La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 44 - 25 novembre 1924

WI VlTTOR~OACQTTARONE VIA BERNARD~OTROZZI 'Q 4-12 GENOVA IULU CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICI\ SETTIMI\N/\LE DI POLITICI\ ESCE Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amminislrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 Abbonamentoper il 1925L. 20 - Per un semestre L. IO . Estero L. 30 - Sostenitore L. 100 - Un numero L. 0,50 IL MARTEDÌ Chi rice"e ur, nun,ero <li 9al!J!io ~ nor, ir,ter,<le abl>or,arsi r~spir,iza il iziorr,zde, altrin,er,ti izli cor,tir,u~remo l'ir,,.,io e <lopo ur, JTJ~se pro"Ye<leren;o a.Ila. risco55io1J~ m~<liarJte tratta. Anno III ~ N. 44 ·- 25 Novembre 1924 SOMMAR I O: p. g.: !..a se!limnna: 6ioli1ti fascista. !..'Unione Nazionale. - Collegio uninominale. - ,;. D. Mo,mr,. t.e responsabililà della guerra. - A. CAVAr,r.r: Commemo~azione jlnlicipafa del Duce. - LORENZO D,; MRorc·,: Del perfetto tiranno. - Problemi prafici: A. Dr So,,,so. La questione granaria. - S. MBJ<I,tNO: Magisfrntura e classe operaia. I...-A SETTIMANA Giolitti fascista Sin dal G-iuguo scorso prevedendo lo sviluppo dei fatti che poi Sl è esattamente verificato. all' ipotesi di laxorare per twa s.ucces~ione Giolitti, Rivol-;v:io-11e Liberale rispondeva con una '+tetta negazione . .Più tardi, quando le manovre g.iohttiane e fiancheggiatrici troyaro110, da Assisi a Livorno, i loro centri tattici, la nostra campagna antitrasfonnista si disp4egò in tutte le conseguenze culminando uèl1' incidente Delcroix che dove,·a segnare in qua.I.Chemodo, almeno come sintomo, la divisione tra gli iutrans:ig.enti e i trasfonn.isti. L'atteggiamento giolitliauo· si è ,·euuto chiarendo du..-raute sei mesi con estrema c.autela e con tattica pres~ochè semplicista. Questo è lo stile cai·atteristico dell'uomo che 11el luglio votò la legge elettorale chiesta da :Mussolini e nel1'aprile fiancheggiò i candidati di Cesare ROSSi e di Marinelli. Xon si può dire che 1'011. Gio~itti si sia ·ribellato di fronte all'assassiniò di Matteotti : le ribellioni 11011 sono nel &uo-ten"!.peramento. Xeanc-he quando i siSte1ni del nuovo regime furono (!ufamente smascherati dal s.:.1ngue Giolitti si indusse all'antifascismo : incominciò semplicemente una tattica di 1naggioi' iiserbo verso Mussolini, onuai soliao, e all'ou. Soleri che n0n sapeva se ·rifiutare un po:rtafogli nel rimpasto de11' estate pare dicesse: --. Sei stanco de11' avvocatura e vuoi metterti :i fare il notaio? - Così passò l'estate e m1 uostro amico visita.11.<loloa Cavotir lo troYÒ che leggeva Dickens. Ahneno iu questo le su.e preùsioui concordavano con quelle di Ri~Jol-u::;i011e Liberal.e, nel ritenere che :i\1:usoolini DOD sarebbe caduto per l'effetto morale dell'assassinio cli ì\fatteotti, co1ne tutti inge11uamen.t.c credeYano, nell'estate. l\ia anche Giolitti è cliveut.ato ottimista se crede di poter liqttidari: ·Mussolini \·otandogli contro in novembre. C-osì stanno affermando i gioniali giolittiani, che p,.o-u·lanocli mome11to incertissimo e cli crisi immiDente. Ora ft questi banfotori <'hiassosi e si11g0larm.en.te coutradditori si vorrebbero proporre alcun.e considerazioni. Poichl: 1'opposizione al. fascis1no dà diritto a parlare in nome di 1111'arù;tocrnzia, 'l'ru;stocrar.-ia <lei ça.ratteri, che 11011 hau110 ceduto, sembra lecito chiedere a Giolitti, e :}i suoi amici piemoute..si iH particolar modo·, pcrchè 11011si YOlgessero all 1oppos-izio11c -in qt1el clicembre 19'?.2 i11 cui a Torino lo stato lP6:nimo di unanimitù creato iutorno a Yinssolli1i, complici i liberali di tutte le sfnm.n.tnre, rese possibik 1 quasi :c-~n. ,.a. . p1·otesta, il sacrifìdo dj 22 dttime proletarie. Chi patteggiaYa o t.ace,·a nc:1. momento in cui si prepara,:àno le. liste cli pro.-;crizioue 11011 Partecipa della dignità dell 'oppOGi,-,ione. ::\fon ba la diguit.à ricbie!->ta dal ruolo cli oppositore chi fiancheggiò il fascismo il sei aprile giustificando il su? fianche9gia111~nto .co~1~'intento di to~ g-liere ai popolan e m soC'rnhstt qualcuno de1 troppi posti lasci'tlti loro dalla legge elettorale 11i i\iu.-;solini ! E gli organi giolittiani di<'hiararoHO subito dopo il ~i aprile che effettivnmcn.tc $ii. <lo,·evau6 considerare i risultati delle elcz1011i come un passo ver.so la legalitù os..c;iarkonobbero dei giusti diritti alla maggioranza di Cc- ~are Rossi, ·menti-e i veri oppositori li contesta- \·ano e Giacomo }[atteotti in<lirizznn1. a tutta. la f maggioranza un atto d'accusa che pagò con la 11)011:et tl d1scon:;o del r3 noYcmbre non è dunque un discorso cli opposi;:,,ione, 11011 è uu discorsa antifascista, Anzi cou gmncle lealtà Gjova1rni Giolitti non ha parlato d'el fascismo. Egli ·uon può ditnenticare che le squadre fasciste ed i) terrore bianco furono inaugurate sotto il suo 1ni11istero e che fnrono i suoi minisfri - nè. certo contro il suo parere - a disporre per l'aÌ-mamento delle camicie nere. Giolitti ticonla che il fascismo gli è servito nel '2r contro socialisti e popolari. •Non può e~duderc che: torni a servirgli domani contro o-li stessi bersag1i. La sua opposizione è di ut~ fiaucheggiatore e di. un filo-fascista della prima ora, e si limita ari alcuni p,nuti di ordinaria amministr.azione de1 ministero Jfussolitii.: quando Mn.s.solini av1·à dichiarato che Ja Commissi911e- dei I$ non funzi01Jerà, che della legge sulla stampa sarà tolL--i.l 'applicazi011c ai P1•e.fetti, rhe si riprc11dcrauno le elezioni per i Consigli comun;?li sciolti, il malumore di Giolitti, non pregindiz.i.ale 1 <ffrà c:-,auritc le sue. ragioni. Il documento della sua opvosiz.ioue è essen,,~i~ 11nente circoscritto: ignora la legge elet~ torale (della quale Giolilti è stato tra gli attt~ri), non solleva questioni cli incompatibilità morale tra goven10 e paese, nou tocca del problema della milizia. Perciò la tattica glolittiana non interessa minimamente le opposizioni, che souo tenute lontaue da l\1011t<::citorioda ben aL tra che dalle sottili distinzioni dell'ex .dittatore : e non torneranno neauche se coi loro voti potessero (disperata e goffa ipotesi!) prorncare una crisi ministeriale. L'ombra di .Niatteotti non· si placa con gli intrighi di c-orriòoio. Lasciamo Mussolini e Giolitti al loro duello : essi stanno disputandosi da quattro anni il posto cli capo della maggioranza e del fascismo. Giclitti ha Yinta la partita nel '2r, l'ha· perduta .. 11cl '22. ~ella su.a opposizione cl 'og~i c'è :5empliceme11té il pensiero di riprcudere il gioco (laccapo. L'Unione Nazionale L' Unione ìùr,zio·nale è un blocco, come fu quello storico di Giorgio Pallavicino, di l\1anin, .cli La Fa:riua; un 'allean;:,.a che comp,re.11defog.e più o meno .distinte e eterogenee. Si fratta. cli sapere se l'alleanza conse.1:verà condizi.oni dl parità tra gli aderenti; chè se Succedesse invece come per l'allea,nza tr'a l'uomo e il cavallo l'interessa;nte sarebbe di vedere chi sJ. prenderà la parte dell'uomo. Fuor di metafor·a. l'adesione dettata da i11viucibile repttgnan,-.a al fascismo, cli uo1Ulni d'alto_ Yalore sitJora rimasti qu.1.. iSiestranei alla politica o aibituati a. ~itare in gruppi di ecce--L:-icue di eresia come ì\ilario Ferrrira 1 Til~he1·1 De Rttggier·o, De Lot.lis, Vincigu.el'ra., Papafava, Silva, Calrunandrei, Gr'i.eco, (per l'appunto qua.e.i tutti coHaboratori d[ R.irùo"l-11,zion,e Libera-1,e) non dovrebbe con·ere il pericolo-di serd1·e, pel prestigio di uomini ,iucomprome~si e di uomini J1noru·i 1 a rimette.i--e in Yalore ,·ecchie bandiere che delle ioro colpe antiche c1evouo rimanere responsabili. La garanz..ia.. che dò non succederà sen1hrcrebbe Yenire dalle persone che clell' Unione sono i capi O gli ispii=atori uatara1h, Amendola, Einai.tcli, S[oi+za: ma oggi come og~i l' UniO"ne è anche il partito cli Bonomi e di Cocco-Ortu e per poco non lo fu del daca Di Cesa.rò. Intanto il l'isttltato primo elci blocco si ·vede nel programma doYc le_diverse tencleuz.c hanno do,·ttto conten1pernrsi od elidersi qua.si ecletticarncute per modo che le affennazion.i_ più eh.e la foi-z.a cli uu nuovo liberalismo te11gono1 notlost~nte lo stile a.m.encloliaruunente auster'OI e dio-nit.oso un tono che ha qualche somiglianza coi ~1ocl'~-a~idel Risorgimento. Iuvece che cli autonomie si parla cli dece11tran1euto a11w·chico e si tace di liberismo perclJè tra i finnata.ri ci sono\ anche i fautOlri clell 'eco11omia associat..1. e i ,·eccbi • av'\·o~ati democn1tici del proibi,-..ion-ismo oligarchico. iVIa crede l'Unio·ne 7''a::;imt~.le di aver .dato con la sua dichiarazione prog1.·an1111at1Cuan. 'impostazione realistica e consigli di tattica precisi per il J11ome11toattuale? I nostri chtbhi so110tutti qui. Se pou si mctt..e in programma la qu.est"io11c della propor>:.ionale è n1.110parla,rc cli dcinoc.ntzie 111oclerne.Nel mez.zogion10 democrazia senza proporziona.le significherà sempre ciemocra1.ia ministeriale con el.ezio11iaddo111cst.icatc di stampo giolittiano e mussoliniano. E' disposta ti Unione ::\'"azionale a dare battaglia contro il collegio uninomiu.a.le? Stt qttesto terreno la sua posi,-ione ~ agnostica? :Ma allom il suffa'agio universale separato dalla. natnrale integrazione dello :-;crutinio cli lista con rappresentanza proporzionale sarà soltanto uu'ai:111a cli più data ai prefetti p.cr ridurre il Governo ad 1111a oligarchfa, e h « nno,·a )) democrazia sairà sempre quella cli De Bellis-. Questa corruzione lrn aYuto un 1'appresentantc. stoi-ico in Giolitti. Che cosa pensa cli Giolitti l'Uui011e Nazù>n.llle? Che ce>&'t pensa, in modo ìliù specifico, del Giolitti del dopo-guerra, il qttale .'lon ha alcun diritto <li vantare certi suoi meriti del decennio cli pace (1901-1911) perchf: ha mpp-resentato invece l'offensiva clel combattentis1ho e <le] primo fascismo contro ogni tentativo ~cri amente democratico di govcnw di partili? Come agirà di fronte a chi lavora pe1· un goYen-10 reaz.ionario <li ex-eombattenti disoccupat-i capitanati da un Ciolitti pronto a prendersi la rivincita con Sturzo e -i sociaEsti? Queste' non sono ipotesi astratte, ma discorsi cli tutti i giorni e il· dubbio è più forte- quando si vedono tra gli aderenti all'Unione parecchi giolittia11i e anzj per Pappunto quelli che· primi indicarono le accem;ate soluzioni. Qui il pericolo del blocco, della confusione, è evidente e noi l'additiamo ai nostri amici aderenti' ~11• Unione perchè si difendano, perchè: noa consentano che la democra,-..ia nuova si riduca a.lla massonica e frasformfstica democrazia dei ricatti e dei comp1·0111essi. Il còmpito di un.a der:hocra7)ia seria antifascista e antigiolittiana oggi è di. preparare un goven10 cli partiti cli massa. La cl.a~ dirigente che si ('. acldestrata nella lotta antifascista de,·e elaborare uu pt'ogramm,a di questioni concrete, con iutese precise ·e ·circoscritte in te1na di liberismo, di auto1101nie locali, cli libeti.à giuridiche fonda1nenta.li, e promuovere bi.Il esperimento di governo cli socialismo liberale (ossia antitetico al socialismo di Stato e al vecchio paternalismo democratico) co11 la parteci pazio11e e la. respon- :§ahiUtà <li socialisti e pt>polar:i. La success·ione al fascismo cleYe spett.are a questa forn1~zic·:rie politica chiara, verso la quale la nostra 1Ì.<1ucia non è senza. risen·e, _:rt}ache de,-e seg-nare il primo passo della' nostra matttrità di moderno popolo democ-rrutico. Questa soluzjoue oggi è contrastata daJl' apparente maggioranza, nunorosa e retcrica•degli 1taHani 1 ied mussoliniana adessb combatte11tista. L'Unione nazionai/e promnov€.nclo il blocco dei gruppi democratic~ ba mobilitato delle forze senz. .,1, ·cli.re se le porterà a destra o, a sinistra; se le asservirà a Giolitti e le confonderà con quella parte fclella 111aggi01·anza cli Cesare Rossi che invece cli seguire le sorti. cl.clsuo duce morde il freno; eppure se le schierérà accanto ai partiti legati alla p,roporz.ionale contro i governi personali •e le dittatnr'e-, pacifiche o entente. I nostri am:ici che hanno ctàito il loro uome alFUnione devono batter&i" per questo chiari1uento rifiutandosi di ricostitltire un semplice bl~ca di classi medie, che erediterebbe la natura cli qn.el blocco che fu il fascismo. f2oUegio uninòminale « Rig11arclo all'esperienza del dopo--guerra - ha eletto l'cn. So1eri nel suo ultimo discorso - 11011 bisogna ilimenticare che vi' era. tLUa legge eletto1·ale per cui ness1u1 partito poteva g0Yer11.c1..- 1'e da solo e ciascuno poteva i1upeclire a.gli altt; pai:i.i:iti cli governare. Era stata. fllterata così la base d~1 nostr'o sistema elettorale, mentre l 'espe~ ri.e.11zadeJl 1ante-guerra bene di.mostra che 1 sulla base del Collegio uuinomiuale, l'attuale regime parlamentar·e, senza bisogno d:i a.rtificiose 1iformc, consente stabilità di Governo e svolgimento di. ampi programmi sociali, politici ed economici». L'esperienza d'c.ll'aute-guen'a è l'esperienza giollttiaan. L'on. Soleri gode di ricorderla come l'età dell'oro. La stabilità di GoYerno del r90119rr fu un esperimento d'i cllttatnr:1. L'ampio p1rogramma socia.le eousistette 11cll 1ml<lo111esticamento del paitito socialista con le lusinghe e i compromessi 1·aggiuT1ti attraver~o i varii Saechi e Pantano. Il collegio mùnotninale ~ Pa111hieute- ideale in cui la politica si può fare attra- ,·erso una ristretta oligatcbia e davanti alle amb.i7,io11ipersonali 'tacciono gli intel'"essi e i costumi di partito. Giolitti fu maestro di elezioni a collegio uninontinale. Soleri può ricordarsi. ancora. co11 emozione come il suo duce nel 1913 riuscì, con il patio Gentiloni, a fargliela spuntare contro Gal-in1berti nel collegio di Cuneo. (--Holitti sapeva dosare- i met.o<li, sceglie1·e ad tma ad nua le persone fide. I 1nazz.ieri dell'Italia meridionale dove le cricche milllsteri,ali avevano • i.11mano la sbm~ e l'opinione pubblica e si potevano pd.cchiaxe i p·roletaJ:i senza lasciarli strillare. 1l patto Gentiloni nel Nord per trovarsi alleati i preti e i massonl. I suoi candidati din:nta\·a110 padl:d fondatari, Ja.'-dati Hlx:ri 11c:i l0ro collegi,, dl rHIJpre:--C!'lli..:'ln.:::: 1.:: rli <:..;,c:rdt:irt iY,- 1u1riamcntc'. tutti i pùl.c:ri. In cambio di ouest.a lib<:rtà di trattare: i 1>roprii affari, bfi.s;tava-c-hc-! k·uclatari nhhiùi-;st:ro 11elln Camera il dr;mat1.1n:: o gli port.asse1·0 il biglietto di Yisita in p<.;.rtie:ria l'ora dell'appello. Giolitti ha, per il p<_--ri,.xcJhoe: prc.-cc<le1 :a ,·,·c.-ntura libica, akuni meriti di grande: stati:-,ta, ma la :;toria dovrà mo:;trare la sua rc.-;pon~abilità nella creazione di que~ti si~temi, che .sono tina cosa :-;olacoil'uomo, rappresentano pel' ectcHen'l..a il giol-ittl.-,.mo. Xella palestra del collegio uninominale .:-..i ,·enne a<ldestrando all'intrigo e a11' ignoranza 1a cla.s5e dirigè11te it'lifa11a, abiJe. nel merc--:ito dC::i voti, desiderosa di !'>tar lént'.l.aa da. ogni altra cosa pubbHca. La creatura rappresentath·a <li questa maggioranza, il prodotto naturale <le1 co- ~tume giolittiano fu Fatta che, da buon casalingo, intendeva la politica <::~tera come w1 modo di fare gli onori di casa. Giolitti a1 potere non può preparare success<;ri e temp1·e cli capi di,·er:--i dal buon a,·yocato di Pineiolo. La proporzionale sco111pagina que;ti piani. Di trecento giolittiani ton1ano alla Came:ra poche decine. );cl disordine del dopo-gucn-a non tutti i dttoriosi sono 1nigliori dei soccombenti. E ,·iene 1.a. leggenda che la proporzionale elimini i Yalori indi~iduali {banchè re~ti da chiedere umihnente a quali valori indidduaJi si voulia alludere). ~Ia. se anche gli individui delle ~Camere elette a proporzionale vale-vano poco c::nru.::: le Camer<." giolitti-ane se,_anche si do\esse dire che •valevano meno resta l'osse1Ta7ione iondamentare che il touo non viene più dat.o dai singoli ma dai partiti. La colpa della crisi parlamentare post-bellica non è dunque della proporzionale che Yalsc per alcun.i anni a tener lontano il fascismo : la d~g-enerazio:!è dei costumi parlamentari nacqne dalle inquietudini <lei reduci e fu prepm~ata da Giolitti nel s~o decennio con l'adclomestica1Ue11to de] parlo.mento, con Ja scppressione della lotta politica e. la per::;ecuziom,: ùei caratte.i.i non disposti a pieg-arsi al « duce :f. La ri,·olt..1. di Soleri, ultima ro~ea. speranza. del giolittismo tleri ,·a da questo 110Yizi:tto: tra i discepoli cli Giolitti e la proporzionale t'è inc<,mp:atibilità di cat~atiere. Corre una profezia in omaggio alla quale all'on. Soleri ~rride l'idea cli riuscire un futuro Presidente: se è vero che all 1 on. :òin.ssolini. do,-:rà $ucc.ede.re tra qualche anno un Duce piemontese, i papabili sono proprio i due combattenti Soleri e Rossiui. DaYYero ncn pob·emo dire che il governo dei combattenti sarà un 1110dellodi modernità! Bisog-ua ricorda.re chl: a un mutilato il quaie gli chied~exa il suo appoggio .111caso di elisi ministeriale l 'ou. Giolitti r"is1JOse: (( I 11111tihì. e i C0/111lbate11t a r.Wlll/ 111(· /ìami 'I)_ Ombre eh,:! torua110 come delizie indigene, costumi di pro,·inc.ialismo lcg-ati alla razza. YI:enb:e il combattentismo risuscit; il_gi0littismo il governo delle 1ncdaglie d'oro sarà ancòra quello dei commendator'i con lo strumento infallibile del collegi.o nniuominale di Grosso-Campana e di Casalegno. p. g. Abbonamenti 1925 Ogni anno tra nouembre e dicembre RiYoluzionJe Libèrale raddoppia i suoi abbonati. Ci affidiamo agli amici perchè quest'ama, la tradizionr venga felicemente superara. Ormai la nostra rivista va diuentando la più inesorabiLf' e L'igorosa bandiera di intrans'i,qenza e di serietà. politica ; che noi siamo nel vero che La nostra battaqlia sia segwìta è dinwstrato luminosamenl<' dalla tiratura triplicata in un solo anno. Chiediarrw un'altra conferma ai le/tori: ogmmo ci trcrvi almeno un nuovo ,abbonato. Chi ci trova un nuovo abbonato riceverà in dono. se Jo richiede mentre spedisce il Yaglia Hebbel AGNESE BERNAUER Preghiamo gli amici di rinnovare sollecitament~ l'abbonamento. 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178 LA RIVOLUZIONE LIBERALH LEHE5POHSDBIL1Tft E LD 6UEHHD MOHDIDLE C'è a Londra zrn gruppo di uomi1d çhe delcr111illano di fallo la pace e /a guel'ra pe1· conto di .130 miliOHi di esseri u1na11i? Questo è il problema. L.a menzogna di Lord Grizy Il 3 agoslo 1914 Lord Grey dichiarò alla Camera dei Comuni che la « Camera era libera d1 prendere la più importante decisione della storia•· In qnesta dichiarazione Lord Grey aveva alteralo coscientemente le parol<:::di n11a sua lettc:ra a Cambon. L'csi:-.tcuza Ji con,·euzioni segrete scritte mili,tari e navali con la Fraucia 1 base della politica diplomatica in cui il paese era slalo segn:- lamentc impegnato, YelliYa. nascosta. al pubblico. La frase soppressa nella lettera a Cambou in- <l_icava l1es.istcnz.a cli piani maturali per la eOope.razionc fr:i.nco-i11glese in. gn12rra, così completi da poter immediatamente essere messi 111 opera nel caso di nu attacco « 11011 prn,·ocalo » -- in altre parole iuclica,·a l1esistenza cli con- \"~llljoui militari e navali scritte. Invece col suo discorso alla Camera Lord Grey 11011 aYe,·a parL,to di pia11i, ma di semplici co11Tcrsazioni, di sçambi casuali di opiuioni. E la Camera • libera di decidere li ignora,·a che. alle II di quella stessa mattina (3 agosto 1914J in seguito a questa convenzione militare ampiamente maturata tutta /a forza militare in- ~le.,c_ effetti-va era stata mobilitala. Intese segrizliz tra Francia, lnghiltizrra e Russia La completa riorganiz.zazione c.lelle forze armait~ britanniche al ·fine dichiarato di partecipare ad una guerra contineutaJe incominciò ad essere studiata nel gennaio r906 da J,ord Grey e da Lord }faldane. Alla fine del 1910 erano stati completruneute elaborati quei piani che Lord G rey si sarebbe poi tanto preoccupato di nascondere alla Camera dei Comun.i qu.:1.tfroanni dopo. Lord Haldane ayeva ri,solto il suo problem.a di poter mobi1itai·e e couccutrarc ln u11 « luogo di raccolta alla frontiera belga,,, « concertato tra gli Stati 1\-Iagg:iori di ,Francia e cl' Inghilterra» una forza di r6o.,ooo uomini che doveYa operare con gli eserciti fraltc-esi « con l'aiuto della ~:essione russa· e'Cl Oriente li. Si noti che questa cooperazione c;leH'a.rmata dello Czar era un elemento integrale degli accordi sin cla.1 1906. 11 capo ~le11oStato ~Iaggiore francese poteva <::06Ì &piegare al suo c611ega russo i casi in cui l'esercito francese avrebbe preso l'offensiva contro la Germania, data la sicurezza di avere al fianco sinistro l'esercito britannico. Tuttavia. nel dicembre 19n Mr. Asqu.ith"' dichiarava alla Camera che : « ~on vi sono impegni segreti con nessun go\·erno straniero che importino per noi l1obbligo di assistenza milita.re o navale a un'altra potenza». Ora proprio questi acco1·di erano diventati dal 1900 la spina do,sa.le della politica estera inglese. Seg·tiirono al tempo del miuiste1·0 Poincaré accordi navali. E· Isvol~chi ambasciatore russo a Parigi ne .sçr,iveva a Sawno[ il 30 settembre 1912: « Que61'! decisione (di trasportare la squadra atlantica francese nel Mediterraneo) è stata presa d'accordo con l' lughilterra e forma l'ultimo sviluppo di accordi precedenti tra gli Stati iVIaggiori. navali francesi e i11glesi. Poincaré mi ha ripetuto che tali accordi pur non essendo ancora csp;ressi in forma diplomatica, sono tuttada couven-.tioni tecniche di carattere nettamente de.'"..erminato tra i due Stati Maggiori. A questi accordi e a quelli ~già esistenti tra RuS&ia e. Francia Sazonof cercò di aggi ungere dirette illtese tra Russia e Inghilterra in ocev,.sione del s-uq viaggio a Londra. Di là seri veva r,;emp~e nel 1912) all'Imperatore: « Dopo ave:r confidenzialmente informato Grey dd contenu\o del nostro accordo navale con la Francia per cui la flotta francese avrebbe doYuto iin.pedire alla flotta austriaca cii entrare nel Mar, Nero,-chiesi al Segretario di Stato se l' Inghiltèrra. ck\l canto suo avrebbe potuto nel Nord agi~e per allontanare dalla nostra costa del Baltico la flotta Germanica. Senza esitare Grey assicurò che, se &i fossero verificate le cond.iÒOltÌ çlette, l'Inghilterra avrebbe cercato di dare alla. fon.a tedesca il colpo più decisivo. « Jnoltre Grey di sua iniziativa mi coufennò ciò che io sapevo già da Poinc.aré ossia l'esiSLeniza di un acco\·<lo'tra Francia e Inghilterra per cui in ca59 c,i guena con la Germania l' Inghilterra non solo avrebbe aiutato la Francia per mare, ma, anche sul contineute mandando delle truppe ».. Tali condizioni non erano soltanto connesse col caso çli un'aggressione non provocata dal1'innocente Francia.' Esse erano interamente connesse con la possi)JiJità di una guerra balcanica (',l-llora i111minente: scoppiò infatti poche settimane dopo) chi' si µrebbe allargata in una guerra europea ....- tma. guerra balcanica determinata dalla Russia attr.averso la Lega balcanica c-he la Russia stessa aveva creato e controllava collo Bcopo dclla. -distru.zione della Turchia, come primo passo verso la distn1zione dell'Austria e della, @ccu,pazion,;, ,ussa di Costantinopoli e degli:' Strl:!tti1.1 Si trattava di conoscere l'atteggiamento di Francia e ~nghiltei:ra nel caso di un conflitto Alli>tro-Russo che ua!->Cen<lodalla guerra balcanica ispirata dalla l<..uti-sia,avrebbe detenni11.atol'intervento della Germania accanto .-dl'Ausll ia secondo i noti trattati di q110;tc dttc potenze. Saz.ouof aveva già ricevuto a.ssicurazio11i da Poincaré che la Fra11cia sarebbe- inte1 ,·enula. l'ercò le slcsse assicurazioni da I.on! <~rey e le ebbe. L.'lng!Jiltizrra non tratta con la Gizrmania Cna mis$ione di Lord Ualc.la11<:,·enh·a mandata 11el febbraio 1912 a Hcrlino. )·la il suo falli111c11toera ine,·itabilc, non perchè una delle due parti Yolesse UlJa rottura, ma pcrch(; una formula di neutralità i11g-lesc 111 caso di guena nou potc,·a coesistere con ~li obblighi che i ministri inglesi a,·cn1no contratto dfretta111ente con la Francia e indirettamente con la Russia. ~ella lettcr_a scritLa da J~voh;chi a Sazonof nc:l dicembre 1912 le cose sono narrate nel' modo seguente: « Dalla mia couyersa7,ione con Poincart: e Palcologne, runbascialorc fr.3t1cese iu Russia, ho potuto sapere co11fidem::ialmenle che durante la visita di Lord Hal<lane a Berlino nel febbraio di quest'anno la Cenna11ia fece proposte ali' lnghiltena, perchè il Gabinetto cli Londra si impegnasse per iscritto :i ma11tc11ere la neutralità uel ca.so iu cui la Germania si tro,·asse implicata in una guerra uon provocata da lei. Il Gabinetto di Lo11dra informò Poincaré e mostrò cli esitare se accctt~u·e o 110 la proposta. Poincaré vi si oppose categoricamente. I•:gli fece notare che 11011 esistenào accordi di politica generale b·a Inghilterra e Gernrn.nia il farne ora significava romP~re le rejazioni franco-britanniche. Il Gabinetto tli I.ond1·a respinse 1a proposta gennauica causando graye malumore a Bedino ». Da allora in poi la politica estera britannica non fu diretta da Loudra ma da Parigi e da Pietrogrado. La miznzogna di Mr. Asquith li 25 luglio 1912 iVIr. Asqu.ith cosl alludeva al significato e al risultato della missione di Lord flaldane: « Le nostre relazioni con il grande impero tedesco sono in questo momento e certo rimarranno relazion-i di amicizia e di benevolenza. Lord Haklane ha fatto quest'anno una visita a Berlino ed ha avuto conversazioni e scambi di idee, continuate da allora in poi, con sphito di~reciJ)TOca franchezza e antlcizia il. Invece il 2 ottobre 1914 dichiarava, sempre a proposito della missione }faldane: « Il go""erno tedesco voleva costringerci assolutamente alla neutralità nel caso in cui la Germania entrasse in guerra (1); e questo proprio ruentre la Germania stava aumentando le sue forze oflensi ve e difensive. Essi ci chiede;vauo in una parola di I.asciar loro mano libera per domina.1·e il mondo europeo». Pasic e lo (zar Nel febbraio r9r4 lo Cza.r ricevette il presidente Pasic. Vi fu tra di loro ,w animato colloquio in cui Pasic si congratulò con lo Czar per il perfetto armamento della Russia facendo seguire al complimento una modesta do1nanda di 120.000 fucili, di munizioni e vettovaglie. Lo C:tar promise e chiese intanto o: quanti uomini la Serbia avrebbe potuto mettere in campo , . , Mezzo milione • rispose Pasic. Lo Czar ne fu felice. , E' qnalcbe cosa. Non sono bagatelle. Ci serviram10 molto ». Si separarono con recL proca confidenza.. « Per la Serbia - aggi unse lo Czar - noi siamo pronti a qualunque cosa. Salutate il Re e diteglielo, .1 Tre settimane più tardi un grande Consiglio di guerra veni va raduuato a Pietroburgo per elaborare , un programma generale cli azione. per assicurare una soluzione favorevole della questione degli Stretti , . E questo benchè il Capo dello Stato Maggiore fosse convinto che « la lotta per Costantinopoli era impossibile -setv...a una guerra europea». Serajizvo rz. la rizsponsabililà Russa Sia che l'assassinio dell'Arciduca sia stato un avvenimento propizio mandato dal diavolo,· sia che l'abbiano voluto questi complottato1i (Pasic e lo Czar), esso servl ai loro propositi. Bisogna ricordare che la visita. dell'Arciduca a Serajevo ei:a p1'eannunciata, che la politica della « mano nera.i» serba era intimamente legata a P~ic; bisogna ricorda.re la visita di Pasic allo Czar pochi mesi prima 1 i sanguinosi récords dei governanti serbi, l'infame carattere politico di Haitwig direttore della diplomazia e della politica russa a Belgrado, il fatto che l'Arciduca incarnava la politica çlella monarchia trialistica che avrebbe significato la sconfitta delle aspiraiion.i nazionaliste della Serbia, e infine bisogna ricordare che nel mese trascorso tra il delitto e la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia il governo serbo non prese alcuna misura per scoprire gli assassini e interrogato dal ministro austriaco a Belgrado due giorni dopo il delitto sui provvedimenti che la polizja serba (1) Ma la Gennauia aveva parlato del caso di essere costretta senza sua iniziativa all' intervento! aveva prc:so o int;·udc:,a prendere ~ per tro\·are le tra<'.'cc.del <lcliltr; 11 dithiarò e-be « sinora la polùda. nc,n si è otcupat...'l di questo affare •. ~essnno ormai nH.:ltc; più in cliscussionc:: il fatto che 1' 1\ ustria intervenne. in quc:sti fatti solo aJl'ultima or:t. ,\1a l:1 .RuSBia imperiale dk-de il s<:gna1e della g-u<.:rrn('OI :-;uoordine di mobili~ tazionc generale. Che l:l mob11it:w..ionc fosse un ~tto di guc..:n·a irrevocabile rh,ulta anche delle 1r.cn10ric del capo del di parti mento della mobilita:..dot1c;ru.ssa genuale JJobrorob,<'hi. ·uel resto nell 'allea11za franco-russa elci '92 era stato stabilito che ~ tma mobilitazione generale doveva essere considerata come identica ad una dichiarazione di guernl e <lon:va essere irnmediatamente S(;-gulta. da. un 'a,-..ione offeusi va li. L'ordine tli mcbilita,do11c gt-neralc: fu dato dal go,·cnJo russo il 30 luglio e dalla Germanja soltanto il 1• agosto. E. JJ. ~\IOREL (I) (r) 11 nome di E. JJ. ~Jorc:1 è legato ali 'idea della lolla contro _i sistemi delle: ctiplomazic euro, pec segrete e m1opi. Per la sua idea affrontò r,ersecuzioni e impopolarità. 1 suoi studi di polit1ca estera sono un modello di stile democratico e. moderno. Con lui, poco tempo prima che mor~sse, ~' e1:avam~ intesi .per pubblicare in edizione italiana 11 suo importantissimo saggio « Segreta storia <li un grande delitto», tra noi completamente ignorato e che riguarda le cause della guerra eu,rnpea. li saggio completo uscirà a suo tempo. Intanto ci sembra che il modo migliore <li commemorare il nostro grande amico si.a di ofirire ai lettori alc1mi frammeuti del suo peu~iero. PIERO 6OBETTI - Edital'e TORINO - Uia XX Se!IEmbrE, 60 Ha pubblicato: SUL FASCISMO: .u. FORMENTINI: Gerarchie sindacali - (1 voi. di pag. 56) . . . . . L. GRILDRIG: Le generazioni nel fasci3smo (1 vol. cli pag. 48) P. GOBETTI: Dal bolsavismo al fa· scisma L. SALVATORELL!: ,\'azionalfascismo (i vol. di -pag. 200) LUIGI STlIRZO: Popolarismo e fascismo M. VINCIGUERHA: Il fascismo visto da· un solitario )) 3- )) 3- » 14- )) 5POLITICA INTERNAZIONALE: E. BERTH: La France au milieu du monde {1 vol. di pag. 110) . . L. 3Che cos' è l' Inghilterra. - Scritti di ANSALDO,BORSA, CRESPI, DE RuoGIERo, GIORDANI, ROSSELLI . F. NITTI: L'Europa senza pace )) 6- )) 14PROBLEMI POLITICI ED_ECONOMICI: G. AMENDOLA: Una battaglia liberale L. ii,__1 A. D1 STASO: Il problema italiano (2' edizione, 5° migliaio) ,, 1,25 A. Dr STASO: Pregiudizi economici » ·6 - L. EINAUDI: Le lotte del lavora, (1 vol. cli pag. 300) p. GOBETTI: Matteotti M. MrsSIROLI: Il colpo di Stato T. NAVARRAMASI: Il problema fem>- rni.nile nel dopo guerra V. NITTI: L'opera di Nirti . N. PAPAFAVA: Fissazwni liberali G. STOLFI: La Basilicatasenzascuole (1 vol. di pag. 100) » 10,50 )) 2,50 )) 5- » 1,25 » i2- )) 6- )) 6PROBLEMI MILITARI: Gen. C. ASSUM: La prima difesa del Grappa (con 2 carte geog-rai.) L. 10,50 N. PAPAFAVA: Badoglio a Capo-retto» 4FiiLOSOFIA: A. D'ENTREVES: il fondamento della filosofia giuridica hegeliana . . L. P. GOBETTI: La filosofia politica di V. Alfieri 7P. GOBETTI: Felice Casorati (50 tavole) Edizione di gran lusso in 6AllTE: carta a mano, rilegata . . L. 50 - TEATRO: E. PEA: Rosa di Sion (dra.rnma) E. PEA: Prime pi.oggie c. LODO\'ICI: L'Idiota (commedia) F. HEBBEL: Agnese Bernau-er (tragedia )J 4- )) 3- )) 4- )l 6LETTERATT:JRA: F. M. BoNGIOANNI: Venti poesie con incisioni in legno originali cli N. Galante) . . L. 8 - V. CENTO: lo e Me. Alla ricerca di Cristo T. FIORE: Eroe svegliato asceta per- )) 6fetto » 4T. FIORE: Uccidi . ,, 10,50 T. NAVARRA-MASI: La letteratura ~ ciliana e la rivoluzion,e francese ç,on prefazione cli G. Gentile) ,, 6 - G. ScroRTINO: L'epoca della critica ,, 3 - PIERO 6OBETT1 ·- Editare TORINO - Uia XX S!!tfembrE, 61 Oscvrit m f.>t.cemÀ»'e: IL BARETTI Hil'istq f/'J;,ndicà111/P. ,1 rrr1 71,-,/rr,r,Ml.r, ,,.,/_ tnrnir, il drrn7/Ìto r·f,p hfJ Rivoluzione Liberale npt{atti11ità poliHca. S11-,ritarP prPor-cvpa=wni di Sl'TiP/11l'd Psign,=,, di pn11iPrr,, di critico, di stifP nPlle n11.ovP_qenerqzioni. A bbonam,r,nlrJ per il i925 agli 1Jbbonat, di " Ri1JolvzionP Ltbna/P,, L. ifJ. !{J<;DAZTO:-;E Artr-: H. Franchi Letterfltura itrJ/ir1rw: POESIA: :,,;. Sapegno S. 8olmi RO,VIANZJ: G. D~ Benedetti CRITICA: -"f. F11bini LetteraturP clussicftP: A. ,\,fonti E. Persico A. P.nssi Letteratura spag11111Jla: Lf'tteratvra frt'rU:PSP: Letteratura ing~sP: -"1. Vincjguerra L. Vincenti Letteratura t~dPsca : Studi letterari: G. V. Amoret~ A. Tasca Sludi di filosofia : S. Car-amella F. Chabod StJudi di Storia: Teatro: P. Gobetti G. A.lberti - G. A.nsaldo _ R. A_rtuflo - F. Jl . Bongioanni - U. Calosso - A.. Cavalli _ 1'. Fiore - A. G!?'rbi - .l'f. Gromo - }f. Lironcurti - E. J1ontale - U. Morra di LavriawJ. :Novità di ~'ovem.ln-e: ALBERTO CAPPA VlllFREDO PA~ETO L. 5 Biografia - Esposizione - CriLica. GENERALEF. SARDAGNA ILDISE6ND DI6UERRA IT LIANI nsll'ultima gumacontrol'Austria 300 pag. L. 12 MARIO VINCIGUERRA UN QUflRTO DI SECOl.àO 1900-1925 Inventario ài cultura L. 5 G.B. PARAVIA &, C. Editori - Librai - Tipografi TORINO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERMO Biblioteca Paravia « Storia e Pensiero» \"OLF_\2\GO GOETHE ·TORQUATO TASSO Traduzione,' prefazione e note di BARBARA ALLASON L. 5 . Bar_ba.ra Allason - ben nQta agli studio.si per 1 suoi stuch. sul roma11bc1smo tedesco - ha nuovamente . t,·adotto __per la uo&"1:ra_.collana degli • _Sc:ntton sbrunen. LTadotti » 1 l J orquato TtI,Sso dt VOLFANGO GoETnE. . Grar;de è I 'interesse. per il dramma del mas~ simo l oeta tedesco, sia perchè è la rappresentazione dei dolori d, tlll Poeta fatta da un Poeta sia perchè in questo dramma si n.wle vi sian~ accenni. au~biografici. In una. dotta e non pesante prefazione Barbara Allason esamina brevemente la genesi del d1·amma e ne fa un oriQ"lnale commento critico specie per quanto rio-u~·- da le figure femminili di Eleonora D' Est'e ed Eleonora San,itale.

COMMEMORAZIONE NTICIPATA DEL DUCE },.' opiniouc assai dìffusa che i nostri Comu1ii abbiano avuto origine e derivino dalle iuvasioni barbariche. Secondo 1'opinjone di autori molto stimati l'ordina.ml:uto 1eudalc avrebbe dc:termitiato il fon11a1·si di essi, che sarebbt-ro stati mente più che il teri-itorio dell'imperatore donato al cattaneo, al co1Jtc. ci()(; ed al capit.ano, per que:-to ~olo fatto tenuto a fornire all'imperatore <leb:::1.-miuat.econtribuzioni pccm1ia1ie e un delen::nlnato 11tu11erod'armati in caso di guerra. Sempre secondo 1 ri<:oròat.i autori da quc~ti armati sarebbero poi nate le mili1..ic citla<l.i11e dei Conu111i 1 nel tempo ~tesso che dai :-itta.dini, 11dl'assènza del Conte chiamati a reggere ja c·os.a pubblica, sarebbero nati i primi parlam(:':-iti locali, i primi Consigli con~umdi. Con lulto il rispelto dovuto a coloro elle ii•'01.10sciamo per maestri ci sia 1)1.:1messo l-Sservnre .çhe secondo uoi, uon è esatto dire ciò, o che per lo meno, se a molti Comuni puù convenire la deri\·azioue descritta, a molti alti-i non può -<.:ertamenl<:couvenire: e sono questi i Comuni esistenti anterionuente alle invasioni, Yale a dire i Comuni Roni:uù. I Comuni italiani hauuo Yerosimihnente avuto una doppia origine, di cui una può essere riferita ai Romani e l'altra agli impe.rato.Ii oltramontani, cou questa differenza che i Comuni <l'origine romana erano ne11a più parte dei casi situati in posizioni salutari e privilegiate riguardo alle grandi ,;e di comunicaz.ioue e' per ciò più popolati, ri.cchi e colti, mentre gli aJtri . erano nella più parte situati in zone anticamente inabitate per florescenza di seh·e, o per invasioni di acque, e facenti parte del pafrimonio <lenku1iale, 1-iguardo ai quali è facile osservare che gli elementi inferiori delle popolazioui viciniori, ladri, banditi e fuori lTgge cli ogni risma delle città più antiche souo stati i primi abitanti, mentre dalle cattive condizioni etniahe è faci)e arguire la miseria di quei luoghi impervii e la necessità di una difesa contro i. numerosi predoni che li infesta.vano. I piccoli Comuni feudaJi erano quasi minuscole colon:ie graYitanti attorno ai grossi ComtUÙ romani, dentro le mtua dei quali veni,·ano esclu.si,-a.mente fabbricati gli oggetti necessari .alla ,·ita ed alla produ7.ione: calza.ture, stoffe, vanghe, aratri, ecc. l~n assieme di questi r11ichi era la Bassa Ro111.arna che i Conti di Cunio cli ·oon.igallia e di Zagcuara dominavano dall'alto dei loro merlah castelli, e non altro forse che un r,rico romano eira a.uche l'antica .ì[azafrena che fu poi chiamata (per la produzione in essa preponderante dei cotogni), Cotignola, e che è rimasta celebre per aver clato i natali al grande capitano di ,entura Muzio _-\tteudolo Sfor7.-a.,della cui morte t ricorso in quest'anno (1924) il centenario. ~on riesca disca.ro ai nostri lettori il sentirne parlare, giacchè ] 'argomento è quaJ1to ma.i di attualità! Da Gio,·anni cli .Muzio Attendolo e da Elisa Petroncini nacque quinto d'una serie di 21 fra- .te11i il 19 giugno 1369, a quanto sembra, Muzio. Tanto il ·padre che la madre erano facoltosi cittadini di Cotlgnola, proprietari di terre, e di ca.se, e niente affatto contadini come molti sto• rici dicono. Tanto )fozio che gli altri fratelli tutti, maschi e J.emmine, riceverono dalla madre una severa educazione militare, nella vasta casa sempr-e rigurgitante d'anni e d'armati e risonante delle ge5ta dei famosi ca{nta.ni di ventura che allora scorau..avano la Penisola, l'inglese Giovanni Acuto e il romagnolo Alberico Conte di Cunio e di Barbiano, resosi celebre in tutta Italia per l'ap 0 pello che a lui fece Santa Caterina perchè corre...c-.eea difendere la fede contro lo straniero, e per la strepitosa vittoria ottenuta. a Marino con trnppe esclusivamente italiane (30 aprile 1379) sulle truppe brettoni e guascone, in riconoscimento della quale ftt da Urbano VI investito del titolo di Cavaliere di Cristo e donato d'una bancHera.'bianca con sopra vi ricamata una croce rossa e la leggenda: - Italia liberata dagli ~tranieri -. E' facile immaginare quali rìsonanze aves- ., ~ro tali o-esta nella faziosa famiglia d.ei Atten. dok, sem;.e in rissa con la rivale famiglia dei Paolini. e di quali smaglianti colori si coloris9C"ro nella mente infantile del piccolo Muzio, sin da a.Jlora sempre primo quando c'era da menare le mani. Non desta perciò meraviglia la fuga cbe egli aPl"'na clodicenllk nottetempo compi dal tetto pcterno per arruolaxsi quale soldato d1 ventura ag-Ji ot'dini di Alberico, il suo grande e leg:gen- <fario contemporaneo. La nota leggenù.a che a questo proposito. ne t,· nata 11011 solo è falsa, -ma è grottesca, po1chè · -non è possiLile credere che un baillbino di dodici anni potesse lavorare di' zappa; molto più -poi lo Sforza che apparteneva ad una famiglia ricca e nota di cittadini. Merita però di esse.re riportc1..~1 perchè bella, oun.n:t.unque llOn originale, poichè in Paolo Ùi-acono Ye n'è ttna simile a p,roposi~o del maLrim011io di Auta.ri re dei Longo~arcli con Teodolinda, come giustamente ha fatto osservare l'illustre monsignor Utnzoni nel discorso com- ·memorati vo tenuto il 15 luglio 1924 a Cotignola. M.a eccola nella prosa del Ricotti: LA RIVOLUZIONE LTBJ,;;.A;,E lì9 • Passavano u11 giorno alc,1nc -<~m1drcdi Holdrino da Pani.gaie presso a Cotignola i11 Rom;igua, e scorgendo nei campi un gan.,onc.:ello mtcnto a lavorare colla m.irra )(' non inolte terre paterne, l'addimandavano dcl1a via. La speditezza delle costui risposte avcll(lou~ fallo osservar<.! la gagliardia dc1le membra t: la fi11cz.7.,a del- )' aspetto, da buo11i cam<:rati il nchicsero d1 arruolarsi con loro. [l \.lll:.111cllo dubbioso <:d impazicnl<: di co11sultarc frn .!-,(,: quc:.l }Ydrlito, abbandonò alla sorte di <:hiarirlo: detto fallo, lancia la marra fra gli sptssi rami d'una. que1cia, e scco stesso fa patto di prendere l'armi quand'essa (uou) 1 icadcss<.:. La marra {uou) ri cadde, e Muzio Altcudolo (tolto sc-grclamenlc di casa uu cavallo) seg-ul alla r,rt1crra in qualità di ragazzo un uomo cl 'arme spoletino detto per soprannome lo Sco,rucdf •. Ciò accennalo si può dac eh~ la carriera militare dello Sforza llOll si <li/lerenzia <la quella degli alL1; capiLa11i di v<::11tura,consistente nella µiù parte dei ca-;i 11el passare da 1.111 padroue all'altro; e nel saccheggiare i villaggi e le città su cui venivano ad abbattersi, pericolo non meno grave della peste cui i 1010 eserciti erano quasi sempre apportatori e della morte che qu.as.i sempre accompagnava le loro vittorie. Quiudi, iu quanto strumeuti in mano dei signori che li adoperavano pel loro inl~resse, più che alla storia essi appartengono alla cronaca, e solo raramente qu..alcw10 <li essi assurge alla dignità della prima, come il celebre ai s1.\0i tempi Alberico da Barbiano che priruo assoldò in Italia un esercito <li ita.lian.i, e primo dopo molti se<:oli vinse contro gli stranieii, confe_ rendo alle armi italiane u.JJ qualche pregio e all'idea di indipeudem.a allora rappresentata da Urbano \"I e da Sauta C'lterina, una realtà; che uon per colpa sua, tornò ben presto a dimostrarsi fugace, come il figlio dello stesso :Muzio, Francesco, che con audacia ·pari all'astuzia riusci a sposare la figlia del Visconti ed a farsi proclamare dal popelo duca dj Milano dopo la morte deU.o suocero, Fiiippo Maria Visconti, segreta.niente ca!<leggiando l'idea di farsi proclamare re dell'Alta Italia, dopo che p~r me1;to suo e del Visconti, ricordatoi le piccole Signorie locali erano state inghiottite\ dalla maggiore signoria milanese. Il vasto movimento delle Compagnie di ventura (combattentismo) impostosi dapprima come un fenomeno di disoccupa2-ione e di polizia, occasionato dalle in....-asioni straniere e dalle fazioni (Fa..<ci di Combattimento, squadrismo), finì per assmnere l'importanza d'un fatto politico allorchè col Barbiano, collo Sforna, e con Braccio di Montone ed altri minori, di,·cntò febbrile ricerca d'una signoria e d'un dominio e con Francesco Sforza e le due regine 'Giovanna I e II di Napoli, tentativo di dar una qualsfasi unità all'Italia (Marcia su Roma). Inconsapevolmente le Compagnie di ventura. ebbero/ la missione di proseguire l'interrotta opera del ghibellinismo, rappresentando, di fronte al papato, che con Urbano VI e Santa Caterina, come abbiru.no detto, era ]'esponente dell'iudipendenza italiana contro Io straniero, il laicismo e l'insofferenza, e la schiav:itù di fronte agli usurpatori ultramontani (Missione Barrère . Ruhr) . Non è senza significato il fatto che proprio • da un discendente dello Sforza, Lodovico il Moro, duca di Milano, sia stato chiamato in Italia Carlo VIII, dietro al quale, come è noto, sono venuti gli altri stranieri che per circa quattro secoli hanno te9uta in soggezione 1a nostra patria. Sullo ~fondo sa_ttguigoo e turbato di questa epoca noi dobbiamo collocare lo Sforza, che fu chiamato tale da Barbùmo per la sua petulanza e prepotenza, e che dei suoi contemporanei se ebbe al sommo i difetti, non ebbe che scarsamente alcuno dei rari meriti, se ne togli il coraggio e l'audacia che possedè in gran copia. Così anche lo Sforza che i contemporanei chiamarono villano perchè violento, ignorante e ro-a...o (sapeva appena scrivere il suo nome) e che pure macchiò la sua coscienza con concubinaggi, fu'fti, uccisioni, tradimenti (è rimasta celebre l'uccisione a tradimento di Ottone Terzi, tiranno di Reggio, il cui cadavere fu a Modena· dato in pasto ai cani) e stupri, ebbe a su.a volta tratti umani e degni di cuore come ill01·qu.ando per invito del Gran Siniscalco della Regina Giovanna, st_rinse di nuovo l'amicizia con Braccio di, Montone suQ antico compa.gno d.'armi sotto il Barbiauo (chi parla di Zinowieff, e che cosa c'entrano la Bessarabia e la discesa dei comtrn.isti dall'Aven,.. tino?), a lungo soffermandosi a discorrere delle passate gesta di gioventù; non senza rigare di pianto quelle sue gote glabre ed ossute; e come allorquando uel guado del fiw.ne Pescara alla foce per salvare il paggio che lo seguiva, tra- ,volto dalle onde furiose del mare, lo Sforza ~llungò per soccorrerlo il braccio poderoso, ma essendoglisi impennato il cavallo, anch'egli P'recipitò nell'acqua per scomparite per sempre, prima che il figlio Francesco potesse correre in suo aiuto, e sell.7..ache la pesante armatura gli permettesse di tentare un salvataggio qualsiasi. Questo avvenne il 4 gennaio 1424, e l'avversario cbe gli stava' di fronte era appunto Braccio di Montone, il quale dicesi che alla morte dell 'runico. nemico rimanesse molto triste e seco stesso piangesse, forse pensando che altra fine doveva, spettare all'illustre suo rivale. ARMANDO CAVALLI. DEL PERFETTO TIRANNO ueftera di uorenzo Vecchio De' Medici a Benito Mussolini Lorenzo dc' .'\lledici, niiracolo di saggezza giolillin1u,_ nel Quattrocento, ma i>igenuo per i no stri [,..mpi, manclò qursta • lettera aperla _. al• l'im. /Jollai, crede11,dolonon illelleratfJ. Senonché l'tm. /Jottai, fosse la frctu,, fosse la magia del suo mussolinismo, attribuì anch'e1;li lo scritto a Lorenzino e temendo di enirne POi accusato come mnico dei tirannicidi ( esare Forni e Libero Tancredi si indtusse a cestinarlo. Noi l'abbiamo a1rula sotto 1:incalo di segreto da Curzio Suckert, che si sta fregando le mani per la t:Wia di {l1.Jer fallo 1m dis/>ellu.cci.o al .1uo padrone ,VJussolini. Col ri.r;petto ,, coll'amore nostro per la storia riparia>no l'errore d,il buon /Jottai e diamo per ima volta tanto posto nella Rivoluzione Liberal.e ad una prosa revisionista ringrazian4one !'o-nesto filosofo del/' Alt.crcaziolle. Jlilg,iifico Signore, Ua tempo avevo divisato !;Crivt.-rea1la Magnifìce,v,a Vostra, per rivolgerLe qualche rispettoso consiglio sul modo di governare lo Stato e di tenere i popoli soggetti : e tardai a ciò fa.re, solo pcrchè temetti di essere da Voi non conosciuto e considerato. Jn uno infatti dei Vostri discorsi, (quale non ricordo, perchè tanti ne pronunciaste), Voi mi confondeste con un mio tardo e indegne nipote, attribuendo a quel Lorenzino o Lorenzaccio, uccisore pazzo e inconsiderato del suo Signore, una certa canzone del Trionfo di Bacco e di Arianna, che, per dare spasso nel Carnasciale a me ed ai con~ttadini miei, in m1' istante cli ozio improvvisai. Perchè, ~Iagnifico Signore, io mi clilettava di cotali bagatelle, e molte ne composi, che assai piacquero allora, ed ancora oggi a qualche rado amatore recano alcuna dolcez7..a; come parimenti r::ii dilettavo di lingu.a ~reéa e latina e di arti belle, molto allietandomi la vista delle meravigliose opere dei nostri antichi, e di quelle ancora, che ad imitazione di esse, gli artisti miei amici dipingevano e scolpivauo: la Vostra Magnificenza invece non è usa a perder tempo in. tali Yanità, indegne per certo di un tanto Signore, e può onoratamente vantarsi <li non aver aver mai posto piede in un museo, e cli non aver mai lette le inutili favole di questi cìanc.iatori, cli cui io stoltamente mi compiacevo. Temevo dunque allora di giuugervi sconosciuto, ma so che Voi avete u1tin-l3.mente con somma attenzione letto e meditato gli scritti di Nicolò Macchiavélli, Fiorentino, uomo, rhe, sebbene avverso alla mia casa, ebbe ingegno non piccolo, e a11imo degno d.i gjgnoria, il quale nelle sue IstOrie Fiorentine, parla alcuna. vo\ta di me e dell'opera mia : laonde, non potendo io credere che la l\>la,,o-n.ificenzaVostra si sia appagata, come ta1uno insolentemente sussurra, nel legge:,e il solo opuscolo , De Principatibus », ma ogni cosa abbia diligenteme11te c::onsiclerato credo oramai di esserVi noto· abba· stanza per ardire ·di sinceramente parlarvi. Ancora mi ratteneva il timore di non essere da Voi inteso: che, se io avessi adoperato lo stile solenne, che costumavasf ai miei tempi per le eccelse cose, Voi, che non sciupaste le Vostre preziosissime ore nel leggere le antiche scrittw.-e, non avreste forse compreso la parola: e se Vi .avessi scritto 11el nostro dialetto Fioreu,tino, come usavo cogli amici e coi famigliari, Voi che in altra terra siete nato, ugualmente 1,od. avreste• inteso. Ho fatto perciò accurato studio delle Vostre gazzette, e mi vo sforzando pazientemente di imitarle e di seguire il loro stile, tanto dal nostro disforme, e la lor lingua, strana e inconsueta oer orecchi :fiorentini : e, se non riuscirò forse- intera.mente a dismettere il mio vecchio c::ostu.me, almeno spero Vi sarà la mia scrittura per la maggior parte chiara ed aperta, non avendo Voi alcuno che possa in tali faccende aiutarVi. Posso cosi finalmente compire il mio vecchio desiderio, e palesarvi che ho seguito con inte. resse e con simpatia il Vostro sforw per farVi tiranno d'Italia. Era tempo che in questo Paese, rovinato dal popolare dominio, si instaurasse da qualche uomo degno e virtuoso, tm saggio Governo. Spdacquemi, per dir vero, sin da principio che Voi Vi foste impadxonito della pubblica cosa con mezzi violenti e straordinari : ma anche altri che similmente per scelleratezze pervennero al priucipato, • seppero poi conquistarsi l'animo dei loro soggettì. Bisognava, 1V1agnificoSignore, che Voi faceste dimentica.re con quanto sangue e uccisioni infinite Voi eravate al potere pervenuto, e c::he,fingendo di deporre le anni, appariste amico sincero del popolo. Io vidi alcuna volta la Vostra Reverendissima effigie, e molto mi contristai, veggendoVi sogguardare torvo, con feroce cipiglio : ai popoli bisogna mostrare faccia benigna e sorridente; non minacciare, ma spargere dolci e melate parole; non tener desto con le continue percosse il malvagio loro spirito di rivolta, ma soavemente addormentarli, proprio come Mercurio assopi Argo dai cento occhi. Perchè Voi mi parete aver dimenticato che questi Vostri Italiani, come i miei Fiorentini, erano genti adusate allo ..scelleratissimo stato di libertà; e con sì fatti uomini v,uolsi altro consiglio che coi consueti a servire. Puossi con la for-,a tenere un popolo da secoli schiavo, come quei, barbari di Russia, non una Nazione, usa a danc..-iare cli lit.>'·rtà, e bram0&a <li governan,i <la f>È= med.t:f,ima. Lc,nveniva, .\1agnifico Signure, che c.ome; io feci, Ja.',M,aSte loro l'illusfrme ,H e5&(..-"l'ed 'ognj <:osa padroni, e amorevolm<.'1Jtf•Ji conduc.:tSt:e aJ Vogtro volere. Pure: a,~-vatc accanto a Voi accorti e moderati con~iglieri, che ~ernpré :-indavano dic:endoVi di attenervi "Ile: lr-gg1, <hc sarebbe stato saggio c..on.~ig1io,e noo .;arest:J: precip]ta.to wme <Y,:;gi si<:te. r-: Voi non Ji asr·oltastf-', e fida,;t.e in certi uomjni incon,,iderati t.d e:eces: i\:i, cbt, c:oJ lor(> continuo mina.cc..-iaree battere e uccidere gli avversa.rii, Vi ft:e-c~o apparire ai Vostri ~getti crudele tiranno. (Jra un tiranno può essere crudele, ma non d<.."Vemai aflp2.rire . .Bisr..,gnava cbe nessuno dei Vostri nemici fosse f'Ubblicamente battuto ed ucciso, solo bisognava r·he la giustizia li punisse quando con le loro evngiure mina.ccias5€"ro la Vostra skurez1..a, e che per il loro odio verso un Signore reputato dalla maggiora117,abuono, naturalmente cadessero io disgrazia alla moltitudine. Io mai non colpii i rivali. miei, ma li feci apparire nemici della Città e del popolo Fiorentino, che tanto li odiava, che io stesso più n<.>na•,Tei saputo. E potevate i,,_ sciarli liberamL-nte parla.re, che mai le parole non nocquero ad alcun signore : era.vi nei mi.t-1 ultimi anni uno stoltissimo frate, certo Jerorumo Savonarola, il quale andava dal pulpito ch··- cian.do contro di me, e voleva io ridonassi a Firenze il suo libero stato: ora io nulla feci coutri di lui, ed egli inutilmente gridava, chè il popolo più volontieri alle mie feste che alle su.e prediche accorre\-a; e se voi avest.e .lasciato che questi Vostri piagnoni andassero per le vie e per le piaZ7,e a piangere ed a lamentare quei loro vani nomi di libertà, il vulgo persuaso di essere felice e sovrano avrebbe riso di loro, e finalmente li avrebbe lasciati predicare al deserto. Bisognava non con la Milizia reggersi, ma introdurre in tutte le cose dello Stato nomini fidati, che facessero e disfa=ero a V05tro modo, e paressero governare per ;1 bene della nazione Italiana. E Voi non dovevate tanto mostrarvi, ma tenervi. nascosto e silenzioso, ed apparire piuttosto privato cittadino che signore. Spesse volte Vi incamminaste per questo retto cammino, ma subito deviaste per falsi sentieri. Specialmente, molto mi rallietai, quando, tolti cinque u01nini Vostri, li eleggeste a scegliere i nomi di quegli che dovevano entrare nel Consiglio maggiore o Parla.mento, e fingervi di rappresentare il Yolere della ~azione. Voi sa.prete essere stato questo mio consueto mcxìo, usando io a cìnque accoppiatori affidare l'imborsa.mento degli eletti dal popolo: e così credevano gli sciocchi di governare, e di questa illusione si appagavano, mentre io facevo ogni cosa a mio piacere. Potevate Voi an~re così un sicuro consigli'o: non era allora necessario, ed era dunque stolto, permettere che segnitasaero le battiture e 1~ uccisioni e le altre innumerabili offese : ma dovevate Voi chiudere in carcere questi Vostri seguaci, e preferire il consenso della molhtndine alle anni dei pochi. Eppure, ?vlagnifi.co Signore, non è ancora trop.. to tardi: liberatevi dai malefici compagni, .richiamate i Vostri amici veri, quelli, che oggi vanno a.nch 'essi gridando contro di Voi: mi dicono che volete cangi.are nome alla Vostra par. te, fatelo e cangiatene tutte le sembianze, deponete le offese, lasciate che lo Stato colpisca esso i Vostri aVveTsari, fate giustizia, e molti ritorneranno a Voi, perc::hè il vu1go è stolto e dimentica e crede: qneUi che Vi sostennero ieri, V.i sosterranno oggi, perc::hè sanno che a quei Vostri nemici non saranno mai cari, mentre da Voi ancor tu~o fX)Sscmoattendersi :lasciate che questi fantocci si illudano di got"ernarVi, e colla Vostra scaltrezza tirateli sempre al Vostro rnlere. Fate quanto Vi dico, ~onifico Signore, e sarete ancora in tempo a salvare Voi e lo Stato. Oggi è il momento dei rimedi straordinari : sospendete ad una f~rca in w1a pubblica piazza qualcuno dei vostri più fieri seguaci, quel Roberto, in primis, che tanto ha fatto per rodna.rVi, credendo di servirvi, ristabilite le leggi, e Voi sarete padrone d'Italia. Fate, Magnifico Signore, che io veda presto una Vostra immagine in atto dolce e benigno, spirante amore verso i popoli soggetti, sorridete, e imparate a tacere, o almeno pensate a ]ungo prima di parlare, andate per vie coperte e tenebrose, ed io sarò sicuro delle cose Vostre. Che se Voi seguirete invece ad apparir tiranuo, poco Vi rest.a di signoria.: e che farete allora? Io almeno avrei trovato .qualche consolazione nella poesia e in simili baie: ma a Voi, che di t.ali cose degnamente siete schivo, non resterà che ritirarvi in un convento a meditare sopra i fail.i vostri. Non Vi spiaccia, Magnifico Signore, se ho ardito rivolgerVi questi consigli : me li ha ispirati sincera devozione e desiderio di vedere Voi amato e potente, e il mio popolo saggia.mente governato da un buon Signore, che sappia dominarlo, lasciandogli quell 'illu.sioni di libertà, alle quali, per sua naturale stoltezza, porta cotanto amore. Sono della Magnificenza V05tra: L'ttniilissimo servo LORENZO DE' MEDICI Cittadino Fiorenti-no. Ex inferis. Anno Domini MCMXXIV. •

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