La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 10 - 8 marzo 1925

SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITÀ OELLA SETTIM/,NA GAETANO SALVEMJNI ,..t1diclnale di letteratura --- .:;ditore PIERO GOBETTI ABBONAMENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estero L. 30 Sostenitore L, 100 Un numero L. 0,50 c. c. POSTALE Oalpdatitlaona~lrlamelli Roma Abbonamento annuo l. 10 Estero L. 75 Un numero L. 0,50 Chi riceve un numero di saggio e non intende abbonarsi respinge 11 giornale, altrimenti gli BI wpedltJU fr(lncr, llporlr., o chi r11,and• continuererno l'Invio e dopo un rnese provvederemo alla riaooaalone mediante tratta uaglladll.1fJoll'1:dltore{l<,be1.tl-Tor/no Anno I V - N. 10 - 8 Marzo 1925 SO M hl AR IO: La nuova economia in Europa. - L. llAGRJNJ: La c,lsi b,asiliana. - p. g.: Fo,d. B·. BRUNEL1,o - Cattaneo e Mazzini. LA NUOVA ECONOMIAEUROPEA Conosciamo pochi libri che diauo la sensazione delle ultime novità europee, come quello di Richard Lewinsohn : • Die Un.schichl'ling der eiiropeischen VermOgen. ». « La trasformazione della ricchezza ew-opea ,, pubblicato giorni fa dal Fische1· di Berlino. Ne consiglieremmo la lettura ai, nazionalisti italiani : ina i naziona.listi italiani leggorlo solo libri di Parigi, e ne aspetteranno la traduzione in francese, che è la loro lingua mac1re. Il Lewinsobn. è un economista, "" figlio d' Israello, come il suo nome dice : non si occupa esplicitamente di politica. Tiene dietro alle peripezie dei «trust», dei « Konzern », spiega in quale mcxlo Schneider-Creusot venisse ad essere congiunto per interessi con Stinnes, racconta la storia dei tre fratelli ebrei Cyt:ut che nel 1920, (in una maittina di primavera ....) partirono da Costanza sul Mar :\'ero per le borse cli Occidente, Filippo a Parigi, Ma.rcello a Bucarest, Emilio a Berlino, e diventarono gli -agenti delle grandi scalate ban03rie di Stinnes, dil Bosel, di Michael; racconta dei girandi banchetti cbe Otto Wdfl, il plutocrate democratico t.edesco, dava al presidente del governo prussiano nel suo botel Ei1hSiedler a Potsdam, e dei grandi ricevimenti che il Gluckstadt, il plutocrate cortigiano danese, offriva al re di Danimarca. e a,11 'ex-zari,ia di Russia per tentare di salvare col loro tacito avallo, le precipitanti sorti depa LandsmarnnbQ,n,k: e più, statistiche e dati, calcoli continui di valute e informazioni di ipertrofici aumenti di capitale. Da tutte queste avventure di popoli e dci.. uomini, il Lewinsohn, econ6mista, non trae conclusioni politiche; eppure, dalla storia della trasformazione della ricchezza europea le condllb--iour politiche de1ivano chiai-'e,' limJ)dde, spontanee. Riassumiamo. I tre $1'andi puntelli della « consen.razione >, dell' «ordine>, nel 1914, eranoj in, tutta Europa, questi: r. - I ceti dei risparmiatori e de.i reddituari, legati allo Stato dai coupO'l'ls della rendita; 2. _ Le grandi famiglie de11 i industria pesa:1?.- te, legate allo Stato dall'interesse ag1i armamenti; 3. - La aristocrazia teme:ra, legata allo Stato dal latifondo o addirittura da.I fidecommesso. Or, dopo <lieci anni di inflazione di valuta e di consumo di ricchezza., si vede come questi pnJ1telli siano stati logorati tremendamente. ' IL CETO DEI REDDITUAIU E L'AFFLUENZA ALLE BORSE 11 ceto dei reddituari, che si rifugiavano quasi esclusivamente sui titoli di Stato, el'a potentissimo in Francia, dove diede le ultime prove delle sue enormi capacità, sottoscrivendo 50 miliardi di prestiti di guerra e 70 miliardi di prestiti di ricostruzione. Il borghese francese non si ai'rischiava sul titolo indutsriale: la sua fiducia nella consistenza del franco eia immelliia: ne veni va che tutti i risparmiatori, f.rnncesi erano in politica conservatori, èon - tutt'a1 .,più - una tinta di anticlericalismo. I fondi di Stato eranoj per la borgl~esia f.rancese, ciò che la grande proprietà fidecorninissaria era per gl'i Junker l)!'USSiani : e col regime matrimoniale 1 del figlio ltllico, il fidecommesso fuuizonavaj nonostante il Codicè di Napoleone. Durante la guerra, questo regime e questa psicologia conservatori banno un primo colpo enor'llle : la volatize.azione dei titoli russi. )Jel dopo gue.1·ra, la svalutazione del fra.neo, culminata nel panico ile]J,,, primavera del 1924, porta il secondo colpo. Il risparhiiatore francese , s1ottato , = prima volta con titoli di Stato russi, wna seconda volta con titoli di Stato francesi, si precipita sulle azioni industriali. La cartella del con.solidaito cede lo scettro delJa Borsa di Parigi. Neppure alla più grande impresa metallurgica del jl<lese, Schneider-Creusot, riesce di collocare obbligazioni a red<lito fisso. Quello stesso pubblico, che dieci anni fa spasi,m.ava pe:r il reddito fisso, ora affronta l' alea. 'Trasformazione finanziaria, che presuppOne e provoca insietb.e un enortne muta.- mento d;i abitudini,, e di concezione della. vita. In certa senso, un ringiova.nimento. Il bq.rghese francese è meno legato di prima aJ sistema di idee conservatore. La restaurazione monarchica, c_he dove"" essere offerta come uua specie di ga. ranzia s~prerna ai borghesi conservatori e deten- r • to1i dei titoli di Stato, è u.n sogno svanito·. Il borghese comp.-a azioni della Societé Généra/e d~entreprise, non è pit1 conservatore, da aver bisogno della restaw·azione. Come Loucheur e come Cailla1L~i è uomo di sinistra. In Germania, prima del 1r4, il ceto dei reddituari su titoli di Stato si andava lentamente formando, fra gli allarmi dei democratici e degli imperialisti (Max Weber) i quali capivano che sai·ebbe stato la remora J)dÙ forte al rinnovamento sociale del paese. La guerra, e lo svuota.- mento del n'l.8.Ico, lo spazzarono via. Il borghese tedesco ha, oggi, orrore del titolo cl.i. Stato. Bisogna leggere nel Lewinsbon la descrizione del modo con cui il pubblico ted·esco ptese confidenza colla Borsa : l'emozione dei funzionari, dei militari, dei ceti tradizionalmente ,immol>ili nella devozione alla monarchia e allo statu quo) quando cominciarono a dar la caccia anch'essi ai titoli pesanti, come la « Bochii'mer Vereini » : un titolo, dice il Lewinshonj « fino a,llora 1nai toccato dai pro/ami , . E non c'è da sbaglia.re. Un funUonario o un militare che corre dietro alle BochUmer Verein non è più un « fedel ser..ro del suo signore>. Cer.te sere del '22, era (mpossibile ottenere comllllicazione telefonica da Berlino con una località della ·Marca o della Pomerania : tutto preso. Erano i proprietari agrarii, i nobili di provincia che dal fondo dei loro exRittergutbesitz,mgen, dalle loro proprietà fidecommi,ssa1ie, davano gli orclinri agli ·agenti di cambio. In queste occupa.zionj / finì la nobiltà prussiana, che aveva creato, colla sua mentalità esclusivamente ag,raria,i il rocher de br.Onze de11a monarcbì,i. Si capisce, ora., percbè la restaùrazione degli Hohena:ollern non sia ancora avvè- . I NUOVI CAPITANI , DEL CAPITALE INDUSTRIALE Fino al 1914, l'industria degli arn1amenti è in 1nano a g.d:andi famiglie, sorte press'a poco contempo.ranea1nente alle monarchie costituzionali. Eugène Schneid~ va a Parigi ll'el 1825; Alfred Krupp azibllla la sua ,prima fonderia nel r820; gli Stumm, nel territorio della Saar, sono i più amicbi, hanno già deHe fonderie nel XVIII secolo ; Emil von Skoda fonda la sua prima of!idna boema proprio negli anni in cui Francesco Giuseppe dà la Costituzione. Sono, dunque, famiglie anticbe : tutte legate alla aristocrazia fondiaria : gli Sch!Jeider sono prima devotiSSii.mi al Secondo Impero, poi accettano la -Rep11bblica, e finiscono - nel 1923 ~ per imparentarsi coi Borbone; l'erede di Krupp sposa UJ1von Bohlen; gli Stumm sono una ài.nastia di ambasciatori e di ministri, più ancora che di indttl.Sttiali; gli Skoda si congiungono con famiglie magnatizie di Ungheria. Per capire lo sviluppo delle aziè:nde rispettive, bisogna studiare l'albero genealogico delle !ami' glie; l'industria procede ancora pacatamente, i Consigli di amministrazione sonb un ix>' Consigli di famiglia, ci sono delle fasi di arresto perchè quella tale generazione di Krupp o di Scbneider non dà la testa quadra' che ci vuole, o percbè l'impresa cade in eredità a donne e a generi che non, se ne intendqno. Si capisce quale fonnic1a0 bile elemento di conservazione politica. J siano queste fi'miglie; quale deposito di tra<lizioni, qua.le osfaC9lo ad ogni innovazione. Il dominio della Banca e della Borsa le u.rge poco. La maggiorpark del capitaJe azionario fonna l'asse P"-- trimoniale della famiglia ed è sottratto alle ra7.a,ie e alle scaJate; la sicurezza della trasmissione per via di eredità dà una consistenza dinastica alle intraprese. Tutto ora è trasformato. La gue!1ra e il dopo guertrn,· banno battuto in breccia non solo le dinastie politiche, ma anche quelle sid.ernrgiche. Resiste un po', ancora, la dinastia Creusot in Francia, per le qualità eccezionali dii, Eugène Schneider; ma ba il passo fortemente contrastato dal C 011vitéd-es F orges e da De \7\ì endeJ, un nuovo arrivato, un parve111U,, Krupp 'ha perduto significato dinanzi ai nuovi fenomeni della vita industriale tedesca. Stnmm e Skoch sono stati spodestati da.Ilo Stato francese e dallo Stato boemo, in condizioni che non mancano di drammaticità : rileggere gli ordini del generaùe Gérard cbe sequ:estra, in base al Trattato di Ve,·_ sailles, tutto il patI'imonio secolare degli Stu.mm, concentrato mi.rabilmente nel Bacino della Sa:ar, e li manda a .farsi pag>1re dalle casse <li Berlino ... in marchi deprezza.ti ! A. Poco,: Stato • Socialismo. - Note sul movimento operaio all'eslero [lirgentina - Brasile] - Subentra nel d.opo guerra un altro stato maggiore della grande industria. Questo manca di ogni assise tradizionale, 11011 rappresenta più nes.<,.-u11 conservatorismo famigliare o statale. ~on ha. passato. Anche quando riesce a e creare •, e non soltanto a «negoziare,,, non lascia eredità. Le .icen.de d'e] capitale industriale diventano rapi.de come quelle del capitale finanziario. Stinn.es fu u-n uomo, in parte dell'antico regime, pre-1914 : e:ra figlio di wia vecchia famiglia cli magnati della Rubr. Jn parte fu uomo dei tempi uuovi, JX)St-1914; la parabola del suo Konzem fu rapidis'sima, limitata al periodf! dell'inflaz.fo_ ne. Gli italiani credono che Stinnes sia l'ultima parola dell 'in.clustria tedesca; e sono in<lietro ili due anni almeno. Oggi i due uomini più interessanti di Germani.a souo Otto Wolfl, l'indu- ·striale che sfruttò economicamente il trattato di Rapallo fra Germania e Russia; e Jacob Michael, il profittatore della reintroduzione del marco-oro. In Austria, Bosel. Tutti i paesi han.no nomi e astri nuo,·i, che ;udono qualche anno suhl'oriZz.onte, _IX>iYia. La stabilità delle antiche dinastie è scomparsa dall'industria e dalla Bonsa per sempre. Parecchi sono coloro che arrivano alla ricchezza, attraverso la politica: vere creatw·e del suffragio unL v~sale. Il fenomeno era antico in Francia, il paese) appUIJJto, del suffragio universale: dei nostri g]orni, i fratelli Cambon, ex-ambasciatori, lo banno brillantemente riprodotto. Ma tutta Eù.ropa. è oggi paese cli suffragio uni versa.le; ed ecco l'ex-ministro prussiano Hugo Preuss che, a cavallo diella Costituzione di Weimar, entra nei Consigli di amminàstrazione di Bosel, e Kor1 [antby, che a cavallo del· plebiscito di Alta S\e1 sia, diventa grande industriale, e si impadronL l_sce d'accordo col capitale francese, delle miniere "e ct·egli alti forni di "Ka'cfowitz e di" Lauraliiitte, ch'egli ha, con la sua. abilità cli demagogo, fatto attribuire alla Polonia col voto dei minatori. G1i Stunun, gli Skod'ai i Krupp erano diventati nobili e ministri attraverso la grande proprietà inc1ustriale, mantenuta per generazioni; i Cambon, i Preuss 1 i ·Korlanthy diventano milionari siderurgici attraverso le vicende parlamentari, e sopratutto, con le benedizioni del sui!ragio uni- ,•er.siale. Tutto ciò porta a un nuovo indebolimento del- . J,z tradjzioni sociali conservatrici, in tutta •Europa. I nuovi ca pi tani di ind u&tria sono piµ spregi udi citi, ,più: liberi di movimenti, e sopratutto più caduchi. L' indiustri.a europea &i americanizza anche nel ritmo delle fortUJ1e i~dividuali : e questo corrisponde ad, una americanizzazione dell'Europa nella vita spirituale e nella vita politica. Castiglioui e Stinnes han.no potuto condur~e la lotta di classe con spietatezza : difatti, sono stati tutt'e due acca.n.iti sostenitori del ritorno alla giornata di dieci are. Ma conserYatori non, fu.rono, come lo furono inveoe, ai loro tempi, Alfred Krupp, Carlo Ferdi.nan.do Stumm da.po dei Frei~onservativen. nel Rei.chstag, e tutti gli industriali delle dinastie del secolo scorso. Manca ai nuòvi il pathos del conservatorismo, manca l'attaccamento ad ogni patrimonio di tradizioni : sono agli antipodi spirituali dell'antico regime, fondato sull'aristocrazia e sulle monarchie ereditarie. Vedono il mondo, presso a poco, come Rocke!eller lo vede in base alla sua educazione e alla sua esperienza di americano: e ciò s,piega come praticamente si adattino· alla. repubblicii, e al regime del suffragi.o universale ... LA PROPRIETA' TE!lRIEIU PRIMA DELLA GUERRA Noi italiani <lifficilme'nte riusciruno a comprende,·e quzle importanza oonser'vat:rice avesse la gra.nde p.-oprietà del Ce11tro Em'opa prima della guerra europea. Diciamo spesso, che in Italia non c'è aristocrlizia: ecl abbiamo ragione in· questo : che la artistocl'az.ia è di sua. natura teniera, si ràdica stil fondo; è terriera, o non è; e quando il grande possesso: fondiario è scompeu'So1 rimane il patrizio urbano, che è un'altra cosa: e qu,esto . abbiamo in, Italia. Ma anche la aristocrazia forma una internazionale; la J)dÙ antica di tutte. La-nobiltà storica italiana, come quelJ:a francese, sono un ramo del grande albero della aristocrazia europea, un ramo malandarto-, se si vuole, ma sempre alimentato da certi succhi nascosti, sempre dipendenti dalle sarti del ceppo centrale. Il ceppo era ancora saldamente piantato nel mezzo déll' Europa; il ceppo germanrico, feudale, terriero, donde tutte le grandi famiglie europee sono discese, vigoreggiava indisturbato 1 6ui suoi lati!cm.d.i della (,ermania Oltrelbic:a, di Botmia, di Pngheria e de-i l'ae~i Baltici. Lt sue gran<li pia7,;,.e[orti politiche eranc, la Camera dò Signori prussiana 1 la Camera .\lagnatizia di Lngbtria,. le Diete <li l'.Stvnfa, di Curlandia, di LiYonia: questi erano ancora gli ultimi « parlamenti <li nobili » nel senso intiero, feudaJe del termine. :.\Ia le basi economiche erano ancora più imponenti. Alla testa della grande proprietà fondi.aria europea, e quindi cl.ella nobiltà ew-opea come ceto sociale, c'erano le dinastie degli Stati federali .tcde§ehi, ,·agina <li principi consorti e di principesse·•da marito, intrecciate con connubii o per c0111 u11 i discendenze con tutte le Corti e tul.te le aristoc·razie europee. I principi sovrani della, Confederazione tedesca possedevano, da soli, 400.000 ettari di .<lominii, di cui 150.or.JO per_ tineYallO alla Corona cli Prussia, 90.000 al Granduca cli )Ieklemburg-Strelitz, il più grande proprietario di foreste del Continente; e il resto, ,·ariamente spa,rtito. Questo era il grande asse patrimoniale,derfra1.1te dalla ripartizione feudale.. Attorno ad esso, in Germania} prospera,·a la grande proprietà fonèiaria degli J1atker~ Yincolata in buona parte a regime di fidecommesso inalienabile : Yero rocher de bronze non solo della mollarchia prussiana, ma di tutta la costituzione politica e sociale europea. ~ella Prussia Orienta1e e in Posnania, il 6o% della :;uper:ficie del suolo era in mauo alla nobiltà terriera. c(eJ1' Alta Slesia, quasi la metà della pro,·incia era proprietà di 54 nobili : UJ1 quarto del paese appartene,·a a 6 Magnati. L'Alta Slesia era il paradiso della grande proprietà. I nomi dei Donnersmarck, degli Hohenlobe, dei Pless, dei Ra.. bor, dei Tiele-\-Vinkler, evocano distese sterminate c]j foreste, enormi risen·e di cacc:ia,_ una organizza7jo11é cli Yita rurale e una ristrettezza di vita cittadina come noi abbiamo pena a concepire. Pare talvolta a molti che l'Europa, nel 'r4, fosse più e: democratica » cli oggi, perchè Jaurès la domina-i;a colla sua eloquenza., e la ser cialdemocrazia era nel fiore delle sconfinate spei:-anze. Errore. ln realtà dietro a Jaurès e 2. Bebel, c'era anc9ra., nella provincia tecnicamente più progredita di Germania, a poche ore di treno dalla ·socialdemocratica Berliuoj un uomo che partiva alla mattina per la caccia, fra l'ululo delle mute e il suono delle centinaia di corni, e batteva per delle giornate intiere le foreste, senza use.ire dal suo: un •privato•, che aveva il diritto cli essere chiamato « Altezza Serenissima > dall'Imperatore di Germania suo ospite, e di stare a ca.po coperto quando l'Imperatore gli rivolgeva la parola; tale quale come 1'.: adelingo > barbarico dei Carolingi e dei Sassoni; e pur viveva nel secolo ,·entesimo, era il Principe di Pless, o il Duca .di Ujest, o qualcbedun altro grande magnate terriero dell' . \lta Slesia.. Tali contrasti of!ri,·a l'Europa nel '14. :Molti non li vedevano. In Italia poi, i soYYersivi credevano che fosse alla vigilia della Repubblica. sociale, perchè grida,-ano la rivoluzione per le strade di Romagna ; come ora credono che sia alla. vigilia della « restaurazione integrale> perchè essi, quelli sovversivi, si son messi a gTidarè, per le stesSe strade di Romagna, viva 1a forca. No: l'Ettropa è più Yasta, di quanto i sovvei-shi italiani non pensano: essi sbagliano ora 1 come sbagliavano allora. In Boemia, su una superficie di circa 500 milioni di ettari, la terza parte era in mano di 150 famigliè nobili 1 quasi tutte di razza tedesca. Primo il principe cli Fiirstemberg, che da sold possedeva il 3,4 per cento di tutta la Boemia ; poi ìl principe di Liechtenstein, i Coburg -Koha.ii, i Colloredo.Mansfeld, i Clam-Gallas, e via via tutte le g•randi famiglie della Corte absburg'bese, legate per parentela alle Case regnanti dl Germania, e a non poche ga-andi famiglie italiane e francesi. E si noti : la Boemia, ben prima. del r914, era già uno dei. paesi più progrediti d'Europa, come sviluppo industriale; anche qui la nobiltà dòminava. tutta una regione di immenso avvenire eronomico, _IX>ssedeva la maggior parte delle miniere e delle disponibilità in materie prime. Qttello che fosse la grnnde proprietà in Ungheria e in Polonia, non è il caso neppiurE>· di rico1"d'are. In Rumenia, la nobiltà pò$sedeva circa la metà del territorio nazionale: e questa ·enorme riserva di latifondi era uno dei pozzi di San Patrizio in cui attingeva la nobiltà francese, in ispe:ial modo, per via di matrimonii ; infatti, non men'O di una trentina di eredi dei , gospodar • balcanici ù1canaJarono le 1"endite

/ 42 dei petrolii e grano rwneni verso l'Occidente, liete cli poter avallare la dubbia cbiarilà del sangue valacco con un gran parentado registrabile nell'Almanacco di Gotha. Basti citare, per tutti i casi, quello cli Madame de Kooilles, la più elegante poetessa francese, figlia di un latitoudista rumeno. Più interessante ancora, per le sorti di luita la nobiltà europea, la grande po:oprietà baltica. ln Estonia, circa il iO per c-ento del paese era a regime di latifondo; in Lettonia, quasi il 6o per cento; in Lituauia, quasi il 50 per cento. Di queste enormi estensioni di terreno arato e di foreste, erano proprietari i cos.idetti « baroni baltici »; un ramo della nobjltà tedesc:.a, discendenti o dai cavalieri dell'Ordine Teutonico, v dai cortigiani tedeschi degli Czar; aristocrazia tedesca sperduta in mezzo al contadiname slavo, isolata etnicameute, economicameut.e racchiusa nel fi<lecommesso; in.som.ma, nelle condizioni più propizle per SYiluppare appieno le proprie qualità signorili e dominatrici. Difatti, l'Europa uon \·i<le mai una aristoc,razia foncliaria cosi raffi.nata e orgogliosa, come quella tedesco-baltica. lmpaN11tati con ttLtta l'alta nobiltà tedesca 1 i baroni baltici erano 1 appU11to per il tra111ite della nobHtà tedesca, una delle più grandi Iiserve di sangue e di doti per tutta la nobiltà occidentale; è assai iutereSsante \"edere come 1 risalendo poche generazioni nell'albero genealogico di tutte le grandi Iamig1ìe europee di Occidente, si arrid infalhbihuente a trovarvi un innest0 proYeniente dalla grande nobiltà latifondista baltica. Perfino i Savoia• ne sono uu cospicuo esempio: Pa\·a di Vittorio Emanuele II fu uua p1·incipessa di Cu.rlan<lia. • Questo enorme ceppo· della nobiltà europea, stabilito 11el centro dell 1Ew·opa1 padrnne, come si è Yecluto1 della terra 1 con propaggini dì par rentele e di solidarietà in tutti gli albi paesi a pi·oprietà più frazionatai e.i~a una delle grandi forze conserYatrici del mondo, pi1ima del 1914. !\Iutamenti di gon~.rn:i, 1,ivoluziopi pvlitiche 1 aseensione graduale della. soci.a1ldemocraz.ia.i co11 taYano fino a un ceito punto dinanzi a questo blocco di tene 1 su •cui si ergeva un blocco di famiglie di discendenza germauicai imparentate coy tutta la nobiltà europea, e intatto nel· privilegio più g~lo.so, quello della propriet~ ~errier~. 1 L'Europa era un pc' come Ulla damig1a.na 1 1n c:u.i Riforma re1igio..~i liberalismo, socialdemocraziai versavanc 1 sìi tutto il vino delle ntiove idee-e degli S\iluppi del mondo moderno: ma non serdva. In fondo alla damigiana c'era qualche cosa che funzionava come funziona la « madre» del vino; il ,in.o nuovo :inacidiva presto so~ 1a sua influenza; 0 1 fuor di metafora, la grande proprietà terriera ren.deva inefficaci i fermenti delle nuove idee, l'antico regime resisteva sotto i colori e i nomi mutati, e gli effetti della rl\'oluzione liberale si chiarivaJJo essere piuttosto- meschini di nanz1 alle· cifre dei mi !:ioni di ettari di terreno, posseduti, con plenitudine di possesso secolare ininterrotto, dai discendenti dei compagni di sbornie e di canti del barbaro re Vitik-indo. LA TRASFOI!MAZIONE DELLA PI!OPI!IETA' TERRIEI!;\ , Ora, là guerra ha portato alla grande proprieà fondiaria del Centro Europa, e cioè al grande serbatoio di forze della Internazionale dell'air.L stoc.razia europea, un colpo mo1tale: di cui per ora restano nascoste le conseguenze, ma che è destinato ad avere la più grande influenza ·sulla democratizzazione e sulla americanizzazione del Continente. li libro del Lewinsobn, ci fornisce i dati fondamentali in proposito: ~ei paesi in cui i grandi proprietari appartengono alla stessa naz.ionalità della ma.gg.iora.nza dei cittadini - come· in Germania e in Ungheria - l'assalto, alla grande proprietà _non è stato drammatico. Così, in Germania, abbiam.o lo spossessamento fondiario solo paniale delle dina.stie ex-regnanti: certe dinastie, come i Wettini di Sassonia e i Wittelsbach di Baviera, haniI10 do- \·uto striderci; albi come gli Hoen-wllern, se la sono OijVati riccameutei e grazie ai tribunali della Repubblica, conservarono pt'oprietà vastissime. Anche la politica di colonizzazione nei territ01i' di Oltrelba procede a 1ilen~. Ma si sono yerifi.cati, in compen-c::o, albi due fatti, che a )ungo andare, spezzeranno il latifondo: r) Il fidecommesso è abolito. 2) La pic~q.la e media proprietà, che prima <lel 1r4 eran~ gravate di -ipoteche a. favore della g1~ande1 e ne formavano quasi una <li·peu-clenza,sono state liberate per la sYalutaz.ione del marco; hanno avuto u,u vero traltan;ento 'cli fa,,ore in confronto ai latifondisti. Inoltre le cessioni imposte dal trattato di Versailles, nella Fosna.nia e nella Prussia Occidentale, la cessicne dei distretti dell'Alta Slesia hanno smembrato le più g;randi J)<'oprietà magnatizie. Da parte della Polonia è cominciata la guerra contro-i p1'op:cie4ri e gli affittuari tedeschi; guerra di nazionalità, e quindi a coltello. li principe di- Pless, per esempib, Fwrst vow un,d zu Pless 1 ha dovuto trasfon:p.a.rs:i in « Kziaze na, Pszczynie », da tedesco farsi polacco, e rompere l'unità del suo dominio a favore di a.flittnari e <li coloni polacchi : e questa è stata la so1te di tutti i magnati slesiani. In Ungheria, la svalutazione del marco ungherese ba portato alla. piccola proprietà vaniaggi analoghi a que1li di Germania;· e in Runìenia 1 la necessità di rinsaldare in qualche mòdo la compagine statàle, portò a leggi agrarie che rid'u.eono a 500 ettari le massime proprietà fondia•ri.e1 e fissano l 'indennizw in moneta svalutata: e pe1· q_'l"nto la legge sia LA RIVOLUZIONE LJI.H,RAL.t! stata applicala con la eon.sueta mollc-zza e corru,. zione yalacca, oggi mez.zo milione di contadinjproprietari formano un primo cuneo nella m~a del latifondo dantLbiano. , Negli Stati poi, dove la grande 1,roprictà aristocratica era in• mano di tedeschi in mezzo a popolazioni slave, essa [u battuta in breccia implacabilmente. La piccola e media bo1'ghcsia di Boemia e degli Stati baltici, pottatrice, qui co. me iu tutto il resto d'Europa, del priucipio di nazionalità e• del concetto dello Stato nazionale,, si gettò addosso alla grande proprietà con provvedimenti legislativi feroci. Le leggi del l'arlamenl-0 di Praga contro i latifondi di Fiirstemberg e della grande nobiltà absb111·ghese, sono il degno contraccambio alle esprop1·iaz.iorU compiute 11ella guerra dei Trent'anni a danno della nobiltà cè-ca. Nelle repubbliche cli Estonia, di Curlandia e di Liv011ia i baroni baltici furo110 espropriati a colpi di marchi svalutati. Nella sola Lettonia nel primo a1u10 dopo la guerra, non meno di 100.000 contadini sono entrati in possesso della terra; e negli anni successh·i 1 lo spezzettamento del lalifondo è continuato in progression rigorosa. I baroni baltici - eh 'era.no forse la più ticca. e potente. nobiltà d1 Eu.ropa, sono stati estiqXlti, non esistono più: un ricordo) 11011 altro. Queste trasformazioni del capitale fondiario nei paesi del CcnLro Europa hanno colpito l'a1istocrazia europea sopra tutto nel suo asse, nel suo <."t-p'JX>, che (; l 'arktocrazia germanica. Quel complesso di trailizioni e di sentimenti conservatori, che faceva capo alla esistenza di una grande arist(.,(;fazia OC->t'tlera, e che si faceva sentire in tutta la politka europea, resta senza sostegno; la grande aristocrazia terriera scompare, travolta dalla guerra europea. Jl JJÌÙ forte puntello dell 1ordi11amcnto soc.-iale, com'era concepito prima del r9q, cade dinanzi alJc masre chiamate sulla scena dallo Stato nar..ionalc, e alle leggi cli espropriazione votate a colpi cli suffragio universale. Questo mutamento nell' assetto secolare della p-roprietà fondiaria nobiliare, è un fatto nuovo enorme, PQrtato dalla guefl'a, e dcdsd vo ·per le sorti di Europa. Che cosa import.a, in confronto, se in qualche paese prevalga un programma cli governo conservatore I E sopratutto, di fronte a questo fe11omeno europeo, quale importanza possono avere le voci e le velleità delle dottrine neo - molto 1100- assolutistiche, che oggi sono di moda in Italia 1 e che parJano cli " restaurazione integrale _. e cli ri valu taz1oue dell 1aristoct'azia? Bisogna guardare più al fondo, nelle trasformazioni economiche, nelle peripez,ie del capitale agrario; e allora si vede quale cammino abbia fatto la democratizzazione e la americanizzazione dell'Europa. LA CRISI BRASILIANA Il Brasile t11-ttraversa una grave 01isi da,lla qual.e non si intravede come e quando possa uscirne': crisci. politica, crisi economicai cri.si fìna~iar'ia : risiùtati di e1:rori e dl i mptevidenze dissipatrici. li governo della i:ep11bblica si sente minacciato nella stessa capitale federale e vive alla giornata mercanteggiaJl.<Ìo la fedeltà della' polizia e degli ufficiali super1io1i dell'esercito e della 1narina. Ridotto ad una logora cor;teccia di apparenze il governo resiste più col denaro delle facili céPruzivnd cb,e con l'autorità del proprio p<'estigio. Stato d'as<seclio, censura suJ.la stampa, vigil:all.7..a. poliziesca lungi dal sana.re La situazione l'aggravano. Le voci più allarmiste tro- ,-auo facile credito fra la popolazione, politicamente assente, rassegnata, spaurita e passiva spettatrice delle contese, dell'iru:lisciplina, delle congiure offerte dalle forze armate dello Stato. Il pFesidente Arturo Bernardes, temendo 1111 attentato, vive segregate nel palazw del Cattete circondato da l1ll abbondante cordone di fidate gu.aù1ie cl.i polizia. Benchè tra il palazzo e la st1·ada vi sia ll'Il Vasto g¼irdJno cintatoi il passaggio, lungo la strada che fia:nc.heggia la residenza presidenziale, è proibitv ai pedoni ed ai wicoli. Le truppe fedeli al règime danno scarso affidamento di. combattività ·e si teme. che .a~ contatto dei ribelli &i. sfaldi.no fuggendo o andan.d'o.ad ingr'ossan.~ le file avversarie. I generali inviati all'inseguimento delle forze ribelli comandate dal generale Isidoro Lopez hanno creduto esatu;ta la lor'o missione alle frontiere dello Stato di San Paolo e sono ri-entrati trionfanti agli oz,j tranquilli delle -città annunziamdo che i rivoluzio11ari erano stati schiacciati e dlspersi. Ma pochi giorni dopo si a,ppren!d.eva che il generale Lopez, entrato inclistw-bato nello Stato di Pa.r'ai11à 1 pa:'ocedeva a nuovi arxuolamenti ed aru..- nu..nciava u.t1J ritorno offensivo nello Stato di San P2olo. Il govérno della repubblica, non sapendo più a. qual gener'atle affidarsi 1 si è rivolto al generale Candido Rondou, tutore delle popolazioni ind'iane, e lo ha incaricato di distruggere i tibelli.. « L' i'l.npresa - mi drkeva melanconica.mente il generale Rondbn al.la vigilia della su.a part10nra- non è tanto facile perchè la ribellione cova dappertutto. Non sappiamo con µ.recisione dove si trovi il generale Lopez.1 quali forze abbia e quali intenzioni nutra. Si oo. solo che si trova nel Paranà ma il Paranà ha l'estensione di due te1:zi d• Italia ed è senza fenovie e senza strade 11. ,Da qualche giorno sono tornati nello Stato cl.i Minas clinemila solda,ti che avevano partecipato alla passeg.gia.ta nello Stato di San Paolo: sono. ritornati a riposarsi ed a godersi, i frutti del bottino razziato nelle case private. iìfa se San Paolo è apparentemente tranquilla un nuovo, vas-to focolare rivol1.1!ci.ona:riosi accende nello Stato di Rio Gronde do Su[ con l'improvvisa tibellione di tutte le forze militari e poliziesche finora fede:li al governo federale. Queste rivoluzioni, frequenti nello Stato <li Rio Grande il.o Sul-, immiseriscono le c.ajipaguei paralizzano i traffic:i1 scompigliano la (vita ec:onomicai -schiudono b:isti cronache di sperulaziond, di violenze, di rappresag,lie e cli ruberie. A Rio de Janeiro si attende di giorno in giorno qualche sorpresa. Un mattino la città si desta al rombo del cacr,,. none. Non si tarda ad apprendere - percbè la ce11su.ra non 1ies.ce a soffoca.re il fatto clamoroso avvenuto nella stessa capitale - che gli equipaggi di un, incrociatore e di una coutrotorpecliniera si sono a,mmutinati. I forti di Rio aprono iL fuoco su,lle navi ribelli. La popolazione spaudta si 1itrae nelle case; le strade diventan'.o squallide e deserte; il 1ombo del cannone ha bruSCaJnente interrotto il ritmo della vita cit.-- tadioo.. La controtnrpediniera Goyaz si ar.r'ende ma l'illCrociat.o·re San Paolo, quello stesso che sei settimane prima aveva condotto. il nostro ambasciatore Pietro Badoglio ed il ministro brar siliano degli esteri ad incontrare il principe Umberto nelle acque di Bahia, parte per ignota destinazione. Vi è un senso di srna.rrimento e cli disgregazione nei pubblici poteri consll'nti moralmente da decenni .di co,ruzioni. Le oligarchie politiche, isolate dal popolo e male assise su.l disordine amministrativo, vacillano sotto l'urto di nuove , cupidigie. Lo Stato dell 'Amazwne, dopo alcuni mesi di una caotica e incruenta ri volwione compiuta da ufficiali inferiori dell 1 esercito e della poJizia, confessa la propria, impotenza. a, darsi un governo ed invoca l'intervento federale. Sin.- gol.are rivoluzione quella di :i\lJ..anaos.Da _parecchi anni il governo dell 'A.mazrone era considerato quasi lUl feudo della famiglia Rego n'Ionteiro e dei suoi antici. Le malversazioni non avevano limiti; l1erario veniva dilapidato; i funzionari dello Stato da dieci mesi non percepi- ,ano pjù lo stipend;o. Scoppiata la rivoluzione tutti i beni mobili ed immobili del governatore Rego .Monteiro, compl'esi gli abiti cli sua moglie e delle sue figli11-0le, vennero messi alliasta pubblica .ed il riclvato venne disttibuito fra i funzionari come acconto sugli stipendi arretrati. Alle convulsioni rixoluziouarie, ai pubblici mercati delle l'eggi e della giustizia corrisponde un.a situazione economica tutt'altro che prospera e soli.da. malgrado le ricche risorse del paese e le ,,aste possibilità rii sfruttamento cb'esso pot;ebbe offrire ad uua saggia e sana amministrazione .. «· l,a ~t.ra intera vita economica, - seri-. ve (J brasiliano Alberto Totres --,. riposa sopra i monopoli, i privilegi, gli, azzard;i1 le eventuali valorizzazioni, sopra operazioni aleatorie 1 favori1 speculazioni ... 11. Una vita economica alta giornata con le imp,revidenze, c:on le dissipazioni, con le corq1-z.ioni d'ei politirantii con gli s,perper:i amministr'ativi, c:ou le speculazioni,' gli accaparramenti, i giuochi delle predominanti banche straniere. 1' governi che si succedono hanno per p1incipale obiettivo la distribuzione di illeciti favori alle 1oTo fazioni. Non vi è u11 organico disegno costnuttivo 1llill,gimi'rante. Senza l'intervento di capitali e dj iniziative straruiere il Brasile avrebbe ben poche ferrovie e pochissime industrie. La sola Inghilterra ba impiegati in compagnie industriaH e ·servizi pub- . blici u4 milioni cli lire sterline ed in )WeStiti fed'erali, statàli e municipali 141 milioni di lire sterlip.e. (;li Stati p,:òdiga,10 non poco denaro nelle apparen7..e fastose delle principali città. Rio de Ja~iroi con le su.e ampie e belle {lll)enide 1 con la lu,minosa col/a:n.a di perle dei &uoi globi elettrici offerti aJPoceano, con 1a sua opulenza, coi suoi diecimila automobili vi sembra, maJgrado le sue brutte architetture, l'es,pressionè di un ricco e b'ene organizzato tes&uto economico. Ma non tardaite ad accotgervi che è un, er't'ore trarre dalla grandiosità delle opere compiute a Rio un'immagine rappresentativa.i del grado di svifup,po e di progresso del paes,,. La capitale è 'w1 1 incrostaz:ione ilh1soria su un paese ancora prilnitivo pet grandissima parte. Andate alla. ·stazione ferroviairia di. Rio d~ Janeiro e non comprendete percbè si è speso e si spende tanto per la manutenzione di akwne. averuide di, lusso me11tre meschino-, sudicio, disb'r'dinato rima.11e l'edificio della stazione qim.S!i a di,rvi ·che qui finisce l'a,ppa,iscente mantello della città e si apre la porta effettiva sttll'interno de.I paese. Le strade carro~bili in Bra&ile sono rarissime; le ferrovie disorganiche, non. collegate o mal collega.te fra loro, in parte tr'acciatk: a gomiti per la via più lunga per sfruttare i sussidi chilometrici governativi, con materiale mobile insufficiente. Non vi è strada_, carrozzabile neanche tra Rio de Ja.neiro e San Paolo. Il mezzo più comuni_edi locomozione niel1'interno è la caval- · catu,ra. Nello Stato di San Paolo, il più progredito, pt'Oprio in questi giorni si abbatte una carestia di vivei; e la capitale e le città interne dev-ono importare il riso dall'estero, e pagarlo attravetso' la sfrenata speculazione intenned.iaria sei lire a1 chilo, mentre a cinquecento chilometri dalla capitale, sulla linea ferroviaria della No-roeste, quattrocentomila sacchi di riso depe, risc:ono e n.o"n•1.)ossono essere trasportati ai centri di con-sumo per mancanza cli locomotive dì vagono. e ... di strade 'carrozzabili. 1 Le finanze della Federazione, a clifferenza cli quelle degli Stati che traggono il loro principale alimento dai dazi di esportazione, si basano in gran parte sttl gettito delle dogane. 11 prote-.donismo dòmina in. tutti i campi dell'attività brasiliana. Le industrie, favorite da larghe concessioni, da esenzioni di tasse e da enormi dazi di entrata sui concorrenti prodotti esteri, realizzano lucri enormi. La dissennata politica protc:zionis.ta brasiliana pe'l<l dnramU1te &tLllagrande massa dci consumatori conda:twata a spogliarsi, hl questo esoso mercato chiuso, per arricchire avventurosi e poco scrupolosi industriali. 11 colono è la p,rincipale vittima. condannata a fare le spese di parecchie, protette industrie usuraie, non ultime qu.elle tessili. Lo Stato di Minas ha fatto <lelle ferrovie nno strumento prote-donista, anche verso gli a'.ltri Stati delJ·Unione Brasiliana, a profitto dell'agricoltura e <lelle poche industrie locali. 1 g<:n.et'i di importazione sul1e ferro\:i.e ct:ntraH pagano per tonnellata-chilometro un terzo cli più ùei gc~eri cli esportazione. Per aJcune vod le differenze sono assai più sensibili e la tariffa cli importazione giunge a su.perare perfino quattro volte quella segnata per l'esportazione. Le tasse indirette sono le più sviluppate e ricadono quasi escusivarnente sulle classi disagiate. L'agricoltura, che è la più redditizia delle industrie brasiliane, È: stata esdu.sa dalla tassa sttlla r<:n.- dita e parecchie industrie, ben.cbè prospere, ottengono esenzioni di imposte. Durante la guerra il Brasile fece ottimi affari con gli Stati belligeranti alleati., Dal 1915 al 1918 il saldo medio della bilancia commerciale ,.,visibile fu di 17 milioni di lire sterline e nel 1919 salì a 52 milioni di lise stetlin-e. :,Ialgra<lo queste favorevolissime condizioni della bilancia commerciale la Federazione e gli Stati ha= continuato a far debiti esteri, la circolazione cartacea ( con minima rise...-va aurea) è salita a due milioni e mezzo o a tre mili(!l.li cli contos di rei.s (un contos di reis corri5ponde a 2.700 lire italianej. Xessuno sa .lire con precisione quale sia Pemissione cartacea - e questa è un'altra caratteristica delle finanze brasiliane - che Yieue fatta oscillare fra queste due cifre, cioè, al cambio odierno fra sei e me-ao ed otto miliardi di lire italiane. Il cambio ha segnato un contin110 peggioramento: il J)<'ezzo del dollaro nordamericano -è salito da tre milreis nel r9r3 a 5 nel 1910 a 8 n.el 1922 a 9 oggi. GoYerno federale e go,·erni statali si tro,~ano a corto di quattrini : l1estero preoccupato per la sorte dei prestiti già fatti nàn si mostra disposto a· fa.me di nuo,i. e quanto ad un prestito interno le difficoltà sono anche più grandi sia, per la poca fidu.cia che ispirano i governi, sia per la scaISeZZa del risparmio pri,·atc, che rifugge, comunque, dagli impieghi in titoli di Stato cli minor reddito degli impieghi .privati che danno un'in1:eresse norma1e dal 12 per cento in su. 11 Brasile si trova in graYi imbarazzi nel pagare i suoi impegni esteri .che ascendono ogni a:nno a trenta milioni di lire sterline. La missione ,inglese presieduta da J\Ion~au e dal direttore della Banca d! Inghilterra ,·enuta a studiare la situazione economica e :finanziaria del Brasile, per im·ito del Presidente della Repubblica che sperava di ottenere, dopo questo esame 1 un nuovo prestito, ha steso una r.elazione che non è riuscita g:rnclita ai Brasiliani malgra<l'o il tono di cortesia che incorniciaYa le caut'e coUstata.z:ioni della .t'ealtà e gli energici consigli risanatori proposti. La relazione della missione inglese rile,-a i preoccupanti squilibri del bilancio, ritiene che al momento attuale debbano essere edtate le s~e per grandi lavori pubblici 1 consiglia la ò.iminuzione dell'en◊rme nt1lllerodi fu.n.ziom.ri pubblici e la severa repressione delle corruzioni. , Il senizio pubblico - dice la relazione - non .sarà m.ai efficente senza impiegati ben rimunerati e senza giustizia nelle promozioni che debbono essere libere da influenze politiche,. L'imbairaa.ante situazione :finanziaria del governo deriva..1 secondo 1a relazi.one 1 dalle condiziorui del suo debito fluttuainte, conseguenza di una serie cli bilanci in deficit e del sistema di realizza.re grandi lavori pubblici senza i rela- . tivi stanziamenti .e di pagarli con titoli a breve scadenza. La 1nissione inglese ha suggerito la vendita o l'appalto dei beni patrimoniali del1' Unione: ferrovie, imprese di navigazione, azioni del Banco del Brasile per ridurre, con queste riso-rs,;, l'importo del debito estero. Ha pro.po.sto inoltre il Ja.nciamento di un prestito interno, contempara:neo ad U!llo esterno 1 poi.chè u:Ua felice operazione interna s:i rifletterebbe su.l credito del Brasile come climostr,,zione dello sforzo di riscattare gli impegni con le stesse forze n=io;,,,ii. Con qi!este due operazioni - esterna ed interna - si consoliderebbe il debito fh1ttnante. lVIa la re1azione 1 dopo aver rilevato che il credito del Brasile è rimasto scosso all'esterr, dal fatto che Stati e MtLnicipi non hanno fatto fronte ai loro ...impegni, consiglia che. il governo federale si pron,mci semp,-e in caso di nuovi prestiti mu,nìcipali e statali, cland.o l'avallo morwle solo quando il progettato "Prestito sia degno di approvaùone. A i' mru:asma eoonomic:o e finanzia.rio si sono aggiunte le convulsioni rivoluzionarie 1 la lotta delle fazioni mil!itari, le competizioni armate per. la conquista del potere. Il paese è profondamente ammalato in tutti i rami dell' organismo statale e la sua salute non rislede certo nelle confuse sedizioni militari, promosse da clan politici di non altro preoccupati che delle. loro cupidigie e delle loro ambizioni. LUCIANO MAGRlNI

FORD Ford scrittore può ricordare Franklin. E' un moralista impegnato a scrivere una vita modello uua Yita rappresentativa. · Che quest,i biografi~ fosse un'autobiogtafia era necessità 1 non solo per dare a11'argomento un valore probativo o derivarne un invito all'emttlaz.ione. Pairlando di sé Ford ]YUÒ presentare le sue teorie come se fossero un racconto di fatti: si nasconde l'ideologo e si mettono in prima linea gli arti.tizi dell1idealismo pratico. Quest'arte di esposizione piacerà in clima ladno con1e una specie cLi esibizione cli cinismo e di energia diabolica. Invece, conviene cercare nell'autore dei lineamenti meno invidiati e più ra.ri: l'uomo ingenuo e il sognato.re. Il libro di Ford farà fortuna come un manuale dei progettisti : eppu1·e codesti lettori usi a contemplare ~• americanismo con inYidia cli euxopei tellluti lontani dalle più grasse avventure, sono per natura Yotati a delusioni. I co11Sigli commerciali e iu<luslriali c1i Ford sono banali. Chiunque si sia occupato mediocre-. mente di affari 1i ha scoperti con facilità e applicati con profitto. Non occorre l'esperienza di un bilancio di milia.rdi; basta l 'eserciz.io di una casa editrice di opposinoue e di avaugua.rdia per stabilire : che non occorre darsi pensiero della conco,n'enz.a; non mirare al guadagno e alla speculazione ma allo sviluppo dell'impresa e al mi- . gliora1nento del prodotto ; che l'impresa migliora in qu'anto si dducono i costi e le spese generali con lo scopo di diminuire i prezzi e a·umentare le mercedi alla 1nano d'opera ; che si possono fare debiti per Pimpiinto iniziale o per nuo\·i imipianti ma è segno di cattiva amministrazione ricorrere al credito per il corso ordinario degli affari, e gli stessi ampliamenti si ;,ossono effettua.re più seiia.mente nella misura graduale data dal reddito che ricorrendo a<l arrischiati aumenti di capitale; che si-J)UÒ sempre semplificare il servizio e migliorare indefinitamente· 1 'organizza.zione del 1,avoro., Si sa c'he, · scelto un prodotto utile al pubblico, applicate queste e altre norme di economia generale, qualunqtre in1presa <leve riuscire prospera. lvla il segreto di Ford non è u.n segreto commerciale o industriale. Qualche anno fa 1~ Fia.t mandò in America una commissione di ingegneri a studia,re i met<Xli applicati n.ei suoi stabilimenti. Ford volle che avesser'-0 tutti i dati, tutti i materiali, tutti gli schiarimenti ; che nessun sistema di acquisti, cli vendite, di amministra: .z.ione, nessun congegno tecnico fosse loro nascosto. · ' Ford ~ che il suo è tlll segreto religioso, un sistema di \P)orale. Nella storia dei suoi inizi si avverte la presenza di una ispirazione ascetica. Ha nutrito in solitudine il stto pensiero dominante, la sua idea fissa di costruttore e di impresario, come un monaco di romitaggio si vota alla meditazione cli Dio. Il suo spirito pratico ha una, forza di coocentrazione intensa come la rinuncia àel mistico: conviene pensare alle origini' religiose del pragmatismo. Il giovane meccanico rin.n~ga le divagazioni eclettiche come poi l 'iridustriale disdegnerà le avv~ture e le improvvisazioni dei banchieri : occupa,rsi di una. idea alla -vo/.ta. b1 questa atmosfera di semplicismo quasi rozzo nasce il pa,radosso di Ford, l'idea fissa: dedi- , carsi alla fabbricazione cli un prodotto di universale necessità. Fanciullo, mecccanico-aut.odiidatta., &i occupa di orologi, ne costruisce per i vicini : persino al momento dj. scegliere la carriera futura pensa Che potrebbe fabbricare un . orologio servibile per trenta centffiimi ma poi si persuade che gli orologi non sono di universale necessità e che quindi la gente in generale non li a1,-rebbe comprati. La stessa considerazione lo distoglie del fabbricare trattrici ~r l'agricoltura (Ford è figlio di un agricoltore: il suo equilibrio sano, l'indiperu:lenza-.spiritnale, la sua fermezza audace e insieme coeciuta, fanno pene.. sare alla sua giovinezza trascorsa nei eampi, ribera, lontanÒ dalla scuola e dai più sottili p,robl,;mi della città. Ford ignora la città). C'è un'altra idea n~1 suo cervello, persistente come la -sicurezza ai uoo missione. Dal gi01'nO che a dod1C1 anni io 111.'im.. battei in una lòcomobile Stradale) fino a,d Oggi, la 111.ia massimw aspira:zione f-u, quella di costrufre una macchina che percorr,sse le strade. Alla base di questo cervello di industriale c'è un sentimento di contadjno: la meraviglia cli fronte ali 'ostacolo delle distanze. Ma il concetto· di missione, e qua e là il to.µo clogmatico e quasi orgogliosamente nazionalista non devono far pen-sare al nostro tipo convenzionale clell'americano 'dinamico e spregiudicato. Nell'aricl;.i costa,nza e nell'impassibilità <li Ford c'è seinpre una sfumatwra d_iintimità, un segno di ricehezza interiore. « Nessun, lavoro che inte1'essi è 1nai duro. Ero sic1uro del rn-io successo. Ma -mi era una gran cosa il -vedere niia• 1nogl.ie anche più fiducia-sa di 1ne. Ella è sempre stata cosi». Certi suoi aforismi fanno pensare al Cliché protestante : ; La, -vita non, è ·mia ba-ttaglia s,e non contro la nostra tendenza a ,netterei a ri-- posGire ». « Non è necessario che l' iniprendtitMe mn.i il salariaMJ o che il salari{lJto ami l)imprendit.ore. Ne·cesscirio è che ciarscwno cerchi d'i -rentù·re giustizia agli altri secondo i lot'o 1,re-ritii •. « Possa ogni amerl:carno corazzarrsi l.,arnimo co-n,. tro il teneriime. Gli a,i,,i,ericani do1.rrebbero· abol,ir- . Lo. E' ,m ntrrcotico : sta:te ritti e difendete-vi: I.asciate i deboli accettare la carità •. Ma sotto il cliché è semp,re vigile uno spirito vivo. LA RIVOLUZIONE LIBERALE ,,. f 43 Protestante è l'idea iniziale del servizio di· universale neceSGità da ren.clere. Protestante il metodo di soddisfare il servizio con l'oggetto ' più semplice, più leggero, uguale per tutti. Protestante il uoviziato a cui il co&trnltore si sottomette prima cli produrre, studiare e tmvare STATO E SOCIALISMO il prodotto migliore che 11011 dovrà più mutare. Per Ford queste sono leggi; per noi sono segni organici del suo cervello. Sentiamo nella sua fantasia un lai-go fondo cli umanitarismo austero clissimula,to, un'energia di wtopista. Cristiana è in, lui ! 'abitudine a comp<'end.cre, il bisogno di sognare redenzioni, con un ottimismo che a nd parrà esaltato. Ma delle sue parole egli è sicuro: « fl genio degli Stati Uwit.i d'America è cristiana. Ciò non co-mporla significazioni) settarie, 1n.a ricond1tee a 1un p_rincipio fondamentale, che dli/ferisce da ogni altro p,·i-n,cipio m q11,anto attua la libertà con la 1n01·alità, e conferma. la società a un codice di ·relazio-n,i wmarne costit1.iito sopra concezioni essenzialmente cristia-ne degli -umnni clirilti e doveri ». Tale tranquilla esclusione delle questioni di prriucipio vuol rivolgere tutti gli sforzi al lavoro quotidiano, forse con un semplicismo troppo primitivo; ma alla nostra civiltà scaltrita riesce assai malagevole opporre dei dubbi e delle sfttmature a una fede così candiicla, e lineare ; ci sembrerebbe di offendere l'innocenza. O piuttosto noi ci sentiamo meno attaccati al presente ~ il nostro 'scetticismo è una specie• di fede nell'osclllI'o avvenire, perchè sappiamo che dei nostri peccati non potremo essere ass.;lti che da una catastrofe. Alle forze ignote di una società futw·a, che ancora non s 'aunUJ.lf.dan, oi affidia1no la nootra salvazione. · La religione di Ford invece non ha bisogno di imponderabili. Il senso del sacro è ben fermo in lui. « C)è qua.lche,cosa di sacro in una ;:rande azienda che pro-vvede all'esistenza di centintiia e di ·migliaia di famiglie». « V) hro nei ;,,tla·ri al- " cwnchè di sacro: essi rappresentcmo case e famiglie e sorti ào-rnestiche ''i. Il lavoro, il diritto ~ il dovere aJ lavoro, è la legge del mondo di Ford: è una necessità e dà un potere. Spiegazioni più integrali non si possono chiedere che allo spirito fresco e fì<ludoso d~lla razza. Si sono resi conto, di questi fondamentali problemi etici i pro. gettis-ti dell'indrrstoo italiana? Si può importare iu Italia con espedienti di magia la grande in-. dustria, che può nascere solo in, virtù di adattamenti e di sforzi aderenti a bisogni locali ? Si sono resi conto dei problemi oltre a tutto icreali che ·importa la creazione ài un triangolo di p~oduttori Milano-Torino-Genova? E' W1,' impr~a che importa nel!' I,talia progettis,ta .e dilettante, decenni di preparazione psicologica, e che si può. solo maturare lentamente. Questi dubbi è in dovere c1i presentaT'e clìi vuole' in Italia una industria seria, non un' avventt!Ìa di banchieri. Sta di fatto che in Ford non si trova soltanto lo schema del calvinismo industriale, ma un'organica s-trn.ttura di attività e di personalità. Soltanto i retori dei destini della latinità note: t'an,no che in questa civiltà meccanica manca la geniaJlità poetica. La fabbrica di Ford è tutt'altro che il regno dell'a.utomismò. Non, è che Ford abbia abolito l'a,bilità. La -vèrità è che per certi tipi di cervelli il pensa.re è proprio wna pena. Costoro preferiscono essere utilizzati in un lavoio facile e uguale. L'abilità poi importa semprr-e un certo grado di spirito d1rettivo e inventivo. Il genere di abilità che in questa fabbrica si esclude è il disordine dell'imprevisto, la risorsa dell'impro,.rvisazione. 1 1n Y,uest 1uomo di fabbrica l 'immagin.e dei campi ,è rimasta presente e forte come gliel'ha data la fanciull"?Z". La. salute del sole e il senso di · spazio della, sterminat_a ca.mp(Igna sono la sua nostalgia d:iJ imp,resa.rio. Nemico, della qmcentrazione egli è sicu.ro che l'epoca d:ella grande città , è mor.ta: sogna per il futuro un'industria alleata a11'ag!l.ico1tura, la vita. dell'operaio divisa tra i campi e la fabbrica. Noi non ci commuoveremo a qU'esti progetti pitt'or'e$Chi,ma il segreto del capitalismo-america<!]O, la sua' vitalità presente (e diciamo pure la sua presente superiorità su:! 111ovim~11tooperaio) è proprio nella coesistenza. quas.i grossolana dl, spirito d'organizzazione e di idealismo sdgnatoi-e. Il cap;talismo (raziona.le, cinéco, rigorc,so) sembt'al avvertire il s·uo peccato originale e chiede l'aSS<>lu.z.iOllla.ell'utopia. p. g. COlìlìEZIOfH 1028-1024 QIVPhUZIQ8E hlB QllhE L. 20 (ogni annata) Cediamo agli abbonati per lire 20 l'una queste annate arootrate. SoBo le ultime rimaste, ma mancano nell'annata del i923 nurrreri i - 2 - 3 - 4. Num2ri speciali dèlla Rivoluzione Sul Fascismo (i922) esaurito Sul Partito popolare (1922) L. 2 - Sul Nazionahsmo (1922) » 2 - Su G.. so~el (1922) ,, 2ffolla proporzionale (1923) 2 - Sulla Germania (1924) esaurito Sull'Inghilterra (1924) esa.u,rito Su Giulietti' (1924)' esaurito Su Matteotti (1924.) esaurito Sulla. questione agraria nella Bassa Valle del Po (Com'è nato il fascismo)· (1924) L. 2i- Sulla proporzionale (1925) Sulla Corsica (1925) )) 1Lenin ripetendo ed ampliando le frecciafJe marxiste ed engelsi.ane contro lo Stato oppressore e, adattando alla polemica le critiche, che del parlamentarismo furon fatte dal De Greef (V. Regime parlaraentarismo e Regime rappresentativo) e da altri, egli, il dittatore di uno Stato Leviathan, volle, con la sua acre polemica, dimostrare la necessità per i socialisti di distruggere lo Stato per non farlo_JJiù risorgere. E' già negli utol)isti questa idea anarchica d'uno Stato oppressore che, per scontare i suoi molti peccati, deve scomparire èome neglj utopisti del secolo XVIII troviamo già le critiche leniniste contro la democrazia. Nessuno fu più di loro acuto e sarcastico -demolitore della chimera del!'é_qalité ed in essi troviamo criticato il sistema rappresentativo, oome già si delirueava in Europa e aveva vigore in Inghilterra. La democrazia era un principio buono applicato in condizioni false e, come 1:.ale,doveva dar frutti amari, fino a che i cittadini non fossero stati educati a far buon uso dei loro diritti. Quando lo Stato armonico fosse stato effettuato, a che avrElinmo dovuto perdercii nelle frascherie democratiche, se la virtù era incarnata nella Cormnunauté, la quale, avvertiva il Bazard (Doctrine de Saint Sirtwn, pag. 214 e segg.), avrebbe potuto infliggere pene severe " aux propagateu<rs de doctrines antisociales », non per vendetta, ma per ... educarli e "pour !es soustraire à l'animadversion publique »? Così la Chiesa bruciava - per lorp bene - gli eretici e così, ai giorni nostri, vi sono agenti, che arresta.no i bastonati per ... sotbrarli all'animavversione dei bast.onatori 1 Par d:i sentire il linguaggio leninista, quando sentiamo le rampogne del Fourier contro " le gouvernement représentatif, chimère favorrite des philosophes ,,, i cui beneJicl non possono sentirsi che dopo un " progrès réel » dopo ciioè la riforma sociale. Son troppo no·te le idee ultraindividualiste e antistatali dlel Proudhon per doverle ricordare, sebbene esse siah dimenticate da coloro, i quali sono così facilmente disposhi a cred<l!'e al verbo leninista, così simile al sindacalismo federalista del Proudhon. Lo Stato non ha subìto mai così ponderosi assalti come dalle varie scuole socialist\) dell'utop-ismo. Anche per qu.el che ,riguairda la concezione dello Sta,to v' è divergenza tra il socialismo prem.arxista ed il postmarxista, tanto nel primo quahto nel secondo è l'idea clj-e, urna volta posta la società su basi più urria,ne, non v~ sia più birogno di ,u,noStato, ma; per giungere a quel punto, il primo esagera troppo ed il secondo deprezza troppo la influenza dello Stato. Louis Blanc (introduzione ali' Organisation du travail) vuole ad esempio " un gouvernerrmnrt fo.rt, pairce que dans LeJ régime d'inégalité où nous végétons ancore -il y a, des faibles, qui ont besoin d'une force socialé, qui !es proj;ège !'· Lo Stato, in altre paro,Je, non è il rappresentante d' una classe, ma, siccome è l'armonica es:pressione d'u,na società contrattualista, dovrebbe fare ciò che oggi non fa e che dovrebbe fare. Ma per Loru.,iB.slan<) quooto intervento st.ata1e sa~ebbe provvi,sorio,, e inutile, quando non vi sa.ranno più classi inferiori e superiori ; allora, aggiUJilge il Proudhbn lo Stato non, avrà ragione d'esserè, perchè non avrebbe più alcuna funZ'ione da esercitare e si immobiliz:coérebbe in una au'toérazia )mmorale. Uguale tendenza_ si può trovare nella scuo,la fourierista e nell' 0wen: lo Staio, anche se rappresentato dal Re di Francia, doveva, per filantropico sentimento, in,tervenire con la .sua forza a sanare le piaghe sociali e poi ritirarsi e lasciare che l'Umanità, vivesse libera con le sue paissioni, che, nel regi,m,e armonico futuro, saranno stimoli a felice progresso, e non a lo,tte fra¼rne. , È la liemia del miracolo sociale, che non è tanto lontana da certo socialismo rifo.rmisfAIe rivoluzionario• attuale. Inutile avvertirne tm,tta la incongruenza. Ogg;i che lo S,ta,to,è così com' è, per le condiz~oni economfohe da. cui dipende, dovrebbe essere .come dovrebbe essere, e domani, quando esso pokebbe finalmente essere come dovrebbe essere, e svolgere qulle funzioni integrative della libertà individuale, che oggi non può svolg~re, allo.ra appunto, dovrebbe cessa.re d'essere. Perchè? Pernhè non vi sarebbero più classi ... ; ma allora, ,se lo Stato è un prodotto della lotta di classe, è un fatto economico e non una esigenza moral·e, ha,n ragione i marxisti rigidi e gli anarchici nel condannwr'1o oggi e sempre e nel non chiedere a lui ciò che non può certo dare. Invece gli utopi,sti tutto, attendevano da lui, anzi, col Vida,l, volevano "mJhab1liter l' idée de pouvoir dans l' intériìt de l' ordre et de la liberté » (Repartition de richesse, pag. 40) giacchè, con uno, Stato indiffe·rente, si giunge ad una libertà cieca, ch:el permette il trionfo dell'egoismo, " de la force sur la raison et sur le droit, à la domination de quelques intérèts particuliers, des intérèts de la rninorité "· Ma lo Stato, cihe questi utopisti delineano, è un parto della loro fede, eh.e quindi di questa fede daveva vivere e farsi difensore, fino a diventare, per la convinzione d'essere l'espressione d'una verità asooluta tiranno delle lioortà individuali e coercitor~ d'ogni volontà. Tal quale è accaduto ai comunisti russi ; i quali, nel loro fanatismo, son giunti a crear quella loro scienza comunista, la Politgràmo(a, che impongono chiesast1camente a tutte le scuole. "La Communautf - scrive il Cabet (Voyoge en !carie, pag. 403) - impose nécessairement des gènes et des entraves, car sa principale mission €6t de produire la ri chesse et le bonheur ... " e perciò « il faul qu· elle soumette tout.es les volontés et toutes !es aclions à sa règle, à sa discipline"· Lo Stato del Cabet i, lo Stato incarnatore della virtù, come quello hegeliano e quindi può essere condotto a questi estremi, non dovendo, per sua natura, rispettare nessuna libertà umana. a lui preesi;;tente nell'uomo. Il quale riceve quindi la sua libertà dalla e. nella società, non l'ha per sua natura, g1acchè, se cosi si credesse si giungerebbe, secondo il P0C{{ueur (Des am,élioro.tiom matérielles, pag. 166) all'assurdo che l' uomo avrebbe " sa plus grande puissance dan& l' isolement ». E' assente ogni vero concetto della libertà, da questi argomenti, che si trastullano con l'uomo empirico, il quale anzi, come tale, non è libero, e ignorano affatto l'uomo, come essere di ragione che è in sè libero, app=to perchè ragionevole. Si confonde l'uomo persona con l'assurdo uomo pre-sociale ; come del resto fanno tutti coloro che chiamano individualista la morale kantiana. Per _il P0C{{ueur, il Saint Simon, il Vidal, la'sometà crea la libertà dell'uomo, mentre la società d'esseri non liberi non può far liberi coloro a cui, nello stesso tempo e secondo gli stessi principi seguiti dai sucr: detti riformatori, toglie parte dei loro diritti, per assicurar loro l'uso degli altri. Fu più acuto il Proudhon, il quale aflermò che la libertà deil' uomo preesiste rrell' uomo come tale', che lo Stato deve togliere glì ostacoli e creare i mezzi favorevoli al suo xonti.nuo manife,,'f.arsi, riducendosi ad un minimo di funzioni tino ad annichilirsi. ALFREDO POGGI PIERO- GO BETTI - EDITORE , TORINO - Via XX Settembre, 60 SCRITTI SUL FASCISMO: G. AMENDÒLA: Una battaglia liberale - L, 12. L. SALVA 'TORELLI: Nazionalfascismo (r volume di pag. zoo) - L. 7,50. LUIGI STURZO: Popolarismo e .fascismo (400 pag.) - L. 14. GRILDRIG: Le generazioni neo .fascismo - (1 _voi. di pag. 48) - L. 3 , PROBLEMI POLITICI: E. BERTH: La France au milieu du monde (1 voi. di pag. 40 -•L. 3 . A. DI STASO·: Il problema italiano (2• edizione 5° migliaio)' - L. 1,.25. A. DI STASO: Pregiudizi economici. L. 6. L. EINAUDI: Le Lotte del Lavoro (1 volume di pag. 300) - L. 10,50. T. NAVARRA MASI: Il problema .femminile nel dopo guerra - L. 1,25, N. PAP,AFAVA: Fissazioni Liberali. L. 6. Novità: R. JESURUM IL DONO 01 LUCIFERO L. 4. Origina,lissimo romanzo fan-t'.astied, parad'ossale-, catastrofico, messianico. P. SOLARJ LA PICCIONCINA CANOVACCIO PER ROMANZO L. 8 Romanzo ironico, riçco di aVV'enturr'esotiche. " b'E<!ODEbbA 5TfUDPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e rivist,, fondato nel 1901, ha sede ~SCLUSlVA,UNTB in Milano (r2) Corso Porta Nnova, 04.

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