Il Socialismo - Anno I - n. 6 - 10 maggio 1902

88 IL SOCIALISMO della nostra vita parlamentare e la domina al punto da far, tcmporancamcntc, passare in !--econdRlinea pedino la lotta di classe. Non si creda 1:>cròche si trmti di sciocche ideologie borghesi : 110: sono da\'vcro inte– ressi reali quelli che hanno acceso cosi potentemente la passione nazionale in Austria. I.e nazionalità diverse che concorrono a formare l'u– nit:ì dell'impero non hanno raggiunto lo stc~..;o li\·cllo di ci\'iltà. ~lentrc la civiltà dei Tedeschi e degli Ita– liani è all'altezza della nostra era capitalista, ciò non C della ci,·iltà elci popoli sl:wi - degli Czechi, Polacchi, Rutcni e Sloveni. I Tedeschi dispongono della maggiore potenza eco– nomica; gli Slavi hanno la forza numerica. I partiti borghesi della nazionalità slovena, a tardo sviluppo, sono però meglio organizzati che non quelli dei Tede– schi, i quali per natura loro sono cocciuti dottrinari, che si attaccano e difendono le loro singole e partico– lari opinioni, senza costituire una grande unità; era ine– \'itabile perciò che gli Slavi ottenessero la maggioranza in Parlamento. E questa maggioranza è tanto più forte in quanto gli ultramontani tedeschi si mantengono in antagoni– smo rigido coi partiti liberali tedeschi, mentre gli Slavi, clericali e liberali che sieno, vanno d'accordo sopra ogni quistione nazionale. Gli Slavi cercano ora cli valersi della loro maggioranza in Parlamento per colpire il predominio politico ed economico dei Tedeschi. Questi invece cercano di mantenerlo con ogni sforzo e fanno proposte che, se fossero accettate, ritarderebbero il progresso dei popoli sloveni, mantenendo gli istituti universitari e gli uffici pubblici nelle mani della bor– ghesia tedesca. A tali pretese ingiuste gli Sla,·i ne an– tepongono altre ugualmente ingiuste, con le quali mo– strano di non accontentarsi di porre un freno alle esigenze dei Tedeschi, ma ben più di volerli indebolire. Tale antagonismo si esplica più chiaramente in Boemia poichè là i Tedeschi e gli Czechi vivono gli uni accanto agli altri - circa 2 milioni di Tedeschi e 3 milioni di Czechi. Quanto alla potenza economica, questa è in ragione inversa alla forza numerica, benchè fra tutte le na– zioni slave dell'Impero, gli Czechi sieno economica– mente i più progrediti. La Boemia tedesca ha un' in– dustria molto sviluppata e per conseguenza un prole– tariato evoluto e cosciente. La Boemia czeca invece è prevalentemente agricola con numerosa piccola bor– ghesia nelle città. La sua popolazione poi cresce così rapidamente che ogni anno migliaia di Czechi nulla– tenenti passano nel territorio tedesco per scampare la vita come operai industriali. Così i territori di lingue miste offrono le più grandi difficoltà nelle questioni nazionali. Gli Czechi domandano che in tutto il paese lo czeco e il tedesco sieno riconosciuti come lingue ufficiali: Ma questo sarebbe uno svantaggio pei Te– deschi, giacchè essi non hanno alcuna ragione per im– parare lo czeco, il quale non ha che un valore mi– nimo nei rapporti del mondo civile, mentre che la horghesia czeca, anche nei distretti dove non vi sono Tedeschi, fa studiare il tedesco ai suoi figli, perchè per un popolo così piccolo nessuna cultura superiore può acquistarsi senza la conoscenza di una delle lingue principali. Se gli Czechi vincono nella lotta, gli uflici pubblici resteranno in avvenire riservati ai loro figli, che precisamente conoscono le due lingue, e la bor– ghesia tedesca perderà ogni influenza in Boemia. Ri– manendo· invece così le cose come sono, gli Czechi restano ingiustamente danneggiati. Le cose stanno in tal modo, dunque, che il diritto cieli' uno non si può ottenere che col danno dell'altro, e ciò spiega (per la dottrina del determinismo economico) le lotte accanite per le cose più puerili, come, p. es., per gli avvisi al pubblico fatti dalle autorità. o Così la picrola <1uestionc se g-li indirizzi per la cor– rispondenza uflirialc debbano essere se-ritti in tedcsc·o od in czeco ha !-{i:\dato luogo a ,·iolcntc discussioni in Parlamento. Sorge adesso la domanda : sari1 possibile mai cl i po1· fine a <1ucsti dissidi di nazionalitù? Si de,·e rispon– dere affermati\'amcnte. E chi è: chiamato a condurre in porto un'opera così ~ramie e diflicilc altro non l! che il proletariato cosciente. 11 partito socialista è riuscito n formare fra il proletariato austriaco una or– ganizzazione internazionale che non domanda alcuna rinuncia ai caratteri nazionali, permettendo agli aftiliati di fare in ogni questione civile una politica nazionale nel senso migliore della parola, senza venire meno alla solidarietà internazionale. Nei principi di quest'orga– nizzazione tro,·iamo la chiave per ri!-lolvere il problema della nazionalità in Austria. Tale problema ha la sua fonte principale nell'amiquata divisione politica ed in antiche tradizioni storiche, che la nobiltà feudale ha avuto cura cli consen·are. dopo la nuova formazione dell'Impero, appunto per risen·are a sè stessa un'in– fluenza decisi\'a. L'Austria è formata da vecchi regni e ducati, come la Boemia, la Carinzia, il Tirolo, la Carniola, la Galizia, la Dalmazia, ecc. Ognuno di questi paesi godeva di privilegi propri, ed aveva una propria costituzione. Quando fu nuovamente fondato l'lmp~ro. fra il 1860 e il '70, si rispettarono, per un sentimento di deferenza, gli antichi privilegi. i\la anzitutto nell'interesse della nobiltà feudale cui fu lasciata la preponderanza nei piccoli Parlamenti pro– ,·inciali, tutte le tradizioni dei singoli paesi ,·ennero conservate. Invece di dividere l'Impero in territori nazionali. si conservò la vecchia divisione per provincie, dando ad ognuna di queste privilegi speciali e Parlamenti propri. Questi Parlamenti sono i focolai delle discordie cli nazionalità, giacchè quasi tutte le provincie storiche sono abitate da due popoli diversi. Nel Lnndtng di Boemia gli Czcchi sono alle prese coi Tedeschi, in quello di Stiria, i Tedeschi con gli Sloveni, in quello del Tirolo i Tedeschi se la prendono con gli Italiani, nel Parla1nento istriano gli Italiani con gli Sloveni. Se invece della divisione in provincie storiche ne avessimo una secondo i territori linguistici, agli c/,auvinisli bor– ghesi di ogni nazionalità verrebbe a mancare il campo di battaglia, ed il Parlamento dell'Impero avrebbe pace invece di cfo:sicli continui. i quali prendono origine nei Lnndlngen provinciali. Questa trasformazione dcli' Austria è il programma nazionale dei socialisti. L'l sua realizzazione avrà il significato di una ri– voluzione, perchè tutte le istituzioni ,·ecchic e rancide riceveranno il colpo mortale, ed anzitutto lo riceverà la potenza politica della nobiltà feudale, la quale per ragioni che non è qui il caso di esporre, ha basato ttllto il suo predominio politico sui dissidi di nazio– nalità. Coloro che detengono il potere e che paventano na– turalmente qualunque rivoluzione, non sono perciò - benchè riconoscano insopportabile lo stato attuale - in nessun modo favorevoli a trasformare lo Stato nel senso voluto dai socialisti. i\<Jaalla lunga tale risoluzione si impone come l'unica soddisfacente, ed allora la demo– crazia socialista non potrà che ottenere delle grandi vittorie politiche. Infatti già oggi il Governo non rifugge dall'accet– tare alcuni postulati intellettuali dei socialisti, e dall'at– tingere alla ricca fonte delle loro idee. Non si può negare che il ministro von K0rber dimostri ai Socia– listi una certa stima. ·e1 profondo del suo cuore è forse nascosto il desiderio di vedere la democrazia sociale più fortemente rappresentata in Parlamento per fare sì che i rl1011vi11s borghesi, sentendo l'alito della

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