La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 10 - 8 marzo 1925

LA RIVOLUZIONE LIBERALE CATTANEO E MAZZINI Un vero contrasto tra il lYla.u..ini e il Cattaneo llOn vi fu mai. L'episodio del 30 aprile 1848, tra questi due uomini, devesi spiegare con la tensione clegli animi iu quelle giornate tempestose. E' vero che i due uomini nou si accordavano nelle concezioni politiche, ma tuttavia non ebbero mai a combattersi di proposito; e si può dire che l'uno seguisse la sua strada indipendentemente dall'altro, puo: nutrendo ambedue la fede repubblicana, e ambedue lottando continua.mente per la libertà d'Italia dallo straniero. Il 1'.lazzini anzi, anche dopo l'episodio' del 30 aprile, ebbe a chiedere consigli al Cattaueo, e negli ultimi anni il Cattanro a sua volta cominciò ad apprezza.rre il 1\{a7_,yjniassai più che non fa.cesse nel 1848 e nelle consideraz.ioui del1 'A rchi-v-io T1>iemva-le (I, 319). Ma ora, .a noi. interessa di ve<l.ere hl1r cbe precisamente consistesse la divergenza deMe vedute politiche fra il Cattaneo e il M.az.z.ini. Dalla quale diverge1i,,.a si potrà vedere perchè questi due uomini, che percorrendo insieme la med·esinla strada avrebbero grandemente giovato alla causa alla quale si eran votati, fossero indotti a considera.1:si come l'uno straniero all'altro, perneguendo ciascuno un ideale politico diverso. :-lei 1831 Giuseppe Mazzini fondaiva la Gio- 'l)llne I ta/.ia. Il Cattaneo nelle considerazioni al primo vollllUe de.1l'A1·chii:io T1·iennale, ne no• tava in contrasto alle « taciturne » società dei Ca-rbon.a,ri, l'eloquenza. e la fondatezza teorica, ma non credeva che la Gio'Vane ltaHa dovesse riu.scire efficace sulle plebi. , La Gio-vane Italia., - scriveva il Cattaneo - fr.atellan:m. uon mu.ta, anzi, eloquente, a.rma4 cli di:>ttrine filosofiche e di bello stile attinto al fonte bib,lico e agli esemplari di Gian Giacomo e di Ugo Foscolo, aSlp.ira,-a bensi a richia.man-e l'a, religione dal satelliz.io degli oppressoni, e rifarla confortatrice evangelica degli oppressi; ciò che significava col motto Dio e Popolo. Ma parlava una lingua ardua alle plebi, e a molti ez:ian4io che non si stimano plebe. No, non era popolare;·non penetrava ad.dentro nella carne del popolo, come l:a coscrizione, e il bastone tedesco, e la legge del bollo, e l'esattore; e il drC'.Ondario confinante, e le sciabole di settembre e di geimaio. L'eco della Gio-vane Italia era nella generosa e poetica gioventù delle Università, delle Accademie e delle aule teologiche. Essa, con. gli occhi confitti nell'esercito straniero, pareva riservare ad altra gen'era.zione le dispute tribu.uizie e l 'emanci,paz;ione del popolo, per accingersi anzi tutto alla pugna. La sua fed.'e era ditta,tO'Yia,,cesmrea, na:.. poleonica. Anelava alla forz.a militare e al]' unità :t. Al Cattaneo questa associazione mazziniana non sembrava repubblicana: • esclusivamente e fanaticamente repubblicana , . Il Mazzini si era rivolto a un re; gli aveva detto di far tutto; sua. l' Italia, di essere il Napoleone d.ella libertà italiana, a Mazzi,ni non bastava un Cromwell o un Washington, voleva un Napo. leone. E il' Cattaneo si meravigliava . che certa gente dicesse, che mazziniano voleva dir repu,bblican:0. .: Senonchè - continua il Cattaneo - poco monta se code,;ta sC).10,la ==e primamente e deliberatamente reptLbblicana; poichè il suo voto d'indipendenza ta-ioniante e di liberai llllità 110n poteva mai, mati compiert;i se uon colla foni,+ repubbLic:ana. E per verità, qual risposta fece il giova111e re all'araldo della nazione e aella guerra? ». Non fece che con.dannare a niorte ignom:iniosa il mazz.ini assente e con lui dovettero andare fuggitivi e condannati Gioberti e Garibaldi. ' Il Cattaneo non credeva a.i moti inconsulti isolati; non approvava le società segret.e perchè all' inizi.azione., ai pdtti voleYai sostituire la dottrina., l'iàea. L'Italia pèrò deve a, Mazzini questo : l'aver eg'li fatto ,in. modo, mediante la sua instancabile pred'icazion·e, che l'idea, fosse pii,, forte del fatto. Il Mazzini perciò « fu il precu:rsore del risorgimento; egli che nel 1831 ave\·a già concetta nella meute la santa crociata del 1848, allora incredibile ai savi man.danj, egli che aveva visto sin d'allora il seno dell'Austria come quello della ,ipera, squarciat9 d:alle nazioni entro racchiiuse -.. I giovani che già appartennero ailla Gio1JlTrneI tal:i.a.~ ~olti' da ogni lito, poterono approfondairsi con maggiore efficacia nell'onda popolare, e • tradusse:ro in volgare alle smembrate provincie L'arcamo d.etl'unità,. AdOJ}I'Mouo ogni mez.z:o per tradurre la sublime id\,a che Ii esaltava nella realtà; essi ri,·ela.rono cosi il popolo al popolo, l'Italia al1' Italia,. Ma come va, si fa ~,bbietta:re il Cattaneo dal tettore delle sue • Coos,i.dera,zioni :., che i] Maz.ziW, C'he voleva d'al'e a1 re 1k Corona d' Italia, e pel q,uale aveva eiettato 11el 1831 il prog;ramma cbe adottò nel 1848, fosse' predicato , dai « servi del re » come « frenetico 1Jepubblicanò ,, e petseguitato a morte? Non insospettitevi, sembra 1is]X)ndere il Cattalleo. Il lVfazzini voleva llll regno quale la Francia aveva sperato da Napoleone; non un « regno di schiavi decirati, e di prelati oppressori, e cli gesuiti e1Jeclipeti, di giudici venali, di gendar'mi, di censori, di Slp.ie,, quale era quello di Carlo Alberto; « ma regno cU cittadini ainnati e deliberanti; il regno del merito presieduto da nn eroe , . Si capisce, dunque, che il regno del lVL.uzlni non essendo quello del re di Sardegna (, il quale si vanta.vai d'esser\. composto d'U!ll.l'e che co-111.anda, d'un'<, nobiltà che g01Jerna, e d'un popolo che obbed,isce ,), dove,jse mettere in sospetto i • servi d'el re», i quali gli g-riclarono che quella c1·a un' in.. -;idia, un tradimento, una scelJeragginc1 e YOLlero da lui pegno di :;;rng-uc contro gli irnnovatori. t H siccome fìtle e,·ano le tenebre della pubblica opi11i011c, t:011linua. il Cattaneo - e il 110111c d1 1·e;1>ubblica 1 non osta.nt.e la vicinaiuza. delle valli svi;,,z.ere, crasi artifìciosa-- me11le associato ad ogni sorL.1 cli fatti alroc-i e luride nefandità, cosi perchè nessuruo volesse il nuovo regno, bastò l'and+'' predicando eh' era l<r Rep-u,bblica! ,. La massim.a divergenza, in fatt.o di politica, tra il pensiero del Cattaneo e qttello del Ma,, zini, consiste nella forma da darsi al governo della nazione libera: unità o federa,Jtsmo. Jn una lettera del Cattaneo al Ferrali, il qu'ale divideva, con lui gran J>arte delle dottri11e politiche, scritta nel 1851, diceva a proposito del fallimento della gu.ern, del '48 e dei giudiz;i su essa del Maz.z.ini : , La guem1, del 1848 fu. intrapresa senza patto da chi l'ba guidata e non fu federale. Ma2zini vaneggia qu.a,ndo in uno cl-egli ultimi suoi m.anif'esti la chiama, guel'ra federale e consiglia cli non ritentare l'infausto esperimento». In questo giu.dizio risuJta chiara la diversa posizione dei due uomini. « I popoli - egli continua - devono statuit'e fiu dal primo momento Ja; libertà ,la sovranità, ma devono dairsi immediato soccorso come fail1110 i Joro nemici, e farne pubblico patto.. Un patto federale vuole una dieta, un congresso, una costituente che lo scriva e che lo sancisca ... Bisogna. contrapporre la Federazione al•la Lusione e non all'UJil,Ìtà, e mostra.-e cbe un patto fra popoli, liberi è la sola via che può avvia:di alla concordia e aJJl'.1.lll[tà; ma ogni fu.siooe conduce al divorzio, all'odio ... Io ta-ovo fusionari tanto i Mazziniani quanto gli Azeg,liamti, quelli ~.tanno a questi come i corpi frati.chi all'esercito"· Da ciò a.pp.M"e come il Cattaneo non fosse contrario all'unità, ma alla fusione che aveva condotto al fallimento del'la guerra, del '48. All'unità egli voleva giwtgere per mez.w d'ella Federazione ' dei popoli liberi, i quali espiimono la loro vol~ntà in uni patto di concor:dli.a. Nell'un1fà deve trovarsi dunque· la federazione: In questo punto la divergenza, tra il Cattaneo e il Mazzini, coll'andar del tempo e con lo svoJgeTSi degli avv·enim:enti rimane iJ~utata; anzi da certe espressioni verbali pa!:t'e accentuarni. Scri,-eva a Mam"'o Macchi nel '56: « Compiango le tue tiribol'aziond · coi frati ( !) mazzintlanii1 ••• Quand'o i Mazzinia.ili fanno evviva all!' unità bisognai rispondere facendo evviva alti $ta,ti Uniti d' lta,Ua. In questa formula, la, SQia che sia compatibfle colla libertà e coll'Italia, vi è la teoria e vi è 1aJ pratica : tutte le q-u,estioni possibil-i vi stanno già sciolte con un gigarutesco esempio di cui la Svizzera offre il ccnnpendia ad uso interno di_ qualsiasi provjncia italiana che voglia avere in seno la pace e la l>bertà >. Nel 1859 in, una ,;sposta, Agli esuli ilmliltni in . I.onà1·a scriveva: « Il vostro prog.rttmma 11,on sarebbe più dunqµe wn.ità e repubblica} ma wnità e 111.ona.rchia. Il vostro pr.ogramma sarebbe d,ùnezzato; perch.è av,reste espwn,ta la, repubblica-. Sarebbe diverso; pU'rchè aivreste intromessa l'a mo04"r'c:hia. Senonchè la mon:a.rchia, \"Oi' dite, sarebbe solo l'impresa d-elL'. oggi. La repubblica S<n'ebbe cù1mque l'irnpo:esa riserbata in petto per il d,i,1nani. Questa vi' pare fleterna. -i-n,..1.1iolabile ·1ncn-a.lità 'f A g;u:eiJra :finita po:i se « la m.aggiorruw..a vorrà il re1 voi a.vrete fin d'oggi tradita la repubblica; se la, maggioranz..'Lnon_ ,~orrà il re, voi aNrete fin d.1oggi decretato la. guena ciYlle. Voi ~•olete la monarchia per avere la vittoria e volete la 'vittoria per avere la repubblica. La monarchia è du.nque cosi necessaria alla. vittoria! Dunque voi avete p,reso ad al\iere più fede ne11e guerre regi~ c-he non i.n quelle del po.palo ... , ·(1). Certo lo spinto di l'eligio.sità c:h~ pei-vade tutto l'insegnamento mazzhlliano,, e che distingue di colpo il Mazzini ckLtlttti i gir.mdi uomin:i poHtici del secolo scorso, nQn poteva esseo:e compo:eso dal Cattaneo, tutto asoorto nei problemi della ragi!)- ne, e sempre a<l:ctestratos-i irella trattazione di questioni reali e positive. L'acume di storico che JX)Ssiede i 1 C.."attanoo, invano noi cercheremmo negli scritti del Mazzini, dove impera soltanto l' Idea riscaldata da. un grande affiato religioso e morale. Il "'Mazzini. è dogmatico nella sua pteclicazione, e ciò non poteva assecondare lo spirito del Cattaneo, che nel!' insegnamento preferiva la libera ricerca del motto di o: Verità e Libertà , . E qui udii come potevano accordarsi in politi'ca? I1 Mazzini vedeva l1 Italia. 2-::trave1·so il suo idea.l'e innovatore e 1norale; il Catta11eo ve:l'eva l'Jtalia come l'aveva stndL1ta attraverso i dati delle ricerche positive. Mazzi.ni volea 1' Italia. una, perchè solo cosi ci:;sa sarelJLe sortita alla missione inspdratale da, Dio; CattaM neo voleva che 1' Italia godesse i ~-antag·gi della sua varia conformazione naturale tt:ouomic-a e sociale, pei·chè era conrv·intQie.be s-'\lo rooi essa potesse vivere e prospera~e nella ci vilt,\. Come potevano dunque accordars:ii ]'apostolo dell'unità e il capo del feden'alismo italia.110? Su qn pu;nto capitale essi si accordarono: l' Italia libera daUo straniero, e a, questo ideale ambedue, con diversa. voce- e per diverse vie, nell'esilio e in patria, sacrificarono le auime ardenti e pure. BRUNO BRUN>:LLO _(1) Pag. 166 - Mi piace qui rife,;re questa pagrn.a che 1110&tra come il {:attaneo vedess"f svogcrs.i l'i(lea mazziniana nella politica. pien1ontesc pet' opera del Ca\out': , Coloro c:he proceddt,;ro a!le anne:ssioni pote- • rono camminare sui \CC'"thi daJi posab lungo , tutta l'Italia da ,\fou.ini. E' più che un quarto « di secolo da.crhl· l 'apost.olato, il quale i~1 JtaHa , sostitul all'antico amor<: <klla libertà 11 cnlto « dell'unità, s'inauguJ·ò, ~ ben ricurdo, nc-1 r832 , con qttella lettera rii Manini al re Carlo A1- • herto in. cu1 si lcgg<.:va: « Siate il Xapoleone , dell' flalia. l'atela tulla 'VOSlra e felice,. « 1/4- 11uova politica ha prc:so il .\.I.az.zinfamo e « cacciò i 111az7,,inia11i; li cacciò dall'Italia; Ji , cacciò dalla, Svizr,,era.; chiuse la boce-1 ai l<?ro " giornali Era necessario che ali' EUiopa. l '111- « vem2-ione apparisse nuova. La differenza. tra .: il cavourismo e il mazzin.ismo (; unicamente « in ciò, che Mar,zini non pensò di e.larea Carlo et\ lberto un alleato. Egli intendc....Y-ain cuor sin- • cero di darg-li l'Jtalia. tutta per me-,z.o degli « italiani; o anche solamente d'un coro di mare tiri, che immolando <:roicamc-nte le gjovaniH e loto vite a11a Italia avrebbero merangliato e "innamor-ato il popolo. E a quei temr}i non « \·'era un alleato possibile. li naJX)leonismo .: dormiva in una to111ha, , Cavour lo trovò desto e in piedi e armato , di forz.a e <l'arte. Si lasciò bendar gli occhi; ( !) , e aflerra,r per mano; ( !) e andar qua e là; in , Oriente e in Occidente ( ! !). :>:on lasciò frat- " tanto di tener mccolta a S(: la gioventù italia• r,i;; na, facendole ripetere da cento vod il rosario « <le11'wtità. Da ultimo, nel discorso della corona , invocò Dio e il Popolo. « L'ttn.ità mazziniana, combinata coll'aJlea.w...a. , impeiiaJe e &e'J}arato dal principio dell'arma- ' mento popolare, conduceva già per sè l'Italia , al nayoleouismo. Infatti, escluso una Yolta il , bracc:,o del popolo che nel 1848 ebbe la forz.a , cli prendere tutta I' ltalia e le isole, il braccio , d.e11'esercito francese ei<a il solo che potesse , po:endere tutta l' Italia e tenerla .. f( Colla cessione di Nizza, Cavour si è già laf( sciato torre di mano l'unità.. Il suo re non può ri: più essere il re dell'Italia una. O Cavour deve , nega.re l'Italia una, o ha già negato il suo «re». (Sa-void e N-izza, 186o, in .: Sctitti politici ed epistolario , , II, 244). PIERO. (;i OBETTI - Editar~ TORINO - Uia XX Sellembre, 60 'Imminente: FRANCESCO NITTI ! LA PACE Ai prenota.tori L. 8 Esce comtamporaneamente in 17 lingue. Milioni di esemvlari saranno diffusi in tutto il mondo, arriveranno ajli strati più bassi e diffusi della soci~à. E il libro più importante dell'ex presidente. E' necessario che i le.ti.ori si affrettino a mandare -prenotazioni e vaglia perchè la prima edizione- sarà rapidam~nte esaurita.. « E' necessario parlare 'direltamente ai po-, poti, 1iwstr/J/fe, i grandi pericoli che sovrastano la civiltà M.stra e la nostra. prosperità, parlare alla ragione e parlare al sentimento. Bisogna formare grandi correnti di opinione contro ogni nuovo pericolo di guer<ra: e perchè questo nuovo pericofo cessi real1nente, bisogna preparare le condizioni della vera pace. lo •,!ii sono proposto di scrivere un libro diretto. sopra tutto alle grandi masse dei lavoratori, a-col/Jro che hanno fatto la guer 0 ra senza averla voluta; a. coloro che non ne hanno ricavato alcun benefizio e ne hanno avuto tutto iJldanno; a coloroche, vincito-ri o vinti, sono stati, in ogni paese, i modesti e ignoti eroi di questa grande tragedia dell'Europa. Ho scritto, dopo. che ho- lasciata la direzione del governo in Italia, tre libri per gli uo~nini politici. Desidero ora scrivere un libr0 che tutti possarw leggere, un libro diretto al popolo, alle masse popolari, così dei vincitori come dei vint'i. Oramai che tutto l' 'edifizio di menzogne è caduto, eh' è entrata nella ·convinziOffl.e di tutti ehe non vi sono popoli esclusivamente responsabili, ma uomini responsabili presso q'/J)(lS'Ì! tutti d popoli che si sono aspramentB combattuti e che ora. sentono· il bisogno di unirsi, venuto è il tempo di usa.re il linguaggio della verità"· (Dalla pref~zione). .Jlovifà politichfl: A. CAPPA VILFREDO PARETO L. 5 G. GANGALE RIVOLUZIONE PROTESTANTI: L. 6 S. MERLINO POLITICA E MAGISTRATURA L. 6 V. NITTI L'OPERA DI NITTI (i915-Hì20) L. 12 NOTESULMOVIMENTO OPERAIO Arge11tina. I1 mo\imc,--nto operaio argentino è stato per lungo t.c.'"1JX> <ò.ùt.t.o1' influen7..a. deg1i ana.rrhiri. f✓J. Federazione operaia regionale argeutina (F. (). R .. \.) fig-ura come aderente ali' Jnterna- %io11ale di Berlino (anarchico-si11dacalista1 con 2,>f,.000 a,lerc-nti. Ogg-i I: ridotta a poco più di 5.000, dilaniata da discordie politiche, compromc-ssa dalla presenw di agenti provocatori fra g-!i Lscritti. I sindacati autonomi ,ono assai forti. La ConJra leniidad Ferrcn.:iaria ha 8o.or...oiscritti: t aderente all'Internazionale dci trasporti. Otto mila iscritti ha il sindacato degli operai munidJ>3li. Tutti questi sindacati sono a tendenza ultrariformista. J 1 socialismo riformista D.d1J aveya avuto sino al dopo-guerra U11'importanz.a notevole nel mrr vimento sindacale. Oggi la Il' internazionale tenta di mettere basi solide anche in Argentina per la parteci pa%ione al potere. L'Unione sindacale (U. S. A.) che aYeva nel 1922 ottantamila iscritti è 1idotta a 24.och ma è in periodo di ripresa. Il comitato di Buenr,,s ~..\ires è in mano ai comunisti. L'unità proletaria, dopo le sconfitte recenti, e sotto la .reazione goi:ernati7a, sèmbra assai lontana. Brasil~ Aoche in Brasile, dopo il 1920, la lotta di classe ha un periodo di stasi. Siamo in piena controffensiva reazionaria. I sindacati son.o deboli e di,·isi. A Rio de Janeiro la Federazione dei lavoratori ha 3.500 iscritti (&piecialmente pa.. nettieri e sarti), sotto l'influenza comunista. La Federazione operaia segue le diretth~e anarchiche ed ha 1500 iscritti (specialmente operai di canti.eri. La forz.a dei sindacati autonomi è di circa 20.000 aderen(i : di essi i cu.oc.hi e i grafici sono comu.n:isti, ma tutti gli altri in enorme waggioranza., specialmente tessili e operai dei trasporti. seguono il più stretto corporazioni~rno, formano una specie di élite ben pagata assenita alla causa dell'ordine e del· go\·erno. In provincia la decadenza è anche più grave. Soltanto a S. Paolo è notevole l'organiz.z.az.ione dei grafici (circa 4000). La stessa Confederazione Sindacalista Cooperati vista brasiliana (C. S. C. B.) organizzazione nazionale di sindacati di mestiere, di cooperati ve di consumo e di credito, ecc. con circa 100.000 membri è sotto l'influenza goYeruati...-a e reca in statuto il principio della. collaborazione di capitale e lavoro. La stampa operaia è povera : sei o sette settimanali in tutto a Rio de Janeiro, S. Paolo, Santos, con tiratura inferiore alle 3000 copie. * * * Nel ~1essico e nell 'Uruguai la situazione è pressochè identica. I1 fenomeno genmle consiste nella. formazione di minoranze priTilegiate di operaii ave:nti alt.i salari, che abbandonano la lotta di classe. Soltanto nel Cile si è raggiunta l 1unità sindacale. PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settemb!"e, S. ,llovifà: G. S. MILL LA LIBERTÀ con prefazione di LUIGI EINAUDI L. 8 ENERGIE NOVE 1918 · 1020 Rivista quiudicinale diretta da PIERO GOBETTI con scritti di S. Caramella, L. Einaudi, U. For111en_ lini, G. Gentile, A. Gramsci, Balbino Giuli'.a.no, A. Loria, G. Prato, U. R:icci. 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