La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 12 - 22 marzo 1925

vi cadesse mai, anche se 1a· sfiorava seml_)'I'e,nei momenti di freddezza critica o in quelli di fervore mistico. Poicbè Buona.iuli par voler vivere si, le esperienze, le preoccupw.,ioni fondamentali dello spirito moderno, m.a nell 'almosfera, sotto la salvaguardia della Chiesa: se è il più l.aico Ira i preti, è ceii.ame:nle anche il più prete fra i laici. Ed essendo tale atteggiamento di spirit.c, la formazione estre1na più gcnuinarnente e artisticamente espressa della libertà concessa dalla Chiesa, appunto per questo uomini come 13uonaiuti par non possano ,·ivere fuori della Chiesa. Cercare d'inquadrarlo iu schemi logici è opera d.el tutto inutile: Buon.aiuti vive fra co11tradiz.ioni in cu.i qualunque altro uomo moderno educato laicamente affonderebbe. Come uomo sarebbe un letterato, e come letterato un dile 1 tlante, se llOU fosse prete; se llOll fosse cioè costJ·etto a compiere le proprie esperienze cou serietà, cou coscienza dei valori morali e cou CO-- stanle pagar di persona. Ma in queste sùesse varie esperie117~ qualttnque altro uomo moderno rimarrebbe inchiodato se non fosse ~occorso dalla agilità e dalla incomparabile 1;cchczz.a di sicLU-a Yita spiiituale concessa a un sacerdote cattolico. Come nelle pagine migliori di questo suo ultimo libro, tntta la ,·it..1.di Ernesto Buonaiut.i è un dialogo costante fra lui e la Chiesa, diaJogo io cui a volte la Cliiesa è maten1ameute sollecita , erso il pitì prodigo dei prop<i figli, altre volte e più spesso indispettita e dura fino alla crudeltà. E non si può in.tendere la ,·oce di Buonaiuti se non ascoltandola intonata a questo dialogo: 1;volta verso il mondo della ctùtw-a occidentale essa sarebbe .del tu.tto spersa o inintelligibile. Perchè l' odgiuaJità, il paradosso, la contradizione costante .cli Buonaiuti sorgono da un fatto solo: dall'essere egli uomo intimamente moderno fino alla totale laicità: ma. questo ternpera111ento gli è possibile svolgerlo solo nell'atmosfera antica della Chiesa. La sua persona sta ritta e Yiva solo se possa inquadrarsi, inserirsi in qualunque modo, in un ambiente dove sia auche perseguitata, umiliata, non importa; la libertà della cultura occidentale gli par co1TUttrice ed anarchica e non seria e non vera e non degna alla fine che per lei si spenda una vita. Per tutti i cosidetti modernisti il momento della crisi fu quando ebbero netta coscienza del distacco onnai insanabile nei loro spiriti fra la cultura modem.a e le rigide forme della Chiesa; ma mentre i più fra essi in questa luce di coscienza. compirono la rinuncia ad una fede che si rivelava morta, Buonaiuti invece proprio qui, nella consapevole1.u del dissidio, scopri l'intimo in.sopprimibile bisogno c1i tu1a fede e di una disciplina' quali allo spirito moderno potevano essere imposte solo -dalla Chiesa cattolica. Una fede e una disciplina : il titolo dell'ultimo libro cli Buona-iuti non poteva meglio riassumere tutta la sua vita. Una fede : tutti i dubbi della cultura moderna son stati provati, tntte le tentazioni intese, anche le più radicalmente negative: ma dopo tante esperie=e, che cosa ne rimane se~non possono esser salvate da una fede? ... E una disciplina: si marcia aJl'anarcbia, si precipita nella folle dissoluzione se il pensiero moclerno non soffre a tratti i vigorosi colpi di timone di una gerarchia religiosa organizzata. Ma se fede e àisciplina son proprio qnelle della Chiesa di Roma, perchè allora tanto travaglio cli rinnovamento e di ritrovamento? Il momento drammatico del dubbio risorge qui: con piena legittimità. lo spirito critico ind.aga 1'intimo, la storia di tutto quel che nel mondo della fede è <oncreto e di quanto ne-i rigori della disciplina è ir,ragionevo1ezza di onl.inamenti oltrepassati; e in questa indagine tutto si scalza e si dissolve. Ma a dissolw.ione compiuta, dalle ceneri stesse dell'edificio cbe fu già della fede, risorge potente l'impulso, a una fede e a una disciplina che di.an giustificazione alla stessa distruzione compiuta. Tutto quel che di concrete e spirituale esiste nel mondo, è regno del pensiero: ma a1 tennine di questo regno, tutto si dissolve se non soccone la fede. Ma tutto quel che si crea con una fede è alm-neuto al pensiero cla cui risorge la fe<le con eterna vicenda. Ogni religione .si dissolve nel pensiero, ogni pensiero si annul1a innanzi aila fede : non par di sentire Giovanni Gentile? Solo, per Gentile, l'ascesa riassuntiva al pensiero è sereno anche se travagliato trionfo •- per Buonaiuti l'assunzione alla fede è momento dell'angoscia sterile e deHa dilacerazione. E mentre Gentile, operando per il concretamento del p,-oprio pensiéro in una realtà e in un ambiente senza resistenza, trae largo, troppo largo proti tto di potenza e di onori, Buonaiuti ad ogni più breve formulazione -di idee cozza. contro il secolare organismo della Chiesa da cui è messo al bando con una raffinatezza nelle persecuzioni ch'è senza equivalente oggi fra gli ~mini laici. E nella loti.a, .appunto, contro la tracotama del pens,iero logistico, si svolge l'ultimo atto -della drammatica avventura di Buonaiuti. Og11i l·esiduo di mode:nUsmo è ormai <lel tutto scomparso nel travaglio profondo di una malattia mortale: e d'altra parte, qualunque sia st.ato il diretto ~ntributo di 13tÌona.iuti al modernismo, solo dopo il modernismo egli ha cominciato a svolgere la parte umanamente più viva della propria esperienza. Per rivendicare l'esigenu di m1a fe~e e di una di~c~plina contr~ 1~inva- ::;jone dissolvitrice d.el log1C1Smo, Buonaiutt non ha esitato a gittare quel che in lui era l'ultimo residuo della passata eresia, la fiducia nella storia eh 'egli credeva far stI1.1::lllentoa una rinnoYata convalida della religione. Fra i termini opLA RIVOLUZIONE Lll3ERAL1! posti, cioè, in cui <la anni si svolge la sua vita intima <li prete audaéc, abiltwto a vhcrc fra tutte le contraddizioni, egli si ~ vol1tlo forzare a mantenersi aderenlc a quello che è esigenza di nna fede e cli uua disciplina. Ha fatto La.cere in sè il etilico degli svolgimenti avvenuti J)(;r affissarsi nella volontà di giustificare l'ultimo assetto dello svolgimento religioso esistente; ha affermato si, il pettsiero, ma per farJ.{li sentire: ancora u.ua. volla il limite che deve lasciarsi impon-e dalla fede. E fermo in quest.a volonlà che per lui è quasi innaturale, di rimanere avvinghiato a uno solo dei termini della sua vita intima, Buon.aiuti è giunto fino a forrnulazio11.i e ad atteggiamenti estrema.mente sgradevoli. Ma che importa lutto questo al Saulo Uffizio? Il temperamento rima11e, e taulo più fo11:e risorge la diffidenza, quanto più il lemperamento si piega nella contrizione. E perchè mai allora la Chiesa Jnàùre si i: fa.Lta cosl severa verso il più prodigo dei suoi figli,,oli ? Sarebbe forse entrato anche in lei cosl flessuosa ed umana, qualcosa della dgi<lez~ metallica dello spirito laico? E' difficile dare una ds.posta, .:;opratutto quando sj pensi che nella Chiesa vi è non solo Merry del Val che scomunica, ma anche Gaspani, longanime, benigno. Ce1to, pcrc.hè Buonaiuti potesse impunemente, nel vasto campo della Chiesa, cornpiet'e le p-roprie audaci e,·oluzioni di uomo mode1110salvato dalla lonaca del prete, bisognava eh 'egli non s'affissasse su alcuno degli elementi della propria vita intima: Buonaiuti non (; più Buonaiuti se vuol essere tutto critico o tutto mistico: e da questa totalità più forse che dalle varie combinazioni tacciate d'equivoco sorge lo spettro dell'eresia. E abbandouan<lo lo storicismo, fratello gemello di quel logicismo ch'egli combatte\·a, Buonaiuti assai difficilmente poteva poi penetra.re in un altro edificio speculativo rigidamente logico: più che del tomismo, egli ha fatto delle esortazioni al tomismo. O forse anche appunto perchè la sua av\·entura spiritua1e tendeva a racchiudersi in una forma che pareva costante, il Santo Uffizio par abbia voluto dare maggior serietà all'ultima fase dell'avventura, togliendole di sotto la salvaguardi.a di quella rete della fede per cui chi cade si salva. Strappando di dosso al prde la tonaca che gli dà immunità, la Chiesa. costringe l'uomo ·a compiere ~on. più coraggio e più rischio un'esperienza di cui 'solo dopo il termine si potrà giudicare il v~lore. Nell'ultimo sforzo si è così interiorizzata la disciplina ecclesiastica, che egli potrebbe opera.te attivamente come sacerdote, pur svincolato dalla materialità delle forme sacerdotali. Tutto questo può darsi : e un passo di S. Agostino, opportunissimame'nte citato da Buon.aiuti nel suo ultimo hbro, ~ quasi dare sanzione canonica a questa sua estrema irregç:J;'J.ri-tàdi fronte alla Chiesa. E certo è anche, ìn fine; che questo, fra i momenti della vita di Buonaiuti, è il più arduo e il più bello: quello da cui balenano maggiori possibilità di opere libere fornmlate con quella chiarezza di espressione' che finò ad ora Buonaiuti si è sempre vietata. Questo sarebbe forse il momento in cui egli potrebbe svolgere per dar fonda.mento espresso o tacito alla propria opera di scrittore, quei presupposti del proprio pensiero che fino ad ora si è sempre dato gran cura dd nascondere. Potrebbe: ma assai difficilmente egli lo vorrà. Il momento della scomunica è sempre stato per ~ BuonaiLLti il momento in1 cui si rivela il suo infra.-ngibile· attaccamento alla Chiesa. E ba bisogno della Ch..iesa appunto perchè lo scomunica, lo colpisce, anche ingiustamente : ma così si fa ~etl.tite. Perchè Buonaiuti è prete, irreparabilmente: l'abito talare che è la rivelazione della sn.a debolezza, è anche l 'ulti,111a difesa a cui egli si appoggia per non eSSer portato a compière un'opera di rilorm.atore che è impossibile a chi nell'intimo è figlio e sacerdote della Chiesa cattolica. Quando anche, e può esser domall'i, la più terribile condanna che ancora gli i-e.sta da subìre sia caduta su lui, che cosa sarà dopo? Quali albre punizioni potrà più infliggergli la Chiesa, e come si può vivere se la Chiesa interamente si rende morta. a clù per lei è morto? Appare molto dubbio che Ernesto Buonai u ti possa sopportare questa dop_o : troppo è prete, la libertà in questo vastissimo campo del dopa è cosa che atterrisce chi cosi profonclamente si~ sacerdote, e w.1ica libertà in cui si possa vivere appare quella limitata dai confini della Chiesa: libeità di farsi coudannare. Il momento è di un.a tragicità tUn.allamente toccante, e chi non lo intende dimostra di essere ben schiavo delle proprie forme logiche, vera-. mente alleato inconscio e servo ai padri del Santo Uffizio. Vi è un povero p,1·etesolo a cui autorità ecclesiastiche e idealisti moderni e ortodossi e atei cei·can di strappar la tonaca perchè diventi t.tn uomo come tutti. E il prete si rjbella e lotta perchè non può clivenire un uomo come tutti se quella tonaca è ,la forma e la ragione e la difesa, della sua vita, Può ,darsi che il momento attuale si estenda a tutta la sua esistenza, come può darsi che 13nonaiuti debba far ritorno con totale pentimento· ed umiltà alla sua Chiesa: e I.a seccuda ipotesi è sempre la più probabile. Ma qualunque sia la soluzione, certo è cosa cattiva e teppismo non richiesto aggiungere lo sforw dell.a propria mano a quello delle tante che cei·ca.na strappare a Buonaiuti 1'abito del sacerdote. La sua condi1.ione di uomo solo dovrebbe già bastare a suscitare la nostra generosità, come la pat venza di compagnia che gli sta attorno basta a provocare la nostra pietà. E del re.sto, nulla può <lek--rmina.re 111 noi, viventi nello ''f,irit.o laico, una seria e meditata. con- <L-w.nasopnt Huonalllti. Se lo sforzo per intenclerJo può C5S<..-'1' grave, <:ss-0 vk·nc cornp<.:u.sato poi da u.n arricchim<.-nto de.Ila n<,stra vita cd cspcrien7...a intima. JJalPintender l'avventW"a di Uu,.,11a1utivic.--uela djmostraz.ione <lella imJ_X)Ss.ibilità a vive,· la vita moderna nell'interno della Chi~a: e que:;t.a dim1>strazio11e {! bén nc.-<.-es,.sa,- 1ia se essa sc:rve in qualche modo ad equilibrare la 110Glra comprensione esterna ed estetica della Chiesa. Non basta 63.pere che ck.-ntro di questa tutto è armonia di forme mgide, e non ba.sta nc1nmeno intuire com.e in questa ri~ gide,..7..aI.a vita wnana moderna si raggeli fino a di venire, alla fine, impossibile. Bisogna anche -vedere, intendere per la testimonian2'.a arrecata dallo svolgimento intero di una vita, come tutto queslo avvenga; bisogna intendere ben chiaramente, ad eliminare ogni seduzione, come la vita che si svolge ccl è reale ed umana e, alla sua maniero, libera nell'iutc.-rno della Chiesa, dilegui poi fino a divenire impos6ibile, se l'investa il serio e ,;gido soffio della spirito moderno. Bisogn.a cioi: intendere come fra Chiesa e spirito moderno non vi si.a possibilità di conciliazione e di medi.azione: pena la perdita .dd1-'intima vita dell'uno o clel1'altra se l'uno o l'allra cade ne!Ja lu..singa de-i contatti. o degli accostamenti. E 11011 vi (;; possibilità di contatti, non vi è r;emmcno possibilità di visione dall'uno all'altro di questi due mondi. Quando uoi guardiamo coi nostri occhi la Cbiesa, essi ci pare rigi<la e mar'lnorea.: e ]'esperienza dci preti audaci come Buonaiuti ci dimostra invece quanto vi sia in essa di vivo, di libero, di ac!eguato all'uomo. Pure, se noi ci avviciniamo, tutta questa vita, questa libertà s'irrigidiscono allo stesso modo che la vita moderna, iu cui duramente si plasma una nuova umanità di uomini liberi, appar dissoluzione e folle au.archi.a vista dalla Chiesa. Collocato fra I' u110 ~ l'altro di questi due mondi, con la vol011tà di éreare fra essi una mediazione o di lanciare allarmi da1Puno verso l'altro, Buonaiuti è la testimonfa.117..a estrema della loro inconciliabilità: di qualcosa che è più forte e definiti,·o della stessa inconciliabilità, come di mondi che ormai son troppo lontani per poter provare lo stimolo all' unione, sia pure nella contesa; e cosl, schiacciato fra l'uno e l'altro, lluonaiuti ottiene solo di subìre quanto dell'uno e dell'altro è più 1igido e duro. E s'intende bene ora come la sua opera appare equivoca e con.da.runabile innanzi ai più rigorosi difensori della fede o della laicità. Ma non è collocandosi dal punto di .ista della rigideua che s'intende 1neglio1 e j nostri sistemi di Yalutaz.ione v.anno a.J>Punto riprovati temprandoli a g:(LLdica:rle cose e gli uomini che più prof011- 'daménte sembrano rip.ugnaire ad essi. In ogni atmosfera, anche se malsana. e torrida, dove si svolga wia vita d'uomo e dove restin poi testimonianze cli questa vita, qui è arricchimento. PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settembre, 60 Imminente: FRANCESCO NITTI LA PACE Ai prenota.tori L. 8 Esce contemporaneamente in 17 lingue. Milioni di &Sernplari sa.ranno diffusi in tuU.o il mondo, arriver;anno agli strati più bassi e diffusi della soci.età. E' il libro più import.ante dell'ex presidente. E' necessario che i lettori si affrett,ino a mandarr: prenotazioni e vaglia perchè la prima edizione sarà rapidamente esaurita. 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Oramai che tutto l' edifizio di menzogne è caduto, eh' è entrata nella convinzione di tutti che non vi sono popoli esclusivamente responsabili, ma uo;nini responsabili presso quasi tutti i popoli che si sono aspramente combattuti e che ora sentorw il bisogno di unirsi, venuto è il tempo di usare il linguaggio della verità ,,. (Dalla prefazione). È uscito: Ora, 13uouaiuti è riuscito a vivere in una wna G.R.ET.R.l'iO S.R.ùVE!YllfiI che è l'equivoco e l'impossibilità stessa, l'ha, resa abitabile si.a pure solo per sè, e ci ½scil!, DAI.t PATTO DI 1.iQJIJDnn come ora con questo suo ultimo libro, testimo- • , .._ ~- n.ia.nzà della wnanità di questa sua avventura Altl.iA PACE DI R01VIA per ogni alti-o, forse, impossibile. E allora la stessa irrip,roducibilità d'el suo caso par bellezza, Doaomentldella polltlea ehe non fQ fatta come gli errori e gli equivoci cli cui può essere intess,1ta la sua vita audace appaiono destinati 450 pagine - L. 16 a por meglio in risalto una commossa dolorante umanità. MAX ASCOLI PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settemb!"e,60 Sono usciti : GIUSEPPE GANGALE RlUOhUZIODE PROTESTADTE L. 6 Ir. MALE cArror.rco. - I. Il popolo sacerdotale. - II. Equivoci della politica assoluta. - III. L'illusione giovani I-cattolica. - IV. La crisi dell'a111ticlerica.lismo enciclopedistico. - V. La doppia verità. LA NOSTRA GENERAZIONE PROTESTANTE. - VI. L'idealismo d'anteguerra.. - VII. Il [ennento della guer.ra. - VIII. W-ilsouismo, bolscevis1110, fascismo. - IX. Travaglio morale. LINEE o'UN 1IDEOT.OGTA PROTESTANTE. - X. Idea dell.a stori.a della filosofia. - XI. Idea d'una filosofia calvinista. - XII. Significato del ritorno alle origini. - XIII-. Punti feimi st.tlle eresie. LINF.E D1 UNA PRASSI l'ROTESTANTE. - XIV. La copei·ta del lavoro. - XV. Antipaternalismo. - XVI. Il problema del Sud. - XVII. Democrazia misogallica. - XVIII. La i-eligiol\C borghese. - XlX. Le due paci. SAVERIO MERLINO P'OLI.TICA E MAQIJTRATURA L. 6 Iutrodw.ione. - Ricordi personali. I. - L'indipendew..a della Magistratura. Il. - Eresie gillriclic.he e costituzionali (L'ammonizione e il domicilio coatto. Associazione cli mallatori e associ.azione a delinquere). III. - :Magistratura e classe operaia. IV. - Stati d'asseclio e tribunali militari. V. - La g(ossa questione dei Decreti-Legge. VI. - Bauca, Goven10 e Magistratura. Vll. - Usi ed abusi ue11'amministrazione della giustizia. •VIIl. - CÒlue si fabblicano i processi politici. IX. - La.. giustizia fascista. X. - Se se ne potesse fare a meno. XL - Conclusione. - Che fare? L'introduzione (p. i-LXlLX) studia La. diplomazia italiana nella grande guerra. e contiene i seguenti capitoli: I. La neut.ralità assoluta.. - II. Triplicismo imperialista e triplicismo neutralista. - 1II. L'interventismo di Bissolati. - IV. L'interventismo di San GiuJiano. - V. Dal Libro Verde al Patto di Londra. - VI. Fra Austria e Jugoslavia. - VII. La « nostra » guerra. - VIII. Le nostre responsabilità. La polemica e la impostazione dell'intervento sono così rievocate e studiate a fondo alla luce di documenti ·inediti. Questo libro del SALVEMINI è la prima sto,ria della politica estera italiana dal 1914 ad oggi. Chiunque vorrà corwscere i risultati della critica storica sul pensiero e sull'opera di Sonni=, di Salandra, di Bis sola.Li,ecc., dovrà ricorrervi. Vi S07l/J sfatate le leggende e i luoqhi comuni del nazionalismo. . Tutto il libro poi rappresenta il più serio e il più meditato programmw della politica• estera italiana. Non è solo una valutazwne di fatti del passato, nè una raccolta di profezie: il Salvemini studianto la politica estera ha di fronte il carattere degli italiani, le risorse e i doveri della nazione. La sua è sempre una visione integrale. Il programma di Salvemini fu combattuto con oqni violenza·: ora lo si riconosce e lo si accetta carne il solo serio. Il libro dimostra " che anche il nostro paese può produrre un gruppo di uomini, capaci di resistere per tempo non breve alle minacce dei nemici, alt' abbandono degli amici, alle calunnie dei malvagi, allo scherno degli sciocchi, rimanendo fedeli al culto della verità e alla voce del dovere ».

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