La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 5 - 1 febbraio 1925

bi IL BARETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI T0-RIN0 VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITA S. MERLINO Quindicinale di letteratora Editore PIERO GOBETTI ABBONAMENTO Por il 1925 L. 20 Semostro L. 1.0 Estoro L. 30 Sostenitoro L, 100 Un numoro L. 0,50 C. C. POSTALE POLITICA Elll 615THTUH~ Aùba,mmento annuo L. tO E.ter• L. 15 Un numuo L. 0,50 Chi riceve un numero di saggio e non intende abbonerei reeplnga Il giornale, &ltr-imentl gli oontlnuere,mo l'Invio e dopo un mese provvedoremo elle rleooaelone mediante tratta 81 1pedlMe fnu,cr, di porlo a chi uoaflrl" Clr.Jglladi L. fJ all'edltoré {1<,b,ttl - TtJrr, Anno IV - N. 5 - 1° Febbraio 1925 Oommemorazio.n.e ,d.eJ.J.a proporzionale SO MM ARI O: L. Srt:Rzo: ~a proporzionale risorgerà. - G. SA1,vEM1N1: Proporzionale e suffragio uniue,sele, - F. Runrn,: ~• origini. - p. g.: Dllesa slorlca. - L. )!<,RHJ. ,,1 L,:nn.A)'ù: D1!,sa morale. G. A~iH1,no· Un rimorrsa. - G. Dom;o: Llo pl'Oporzianole nel mezzogiorno. - T. Tn'TÙN1. LAMPBRTJCù - M1NGHf:TTJ - L<JUHKT - Mo·r"l'A - L()RANJJ: Pngine dimenticate, la proporzionale risorgerà Era necessari.,.-,.una testa di tw·co, perchè borghesia, rc-a?.ionc, fascismo avessero trovato su chi sfogare il loro malcontento per un reale intervento delle masse popolari nella vita politica e per una loro migliore partecipazione alla vita economica della nazione. E la testa di turco fu la proporz.ionale, dannata ad bestias, - prima che Mussolini passasse da proporzionalista a ma.ggiorita.iio, e da ·naggioritario a uninominalista, - dalla vecchia tradizione italiana liberalde111ocrntica. Questa in fonrlo era ed è in gra.n parte dei Sttoi superstiti, sia cli de.stra e-be di sinistra, conser'Uatrice; e mal tollerò il su.Jfragio universale dato da Giolitti in una giornata dj malumore, e approvato da quclla stessa Camera che poco prima a,·eva fatto il niffolo al di110 Luzz:atti, che ,·eleva elargire un suffragio universale, ma a scartamento ridotto. \tera.mente, in fondo in fondo, l'elemento 1·ea.- zionario oostrano (pentito del fallo) avrebbe voluto colpire il suffragio universale; ma purtroppo si trova,-a cli fronte ad un pericolo: - la sensibilità delle masse, che ormai hanno acquisito questo loro diritto; - e allora la proporzionale, - la quale mcanala le forze demoaatiche e valorizza il suffragio u.niver<..ale, come quella che naturalmente completa lo stesso suffragio uruiversale, - ne ha subito tutte le conseguenze, a.Imeno per orà ! Qtrando tnallca la proporzionale, i partiti, per CS$e?'e una adeguata esp:ressiooe politica della coscienza delle masse, debbono cicorrere nlla coaiizione o alla semplificazione. Ma questi uou sono e non possono essere dei fatti arbitrari o improvvisati, sono invece un prodotto di lunghi processi e cli s,-:iluppi di vita costituzionale, che pe1' altro non possono essere uguali in tutti i paesi. In Inghilterra finchè la lotta si imperniava s11 i due partiti storici tradizionali, messi suJl'idtntico piano del regime monarchico costituzionale, senza futurismi o passatismi, era evidente che 110n potesse esistere u.na qualsiasi proporzionale, che si sarebbe lisolta nella più o meno identica proporzione di seggi nella div-:isione dei due partiti : uno il vincente l'altro il soc-combénte. Oggi che è penetrato in Io= stabile un terw partito (il laburista) fa capolino e si va affermando la tendenza proporzion.alista, applicata <li già nel Libero Stato d'Irlanda, e caldeggiata dalla Proportional Represe11taticrn Society che ha per segl'<,tai·io ed apostolo il noto Hwmpl,reys, proporzionalista puro. Ancora non può dirsi che il proporzionalism.:, faccia molta strada in Inghilterra; e ciò pei- una salda corn:ez.ion.e del passato, e una quasi fatale con\'inzione che in Inghilterra non può farsi p.J1litica seria se non con due partiti soli : uno dei tre deve scomparire. Quale? J labm-:isti sono sicuri (ed hanno larga adesione di masse) che essi sono definitivamente entrati nel ruolo dei due primi partiti ; e che quindi entreranno costantemente nell'alternati va del potere. L'altro oggi è il Conservatore: ma molti ricordano il--i:()06, quando i liberali ottennero un trionfo maggiore di qu.ello avuto dai conservatoti nell 'ott.obre scorso. Ma quale esso s;.. il prossimo sviluppo dei partiti in Inghilterra, o la riduzione a due ovvero la stabilizzaàoùe a tre cou sfalda.menti alle aie; è certo che nel primo caso la proporz,ionale è superllt1,, c iuspplical>ile; e uel secondo caso, si imporrà quando gl' inglesi si persu.adeta,1mo(ci ,~uole un pò di tempo data la mentalità inglese) che il \·ecchio giuoco dei due partiti è completamente esaurito. L'altra Io1ma cli correggere il Suffragio uni- ,·ersale sen7~ ricon-ere alla. proporzionale, è la coalizio11e elettorale : un tipo costante di ciò, nttraverso le varie modifiche della legge elettorale, si è avuto in Francia sia prima che dopo la guerra. ).Tonsi può paragonare al tipo italiano che ebbe ,·oga col suffragio ristretto quando si promossem le coalizioni dei cosi detti • partiti popolari , dopo le reazioni di Rudinl e di Pelloux. La coalizi<me e/ettMale però ha un carattere transitorio e una formazione variabile: e, in confronto all'organjzzaz.ione dei partiti all 'iuglese, è una, forma inferiore di vita politica, che obbliga i pa1iiti ai compromessi, per i quali essi pa1i.lti resta.no inquiuat.i di molti elementi rnargitta.li assai impuri. Comunque sia. adempiono ad up.a funzione impol'lante le coa.lizioui, quando rapprcseutano in sintesi il pro e conb·o cli una determinata situazione politica; e la possono esprimere in blocchi antitetici: - si ai"rìvacosl, attraverso una temporanea formazione, alla caratteristica dei due partiti, base della vecchia concezione borghese-parlamentare. Ma come l'Tn.- ghiltena ha sentito tardivamente e in forma possibilista l'avvento del terz9 partito di masse, il La-voro, che ba fatto l'effetto ciel te,·zo incomodo; così nella dta parlamentase contiueutale, prima o poi, dal poco al molto, con varie caratteristiche, si è introdotto il partito socialista (oggi anche diviso e frazionato) che presentatosi come anti-borghcse, è finito iu regime d,'. coalizione, a divenire una elemeulo integrante nella lotta dei partiti costituzionali democratici contro i partiti reazionari.i. Fino a che l'acclimatazione del socialismo nell'ambiente parlamentare non era avvenuto, la caratteristica rivoluzionaria era la prevalente e la pregiudiziale. Quando invece, non ostante la pregiud.i7Jale iivoluz.ionaria, l'avvicinamento possibilista potè realizzarsi, questo è finito a dare anche una base alle coalizioni elettorali e parlamentari in quasi tutti ,;li ~lati europei. Questo elemento (il socialista) e l'altro elemento di carattere pure generale e organizzativo (il democratico cristiano o cristia~ sociale, o popolare) fecero precipitare la soluzione proporzionaJista, perchè moltiplicarono i partiti e diedero la maggiore spiata possibile all'intervento delle classi lavoratrici nella politi"'!, Là dove la proporzionale non ebbe favore, ro1ue in Fraucia1 si fu obbligati ad accentuare il tipo di cclalizione elettorale. Però iu questo caso, il terreno politico viene notevolmente spostato e messo su due piani differenti : da u.h lat.o coloro (liberali 1 de..tuocratici, radicali, popolari, ecc.) che pur ammettendo il progresso legislativo e istituzionale, si trovano concordi sul terreno dello Stato costituzionale rappresentativo; - e coloro (socialisti delle varie gradazioni) che si trovauo sul terreno costituzionale come sopra uu terreno tattico di battaglia per ,u, tùteriore sviluppo rivoluzionario. Che dire se poi su questo terreno così alterato si affaccia un altro nuovo prutito, per esempio il fascismo, che accetta il metodo rivoluzionario . per attua.re un piano reazionario e autocratico? Le coalizioni fra questi elementi cosi di.sparati e di.scordi rappresentano un compromesso oltre che politico, morale, che fa ritornare la vita politica ad una precipua valutazio!U! di forr.a e di correnti, e ad una lotta di capitani e di seguaci. Ecco perchè nei popoli a struttura politica complesoo, è necessario un regime elettorale che lasci al suffragio universale, la limpidezza della su.a caratt.eristica e l'influsso della sua dinamica, e insieme dia la possibilità di un i.n.canalamento delle varie for-,e ,liscordi, su 1isultanti politiche, rispondenti a diffusi stati di, coscienza, di cultura e di interessi. Di qui la necessità della proporzionale ormai comune in tutta l'Europe. Cenb·ale. Anche la vita politica ba le sue leggi n.atuJ•ali, che non possono superarsi; perchè la ,~ta politica è un.a delle faccie sintetiche della vita sociale dei popoli. Nou è possibile, dato il suffragio uni versale, che la massa di un popolo non cerchi di affrancare la propria autonomia da soggezioni politiche ed economiche, e avere una propria personale espressione. Sia essa l'alterna .. ti-va dei due partiti; o la coal-izione dei più partiti; o la rappresentanza propMzionale dei molti partiti; risponde più o meno parzialmente alla necessità di organizzazione del suffragio universale. Però è ben da notare che se è superato lo stadio dei due partiti, non è più possibile vi si possa titoniare a volontà o coattivamente: come è iun,~turale che trovata la via della proporzionale, vi si rinunzi per cadere in quella delle coalizioni. La violentazioue della coscienza collettiva, può avvenire, come ogni altro tormento morale: - ma ana volta ottenuta una conqtùsta, non è più possibile rinunciarvi. Fornirà perciò 1movo argomento di lotta; questa potrà durare pitt o meno a lu.ugo e (cosa normale nella storia) coloro che oggi hanno voluto seppellire la proporzio-n.ale la invocheranno a loro salvezza. Lonclra, 18 - r - 25. LUIGI STURZO 6° an.niversa-rio del P. P. l. Proporzionale e suffragio universale Coloro che vedono nella rappr"6entanza proporzionale la causa della crisi politica italiana, trascurano di ooservare cbe gh effetti della proporziona.le si combinarono, in Italia, nel 1919, con gli effetti di due altri grandi avvenimenti : il suffragio uniYersale e la guerra. Il suffragio uni versale era entralo nella vita italiana in grazia di una sor])Tesa parlamentare. Giolitti nel 1911 aveva bisogno cli non avere ostili i socialisti, o per Io meno di spezzarli in due tronconi paralizzantisi a vicenda, in previsione della guerra libica. Il suffragio universale fu offerto da Giolitti im])Tovvisamente, quando pochissimi socialisti 1o domandavano sul serio, e i più avrebbero preferita una riforma, cpe facilitasse l'acquisto del diritto elettorale ai soli operai dell'Italia settentrionale. La rifonn.a radicale di Giolitti fu come un praw,0 offerto alle otto di mattina. Cadde come un bolide in un paese impreparato. i\'Ia non poteva essere rifiutata dai socialisti. E fu così che sei milioni di contadini italiani, <lei quali quattro milioni appartenenti all'Italia meridionale, enb·arono dalla sera alla 1nathna •nel diritto elettoraJe, serw..a avere fatto nessun sforw consapevole e sistematico per mia conquista cosi gran<le. Una 1ifonna d1 quel genere, largita in quel modo, non avrebbe fatto sentire, in condizioni normali, i suoi effetti, se non a distanza di parecchi a,llli : dopo tre o quattro consultazioni elettorali, via ,-i.-i che si fosse elaborata ·una ~ nuova classe dirigc-nte da.Ue nttove moltitudini politicamente atti,·c. Le elezionj del r913 non spostarono quasi affatto la situazione parlamentare }ltt'ecedente. Vi contribuì certo il Patto Gentiloni, con cui i clericali e liberali si presentarono alleati contro i pericoli immediati del suffragio universale. E vi rontribul ancpe la energia... pre-fascista con cui Giolitti stroncò ogni acce:ono di opposizione pericolosa, che si manifestasse specialmente nel Mezzogiorno. Ma è i.IIJuegabile che le moltitudini agricole, fornite improvvisamente cli un'arma, che non avevano mai domandata, non erano in generale capaci di utilizzarla. Solo dopo un lento, lungo lavoro di propaganda fatto da tutti. i partiti per smu.o. vere la inerzia tradjzion.aJe dei contadini e trascinarli nelle lotte amministrative e politiche, solo a !U11ga scadenza il suffragio universale avrebbe fatto sentire i suoi resu.ltati. La guerra preeipitò il movimento. Fece in quattro anni quel che venti anni di propaganda e dj organizzazione non avrebbero forse fatto. La massa degli operai e dei contadini, costretta alla guerra contro la sua volontà, ritornò a casa dalla guerra con la smania di • farla pagar èara , ai responsabili della guerra, e trovò nel diritto elettorale il mezw 'per sfogarsi ... senza troppo sforzo. Come sarebbe andata la guemi., se l'Italia non Josse stato un paese a suffragio uoiversale, cioè se i propagandisti della pace ad ogni costo avessero potuto contrapporre la situazione del proletariato tedesco ed austriaco, che godeva del diritto elettorale, a quella degli operai e dei contadini ~taliani, che si sarebbero trovati esclusi da. ogni diritto politico in quel Jl'lese, il cui governo pur esigeva il loro sangue? E la crisi del 1919 non sarebbe stata assai più grave e più vi0lenta, se fosse =cato al malcontento generale il diversivo della lotta elet,orale, la illusione di fare una rivoluzione ai buon mercato il giorn6 delle elez..ioni, invece di farne una più costosa scendendo uelle strade? Il diritto elettorale non è la fonte della sovramtà, come ripetono i dottrinari delle ideologie democratiche, e come si affannano a negare i dottrinari delle ideologie oligarchice. li diritto elettorale è un mezzo, assai grossolano, ma assai comodo, e pochissimo pericoloso, dato ai cittadini per dichiarare dj tanto in tanto se sono soddisfatti del Governo o 110 : se sono soddisfatti, votaoo per i deputati uscenti; se ?Jf>n soao soddisfatti, ,otano per candidati di opposizione, lasciandosi guidare nella scelta dei nuo. vi venuti da apprezzamenti assai sommari e sempliçiotti. Pretendere dal diritto universale p1ù di questo risultato, è pretendere l'assurdo. Ma questo resultato è molto utile, ed è molto importante. Il diritto elettorale obbliga i governanti a preoccuparsi delle inquietudini, che la loro azione può provocare negli elettori. Il suifragio universale è, in condizione normale, la migliore cura preventiva contro le crisi rivo!.:. 7Jonarie: c:~t.Jingc le: t--lah!,iùirige.nti a '"'t.. 1 sempre sul chi vi ve per non es.sere .:::,paz.z_;.11.c ,-:ia da un.a ventata di malcontento di cui esse ignorino Je cau... <;e e la gravità; f> p.·r mette al malcontento di incana.larsi e ID.a.Difestarsi per , ie legali. Una elezione a suffragio universale è una rivoluzione abortita. A una sola condizione: che le classi dirigenti sappiano leggere nel iibro della realtà : si rendano conto della inquietudine, ne facciano la diagnosi, n intraprendano la cura. Se le classi dirigenti non capiscono nulla, se si limitano a spaventarsi ci< camente della inquietudine che si manifesta attraverso il suffragio universale, se invece di correggere la causa combattono i '-intorni, se it- \·ece di fare l'esame de:i proprii errori si lamentano del suifragio universale, allora il suffraglo universale non rimedia a nulla, anzi aggrava i] male. Ma allora la cau<.a.ciel male è la ..tolteua delle classi dirigenti, 1•011 il rt:gi:,.tratoreattr:,- •:erso cui si ii velano le conseguen7..e di quelJa cecità. ::Sei 1919, la inquietudine prodotta dalla guerra trovò nel diritto dettorale, esteso a tutti ; cittadini alla vigilia della gneTra, la via legale per manifestarsi. La rappresentatl7-a proporzionale limitò, per quanto era possibil.e, gli e:fletti della inquietudine genera.le. Se non fosse stata introdotta nel 1919 la propor,iouale, se le elezioni fossero state fatte a collegio uninominale, non c;arebbero ~ti eletti nell'Italia sct.te:ntrionale e CEUtrale che deputati sociaEsti e popolari: i candidati liberali erano ovunque in minoranza., e si salvarono solamente grazie alla propon:ionale. :Mal.1 incapacità di vedere la realtà è così pn1fanchl, è. così i.uguruibile, in tutti i gruppi della classe dirigente italia,ia, che questi attribruse<- 110 alla proporzionale i loro disastri elettorali del 1919, mentre la proporzionale li salvò da un disastro ben più genera.le. Oppure attribuiscono i loro gttai al suffragio universale, invece di attribtùrli al malcontento prodotto nella grande maggioranza del paese dalla guerra - condotta djploniaticamente e militarmw.te troppo male' -, e dalla crisi del dopo g:ue.rr::i (svalutazion<: della moneta, <lisonline criminoso nella c-..>nce. sione dei premi di smobilitazione e pacch.i Yestia. ::io e nelle visite ai mutilati e nella oonce~ion1.; delle pensioni, proteste nazionaliste per le delusioni dalmatiche, nuove minacce di guerra per la spedizione dannunziana cli Fiume). A quL-,,to malcont.e.nto, il suffragio uniYersale dette nn11 sfogo non rivoluzionario. • *. La. Camera uscita dalle elezioni del 1919, e quella uscita dalle elezioni del 1921, non seppero dare nessun Governo degno di questo nome. Quelle Camere furono elette con la rappresen. tanza proporzionale. Dunque, via la proporzionale. Cum. hoc, ergo prop_ter hoc! Ma la origine di quei disordini parlamenta,ri Iu ben più profonda che L-i proporzion;.tle. Fu il malcontento prodotto dalla guerra e cbl dopo guerra la causa profonda della paral'isi ])6l'lamentare. Spazzato via il vecch.io personale parlamentare, che aveva una certa praticaccia nell'arte del Governo, la Camera del 1919 fu riempita, in tutti i settori, da scimmie w·latrici, che nou sape\'ano far altro che urlare. Questo fenomeno si sarebbe avuto anche seoza la proporzionale. Anzi sarebbe stato accentuato dal col. legio uninominale, che avrebbe fatto uauiragaxe in numero anche più grande i deputa.ti uscenti dalla Camera della guerra. La lllquietudine prodotta dalla guerra non solo spazzò via buooa parte dei vecchi deputati, ma condusse alla Camera i 150 so ...folisti, cioè un terzo della Camera, in uno stato d'animo d'intransigenza rivoluzionaria (a Jl'lrole). che impediva loro qualunque accordo tanto coi popolari quanto toi liberali. Mentre i socialisti rifiutavano di collaborare con gli atri due grnppi, i popo. lari erano disposti a collaborare coi liberali ; ma domandarono assai più di quanto i liberali non fossero disposti a dare. Così la Camera era divisa in tre parti: fra le quali nessuna era capace di governare da sè sola, e, non poteva m\:'tterr-i d'accordo con nessun'altra. Si aggiunga che i liberali e1~anoquasi tutti generali se111..a ·soldati, e non

bib riesci\'ano a meltersi <l'accordo uea.nche :;otto la p,-e:ssic.ne dci socialisti e dei popolari. E poi si vedrà che quahrnque altra Camera) comunque eletta, sqrebbe stata incapace di dare governi 1J1enosquin.ternnti. Il mak= tento prodotto dalla guerra e dal dopo guerra -era wia nk-ùattia, che doveva essere gua- .rita a poco a poco eia! tempo, e cla,J discredito in ct1i sarebbero caduti a poco a poco gli uomini, .(:be avevano specu..lato su quel malcouteuto, ma non aYe'\'ano la capacità di lrasforma.rlo in forza di w1a tlUOYaazione politica posith·a. Questa guarigione cominciava già a manife- •tarsi sulla fine del 1920. Allora gli aiuti dati dalle autorità militai·i ai fascisti, per ordine di Giolitti e di Bonomi, Yen.nero ad arrestare il corso della guarigione. Le elezioni dell'aprile 1921, che senza il fascisn10 armato dalle autorità militari si sarebbero SYolte in un clis,tstro /elettorale dei popolari e specialmente dei socialisti, si trasforn1arono in una elezione protesta autifoscista, irrigidirouo le intransigenze che cominciavauo ad attenuarsi, 1-icondussero gli a11i111i allo stat,. quo del 1919. Avemmo così lar Camera di Bonomi, di Fact.a, di Mussolini. Uopo cli che ve1mero le elezioni clell'ap1ile 1924. Qneste elezioni furono fatte a hu-ia. di brogli e cli manganellate. Attribuire alla proporzionale e al su:ffragio u11ixersale la incapacità della Camera attuale a funzio.n.are in modo normale, sarebbe p€-1·lo meno ... arbitrario. Però le elezio11i dell'ap1ile r924 ha11110avuto due grandi meriti: 1) hanno dimostrato che qnanti più imbrogli e violenze [a 1111 Governo per ,;ucere una lotta elettoxale, tanto più debole moralmente esce dalia lotta il partito del Governo, e tanto più ,·icchi di p·r~igio e di combattività diventano i g1'Uppi d:i opposizione. Anche Giolitti ha !atto sempre le elezioni, clo\·e era necessario, con metod'i fascisti; e anche lai si è semp1:e trovato seuz:a una. maggioranza seria .nelle 01"edifficili : 11.elmaggio del 1915 1 i trecento biglietti da ,·isita, deposti a11a sua parta clai deputati contrari alla guen.·a, diventarono trecento voti per la guen·a )1eli'au.la parlamentare: p<,rchè? - perchè quei trerellto cI.epuUJ.ti senti-va.,no cli non rapptesentaire nulla, essendo stati eletti nou· dal p,tese ma da Giolitti; 2) le elezioni dei! 'aprile 1924 ban.n.o riabilitato il sn.flragio universale: infatti i cleputati del listo1;.e nazionale sono sta.ti eletti, non· dagli elettexi, ma _da cinque sole pe,-sone, sulle quali eserci~Ya un diritto supremo di revisione una. sola persona : dove ti·ovare- un carpo elett:orale meno ... crenìco.-atico e nrcno suffragio n.1tivertsale? nia quate 'persona I.eè venuto mai fuori cktùJ.a,sce1ta·d1 un ccxrpo·elettorale così.. aristocratico? Oggj si toina al collegio wllnomi.nale. Non è ,letto però che ,la riforma ·1~esca a soffocare gli stati tl'animo popolari, second.b il calcolo dei suoi'· Ja uto:ri e a 1'afforzar.e il ceto oggi clominante. .Ma il coltegio tu1i_110111i11ale può esse.re, più che 1a pr0p<)!ZWllale, uno strumento comodo per inc:>tenare e fals.~re i.I suffragio tt11iYersale. Quando G0litti clic" che lui le ·elezioni con la proporzi<>- naJe « rion ·sa· farle», dice una. grande _verità. Con la J)lUporz.ionaae, il -governo e i suoi agenti elettoni.li si trovano cli fronte a masse di oentinaia di migliaia di votanti, che non si possono contrp11are i;acilmente, e u.n certo numero di posti ;illa minoranza bisogni lasciarlo, e la. mino.. 1'a.rrza, filtrata attmverso il crivello della ostilità g:ovetnativa quando il governo non si tiene neu. trale, arriva alla Camera più vigotosa- della magg:ioo 1alll1/.,a. ~el collegio U1ti11omi1tale,le violenze e il broglio lavorano ~u 1nasse <l:i tipa decina di migliaia di. clettorj; è più facile calcolare lo sfor_ zo d:1. compiere per carpire la vittoria: basta concentrare la riolerur..a e la frode su Llll unico ~tore del cà.lnpo da canqu.istare, fabbricando in qi.1estc .':>.. etto-re tutti i voti .necessari alla vittoria. Ecco i·l \·ero pericolo. Ed ecco perché Giolitti, Orlando, Salan<l.ra, che -erano rimasti itnpassibili dinanzi all'assassinio di i\Iatteotti, sano scesi in campo, proponendo la pregiudiziale cosi eletta politica contro il collegio mtjuqminale di cui sono stati sem,pre, nostalgici. - çollegio wi.inominale, sì. Ma le elezioui chi le frurà ? Lu.i o noi ? Ecco il pI'oblcm.a ! Sentono che il collegio uninominale fu.uzionerà specialme.ntc co!ltb-odi loro. Anche indipendente. 1ne.ntc da.lle dolenze e <lai brogli goYernativi si tr0Ye'f'ai1no schiacciati fra fascisti ed antifascisti, specia-lmente se nel .çpllegio y.uinominale non ci sarà il ballottaggio: 1) pe.rchè ha.un.o fiancheggi::tf.o i fascisti, e i contadini e gli operai d<:lle provintje hanno memoria più solida dei s-ignori che ,;Yo:tJo e sognano a Roma; 2) perché quei pocbi~simi fra loro che souo stati sempre antifascisti, 11.011 hanno quasi in nessw1 po-- • sto forze sufficienti per ,·incei·e da sè soli contro fascisti da UJJ latp, socialisti e po.polari dall'altro. •Solo la proporziona.le li avrebbe salvati - ptr qnanto realmente valgono - dalla rovina com}?kta. E sono praprio e.ssi, che hanùo com. battuto la proporzionale. Mussol;_;ù li ba prnsi in paxola: inci<Ht in, fo11emn. Quanto ai fascisti, se le elezioni èol collegio 1ullnominale riesciran)10 a farle essi, si tr~ve-- rnnno dopo le ele2ioni al punto di p1ima. l(o .s.forw che dovranno fare. per addomcstica~-e la \'Olontì!cdella maggioranza, li. rende;:à senwre menp sicuri. dl se st:ei'si. li su,f!ragio universale è una bestia che nessu,no., da che. m,opde è ~ouçlo, è riescito mai a dom.:u:e. Bisogna lasciarla w;lru-e, bisogna ricercare pe,chè urla, bisogna elimimu-e le ragio,ni per cni tt1·la. Que,ti risuJtf.ti ll,Q1l.S~ raggiupgono con le elezioni addomesticate. G. SAJ;,VRMINI. !,A R.JV()LlJZJQNf•, LJ BERA LI.! LE ORIGINI La forluua della rappresenlruu...a proporz.icmaJc è stata fatta in.<lubbiamente da11'enlusiastic-o as· seuso 1 che al sistema di llarc: diede un uomo della statura spirituale e morale di Stuart Mill. Il suo caso merita un cenno particolare. Il celebre filosofo della libertà e tenrisla del govemo rappresentativo si trovava allora (186o), più assai che non in lUl0 crisi di J.>elL.~iero,iJ1 una vera crisi cl' anima. Egli stesso racconta nella Atolobiogmfia, eome fosse ormai ridotto a disperare della democrazia e della libertà, e a dubita,re dell'iu-seg1rame11to <lel suo granùe maestro Geremia Ilcutham, chiedendosi use fosse stato vel"a.meute un bene per l'umanità il tro- ,·arsi in tutti i luoghi e per tutti i temp1 sotto la autoritù assoluta della 111.aggionu1;,"'1 11 1 c..nde era condotto a temet"e che il Benthrun non avesse fatto l'uso miglio1'e del suo genio, quando, « non coutcnto cli aYcre i11sediata so,·rana la nnggioraJ.l7...a.per mez'l..o del suffragio universale, esauriva tutte le risorse della sun ingcg:nosjlà R fissaTe sempre più :o.aldameute il giogo della 1}11bblica opini01Jc ,,. E volge,,a gli occhi alla Francia, nella speranza che un nuovo i.\1ontesquieu, o for;Seanche solo 1m 1\lexis dc TocqueYille, re. casse il rimedio a latito 111alt. lll quel punto critico delle sua vita spfrituale, gli giunse notizia della dottrina del st10 compae. sano Tommaso Ha1'e. « lo riconobbi, dice Stuart Mili, in questa graude idea, pratica e filosofica al tempo istesso, il più grande perfezionamen.to cli cui il sistema dc) govcn10 rappn~entativo si-a suscettibile "· Infatti « a tali immensi mali non si credeva possibile opporre n.ltra cosa che dei palliativi ,imperfetti. Il sistema di Hare apporta uu rimedio radicale Q11esta scoperta nuova nell'arte della politica - poichè il progetto di Ha.re lton è niente di meno di tUJ.a. scoperto.. - mi ispirò, come credo che abbia ispirato a tutte le pèrsdne rlflessive che l 'baµT10 accolta, delle nit.ove speranze e una 1naggiore fede nell'avvenire dell 'umàn;i società ,.. E da, quel momento non ristette più dal fare, e 11elParlamento e nella stampa, la più calorosa propaganda in difesa della nuova dottrina. In qttel medesimo torno di tem1io qualcosa di molto somigli~.nte, per non dire di affatto identico, succeg.eva in tiu aJtro pae..<:.ecli storica. democrazia, a Ginevra. Palla rivoluzione del 184.1 in poi l·e elezioni politiche, che vi si compieva.110 secondo il sistema maggioritario, er'a.11.0. la perio. elica occasione di turbolenze .e violenre tali, c:he il ,popolo aveva affibiato a,l famoso Biìtùnent é~ectoral, ove avve1li,·ano le votn.7ioni, il 1101~e, che dice più di ogni commento, cli Boit~ à grif. = fie.s. Quakhe volta era addirittura la guevra ci- •~le. Cosi il 22' agcsto 1864, quando il partito r~dicale, che avev~ governato la~i:rep11bblica qu.asl ininter'rot.tameute per diciott'anni COll a capo James Fàzy, fu battllto s,ù n.ome cli queqt'ultimo nelle ~lezioni di un CÙnsigJiere di Stat6, si diede m.a.no all'an11i, ci furono morti e feriti, e l'o.-dine non potè e&;ere dstabilito che qon l'interve11to delle truppe leclerali. L<> s,pel;rocolo di cosi grevi, persistenti e insanabili discordie per poco non condusse l'anima pii't alt{,. e generosa, che fosse alÌora nella città, iL c:elel>re filooolo Ernest Naville, a disperare "11Chelui della democn1zia e delle istituzioni del sup paese. E anche lui,, come Stuart Mill, si diede in u:q. primo momento a invocare la salvezza. ckt qua1che provvedimento che venisse dal di fuori a por riparo agli eccessi del; sistema maggioritario. Questo ei:a , invero) concepito dalla fazione d<lminante nella maniera più b-)il. tale. Diceva Jam~ Fazy ·: « Il y a cles minorités, q1-U n,'ont P,a5 le droit d' exister, puisqu'elles sont contraires aux inté.rC.ts-et au développement du pays; qu'elles soient ée1·asées, je ne cleruan. de pas mieux;. c'est .comme dans •1a vie ordina.ire 011 écrase le méchaut; celui qui s'oppose au b<>- J1he11rcle son pays ne mérite pas des rep,-ésentants.. Avec le système de la prnportionalité, VQUS alllt'ez, d '.w1 cOté, le grou p.e des vie,u.."{ cal dq..istes avec leurs vieillie5 croyances, les tiltra. moutaius de l' autre, qui pande,ndront à avoir leurs représeutants les plus violeuts ,. Tutto questo era del p:tu·o e del peggiore Robespierre. • Come per il Mill, per il Navi!le fa salvezza, invocata dal di fuori, gli veuiva offerta. da una idea, che un suo concittadino Anto.iJie Morin ave- \·a svoJto qualche anno innami,. ispirandosi a Victor Considéraut: la Proporzionale! I suoi fawiliru·i raccontano eh' egli ue fu immediatante.nte colpito, dominato, c0me fasduato, L'emozioue che ne provò parve aggravare persfno tma crisi febb1ile, di cui egli al\ora (ottobre 1864) soffriva. N(a sentiamo quanto ebbe a din1e egli s~se,, giµ tardi : « Une idée nouvelle, relative att système des électious, a été mise en circu.latiòn dans le mo,nde depuis quelques années. Ses partisans estiment qu' elle constitue une grru.ide découve;te dans l 'ord!re des questions soc~a1es. S' ils ne se tròm.peut pas gravemept, le vtai p.rincipe de la rep;résentatio11., enseveJi sous une conche épaisse d'habitu,les et des préjugés, vient d'ètre reconnu; et comme. le système représentatif est le seul qui pennette le cléveloppeme.11t sincère de la liberté politique, 1'applicatiOlll du princj~ nouve.att produira une époque dan.s l' histoire de la civilisation ,. Altrove aveva, con il linguaggio del suo fervente misticism,o, di g::ià assedto: « C' est une oeuvre de i\\5tiee, une - oeuvre_ de vérité, une oeuvre de paix. Pou,:- résum,'i"' toute ma pensée ,en un seul mot, c'est l'application aux bases de l'état polilique <le.s- prineipcs. élém<:nt~.d1·e..,de la civili~-• tion chr<:ticnnc::. Da allora 10 poi nou d fu pili in J~viz7L-1'a e: in E11ropa ttn propagan(Hsta più ealo:roso e più iubtancabile di lui. !\011 riusci ìOf:j(: a pro-- vocarc dallo steJ...i.;o1-'rindpe d.i Bi&mark tu1,'1 dichiarazione favorcn,lc alla sua t<.:.-;.i? Po:;ta cos.ì Yak a clire come una suprema que~ticmc dj giu~tizia e cli cosciet17..a1 era naturale <.:hele Yarie correnti favorevoli alla lntro- <luziouc clella rapprc-senta.nza. proporziona.le, per CJllllltl.oscaturite cla sorgenti oppo;,te, si fr,ncle,;- sero come in U11 gra.11 fiume, che ha trascinati, senza alcuna posF>ibilità cli discriminazione, uomini dei partiti politici più diversi. E' signjf]. cativo, ad esempio, che in uno dei paesi class-ic-i cleJla proporzicma/e, il Belgio, la sua introduzione si debba un lungo la.rnrlo deJla opinione pubblica, a cui hanno dato uguale alimento i tre: ~torici partili di que11a nazione, il catt.o1ico-co11- ~vatore, il liberale e il socialista; mentre per llll altro verso 110J1 meno significativo <:: che i due soli avversari palesi ed irriducibili che essa conLl anco-ra nel Parlamento belga, siano, da una parte, il cop<>della Yecc-bia destra eall.olica \Voeste, e dal]' altra il socialista Destrée. La quale ossernrzicme potrebbe r-ip-etersi anche per altri paesi. Così sono d1\'entale alfine una realtà vivente e t111iversale le magnifiche parole cli Stuart ~liii alla Ca.mera elci Comtu1i : « Il principio c,hc io difendo non i: nè tory1 nè whig, nè radicall; esso merita cli figurare nel program1na dì tutti i partiti che preferiscono a uDa sei-ie cli successi fortuiti un trionfo semp:'e fondato sui princip-:ii della giustizia». FRANCF,SCO RL;FFI.XJ. DIFESA STORICA In ltalia le questioni costituzionali continuano ad essere considerate come questioni cli forma come se tutti i popoli non avessero fatto la pr<>- va delle loro attitudini all'autogoverno e delle qualità diplomatiche uella creazione dei congegni elettorali più adatti a condizioni storiche specifiche e ne.tla coordinazione degli istituti statali e delle iniziative libere. 11 collegio uninominale fu il s1stenm ideale in un paese (l'Inghilterra) che aYeva rinunciato al feutlalismo per garantirsi contro wi SO\oTanostatolatra; è ancora economicamente e politicamente una fonna feu<lllle, presuppone il voto limitato e 1 'esisteuza di ·una classe aristOC'J'atica, si adc.'1.tta ad un tipo di ,1ta tradizionale e. seden.ta.ria esente dallo~ spirito d'avventura; 1iesce l'ideale piii accessibile ai contadini, alieni ila.I partecipare alla vita dello Stato, paghi cli eleggere il clepilt.ato, incapaci di controllMlo. Dove il dèput.afu nou può parlare .in nome dei suoi interessi di feudatario la tendenza 'ciel collegio uninominale si esprime ·nella forma. zioµe di una classe di politici, facili a degene- •rare iu una pratica cll politicautismo pa.rassita- :~o. Questo processo si ebbe, in forme alquanto dèmagogiche, in 1 talia, dove gli interessi agrari non riuscirono a stabilizz.arsi, e l'istinto retorico trasformò il rapprresentante nel tribuno. • èosì stando le cose la rapp,·esentanza propo,·. ,.ionalé parve segnare gic,stamente in Italia il periodo in cui la Yi~ unitaria si sarebbe imposta ·alfine, dopo il tonnento della guerra e della asceusiÙne socialista, con una fisionomia di seiietà etica e politica. Se ne fece banditore il partito popolare che inaugurò appunto in Italia; nella misura concessa agli italiani, una rivoluzione di carattere protestante sia per la sua etica c:ristiano-libe.l'ale, sia ·per fo spirito laico e cavomiano con cui considera il clericalismo (Sturw e Donati). L'utilità della proporzionale non fÙ quella di uno strumento di conaeITaz.ioue, come crede alcuno, ma si rivelò nel creare le condizioni della lotta politica e del uonnale svolgimento della opera dei partiti A questo conccho uoi dobbiamo da.re dei riferimenti alquanto diversi dai consueti. Il dopoguerra fu un fenomeno cli dissol,imento dei costumi e di tormenti ideologici : le condizioni generali d sono assai analoghe a quelle dell'Ew·opa di Lutero, f01teruente favorevoli a u11 modmento cli carattere religioso nel senso di mia riforma cristiana del cattolicismo. Il sintomo più import.ante di queste esigenze non sono i varii episodi mistid e confessionali (Papini, ì\'.[anacorda, Zanfrognini, Conscientia), ma il tentativo di Sturzo che ha appunto la serietà cli m1 largo movimento soci.µe. La proporzionale diede a. queste Yoci i m~zzi per agire nel terreno nazionale; per presentarsi come program. mi e proporre delle discipline. La democrazia trovaYa la sua atmosfera liberale: la propor.do. nale obbliga gli individui a battersi per \tn'iclea, vuole che gli interessi si organizzino, che la economia sia elaborata dalla politica.. Uno <lei più forti segni cli disgregamento nel dopo-guer-ra non fu la lotta di classe, ma. il pericolo cbe le class.i si spezzasser<? egoisticamente in categorie; che gli interessi vincessero le idee, o~e il corporatjvismo si sostituisse ai costumi di lotta sindacale rivolu~ionaria insegnati da Marx e da Sorel. li pericolo - anche se nessuno lo ba visto - stava uelle rappresentanze professionali - concetto che fu caro a tutti O'li intellettuali disoccupati da Mu,ni a R06SO:i. Solo la prnporzionale. ebbe. la vi1iù per qualche anno di utilizz,~re queste forze disgregatrici obbligandol,; a trasportare gli interes.;i nel caapo politico, .dove naturalmente SOl1. tratti a cooc<li1i.arn-irinunciando al loro esclusivismo proprio quanto più ciascu= la affenna e lo difende. Il fa.sci&mo dovette sconvolgere, per vincere, i ri&tiltati liberali con.Sffvatori di due e,,perimeati propor,jonalisti e oppos,: all'esercito degli elet• tori gli ignari dei diritti politici . li. loro istinto di padroni guida as,,ai precisamente i fascisti nella lot.ta contro la propor7.lOll.ale.Ora codesti padroni sono tanto più curiosi in quanto ci vogliono presentare i loro stratagemmi di volgare restaurazione come :><:o. perle futuriste. La critica alla proporzionale p,,rchè aon rende possibile un governo di mag. gioranza è futurista proprio come le scoperte marinettiane di forme d'arte aJes,;andrine. L'importanza dell'opera moralizzatrice della proporzionale si riconobbe negli <Sperimenti italiani, nella sua attitudine a liquidare i governi di maggioranw. Dove prevale senza incerte-a.a una maggioranza si ha nient'altro che un'o1i• garchia larvata. La formazione elettorale iella maggioranY...adi governo ~ poi sc.-mpre un risultato <li transar,ioni e di equivoc..1 (patto Gentiloni); ] 'arma <lel ricatto diventa i] sistema c:on c:ui il tiranno può asservire ai suoi istinti gli e.c:erciti <lelJe democrazie \·otanti. La vita moderna -;.inutre di antite.•;i e di -:-on. trasii non riducibi"Ii a schemi ; i bk,ccbi e le concentrazioni sono il sistema del semplici~mo in cerca di unanimità; la logica della vita politica riposa 11(:;]la ,·ari<.:tà e nel dissenso, il go,·eruo ne sorge per un processo dialettico diversamente atteggiato a seconda delle dirnrse azioni <li tutti i partiti. La pr~porzionate' è riuscita a creare le condizioni di ,·ita per un governo di coalizione (valori:1..1..atodall'infltlénza dei partiti che vi collaborano anche quando si con- - tra5tano), eliminando ogni possibilità di patti Gentiloni. L'Italia di Nitti do\.Tà rimanere per questo aspetto, a parte ogni critica che si possa muovere al1a figura del ministro, W1 ideale vanamente vagheggiato e risperato di educazione politica. -In quel periodo torbido e difficile men.trp la proporzionale aiutò con chiarezza i gmrem.i a sai vare il paese, ci ftL dato il primo esempio della capacità degli italiani a ,·ivere in ll.I1 regime cli democrazia moderna.: fuori di quell'esperimento non ci rimase altra altenlativa che il presente )'ledio Ern. P. g. UN RIMORSO Le. nostra difesa della proporzionale si imposta così: ricerca e costruzione autorrome di un ideale stata.le, abolizione di tutto il ridicolo e bene fatto per forza , dalle Donne Prasseili del.la poli- ·tica casalinga, via libera alla lotta polifica, ,,ppello a tutti- i contrasti che gli uomini di go- ,:-en10 poltroni chiamano, uei loro discon.i , « fastidi :1. La. nostra difesa s.i in-quadra in una concezione calvinistica della democrazia, che an. uu.isce gioiosamente allo sviluppo capit.alistico e alla rivolta proletaria, e si com~ se attraverso le predicazioni dei propagandisti delle « ma:ccbine » dei «partiti-. attraxerso l'adesione ,:olonta.ristiea delle masse attran,rso la lotta che ne risulta e alla delusione feconda, un numero sempre pit\ largo cli uomini potrà avvicinarsi ac\ attuare il grande insegnamento di Giovanni Calvino, lo spirito animatore delle democrazie guerriere e conquistatrici: che la rimmcia non è una virtù, che la ricchezza e il benessere sono le testimonianze della grazia. Naturalmente non ci interessa affatto la rufesa della proporzionale come sistema elettorale giusto oc\ equo. Riconosciamo che anche questi motivi vanno toccati, ma lasci.amo questo compito all' on. Turati o alla Associazi<me proporziona. lista rn.ifanese. Questi sforzi, a nostro avviso, sono però cach.ettici. Chi io politica parla <li « .giustiz.ia » elettorale, sempre sarà ridotto al s~lenzio con la risposta della , necessità , del governo : e chi concepisce la propor-donale come WL mezzo per assicurare l'armonia, l'ordine e la belle ard&n,J,Gn.ce dello Stato, dovrà tacere dinanzi a chi gli adduce questi risWtati, più facilmente raggiunti cogli espedienti del go,·erno paterno e del regime plebiscitario. Noi amiamo porre la proporzionale feroce come un-rimorso, dinanzi a nua borghesia che crede cli essere moderna perchè usa l'auto e va ai cirCtùti internazionali (ci ,·anno anche i ricchi pe.t~an.i, e i venezuelani!) e dinru.1z:i a tlll proletariato ausioso cli scotitare tre anni di scon1poste ma p:t'on1ettenti adesioni a partiti di ma-sse, con l 'accorre:re festoso alle sagre elettorali, e col ri. p-iombare nell'attesa lazzarone.sca dei benefici che llll, governo fatutto e svesciatu.tto promette loro. Sì, la proporzionale è uni 1imorso. Quest.o popolo, che si vanta vincitore e modernissimo, che so. gna primati industriali e guerrieri non è stato capace cli reggersi col regime de.i ~ti, con lo strumento della proporzionale. Non è all'altezza del le democrazie moderne, pe1· C'lÙ la propor;donale è, e deve essere, quello che l'US:O della tastiera è _per la .dattilografa. L'abbandono della proporzionale è una boC'Ciatura bell' e buona del popolo italiano. E la proporzionale resta là, al1' orizzonte della nostra vita poJitica, come un esame che IlOILabbiamo superato e che dbV1-e1110 ancQ:i,~affrontare. GIOVANNI ANSALDO "b'cao DcbbA 5TfHDPA ,, il 1ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel 190.1, ha' sede. ESCLUSIVAM~NTE in Milane (12) Corso Porta Nuova, 24.

bi ... DIFESA Le.. difesa d'una causa persa è piuwmcntc conforme ai. nostri gusti e ai nostri <lcsidCtii. ~e, anzi, e-i fosse.i·o molti a peusarla come noi, si d'Ubite.i-ebbe d 'a ,·er torto. 111.a le compagnie mome.iitanee od occ,1sionali, del resto le più gradite, non c'ing.anuano. Si pregusta i 1 piacere del distacco e si collaudano meglio, in seg,·cto, i motivi dei prop,rii convincimenti quando ci si accorge che la via battnta insieme è fortuita. Quanto più br<:,·e è-:. il cammino comune, tanto meno ci si è vetulii a noia scambievolmeute, tanto meglio ci si lascia, ~enza il rn11c-orcd'aver troppo spemt.o e confid-ato. La rappresentanza proporz.ionale 1 come si sa, la vollero lutti. Un pren~nti,·o consenso genera.le è un po' la ,orte di tutte le rifonnc elettorali, poichè il disagio delle condizioni presenti e la fede c:he possano mutare albe1·ga in ogni -cuore. Nou c'è cousetvatore cl1e non sogni ..... una migliore ricetta per la couservazioue sociale; iu un argomeuto come questo dove c'entrano bnste, cabale e quozìenti, cerimonie 1itua1i e respons1 quasi sacri, ognnuo è p1·eso dalla passione del mito, dalla fantastica a11sia del prestigiatore che riesce a trasformare la realtà col giuoco de' suoi bussolotti. Il calcolo delle pro. babilità è il più femminile dei calcoli, come quello che lascia un indefinito margine all'ammaJiante ridda delle chimere. Di modo che gli uomini t-iugoli ed i 1~rtiti si tro\:..."lllodi [ronte ad una rifonna elettorale come di. fronte a una magica porta. che si deve sc-biudere s.ull'a\·venire. ~on si possono rifiutai-e di tentarla: rinnegherebbero tutte le loro speranze. L'ideologia di cui si armano serYe da conscio o inconscio camuffamento per questa realtà semplicistica che la v-ita comincia setnpre domani. Collegi.o uninominale, scrutinio di lista, premio alla maggiornnza, ,·oto plw·imo e obbligatorio e quante eltr-e no\7.là la fertile m.ente dei legislatori sa.prà escogita.re sono trucchi iu fondo poco d.issimi li che ognuno crede di saper manipol.are a dovere- e da cui si stima beneficato; e -di fatto poi non spostano per virtù propria gran che i ris1tltati, e se mai dilaziona.no sol. tanto o mutano di sede i problemi che, col loro ausilio, si spe1·erebbe d •évitare. Sicchè, da q1ùstioni di questa fatta è esclusa l'idea di giustizia, o per lo meno <li quell'aerea giustizia che sarebbe 11. naturale ed eterna •. Non si tratta di p.rincipii, ma d 'espedienti; uou di traguardi che dividono le età o ·di c:onsacrazion.i di nuod ordini o di lungo Sperati riassetti, ma di bisogni concreti ed i mruediati che trovano qttesta \·ia <l'esprimersi; non dipende, dall'app,ovazione d'una legge, la fortuna della patria o l'instaurazione d'una Yerità, ma una verità che piano piano s'è maturata negli animi e combatte tra me7..zoalle alb·e cose concrete, trova a un certo momento un inciampo in un sistema \."lgente e muo-,·e quindi quelli che in lei ere. d®o a riformarlo. Gli stessi suoi fedeli, se non wn.o poveri q~accheri privi di senso critico, se11no che la tiforma non è una panacèa. Più cke la guorig1011e d'un male, che si può anche • sHmare necessario,, e imprescindibile dalla nosttia sorte terrena, si cerca la soluzione di un conflitto non comportabile, la 1;duzione: di m1 as,surdo, la cancellatura d'un errore; il seppellimento <l'una p.m.tica morta e il riparo contro alle sue pestifere esalazioni. QuaJunqu.e lègge, per i pessimisti, elle regoli i rapporti tra gli uomini e Yoglia tra essi fo~- clare una forma.le disciplina, h.a quest'aspetto di espediente e di rimedio - d'altro lato assume u-.na grande importanza, poicbè non si tratta, discutendola, d'una disquisizioue teorica, e cioè tr.a. utopi~tica e letteraria, ina di attenersi o nou a nua ricetta .salutare, e perciò di diagnosficare con giudizio lo stato cli noi pazienti. Occhio cliuico ci nwle, occhio st01ico : sapere se oggi ci sen·e meglio questo o quello. Tutto sta a capjre la natura dell'oggi - l'oggi che è poi tutt'uno con I.a nostra. tendenza psichica, con le r-ègiomi. profonde e in.espresse che stanno, se si può dire, anche più giù della psiche. L'uomo e jl suo tempo, son le pietre angolari d'ogni conoscenza. Rispettandoli, ci si comporta secondo le regole della convenienza; e si tiene al'lChe in 1nente il variare del giuoco politico, le 1otle e le crisi dell'organismo sociale. Torniamo alla rapp1·esentanza proporzionale; per noi essa è uua spia, un sintomo, uua specie di criterio storico. Ci sou tempi in cui non verrebbe in niente di chiederla, tempi iu cu..i se ne di!'-<:ute, tempi in cui trionfa. Se la vogliamo, significa cbe vogliamo, che crediamo maturo 1 quel tempo a cu.i è uecessaria; che tendiamo a quel tipo d'uomo che la richiederebbe, agitando ccme mito le ragioni clell'astr~tta giustizia. Un 11id1..schea.no potrebbe dire che la morale di questa richiesta è una morale da schiavi; poicfll' tende a far Yalere le ragioni delle miuonune, le s(mnatu.re e le yarietà amane che son e-cgni di debclezza. i\Ia ll1l nietzsche-ano non ha il didtto di fars.i riformatore; soltanto quello di ridere, di ballare o di dannarsi. La maggioranza che porta in sè l'istinto del trionfo e dello schiacciamento è una maggiÒranza accidentale fatte di gente debole e improvvisata; a cui non 00!'-la I 'esere1zjo1 ma Yogliono per soprappiù la sicure;,..;,_adell'esercizio del potere. La violenza, prima che affermazione di fronte agli altri, è alfermazione a sè stessi, è la propria debolezza, che si stupisce degli attributi e della p_os.sibilità della forza e uon ne conosce il dominio sereno. J..\ KJVfJl,t.,ZJO:Sls Lll!U{ALJ·. MORALE "\ou si porrebbe antinomia tra maggiora1n.a e minoranza quando la maggioranza attuasse il proprio di1itto; ma sono gli e]cme11ti pH1 jm_ preparati, più pesanti e osc·tui della. maggioranza (e di cui nessuna può esser priva) che creano, con la loro azione cicca e faziosa, antagonisticamente i dirilti delle minoranze. Quando poi lutla w1a maggioranza è impreparata, pesante e oscura, quando un ceto è giWJto al potere per mirac:olo, i dirilti delle minorall.7.e, calpestati e in.franti, sono il problema essenziale, rapptcsent.ano lai forza plù emotiva e più attiva e il loro soddisfacimenlo regolerà le prossime manifestazioni della politica. In altri termini (è w1a verità lapalissiana) se le maggioranze voglion durare, dévono difendersi dai proprii difetti, e nou dai nemici, insussisteuli finchè non souo suscitati. L'ordine « liberale II di governo - o, diciamo, coslituz.ionale, cioè dominante negli St..ati cu10pei com'erano costituiti fino alla guena - aHìclava il potere alla maggiora\Jlla. La 11i.aggioran1.a, non s~uebbe astrattamente, ma è effetti vamente un ceto: per molte ragioni, alcun.e ovvie, altre aiutate da sottih accorgimenti, è il « Comitato della borgbesià , .. \bolilo il clirilto divino, le classi che si sentivano- la capacità di dirigere dovevano appellai·si al diritto maggioritario. In 'parte il nome 11011 ingannava: come maggioranza erano insorti: i pagatori di tasse, il terzo Stato; se non maggioranza numerica, maggioranza d'iuteres.5i. D'altro canto non erano tutto lo Stato, ma quasi degl'iusorti vittoriosi strio. genti con l'assedio la cittadella i11esjl\1gnabile che cedeva uno spalto per volta, e non s'arrendeva. Che cos'era allora, nel loro seno, la diversità dei partiti? Un atteggiamento tattico, la creazione di « c.lan, politici, la fedeltà all'uno o all'altro capo. L'ideologia del progresso è sorta in rapporto a questa lotta diuturna ed efficace: finchè l'oggetto era ,la sodezza d'Ulla muraglia la pratica liberale aveva ragione d'affilare le armi e di sperare nella conquista. )la bisogna pur dire che il problema.dello Stato il liberalismo non lo poteva risolvere, se non empiricamente, all'uso inglese. Che cos'è, di fatto, un I( potere D liberale? Qu.ando· la maggioranza non è più soggetta, t a contatto con questa parola e la. sventola e se ne serve - ecco che ecce.de nel dominio e ha parnra, ecco che sorgono le 111inoranze per crearsi vittime prima e poi ribelli. Siamo forse .nevrotici e ipersensibili se si sentono queste cose come problentl concreti? Nia di qui hanno origine tutte le forme di sovversivismo o, pei: usare una pa.rola più larga, di non conformismo, e chi non le ha sperimentate nel suo spirito? Il momento dell'autorità, lo crediamo anche noi, è insopprimibile; nell 'esperien7~ personale, guai se non ci f055e la realtà dell'oggetto, Ma q"Uesti poveri soggetti, questi poveri sudditi in un mo1,do che gli appare irrimediabilmente artefatto, dovranno proprio logorarsi tra_ il recalcitrante morso del freno, e le ribellioni frenetiche e cieche? Non pare che la « dura lex 11 sia sopratutto una « lex ignota», che la legge, il congegno d~lla legge fatto più domestico e viciuo, convincerebbe meglio, s'adatterebbe di pjù, e si potrebbe ottenere una obbedienza p,iù u=na più benevola dei singoli al suo comando? I singoli nou son. più dei cosp:i1-anti, degli affigliati alle società segrete, degli iniziati e dei pervasi; è passata la generazione quarantottcsca, ch'era liberale perchè ardimentosa e profondeva insieme sangue e idee, e si prod.igava, generosa e illusa, per gl'ig:uoti, per i renitenti, per crearli uomini secondo un nuovo modello, che 1i avrebbe gravati. di n.ou sperate: dignità e di tanti pesi; questi ormai sono i singoli, questi umili ancora presi d.all 'osctUità e d.al torpore, questi facili e improtetti elettori- cbe sono alla mercè di qualu11que rufiìano; questi responsabili ineducati, questi lontani prossimi a cui 1101 1 tante volte, non sappia1no come par. lare, questi alieni da ogni stato che uou sia quello famigliare o parrocchiale. Questi, che ci dànno il diritto di reggerli con un voto mendicato coi raggit-i. E' strano che i diritti dell'individuo sono oggi reclamati a casO, e. quasi a rovesçio. Si prospetta uua difesa delle classi medie col rivendicare una loro -priorità, un loro maggior valore di fronte alle classi proletarie organizzate; e si chiedono alle leggi e al costume degli strumenti cbe agevolino la loro espressione e iicostituiscano i I loro privilegio. Al solito, nella gratuita rivendicazione è insita una gratuita offesa. Le classi medie, fe classi dirigenti non per loro incapacità o grettez7,a sfuggono al Sindacato o al pa1tito, ma perchè son già giunte a quella individualiz- ,-,azione, a quella singola1ità di pensiero e indipendenza di giudizio che la. vita associata serve a promuovere; e riassociandooi, non per necessità ma per calcolo breve e per interesse immediato, sentono 'infatti che fanno un sacrificio, che mutilano la loro libertà e digradano verso condizioni inferiori. Non conta se nella libertà ottenuta c'è una g:r-au parte di retorica : anche essa è frutto di storia e d'esperienza, e si ottiene a uno stadio di civilìtà già matura. La difesa dell'individuo è da farsi per i molti cl.te non son giunti a un'individualità consapevole nella vita politica. PeT questi ci vuole la associazione, che è un po1 la couventicola o la a: vendita» dei nostri nonni, un po' la scuola, la sala, cli lettura e la, biblioteca, Se il sindacato, cL'lndo loro la coscienza degl 'interessi e iuqu;i. clranrlo1i, sia p11rc parz.ialmcnlt:, c:on la &ua aaunc in un ordine gtncraJc·, li ~~olleva.a una cosuenza economica, il partilo, che sulle rivendicazioni <lell'intere~<;,• tostruisce un sistema, uno Slat.o, li solkva Y(-rso la compiuta cosc:ienr...adi t:itladini. L'uomo, solo e sen.1,.,1 tra.dizione, privfJ dell'appoggio dd sap<:rc e per ciò di solid.arieta nella storia, trova nc:lla...-famiglia un.a fissità e tnta responsabilità morale; nella Chiesa l'apparte111...a a un corpo mistiro ("he trascende e: tra- ~cura la città tc.-rrc11a. \Ia per esser elcment.o vivo <li questa dttà che tutt'intorno· lo preme:, dc.ve parteggiare, aderire a una dottrina, a un mito che gl'indichi, anche grossolanamente, la possibilità e la qualità delle sue azioni. JI partito lo conquista allo Stato, e gli fa conquistare, magari con im:1gi11azioui che hanno del fantastico e elci miracoloso, un miraggio e una. speran7,a, cbe i: lutt.o quanto dello Stato e della storia può esser appre~o <lalla sua nmiltà. La politica dei partiti mediazione dunque; necessaiia tra lo <;tato e le masse per elevare i singoli alla qualità cli cittadini coscienti - è osteggiata per timori contr'ari alla sua pratica. ~on è vero che i partiti cli masse farebbero una politica \'iolcnta c settaria come dovrebb'esse-re ognj politica di minoranze. Minoran,-.,e in quanto a capacità di raccogliersi sotto un unico capo e di definire un prcventiYo programma. Poichè irrvece la politica delle minoranze, la politica Ii.formistica e di 1;vendicaz.ione è l'unica politica « progressista ,, e quindi liberale. Di fronte alle masse, agli umili che hanno ancora da diventar cittadini e son lontani le mille miglia cl.alla psi. cologia della maggioranza, c'è - e ci dev'essere - ttn saldo costituito potere borghese, che rappresenta lo spirito maggioritario; come di fronte alle esigue minoranze del quara·ntotto c'erano i poteri centrali e assoluti da conquistare a grado a grado, che non s'a1-rendevano certo nello spi.rito con l'elargizione di w1a carta statutaria. Si deve ancoxa osservare• che non si può parlare di pa-rtito cli masse, bensl di partili. Percbè, apptmto per la poca organizzazione, e anche per caratteristiche regionali e psicologiche che non devono scomparire, alle nostre masse non si può parlare da per tutto lo ste.sso linguaggio. La corrente europea del liberalismo, astratta e illuministica, era buona per un pugno di teorici, quasi di profetì, che dovevan preparare l 'occasiohe al risveglio degli altri. Adesso bisogna avviare e promuovere la partecipazione generale sulla base degl'interessi concreti, che polariz. zauo ormai di fatto l'attività dei partiti finora colpevoli di vacui universalismi. Il richiamo al problema immediato, quasi alla configurazione ge<>grafìca della nostra terra, all'indole degli abitanti tanto più varia quanto più ci s-'addentra fra i nuclei indigeni segregati e primitivi, è un frutto del suffragio universale e porta come conseguenza la rappresentanza proporzionale, Infatti la molteplicità dei partiti e degl 'interessi tutti vivaci e à. priori contrastanti impone che nessunò di essi domini solo, poiché, per aver ottenuto una maggioranza precaria e ma.1sicusa, si puntellerebbe con le violenze e le intimidazioni. La possibilità per gli altri di conquistarsi la maggioranza, quando questa conquist."'t fosse l'unica via per salire al potere e attuare- il pn>pri0 programma, scatenerebbe una perpetua lotta a coltello, con quello strascico di odìi e di vendette che si può immaginare; con il mutare delJe fortune elettorali ognuno di essi passerebbe dallo stato di P'·epotenza allo stato di rirnlta-. Perciò noi abbiamo ancora la malin. conia di pensare ai governi di coalizione: quelli per cui lo Stato non subisce scosse, i cittadini 11011 passano a traYerso fasi di lotta violenta; e i partiti, partecipando quasi continuamente all'ufficio del potere, attuando via via ·e abbandonando a seconda delle occasioni e degli accordi i siugoli punti del loro programma, si adeguano a Ull.a realtà che è in sè pacifica e ordinata e solo sembra tingersi di colori reazionari o sovv~si vi a quelle passioni che da essa si sentono escluse. UMBERTO !v!ORRA DI LAVRIANO. PIERO GOBETTI. ~DITORE TORINO • Via XX Settembre, 60 Novità: A. CAPPA VILFREDO PARETO L. 5 G. GANGALE RIVOLUZIONE PROTESTANTI: L. 6 P. GOBETTI MATTEOTTI L. 2,50 S, MERLINO POLITICA E /Y\AGISTRATURA L. 6 S. MILL LA LIBERTÀ con prefazione di L. EINAUDI L. 8 G. PREZZOLINI GIOVANNI PAPINI L. 6 M, VINCIGU.ERRA UN QUARTO DI SECOLO L. 5 Tutte queste novit-à recentissime e importantissime- si spediscono ai nostri abbonati franche di porto, contro vaglia, al prezzo eccezionale di L. 34. Il collegio uninominale Nel collP!fÌOuninominale il deputato deve preslarS'I, a tutte IP esigenze e a lutti i capricci per non perdne u collegio. Alla fine della /e(/1.slntvro non gli l'iene dornandato conio della sua attività parlarr,enl,are, TrlA della wemura posta nel disbrigare gli affar, e te dorrUl71dedei propri rrvmdatari, Se in ciò r,on /u abbastanza ollivo, a nulla var: ranno i suui meriti; se poi s'adoperò con zew nelle distr_ibuzwni delle croci, nel traslocamento dei funzionari, nell'ollenere cw che si rneter,deva in spreto alle leggi o 71el salvare dal rigrne di q,.1esle coloro che n Prano stati , r, qvalunque 7w,do wlpiti, alloro 11 colleqio diventa per lu:i un feudo di cu, rruò vantarsi di disporre_ Nun Sf)lO la d,- qnilà dell'u(ficfo, i1 credito e il rnestig,o della istituzione vengono ud essere rnerwmali dal concetto basso in cui son tenuti , rappresentanti detta nazione, ma l'intelligenza e l'allivita di tanti valerlluorr,ini viene in g:ran parte ad essere assorbita da faccende cui potre/;/;e allerdere vn mediocre procuratore, E' doluroso pensare quanti dr-- pula/i debbor,o irrqAegare a rispondere alle lettere e alle sollecitazioni e a percorrere i corridoi dei Ministeri uno spo~io rilevante rii tera,po del quale potrebbero usare con r,wlto maggior profitto della loro intelliger, :" e della pubblica cosa, Per non essere esclusi dalla vita pubblica, devono allendere ad opera che do/la cosa pubblica e dagli studi li distrae; per la preoccupazione di affari 7.rrivalie locali devorw perdere di ,;ista le alle ra,editazioni, ciò che è propt.er vita.rn vivendi perdere causam. Dalla necessità pel deputato di soddisfare te richieste degli elellori deriva un' altra necessità, quella di stare in buoni rapporti col gover71JJche largisce i favori. Chi deve quotidianamente postulare favori per i suoi elellori, non può essere pel gover= un critico troppo incomodo. Le due necessità così strellamente connesse tra loro han= pro dotto nei Parlamenti italiano ·e francese risultati diversi. In llalia non abbiamo avuti Presidenti del Consiglio ma dittatori, Vere dillalure furo= quelle di Depreti8", Crispi, Zanardelli e Giolilli, i quali ebbero ciascuno un periodo di onnipotenza che mal polè temperare una vivace opposizione fino al giorno in c-ui riuscì a toqli-er loro il 1otere o ad indurli ad abba:ndonarlo. Le necessità della querra, la 'presenza al qovemo di uomini più miti e l'annullamento volontario dell'azione parlamentare hanno in altri tempi trasferito la dillatura e l'onn:ipolen:a nell'alta burocrazia la quale ne hr, usalo ed abusalo. Ho dellQ che in Francia i risultati fur07W diversi, Colà infalli si= alla vigilia della guerra avemmo non dillalura di ministri, ma oligarchia del partilo dominante; nes- , suno però può pensare che la seconda sia preferibile alla prima. La necessità del deputato di favorire i suoi elellori a qualunque costo è allresì oriqine ed alimento all'indebita inqeren;;a porlamentare nell' amministrazione, male che diè occasione a Marco Minghelli di scrivere pagine eloquentissime che avra:n= sempre carallere di allualità finchè sarà conservala l'elezione a base di circoscricioni ristre/le. ** il collegio uninominale ponendo ad elettori e candidati il dilemma: tutto o nulla, incoraggia la violenza, la corruzione, la frode, lulli i mezzi e tulli gli espedienti, per ottenere la maggioranza a qualunque costo, TOMMASO TIITONI (Confiil;ti po!itù;i e ri/Drln< costituzionali - Bari, 1919). Il collegio individuale / alsa la missione del depu:tato; a quello si devono l'inqerenza degli UO?ntiniparlamentari a scapito del regolare andamento della cosa pubblica, la distrazione dagli studi e dalla discussione delle leggi, il perditempo della corrispondenza con gli elellori e delle sollecitazioni nei Ministeri, il detrimento di di.gnità e di considerazione, ON. LAMPERTICO - 1881 Quando il deputato non rappresenta più dei principi, =n si muove per sentimento nazionale, ma è invece l'orga= di interessi locali, quando è il patrono, il sollecitatore, l'agente di coloro che lo manda= ivi è inizio di corruttela. E in un viluppo d'intrighi si smarrisce il sacro e delicato utfi.cio di rappresentante del popolo. MARCO MINGHEITI - 1880 Come volete conservare il voto di arrondissement (circoscrizione elettorale un-inominale in Francia) nello staio miserabile in cui è caduto e coi rappresentanti che vi ha dato? Esso è il colmo della bassezza. Nor, si ha idea a Parigi dei costumi che questo sistema ha crealo nelle province, delle tirannie che ha costituite, dei sistemi di pubblica oppressione che ha consolidalo, - Chi non vola per me è rn:i.onernÌco ! Ecco la formula imperante. E coloro che saran= rovinati dalle persecuzioni im,pareranno che non. si può impunemente non far parte della clienLela trionfatrice. LoUBET• (poi Presidente della Repubblica)

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