La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 39 - 21 ottobre 1924

158 LA RIVOLUZIONE LIDERAL~ LA VITA INTERNAZIONALE per interesse e per disciplina, perchi: il socialismo in un momento detennin.ato s'era confuso con lo Stato: , Vi si aderiva nel 1918 - ha scritto G-rtife - per nazionalismo J. L' OMBQA DELLA MONAQCHIA NELLA GEQMANIA O' OGGI La sconfitta provocò in Germania una crisi politica gravissima, conseguenza diretta deUa crisi psicologica che formò negli iudi vidui lll1 'altra mentalità corrispondente alla certezza che e~iste un limite alla « volontà cli potet1Y.a•· Da mollo tempo i tedeschi marciando cli \'ittoria iu Yittoria, celebrando trionfi i11 tutti i campi del- ] 'attività materiale e spirituale s1 credevano capaci di sfuggire alla forza dei fatti e non supponeYano che i loro sogni non potessero avverarsi. Onde essi persero nella débciclc la fede nella loro in,·incihilità e tutto il popolo sentì crollare la potenza dello Stato, ritenuto fino allora infallibile. Un'atmosfera rivolu7,ionaria dunque nel 1918 gra,·a,·a ~nlla Germania dota. :ira nel paese del .. l'organizzazione, la rivoluzione si propose due scopi essenziali: salvare l'unità dell'impero e con.dune al potere, o p<iuttosto ai benefici del governo, nuove classi sociali. Il disordine iuevi• tabile all'interno e il caos della ricostruzioue furono nonnaliz7..a.ti presto e furono dominati da questi due grandi pensieri, che non si oscw-a. rono mai. Uno p1·ovocò il rovesciamento simul• ta.neo di tutte le dinastie, dando luogo alla ceutrralizz.az.ione repubblicana e socialista, l'altro a1·mò ~oske e spinse i socia.I-democratici a far fucilare i loro antichi compaguj, colpevoli solo di aver elevato al Governo il hu·mpenproleta'riat o proletariato plebeo. Però in breve la disciplina che in ve1ità fu subito restaurata, spinse gli elementi rivoluzio• uari sur un piano più calmo, dove le demoliz:loni brutali 11011 erano possibili e dove i mutamenti si operavano con metodo sotto la. direzione della burocrazia sindacale. In sostanza la ri,·oluzione tedesca fu una rivoluzione cli burocrati piuttosto che di teorici, mi. nuz-iosa e completa in un certo senso, ma piiva di slancio e d'entusiMmo, sì da interessare le masse che sono sempre aYide d'emozioni. I.e trasfonuazioni tutte mate1iali non furono visibili che nelle cose. La statolatria che aveva lasciato una grande parte del sno prestigio nella sconfitta, apparve di nuovo quel che in realtà è in Germania: un fattore d'ordine. Se la ri,·oluzione non aiutava i sentimenti òemocratici e repubblicani, es.sa per contro ridestava qualche cosa che, secondo Meinecke, è a: la l~o-ge nella storia tedesca » : il particola.iismo. Le dinastie si rovesciarono più al grido di « Los -vo11Berlin(·D che al g1ido di a: Viva la libertà>. La tirannia era in cli viduata solo nella Prussia e il particolari&n}o democratico di Kurt Eisner e dei repubblicani della Freie Zeitung, emigrati durante la guerra in Svizzera, esigeva add:irittura che la Prussia venis~ relegata nelle sue terre primitive e restituisse quelle che aveva conquistato agli altri Stati tedeschi. Così aumentavano le autonomie e i destini della Germania unitaria furono nelle mani dello straniero, nè alcuno, nella totale ctmfusione, riusciva a scorgere un p:tlincipio di salvataggio. Il caos politico di qtiesta epoca è la conseguenza o meglio il risultato d'uno squilibrio consimile, negli spi1iti che rivela, anche cogli individui, la stessa assenza. d'idee direttrici, co• me nello Stato. , La Germania e Berlino in particolare - ha scritto Scheidemainn nelle SU€. Nle111,orie - furono dtU'ante le prime settimane che seguirono la catastrofe, una vera casa di matti•· l\1a in sostanza fu w1 periodo ra-ro e breve di trasformazione nella vita d'un popolo che si rifletteva anche nella cultura, dove l'atUvism,o simboleggiava a meraviglia il gusto dello smisurato e l'amore del chimerico. Tutta una Jetteratura rin.negava con violenza il militarismo e il nazionalismo, ma. ne~ava in pa1i teu1po le contingenze e, ignorando il mondo reale, si vietava di, agire su esso. Tali erano i furori tedeschi : senza scopo e senza forza s'annullavano l'un l'altro. Kel 1919 'la Gennania fu salvata da.Ila democ1azia. Questo secondo periodo è ca:ratte.rizzato clalla vittoria della Costituzione di Weimar sulle poten:r.,e particolari, dal ritorno offensivo di queste potenze e dallo sforzo a perseverare dello Stato novello. La Costituzione di \\Teimar però fu creata J iù per un'opera nazionale che per un 'opera d,~:no. cratica, sostituendo la dominaz.io~e effettiva :le?. L1 Prussia, la tirannia delle su.e istituzioni e la mona1Thia federale con la centralizzazione repubblicana. Berlino continua a dettar ordini, ma in 11ome d'un regime astratto, d 'µ.n'entità : il Reich, che è al posto del governo concreto e visibile degli I-!.ohenzol1ern. Ai legami diwstici essa ha teutato di sostituire un dogma. Cosl 1 per i patri.oti 1 per gli stessi bismarkiani, la repubblica poteva giustificarsi con qtiesta opera d.i consolidamento nazionale. Comunque non è meno vero che la democrazia regnasse veramente, benchè molto autoritaria e che se i metodi e lo scopo essenziale, restarono presso a poco gli stessi, il personale amministrativo e di governo fu del tutto diverso. Il Reichstao- fu eletto dai cittadini d'ambo i sessi e non. fu., p;ù limitato dal Buudesrat; la respon, ,abilità del ministero divenne completa, la Chie- • sa fu separata clallo Stato, i Consigli di guerra furono soppressi. Ma sopratutto sul terreno economico la social~dcmocrazia operò I.e sue c01quiste. Essa istitul i e consigli operai :. e organizzò u,n sistema <l.iconsigli economici, destinali a contro!. lare la vita industriale del paese c-d.a preparare la socializzazione dei rami più importanti della produzione nazicnal.c. Se non che, trascorso il periodo rivoluzionario e nta11tenut..asi, per virtù dell'azione democratica, l'u.nità della Germania, la. democrazia non riusci a difendersi e a cousolidarsi. [I regime parlamentare funzionò piuttosto male e bisogu.a riconoscere ai governi di coalizione che sovente !-jOnoi p,iù deboli. lncapace dj creare e di sostene.re w.1 potere forte, I.a democrazia si rivelò presto inadatta a tener testa al ritorno offensivo dei particolarismi che, associati ad altre difficoltà itJ.terne ed esten1e, misero una seconda volta 1' impero sul punto di sfasciru·si. A partire dal 1920 la forza ciel regime Weimariauo sembra diminuita 1 percht esso non è riuscito a soddisfare nè i democratici unitari, nè la classe operaia. Obbligati dal sistema parlamentare a formare governi di compromesso, la democrazia e il socialismo disilludevano le mas,. se popolari 1 sen:,,a rassicurare la borghesia conservatrice. Intanto si produceva una nuova distribuzione della ricchezza. l piccoli borghesi che avevano conqu.istato il potere politico furono spogliati snl terreno. economico a profitto degli Schieben (specie d1 nnovi ricchi) e dei g/andi industriali. E questi magnati regnarono effettivamente c-ol ministero Cuno, il quale non potè però evitare la caduta, cosa che dimostrò come l 'iudustria, non poteva da sola pretendere di organizzare l'impero senza il consenso della forza militarista. Lo scacco di questa esperie112a rigettava nel caos il paese che aveva conosciuto metodi bis1narkiani. i\Ia. la causa che pose in pericolo la du1'ata della democra1ia weimariana, fu nelle difficoltà che essa incontrò nell'unificare l'impero senza uu vero capo. iVla.lgrad.o tutte le declamazioni, malgrado la frequoote evocazione d'egli avvenimenti del 1848, tentativo vano per creare una tradizione democratica, malgrado l' ultra-nazionalismo dimostrato dai democratici, che ri,·endicavano pubblicamente il famoso De11.tschta.nci ii.ber a.lles, l'idea un po' chimerica di realizzaTe i] pangennau.ismo col suffragio uni ve-rsale, w·tò In ostacoli insonnoutabili e innanzi tutto nelle rivalità dei partiti. Giacchè il movimento autonomista del 1923 non, fu COme quello del 1918 una rivendicazione locale, ma l'espressione delle lotte politiche che dividevano il paese. La social-democrazia fu attaccata da due parti, secondo una vecchia tradizione, le dottrine S'jncarna.rono in alcuni Stati paxticolari e· la lotta dei partiti i,rese a poco a poco l'aspetto d'u.na. lotta tra Stati. Fatto questo che rese la crisi ancora una volta pericolosa per l'unità del Reich. Lo Stafo si abbandonava senza reagire, il d.eficii cresceva, nè si aveva il coraggi_o di adottare la. riforma di Ezberger, i cancellieri presiedevano alla completa liquidazione finanziaria. Si credeva quasi ad un1inesorabile fatalità che rendeva inutile qualunque sfor1...oper rialzare la nazione. Non esseudo più alcuno sicuro del domani oo-ni attività sembrava inutile. Gli intellettuali, 0 per obliare il preseute 1 s'isolavano nel1.i. letteratura espres;ionista o si astraevano nella co11templazicm.e d'una vita interiore senza con. tatto con la ,realtà. Pertanto esistevano ancora delle energie, ma individuali ed a.Il.M"cbiche e mentre una parte della gioventù 1 si abbandonava al disgusto delle <i: idee pntrefatte)) dj cui parla Ftitz von Uuruh 1 l'altra a: si compiaceva di agitare le armi li. Il terzo periodo è caratterizzato da11' impote-nza del socialismo e dal crnllo del separatismo. Gli avvetµmenti designavano nettamente I,. necessità della restaurazione dell'autorità tradiziiona.le e !,'applicazione d'un ~etodo unitai;o che aveva già fatto le sue prove. Il fatto che mise ht piena luce l'impotenza politica del socialismo e la, sua incapacità a cr proteggere» l 'organizzazio11e tedesca, ftt la repl'ess-ione che il partito dovette consentire contro il particolarismo sàssone. Fu quello un momento decisivo per lo storia della. Germauia e molti si domandarono se fosse stata la repubblica di Weimar a ricondurre alla. ragione uuo Stato separatista o la Prussia militarista che d.conqujst,,1,ya il Reich secondo il metodo di Bismark. Ben p,resto però l'equivoco fu dissipato. Il militarismo prussiano prese la direzione dellt operazioni e oltrepassò persino le istntzioni del goveruo civile. E la. cosa si ripe.tè aucora i11 occasi011e del colpo di Stato bavarese HitlerLttden,lorfl. S'era troppo creduto alla collaborazione delb potenza prussiana e del socialismo, si trovavano fra le due conceziotti troppi punti di contatto che non esistevano, laddove anzi in realtà esse si oppongono raclica.lmente. Il principe di Biilow .a,·eva ragionei quando scr1\-~eva,che « il socialismo è l'antitesi dello Stato prussiallo •· La dimostraziorre dell'impotenza della vecchia organi.z;,,az.ione di Bebel e di Liebknecbt, cosl vigorosa all' opposiz.ioue 1 ebbe conseguenze profonde. Il socialismo aveva ingrossato le sue file Ma Guglielmo I• aveva ben. eletto: • Chi vuol governare la Germania dovrà conquista.ria "· • La soci.al-democrazia non aveva raggiunto questo scopo. COGl.la crisi del 1923 si risolse non per opera della democrazia, ma della dittatura e a quattro anui di distanza si rcstawava l'u11ità germanica, minacciala tla procedimenti che erano <ld tutto di/lereuti. Quel che in sosta1n.a crollava, u0'.11era la Ger. mania. unitaria, ma semplit."Cmc"l1l.elo Stato weimariauo; lo stesso Scheidemanu riconobbe que· sta verità. Ma quale sa:rà il logico coronamento di questa 1estaura;,,ione? Bism.ark ha scritto che « in Germania non si fonda nè si conserva una. forte vita politica altro che sotto- la forma mo• narchica 11. E un tale evento, che potrà taJ·dare più o me• no, secondo le necessità sopratutto della politica estera, ci sembra fatale. Già, per molti indizi, si. lavora a questo scopo. L' espression-ismo si spegne, anzi sembra addirittura arcaico. La Jet• teratura recentissima ricomincia ad esaltare la patria e i e grandi individui> che dovranno far risorgere la Germania, mentre l'amministrazione dello Stato viene gradatamente epurata dagli ultimi repubblicani testimoni d'una esperienza senza'successo. Si accetta di « rivedere la Costituzione secondo principi più tradizionali .1 e l'ordine e questo divino beneficio .1 non viene più turbato « da sedizioni pfaz7,,aiuole 11. E se Thomas Mann ha potuto esclamare: • Il nostro popolo trascina la democrazia come una palla pesante• Maurenbrechen ha affermato nella e Deu.lsche Zeitung: « Sì la nazione s'avvede aramai delle condizion.i pennanenti e necessatie della vita W1itaria i~ Germania. Un giorno dunque, essa vorrà di nuovo le condizioni 1 tutte le condizioni della sua grandeZ7.a :e. Quell'estremista potrebbe aYer ragione: nou 'ò del tutto improbabile che la monarchia prussiana tiottenga presto o tal'<li un vero plebiscito. F. PAOLO GIOI<OANI So-ii credi.amo che /.w socialdemoerazia, tedesca ri-u.scirà i1riJece a tro-i;a,renella sua. iniziazione prutestante, nonosbatnte i vizi che la tra11agli~w la forza dii dare wna -vita niode·rnaialla Germania. Il quadro della crisi di questi sei anni tracciato dal 11,ostro Gia-rda11i resta t11,ttavia in.tatto i.n tmtla. /et sua efficacia di. si11tesi.. Cll.OAZIA E FEDERAZIONE BALCANICA 11 n10vimeuto 1epubblicano contadino di Croa~ zia comprende tutto il popolo croato, ossia quasi quattro milioni di contadini, cento mila operai, altrettanti piccoli borghesi e dieci mila intellettuali. Inoltre prendono parte 1 direttamente o inclirettamente a questo movimento cinquecentowila Croati del Canadà e degli Stati Uniti, centocinquantamila Croati dell'Amedea del Sud (specialmente in Cile, Argentina. 1 Brasile) e infine cinquanta 111.ilain Nuova Zelanda, Australia e Africa del Sud. La maggior parte del popofo sloveno e le minoranze nazionali dell'attuale Jugoslana appartengono pure a questo movimento. Ma più che dal nUinero degli aderenti il sigu~ficato di questo movimento può risultare dalla profondità con cui si afferma nelle provinsie di confine, cli fronte alla dominazione cli popoli ,icini in Medionnuia (al confine ungherese) nell'isola cli Veglia e in Dalmazia (al con• fine italiano) nei territori del! 'antica repubblica di Ragusa e nel contado di Sriem che si estende nella Croazia più orientale sino a Belgrado. La p1·0,·incia d-i :Med-iomuria è una grande pia~ 11w·a tra i fiwui Drava e lVIur; storicamente, geograficamente. ed etnogtafican1e11.te croata, ma dopo il 1868 dominata dall'aristocrazia m1gherese. Nel decennio precedente la guerra .mondiale, il pas. tito cattolico ungherese (partito popolare) avern saputo prendere all' amo della fede cattolica tutte le popolaiioui non ungheresi e costring~rlc così a servizio della nazione ungherese. Dopo la distruzione dell'antica Ungheria, tornata alla Croazia la Mediomuria, i preti cattolici ivi sta.- bi.liti co•minciarono immediatamente con frenesia a lavorar'e per il partito cattolico sloveno del dr. Koroschez, mentre i professoti e gli alt1i intellettuali lavoravano per i fascisti di Belgrado sotto la condotta di P1ibicevic. Se qualche contadino croato parlava di rep1tbhlica era battuto a morte 1 imprigionato, condannato ad ammende t perseg1titato come uJta bestia selvaggia. l paesi croati clella Mediomuria sono ecouomicaruente progrecEti, co11 pocl.ùssimi aualfa.beti, ma. il sistema a1istocratico e la corntzione m1gherese a,·evano tolto ai cor1taclini ogni fede nella giustizia e fu davvero 11J11miracolo che essi abbiano ac-cettato coucordetnente il programma del Partito repubblica110 contadino croato e specialmente il p1incipio fondamentale che in un popolo e iu uno Stato di contadini i contadini debbono essere il principale fatto1·e politico e debbono perciò organiu..arsi i11 ru1 loro proprrio partito, indipendente da ogni partito borghese. I primi a d-if~ fonde.re questo programma nel paese furono i contadini di .Mediomuria che lavoravano come semplici operai in Croazia, specialmente a Zagabria 1 nelle ferrovie. A dieci chilometli dalla frontiera poi s-i trova il distretto contadino clì Ludbreg, esdusi,·amente croato, che sin dalla fondaz10ne del partito è considerato c0111e il Port'Artm dei cootadini croati. Così alla cOGtituente jugoslava del 28 novembre 1920 la Mcd.iomutia mandò due deputati contadini repubblicani e died.e al Partito l' &, per cento dei voti. -"elle ultime elezioni del 18 marzo 1923 il pe.rtito èonta.dino ebbe il 90 % dei voti, e nelle eler..ioni con_tunali il roo %- 11 movimento si è esteso al di là del Mur, in Pretromuria (app,artenente alla Slovenia) e anche là i du.e deputati eletti furono contadini repu.bblicani croati cli M.ecliomuria: sono forti di 100.000 contad.inj mentre i contadini ungheresi def posto si riducono a ro.O()(). L'isola di Veglia (KrkJ ha 20.000 abitanti tutti croati. I serbi vi spadroneggiano applicando carcc.--re,esilio e maltratta.menti per chiunque gridi , Vi va la repubblica , ; tutta via i partiti borghesi croati e serbi non contano più di cento ad.e:renti. Ci11qnecentomila croati abitano la Dalmazia. ossia I' -~3 % di tutta la popolazione, ma i despoti di Belgrado considerarono la terra come unicamente serba e vi instaurarono il dominio dei preti C-dttolici, degli impiegati e della bor. ghesia. :Selle elezioni del 1920 il terrore in Dalni.azia fu grave come in Macrrlonia e .in )1ontcr.c:.gro: il partito contadino croato non poti: presentare candidati perché tutti i dirigenti. e 20.000 iscritti erano in carcere. Invece nelle el.ezi.oni d.el 1923 il partito ebbe 70.000 voti su 100.000 e g mandati su 15. :Selle prossime ele-àoni avrà 90.000 voti e 13 o 14 mandati. Tutti gli uomini politici S<.--rbiassennati ne sono convinti; i1 presidente Davidovic dconosceva nel SlW vi.aggio attraverso la Dalmazia, nel giugno scorso, che la. Dalmazia è terra croata; e: Marincovic, ministro degli esteri, proclamava che a suo parere in nessuna terra la coscienza ix>litica e n.a.zioual1t del popolo croato è così forte come in Dalmazia. Bisogna aggiun.gere che la Dalmazia. non è soltanto croata, ma essenzialmente croata e contadina. Qu.esto movimento dovette essere ben potente profondo e forte se la Dalmazia ha potuto vincere il clericalismo romano, 1' imp::::rialismo italiano e il centralismo serbo. Il comitato di Sriem, nei confini più orientali della Croazia, tra Sa.va e Danubio, assomiglia assai alla Dobrugia bulgara che i Romeni strapparono alla Bulgaria come i signori di Belgrado strapparono Sriem alla Croazia. Di 430.000 abitanti appena. r8o.ooo sono a Sriem i serbi, rifu. giafo·isi nel 16gg sotto la condotta del p-atria.rca Ciarnoievic. Vi sono I,X>i 120.000 croati indigeni, 70.000 tedeschi venuti dalla Ungheria meridkr nale, che parlano croato, 30.000 ungheresi, 20.000 slovacchi e 12.000 ucraini. I serbi sono agricoltori radicali e fascisti. 1 croati e le altre minoranze nazionali sono organizzati nel partito repubblica.no contadino croato. :Selle elezioni del 1923 i radicali serbi di Pasic hanno avuto 25.000 rnti e 4 mandati, il partito repubblicano conta- <l}no croato 35.000 voti e 5 mandati; i fascisti serbi 3.000 voti e uessW1 mandato. 11 fascismo è interamente sconfitto, il radicalismo centrista serbo è in decadenza. La Federazione Balcanica comprenà.e tre ripartizioni : adriatica, continentale, danubiana. La Federazione adriatica corrisponde a Slovenia, Croazia 1 Dalmazia, Montenegro, Albani.a; è politicamente la più matura e alla prima occa6ione diventerà una realtà anche iormale e giu1'1.d\ca. La continentale comprende Bosnia, Serbia, .Macedonia e Btùgaria meridionale ma è rovinata da.Ila polihca imperialista serba che ha respinto per semp-re Bosnia e :Macedonia. Xeppure si può può parlare di = grande Se:rbia centrale che potrebbe essere il principale fattore della Fede1·azione balcanica. Se la Serbia fosse restata contadina e fOGse diventata repubblicana, questo sarebbe stato possibile e la Federazione balcanica a,Tebbe così acquistata la sua colonna Yertebrale serba. I serbi di Pasich ha=o distrutto essi stessi questa colonna vertebrale. La Bosnia è definitivamente volta Yerso la Croazia e la 1\la. cedonia si sviluppà indipendentemente nella. sua unità di Stato. La Ilulgaria meridionale non ha -più una forza cli attrazione. Il suo destino è connesso onnai con quello della Bulgaria settentrionale. La Bulgaria rappresenta con la Dalmazia il fattore danubiano principale della ,·ita balcanica come la Croazia è il p1incipale fattore adriatico. L'intesa della BWgaria danubiana. e della Croa,. zia adliatic:a risol ,·e il prohlema della Federazione balcanica: questa intesa naturalmente sarà amichevole Yerso i serbi, non verso gli sciabolatori e i conquistatori, ma verso i contadini e i repubblicani serbi. La Federazione balcanica può essere soltanto contadina e repubblicana. Non può serbar traccia del feudalismo ro111a.:noe ungherese e n.on può essere uua cop-ia del bolscevismo russo. Itllzial• mente e forse per molto tempo non potrà compl'end~re nè la Rnmania uè la, '(;recia. La Btùgaria ha già a,·uto, per quattro a.un-i, un goven10 di contadini. L' intesa dei contadini i:,ulgari organizzati con gli operai e gli intellettuali socialmente progTediti crea in Btùgaria quello che il movimento repubblica.no contadino ha creato in Croazia. Lo sviluppo è-: parimenti fotie in Macedonia., e s'ini:da in Serbia. E' probabile che lo spirito repubblicano contadino si impadronisca dei 15 milioni di Sia.vi del Sud e la Federazione balcanica nella sua forma jugoslava sarà cosa fatta. I contadini organizu"'lti della penisola in intima unione con gli operai organizzati e con gli intellettuali risolveranno nno dei difficili problemi europei, ispirandooi al principio che _ha accettato ai1che il governo di Davidovic : i Balcani ai !)Opoli balcanici. S. RADIC

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