La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 11 - 15 marzo 1925

.: T TI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 HOV. TA D': LLA SETTI Mt I' A LUIGI STURZO dì letteratura ,ÉRO GOBETTI ABBONAMENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estoro L. 30 Sostenitore L. 100 Un numero L. 0,50 C. C. POSTALE PEHmP:oAHTIFASCISTil Abbr ,ò annuo l. IO EBtuo L. 15 Un numero L. 0,50 Chi rloeve un num,e,ro di saggio e non Intende abbonerai l""e&plngo Il giornale, altr-imenti gli continueremo l'invio e dopo un mese provvederemo alle rlecoselone mediante trat:a li, lfpedfv.e frofi(, di p'Jrl(I a ,,.!':nd• ,a'}liadil. 1:tn 1'et11tore (Jr.,l;~t• - ,,.,,.,,,,, Anno IV - N. 11 - 15 Marzo 1925 SO M ll ARI O: G. Doasu: Meridionalismo oppllcoto - (l. DELLA COHTE: Il depulalo meridionale I>·g.: Un reazionario in Spagna [D. Cortés] - E. BARTELL1~1: Discussioni marxiste. F. M. Pn,1.rns1: Note sui pugliesi - p. g.: ~e memorie di Cesana - G. A. c,c,.",: Radetzky - MERIDIONAL_ISMO APPLICATO Ditklo a me, laro Scarfoglio, ed io lo dirò al che loal1i110 il 1/ezzuJ:iOnw; se n.n pere/ii' /aria Duce e provvcdc1<:1110insieme a darvi qualche uscire a .\'Of,oli I - Questa osservazi-0ne mi C<JHosso. Se 11011 è: possibile trovare 11 uomo per gli sente ai chùirire subito il pensiero dd Sagg-fah.1 quc.-.tc ultime Settimane 11 1\h:zziogioruo d'Italia l· clhcnnto improy,·isame::utc cli moda. E' quc.-;lai 1:>erò 1 mia constat.a;,.,ione che non ci 1using-n. Per mio conto scommetterei tutto il mio aYere che lra un mese le conferenze del ministro Giuriati con la deputazione me:t;dionale saranno finite e della qnestione meridiona]c non si parlerà più. Tutta,;a non credo inutile occu.panni di ciò che si è stampato in questa circostan;,_,a per mostra.re. ai lettori quanto siamo distanti da quella corrett.1 impostazione politica del problema che io reputo indispensabile alla res1u·rezione del mio paese. Sarà un saggio di 1nerid1.onalismv applticato che vanà a chia1;re i co'llcctti Jond.1ment.ali della questione. LA POLEMICA SUL TRIANGOLO Cominciamo dalla polemica sul triangolo. Quando si t'- cominciato a parlare sui gi01nali milanesi del progetto Gu.alino-Agnelli-Puricelli per la costruzione di una ferrovia elettrica Mila.no-Torino-GenoYa, Paolo Scarfoglio sul .i/attino e l'on. Presutti sul .W.ondo sono partiti in guerra contro tale progetto in nome dell'Italia meridionale, negletta e disgra.z.iata1 tuttavia bisognosa dei più elementari tne.7~zidi comun.icaZ1one. Anzi Paolo Scarfoglio h::i creduto descrivere quest'Italia negletta come costitttita dai « residm.i se,widiruti di un 1Jasto regno agrario e pa-. trim-cale, nel quale la giustizia fiscale n.011,è giunta che cil1qua-n't'an,ni aif-po-----ZÙ'era~d. atta nel "l'ù>rd, e la cui ec011om.iaè oggi compressa e pa,ra/iozata dal peso di isti/11zi011i troppo gran.di, e di do't·eri che non smw in bilancia collo sgovcrno dl ciii fu, la 1.,ittima. Q1usta Jtalia non sa essere ottimista. QuaHdo le si chiede di partecipare col sacrifizio della sua economia a delle ope,·e di puro fosso, o a.ddirittut'a ad 1ma ironicc& com.petizione italiana colla tecnica di America o di Germ«rn.ia, essa 1sp_onde che s'i sm.ett.a da cos·ì yoracc ed ofjensi-ua mistificazione, e che si fa·ccicrno le s1w strade e i suoi po-rti co-n cn~estasempli:Gità, in luogo d.i numtare anco-ra wn carrozz&ne destinato ad accentrare nel Nord altri ferrovieri ed altre Hii,gfia,;a d.i m.i/A.0-11:i;che si dia wua strada ai suoi contadini, in l1wgo di dare au.t.ostraàe ai 1JOstr-i,aiitOmobilisti. Clt.iede i.11so11imache q-uesta farsa sangu,inosa abbia un termine. L'Italia no-n deve sbalordire 11ess1,no con treni di dtue.- cento chUonietri. all'ora, de~~efwvece, egregio signor Arnaldo, abolire i trend di 1Jen.ti chilometri all'ora clze rappresentano ancora il solo dono dello Statv ali' Italia meridicmale ·• Questa f>furiata Scarlogliesca ha, natura.Jmen-- te, provocato la. risposta cli Arnaldo, il cui spirito u.nitario ba trovato facile e pronta la sistemazioue del dissidio recente in una serie di argomenti tradiz.ionaJi 1 che, appunto per ciò, hanno perduto la loro forza probante. Arnaldo gode di ogni progresso italiano; egli concepisce organicamente l 'Jtalia e non può esaw·ire la sua dsione politica nel regionalismo. Tutte le città italiane sono uguali dinanzi al suo cuore, però non bisogna din1enticare che l'an·enire è in noi. • Percl,~, egregio signor Paolo, 11011 vorrà credere che Id sa/,u.t,edi 1m popolo -venga da sa-uie disposizioni burocratiche anche se per caso la denominazio-ne può chiamarrl-e • pr<rv'Videnze •· La pro-1,,•1Jidenzasta in noi st.essi, 11ella nostra forza, nella e-reazione di opere nu.01.1ee nel migliaramento di quelle già esiste·rtti, nel coorcL~ namenlo d.e-lle energie e nell'ar1110-nia delle sfogole regi0111. • No-i, sia,1110d.i Ro-1na.gna, wna terra che la te11acia, la pazie11za e l' intelligenza de/la razza Ila tra.sformata in •u,na ma.g-n.ifica 1'egìone p1•oduttiva. Ra-ven.na, la città degli esarchi, ha, rip·i·eso wn ritnio di vita che cont1'asta <.:on.l'antico abbandono, c'è stata la forza degli u,mn·iwi che ha do1ninnto gli efrmenti a1Jversari.. Che più 'I No-i non saremmo alieni dal caldeggia-re quel progett-o di istitu,to finanziar-io che s1,l modello di qu.ello per le terre liberate do1Jesseanticiparti fondi per i lavo·ri pubblici del .'1ezzogiorno d'ltali.a. Jfa, inte,1dia11n.Oci,progetti chiari e di interesse massimo,. Argomenti 1 dunque, mutuati dal • Corriere de lia Sera , con sorpresa del nostro Paolo : li ber a iniziativa. contrapposta alle «provvidenze• goYe:rnative, gli interessi generali so11eva.ti contro la dcviazlone degli interessi particola.ri. Era 1 ques-t.31 una lez.ioue che, forse1 Scarfog-lio si aspettava, ed a cui era preparato a 1ispoudere. I « E\ i:nfatli, - egli scrh..,c assolu,tame11 te a.iikoli (il fascismo li ha: <ii no .\rias, Arrigo ton: dre,ti la :ostanza del p,rvblema meridto,urfr. rid.icofo citare la tenada, fa pazienza, l'inte//i- Scr1ric1;, Michele \'ilerl>o, e;t<.:.) ed il .\Iez.;,...ogic.:ruc, « \Ui affermiamo .st:11:;aesita:;ioni du' twll esigenza, e -11iadicendo degli uomini del Nord, in è sl:-111co cli scritti, gli dan.·1110qualche chilome;- $le in realtà iu1.. problema meri..diOnale, m.a esiHe co·ufl'onto deprezzati1Jo co-n gli uo111.in1del Sud. tro 1li doppio binario. un problema itftlia,10 da. risvh.·ere armonicamente. E' assoluta111ente Jatso d1 s1ipP,orre, ad esempio, La ric;post.a era quindJ di rigore e Scarfoglic • Respingiamo sdeg,wsamen.te - e perciò ru ,i ,.;he una officina meta/11,rgica o una raffineria non tarda ad itnbn,cca.da: "..:ogltamu su.scitnrle - quelle forme di e: ctts ~o-- possa prosperare a Reggio Calabria O a Campo- • E' dr111q1wuua parte ciel problema nazioualc sivni s1t argv11u11li rhc tocchi,w il .\lczzogionw • bdsso, qu.ando oltre 20 /ire di trasporto aggra- che simno trattando, e non un.a polemica casw1/e le quali in /cm.do, ScJnti_fiwte di ilutli gli orpelli -vano il p1·ezzo dei nostri prodotti; e quando, da o marginale: è bene fissarlo subilo. Sia·mo di- e le mQ11..tatun:tecniche, hanno- solo il -;,,·atoredi 70 anni, la mancanza del doppio binario s1,lla nanzi nd una grande passione, o ad una grande piagnucolose pitoccherie che ci ~m..ilia11.oe ci of- _\·apol;-Reggio re11de disezttibile il tra,ff;co da Na- ferita •· 1e1u/011c • poli in gii't.. Sa il sigtwr Arnaldo, ad esenipio, E' questa tt111ape11.ura consolante, promessa di • Il .\/e::;,~gionw, con la sua cvmpattezza e che in questo momento si -vende all'asta, per /al- più \"&;ii ori;,.2...outi.J\la si restringe subito: consistenza demografica e morale, col _,;tmso limen.to, u,11.ag·rande Cartiera, impim1tata nella I( l..flsciamo dunque una b1w11a 'VOlta in so/- profondo dell' u11ità ,wzithwle che ri1Jeta, ha già S-ila da -zm industriai-e del Nord 'I E sa elle la fitta. le par-venze scientifiche degli 1e stud4:i • sul Taric ~.:olle sah..•ata /' Jlalia dalla disgregazU:m.e Cartiera fallisce per il ritardo nel/.a costruzione Me;.,zogiorno; lasci.amo le solite mille faccette, e dalla morte. Il suo problema perciò è problema della ferro1Jia Catabro-Luca·na, su,l cwi ser1Ji.zio e studiamo-11.e,o pe1· dir meglio, stu.dfa.ten.e mia italitr110, lii (ui solu:ione ua a beneficio di tuti.o calcola1Ja110gli industriali che l' hamw impian- sala: la faccetta ferro1Jiaria. In 1-ztogodi parlare il p_aesee 11011, solo di una data regione. tata? Se, dunque, da noi cadono anche le ini- /1lturisticame11te di com.-un1icazfrnii co:n l'Oriente, « X un ~..:u.~liamo elemosine che si ri.sol--::ono =iative do~"11te alla tenacia, alla pa-zienza, alla approfondite il mistero pel quale non ~i;i è una sempre i11 stupide beffe. non chiederemo nien.te i11telligenza de.gli u.omin,i del Nord, è chiaro che Xapoli-Bari; il mistero pel quale non si p_uè nè a questo go..•er,10 fo rtr:.:ina nè agli altri cl,e le condizioni di 'Vita e di traffico nel Mezzogiorno spedire wn -:.,agone di ferro da .Yapoli a Cam- ~li su(cederanno nel tempo, pcrchè pen.sUrmo d'Italia, sfidano q·ualsiasi sforzo; ed è chiaro che pobasso (110 chilometri) pe,chè l'esperienza di- che il problem.d dr/ \ft.·==ogionw Ju>n sia solo di occorre costit1i.ire il minimo di c011dizioni su/- most1'(1, elle arri1Ja prima da Sesto, prcriiincia strade o di Oouifiche o meglio ancora di balzelli, ficiente, perchè lo sforzo degli u01nini e del ca- di Jlilm,o; il mistero pel quale, se dobbia-nw ma di a•rmo11ia 11<1=io11ale di unità pitale no-n sia eternamente beffato. spedire i nostri giornali a Taru:nto, preferia·nio Qu~ta. presa di J_X>Sizionedella ri,-bta. parte- • La nostra tesi è, d1rnque, semplice e precisa. farli salire fino a Roma, d01Je tr01J{Itno le coinci- nopea era, pe-rò1 troppo semplicistica per rimaFino a che lo Stato non abbia compiuto il s·uo denze colla linea Adriatica. A-vrete così il filo nere definitiva, ed ecco nel numero '"'ucce::;,si\·o dovere, impiegando, direlt<M11-ente o indi-retta- condu.ito-riJ per comprende1e perchè da noi non ~lario G"rieco affrontare • l1 atteggiamento e: sui 111en,t.e,t1itto il capitale nazi<>na 1le disponibile, si raffini la ba·rbabietol.a, non si estraggano le generis• dell'Italia .\leridionale ne.Ila crisi polipe,y c-rea't'e questo ·minimo d·t condizioni, ogni rès111ee le esse1i,ze, non si sfibri il p_ioppa; per- fica. clie dura i11 lt:alia da un bienni,>• con qu...:- altra, spesa, direttù o indiretta,, rappresenta una chk i11..somm1ano-n si goda 11e11imenoil terzo dei stc parole: ~ ~ - • • _LA+>-4....ù'...c..iJ.a_lL:Ulk.-fÌQ?~i. .i1"t1a. Sat]rff.J del la1Joro u,mano. Questo r• mini che assumono di dirigere giornali italiani e u pro ema. res~r~a~uri,1~,1~,;c.~~~~"-,,~,,f~ 1 ,!,u~· p{i';fJ.fJ.~{(a~,~~--~~:L"t~~-~~ 1 %:_l,!'~h;t,' ' d,}_ 11 . d'~ 11 ~ 0g 1 1a;JP~a.:rt~,e~. 7f~ ~ 11 ~v~-_ _.: ___ J - an.zi, che dico: italiani? giornali nazionali - Tutta vi-a, anche così ristretta 1 la discussione sillcè,ra e costrutti-1:a, non de~e mancare di d(:- 11..onè lecito di sorvolare suJ bila·ncio niorale del- è pericolo:sa ed il buon Arnaldo, doJX> aver detto n:unziarlo, ai meridionali e agli altri. Se dietro- /e pr01J1Jidenze di Stato, in t1itta la 1Jasta Italia, che il Presidente ed il )Jin.istro dei LL. PP. la noslra sorda resistenza, -:.i fosse alcm1d1è Ji nt di servire, col peso della p_ropria eloquenza, « ogni mattina• vog1iono essere informati mi- ~Jolontario, di meditato, di pre~'1denie per il _iuconcent-rmnenti di lu,sso e di spese s1,nt1wrie, nutamente cli quanto si è fatto e si fa in materia tu~o, l'orgoglio sarebbe Logico, e sarebbe Jor::a. che m.ettmt'Z..in una 11,cea,nche piiì gra1Je il de- di opere pubbliche nel 1\ie-.l.zogiornoe che, per- .\fa noi du.biliamo assai che _ come al solit..1, pau,peramento procurato nel resto et' Italia •· ciò, con tali disposizioni di spiriti go,·ernatl\·i pei problemi me-ridi<nz.ali - a11.C.hequi -,n, sia 101 Contro questa sfuriata, promettente inizio di si ha il dovere di aiutare il Governo piuttosto eq1ti1Joco. Ed è che -il .\lezzogiorno sia restat.o uua critica più ampia 1 gli argomenti circa 1a che di polemizzare, soggiunge: apatico e reatti1Jo ~,:erso l'allettamento fascista, libera iniziativa uou potevano àver più presa « Com.pre11do e condi:uido la sua o-pùiio-ne là. principalmente perchè gli m.ancaTan.o i requisiti ed ecco il buon Arnaldo che scop.re ]a sua faccia do-ve afje-nncr che disc1i.te11do il problema meri- politici e le altitudini sociali per seutire il /enopaterna1ista: diana.te ci troviamo di fronte ad « 11.11.a grarnde meno, e per apprezzarlo o rep_e1le1·locon cogni- « Se io a1Jessi trO'Vato lJu.o-moa1Jrei istituita 1,a, passim1e »; 11ego Però di tr01Jarm.i di fronte ad ZTorie di cmisa >. ,·t,b-rica • lettere meridionali » e. giacchè so da una grande ferita. L' ltalia wnitMia, non ha com- Questa de.ficienza, che, secondo il Grieco, spieLei che il « Popolo dJ Italia» è ispirato alfa o pfoto i.n passMo totalmente il s,w d<ruere, ma ga l'insuccesso e.lei partiti politici moderni ecl il dalla -vOl011.tàgO'Ver11ati1.1a,forse le lettere-i11cltie- non si de-ve tVlla so/a, ins 1'-fficie-nza. degli uomini; permanere del personalismo trasformistico, riste non sarebbero p_assate salto silenzio. 11,,faio merzt,·e lJ Italia, nuo,;a sta assol-vend.o il suo c<mi- chiede la maggiore attenzione da parte delle av,•ei volu.to che TL giornalista conoscesse la sto-ria pito. Neni bisogna irrideri a. queS t-O sforzo e, nuoYe gene.I'a.7ioni meridionali se esse -intendono delle t'egioni nieridionali, le l0ro tradiizi01i.i e le ripeto, n.on bisogna rid 1,rlo ad una. sola queSlione sul serio preparare la rinascita del loro paese. loro a.spira1r,ioni nel m011do t1<rbato dai ct>ntem- di traspcn'ti e <ii t-ra,J.S;ti •· Torneremo in seguito su questi concetti. po·ranei; awei '1JOl1,topoi un collega,- che non fa- La polemica è, dunque, finita e Sc:arfoglio non cesse solo del colore ma bensì si in.tendesse di esita a chiamare la ritirata cli ~\ntaldo una vera. L.\ TESI DEI POPOL\lH economia, agricoltura, discutesse di u.s1 Ci1JiciJ e propria fuga. dei tratt•u.ri di proprietà dema·niale, di feudatari, di contratti agr·icolì. E giace/tè ;i Mezzogiorno è com.plesSo nella, s1ta -vitalità spirituale ed ec01w-- mica era necessario che il gio-rnalist(l. c01Loscesse le 1Jirtù marinare dei rivieraschi, la te1iace tra,n.- q tt-illità dei mmi.tarnari e dei pautorì che varn,no « tra pravt, di asfodelo e per le rupi »; bisog11a1Ja conoscere e 1Jalo-rizzare il grande coraggio degli a.gricoltari industriali tipo Pa'Voncelli, la. grandiosità del Ta-voliere delle Puglie, le 1Jirtù e La necessità della irrigazione, i bene/fai dell' im.- pianto id,,-oelettrico della Sila e le comunicazioni con l'oriente, la necessità dei d-0ppi bina·ri, di "Jagoni, di frigoriferi, la ricostruzione americana dei -vigneti ecc. e giacchè sono un partigiano arvrei desiderato che il mio uomo a1Jesse~valorizzato elementi dell' e-ra nuo-va,, a-vesse es01ninato no-n i bilanci dei com..wni ma almeno quelli delle p_1'01Jincie,a-vesse fatto sfat.istiche dei tribuli, seg1u,late le defìc(e11ze ecc., tullo qu,esto avrei desiderato se a(l)essi trovato il giornalista. Nel caso 111:ionon l'ho tro1Jato a-11cora li. • spe·ro che lei vorrà suggerinn.i quaic1te cosa: troverà in me wn.o che lo ascolt.a con deferenza e se i p-robl-em,i, come dice lei, da R01na in giù s1 u.-rtano contro deficienze Jen·ovict-rie e sperequazio-ni di tariffe, la soluzi011e non mi sembra nè im.possibile, nè lontana e neanche utile mi scmbrCI disc1,.Lere a lungo e sul seri.o, P.erchè, egregia sig. Scarfoglio, cc>»me ha sbagliate bersaglio. lo so-no 11,nannniratore del Mezzogiorno e se la parola 1nodesta sembt'atsse eccessi-va s01ro uno studioso del !v[ezzogiorno ». Spirito di remiS6ione 1 umiltà francescana, mescolata ad orgoglio ducesco: tentativo di una presa per· il bavero con un po' cli spirit.o fascista: chi si a1lon.ta.11adal gran fiume, perisce. LA TESI DEL SAGGIATORE Quasi contemporaneamente la nuova rivista partenopea , Il Saggiatore , in.iz.ia le pubblicazioni e pil"omette di recare , il s1w modesto ma fer-v-ido c01,tributo alla ,·imasc-ita delle> spirito unitario, al ri1111o-v0t1nentodel costwnie politico sul pia1io di u.n inflessibile rigore m01-ale, alla riorganizzazione de/I.e forze democratiche della nazi.o-ne,. • Tale opera - d1Ce il manijesto - già co-raggiosamente iniziata dal.la libera sta.11ipae da 111v n,e1·osi gr1<11Pi politici, pulJ essere part;colarmente fecO-nJia nel .\/ezzc>gior,10 d' Jtal;a, o-ve il tessuto più saldo dell'organismo sociale è costituito da una p-iccola borghesia N,rcrle e cittadina, da un ceto medio di professi01iist; coltivatori arti.giaini co-mme1'c1anti, impa·reggiabile per coscienza mo-rale, per viltù di lavo-ro di risparm-io di sacrifici, eleniento sicwro di patriottismo, di aretine, d'i disciplina nella co11ipa'gi11,enazi&n.ale. • Il l11ezzogior-no, elle si è straniato - nella sua generalità - da tutti i tentati1Ji di sov-vertiniento segu.Ui alla g-uerrG, non può m.ancare oggi al cc>mpimentc> di quella fu,izùme di equilibrio e d,i c>rd4nato s11;!1<ppc>,che è nella sua traàizi01ie e nel s1w destino •· Fissato cosi il punto di dsta del e Saggiatore ., l'animo di molti amici fu. preso da non poca amarezza per questo strano tentativo di teorizzare l'immobilità meridionale. Kè il dubbio ftt cli poca ora perchè il numero successivo della rivista recava, a finna di Gherardo :Nla.roue 1 il seguente core.i YO : « Un autorevole armico m,j scrive : - La ri'V'l.st« mi pa,r dorvrebbe riesci-re a toccare co-rde p14.ìin,teressanti e sopra t1,tto suscitare di.sc·ussio-ni su argo11ienti Qua.si contemporaneamente il Popol<l pubblica,·a nn editoriale in cui la tesi popolare, già affennata a1. Con.gresso di Napoli del 1920 1 veniYa 1;afferm:ita. « E' st.ato ripewt( 1 frt'quentcmc11te, e fin tfo/ Congresso di ,1,.:apolidel 1920 i popolati. lo lwn110 p1·ocl.amato altamente, che a.l .ìlezzogi<>rno per la soluzi011c di tutti i suoi problemi basta chi: esse> sia lasciato alla libera azione delle proprie energie senza de1·i<1zio11iartificiose, senza inteppi t~ ~enza interferenze. Q1ui11ilo si parla della respoiisabilità del, g<rverno rispetto al Jlezzogio-r110 e quando p,e-r t~sseci si riferisce a quasi tutti i g<'- -ver11i che si sono succeduti, si ·v1wle afjernwre la colpa di essi di m.1erc subordinato ad i11tert·s•i particolat'istici e personali, i11 1ntimo rappùi ) ton gl.i schemi parlament.aristici dei dive,si ~ 1. binetti, il complesso degli in"teressi meridio-,rni i. facendo u11Gpolitica de~""-iat,.iceo per lo lllt'l/f) di fncomprens10-11e •· Così (., uato il sistema personalistico, legah.1 .d Co11egio uninominale e nemico della prop<.:.rzionaJe, cosi si spiega la reazione delle classi dirigenti italiane al clecentramento amn1i11i:::.trnti,·(,. • PeniSale alla politica doganale, pensate a/fo politica eletto,rale e ved·rete facilmente come la questio-11e del .Hezzogior110 siG ben diversa dal cmito-spese per una Jerro,,-ia, o per 1in porto, ma consi-stG sopratutto ed. anzitutto in 1i.na esigcn.:11 imperi<>sa di giustizia, il conseguimento della quGle vediamo allontanarsi di più con 1tn sisft•- ma che si dice av11icini l'eletto all'elettore, ma s1 tate chr in sostanza; esso- allcnitana il rapprese·nt-ante dalla sua 1'egio-ne e dagU inte-ressi tompl essiv; di essa. « Così 1l problema del 1Uezzogiorno non entra in 1111an-zw-vafase, non fa d,ipe11de-rel'a s·ua soh1zio·11enè da stanziamenti nè da decreti) perc/11\

4G mat1!1'a i-n. u11a cl'-isi spiri.lnale, che sboccl,erà i11 una .,.xil1,vtazione 11.um,a di talli i pYoblem,i e di tu.tle le /01-ze, rnlntacio·11e per la qua/e il passato e I' alfuale prcse1Lte nrn1 potra-11110 certa~nente ri;antare di sten-e dalla pa.rte ait?"rt;a, da quel.la parte cioè ·verso lo q11-0leil ,\lezzvgiol'no tende (011 sforzi spirituali e con, le sue energie eco-110miche a,11elando di 1Jederle libe·re nel lo1'o gioco, 11011 s~tlordinate ad altri interessi clic no·n sia-110 quelli st?<eiln111eni,enecessa1i a 111a,11tenere qu.ella u11ità della 11azio11c clic derue essere garenzia per tu Ili e 11011 prh:negio per pochi•· QUATTRO TESI IN CONTRASTO Sono, dtutque, quattro t.es-i in contrasto, corTlspondenti a ili,·erse mentalità: 1°) La lesi fascista 11011e<:ceùe la visione palen1aJistica, in quanto che parte dal presupposto della deficieuz.a meridionale nel campo delle libere iniz..iativc per post.ulnrc l'azione integrntiYa del go,·erno. Essa coutie11e un rilie,·o critico, iu linea cU p•rima appro~!-im'1zio11e esatlo (deficienza m.ertd?onale) ed un rlmellio politico (fid ucio 11elgo-ven10) diretto al prolungamento della mal.atli~L E' la tesi più antiquata e meuo pericolosa appunto pc.rchè in Yia tU supcrameu1..o. E' inutile quindi occuparsene pii't. - 2°) Di coHLro ad essa la tesi del « ,Wt1lth10 » contiene già qualche eleme111.o di snperamento (sfid11.cia nel go·vcn10 atluO<fe). ).:011 potenclo inYestire tutta la politica cle.llo Stato italiano il giornale pai-tenopeo è costretto ad impicciolire nel teinpo e nello spaY...iola sua critica: è costretto a limitarsi al problema feri-ovia1·io, ig11ora11doquello doganale, fiscale, bancario, elcttora1c, politico, ed a dferire le sue rn.n1pogne ~olo al goven10 di l\1nssolini. Per questi caratteri di limitazione la tesi del .Hatti-no acce.una soltanto ma non esam;sce il pròbema me,1;clionale, n-è p01:e alcuna soluzione cl~ carattere strettamente politico. >on basta dire che le fen"ov:iC del lviezzogioruo marciano a 20 km. nll' ora, n1a occorre d:ire perchè polit:icamente ciò avYiene. In alti; termini ,per'chè lo Stato i.i preoccupi così scarsrunente degli interess~ meridionali. - 3°) Questo puuto viene accennato dalla tesi del, «Saggiatore». La questione mericl-ìom!le.non t tecnica, ma poliLlca: nou è regiotuie ma unitai;a_ E' tutta la politica dello Stato italiano elle è falsa, bisogna, quindi, agire sullo Stato per agire sul :MeZ.o7. giorno. Questo, in sintesi, 11 pensiero del Saggiatore, anche se falsamente laudativo dell' :immobilità meridionale, ed esageratamwk negativo dell' esistenz« della questione. ì'via questo pensiero fondamentale, esatto come prima appross:imazione critica, non ci dice perchè lo Stato italiano non ha mai fatto il suo dovere verso il :Meizogiorno 1 come dobbiamo agire nei suoi riguard:i, sn quali forze politiche dobbiamo fai1 le,-a per' mocLifica1·nela struttw-a, -~-~con~i.J:orme--<11- 0-rga·nfav.. azlone pot!'emo più agevolmente ragginngere il n0-5tro scopo. Cornetta dal G,;eco la celebrnzioue dell'immobilità politica mericli~nale, non. antibolsce\dca 111.,_1. abolscevica e non antifascista m.a.. afascista, 1;mane .a.:-:sohltamente• scoperta l'impostazione politica de]la tesi, che nelle affermazioni del Marone traeva fon.a. da. un tentativo cli conservazione cli quella concezione pseudo-libei'ale, pseudO'-democratica,, pseudo-costituzionale, che contrapponeva la s-ag-gezzadel :Mezzogiorno (la saggezza del ser- ,-ito.se) ai tentati,,; libertari del Nord, La tesi del Sagg-ia.to1·e perciò è un rilievo crjtico senza soluz.ione politica. - 4°) Più precisa è invece la tesi popolare. Anch'essa. co11sicle1'ala questione meri<l:ionale come politica ed unitaria, ma aggiunge che essa è questione di libertà. Lo Stato italiano svolge nel Mezzogiorno una politica di compressione doganale, tributasia e politica dan11osa, Bisogna distruggere la compressione e lasdare le forze meridionali libere di produrre mi- - g-Hori condizioni cli sviluppo. Kel campo p:iù ~lrettamente politico-istituzionale qttesta libertà può esplicarsi nel decentramento amministrativo e neila creatz.,lone della Regi011e, che abituerà i meridionali all'autogoverno e ristabilirà le condizi011i elementari per la giustizia am111i11istrativa. AUTONOl\llSMO E DECENTRAMENTO Siamo così pervenuti sul teneno 1>iù stretta111ente politico della questione. L'affermazione che i 1 problema del Sltd sia politico ed unitario 110n ci s1.1ggerisce però senz.,'altro come contrapporsi all'attuale azione dello Stato italiru10, La stessa po~tulazione della Regi011e contiene UJJ ~aJto1 uJ1 Yuoto as...~i grave, perchè presuppone cYistaJli.zr..ato 11 nuovo stato cli cose, senza per altro descriverci il mede come JY.", rvenird. Eppure risied·e in questo salto la sostanza del _problema. L'avvenire potrà cosi: sme.ntfre il clece:ntramento come realiz.zarlo. )fon è assolutamente <letto che an nuoY0 unita,rismo non possa prodursi in conseguen7.,a di un 'azione meridionalista, e che la giustizia distributiva e la libertà po&5ano essere realizzate attraverso l' ente . R_eo-ione piuttosto che attraverso lo Stato. Anzi, 1n linea di logica pura, e perciò non in linea politicfl, sembrerebbe che i còn1partime11ti stagni tielle Regioni siano destinati a perpetuare le differenze esistenti privandoci a priori del· diritto -<li prospett.c."treco1ne 11a.7.io1uùela nostra questio- 'lle, e quincli di valersi dell'opera dello Stato, Se l'azione dello Stato e dei partiti storici è falsamente unitaria la tendenza politica vittoriosa sem01·erebbe quella 1;volta a creare Fu.ttità sostanziale dopo tanto sgoverno di unità [onuale, Ouùtcli il decentramento, inteso come dottrina politico-istituziol).ale, contiene un vizi~ ~ ori- ~ne, d1e gli nega quella concretezza 1nd1spenLA RIVOLUZIONE LIBERAL~ sabile a<l ugui se1•ia azioue politica, ed appunto, perciò, permette ai partiti ~torici cli postularlo come una via d'uscita. dalla cri.\;1. Prima che il ~fezzogiorno lo chieda vi sono già degli Wltilar1 disposti a co11ced<::rlo. Uuesta wservazione ci co11Yincc:che- il <l<::centramento per c.i;sere duralnro dovl'à L"Ssei-econquistato. Ma con1e1 con quali fon-..e, con quali miti? Ecco, dunque, che il vuoto .si dpre!->enta e bisogna Jinalme1Jte colmarlo. Ora </ttcllo stesso anelito di libertà che spinge aktu1i 1neridiona.li a postulare il decentramento amministrativo come forma istituzionale perfetta per la soluzione del problema, ci suggerisce che la libertà gillt'idica prima cli essere tale è politica, Occorre quindi clìsimpeguarsi dal passato, uegare lo Sta.lo italiano come s' è ,·enuto creando, uegai-e i pa1·titi che vi aderiscono, e porre m1,to110111a111t'llle la propria solLtzio11e.·1,'auLOncmismo politico è, cL1111quela, chiave di volta del problema. Sen'l.a 01·gani politici adeguati tutte le soluzioni istiltt:,jonali e gitLricliche souo prive d:i vita. .\nche se co11cesse1 per ragione di difesa, dai ceti clo111iJ1aut.i,sono paternalistiche. Itn-ece i partiti autollomisti csatuisco110 completamente lo scopo che ,·ogliono raggiungere, perchè, mentre appaiono come gli organi più adatti a negaxe lo Stato storico, e quindi a portare sul terreno del self-gou.:;.;er11.c1J1e11,t le masse meridionali, finora assorbite solta.nto dalla prassi patenta, non si allontanano ~verchiamente dal campo politico per ia,·a.iler'e quello gin.richco e postuJare soltt-· zioni, che per ora debb0110 re.c;taJ"eptu·ameute tencfenziali. Essi, in \"et;tà, sono i soli eredi dello spi.rito del Risorgimento, che considerano incompiuto. Occorrevano settanta anni cli ,·ita. unitaria per distruggere k1.. retorica regia che ha considerato 1' Italia fatta nel 186o, e per mostrairci che l'Italia deve farsi, pritna che al centro, alla pe1iferia.1 prima. che nelle leggi dei goYeruanti nello spirito dei goYernati. I partiti autonomisti, 1uitaudo a colmare _que~ sta lac1u1a sono gli u11ici che postulano la fondamentale unità del popolo italiano contro le dedazioni particolaristiche dello Stato storlco. Sembrerebbe un pa1:aclosso, ma è la vedtà. GUIDO DORSO PIERO 60BETTI - Editar~ TORINO - Uia XX Settembre, 60 lm1ninente: FRANCESCO NITTI LA PACE Ai prenotatori L, 8 Esce contemporaneamente in 17 lingue, Milioni di esemplari saranno diffu&i in tutto il mondo, arriveranno agli strati più bassi e diffusi della ,50cie;tà, E' il libro più importante del!' ex presidente, E' necessario che i lettori si affrettino a mandare prenotazioni e vaglia perché la ,prima edizione sarà rap-idamente esaurita, « E' necessario parlare direttamente ai popoli, mostrare i grandi pericoli che sovrastano la civiltà no•strae la nostra prosperità, parlare alla ragione e parlare al sentimento, Bisogna formare grandi correnti di opinione contro ogni nuovo pericolo di guerra : e perchè quesio nuovo pericolo cessi realmente, bisogna preparare le condizioni della vera pace, lo mi sono proposto di scrivere itn libro diretto sopra tutto alle grandi rn,a,ssedei lavoratori, a coloro che hanno fatto la guerra senza averla voluta; a coloro che non ne hanno ricavato alcun benefìzw e ne hanno avuto tutto il danno; a coloro-che, vincitwi o vinti, sono stati, in ogni paese, v modesti e ig7Wti eroi di questa grande traqedia del- /' Europa, Ho scritto, dopo che ho lasciata ta direzione del governo in Italia, tre libri per gli uarrrvi,nipolitici, Desidero ora scrivere un libro che tutti: possano leggere, un libro diretto al popolo, alle masse popolari, così dei vincitori come dei vinti, Ora1nai che tutto l' edifìzi,o di nienzogne è caduto, eh' è entrata nella convinzione di tutti che non vi sono popoli esclusivamente responsabili, ma uomini responsabili presso quasi tutti i popoli che si sono asprament8 combattuti e che ora sentono il bisogno di unirsi, venuto ~ 11 tempo di usare il linguaggio della verità ,,, (Dalla prefazione), J{ovifà politiche: G, GANGALE RIVOLUZIONE PROTESTANTE L, 6 S, MERLINO POLITICA E MAGISTRATURA L, 6 Psicologia del Deputato Meridionale Chi ,·uole :-;tudiare il i1ez;,..ogior11.oe, non pone cura - intenzionalmc:nte o pc..-1· me:ra. casuaJ-ità a sp1t::gar&i e tesaurizzare 11 significato cd il mòllito che prOmanano dalla perscnalit..à psjcologica, ciel s110 clcputato, la OJJel'a intellettuale im;ufficicnte, dico qua.si improficua. Gli sfugge: colla traM:uranza di esso, la visione poHtica finalistica e sinte:tica cli quell' insieme cli s'Utti ideali e di fatto c:hc nel ~lezzogi.orno abbia creduto saggiare co11 metodo di critica st..oric:a.; il che siguifica, altre&l, ]_)ti vazionc di s-ignific-.itiva controprova del c:01,·clatl\ismo <lel~c manifestazioni psicologico-politiche del Sud. * * * Comune ad ogni contrada del Mez7.,ogiorno è: la ricordanza elettorale del co11cittadino « cc:lcbre .,,, del compirovinci.ale «illustre,, battuto, di fronte ad a,1versa.ri .ritenuti notev?l~c:nte ~r da meno1 nella lotta per accaparrarsi 1 suffragi politici deg1i elettori del collegio uni11.01ninale. Cbi accenna ad una condotta siffatta di preferen:;r...a.1 da parte del meridionale, afienna una cosa spesso astrattamente 11011 falsa, in sede di mera cultura. i\1a il corpo elettorale non si merita le rampogne che gli si pro<liga110 1 per u.1] erroneo processo alle sue intenzioni. Mi ingegnerò a far vedere che chi va saggiando - con dedutti\·ismo psicologico e 11011 con vacua superficialità - jl Comportamento s11cldetto, a queste gratificazioni non può consentire, perchè so11 frutto cli n11 equivoco. A questo punto, val la pena ricor-. dare che - portandoci troppo in là e non riguardando espressamente il nostro tema - qui si concede anche (·il che quasi sem.pre non è) una pregitcdjziale ~ obbiettirn superiorità dell'attitudi,ne politica del,, concittadino, p1-ofessore universitario o gran professionista. 1 od alto bnròcrate, rispetto a quella dell'an·ersario. Al di fuori della parentesi elettorale a siste1na plu.rinominale 1 I' elettore me.i;dionale non 1n-esceglierà il su.o rappresentante in base ad astratti me1;ti culturali, ma in base ad altri criterii, i q,un/i) secondo meJ /mi preferire quel canàida.to che si è espresso, per così clii-e, autcmaticamente, 11eteacco1wunata ·vif,(l dolorosa del « mezzo» merid'ionale. ~on è1 come implicitamente si giudica 1 che il meridionale ubbidisca agli impulsi solidaristici del fanatismo degli iguoranti {il che, non so perchè, molti mei;dio11.ali alfabeti si compiacciouo sinaucbe di aCTreclitare e cli propaganclare)i nella scelta del suo dep11tato. InYece, a s.c-iper peu.ettare lo spirito della preferenza, si ,·ede che la spinta gli viene rlall'q,·'"e.rtii-c ,(p.et fo1:;,,a_ jstinti\·--a o per cousapexolezz.a, poco conta.) che suffragando chi ha per sempre (< vissuto» la su.a vita 1 esprime un su.o simbolo passionale, ed è impeccabilmente coe.reute, nientre, ii volgendosi all1 altro, suffragherebbe u110 che, per seconda ootura, gli è estraneo, e che sovente - per basso calcole - ha la mentalità del feudatario cinico, che VUbl' infeudru·si tutta una ge11te, adattandosi - per la circostanza - anche a cianciare come fratello a fratelli: « Paris 'VG'll,t Die·11 1wc messe )). E che sian parole ipòc1'ite, e non sentimenti veracemente affettivi, lo potrete agevolmente consta.- tare, dall'indomani della hombatura in poi. .. * * * Curiosa. la. psicologia del meridionale. Prima si elegge 11110 deputato, e poi non ci è condotta più cleprechevole di quella che costuj )le'l'Segue, ~uo,·c elezioni: fanatismo pre-elettorale e rabbiose condanne post-elettorali. E così di seguito, sino in fine. Ambedue son çoerenti: l'elettore, nei saoi alti e bassi dedamatorii (intimamente la p-dssione è continua); l'eletto, nel continuare per la via inizialmente trncciatasi. Chi ha orecchie· per sentire 1 nei caffè - tempii delfici della nostra sapienza politica - tutti tuonano come Giove, nel far i Sca11nabue della figur'a mprale del deputato ,neridiona1e. E' spassoso vederli inca,pon,iTSi contro codesta personalità mentale : , pare che pargoleggino, in rinate piccole Arcadie, Sia lecito far loro una d01nanda.: Chi pensano di contrapporre al deputato meridionale, quale esso è stodcame11te, in vista degli interessi ciel Sud, per i quali voglìon mostrare cli esser s.eusibili? Mi1-an0' forne ad un movimento cli ma hu-azione ideale, che deve re.udere le nuove_genera:;r.ioni del Mezzogiorno, attive nella politica italiana..? Niente cli tutto ciò: costoro, poi, so11 quelli che credono messianica.mente al cos-tituzio11alismo tattico del sodalismoi vera « acqua di maggio , pel Mezzogiorno! Pove,-j illusi della me.zzo-C.'1.tltut·paolitica! Già su queste coloune svolsi il concetto della « moralità » politica dei deputato meridionale, in rispetto a quello cle1 Nord, Yon pen,so ripetermi. Qui aggiungo un'altra ossetTazione: jJ per- , sonalismo del Sud si esatuisce in una forma tacitamente contrattuale di presta7ioni e controprestazioni, entTo l'àJnbito geog·rafico elettorale. Lo spettacoloso, im1egabile « personalismo ,. del Nord è, invece, solo. pTeliminare. Fattosi acco1io, si completa nell'exploitation cld Sud, L'affermazione cli pru·tito unitario e nazionale serve a sistemare giu.riclicamente lo sfnittamento. Ora doma.mio ai 1nolti <1-:ilici: che e.osa è meno i mmorale : la teoria. consensuale della prestazione e della controprestazione, o la teoria egoistic:-d dello s[ruttamc-nto? La ri.sposta è - in nocciolo - la mlutazioue della personalità politico-mornle clel c:Leputat,., meridionale, nel pre- ~ent.e amhie:nte storico .. \li par cli concludere: o s-i pon cura per un'.- ·effetti \-a • maturazione di spiriti, 0 è infinitamente meglio trovar quanto dj bello è nell'attualità storica e farsene arma contro gli eventi ostili_ Grc;sEPP.E DELLA Cni<TE NOTE SUI PUGLIESI Il p!Ypolopugliese è crrm:merciante per eccellenza; commerciante /vrtunato, sia pvre, ma intelligente, astutr, finr, al simbolo della « s·carpa grosso"; disc,-nesto, rtuci, e tanto meno tra/fìcante, Dedito per l'im:fflJlsività stesso del suo temperamento, più atla immfdiatezw del baratto che alla cavillos,-to della specvlazione o del lercia ehreismo dell' usura, attaglia meglw cd sWJ 1;iso la smorfìa dello spensierato Briqhetla, anzi che la nern mascherina del vol,qare Pulcinella o il pizzr, interrogativo del mefìstufelico Prmtolow, Mercanteggfo in eneo/i, in olii, in vini, in pesci, in equini, in r,vfoi ,-il fog_rfiànoha le sue « fosse n di grano; il barese, i su9i 11?J1qazzem di carvbbe; il lcccPse le sue lvng!te teorie di santi e di madonne di carta-pesta, E questo popolo mncantP, che, all' apparenza, ama poco la sua coso e la suo terra, e si spinqe nei lidi più lontani, più per l' ardente smania di nuova vita che per l'assillo di un gvadagno sconfìnato, ha la spietata nèmesi tutricP dei suoi nati e dPll' onorP della sua famiglia, che, qvosi con goraene invisibili, lo riconduce, qià vecchio ca,d,ente e con IP ossa rotte dallo « sciabla" americana, nel seno suo, a morirvi dopo arer affidato alle fìqlie sposantisi il tisic,o gnr:::,fJletto, per tanti anni ragranellato, La religione di questo popolo - impenitente bestemm-iatore, più per innato malvezzo che per ()Stentato atavismo di malvagità - è piena di indtqeti numi tvtelari, quasi sem-pre patroni paesoni, e ,7ualche volta familiari, invocati' nei frequent-~ momenti dubbi delta vua, (1wn sem-pre per egoistico pavido timor di rrwrte) con cristiana coscienza iniplorativa o votiva, non col solito tremore dell'accoltellatore napoletano, baciante lo sca,polare di S, GP'Tmaro, prima di provare, sul palm,o -della mano, il fìlo della sua lama omicida, Religione, talvolta anche paradossalme1,te super_sti:ioso, che si ésplica, come per lunga cmn:pressùnv, alle mura dei santuari e nelle solenni /es/P patronali, r Le statue da pO'T'tarsi n {Jiro, quasi se,,,_ pre troppo pesanti per omeri umani, sono contese in una libera concorrenza di offerte in denaro, nelle quali l'ascesi delle cifre è dettata, più che dalla vana pompa di facoltosi, dalla verace votività dei fedeli ; ed esse statue, lungi dall'essere, per il popolo pugliese, mete di quella fatale isterica autoesaltazione sicil-iana o abbruzzese, - tanto bene espressa dal « voto ,, di Miche/ti, - diventa,w centri di brevi, ma intensi ascetismi, di m~'glioranumti psichici, di aspirazioni celesti, F, IVL PUGLIESE PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settembre, 68 È uacito: GAETANO SAllVEf,llfiI DAI.i PATTO DI 1.iONDRA Al.il.tA PACE DI ROJYIA Doeumentidella politiaa ehe non fa fatta 450 pag-ilie - L, 16 - In tema di questione adriatica è studio doonitivo, Il SALVEMINI ha poi scritl-0 una prefazione di un centinai-Odi pagine che traccia per la prima volta la storia della politica estera dell' !Lalia durante la guerra, Indispensabile per vedern; come si è arrivali alla situazione a.ttuale, € uscito il n, 9- del quindicim:rle: IL BI\RETTI SO:).fìWARlO: E. R. Curtius: P.resentazi<me dr S. George - L. Pignato: E. Tho--uez - Lettera ser1Jtùnentate di Pii.ade - E. Elia: Prebecqui01-ia - p. g.· Sollognb - O: Donne - g. d.· Angelùi,i - G. Sciortino: Tend.e-,1.zelet.terarie - Li.bri - A, Ricciru-dj : Perchè il teatro è ma.1-a-to, E' la, rivista che integra nel campo lette1'ario l'opera di « Rivol·uzione Liberale,. Abbonamento 1925: L. IO.

LE MEMORIE La polilica delLlustria, la }(c,taurazirme, e val,a co11ie reazione per educar,, gli italiani 1 1n questi argo/11,e'lltile storie usano comportarsi con tranquillo ollimiwio: e per poco 1w1, fanno nascere il Nisorgimento diretta111e11tPdol ronfronto con i 111etod1dell'Austri" .. 1/a co,werrebbe g11ordare il problema ria buoni laici, piuttosto i_qnoronti di 1,liti e dt Pro1·vide11za della Storia. L'idea che la tirannidi• sia educativa ci repvgna. La tira1111ide.1JeneraLa ribellione ro1,w,ntica o L'11111i/iacioneplebra. Se nel l?isorgimento si Pbbe altro, si Pbbe no1,o,tante la tirannide, per opera di inl'luttabili avvenimenti europei che trascinarono anche il nostro popolo verso La vita 1,wderna. La reacione au,triaca lw ed 11cato Le yeneracwni che 11011 poteva110 rincere nel '48 L'.l 11,tria di Giuseppr Il e i rr borb01iici ave1·ano avuto virtù di educatori: avevano preparato l' esercito 1wpoleo1dro, un'aristocrazia militare, special111entf' merid-ionale citi' r Italia ,wn aceva più i-i,to da secoli. .lla la ;,artP migliore di IJUestoesercito tro1;<Ì la ,,,mie i11 ra1npo o ritornò come straniera ,otto la Restaura:ione. Il tono della cultura italim,o chi' nel ',00 aveva un i-alorr europro f11rori11ato dal disordine degli anni nap,1!,01iici: il romanticismo del ·21, rea- :io11ecrisi iana a )i apoleone, era in arretrato ri,pe/to all'illm,llinismo lombardo del secolo precedente, fu un prodotto delle avventure 1,X0-1810 .. t,rni in cui 11011si studia, ,wn si lacora, si 1·ive di imprevisti e di retorica. E. questa la generazione dei padri degli eroi del !lisorgimento. Cna generazione che cominciò. sot•cersiva e finì rea:ionaria; che fece le sue prime proce in piazca, cçm demagogia e leggerez,:,a, che in \"apoleone appre;;cò sopratutto le qualità del Capo di tutti gli arrivisMi e di tutti gli spostati. Sotto l'1lustria r1uesti sindacalisti rivoluzionari trovarono la consolacione di un impiego stabile, adatto ai loro quarant'anni, e si, com·insern lentamente, con l'aiuto del bastone croato, ad abbandonare i costvmi del parvenu per l'ideale del servitore leale. Sotto questa descrizione JYUÒ essere compresa la nw.ggioranca delle classi medie italiane dopo il 1815, gente saggia, che aveva -messo testa a partito e ,wn era più disposta ad ascoltare i richiami dei ronw.ntici, delle teste calde come Santorre, Ciro ,ltf enotti, _ltfa::ini. Cosl gli idealisti dovettero cercare le vie dell'esilio, vissero da disperali, alla giornata ,afflitti dalla miseria e dai sospetti, tagliati fuori dalla vita civile. Spiriti natura/men/e destinati a essere classe dirigente crebbero nell'aria falsa delle congiure, dei progetti -nebulosi, lavorando per una patria che non conoscevano, che non potevano studiare realisticamente, di cui si facevano una id ealizwcione Janto necessaria quanto imprecisa e pericolosa. ,Ye risvltarono dei poligrafi pieni di entusiasmo: ma tendenziosi nella scienca, inespert-i nella politica pratica. Chi riuwse in Italia 1,iandò i suoi figli alla scuola della Restaurazione. Per ragionare su esempi concreti prendiamo il caso di Uiuseppe Augusto Cesana, uno dei fondatori del Pasquino, del Fanfulla e di dieci altri qiornali del Risorgimento, il quale nelle _Vlemori€ùi un giornalista. ci ha lasciato un ritrailo senca 'm,iti delle cose d' llalia dal '21 al '71. Figlio di un nwderato, moderato di istinto. Virtù fondamentale in lui: il buon senso. Sotto l'Austria disposto a sopportare il giogo, ma addestrato dal/' abiludine ad usare astuzie per eludere persecuzioni nel caso di qualche scappatella. Un patriottismo che arriva sùw a tentare la lettura delle edizioni di Capo/ago se la cosa si JJUÒ far franca. Era logico, per le premesse che si son dette, che i milanesi preferissero sembrare spiritosi. piuttosto che eroi e che l'idea di canzonare croati e tedeschi fosse più tentatrice di una congi.ttra. Delle scuole austriache Ce,ana ci conferma l'idea d-ivulgata da tutti i manuali scolastici. La scienza era in decaden:,a: dove avrebbe potuto l'Austria trovare dei professori seri? Anche il Piemonte non tr01;ainsegnanti prima del '40. E Francesco 1° aveva esposto ai professorri di Pavia il suo programma: « Signori, io non desidero eh.e mi facciate dei dotti, desidero che mi facciate df"i buoni sudditi"· La cosa 7Jiù interessante nella scuola del '21 erano gli scherzi tra studenti o contro i professori. Ecco, in 11wdo assai ge1ierico, una forma di resistenza all'.4ustria. Resistenza inerte che s'accontenta va di sfruttare gli eventi: " Il banco della lode - narra Cesana - era verniciato di verde, filettato di bianco e di rosso; colori nazionali, mentre il banco dell'asino era verniciato di nero, filettato di _qiollo, colori dell'Austria, che già da parecchi anni aveva riacquistato il dominio della Lombardia. Evidentemente quei colori erano un aoanzo dimenticato del regno napoleonico ; ma l'uso al quale continuavano a servire non costituiva meno una satira atroce 'f}Cr i nuovi pad,,-oni ,,. LA RIVOLUZIONE LIBERALE Risor"imen.to DI CESANA J/11 ogni peru,tero di a,,,,,,nae languivo: la scuola indiriczaca aglt 11np1Pght, chr /"1l11s/rwco11cedeva con una certa Largltezzo. Anche nclC impiegato lo spirito della caricatura si conservava, ma non era altro che 11110specie di resistenza passwa alla routine. « <.:'erano bt'tli>tdei partiti a ,1 /ilitno t11 lotta fra loro; ma i princìpi clte li tenevano divisi erano le gole dei cantanti e le gambe delle ballerine ,,. Il regime paterno funzio11avaa dovere, co11La bandiera: tutti upoliLici. Le plebi rurali co,tituwa,w la base del regime; i mendiranti di città ne approfìttana110; Le classi medie urbane erano una minoranza condannata ad adattarsi fine/tè non potessr• contare politicamente di 7Jiù. E' 1·hiaro che in queste condizioni non si può pai·Lare d·i educazione politica. Cesana .uscì dalla scuola col temperamento di un osservatore mediocre e incolto, come Pellico rra uscito dal carcere stroncato. In 11ueste ge11erazio111,cl,e nel '48 superarono se stesse ,La capacità di reazione fu mtinima: l'Austria aveva umiliata la loro dignità, limit11to i loro. cervelli. Portate ora Cesa11ain esilio a Torino. Fu miracolo se gli riusci di tr.ovarsi in esilio come in casa sua . . lla, in giornalismo, ness1tna cultura ec01wmica, nessuna conoscenza dei problemi europei. Si doveva aiutare con la fantasia e con le barcellette. Si ebbe un giornalisnw politico ·in tono di letteratura amena. Il Fischietto e Il Pasquino furono il modello del genere: un giornalismxJ di idee e d·i lolla politica non poteva sorgere; Cavour, Ferrara, De Sanctis tra i giornalisti si trovarono isolati. Invece che in battaglie l'opùtione p-ubblica era impegnata in scaramrucce. Il '49 è in parte il frutto dell' inìmaturità della critica in un ambiente sospettoso, in cui i partiti vengono a ridursi a sette, e la paura di spionaggi e di trlldunent, " /(I pr(t1;a dt dubbi interiori ,,on o.acora elaborali. Di fJUPS/11mcal/1,1,rapolitica deglt 110,r,ini c/w "et '/18 011evarw 2U, 3/J, li.O armi .sunr, re- ,pons11!J1t,La dittatura e , governi paterni. Fabbricarono ,m'llttrt0sfera a cui gli srliriH ind,ìmit, dovPltero reagire con le fucilate: rPO.IJtrrcon lo critico, con la dignità. della rliiarezzo pol,ttca n,,ssurw avrebbe potul!J. .J,[ eno degli altri gli italiani che rweoano cor,01r·i11toda troppi serali costrizioni e 1;rflilirtzioni. Con 11ue.slono,·izlalo di :,eroi/ 11 l rrwd1.,"1"ati loin,/J(lrdi (e qli 11ltri ttaliani con toro) si trooorono II el regno d' ltalio cmt,e provin-- doli 110n per/ettomPnte coflvinti nè consci di ciò r:he era suaesso. Il terreno rwn era 71reparoto per IP riforme: nessuno osava pensare ai yrandi problerflfl dell'unità non 0111·r1racom;,iuta. Il progello ,li inghetti wllP Tl'(Jio11i,pPr Psempio, fu battuto dall'indi(frrenzrt t, doli' incultvra di uomini che 11oeoo110bisognQ di esser losriati tranfjuillamente a ricordare la passata schiavitù. La nr,u/rnlità dei I/omani nel '70 - che non seppero offrire, nemmeno con una dirrwstrozione contro le yuardie del papa, un pretesto al{occupazione italiana, - si spie- _qaanch'esso coi, l' ignoranza e con l'esercizio dello schiavitù. /,11 Destra fotografò questo debolezza: dieci uomini di genio capaci di guidare uno rivolu:ionr romr di amministrare lo Stato, _r;lialtri, uomini mediocri, moderati per quietismo, amanti dell'ordine per stanchecza di ricordi _giovanili troppo tristi. Dopo il '70 questa classe politica rasse.r;nò quasi spontaneamente le s1te dimissioni. Aveva bisog,w di allargare le sue visioni, di liberarsi del ricordo degli austriacanti, di viaqgiare. Cesana, che era tra i giornalisti più aperti, andò a vPdere le Piramidi d' Egitto. Le descrive in 11no degli ultimi capitoli delle sue memorie. La cultura di quegli spiriti non poteva essere che dilettantisnw, passatempo. 11,J a le colpe spirituali dei cospiratorri e degli esuli risalgono ai loro persecutori. p. g. RADETZKY ll maresciallo Giuseppe Venceslao Radetzky, conte di Radetz, comaindante swpremo dell' imperiale e regio esercito d'Italia, e più tardi governatore civile e militar'e del regno Lombarcl.oVeneto, -fisicamente parlando non era - e uon doveva essel'e stato n1ai, neppure da giovane - un Adòne. Bassotto di statm'a e mingherlino, la testa fatta a palla, gli occhi scerpellati, il naso camuso, due baffetti microscopici 1 bianchi come la neve, clJe campeggiavano sulla tinta piuttost.o accesa del viso; tale era l'uomo quando 111.io conosciuto io, o, per dir meglio, quando l'ho veduto la prima volta. )Jel complesso, e a prima vista, aveva la fisionomia di un bu/.l-dog, ma cli un bu/1-dog di buona indole; il suo sguardo era dolce e le sue labbra sorridevano facihnente. Egli coustituiva, insomma, u.n.a vera eccezione Ira i suoi compatriotti - i Boemi - che passavano meritamente per una delle più belle razze del!' impero. Quando non vestiva l'uniforme - e prima del quarantotto la vestiva assai rara.1nente- a vederlo, pareYa più un vecchio impiegato d'ordine che UJll soldato; nulla -nel suo portamento, nel suo gesto, nel tono della sua voce ché indicasse un segua.ce di Niarte. Vive,·a ritiratissimo: Iavo1·avamolto nella cancelleria del suo stato maggiore e la sera dceveva vole11tieri i pezz.i grossi del presidio. Abit:ava in via Brisa, ma la cancelleria l' avea nel pal-az.zO Cagnola in via Cusani, dove si recava tutte le mattine ad m·a fissa con esattezza cronometrica militare, e ad ora fissa usciva. da1l'ufficio. Quaindo il tempo non era cattivo, faceva il suo tragitto - del resto 11011 lungo - a piedi. E allora prrima di uscire di casa si metteva nel taschino del panciotto una buona quantità di quartini, e, strada facendo, li distribuiva ai suoi p011eri che lo &tavauo aspettando scaglionati lungo il tratto di piazr.a Castello che egli doveva attraversru·e. 11 qua-rti-no era una moneta d'argeuta di lega equivoca, ma e-be al corso legale valeva venticinque centesimi di svanzica pari a venti dei nostri e giù di Il. Per quei tempi un qu,artino era una bella elemosina ; e siccome i poveri del maresciallo erano parecchi, cosi si può calcolare che la sua gita pedestre veniva a costargli un giomo stùl'altro un bttou tallero. Si diceva allora che oltre a questi atti di carità alla buona, egli ne facesse a,Jtri di molto maggiore impo1tanz.a a favore di famiglie rispettabili e bisognose, socco-rreudole clandestinamente. Il fatto è che fino al 1848 il suo nome fu molto popolare nelle elassi inferiori della popolazione milanese. Ad aumentare la sua popolruità contribuiva non poco anche il rigore con cui egli puniva quei suoi subordinati che si fossero permessi soprusi a danno ili cittadini. Tali casi erano rarissimi, per verità, ma quando si verificavano, il castigo seguiva pronto eò esemplare, chiunque fosse il colpevole - semplice soldato od uffiz.iale. Citerò, a qnesto proposito, un fatto, di cui tutta Mila!'O ebbe ad occuparsi per parecchi giorni. 11 maresciallo ave,1a due fìg1i nell'esercito; un0,. ufficiale superiore in un reggimento cli confinarii, non ha mai fatto parlar'e di sè - che io sappia - nè in bene, uè in male; l'altro, il minore di età, tenente io un reggimento di usse.ri, era un vero demouio, spavaldo, prepotente che credeva tutto lecito per sè, perchè era figlio cli suo padre. Ma suo padre l' intendeva di,·ersamente, e non g1ieue lasciava passare una imp11nita. Un giorno il nostro tenentino - bel gio,·ane, del resto - entra in quel caffè che allora esiste\·a, ancora, clirirupetto al palazzo Litta, dove. <:onveuivai10 abitualmente moltissimi ufficiali dei reggimenti acqu.attierati nelle vicinanze. Si trovasa in quel momento nel caffè l'abate Giamti che, seduto ad un tavolino, leggeva tranquillameute la Gazzetta d'Austria, centellan.do il suo caffè. L'abate Gianni - fra parentesi - era un gigaute; un gigante in tutto il valore della parola, a confronto del qua.1e Ponorevole Pierantoni avrebbe fatto la figura di un rachitico adolescente. 11 giovane Radetzky squadrn il prete da capo a piedi, quasi ma.ravigliato di trovarlo in quel . luogo, poi gJi si avvicina chiedendogli il giornale in tono i1nperativo. - Ora lo leggo io - gli risponde con la massima calma il Gianni. - Nou è lettUlI"aper lei ! Legga il breviario e farà meglio - replica. il tenente facendo atto di levargli il foglio di ma,10 per forza. -- Lei è un insolente ! - Bada a ciò che dici, pretaccio malcreato ! - Lei è un mascalwne ! - Non sai con chi parli? Io sono il figlio del ma,resciallo Radetzky ! - Non posso crederlo. - O ritiri le tue parole, o mi darai soddisfazione sul ten-eno.. Scegli il luogo, l'ora e le armi. A cosl stupida disfida, il molto reverendo si ah,a lentauiente in piedi1 e avvicinandosi al proYocatore, guardandolo fiso negli occhi gli dice: - Stà bene I Nessun luogo più adatto di questo, nessuna ora pjù opJX>rl1111acli questa, uessnn 'arma migliore d:i questa .. E cosl dicendo, lascia cadere sttlla guancia del tenente un potentissimo manrovescio che lo manda barcollante a quattro o cinqtte passi di dista.n.za. Quindi esce maestosamente tr'anqtùllo, come se ni.1l1a fosse, e se ne va per i fatti suoi seuza voltarsi indietro. Fu ventura che in quel momento nessun altro uffiz.iale si trovasse presente, e che il Radetzky fosse - come ordiuariamente - in costume borghese perchè fino al 1848 gli uffiziali non vestivano l'ttn.iforme che in servizio. Altrimenti sarebbe a\"venuta una tragedi~ 47 La lllttizia ciel fotto si divulgè, per la città in un lamp<,. L' J. R. polizia ne fu ,Jlarmatissima, e nello stesso t<.-mr,oimbara;,_.zatissima, non saperulo che, pesci pigliarsi. infatti, da una parte ,J.ient<.-menoche il figlio del maresciallo, dall'altra u11 prete rispettabile, funzionario pubblico perchi· profcs.,ore nel!' J. R. giru,asio di Sant'.\- lc:ssandro e per di più provocato in mudo ,·eramente colpevole. JI:3.a s.doglic:re l'intricata qut$ticme intervenne il mares<ciallo in persona che, informato della cosa, l'hiamò a si: il figlio, gli ditrl.e una ,o!= lavata rli capo, gli intimò gli arresti di rigore per non so r1uanto tempo, e poi lo c-ongedè, ron una tcrriil, f,e<lata in qutlla , parte 0ve non i: che lue:t •· b cosi c-ol cellone c-c-clesia.sticodell'abate (,ian-- ni ric-evu\Q ali 'oriente, e colla pedata del babbo ricevuta all'occaso, qud discolo ebbe il saldo del bt10 conto. ~la per quanto quella pedat.a. fosse c:aduta in luogo c:mincntemente pri-vato, nella ~tc.-;s.a giornata e in men che non si <lic:a diventò ili dominio pubblico; e tutti in Jlilano lodarono il vecchio maresciallo <: la sua giustizh sommaria che, in realtà gli faceva grande c,nore non solo nella qualità di padre, ma anche in quella di capo dell'esercito_ Da qu.el giorno, e per parecchfo tempo, i milanesi specie i pc,polani - alle pedate diedero il 110medi radeschi. Ti darò u.n radeschi.. Lo cacciò ~i;ia a furia di radeschi ... Quel mo-nello bisogna trattarlo a radesthi ..... ed altre locuzioni consimili ebbero in breve corso legale, se non forzoso. .M.acoi primi albori della rivoluzione la popolarità del maresciallo incominciò a declinare e fi,ù per subìre il tracollo finale colle sciabolate distribuite ad una popolaz.ioue inerme da una soldatesca briaca e provocatrice, la sera del J gennaio 1848. Da quel giorno il suo nome diventò odioso, abon:ito. Ma non mancò chi asserì allora ch'egli fosse stato estraneo a quelle scene di sangue preparate a sua insaputa e da lui altamente biasimate l'indomani. E io non sono lontano dal crederlo, tanto più che mi ritornano oggi pienamente alla memoria le confidenze fattemi in quei brutti giorni dal sor Giovaim..ino. Il sor Gio\·an.nì110era un brav' uomo che cumulava i due uffici di mio tabaccai.o erdinario e di maestro cli casa del generale \.\.almoclen, e<r mandante del 1° corpo d'esercito e governatore militare cli i\Iilano. 11 sor Gio,·rumino mi assicuraYa, dunque, che il generale, suo padrone, appena anita notizia delle sciabolate era salito su tutte le furie frattando i soldati di sgherri, di vigliacchi e peggio, e accusando i1 colonnello \Vratislaw di aYer,:: montat:a la m.acchina. 11 colonnello \vratislaw era allom capo di Stato Maggiore del! 'esercite d' Italia e in moltissimi casi agiva indipendentfunente dal maresciallo, mantenendosi in corrispondenza: diiretta e segreta col generale Hess-, comandante lo stato maggiore generale dell' impero, residente a Vienna. n sor Giovannino si ,-anta.va di aYere orecchio acuto e però doveva sapere di molte cose. Le sue ri ,·elazioni erano quindi attendibilissime, allora per me; più. ta.nli, JX>i, Yenn.ero confermate anche da pubblicazioni quasi ufficiali. Ora, se gli eccidii del 3 gennaio vennero preparati ad in.saputa dello stesso goYe.rnatore miJitare della città, si può ammettere con maggiore ragione che fossero stati preparati anche ad insaputa di Radetzky. Che questi poi non fosse d'indole crudede, egli lo ha, provato dopo la campagna di Lombardia. Oltraggiato, schernito, insultato atrocemente ed in tutti i modi possibili dai milanesi di 0211i classe. sociale, durante il go,-eruo provvisorio, ritornato vincitore, non prese vendetta personale di sorta. Allorchè rientrò in Milano dopo l'annistiz.io di Salasco, tuia frotta cli barabba trottando ai lati del stto cavallo, gli andarn gridando: - Swr Radetzky .. sur Radetzky, sem minga staa 1mm, 'Uedel, a casciali. --via! Hin staa i sciowri ! (Signor Radetzky, non siamo stati noi, sa? a cacciarlo via; sono stati i signori). Assicu_ra7jone vigliacca e stoma.chevole per sè stessa, ma che conteneva tW gran fondo di Yerità. E il maresciallo rispondeva sorridendo: - Lo so! .. lo so, figliuoli miei! GIUSEPPE AUGUSTO CESA~A Questa. riabilitazione di R., oJ.tre a da-rei un. esempio di prosa del Cesana, ci se·mbra che non man.eh.i di interesse. PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settemb~e,. ~O O. 8. MILL .;Yovifà: LIBERTÀ eon prefazione di LUIGI EINAUDI L. 8 ENERGIE NOVE 1918 • 1920 Rivi,tn quindicinale diretta da PIERO GOBETTI con scritti di S. Caramella, L. Einaudi, U. Formea~ tini, ~- Gentile,. A. Gramsci, Balbino GiuliaRo, A, Lo-ria: ~- Prato, U. R:icci, (Numeri speciali snl socialismo e sulla questione scolastica. La collezione completa L. 50. (Le ultime 3 copie rimaste)

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