Il Socialismo - Anno I - n. 7 - 25 maggio 1902

106 IL SOCIALISMO Ma il metodo rivoluzionario è il solo che crei e raf– fermi l'irrevocabilè energia propulsiva di ogni progresso sociale i cd è il solo metodo che, in Italia come altrove, sotto le frustate dell'esperienza, ben più persuasive delle nosfre polcmid1c, finirà per trionfare nel comune con– senso del proletariato socialista. Enrico Ferri. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE Le el~zio11i politiche i11 Fr.1110ia. P:i.rigi, r 7 m:,ggio. li risultato delle elezioni generali, dal punt~ cli vista socialista, non è tale da accendere d'entusiasmo, nè da scoraggiare. E', insomma, una battaglia dalla quale il nostro partito esce senza notevole accrescimento, ma :1.nchc sen?.a diminuzione cli forze. Non bisogna mera,·igliarsene. Lo stato caotico, ca– gionato cl:lll'avvenlo di J\lillerand al ministero non po– teva a meno d'intralciare la nostra propaganda. 1 D 1 altra parte, l'assalto furioso che le fon:e reazio– narie coatiz;,.ate hanno mosso alla democrazia repub– blicana, rendeva molto difficile l':17.ione propriamente socialista, la propaganda di classe che de\·e caratteriz– zare gli sforzi del Partito socialista. Di\·eniva difficile il porre la. questione su di un terreno puramente eco– nomico, allorquando una lotta soprattutto politica ap– passionava profondamente la mrissa del corpo elettorale. Tutti gli antichi partiti della reazione, orlca.nisti, bonapartisti e clericali ultramontani, da diversi anni si sono coalizzati con elemeJUi diversi di demagogia cllauviue (patriottarda) come i radicali anti-drcyfusiani del genere Cavaignac o Alphonse l-lumbert e gli antichi bulangisti come Rochefort, Ernest Roche, Paulin Méry. E bisogna anche aggiungervi un certo numero di re– pubblic:rni borghesi, molto antisocialisti, quali i rcd_attori del giornale la Libcrlé. Quest'amalga1na, abbastanza eterogeneo, l1a formato i! partito nazionalista. Giornali ricchissimi e a tiratura altissima di centinaia di migliaia di copie. come L'l.:,.èlio dc Paris, Le Petitjournal, L'Eclair, La Libre Parole, L 1 /11tra11sigea11I, Ln Patrie, Ln Presse, sono tutti in mano dei nazionalisti. Essi hanno potuto inOltrc con– t:ue sulla tacita complicità del partito repubblicano detto « progressista », ciel quale è capo il ~léline, e sui principali organi parigini, La République e iljo11r11al des Débals. Grazie soprattutto alla mancanza di energia dei repubblicani borghesi e anche cli un certo numero di socialisti, l 1 afTare Dreyfus aveva servito meraviglio– samente agli sforzi di questa coalizione. La corrente cli demagogia c/muvine, che si trovava pure 'nelle classi dell'alta e della bassa borghesia - corrente di rea– zione antisocialista-· prese un'estensione formidabile. e le elezioni municipali del 1900 rivelarono tutta la sua forza. Un'organizzazione attivissima era stata formata du– rante il corso dell'affare Dreyfus: ed è la« Lega della pa– tria francese», presieduta da due membri dcli' Accademia francese, il critico letterario Giulio Lemaitre e il poeta Francesco Coppée. li primo di questi due uomini, soprattutto, concepì presto il disegno cli fare della Lega una \·asta organiz1.-azione elettorale nella quale si sareb– bero concentrati tutti gli sforzi della multicolore rea– zione contro la repubblica. La legge che il Governo di \Valdeck-Rousseau aveva fatto votare contro le Con– gregazioni, permetteva ai nazionalisti di contare sull'ap– poggio dei clericali. Questo appoggio non :weva mai 1 \.cdi In t:9rrispondcnza precedente di 1.ouguet, nel Soria/is1110 del 10 m:-1ggio. ca fatto loro difetto, ma i clericali moltiplicarono più che mai i loro sforzi per dare, nel 1902, il potere alla coali– zione « antiministcriale. » Tutta la questione effettiva• mente, dichiarava jules Lemailre, era cli sapere se si fosse pro o contro il J\linistero \Valdeck-Rousseau; ma con questo i reazionari volevano dire pro o contro la Repubblica, poichè non esitarono a contare come « mi– nisteriali » dei socialisti come i\larccl Sembat, di cui l'indipendenza verso il i\linistero attuale era assoluta– mente incontestabile. Accompagnato da C:l\·aignac, dal generale i\lercier e da personaggi cli minore importanza, Jules Lemaitre percorse per di\·crsi mesi la Francia con giri che egli modestamente chiamava« trionfali» mentre che le mogli dei principali reazionari militanti, costituite in Comitato delle Signore di Fra11ria, raccoglievano importanti sot– toscrizioni nel mondo della nobiltà possidente e dell'alta borghesia finanziaria e industriale. Come ha scritto Francis de Pres.sensé, « lo sforzo « della rea1.ione non era stato mai cosi grande come « ora; dal 1850-51 e dalla famosa politica della 1'11t' dt• « Poiliers non si era vista una simile agitazione, un tale « appello alla potenza del denaro, una tale mobiliz1.a– « 1.ione degli elementi della nostra « altra società ». « ordinariamente neutri e passi,·i. » Davanti ad una simile coalizione il Socialismo, che non co,isidcra tutti i partiti borghesi come formanti un blocco ren::io11ario, era obbligato di preoccuparsi della « difesa repubblicana» e \'Cramente non ha mancato cli farlo. Non i socialisti ministeriali soli riconosce\'ano la ne– cessità di un'unione col partito cli sinistra contro lal'ea– zione, ma anche i compagni cieli'« Unità socialista rivo– luzionaria», cioè Blaoquisti e Guesdisti, hanno compre~o quello che la situazione esigeva. Ho avuto occasione di criticare in di\'erse crona– che precedenti un certo« impossi6ilismo » dei Guesdisti e· dei Blanquisti. Questo impossibilismo si era spesso manifestato nel modo pii.1 deplorevole. Ho già segna– lata la decisione che i Guesdisti di Bordeaux avevano preso cli mantenersi nel ballottaggio liberi di favorire i più reazionari: nello stesso ordine di idee si .può citare un articolo di Dubreuilh uscito nel P eli! Sou in aprile. nel quale egli dichiarava che i lavoratori doveva.no tenersi a « uguale distanza dalla « Lega della Patria francese » e da quella dei « Diritti dell'uomo »; .c1uest'ultima è un'Associazione senza scopo elettorale, nella quale si trO\'a anche qu:1lche socialista. Per fortuna i militanti dell' « Unità socialista rivoluzionaria » hanno rinunciato a queste assurde esagerazioni; durante la lotta di bal– lottaggio, e quasi dappertutto, la loro attitudine è stata quella che in modo costante il Socialismo prende in tutti i paesi dove costituisce un fattore importante'::nella vita politica. - I ministeriali si sono rallegrati di quello che essi hanno dichiarato essere un'adesione alla loro politica · di compromesse e hanno proclamato I" abbandono da parte elci Guesdisti e dei Blanquisti cli tutta la loro tattica anteriore. Vi è evidentemente molta mala fede dalla parte elci socialisti ministeriali a questo pr9posito: esiste un vero abisso fra la coali1.ione momentanea col partito democratico borghese contro la reazione minacciante, e la partecipazione :11potere centrale della borghesia. Ma i Gueia;disti e i Illanquisti, con le loro dichiarazioni di impossibilismo dettero preS..'la questa interpretazione, e i ministeriali ne hanno approfittato. Se l'indifferenza, dinanzi i partiti ultra-reazionari è una tesi assurçla, occorre cl'altronclc che il Partito•so– cialista sappia mantenersi incessantemente del tutto in– dipendente dai partiti borghesi e che non dimentichi mai Jl idea fondamentale della lotta delle classe. Ora, nel corso di queste elezioni, un certo numero dei nostri candidati, !-.pecie fra i minist.eriali, hanno del tutto cli-

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