, cli attaccare Tizio, Caio, Mario, e magari di punzecchiare le istituzioni ; ma - p'er carità - non tocchi il tale argot'nento o la tale persona, e riceverà, ad ogni fin"e di mese la brava indennità. Cosi certi giornali, che fanno più insistentemente la/ronda e l'opposizione, sono pagati.. dal Ministero. E' un affare come un altro. Un altro affare prèzioso è quello che si basa su un ·altro proverbio : z"l Silenzio è d 1 oro, e che è special– mente esercitato da quei giornalisti che hanno una certa autorità e che incutono - come i grandi delin– quenti - un certo spavento per la facilità con cui ma– neggiano la penna e per la notorietà che circonda lo psei.1clonimo con cui firmano i loro articoli. L'affare è assai semplice: l'articolista si occupa quasi ogni set– timana del fatto o della persona, che nel breve ciclo dei sette giorni. ha attirato la generale attenzione: qualche volta questa attenzione è tutt'altro che benevola, e al– lora l'articolista, che maneggia la penna con 1a mede– sima e meravigliosa abilità con cui altri maneggia il gri– maldello, potrebbe accendere una scoppiettante giran– dola di fuochi d'artificio dalle colonne del giornale a danno cli quel messere. Ma l'affare spunta all'orizzonte. Il celebre articolista fa sapere alla parte interessata che - per quella settimana - egli non parlerà del fatto scottante, e sceglierà altrove ilsuo tema, purchè ... ecc. ecc. L'individuo accetta, paga.. e l'atticolista si chiude in dignitoso silenzio. Per questo abbiamo detto che, per questi signori il silenzio è" d'oro, il che equivale a ciò che un fine osservatore degli uomini diceva: certi gior– nalisti guadagnano di più per gli articoli che non seri-

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