Il Socialismo - Anno I - n. 6 - 10 maggio 1902

92 IL SOCIALIS~IO lilitn rontra1·ia alle teorie dei Karodniki. i quali allora <'Crearono di arrestare i nascenti g-crmog-li politici nel– l'ambiente proletario. La contraddizione fra le opinioni e le azioni degli agitatori dell'ambiente borghese era pili evidente ancora. Per la paura dell'ordinamento costitu;;;ionalc incompati– bile. secondo loro, con quello socialista, essi. per uscir dal dilemma. ricorrc\·ano a elci soCismi che non pote– vano convincere i liberali e diminui,·:rno agli occhi loro il prestigio dei rivoluzionari. Ridotti alla disperazione dall'impossibilità di agire nella Russia autocratica, i Naroclniki ricorsero al terro– rismo, ma non riuscirono per ciò alle loro teorie anti– costituzionali. I pubblicisti della 1Vnrod11ai'n Vnlin, dopo aver sognato un Parlamento con una gran mag– gioranza socialista, si fermarono a una teoria secondo la quale i rivoluzionarì, dopo aver rovesciato il Governo dello Zar, dovevano togliere alla borghesia ogni in– fluenza sugli affari pubblici e introdurre l'ordinamento !--Ocialista, favorito in Russia dall'esistenza della pro– prietà collettiva terriera e dallo stato arretrato del ca– pitalismo. Nel 1883 la rivista Libern=io11l'del Lm,oro ebbe a incontrar molti biasimi per parte di costoro, a causa delle sue tendenze a dimostrare: 1° che lo sviluppo del capitalismo non avrebbe potuto allontanare il trionfo dell'ideale sociali:--ta, ma invece gli dovrebbe la sua piena base economica: 2° che non era giusta l':u11itesi fra il Socialismo e la lotta politica. <lacchè ogni lolla di dnsse implirn 1111t1 lo/In polilirn. Ormai fra i rivolu;,;ionari russi domina la tendenza socialista-democratica e la maggior parte ha ripudiato i pregiudizi teorici dei Naroclniki. Purtroppo però i par– tigiani della cosiddetta tendenza cro110111ista vi ricadono talvolta in un modo straordinario. Ormai essi vorreb– bero almeno rimandare il momento dell'agitazione po– litica al più tardi possibile. E' evidente però che, siccome ai proletari mancano i mezzi legali cli difesa, ogni collisione con gli imprcn– dilori costituisce nel medesimo Lempo una collisione col Governo poliziesco, e I' agilazione poliLica diviene meglio che possibile, inevitabile. E' importantissimo per i Socialisti di chiarire ai pro– letari che a un Governo simile non potrà mai essere nffidata la tutela dei loro diritti, e tale schiarimento deve essere fatto ovunque l'arbitrio poliziesco nppoggia lo sfruttamento padronale. L'agitazione politica deve immancabilmente assu– mere forma diversa nei diversi ceti della classe prole– taria, ma invariabile ne rimane la sostanza la quale sta nel chiarire t n11tngo11ismo frn gli interessi del proletn– rinto e quelli del/.'autorrn::in. La diffusione cli questa idea dovrà creare e accrescere la forza della e,·olu;,;ione, e ci darà lt1possibilità di ol/em>rt'dnl C,'m,erno dd!t- ro11- n·ssio11i. I Socialisti di Polonia, m·cndo risolutamente presa la via dell'agitazione politica. il Generale-Governatore cli Varsavia, principe lmerebinsky chiese allo Zar nel I g9s la revisione della legge operaia, considerando che « le leggi sfavorevoli alla classe lavoratrice poi--sonoaumentar la suggestione della propaganda socialista-rivolu;,;iona– ria », e aggiungendo che« è ncll' interesse ciel legislatore di non far differenza fra la Polonia e le regioni più pa– cifiche della Russia interna. » Nel 1897 il Governo credette opportuno di e-edere alle esigenze degli operai circa la diminuzione della giornata di lavoro. Uno dei membri della Commissione per il progetto della legge, Tsrylovitoff, dice: « Se la legge promulgata riesce favorevole al proletariato, il Governo si presenterà agli occhi degli operai come loro difensore e protettore; se no, la legge aumenterà la loro predisposizione alla propaganda antigovernativa. » o 18 CO Lo scopo politico del GO\·erno è e\"idente: quindi. c1uanto pili crescono energiche e insistenti le nostre «sug-gcstioni politiche della classe proletaria», tante piì1 sono le concessioni cui sarà costretto il Go\'erno nell'in– teresse della sua consen·azione. E" ben ceno che le sue concessioni non possono oltrepassare un certo limite, essendo gli interessi del proletariato antagonistici a quelli dell'autocrazia, ma finchè questo limite 11011 sarà rag-– giunto, il Governo seguiterà nella ,·ia delle concessioni, sperando cli far prevalere il prestigio suo sulla pro– paganda ri,·oluzion:1ria. Il Partito socialista non de,·e fermare l'attenzione dei proletari sulle sole prepotenze di cui soffrono essi stessi, ma anche su tutto quello che pesa su tutta la Russia che lavora e che pensa. In questo modo si allargherà l'oriuontc politico del proletariato e si acqui– steranno al nostro Panito num·i e numerosi amici, i quali espanderanno la nostra influenza politica ben al di I:\ della e-lasse lm·oratrice nel senso proprio della parola. Ogni nostro passo in questa direzione aumenterà la simpatia per noi di tutti gli elementi liberali, i quali ci sa• ranno di un appoggio inapprezzabile nella lotta contro l'assolutismo. Mi accw.;cranno forse, dice Plechanoff, cli rinunciare alla lotta cli classe, avvicinando il proletariato alla bor– ghesia; ma ciò che fa soffrir la classe operaia russa non è soltanto il capitalismo; vi contribuisce anche la san– guinosa compressione del suo sviluppo. La consegucn;,;a più dolorosa di questo s,·iluppo insufficiente sta nella mancanza dei diritti politici che ostacola le lotte pro– letarie col capitalismo. !\oi non dobbiamo temer l'a,·– vicinamento nostro all'opposizione borghese. ma dob– biamo stare attenti a non sottometterci alla sua influenza. e a non lasciarci guidare da essa. I partigiani delle tendenze economiche non vogliono che l'ini;,;iativa della lotta politica appartenga al prole– tariato; es~i la ,·orrebbero ini;,;iata dagli clementi bor– ghesi. Questo metodo condurrebbe alla degenerazione dei socialisti in liberali. e il Partito socialista che 11011 aspira al sui<·iclio dc,·e assumere J'ini;,;iati,·a nella lolla politica per raggiungere cosi l'egemonia. Kcl 2" num. di Snrjn G. Plcchanoff cominc-ia il suo articolo trattando dei tumulti universitari. Egli dice che i tumulti studenteschi in Russia prin– cipiarono nell'anno 1861 e da allora in poi non hanno cessato di ripetersi. Gli arresti e gli esili che ne sono la conseguen;,;a inevitabile portano con sè molti dolori agli studenti stessi e alle loro famiglie e al Paese una "gran perdita di forze gio,·ani e oneste. I.a radice del male non sta, come credono taluni, nella mancanza di libertà accademica, ma nell'arbitrio selvaggio che op• prime la Russia intera: e finchè tale arbitrio vi sai·il. la parte migliore della giovent:l studiosa rapprescnterù sempre un elemento di opposizione sociale. Ciò che ,·i è cli nuovo e ciò che ha un significato sociale importantissimo negli ultimi tumulti uni,·ersitarì è l'appoggio che fu dato a loro da parecchie migliaia di operai. Finorn il popolo russo rimaneva indifferente alle aspirazioni della parte più intelligente e avanzata della società, e seguitava a veder nello Zar il padre supremo. Non è che la scomparsa o almeno la diminuzione dell'abisso fra la gente colta e il popolo, che può scuo– tere l'apatia sociale della società russa. Nell'appoggio degli operai agli studenti, Plcchanoff scorge il risveglio della coscienza politica del proleta– riato e il principio della fine dell'assolutismo; ciò che non mancherà cli ripercuotersi sull'Europa intera, perchè lo Zarismo ha sempre fatto la parte di gendarme eu– ropeo.

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