La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 44 - 25 novembre 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE PROBLEMI I PRATICI La questoine granaria 11 ì\tiinistro del!' &onomia Na1~ionale ha voluto aggiungere cinquanta mila. lire al premio cli v.cuticinqucrnil<.t lire ofierto dal « f-lopo!o d'Italia• al vincitore <lel coucorso bandito dal giornale stesso pet la più grande spiga. Lo Stato, ~1>ecialmcnte in questi Lempi, butta lauti quattrini che la spesa di quelle ci'llqt1.allLl. 1nila lire uon può impensierire i coutribuenti. N~n è. dunque co11t.ro l'aggiunta del premio del Ministro de1l'Economia Nazionale a quello del Popolo d'Italia che si protesta. E non si protesta neppure coutro J'offetta di u11premio a qualClll10 per avere ottenuto la maggior produzione unitaria di q1rnlche cosa. Chi: anzi lo Stato farebbe beueJ secondo mc, a bandire concorsi come quelli ciel Popolo d'Jtnlifr, specie fra gli agricoltor:i, e ciò per ragioni che ho altra volta spiegato in questo giornale. ~Si doma11da: il Minist1·0 dell 'Ecouomia ~azionale c-i-cde di giovare a quell'economia al cui incremento cg1i è pr·eposlo, iuco1~aggianùo l'aumento della pro tluziouc unitaria del grano pinUosto che quellp della produzione uuita.1ia cli q1wl11nqu..e altra cosa? Si dom.anda: se fosse pro\·alo che cou una spesa uguale a 100 si otterrebbe un prodotto x uguale a 200, per giunta. molto richiesto all'estero, e co11 la stessa spesa si ottenesse grano ugu..,1.l~a 18oi i 1 Ministro incoraggerebbe m1cora la culttu-a del grano disintercss~rndosi di quella del prodotto x' Si protesta appunto contro il 1improvero che si muove continuamente agli agricoltori di non riuscire a pro<lu.rre tutto il grano necessario al cons1.µ110nazionale. In ltali.:.'1.si potre0be benissimo produrre tutto il grauo cli cui abbisoguru.10 gli ib.liani, e anche più. Pei- ottenere ciò bisoguerebhe rinunziare ad altre culture. 1\ila questo pochi desiderano pe.rchè i più intuisco110 che ,appresenterebbe uua forte dill]ilwzioue del reddito nazionale, quindi un i111poverimento nazionale; i p-iù intuiscono che se ciò si facesse, sairebhe diminuitrt di nou poco la quantità di prodotti da scambiare con l'Estero, vorrebbe cioè dire m1.:1.bilancia sfavorevole, secondo l'espressione degli ec011omisti. E allora, se i più questo i1ituiscouo, come rnai nan hanno poi il sospetto che, se gli agrico1toii dedicassero meno cl.Lt'e alla culhtra del grano e più a quelle di alb.i prodotti, ci sarebbe forse ancora u•na 1naggiore quantità di prodotti cl.a scambiare con l'Estero, ci sarebbe forse la ixobabilità di una bilancia più favorevole o meno sfavorevole? Una delle due: o i prodotti che si coltivano in luogo del grano, uiand..-:1.taill'Estero, fruttano tantà moneta che con. essa si pttò acquistare all'estero la stessa quantità di grano che si sarebbe avuta in luogo di quei prodotti, più qualche al.tra cosa, o fruttano tanta moneta che basti a<l acquistare L:1s.tessa quantità di grano che si sarebbe avuta in luogo di quei prodotti, e uon-più. In questo secondo caso si può benissimo sacrificare la cultura degli altri prodotti fino alla quantità uguale a q11ella che, convertita in moneta, ci fa ottenere la quantità di grano mancante ai bisogni del consumo nazionale, e nnn si capisce la preoccupaiwne dei più che diminuisca Ja, quantità degli altri· prodotti da- scambiare con l'estero·; e nel primo caso salta agli occhi <li u.n bambino che bisogua sostituire la cultura del grano con quella degli altri prodotti fino a ot..tc11ere di questi la quantità riehies:ta all'estero, epperò è stupefacente che si pretenda sia prodotto in Italia tutto il grano necessario al con.sJ.mo, e ciò, si ùice, per non essei· soggetti all'estero ~r un prodotto tanto necessa.- :io., iu<lispenf;abile, e per 1nandar meno denaro all'estero. ::\la la preoccupazione di mandar meno dena.- n> aJl'estei;-o sarebbe giu,stificnta se rfoll'estero non ci fosse richiesta di altri prodotti da çoltivare iuvece del grano e più rc111tu1eratid del gra110; ma finchè dall'estero, con 1'i11vio degli altri prodotti, viene almeno tanta moneta qu~1ta. se ne manda, la preocct1pazione t! stolta. E quanto alla prima preoccupazione, buon Dio, si spera che non ci sia, una guerra rno11diale ogni quattro o cinque auai. Si domanda: Il :Ministro dcll' Economia, incoraggiaudo il concorso del Popolo d' ltalia., ha soggiaciuto a tutte le preoccupazioni dei più? Il ì'dinistro potrebbe 1·ispo11de;·e che non c'è bisogno cli avere tantl p'l.·eocc11paz.io11pier incoraggiare l'aumento della prod11zione unit..:1.riadel grano o cli qualche altra còsa, specie poi se l' incoraggia.mento costa un così te1.1uc sacrificio all' Ei·ario. D'accordo. l\è, inte11diarnoci, io nego che la cnltura del grano sia molto spesso reinuneratiYa 11è affermo che sia sempre sof-tituibile con qttella cli altri prodotti. Coi p1·ez.zi <li ogg-1, a<l esempio, YÌ souo poche culture che Je si potrebbero sostituire e, come dirò pfesto, ,·i sono troppe zone in .L.talia ove se non si coltivasse grano, si faYebbc il deserto perchè non si sapreb_be che altro coltit 1anri. l\1a poichè llclla questione. tlel grano conono, i11 Ita1ia, tanti pregiudizi, mi sa,·ebbe piaciuto che il ì\finistro non fosse -intervenuto, col suo premio, a dar ad essi autorità. Avrei trovato molto n1e• no da ridire, anzi avrei app1~6vato, se il ::\finistro avesse invece voluto incol'aggiare la coltivazione di uri TI.ore, fosse pnr~ i1mtile, ma bello: _11,,clte..percbè, oit,e a tutto quanto- )ip clctlo, la q11eslio11e rh:1 grano in Halia e :-dquanto iiiga.rb11g-liat..a,e scopo principale cli q11csta nota <': appm,t" di portard 1111 po' d'online <..: di rhiarcz.za. • * .!< J ,a confusione (.'.dovut..a alle lit· a quc:.<.,lofatto, che, se il din:ttorc del l'opolo d' flafia avcs~,· conosciut..o, si :i.c'1rebbeforhe rispanniate Ic venticinqnemila Jirc ck:l cot1corso1 stimando superfluo il concorso stesso come stimolo (dato e non concesso, s'intc11ùe, che Yi possa essere u110 stimolO"maggiore, e, ciò che pi1ì cont.a in questo caso, più dtu-evole del torua.couto) : che gJi agricoltori, quelli che sanno, (qudli che non sanno, 11011aJvranno neppur saputo del concorso) fannr., tutto ciò che è in 101;0per aumentare la pi·oduzione unitaria del. grano, e che la eultuta del grano è ttna di quelle 11e1lc quuli in Italia si son fatti, negli ultimi tempi, i maggiori P'rogres:;i. Questi pt"ogressi 11011 risultano non so se per un errore <li metodo st.alis.tico o per una divulgazione soltanto s01nmaria dei risultati delle indagiui statistiche. Il grosso pubblico e molta patte clel pubblico delle persone colte sa soltauto questo, tutti gli anni: superfici.e colli- -vata. a grano ettari a, grano ra,ccvlto qui11la'1: b1 fabbisogno nn,ziona.le qu,inlali c. Allora sottrae b da e, e ne conclude che clo,Temo mandare molto denaro all'estero; poi divide b per c~ e confrontandone il quoziente con. quello di aJtri paesi, ne conclude che siamo indietro, assai indietro. Quanto ai rimedi, c'è di quelli che propongono di estendere la superficie coltivata a grano, c't di qu.e11i che pretendono che bisogna invee-e ottenere un 2ume1,1to ù(!lla pnxluz.ionc m1itaria. Hanno torto gli uni e gli altri. :Ma, dato :il preconcetto èhe non bisogna n1andare denaro all'estero, i pt"imi, con.trariameute a quel che sembra, vedono 1neglio· dei secondi, e, per lo più, tt~a i primi si trovano i migliori tecnici dell'agticol\ura. , I primi sanno che se ·1e statistiche fossero. fatte diversame11te, risulterebbe che il nostro Paese non è poi, in fatto cli produzione unitaria del grano, così indietro, coJ11e si pretende, ai più- progrediti _paesi. Indietro ancora sì, 111a meno cli quel che si crede. Se la cultura del g1~a110fosse .in Italia limitata a.Ile wue più favorevoli 1 a qnelle ·zone ov'essa sembra più naturale, si ved'rebbe che anche da noi la produzione unitaria ~è abbastanza alta, e in p,a,recchie parti ha toccato qttello che è il limite della capacità del terreno nelle previsioni dei .competenti. Oppure, se it mo1te altre zone, ove per tanto tempo si era creduto - e forse non a torto - che la cultura del grano fosse naturale, si trovasse qualche cosa che facesse da correttivo all'inclemenza e alla clifformità delle stagioni, di fare arriYar l'acqua, per· esempio; quando serva e an·esta.rla •qMndo dam1eggi, si aYrebbe probabilmente lllla produzione unitaria che non avrebhe nulh da iln-idiare a quel]~ dei paesi che ne hanno Ja più alta. Nop dico già che in molte delle zone di questo secondo gruppo non ci sia da fare più. di quello' che si fa e non neo-o che in altre si tenti di ridurre al minimo le 0 spese pregiudicando spesso il raccolto. Ma in quelle non pancru10 segni di uua. nuova ansia di molto e fnolto fa,re, e in queste io q-edo cbe non si possa fare alcun..,_'1c.olpa agli agricoltori. • La loro situazione sarà resa chiara clrr questo esempio. Supponiamo che per ottenere, cou le •stagioni favorevoli; venticinque quintali di grano per ettaro, cccorr'ano mille lire cli spese per ett..aro, e che il g,·ano sia venduto a. lfre ce11to per quintale. Cou le stagioni favorevoli questo graniclùtor'e incasserebbe ogni ann,o duemila cinquecento lfrc J:>et· ogni ettaro, uett,e ci-1.J.le spese, ma non dall'interesse :iul capH.ale fondiario e circolante. Se 1w'esperle.i1.za ciuquautennale e.lì.cea questo granicultore che egH àvrà un i-accolto ottilllo uua volta ogni dieci anni in media, un raccolto non bnono (quindici quintali in 1neclia) tra l'ttno e l'altl'o raccolto ottimo, e 11ou racc.oglictà che 6-8 quintali per ettaro tutti gli altri anni, escltlsi uno o due anni, in. cni avrà raccolto pessimo, è. ehiaro che questo gra11icultore deve investil'e quanto meno circolante è possibi1e. Ciò no11 gli chu·à mai uè un taccolto ottimo, nè forse mai un raccolto buono, ma lo difende da gravi rischi. A questo punto poi bisognerebbe parla,re. auche c.h nna questione LTibntaria e doganale, 111a,senza uscire dal seminato, ancl.rei troppo per le hmghc. I primi, cioè quel pubblico formato anche dai tecnici, sanno tutto ciò. Epperò essi non si fanno gn111di illusioni circa i risaltati della. propagancla. per 1'aumento della produzione uni.tarla. Tale ann1ento 1 in n1olte zone, è possibile - essi 110n negano - anche nelle sta.gioni sfavorevoli, ma, almeno per ora, in proporzioni minime, tali che non risolvei-ebbero il problema cli procurare tutto il grano necessario a.l consumo nazionale. Quindi essi propongono di de~ dicare alla cultura- del gr'ano llila maggior~ .superficie n.1.asenza sacrificare a1m~eculture, speC'ie se ricche. , . Ciò che, •nclle statistiche, fa' ribassare il re~- clito medio 1111..itario dei terreni coltivati a grano è il fatto che il grano viene coltivato iu molte zone, dei c:ui tcrreiù non si sap,rebbe che altro fi:ire o i c:ni terreni, per essere dedicati ad altre 0ultui;e, richiedono fortissin1i anticipi di capilali - quc·i capit,di di mi l' Italia i· tante, po- , era, Ja cui defidenz.a i: la causa prima dei ntr stri g-uai. Parlo i11nan1,i tutto dc:l]c;1.cmcdl monlagna, o dj alta cr;Jhm,, e anche tJj bassa collina, r,ve è stato disho~cat(J. Vive qui una p<YJX>lazione spe.sso rLss.ai pfJvera, che, S<..: iu Italia foS6hno qu.akhe milionf> di men<J, '> vi fo.-,sero molti <:apitali, o si pol<'SSCcmigrirc, c.- (...••;sa1~0-nfosse: spc$&", composta, come av\c1iiva ulla volta quand'era facile unig-ran.:, in Jlli'l,l{g'i<;prai1.e: di donne, avrebbe tutto l 'iulc.:n.:ssc:ad abbandonare Udi zone. t'i'Ia poic:hl' ci sta e 1Jr.1khi.h: a poc'a}tro da fare, semina il grano. ~\1a qui ln cultura del grano nc,n dà che 3-4 quilJlali 1x:erettaro. Talvolt..a.potrebbe dare di più, 111,~ (i?, riehie:<k•rebbe un att1ne11to di spese spropondotiat.o- ai risultati, e 1' Italla, 110eletto, (.• troppo povera di capitali per permettersi il lu.,<iJiOdi J).l"o<luzioni<:cccssivamente a reddito del1'escentc, per t1M1rc: un'altra espressione degli cto11orn-isli E' in queste z.one che i primi propongrnio di cslendere (uon di intensificare) la cultura del grano. E, juclipen<lentemcnte clal pregiudizio che non bisogna mandare denaro a11' e..-,;tero, non sempre hanno torto. Ma qualche volta hanno torto percht essi chiedono ei1) anc:hc: quando per ottenere ciò i sacrifici richiesti notJ !--aranno C'Olnpensati in misuxa sufficiente dai risultati. Essi credollo di chiedere l'adempimento di u11 dovere patriottico. E han.no sempre torto tJuando, per l'adempimento di tale dovere, chiedono che :-;ia. s-1_;~titu.ita la cultura del grano laddove, pur e~:;endo in pianura, per vru·ie ragioni (necessità, come tlice,·o, di ingenti capitali, difficili a tro\·are, esi- ~te117..adi pietra - mi spiego in termini poveri - a. pochi centimetri, ecc.) c'è pascolo. Il pascolo in questi posti è assai più remunerat.i- ,·o, e ancl1e se uon desse che quanto darebbe la • c11.ltura del grano, poichè richiede meno cure, l: bene, è assai più patriottico .(se p1·oprio il patriottismo deve entrarci allche qui) l assai più patriottico lasciare il pascçlo. Tali i termi11i della questione. ~on ho inteso dire delle cose nuove) ma solo espolTe quelli, e nella forma p~ù accessibile, più povera, e senza complicazioni di cifre, che avrebbero frustrato il mio còm~to, il quale, in lUl paese di Pasticcioni come l'Italia, sono orgoglioso sia spesso quello assai modesto di chiarificatore e di volgarizzatore, anche se talvolta ciò mi CO-- stringa a spiegarmi all'ingrosso. ARCANGELO DI STASO Magistratura e classe operaia Quale sia stato l'atteggiamento della >Tagistr1a.tura Yerso la classe operaia si desume dalla giureprudenza circa il. dritto cli associazione e dj coalizione e circa gli scioperi. :&ifaf.orse uno dei casi più interessanti si trova -nell'esame della giarcpruclenz.-1. pre,·alsa in ten1.:1.di boicottaggio. Qui ci0 che più offende è la clis.parità di frat- / tamento, il sistema dei due •pesi e delle due misure : il boicottaggio dei padroni contro gli operai è un d.tµtto, quello degli operai contro i padrOJJÌ è: un delitto. Non che ciò sia stato proclamato esplicita1nente in nessuna sentenza.; ma. il fatto è che 1neutre 1,1~:mv'è. esempio che si sia proceduto ' penalmente contro .i prlmi, la l\1agistratu.ra 110n ha esitato a condanna.re i secondi, ogni qualvolta questi e le loro J...,eghe ha11110tentato cli difendersi co11tro la concorrenza de' cnwiiri, boicottando gli opifiZii o aziende cloYe qnelli 1avoravauo o i commercianti che for11i,-a110loro i yiveri. La M,,.1gistratttra ebbe soltanto uno scrupolo, se al boicottaggio (degli opérni contro i paclroni) fosse da applicare la sanzione dell'art. 154 Codice pe11. (violen:r..a.privata) o que.11a non meno graYc degli articoli r65 e 166 (attentalo alla libe.1tà del lm·oro, dell'i11clustria e del commercio). Fu d3ta la p•referenza agli articoli- 165 e 166, che sottopongono ail.a. pena clelJa detenzione siuo a venti mesi, con aumento fino •a, tre anni pei capi e promotori 1 colo1'0 che con violenza. o minaccia o restringono la libertà dcll' inclnstria e de1 commercio, o cagionano o fanno perdurare uno sciopero per imporre un aumento o cl-imi. n117jo11ede' salarii o uu mutamento de' patti go, o altrimenti gli si rer:herà dan110 (g-iu:,to O'~ ingiusto?) ; 3'' <:hc ne:J ca..c;odel boitottaggio operaio Ja mi1Jaccia sta nel fatto stesso della folla che -i impr,n~ col numero, dimo;;trandosi pronta alla ;izic,ne 1quale?J e in quello degli adepti della I~ga <.J Federazione c-he infliggollo o mlnar:ciann i I boicottaggio ; 4'' che il ilirillo nel silJgolo di prestare o ln(.'11.0 j prr.,dott:i ùella r,ropri.a industri·• i· fuori ,lisc1.1.ssionc. « 1fa qua11rlo s<:11lc-11zlia <...ort.edi Llh:-:.a.zir,_ n-.• dal singolo si passa alla co1k4tività, ciò cht· <· ledtu cd onk.sto 'nell'uno possa ben diventare ille:dto C d1sOJv.=.stn:oei yiù ... s.e ne rimanga off0->(-., i 'altrui <lidtY> e ne rlerfri un disorcli11esodalc; 11~ ;ia serjo parlare di libertà indiV!- dti.ale, i11du~triale e c:r>mmereia.Je, <li libertà di asS()(..'iaz.iu11e,rl'organiz1..azlone e via dicen<l.o.. che tutti voglio11 rispettate- e onorate, ma DF..,n a11on:hè si facc-ian :;crvire, profanandone iJ 11om1;: 1 a<l arma di coerdzi~>ne e d'iutimidazirme, fJ:ltOdiando e f.alsand.ù l'altissimo prindplo de:Jla fr: - te:llanza umana per convertirlo in :fittizie e ir:- coerenti solidarietà di c1asse, in a.:-;pro<.:ontrast,> coi veri cardini .<klJa -;olidarieti..i sociale e d-e:11 'organismo ciYfle 11. La Corte <li Ca..<;sazionc:-;ie:Jeva nel :-;uoragionamento ailc Yet:tc dc1l.a frntdlanza 1.1mana 1 f/€:'.:- poi escludere e con.clanmire ne<61ioperai la sofida,detà cli classe e prt:cluden:: ad essi b da ad ogni azione colktti,·a per la dife.--;.adei proprii interessi! Ripetiamo: ciò che pill repugna in quota materia L la dhersità di trattamento di operai e di p1.<lroni - quando gli u11i e gli altri adoperano gli stessi mttodi di Jotta, le sbse armi - per Jo stesso fine di far ,·aJere cia.-<;CUiia parte i prop-rii interessi. • Tanto gJi operai quanto i padroni per prepararsi alla lotta contro l 'allra clas.':>e, cominciano dall'w1irsi in Leghe o Sindacati cli cla~-..e, considerando come nemici quelli della lr,ro da::- sc che si· tengono in d1s.parte. ~asce tra g1i as::;ociati il .sentimento eù 1! doYere della solidru;età, il quale si dcne ,-;.,..--iluppando nei periodi di lotta. Poiché la ,ittoria dipende principalmente daila compattezza degli eserciti, bi::.ogna con\·ince1·e i recalcitranti ed impedire le defezioni. Or:i. a questo fine si po-.,;sono usa.re rne;;,-...zi <liversi che vanno dalla violenza vera e propria (che ,cstituisce reato) alla persuasione: tra questa e quella Yi sono tenniui medii, vi sono e si adoperano dall'una. e dall'altra parte coazioni .morali, economiche, sociali, ecc., perfettamente legali e lecite : le multe il b0icottaggio da parte degli op,=rai : 1e cambiali in bianco, le liste <li proscrizione da parte dei padroni, e da tutte e due le parti, la disistima, l'espulsione dall'associazione, ecc. ::\on ~ possibile a111111ettereche ciò che agli nni si consente, si comJ:i.uni negli altri. Se mai, cousiderato da quali umili principii ~ prutita in Italia 1a clas:;e operaia (le çowli~ zioni miserabili cli operai e contadini nelJe \-it~~ e nelle campagne, specie nelle plaghe, do, 0 e n.:i:;Jno persistito e p...:rfistouo $istemi feu<la!i, ~:. trovano descritte in· pagine iucancellabiii ne' volun1i dell'lncliiesta .jgraria diretta dal Jaaui, la :i.\1agistratura aYrebbe clo,·uto tt..~~re indulgenza. agli operai. Invece no! la teoria della c..·iolcn=tr mort1le, derivata dal numero e dall 'a:-:-sociazioue e dalfo. coazione r.co'Hoinica che si fa Yalcrc nel bnir0::- taggio, è stata inventata proprio coutro cli essi Vio1en7.a morale! Come può qnesta fcr111m·è oggetto di uaa ~a.nzione pena1..:- se ~s:f e: ..;lituisce tanto nel bene quanto ne1 male, si -pu ·) dire, la quintessenza di tntti i uo~tri rapporti sociali? Se in tutti i gion1i e in tutti i momenti della' loro ,·ila. gli uomini premono gli uni sugli altri, e si può -<lire si coartano col consiglio, cc-n 13 appro,:azioue o di:-;.apprc,·::1zionedi dati .ttti, 12·c11 gli stessi loro preg-i.udizii e in generale cJl .._,:•- stum(', che c.3ercita110 spe..-::souna esosa tir.1~rni.a sull'incliùduo, costringendolo 3d una cert:i. ..._n,- dotta, coartandolo a fare o uon fare? E' violenza 111<:,ralequella a cui cedono non pochi di quelli che si battono iu duello; ~ , iolenza morale 1 'ostracismo cbe puni:::ce i u Cd ti convenuti. " ceti, le per.sope c.h. e coBtraggono matrimoni con Con vio/.e-nza O 111.i'nacc;a: che siguifi.&" 1 ciò? persone di celi inferiori (mésal/ia11ccs), è perfino Con atti lesid <lell'altru-i. integ.rità personale violenza mora1e quelh del padre, che minaccia o con la 1l1Lnacciadi uu danno grave" ed ingiu- di diseredare in parte il figlio :-e contragga un sto (art. 156 Cod. p~u.) alle persone o ai beni dato matrimonio, il paclro11e che miu~i.ccia il (p. es. minaccia d'incendiare, di uccidere il licen:damcuto all'impiegato che professi uu:1 bestiame, ecc.). ìWinacciare semplicemente di fede politica o religìo~a diYcrsa dalb sua, écc., uou lavorare, cli 11011comperare, di 11011vendere, ecc. Xoi facciamo orclinarbmeute nella nostra non costituisce la minaccia contemplata ne' ci- vita clclla --i.:i.o!cll'::;an1t 1rale~ come )[r. Jourda!n tati articoli, perchè è semplicemente l'esercizio parlando face,·a del1a prosa se11z'accorger~c11e. di un diritto. J,a b.:orin clE'lla Yiolenza mo1·ale basterebbè :i lVIa qui la Corte cli Cassazione è interveuut.a mandarci tutti in ga1e.i·a se fosse applicata a col pretesto d'interpretare la legge, e ha pro- tutti e in tntta la sna portata! claruata la punibilità de'lla violenza mora/e! :Nel- S--\\'ERIO :IIERLI'\O le sentenze 3 dicembre 1908 (Pres. eél est. Lucchini - Rie. Frauceschiui ed altri - Foro It., r908, II, 371) e 12 noYembre 1908 (Camporeale, Foro It., 19o8, ll, 505) il Supremo Collegio ha dichiarato: 1° che in difetto rl'nna definizionp legale spetta all'interprete fissare i caratteri della vio1<.~nzea della minaccia (il quale interprete è poi lo stesso 1nagistrato giudic..'Utte) ; :2° che minaccia \·uol dire violenza 1norale che si cser-cita col fm·e intendere altru:i mercè parole o atti, che si piglierà o veucletta o casti- "h'EC!O DÈhhA STAillPFI ,, i1 ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede ESCLUSHA1\IENTE in Milano (r2) Corso Porta Nuova, 24. 0.G.E.B. - Cors0 Principe Oddone, .34 - Torino PIZRO GoBETTI - Direttore-Tespo-nsabilt

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