La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 5 - 1 febbraio 1925

bi ... DIFESA Le.. difesa d'una causa persa è piuwmcntc conforme ai. nostri gusti e ai nostri <lcsidCtii. ~e, anzi, e-i fosse.i·o molti a peusarla come noi, si d'Ubite.i-ebbe d 'a ,·er torto. 111.a le compagnie mome.iitanee od occ,1sionali, del resto le più gradite, non c'ing.anuano. Si pregusta i 1 piacere del distacco e si collaudano meglio, in seg,·cto, i motivi dei prop,rii convincimenti quando ci si accorge che la via battnta insieme è fortuita. Quanto più br<:,·e è-:. il cammino comune, tanto meno ci si è vetulii a noia scambievolmeute, tanto meglio ci si lascia, ~enza il rn11c-orcd'aver troppo spemt.o e confid-ato. La rappresentanza proporz.ionale 1 come si sa, la vollero lutti. Un pren~nti,·o consenso genera.le è un po' la ,orte di tutte le rifonnc elettorali, poichè il disagio delle condizioni presenti e la fede c:he possano mutare albe1·ga in ogni -cuore. Nou c'è cousetvatore cl1e non sogni ..... una migliore ricetta per la couservazioue sociale; iu un argomeuto come questo dove c'entrano bnste, cabale e quozìenti, cerimonie 1itua1i e respons1 quasi sacri, ognnuo è p1·eso dalla passione del mito, dalla fantastica a11sia del prestigiatore che riesce a trasformare la realtà col giuoco de' suoi bussolotti. Il calcolo delle pro. babilità è il più femminile dei calcoli, come quello che lascia un indefinito margine all'ammaJiante ridda delle chimere. Di modo che gli uomini t-iugoli ed i 1~rtiti si tro\:..."lllodi [ronte ad una rifonna elettorale come di. fronte a una magica porta. che si deve sc-biudere s.ull'a\·venire. ~on si possono rifiutai-e di tentarla: rinnegherebbero tutte le loro speranze. L'ideologia di cui si armano serYe da conscio o inconscio camuffamento per questa realtà semplicistica che la v-ita comincia setnpre domani. Collegi.o uninominale, scrutinio di lista, premio alla maggiornnza, ,·oto plw·imo e obbligatorio e quante eltr-e no\7.là la fertile m.ente dei legislatori sa.prà escogita.re sono trucchi iu fondo poco d.issimi li che ognuno crede di saper manipol.are a dovere- e da cui si stima beneficato; e -di fatto poi non spostano per virtù propria gran che i ris1tltati, e se mai dilaziona.no sol. tanto o mutano di sede i problemi che, col loro ausilio, si spe1·erebbe d •évitare. Sicchè, da q1ùstioni di questa fatta è esclusa l'idea di giustizia, o per lo meno <li quell'aerea giustizia che sarebbe 11. naturale ed eterna •. Non si tratta di p.rincipii, ma d 'espedienti; uou di traguardi che dividono le età o ·di c:onsacrazion.i di nuod ordini o di lungo Sperati riassetti, ma di bisogni concreti ed i mruediati che trovano qttesta \·ia <l'esprimersi; non dipende, dall'app,ovazione d'una legge, la fortuna della patria o l'instaurazione d'una Yerità, ma una verità che piano piano s'è maturata negli animi e combatte tra me7..zoalle alb·e cose concrete, trova a un certo momento un inciampo in un sistema \."lgente e muo-,·e quindi quelli che in lei ere. d®o a riformarlo. Gli stessi suoi fedeli, se non wn.o poveri q~accheri privi di senso critico, se11no che la tiforma non è una panacèa. Più cke la guorig1011e d'un male, che si può anche • sHmare necessario,, e imprescindibile dalla nosttia sorte terrena, si cerca la soluzione di un conflitto non comportabile, la 1;duzione: di m1 as,surdo, la cancellatura d'un errore; il seppellimento <l'una p.m.tica morta e il riparo contro alle sue pestifere esalazioni. QuaJunqu.e lègge, per i pessimisti, elle regoli i rapporti tra gli uomini e Yoglia tra essi fo~- clare una forma.le disciplina, h.a quest'aspetto di espediente e di rimedio - d'altro lato assume u-.na grande importanza, poicbè non si tratta, discutendola, d'una disquisizioue teorica, e cioè tr.a. utopi~tica e letteraria, ina di attenersi o nou a nua ricetta .salutare, e perciò di diagnosficare con giudizio lo stato cli noi pazienti. Occhio cliuico ci nwle, occhio st01ico : sapere se oggi ci sen·e meglio questo o quello. Tutto sta a capjre la natura dell'oggi - l'oggi che è poi tutt'uno con I.a nostra. tendenza psichica, con le r-ègiomi. profonde e in.espresse che stanno, se si può dire, anche più giù della psiche. L'uomo e jl suo tempo, son le pietre angolari d'ogni conoscenza. Rispettandoli, ci si comporta secondo le regole della convenienza; e si tiene al'lChe in 1nente il variare del giuoco politico, le 1otle e le crisi dell'organismo sociale. Torniamo alla rapp1·esentanza proporzionale; per noi essa è uua spia, un sintomo, uua specie di criterio storico. Ci sou tempi in cui non verrebbe in niente di chiederla, tempi iu cu..i se ne di!'-<:ute, tempi in cui trionfa. Se la vogliamo, significa cbe vogliamo, che crediamo maturo 1 quel tempo a cu.i è uecessaria; che tendiamo a quel tipo d'uomo che la richiederebbe, agitando ccme mito le ragioni clell'astr~tta giustizia. Un 11id1..schea.no potrebbe dire che la morale di questa richiesta è una morale da schiavi; poicfll' tende a far Yalere le ragioni delle miuonune, le s(mnatu.re e le yarietà amane che son e-cgni di debclezza. i\Ia ll1l nietzsche-ano non ha il didtto di fars.i riformatore; soltanto quello di ridere, di ballare o di dannarsi. La maggioranza che porta in sè l'istinto del trionfo e dello schiacciamento è una maggiÒranza accidentale fatte di gente debole e improvvisata; a cui non 00!'-la I 'esere1zjo1 ma Yogliono per soprappiù la sicure;,..;,_adell'esercizio del potere. La violenza, prima che affermazione di fronte agli altri, è alfermazione a sè stessi, è la propria debolezza, che si stupisce degli attributi e della p_os.sibilità della forza e uon ne conosce il dominio sereno. J..\ KJVfJl,t.,ZJO:Sls Lll!U{ALJ·. MORALE "\ou si porrebbe antinomia tra maggiora1n.a e minoranza quando la maggioranza attuasse il proprio di1itto; ma sono gli e]cme11ti pH1 jm_ preparati, più pesanti e osc·tui della. maggioranza (e di cui nessuna può esser priva) che creano, con la loro azione cicca e faziosa, antagonisticamente i dirilti delle minoranze. Quando poi lutla w1a maggioranza è impreparata, pesante e oscura, quando un ceto è giWJto al potere per mirac:olo, i dirilti delle minorall.7.e, calpestati e in.franti, sono il problema essenziale, rapptcsent.ano lai forza plù emotiva e più attiva e il loro soddisfacimenlo regolerà le prossime manifestazioni della politica. In altri termini (è w1a verità lapalissiana) se le maggioranze voglion durare, dévono difendersi dai proprii difetti, e nou dai nemici, insussisteuli finchè non souo suscitati. L'ordine « liberale II di governo - o, diciamo, coslituz.ionale, cioè dominante negli St..ati cu10pei com'erano costituiti fino alla guena - aHìclava il potere alla maggiora\Jlla. La 11i.aggioran1.a, non s~uebbe astrattamente, ma è effetti vamente un ceto: per molte ragioni, alcun.e ovvie, altre aiutate da sottih accorgimenti, è il « Comitato della borgbesià , .. \bolilo il clirilto divino, le classi che si sentivano- la capacità di dirigere dovevano appellai·si al diritto maggioritario. In 'parte il nome 11011 ingannava: come maggioranza erano insorti: i pagatori di tasse, il terzo Stato; se non maggioranza numerica, maggioranza d'iuteres.5i. D'altro canto non erano tutto lo Stato, ma quasi degl'iusorti vittoriosi strio. genti con l'assedio la cittadella i11esjl\1gnabile che cedeva uno spalto per volta, e non s'arrendeva. Che cos'era allora, nel loro seno, la diversità dei partiti? Un atteggiamento tattico, la creazione di « c.lan, politici, la fedeltà all'uno o all'altro capo. L'ideologia del progresso è sorta in rapporto a questa lotta diuturna ed efficace: finchè l'oggetto era ,la sodezza d'Ulla muraglia la pratica liberale aveva ragione d'affilare le armi e di sperare nella conquista. )la bisogna pur dire che il problema.dello Stato il liberalismo non lo poteva risolvere, se non empiricamente, all'uso inglese. Che cos'è, di fatto, un I( potere D liberale? Qu.ando· la maggioranza non è più soggetta, t a contatto con questa parola e la. sventola e se ne serve - ecco che ecce.de nel dominio e ha parnra, ecco che sorgono le 111inoranze per crearsi vittime prima e poi ribelli. Siamo forse .nevrotici e ipersensibili se si sentono queste cose come problentl concreti? Nia di qui hanno origine tutte le forme di sovversivismo o, pei: usare una pa.rola più larga, di non conformismo, e chi non le ha sperimentate nel suo spirito? Il momento dell'autorità, lo crediamo anche noi, è insopprimibile; nell 'esperien7~ personale, guai se non ci f055e la realtà dell'oggetto, Ma q"Uesti poveri soggetti, questi poveri sudditi in un mo1,do che gli appare irrimediabilmente artefatto, dovranno proprio logorarsi tra_ il recalcitrante morso del freno, e le ribellioni frenetiche e cieche? Non pare che la « dura lex 11 sia sopratutto una « lex ignota», che la legge, il congegno d~lla legge fatto più domestico e viciuo, convincerebbe meglio, s'adatterebbe di pjù, e si potrebbe ottenere una obbedienza p,iù u=na più benevola dei singoli al suo comando? I singoli nou son. più dei cosp:i1-anti, degli affigliati alle società segrete, degli iniziati e dei pervasi; è passata la generazione quarantottcsca, ch'era liberale perchè ardimentosa e profondeva insieme sangue e idee, e si prod.igava, generosa e illusa, per gl'ig:uoti, per i renitenti, per crearli uomini secondo un nuovo modello, che 1i avrebbe gravati. di n.ou sperate: dignità e di tanti pesi; questi ormai sono i singoli, questi umili ancora presi d.all 'osctUità e d.al torpore, questi facili e improtetti elettori- cbe sono alla mercè di qualu11que rufiìano; questi responsabili ineducati, questi lontani prossimi a cui 1101 1 tante volte, non sappia1no come par. lare, questi alieni da ogni stato che uou sia quello famigliare o parrocchiale. Questi, che ci dànno il diritto di reggerli con un voto mendicato coi raggit-i. E' strano che i diritti dell'individuo sono oggi reclamati a casO, e. quasi a rovesçio. Si prospetta uua difesa delle classi medie col rivendicare una loro -priorità, un loro maggior valore di fronte alle classi proletarie organizzate; e si chiedono alle leggi e al costume degli strumenti cbe agevolino la loro espressione e iicostituiscano i I loro privilegio. Al solito, nella gratuita rivendicazione è insita una gratuita offesa. Le classi medie, fe classi dirigenti non per loro incapacità o grettez7,a sfuggono al Sindacato o al pa1tito, ma perchè son già giunte a quella individualiz- ,-,azione, a quella singola1ità di pensiero e indipendenza di giudizio che la. vita associata serve a promuovere; e riassociandooi, non per necessità ma per calcolo breve e per interesse immediato, sentono 'infatti che fanno un sacrificio, che mutilano la loro libertà e digradano verso condizioni inferiori. Non conta se nella libertà ottenuta c'è una g:r-au parte di retorica : anche essa è frutto di storia e d'esperienza, e si ottiene a uno stadio di civilìtà già matura. La difesa dell'individuo è da farsi per i molti cl.te non son giunti a un'individualità consapevole nella vita politica. PeT questi ci vuole la associazione, che è un po1 la couventicola o la a: vendita» dei nostri nonni, un po' la scuola, la sala, cli lettura e la, biblioteca, Se il sindacato, cL'lndo loro la coscienza degl 'interessi e iuqu;i. clranrlo1i, sia p11rc parz.ialmcnlt:, c:on la &ua aaunc in un ordine gtncraJc·, li ~~olleva.a una cosuenza economica, il partilo, che sulle rivendicazioni <lell'intere~<;,• tostruisce un sistema, uno Slat.o, li solkva Y(-rso la compiuta cosc:ienr...adi t:itladini. L'uomo, solo e sen.1,.,1 tra.dizione, privfJ dell'appoggio dd sap<:rc e per ciò di solid.arieta nella storia, trova nc:lla...-famiglia un.a fissità e tnta responsabilità morale; nella Chiesa l'apparte111...a a un corpo mistiro ("he trascende e: tra- ~cura la città tc.-rrc11a. \Ia per esser elcment.o vivo <li questa dttà che tutt'intorno· lo preme:, dc.ve parteggiare, aderire a una dottrina, a un mito che gl'indichi, anche grossolanamente, la possibilità e la qualità delle sue azioni. JI partito lo conquista allo Stato, e gli fa conquistare, magari con im:1gi11azioui che hanno del fantastico e elci miracoloso, un miraggio e una. speran7,a, cbe i: lutt.o quanto dello Stato e della storia può esser appre~o <lalla sua nmiltà. La politica dei partiti mediazione dunque; necessaiia tra lo <;tato e le masse per elevare i singoli alla qualità cli cittadini coscienti - è osteggiata per timori contr'ari alla sua pratica. ~on è vero che i partiti cli masse farebbero una politica \'iolcnta c settaria come dovrebb'esse-re ognj politica di minoranze. Minoran,-.,e in quanto a capacità di raccogliersi sotto un unico capo e di definire un prcventiYo programma. Poichè irrvece la politica delle minoranze, la politica Ii.formistica e di 1;vendicaz.ione è l'unica politica « progressista ,, e quindi liberale. Di fronte alle masse, agli umili che hanno ancora da diventar cittadini e son lontani le mille miglia cl.alla psi. cologia della maggioranza, c'è - e ci dev'essere - ttn saldo costituito potere borghese, che rappresenta lo spirito maggioritario; come di fronte alle esigue minoranze del quara·ntotto c'erano i poteri centrali e assoluti da conquistare a grado a grado, che non s'a1-rendevano certo nello spi.rito con l'elargizione di w1a carta statutaria. Si deve ancoxa osservare• che non si può parlare di pa-rtito cli masse, bensl di partili. Percbè, apptmto per la poca organizzazione, e anche per caratteristiche regionali e psicologiche che non devono scomparire, alle nostre masse non si può parlare da per tutto lo ste.sso linguaggio. La corrente europea del liberalismo, astratta e illuministica, era buona per un pugno di teorici, quasi di profetì, che dovevan preparare l 'occasiohe al risveglio degli altri. Adesso bisogna avviare e promuovere la partecipazione generale sulla base degl'interessi concreti, che polariz. zauo ormai di fatto l'attività dei partiti finora colpevoli di vacui universalismi. Il richiamo al problema immediato, quasi alla configurazione ge<>grafìca della nostra terra, all'indole degli abitanti tanto più varia quanto più ci s-'addentra fra i nuclei indigeni segregati e primitivi, è un frutto del suffragio universale e porta come conseguenza la rappresentanza proporzionale, Infatti la molteplicità dei partiti e degl 'interessi tutti vivaci e à. priori contrastanti impone che nessunò di essi domini solo, poiché, per aver ottenuto una maggioranza precaria e ma.1sicusa, si puntellerebbe con le violenze e le intimidazioni. La possibilità per gli altri di conquistarsi la maggioranza, quando questa conquist."'t fosse l'unica via per salire al potere e attuare- il pn>pri0 programma, scatenerebbe una perpetua lotta a coltello, con quello strascico di odìi e di vendette che si può immaginare; con il mutare delJe fortune elettorali ognuno di essi passerebbe dallo stato di P'·epotenza allo stato di rirnlta-. Perciò noi abbiamo ancora la malin. conia di pensare ai governi di coalizione: quelli per cui lo Stato non subisce scosse, i cittadini 11011 passano a traYerso fasi di lotta violenta; e i partiti, partecipando quasi continuamente all'ufficio del potere, attuando via via ·e abbandonando a seconda delle occasioni e degli accordi i siugoli punti del loro programma, si adeguano a Ull.a realtà che è in sè pacifica e ordinata e solo sembra tingersi di colori reazionari o sovv~si vi a quelle passioni che da essa si sentono escluse. UMBERTO !v!ORRA DI LAVRIANO. PIERO GOBETTI. ~DITORE TORINO • Via XX Settembre, 60 Novità: A. CAPPA VILFREDO PARETO L. 5 G. GANGALE RIVOLUZIONE PROTESTANTI: L. 6 P. GOBETTI MATTEOTTI L. 2,50 S, MERLINO POLITICA E /Y\AGISTRATURA L. 6 S. MILL LA LIBERTÀ con prefazione di L. EINAUDI L. 8 G. PREZZOLINI GIOVANNI PAPINI L. 6 M, VINCIGU.ERRA UN QUARTO DI SECOLO L. 5 Tutte queste novit-à recentissime e importantissime- si spediscono ai nostri abbonati franche di porto, contro vaglia, al prezzo eccezionale di L. 34. Il collegio uninominale Nel collP!fÌOuninominale il deputato deve preslarS'I, a tutte IP esigenze e a lutti i capricci per non perdne u collegio. Alla fine della /e(/1.slntvro non gli l'iene dornandato conio della sua attività parlarr,enl,are, TrlA della wemura posta nel disbrigare gli affar, e te dorrUl71dedei propri rrvmdatari, Se in ciò r,on /u abbastanza ollivo, a nulla var: ranno i suui meriti; se poi s'adoperò con zew nelle distr_ibuzwni delle croci, nel traslocamento dei funzionari, nell'ollenere cw che si rneter,deva in spreto alle leggi o 71el salvare dal rigrne di q,.1esle coloro che n Prano stati , r, qvalunque 7w,do wlpiti, alloro 11 colleqio diventa per lu:i un feudo di cu, rruò vantarsi di disporre_ Nun Sf)lO la d,- qnilà dell'u(ficfo, i1 credito e il rnestig,o della istituzione vengono ud essere rnerwmali dal concetto basso in cui son tenuti , rappresentanti detta nazione, ma l'intelligenza e l'allivita di tanti valerlluorr,ini viene in g:ran parte ad essere assorbita da faccende cui potre/;/;e allerdere vn mediocre procuratore, E' doluroso pensare quanti dr-- pula/i debbor,o irrqAegare a rispondere alle lettere e alle sollecitazioni e a percorrere i corridoi dei Ministeri uno spo~io rilevante rii tera,po del quale potrebbero usare con r,wlto maggior profitto della loro intelliger, :" e della pubblica cosa, Per non essere esclusi dalla vita pubblica, devono allendere ad opera che do/la cosa pubblica e dagli studi li distrae; per la preoccupazione di affari 7.rrivalie locali devorw perdere di ,;ista le alle ra,editazioni, ciò che è propt.er vita.rn vivendi perdere causam. Dalla necessità pel deputato di soddisfare te richieste degli elellori deriva un' altra necessità, quella di stare in buoni rapporti col gover71JJche largisce i favori. Chi deve quotidianamente postulare favori per i suoi elellori, non può essere pel gover= un critico troppo incomodo. Le due necessità così strellamente connesse tra loro han= pro dotto nei Parlamenti italiano ·e francese risultati diversi. In llalia non abbiamo avuti Presidenti del Consiglio ma dittatori, Vere dillalure furo= quelle di Depreti8", Crispi, Zanardelli e Giolilli, i quali ebbero ciascuno un periodo di onnipotenza che mal polè temperare una vivace opposizione fino al giorno in c-ui riuscì a toqli-er loro il 1otere o ad indurli ad abba:ndonarlo. Le necessità della querra, la 'presenza al qovemo di uomini più miti e l'annullamento volontario dell'azione parlamentare hanno in altri tempi trasferito la dillatura e l'onn:ipolen:a nell'alta burocrazia la quale ne hr, usalo ed abusalo. Ho dellQ che in Francia i risultati fur07W diversi, Colà infalli si= alla vigilia della guerra avemmo non dillalura di ministri, ma oligarchia del partilo dominante; nes- , suno però può pensare che la seconda sia preferibile alla prima. La necessità del deputato di favorire i suoi elellori a qualunque costo è allresì oriqine ed alimento all'indebita inqeren;;a porlamentare nell' amministrazione, male che diè occasione a Marco Minghelli di scrivere pagine eloquentissime che avra:n= sempre carallere di allualità finchè sarà conservala l'elezione a base di circoscricioni ristre/le. ** il collegio uninominale ponendo ad elettori e candidati il dilemma: tutto o nulla, incoraggia la violenza, la corruzione, la frode, lulli i mezzi e tulli gli espedienti, per ottenere la maggioranza a qualunque costo, TOMMASO TIITONI (Confiil;ti po!itù;i e ri/Drln< costituzionali - Bari, 1919). Il collegio individuale / alsa la missione del depu:tato; a quello si devono l'inqerenza degli UO?ntiniparlamentari a scapito del regolare andamento della cosa pubblica, la distrazione dagli studi e dalla discussione delle leggi, il perditempo della corrispondenza con gli elellori e delle sollecitazioni nei Ministeri, il detrimento di di.gnità e di considerazione, ON. LAMPERTICO - 1881 Quando il deputato non rappresenta più dei principi, =n si muove per sentimento nazionale, ma è invece l'orga= di interessi locali, quando è il patrono, il sollecitatore, l'agente di coloro che lo manda= ivi è inizio di corruttela. E in un viluppo d'intrighi si smarrisce il sacro e delicato utfi.cio di rappresentante del popolo. MARCO MINGHEITI - 1880 Come volete conservare il voto di arrondissement (circoscrizione elettorale un-inominale in Francia) nello staio miserabile in cui è caduto e coi rappresentanti che vi ha dato? Esso è il colmo della bassezza. Nor, si ha idea a Parigi dei costumi che questo sistema ha crealo nelle province, delle tirannie che ha costituite, dei sistemi di pubblica oppressione che ha consolidalo, - Chi non vola per me è rn:i.onernÌco ! Ecco la formula imperante. E coloro che saran= rovinati dalle persecuzioni im,pareranno che non. si può impunemente non far parte della clienLela trionfatrice. LoUBET• (poi Presidente della Repubblica)

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