La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 11 - 11 marzo 1924

42 l,effePe dalla Romagna Vigilia elettorale l.'ombra del Card. fllberoni Che s'approssimi la campagna elettorale in Romagna lo si vede dalla politica dei lavori pubblici che il Governo del forliwse on. Benito Mussolini fa, ad imitazione di tutti i governi che si sono suc=luti dall'instalra7..i.one dello Stato pontificio delle Legaz:ioui ad oggi. La Romag,1a, specialmentle la Bassa Romag,1a Ra,cnnate, ha sempre vissuto a spese dell }Erario, prosciugando contemporanea.inent.e le sue paludi e le casse dci varii Stati. Meriterebbe la pena cli fare la storia delJe bonificlte romagnole, pei· trarre da essa utili insegnamenti sul carattere dei sudditi d'oltre Rubicone cli Santa Madre Chiesa, e per tentare il con1puto della spesa di cost'o d'ogni ettaro di teneuo .prosciugato in 300 e più anni di lavoro! Ne salterebbero fuori ce.rta.meute cifre sbalorditiYe, oltre 1'a.ma.ra constatazione che per nulla il costtLme1 s-ia dei domiaiatori che cl'ei dominati, è cambiato. La politica iniziata dal card. Alberoni circa 200 anni fa e poi proseguita dai va.Iii CardinaliLegati e pre.Jetbi, è ancora la sola adatta per il governo de.i romagnoli, i quali non c.hie<loll cli -meglio che di lavorare, gavazzare e urlare la loro (verbosa) ribellione fra i boccali delle «cameraccie» ora chiamate anche circoli o fasci. Dallà plebe che nei giorni cli sagra s'accalcava attorno alla carrozza del Cardinale per riceveme « i graziosi do~ della Sua carità», agli organizzati di oggi che da Roma aspettan la mamna degli immancabili lavori pubblici, la differenza nén è sostanziale, ma solo di forma, e può tutt'al più riguardare il costume, non .la vita, la morale o la politica che assoluta.meute non c'entrano, perchè tutto, sinora, dal pane alla libertà, è stato gratuito e non sudato frutto d!i una dolurosa conquista. Delle 16r e più « ribellioni» che, secondo il Pani-Rossi, dall'896 sino al 186o sairebbe.ro avvenute negli Stati del Papa, e le altre avvenute più tardi in Romagna, ad U!llità compiuta sino ai nostri giorni, non una (se ne togli l'agitazione agraria del 1910 pel possesso delle macchine trebbiatrici) ha avuto carattere ve.ro e proprio cli una rivoluzione, ma bensi quello di «ca.more» da e-al.mar-sicoll'offa delle «grida» quando la carestia infieriva, e dei lavori pubblici allorcbè (tutti gli inverni!) 'V'era la disocçuwzione.. e Il sistema doganale pontificio assurdo, secondo il quale ogni Comunità doveva, provvedere a.ii proprii bisogp:i senza ricorrete all'aiuto di "11essuna altra e senza. poter che con molti stent>i esportate il sopra.più che veniva prodotto dentro le sue .mura, più l'azione corruttrice dei « part:e:rni faY.ori » avevano creato profondi solchi tra città e città, l'tma dell'altra invidiosa e delle fortuite prosperità e degli anzidetti. favori:, così c-he le conseguenze cli questa azione corruttrice si possonÒ a11cora ritrovare nel diffuso camp,1.nilismo dei romagnoli, e nella loro incapacità di sorpassrurlo e cli sorpassare la limitata cerchia del confi.ne prov-:inciale r...r sentirsi parte d'un organismo più vasto: sia esso la Nazione, o sia esso lo Stato; ·a11'ist.esso modo che anche ai più i11.tellige:ntifra essi 1iesce diffidle liberarsi dell'incanto de.I mito giornalistico-garibaldino della « Romagna ribelle e generosa)) sempre all'avanguardia• cli ogni movimento e perciò sempre in grado di dar delle Jp.,ioni aJle altre regioni, come se i fatti che da, tale errata credenza sono derivati non dovessero, anzichè far inorgoglire i romagnoli, farli arrossire di vergogna, per l'onda di ridicolo éhe da essi zampilla. l.a r2pubblica di Ronco!reddo Intendiamo riferirci alle famose repubbliche romagnole cli... Roncofreddo e della « settimana rossa» di nenniana, mussoliniana e piroli'll.iana memoria: lampanti esempi d'incapacità da parte dei romagno1i (e vorremmo aggill!lgere repubblicani a cui tale incapacità è segno distintivo), di fondersi nella più' ampia corrente dello spi1-ito nazionale, per assurgere ad una visione meno gretta e campanilista della vita politica. Sembrerà una cosa. strana il fatto che i prntao-onisti ma<Ygiori del1a « settimana rossa» siano~ stati quei repubblicani, socialisti rivo1uzionar:ii della corrente mussoliniana, e anarchici, che appena UD, a.uno dopo sono pu!te sta.ti i fauc tori più accesi dell'intervento ed a guerra finita gli iniziatori dei fasci ; ma è un fenomeno spiegabilissimo qtiando si peusi che t.a,nto i :epubbHcani che ili anarchici sono gli eredi (lll· consapevoli) e del campa:nilismo pontificio e del federalismo ferrariano-giacob1noi il cui spfr'ito ~gusto ed i cui sistelllli faziosi di lotta ancora conservano, per uno strano destino e per una tardiva vendetta. del gesuitismo da cu.i li detivano. (Anche lo spurio i-ivoluziona;rismo socialista. del Mussolini di allora può essere compreso nelle ruizidette. categorie, rappresentando meglio u,na sterzata ve.rso L'ideologia e i metodi delJ 'anarchismo, che una ortodossa conc~ione marxista della lotta politica). La lotta sostenuta nel 1910 da.l Partito Socialista pe.r il pos,;esso de.Ile trebbiattici fu la sola battaglia che lo spirito di classe dei socialisti ' V LA RIVOLUZIONE LIBERALE seppe soste11ere contro gli interessi e l'ideologia piccol(>cborghese dei mezzadri (clericali a Fae117.,a e repubblicani a For11, Ce;ena, RavC11na) i e l'inevitabile sconfitta che ne scgul fu la prima sconfitta che la coscietna unitaria (e monarchica) della massa operaia romag,10la subl ; per lasciare esclusivamente padrona del campo l'a" zjone. corruttrice del paternalismo giolittiano, il quale non trovò grancli difficoltà al _suo trar pianto e al suo innesto in Romagna, poichè non ebbe. bisogno d'altro che di ripreuderc l'appasentemente interrotta tradizione del paternalismo pontificio, così caro ai romagnoli solo per brnla anticlericali, per far resuscitare il latente regionalismo campanilista e per fare ritornare le masse operaie, dallo stato Òi civiltà e di cliguità cittadina in cui la lotta di classe le aveva portate, al la.72~rouismo rivaroliano dei « fedeli sudd;iti > accalcatisi attorno alla carro-,za del , benigno, Cardinal-Legato. Ora, il sindacalismo fascista è fondato su queste basi e su quelle masse. Nessuna meraviglia quindi se i piccoli e grandi ras devono assai spesso abbandonarsi ad atteggiamenti ed a richieste che i loro amici - netnici fascisti - agrari dicou chiaramente di non poter approva-.., re : - è nella logica stessa delle cose il dualismo, e non sarà un male se per un'al1egra vendetta della stoti.a, dallo stesso paternalismo rampollerà più vigorosa la lotta c1i classe 1 che già sin da oggi, dal dissidio Gra,ndi (on. Mar.,, chese d'i, Bagno !)-Baroncini, chiaramente si delinea. Ad un uomo padrone assoluto cl 'un.a vasta plaga agricola qual'è il Baroncini, poco può importare una misera medaglietta; s.icuro come è che le masse lo seguiranno ovunque egli vada, pu.rchè contin-u.i ad ottenere loro U11 pane meno magro cli quello che gli agrari di Ferrara somministrano agli avventizi agricoli, costretti a lavorare per un salai-io che va clalle 4 alle 8 lire al gi'orno. Provvidenze elellorali Non stu-pi<rà quindi se, essendo gi;u.nta l'eco dei loro « clamori n sino a Roma, da Roma « b~ nignamente ,, si provvede mediante Pelargizione di mezzo nll!lione « per l'erezionè in economia dei lavori di rialzo e ringrosso degli argini del Po di Goro, località Froklo Sa.cc~ nel Comune di Mesola» e l'assicw·azione che altri lavori del genere saranno pure « prestissimo 'iniziati, (vedi il Giornale d'Italia del 19 febbraio) ; oltre a quelli spe.ciali che pe:,. più di 4 (quattro!) milioni il Governo ha stabilito per la sola provincia di Ravenna forse quale splendidissimo pi;esente che il neo deputato avv. Frignani, sarà tenuto a fare ai suoi organizzatielettori neit'imminen?-a delle eleziOni ! (vedii «:la ravennate Santa Milizia del 16 febbraio). C1è da credere che anche questa volta i « generosi » lavoratori delle Legazioni tro-:veranno molto delicata la cura dell'onor. Pl'esideute del Consiglio, mài immemore delle,sue « gloriose origini romagnol'e » e « voteranno eompatti la lista del Fascio n, senza per ombra pensar'.e che la presunta delicatezza loro usata fa pa,rte cli tutto un vastO sistema di corruzi:one demagogica; poichè a.nche altre regioni, avvezze a sistemi analoghi a quelli adoperati in Romagna dal paterno Governo del Papa, sono state oggetto della stessa cura e della stessa attenzione prcsi" denz,iale. Gli esempi della Calabria e del1e Puglie, valgon la pena d'esser ·citati? In eonclusione noi vediamo oggi i.n Romagna la lvtta. impostata. su due card.in.i, con l'enor'rfle massa del b1~acciantato schieratq. sotto i gagliardetti ùei sind'acati fascisti, da u1w..pmte; e L1esercito della piccola borghe&ia agricola. e cittadina 1 schier-ato sotto le bandiere recanti lo scudo crociato e l'edera dall'altra parte. Ognuno vede che non è il caso di illudersi sulla quautità e quali.tà della prima, massa eternamente fluttuante da un partito al•l'altro, ed a cui non è dato uscire dalla su.a. secolare miinorità che in virtù d1un autoctono e violento fatto rivoluzionario; quanto è invece da osserva.re e da riporre fiducia sull'altra, poichè è evidente che la su.a ideologia politica è fonclata sulle solide basi dell'interesse e delle realtà, e perciò app'll:llto aliena d·alle improvvisazioni ·dei retori. Non è i,mprobabile che l'esigenza, decentratrice che animosi seguaci di Sturzo e di Zuccarini tenta.no insim.1.1.a([n'ella coscienza collservatrice dci n1e7.zadri romagnoli, possa trovare un addentellato nel loro mai smentito campa.cilismo, che se è st:ito siuo :>cl ora latente, non è perciò detto che domani possa anche apparire violentemente alla luce ed imporsi nel'l'inevitabile riesame. che avverrà allorcbè il problema istituzionale che, colla legittimazione della Marcia su Roma e colla riforma elettorale, la Monarchia ha, improvvisamente fatto risorgere 1 dovrà essere risolto. Più che quella degli 0 altri partiti, gli odierni a: ludi cartacei » in Romagna potrebbero metter'e a dichiarata prova la maturità politica del partit~ repubblicano, il quale potrebbe uscirne vittorioso e rinnovato solo se, abbandonato il vuo- ,to anticlericalismo giacobino di eredità papali11.ae i ricordi (gloriosi, quanto volete, ma passati) dell 'interventisu10 sapesse rilagitare le vecchie e pur nuove 1 esigenze della ,epubblica e del federalismo e sfrutta.re la magnifica opportunità che l'insipienza, dinastica gli ha novellamente (e forse per l'ultima volta !J offerta. ARMANDO CAVALLI. ItllVITAINTERNAZIONALE La crh,i del fascismo heJga Le <lue recenti crisi minist.eriaU, manifestatesi su questioni di dettaglio, senza che dai contrasti parlamentari uscisse un.a. chiarificazione e ~enr..ache si venisse alla discussione dei problemi <:SS<!11zia1rie, scono tuttavia il segno cli una situazione assai più profondamente grave, nella qnalc tutti i vizi storici del Belgio sono il!lr pegnati. Di questa crisi interiore si ba in parla.mento nn'inm,agine falsa perchè la lotta politica che fu sempre addomesticata e attenuata a van~ggio della Monarchia e dei poteri costiutiti già a partire dal 1830, fu praticamente nel dopoguerra soppressa. Trent'anni di governo clericale amministrativamente proficui, valsero come una educaz.ione all'ipocrisia politica. Le questioni essenziali furono nascoste. Il problema dell'unità, il pericolo del separatismo restarono l'incubo e l'impedimento decisivo <li ogni chiarificazione spirituale. La esasperazione nazionalista del dopo-guerra fece il resto .Il dog,na della patria soffocava la libera discussione e persino l'ipotesi degli altri problemi più vitali. E' inevitabile. che in tutti gli Stati il nazionalismo sia sempre fenomeno di oscurantismo e di ignoranza.. Si ebbe quella che Picard chiamò la frénésie de la répression. I partiti giocavano all'internazionalismo, e dimenticavano le idee e gli interessi che avrebbero potuto distinguerli e caratter'izza-rli. Durante la guerra il Bclgio non aveva potuto sfrenarsi nella politica delle leghe di azione antitedesca. Destrée, il più be.ll'esem.- plare del socialismo fascista, aveva dovuto fare in Italia i &uc,idiscorsi e articoli tipo Victoire o Mussolini! .Il· popolo be.lga nella su.a maggioranza (85 %) non ba preso alcuna parte alla guerra. La reazione, auspice la politica. di Clemenceau, volle pagarsi 1a rivincita con l'ubriacatura della ,~ttorja. Il C. P. ~- (Comité de Politique Nationale) fu un anticipato esperimento di fascismo. Tenne ,il Belgio sotto un patriottico terrore 1 s 1imposé con sistemi totalitari. Le arti e le psicologie della reazione demagogica si assomigliano. Mussolini ebbe dci p1°ecursori. Il giuoco dell'apoliticità fu il più accetto ed il più infallibile. S'incominciò a predicare l'orrore per i settarismi; il\ necessità dell'unione, dell'azione nazionale. La ,rerità del vecchio assioma che la politica nazionalista è sem.pre la più antinazionale si verificò matématicamente. Già la sola idea cli una ]?o11tica nazionalista in un paese che non è una nazione appariva assolutamente ridicola. Si accentuò il dissenso tra valloni e fiamminghi : un dissenso esasperato che può finire in guerra civile. L1eco11omia.belga non era stata mortalmente colpita- dalla guerra. Anzi la si poteva facilmente rimettere in attività (le. miniere di carbone fu:- rono lasdate dai tedeschi in ottime condizioni, se non altro perchè dusante tutt'.a la guerra se ne era curato lo sf1uttamento). La reazione, cosb:etta dalla sua logica internazionale al fronte unico con la Francia, si imbarcò n,ell'esperimento protezionista che non poteva non riuscire fatale per ,rn paese cli grande produzjone ed esporta.zj(>c ne, che fimi~ le importazioni ai viveri. Anche la. politica fiscale nazionalista. fu la più allegra che si potesse llnmagina.xe: esitante a introdurre imposte i'l governo tentava con CÌ!ue prestiti di provvedere non già alle necessità più ec.ceziouali, ma al bilancio orclinru-io. E quando i prestiti non riuscirono più, si ricorse al torchio. Non la guerra, ma il protezionismo, i prestiti e l 'emissione cattacea rovinarono l'economia belga. I più fw:bi intanto cont.1va.no cli vivere con le riparazioni e co11 le· colonie. Il paese era in mano ai proctu-atori dell'alleanza francese. Nuovo terreno e ugualme11te fruttuoso per nuovi Barrère. La reazione si senre di rinnegati : i1 socialista Destrée; il clerico-moderato Neuray. E1 inutile accentuare Pinterpretazione del fenomeno, perchè tutte ·le nazioni hanno il loro esempio di ex-direttori di giornali sovversivi diventati cap-i di governo 1 teneri per la dittatura; tutti hanno un CAvazzoni converso. Il capolavoro della reazione fu la politica estera. Con le rivendicazioni SlÙ Lussembtu·go e sul Umbru·go olandese il Belgio si screditò e non ottem1e nulla. A Versailles non ebbe iniziative: ,fu vassallo della Francia. Ora la situazione interna in Belgio è così delicata c.he basta uno spostamento dell'equilibrio inteiuazionale per compromettere l1unità. A1Pequilibrio tra valloui e fianuning-hi non può che conispondere una politica di pace. Invece le aspirazioni sulla Renania facevano pesare la bilancia tutta da una parte. Battendosi per l'accordo tra Francia e Germania il Belgio avrebbe salvato, oltrechè i suoi commerci, la sua unità; e si' faceva aufore di un.a. politica autonoma e d.ignito..~. Invece con il dogma de.Ila patria, e con un esperimento fascista sta compromettendo la sua unità statale. Dopo il- 1830 lo Stato si era consolidato ,per un finissimo gioco cli equilibrio e con la sapiente utilizzazione delle simpatie europee.· Il paese non era i11 condizioni favorevoli ad un movimento prol~ta.rio, nè ad una politica audace: ma l'attività economica valse a nascondere i più gravi difetti nazjonali. Prosperità e "pace furono le basi tiella tentennante nazionalità. Il sistema d'equilibrio si reggeva sui tre partiti : cattolico, liberale, socialista. Dove l'espressione de.ila V(>c !ontà popolare poteva suscitare qualche preoccupazione troppo forte riparavano agilmenu: le astuzie del sistema elettorale. Cosi trent'anni di governo cattolico furono possibili in ,·irtù di una legge elettorale che a tutti gli ecclesiastici attribuiva tre voti. La prosperità generale inoltre favoriva una politica conservatrice, Bastò il suffragio universale pe.rchè nel navembre 1919 la maggioranza de.ricale cades.se. E già prima de.Ila gnerra il partito aveva avuto un gran colpo c1opo il ritiro del oorone di Broqueville per la separa,-,,ione tra V«:chia e Xuova Destra, Il _partito cattoliro' si rivelava incapace cl:i risolvere la questione fiamminga: su questa difficoltà i capi si cl.ivi.elevano; e fu specialmente 1 'eroismo declamatore del cardinale Mercier durante la g'Ue.rra che salvò il partito con un equivoco da maggior rovina" Oggi il solo fronte unico del clericalismo si potrebbe ottenere sul problema del snffragio femminile. Il nucleo dei cattolici democratici (Poullet, Voute.rs d'Oplinter, ecc.) è tanto 1ontan,;, dalla Vt>ocbia e dalla );"uova Destra che accetrerebbe una alle.an7.a coi socialisti fiamminghi /Hnysmans), Il socialismo avrebbe potuto sostituire i veccJ1i protagonisti se non avesse r!twnciat..o a11a intransigenza per il socialismo jj_ Sta.fr., e w.,,n avesse tenuto fra i capi le figure più. equivoche di traditori. I socialisti valloni, come Destrée. e Pierard sono dei nazionalisti. Va-;-1c1erve1d,u~n centrista, che ha la sua pcpola,ità tra i borghesi ~ che gioca d'astuzia nel trn.sf,:rmi5mo e ne1lc transazioni. Questi uomini :;;o:•o restati i capi del -:-r..ovirnentoproletario '0,1 lo spettro della patria in pericolo. Padroni deU.: ].X>Sizioni rii !'~1tito uon fu possib:~e al1e masse Jiqnidarli perchè col nuovo sistema di S'"'!"uti;1io di lista rigido la designazione dei .-J?pu;..,,i ,ien<: ad essere affidata alla direzione dé partito, l"na più viva partecipa7ioue delle masse non potrà non .sconvolgere l'equilibrio di f,,.::inderTeld.eP. erchè le masse sono rimaste c:str.mee ai casi psicologici dei capi e alla con ve, sic ne fascista del kn; so<..ialismo. Il partito liberale perdette metà del suo contenuto quando si tro,·ò i socialisti accanto a ~a. La guerra ha compromesso tutti i liberali progressisti e radicali. Il patriottismo fu il ponte attraverso a cui essi si ricongiunsero a poco a poco al fronte unico della re.azione borghesec In questa situazione tutti e tre i pai.-titi saranno scissi. L'equilibrio nel seno di ogni grappo tra tendenza progressista e conserYatrice non può •più mantenersi a mano a mane che la crisi matura, e l'unanimità fascista viene sconfitta nel suo tentativo di monopolio del patriottismo. Oggi la preoccupaz,ione più ·dva è il problema fiammingo. Il Frontparti che h.a ripreso l'opera degli attiv1sti Yuole la separazione amministrativa tra Fiandra e ValJonia. Sta per manifestarsi una vera e propria situazione irlandese, e se le frazioni democratiche elci tre partiti non saranno capaci di andare francamente incontro alle tendenze autononùste l'unità belga sarà compro-· messa per sempre. .-\ltrocbè la retorica nazionalista di Destrée ! A questo si è giunti con la politica delle sacre unioui e con le pretese imperialistiche contro l'Olanda. :\"on si è compreso che il problema della consistenza del Belgio è un delicato problema di giustizia e di imparzialità verso oriente come Yerso occidente o settentrione. I piccoli stati viYono di disinteresse: il Belgio è una creazione artificiale utilissima, ma soltanto se i suoi governanti non siano pazzi testardi e presuntuosi. L1ultima crisi ministeriale indica che la Paliti.quc ?-,.iaf.icm.ale è defi.nitiYamente liquidata. 11a non è detto che la preparazione alla saggezza sia del tutto matura. La risposta ,e.,à probabilmente dalle nuove elezioni. Brwxelles 1 3 marzo. MAURICE MASSO:\". PIERO 60BETTI - Editare TORINO - Uia XX Setlemb~e, 6D ~re novità: L"GIGI STl:JRZO POPOLARISMEO FASCISMO L. 14 TOMMASO FIORE UCCIDI L. 10,50 G. SCIORTINO L'EPOCDAELLACRITICA L. 3 Si spedisc01w cti nostri abbima-ti franchi di porto c01itro ~•aglia o. per assegn.o d,i L. 25c "b'Eao DEbbA STflillPA " il ben noto ufficio di ritagl,i da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede ESCLUSIVAM'ENTB in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24.

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