Il Socialismo - Anno I - n. 1 - 25 febbraio 1902

IO IL SOCIALISMO asscgnamenlo sull'aiuto dei borghesi, illudendosi ~ulb hocr,.ifilia dei gr:mdi armatori e noleggiatori! Erano v:1.nce font:\Stichc queste spcr:mzc, ma anche v:m:l e fantastica cm la fiducia nella solidarietà operaia senza un'adcguat:i. prcp:m1.zionc. Non si tmltava qui solamente dei ki.vor:\lori del porto, ma anche dei marinai, nonchè di moltissime ca.tegorie di oper.i.i :l.d· detti ai trasporti. Tutti questi :t\'rebbero sentito un danno gravis– simo dal boicottaggio, che :wrcbbc colpilo anzitutto l'organizzazione ùtlernazioJJo!e dtgli optrni atfdelli ai trasporli. Quest'organizzazione, fondat:i. a l.ondm nel 1887 e riordinata sopm uuo, 1 a lx1.sea P:-t· rigi nel 1900, comprende all'incirc:1 125,000 opemi, ma ess:1 non è :mcora salda abb.'\St:mza da poter resistere ad un cono di inte– ressi quale sarebbe stato generato dal boicottaggio. J Secondo il r,.Hilleril piano non avrebbe mai incontrato la sim– pati!'l del proletariato inglese, che in gran parte è (o cm) favore– vole alla guerrn e anche se non lo fosse sarebbe stato ferito nel suo orgoglio nazionale, cosl da non fare certamente causa comune con gli altri operai. !,'A. esprime la sua soddisfazione, che il piano sia stato abb:mdonato in tempo, senza cagionn.rc grnvi danni al proletn.riato, che non ha :1.ncorn.nè la forza n'.! l'educazione suAi– ciente per condurre a buon fine un'impresa così vasta. 2 l_;n argomento di grande attualità in Germania tratta il deputato Jgna.zio Auer nel suo articolo sul partito socialista nelle sue re– lazioni colle leghe. (Soc. 1Jfo11. cligennaio). Gi? I.da :umi si !-noie rimprovernrc al partito tedesco di disinteressarsi delle leghe, <lifar pass:irc in second:i linea tutto il movimento economico. Questo rim– provero, secondo l' A. sarebbe :iffatto ingiustificato. Ai primi inizi del movimento economico, abolite nel 1868 le leggi restriuive al diritto di coalizione, furono appunto i socialisti che la\'orarono per l'org!'lniz– zazione delle leghe, furono essi che vinsero le grandi antipatie che essa incontrò in una parte del proletariato, ancora pieno di pregiu– dizi rcgion:-tli. L'operaio tedesco ern. allorn tutt'altro che favorevole al nuovo movimento. Al Congresso operaio nazionale di Berlino ( 1 S68) si cominciò bene, con moho entusiasmo e con grnndi cifre di ade– renti, m:-t essi non tardarono a dilcgu:-trsi, lasciando - specialmente dopo la guerra - la pi\1complet:l disorganizzazione. Ed allora furono di nuovo i socialisti che si misero a riordinn.re e stimolare il mo– \'imento, senz:-t che perciò le leghe perdessero della propria auto– n01nia e sottostassero ad imposizioni d:-t parte del partito. Si era :-tllora t:-tnto concordi che, la tattica adolt:-tta dal Governo durante le leggi eccezion!'lli allo scopo di distaccare le leghe del partito poli– tico (accordando un:i. cert!'l libert?I. alle associazioni professionali al patto che esse non avessero cont.1tto coi socialisti) fallì completa– mente. Anzi, appena cadute le leggi eccezionali le leghe, anzichè allontanarsi d:il partito gli mossero il rimprovero di essere da esso quasi dimenticate, incolpandolo in certo modo perciò delle poco flo– ride condizioni della loro resistenza. Si tentò al Congresso nazio- 1 Nell'ottobre dell'anno scorso, prima dell'adesione dei ferrovieri tede· schi, l'organizz:u:io11eomprende\'a le seguenti Leghe: l.a\'or:uori del porto . lngle~i 13,800 Scaricatori di carbone 4,6oo L:woratori del nwrc . l.:woratori del porto . l.a\'oratori del mare Ferrovieri. ÙJ)eraiaddcni ai trasporti . 5,000 Tedeschi 15,933 3,294 Oln11dcsi 2,000 Belgi t.6oo Non•egi 1,200 Fr:111cesi 5,904 15,809 Austriaci 15,000 Svedesi 5,500 Dane~i 5,000 94,640 2 Come, an:ilogam~ntc,snrchbe 1111ella ddlo sciopero ge1urnle, che si fa presto a proclnmnr,icon lo parole, ma che non si potrii.tent:irese non dopo una lunga, ostin:Hapreparniione. perchè 11011 si puòmietereil gra110che 11011 si i:: seminato e coltivato uei mesi precedenti. (N. d. /J.). n:1\e di Coloni:1 di vbbligarc tutti i socialisti a farSi inscrivere in qualche lega, mn. l'ordine del giorno fu respinto cd il tempo diede ragione a coloro, che altribuiv:1.noil rist:lgno nell'organizzazione ope– rnia alla depressione economica, non già ali' indifferenza del pattito. Oggi, dopo un lungo e notevole rialzo nella vita econorr.ic: 1.in Ger– mania, le organizzn.zioni hanno fatto dei progressi enormi ed h!'Lnno inoltre, strad:-t facendo, attirate nuove simpatie. Da certi nuovi amici, ed accarez1.atori degli operai, che nutrono anche una profond:i anti– patia pèr i soci:-tlisti ed il soci:llismo, è stata. lanciat:\ la nuov:\ parola d'ordine dell:t 11eulralilà delle leglle. L' J\ uer si stupisce che t:tle parola abbia potuto essere :tcceltata :tnche da qualche comp:tgno. Cosa si intende per neutralità? Che le leghe siano aperte a tutti gli operai scm~i.distinzione di partito? Queste lo sono e lo furono sempre. Che le leghe siano autonome di fronte al p:lrlito? Anche questo non è un desiderio ma un fotlo. Coloro che propugnano la neutralit?I. mirano a ben altra cosn.: a distaccare cioè le leghe dal partito socialista, a rompere la solida– rietà della classe operaia, perchè in fondo il legame fra partito e lega si basa sul fotto che gli intcres:;i operai non trovano propu– gnatori efficaci in alcun altro partito eccello che nel socin.lista. Chi volesse spezzare tale legame porterebbe un dissidio profondo in tutto il movimento di classe. Non si parli dunque di un'allra neutr:tliù delle leghe, fuoi:idi qucll:1.che abbiamo sempre avma.: le leghe sieno aperte a tutti,1 ma per la difcs..'l.dei loro interessi si rivolgano sempre all'unico p:trtito che interessi prolctn.ri r:i.pprcsenta: al par– tito socialista. Rilc\·iamo anc0ra nello stesso numero un :l.rlicolo di Carlo Legien sulle tariffe concordate fra operai e principali. I.' A. espone come un'esperienza doloros.'l.abbia insegnato agli operai che spesso i benefici di lunghe lotte \'turno perduti :-tll: tprim:1.depressione indu– striale1 che immediatamente si ripercuote sull:t forza e s:tldczz:t del– l'organizi:azione. Diminuito per il capitalista il bisogno della mano d'oper:i, diminuita anche 1:t1emibilitb.dell'organizzazione, non tarda la riduzione del salario, il cui aumento si era ottenuto con wandi sfor.i:i. Ora, l'org:1,nizzai:ione si può, fino ad un certo punto, mettere in con– dizioni di resistere alle oscillazioni del mercato, stabilendo tariffe coi padroni. L'esempio tipico per la Gèrmani!'l ci è fornito dall'orga– nizzazione dei tipogrnfi, che banno stabilito coll'associazione dei padroni una tariffa unica per tutto l'Impero. Tale tariffa che con miglioramenti per gli operai fu rinnovata al ·1° gennaio J902, si fissa sempre per un certo periodo di :1.nni,offrendo ai padroni la sicurezza di non andare incontro a nuove domande di miglioramenti uel periodo stabilito, dando agli operai la gar:-tnzia che i principali stessi manterranno i patti 1 :i.vendo essi tutto l'interesse ad impedire che altri principali facciano lavorare sotto tariffa. Per combattere !' istituzione di tariffe concorclnte fra <•pcraie padroni si è detto che essa suppone un' intes:i. frn i rappresent:mti delle due classi 1 atta ad attutire la coscienza dell'antagonismo esistente fra esse-.Ci pare strano che il Legien non ritenga superfluo il confutare tale tesi, ovvia come è la sua puerilit?I.. I~ evidente che qui non si tratta cli un'assoda– ziom: ibrida fra capitale t lovoro (di cni parlano altri p:irtiti, anche popolari), ma bensl di una tregu:t fra due belligeranti ugu:i.lmcnte forti. Difatti non si hanno tariffe concordate se non dopo lotte :-tcer– rime durate per molti anni. Dovunque, conclude l'A. 1 esistono forti organizzazioni padron:tH cd operaie si deve mirare ad ottenere delle tariffe concordate fra esse. Li. loro istituzione, lungi dal segnare un compromesso, è un'affermazione del diritto del lavoratore di tr:H• tare da p:-tri col capitalista, forte della for.i:a della sua organizz:l• zione. 1 Su (lttestofacciamo le nostre riservecci occuperemoaltre volte,di pro• posito, delln questione :§econvenga più avere in un'as.~ocia1.io11e economica locale o 11:izionnle (lega di mestiere, cooperativa, cameradel lnvoro),un 1111• mero grande di :'ldercntidi ogni colore politico o 110npiuttosto un numero minore ma di uomini uniti nel \'incolo di una sola fede comune,la fede50· -- ~~~

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