La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 10 - 8 marzo 1925

FORD Ford scrittore può ricordare Franklin. E' un moralista impegnato a scrivere una vita modello uua Yita rappresentativa. · Che quest,i biografi~ fosse un'autobiogtafia era necessità 1 non solo per dare a11'argomento un valore probativo o derivarne un invito all'emttlaz.ione. Pairlando di sé Ford ]YUÒ presentare le sue teorie come se fossero un racconto di fatti: si nasconde l'ideologo e si mettono in prima linea gli arti.tizi dell1idealismo pratico. Quest'arte di esposizione piacerà in clima ladno con1e una specie cLi esibizione cli cinismo e di energia diabolica. Invece, conviene cercare nell'autore dei lineamenti meno invidiati e più ra.ri: l'uomo ingenuo e il sognato.re. Il libro di Ford farà fortuna come un manuale dei progettisti : eppu1·e codesti lettori usi a contemplare ~• americanismo con inYidia cli euxopei tellluti lontani dalle più grasse avventure, sono per natura Yotati a delusioni. I co11Sigli commerciali e iu<luslriali c1i Ford sono banali. Chiunque si sia occupato mediocre-. mente di affari 1i ha scoperti con facilità e applicati con profitto. Non occorre l'esperienza di un bilancio di milia.rdi; basta l 'eserciz.io di una casa editrice di opposinoue e di avaugua.rdia per stabilire : che non occorre darsi pensiero della conco,n'enz.a; non mirare al guadagno e alla speculazione ma allo sviluppo dell'impresa e al mi- . gliora1nento del prodotto ; che l'impresa migliora in qu'anto si dducono i costi e le spese generali con lo scopo di diminuire i prezzi e a·umentare le mercedi alla 1nano d'opera ; che si possono fare debiti per Pimpiinto iniziale o per nuo\·i imipianti ma è segno di cattiva amministrazione ricorrere al credito per il corso ordinario degli affari, e gli stessi ampliamenti si ;,ossono effettua.re più seiia.mente nella misura graduale data dal reddito che ricorrendo a<l arrischiati aumenti di capitale; che si-J)UÒ sempre semplificare il servizio e migliorare indefinitamente· 1 'organizza.zione del 1,avoro., Si sa c'he, · scelto un prodotto utile al pubblico, applicate queste e altre norme di economia generale, qualunqtre in1presa <leve riuscire prospera. lvla il segreto di Ford non è u.n segreto commerciale o industriale. Qualche anno fa 1~ Fia.t mandò in America una commissione di ingegneri a studia,re i met<Xli applicati n.ei suoi stabilimenti. Ford volle che avesser'-0 tutti i dati, tutti i materiali, tutti gli schiarimenti ; che nessun sistema di acquisti, cli vendite, di amministra: .z.ione, nessun congegno tecnico fosse loro nascosto. · ' Ford ~ che il suo è tlll segreto religioso, un sistema di \P)orale. Nella storia dei suoi inizi si avverte la presenza di una ispirazione ascetica. Ha nutrito in solitudine il stto pensiero dominante, la sua idea fissa di costruttore e di impresario, come un monaco di romitaggio si vota alla meditazione cli Dio. Il suo spirito pratico ha una, forza di coocentrazione intensa come la rinuncia àel mistico: conviene pensare alle origini' religiose del pragmatismo. Il giovane meccanico rin.n~ga le divagazioni eclettiche come poi l 'iridustriale disdegnerà le avv~ture e le improvvisazioni dei banchieri : occupa,rsi di una. idea alla -vo/.ta. b1 questa atmosfera di semplicismo quasi rozzo nasce il pa,radosso di Ford, l'idea fissa: dedi- , carsi alla fabbricazione cli un prodotto di universale necessità. Fanciullo, mecccanico-aut.odiidatta., &i occupa di orologi, ne costruisce per i vicini : persino al momento dj. scegliere la carriera futura pensa Che potrebbe fabbricare un . orologio servibile per trenta centffiimi ma poi si persuade che gli orologi non sono di universale necessità e che quindi la gente in generale non li a1,-rebbe comprati. La stessa considerazione lo distoglie del fabbricare trattrici ~r l'agricoltura (Ford è figlio di un agricoltore: il suo equilibrio sano, l'indiperu:lenza-.spiritnale, la sua fermezza audace e insieme coeciuta, fanno pene.. sare alla sua giovinezza trascorsa nei eampi, ribera, lontanÒ dalla scuola e dai più sottili p,robl,;mi della città. Ford ignora la città). C'è un'altra idea n~1 suo cervello, persistente come la -sicurezza ai uoo missione. Dal gi01'nO che a dod1C1 anni io 111.'im.. battei in una lòcomobile Stradale) fino a,d Oggi, la 111.ia massimw aspira:zione f-u, quella di costrufre una macchina che percorr,sse le strade. Alla base di questo cervello di industriale c'è un sentimento di contadjno: la meraviglia cli fronte ali 'ostacolo delle distanze. Ma il concetto· di missione, e qua e là il to.µo clogmatico e quasi orgogliosamente nazionalista non devono far pen-sare al nostro tipo convenzionale clell'americano 'dinamico e spregiudicato. Nell'aricl;.i costa,nza e nell'impassibilità <li Ford c'è seinpre una sfumatwra d_iintimità, un segno di ricehezza interiore. « Nessun, lavoro che inte1'essi è 1nai duro. Ero sic1uro del rn-io successo. Ma -mi era una gran cosa il -vedere niia• 1nogl.ie anche più fiducia-sa di 1ne. Ella è sempre stata cosi». Certi suoi aforismi fanno pensare al Cliché protestante : ; La, -vita non, è ·mia ba-ttaglia s,e non contro la nostra tendenza a ,netterei a ri-- posGire ». « Non è necessario che l' iniprendtitMe mn.i il salariaMJ o che il salari{lJto ami l)imprendit.ore. Ne·cesscirio è che ciarscwno cerchi d'i -rentù·re giustizia agli altri secondo i lot'o 1,re-ritii •. « Possa ogni amerl:carno corazzarrsi l.,arnimo co-n,. tro il teneriime. Gli a,i,,i,ericani do1.rrebbero· abol,ir- . Lo. E' ,m ntrrcotico : sta:te ritti e difendete-vi: I.asciate i deboli accettare la carità •. Ma sotto il cliché è semp,re vigile uno spirito vivo. LA RIVOLUZIONE LIBERALE ,,. f 43 Protestante è l'idea iniziale del servizio di· universale neceSGità da ren.clere. Protestante il metodo di soddisfare il servizio con l'oggetto ' più semplice, più leggero, uguale per tutti. Protestante il uoviziato a cui il co&trnltore si sottomette prima cli produrre, studiare e tmvare STATO E SOCIALISMO il prodotto migliore che 11011 dovrà più mutare. Per Ford queste sono leggi; per noi sono segni organici del suo cervello. Sentiamo nella sua fantasia un lai-go fondo cli umanitarismo austero clissimula,to, un'energia di wtopista. Cristiana è in, lui ! 'abitudine a comp<'end.cre, il bisogno di sognare redenzioni, con un ottimismo che a nd parrà esaltato. Ma delle sue parole egli è sicuro: « fl genio degli Stati Uwit.i d'America è cristiana. Ciò non co-mporla significazioni) settarie, 1n.a ricond1tee a 1un p_rincipio fondamentale, che dli/ferisce da ogni altro p,·i-n,cipio m q11,anto attua la libertà con la 1n01·alità, e conferma. la società a un codice di ·relazio-n,i wmarne costit1.iito sopra concezioni essenzialmente cristia-ne degli -umnni clirilti e doveri ». Tale tranquilla esclusione delle questioni di prriucipio vuol rivolgere tutti gli sforzi al lavoro quotidiano, forse con un semplicismo troppo primitivo; ma alla nostra civiltà scaltrita riesce assai malagevole opporre dei dubbi e delle sfttmature a una fede così candiicla, e lineare ; ci sembrerebbe di offendere l'innocenza. O piuttosto noi ci sentiamo meno attaccati al presente ~ il nostro 'scetticismo è una specie• di fede nell'osclllI'o avvenire, perchè sappiamo che dei nostri peccati non potremo essere ass.;lti che da una catastrofe. Alle forze ignote di una società futw·a, che ancora non s 'aunUJ.lf.dan, oi affidia1no la nootra salvazione. · La religione di Ford invece non ha bisogno di imponderabili. Il senso del sacro è ben fermo in lui. « C)è qua.lche,cosa di sacro in una ;:rande azienda che pro-vvede all'esistenza di centintiia e di ·migliaia di famiglie». « V) hro nei ;,,tla·ri al- " cwnchè di sacro: essi rappresentcmo case e famiglie e sorti ào-rnestiche ''i. Il lavoro, il diritto ~ il dovere aJ lavoro, è la legge del mondo di Ford: è una necessità e dà un potere. Spiegazioni più integrali non si possono chiedere che allo spirito fresco e fì<ludoso d~lla razza. Si sono resi conto, di questi fondamentali problemi etici i pro. gettis-ti dell'indrrstoo italiana? Si può importare iu Italia con espedienti di magia la grande in-. dustria, che può nascere solo in, virtù di adattamenti e di sforzi aderenti a bisogni locali ? Si sono resi conto dei problemi oltre a tutto icreali che ·importa la creazione ài un triangolo di p~oduttori Milano-Torino-Genova? E' W1,' impr~a che importa nel!' I,talia progettis,ta .e dilettante, decenni di preparazione psicologica, e che si può. solo maturare lentamente. Questi dubbi è in dovere c1i presentaT'e clìi vuole' in Italia una industria seria, non un' avventt!Ìa di banchieri. Sta di fatto che in Ford non si trova soltanto lo schema del calvinismo industriale, ma un'organica s-trn.ttura di attività e di personalità. Soltanto i retori dei destini della latinità note: t'an,no che in questa civiltà meccanica manca la geniaJlità poetica. La fabbrica di Ford è tutt'altro che il regno dell'a.utomismò. Non, è che Ford abbia abolito l'a,bilità. La -vèrità è che per certi tipi di cervelli il pensa.re è proprio wna pena. Costoro preferiscono essere utilizzati in un lavoio facile e uguale. L'abilità poi importa semprr-e un certo grado di spirito d1rettivo e inventivo. Il genere di abilità che in questa fabbrica si esclude è il disordine dell'imprevisto, la risorsa dell'impro,.rvisazione. 1 1n Y,uest 1uomo di fabbrica l 'immagin.e dei campi ,è rimasta presente e forte come gliel'ha data la fanciull"?Z". La. salute del sole e il senso di · spazio della, sterminat_a ca.mp(Igna sono la sua nostalgia d:iJ imp,resa.rio. Nemico, della qmcentrazione egli è sicu.ro che l'epoca d:ella grande città , è mor.ta: sogna per il futuro un'industria alleata a11'ag!l.ico1tura, la vita. dell'operaio divisa tra i campi e la fabbrica. Noi non ci commuoveremo a qU'esti progetti pitt'or'e$Chi,ma il segreto del capitalismo-america<!]O, la sua' vitalità presente (e diciamo pure la sua presente superiorità su:! 111ovim~11tooperaio) è proprio nella coesistenza. quas.i grossolana dl, spirito d'organizzazione e di idealismo sdgnatoi-e. Il cap;talismo (raziona.le, cinéco, rigorc,so) sembt'al avvertire il s·uo peccato originale e chiede l'aSS<>lu.z.iOllla.ell'utopia. p. g. COlìlìEZIOfH 1028-1024 QIVPhUZIQ8E hlB QllhE L. 20 (ogni annata) Cediamo agli abbonati per lire 20 l'una queste annate arootrate. SoBo le ultime rimaste, ma mancano nell'annata del i923 nurrreri i - 2 - 3 - 4. Num2ri speciali dèlla Rivoluzione Sul Fascismo (i922) esaurito Sul Partito popolare (1922) L. 2 - Sul Nazionahsmo (1922) » 2 - Su G.. so~el (1922) ,, 2ffolla proporzionale (1923) 2 - Sulla Germania (1924) esaurito Sull'Inghilterra (1924) esa.u,rito Su Giulietti' (1924)' esaurito Su Matteotti (1924.) esaurito Sulla. questione agraria nella Bassa Valle del Po (Com'è nato il fascismo)· (1924) L. 2i- Sulla proporzionale (1925) Sulla Corsica (1925) )) 1Lenin ripetendo ed ampliando le frecciafJe marxiste ed engelsi.ane contro lo Stato oppressore e, adattando alla polemica le critiche, che del parlamentarismo furon fatte dal De Greef (V. Regime parlaraentarismo e Regime rappresentativo) e da altri, egli, il dittatore di uno Stato Leviathan, volle, con la sua acre polemica, dimostrare la necessità per i socialisti di distruggere lo Stato per non farlo_JJiù risorgere. E' già negli utol)isti questa idea anarchica d'uno Stato oppressore che, per scontare i suoi molti peccati, deve scomparire èome neglj utopisti del secolo XVIII troviamo già le critiche leniniste contro la democrazia. Nessuno fu più di loro acuto e sarcastico -demolitore della chimera del!'é_qalité ed in essi troviamo criticato il sistema rappresentativo, oome già si delirueava in Europa e aveva vigore in Inghilterra. La democrazia era un principio buono applicato in condizioni false e, come 1:.ale,doveva dar frutti amari, fino a che i cittadini non fossero stati educati a far buon uso dei loro diritti. Quando lo Stato armonico fosse stato effettuato, a che avrElinmo dovuto perdercii nelle frascherie democratiche, se la virtù era incarnata nella Cormnunauté, la quale, avvertiva il Bazard (Doctrine de Saint Sirtwn, pag. 214 e segg.), avrebbe potuto infliggere pene severe " aux propagateu<rs de doctrines antisociales », non per vendetta, ma per ... educarli e "pour !es soustraire à l'animadversion publique »? Così la Chiesa bruciava - per lorp bene - gli eretici e così, ai giorni nostri, vi sono agenti, che arresta.no i bastonati per ... sotbrarli all'animavversione dei bast.onatori 1 Par d:i sentire il linguaggio leninista, quando sentiamo le rampogne del Fourier contro " le gouvernement représentatif, chimère favorrite des philosophes ,,, i cui beneJicl non possono sentirsi che dopo un " progrès réel » dopo ciioè la riforma sociale. Son troppo no·te le idee ultraindividualiste e antistatali dlel Proudhon per doverle ricordare, sebbene esse siah dimenticate da coloro, i quali sono così facilmente disposhi a cred<l!'e al verbo leninista, così simile al sindacalismo federalista del Proudhon. Lo Stato non ha subìto mai così ponderosi assalti come dalle varie scuole socialist\) dell'utop-ismo. Anche per qu.el che ,riguairda la concezione dello Sta,to v' è divergenza tra il socialismo prem.arxista ed il postmarxista, tanto nel primo quahto nel secondo è l'idea clj-e, urna volta posta la società su basi più urria,ne, non v~ sia più birogno di ,u,noStato, ma; per giungere a quel punto, il primo esagera troppo ed il secondo deprezza troppo la influenza dello Stato. Louis Blanc (introduzione ali' Organisation du travail) vuole ad esempio " un gouvernerrmnrt fo.rt, pairce que dans LeJ régime d'inégalité où nous végétons ancore -il y a, des faibles, qui ont besoin d'une force socialé, qui !es proj;ège !'· Lo Stato, in altre paro,Je, non è il rappresentante d' una classe, ma, siccome è l'armonica es:pressione d'u,na società contrattualista, dovrebbe fare ciò che oggi non fa e che dovrebbe fare. Ma per Loru.,iB.slan<) quooto intervento st.ata1e sa~ebbe provvi,sorio,, e inutile, quando non vi sa.ranno più classi inferiori e superiori ; allora, aggiUJilge il Proudhbn lo Stato non, avrà ragione d'esserè, perchè non avrebbe più alcuna funZ'ione da esercitare e si immobiliz:coérebbe in una au'toérazia )mmorale. Uguale tendenza_ si può trovare nella scuo,la fourierista e nell' 0wen: lo Staio, anche se rappresentato dal Re di Francia, doveva, per filantropico sentimento, in,tervenire con la .sua forza a sanare le piaghe sociali e poi ritirarsi e lasciare che l'Umanità, vivesse libera con le sue paissioni, che, nel regi,m,e armonico futuro, saranno stimoli a felice progresso, e non a lo,tte fra¼rne. , È la liemia del miracolo sociale, che non è tanto lontana da certo socialismo rifo.rmisfAIe rivoluzionario• attuale. Inutile avvertirne tm,tta la incongruenza. Ogg;i che lo S,ta,to,è così com' è, per le condiz~oni economfohe da. cui dipende, dovrebbe essere .come dovrebbe essere, e domani, quando esso pokebbe finalmente essere come dovrebbe essere, e svolgere qulle funzioni integrative della libertà individuale, che oggi non può svolg~re, allo.ra appunto, dovrebbe cessa.re d'essere. Perchè? Pernhè non vi sarebbero più classi ... ; ma allora, ,se lo Stato è un prodotto della lotta di classe, è un fatto economico e non una esigenza moral·e, ha,n ragione i marxisti rigidi e gli anarchici nel condannwr'1o oggi e sempre e nel non chiedere a lui ciò che non può certo dare. Invece gli utopi,sti tutto, attendevano da lui, anzi, col Vida,l, volevano "mJhab1liter l' idée de pouvoir dans l' intériìt de l' ordre et de la liberté » (Repartition de richesse, pag. 40) giacchè, con uno, Stato indiffe·rente, si giunge ad una libertà cieca, ch:el permette il trionfo dell'egoismo, " de la force sur la raison et sur le droit, à la domination de quelques intérèts particuliers, des intérèts de la rninorité "· Ma lo Stato, cihe questi utopisti delineano, è un parto della loro fede, eh.e quindi di questa fede daveva vivere e farsi difensore, fino a diventare, per la convinzione d'essere l'espressione d'una verità asooluta tiranno delle lioortà individuali e coercitor~ d'ogni volontà. Tal quale è accaduto ai comunisti russi ; i quali, nel loro fanatismo, son giunti a crear quella loro scienza comunista, la Politgràmo(a, che impongono chiesast1camente a tutte le scuole. "La Communautf - scrive il Cabet (Voyoge en !carie, pag. 403) - impose nécessairement des gènes et des entraves, car sa principale mission €6t de produire la ri chesse et le bonheur ... " e perciò « il faul qu· elle soumette tout.es les volontés et toutes !es aclions à sa règle, à sa discipline"· Lo Stato del Cabet i, lo Stato incarnatore della virtù, come quello hegeliano e quindi può essere condotto a questi estremi, non dovendo, per sua natura, rispettare nessuna libertà umana. a lui preesi;;tente nell'uomo. Il quale riceve quindi la sua libertà dalla e. nella società, non l'ha per sua natura, g1acchè, se cosi si credesse si giungerebbe, secondo il P0C{{ueur (Des am,élioro.tiom matérielles, pag. 166) all'assurdo che l' uomo avrebbe " sa plus grande puissance dan& l' isolement ». E' assente ogni vero concetto della libertà, da questi argomenti, che si trastullano con l'uomo empirico, il quale anzi, come tale, non è libero, e ignorano affatto l'uomo, come essere di ragione che è in sè libero, app=to perchè ragionevole. Si confonde l'uomo persona con l'assurdo uomo pre-sociale ; come del resto fanno tutti coloro che chiamano individualista la morale kantiana. Per _il P0C{{ueur, il Saint Simon, il Vidal, la'sometà crea la libertà dell'uomo, mentre la società d'esseri non liberi non può far liberi coloro a cui, nello stesso tempo e secondo gli stessi principi seguiti dai sucr: detti riformatori, toglie parte dei loro diritti, per assicurar loro l'uso degli altri. Fu più acuto il Proudhon, il quale aflermò che la libertà deil' uomo preesiste rrell' uomo come tale', che lo Stato deve togliere glì ostacoli e creare i mezzi favorevoli al suo xonti.nuo manife,,'f.arsi, riducendosi ad un minimo di funzioni tino ad annichilirsi. ALFREDO POGGI PIERO- GO BETTI - EDITORE , TORINO - Via XX Settembre, 60 SCRITTI SUL FASCISMO: G. AMENDÒLA: Una battaglia liberale - L, 12. L. SALVA 'TORELLI: Nazionalfascismo (r volume di pag. zoo) - L. 7,50. LUIGI STURZO: Popolarismo e .fascismo (400 pag.) - L. 14. GRILDRIG: Le generazioni neo .fascismo - (1 _voi. di pag. 48) - L. 3 , PROBLEMI POLITICI: E. BERTH: La France au milieu du monde (1 voi. di pag. 40 -•L. 3 . A. DI STASO·: Il problema italiano (2• edizione 5° migliaio)' - L. 1,.25. A. DI STASO: Pregiudizi economici. L. 6. L. EINAUDI: Le Lotte del Lavoro (1 volume di pag. 300) - L. 10,50. T. NAVARRA MASI: Il problema .femminile nel dopo guerra - L. 1,25, N. PAP,AFAVA: Fissazioni Liberali. L. 6. Novità: R. JESURUM IL DONO 01 LUCIFERO L. 4. Origina,lissimo romanzo fan-t'.astied, parad'ossale-, catastrofico, messianico. P. SOLARJ LA PICCIONCINA CANOVACCIO PER ROMANZO L. 8 Romanzo ironico, riçco di aVV'enturr'esotiche. " b'E<!ODEbbA 5TfUDPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e rivist,, fondato nel 1901, ha sede ~SCLUSlVA,UNTB in Milano (r2) Corso Porta Nnova, 04.

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