La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 5 - 29 gennaio 1924

LA Rl\l(;LlJZIONE LIBERALF L'EROE NAZIONALEFRANCESE alto sull'altare die, sull'esempio del suo padro11(; 1 a,·cva in.alzato a se stessa•· Ll.uale è e l'eroe )I, e l'tWmo rappresentativo • 1•aziouale - per dirla con vocabolo Carlyliano o Emersoniauo - della Francia? E' ormai un luogo comune li tenere tale, pe:r 1'Ilali.a, Dante; !'Cr la Germania, Goethe; per l'I11ghilterra Shakespeare. Ma quale è l'eroe francese? Non c'è, eome dato pacifico, lrad-izionale. La mitica Gio- -Yanna d'Arco non sc111bra faccia al caso; Napoleone è francese fino ad un certo punto, ed è· un e: mostro ,, è tw eroe ben troppo romantico e rom.mizesco. Secondo Luigi Bertra.nd, fecondo scrittore noto specialmente per una viva bioirafia di Sa11t'Agoslino,, questo s01111110tra j Francesi non l', C'0111c per quelle altre uaz.-ioni, llD poeta : ì:. uuo spirito mondano e pratico: ~ lmigi XIV, il Re Sole. Kon so se l'idea sia a..~olulameule nuova; anzi ,.,-obabilmente 11011 sarà, e gli eruditi potranno agevolmente. pe.sca.re, passando in rassegna gli junumereYoli giudi7..i che del Re Sole sono stati ,i,ati, qualche p.recursore del Bertra.nd. Ma di questo è certo originale lo s[orro colossale di afiermare, di imporre questa esaltazione esemplare d1 Luigi XIV com.e i_l più grande non solo, ma il più completo campione della civiltà fran- ~ese (e anche della civiltà per eccellenza, ça -ua sans diu!). Autorevoli critici uan.uo detto cbe questa biografia del grru1 Luigi (Louis XIV~ Pa.ris, Fayard, 1923, pp. 414) è opera apologetica, di fantasia, penegirico senza serio fondamento storico. E ~arà benissimo; o non sarà : non importa proprio nulla. La leggenda ba un interesse diverso, e iu certo qual modo superiore a quello cr'ella storia. La classificazione tradizionale di un peroonaggio storico quale tipo rappresentativo per eccelienza è opera di costn.1.Zi.one leggendaria,. 11ella quale la fantasia e la simpatia - elementi poetici e non scientifici del giudizio storico - li.a.uno funzicne essenziale. L'interessante è che 1111 popolo, 11.11secolo, uu ambiente eulturale oollocbi questa figura idealizzata sull'altare della religione del più puro orgoglio nazionale. Perciò questa del Bertrand è una idea geuiale. Dà corpo a infinite affermazioni della Francia moderna, anzi contemporanea, nella sua reaziolle al romanticismo e agli impressionismi che ne !5-0110 stati l'ultimo svolgimento esasperato. Il i:enio francese, fatto di equilibrio, di mis.ura, 606truttivo classico-moderno: non è- questo i1 l,it;niotì-u di tutto il più moderato nazionalismo che hanno -in corpo tutti }- Francesi, anche tuti'a1tny che nazionalisti. nella classificazioue dei ,artiti politici, e cbe si rivela al primo urto, appel]a gratta.te un poco anche uomini indifferenti, o di si1Jistra, socialisti, sovversivi, persino seèi.centi anarchici? Luigi XI:V, setto il cui sguar~ tlo sorgono le forme più splendide dell'Mte frnneesè, di qtte1l'arte decorativa particolarmente conten.iale allo spi.rito francese : costume, mobilio fii stile, architettura civile, giardini: scenarii tl'ella Yita di società, somma manifesta?J.one, fon- «amento e coronamento ad un tempo dello spirito nazionale? La cultura, l'arte è per Luigi XIV il più miTabile e dru.revole i11-stru11tentum regni - rq.ezzo • èi propaganda - si dice oggi. Intorno a Luir;i XIV, non a caso intorno al suo spirito di . re-sole (afferma il Bertrand) che diffo1Jde luce prima di riceverne, questa vita nazionale ha l.a sua stagione solare. U capolavoro, il tempio laico cli questa di vina ricchezza ed equilibrio è la reguia di Versailles tutto sfondo incomparabile dei 0 suoi 'giar<lin-i.1 Una volta di più, un « insie- •ie :e : tUla ~rmonia d't elementi diversi, non ac- ('QStati, ma fusi. r. La Francia, nel miglior significato della parola ~ così scrive il Bertrand - è sempre il salotto eh 'egli ba voluto essa fosse, e del quale ba stabilito il modello nella sua Versailles ,. E' il Re del beau langage, della politesse de l'esprit, del gramd air, del presiige ... Che cosa volete di più francese? Il Bertrand ha -i-agioue, mille volte ragione. • ... llna. conferma a 1·ovcscio, in oontradditorio, e perciè> tanto più significativa, di tale giudizio ci è data da 11.11acuto e vasto ingegno francese : 11011 ortodosso, e, appunto perchè troppo spre- ~iudicato, non. in odore di sabtità; ma intorno al quale, una quarantina d'anni dopo la sua :a10rte, si nota in Francia nuovo fervore \di studio e cli simpatia : il conte di Gobineau. Mente enciclopedica cli lette.rato e di storico, gran "~g- ~iatore e conoscitore dell'Europa e dell'Onen- ;e asiatico, dove 1a sua carriera di diplomatico r lo portò, il conte di G9binffiu non è soltanto l'autore cli quel « Saggio su.ll'inegua.glta117..a_delle razze w.ua11c » (apologia della i-azza. an.a.na -in forma. di costruzione storico-biologica piena tii fantasia r01nanzesca e dramma.ti.ca) al qua.le, attrayerso l'impoverimento di volgari.z:1..atori che facevano cli Lu.i semplicemente ed assai falsa- ,neute un pangermanista (con quale btton effetto in Frau·cia, è facile figurarsi!) è sopratut~o ~o- ,·nta la sua. fama; d1 un1opera ancor oggi nte• 1111ta fondamentale su « Le religioni e le filosoJie nell'Asia Centrale, (1865, dstamp. r923) e ~i qnelle bellissime scene .• Il Rinascime~to » che sono una rapprese11taz1011e shakesp~i.a.na dell 'ltalia in tale epoca. (Il Gobiµe'.'u ~~g10rnò .a hmgo in Italia, e morì - nel 1882 - ~ 1~1~0). Fra i molti altri suoi scritti edili ed 111echti (1) vi sono certi frammenti nci quali egli, aJl'1udomani della disfatta di 8Mau, si applicava a ricercare con Ireckla chiarezza le call.5e p1·ofo11de d1 « ciò che è accaduto alla Francia nel 1870 ,. -Senza fcnnarsi alla sttpcrficic episodica degli avve::11in1e11ti,egli sceudc,·a didtto ad illuminare, ncll'iuli,uo della psicologia e del carattere nazionale, un aspcUo essenziale per la comprensio11e della storia recente della Francia. Ecrn i passi più importanti di quelle dc~ise pagine, che abbrevio appeua qua e là. • E' forse straordinario e assai deguo cli nota - scriveva il Gobineau - che 11011 sja ma.i slato messo in rilievo uu fatto d'ordine morale, cbe non è nato, certamente, con la Rivoluzione, ma che non I'ba preceduta se nou di una trentina d'anni. Questo fatto, cbe ha un peso capitale nelle catastrofi cui l'anno r870 ba fatto assistere i Francesi, è: k-i vauilà ua,.ionale li. Questo sentimento, quale esiste attualmente, non appare affatto uel Medio Evo. L'amor di patria è allora un sentimento cli tenerezza filiale, ma non accompagnato da alcun disprezzo per le terre straniere e le nazioni cristiane. I Francesi viaggiano volentieri, in que1l'età, e ricercano la narrazione dei viaggiatori, che non sono mai denigratorie. Nel Cinquecento, gli Italiani sono in Francia straordinru;amente alla moda; nel Seicento, questa simpatia si estende agli Spagnoli: i Francesi li hanno molto combattuti, e tanto più ne hanno stima. « Ancor più significativo, percbè d'uso generale, è il fatto che il complemento di una buoua educazione, anche nella borghesia colta, si trova allora nella necessità dei via.ggi. Non ci si chiude affatto nè a Parigi nè in Francia: bisogna esser stati almeno in Italia, e molto più numerosi di quanto si immaginerebbe oggi sono coloro che visitano la. Germania, Costantinopoli, gli scali del Levante, senz'altro scopo che di vedere e di cercare esperienza ed istruzfone. I Francesi si incontrano allora in tutta Europa, si potrebbe anzi dire in tutto il nwndo ... Cosl non si presentava affatto, in quel tempo, quel disgusto, quell'orrore, oosl evidente presso i Francesi dal principio del secolo (XIX) in poi, per l'espatrio. I Francesi sapevano uscire di casa loro, rientrarvi o non fare ritorno, a seconda de11e circostanze nelle quali si ti-ovava ciascun viaggiatore; il risultato di qnesta facoltà, ora perduta, e:ra indubbl.alnente che essi si 1nanteneva110 in comunicazione costante e stretta. con gli altri popoli, imparavano a conoscerli e a farsi conoscere da essi ... 11: Questa.. situazione cominciò a modificarsi sotto Luigi XIV, e fu uno degli effetti principali della personalità stessa del gran re. Questi, pieno della sua gloria, non volendo che 1a sua gloria, non sognando che la sua gloria, imponendo la sua gloria a tutto ciò cui poteva toccasc, non ammettendo che, nell'.universo intero, alcuna. potenza potesse paragonarsi alla sua, nè creatura alcuna a se stesso, lusingò singolarmente, per ciò. solo, w1 segreto istinto che si destava nella nazione. Si è spesso notato che tutto ciò ch'egli pen.5ava cli se stesso, la nazione l'accettò; che, eccettuati glii ultimi anni del regno di quel cgrande, essa restò docilmente prosternata. dinanzi alla sua onnipotenza e accolse anche con deferenza tutti i disordini della sua vita privata, nulla scorgendo in iui di meno che augusto; ma ciò che non si è mai detto si è che la causa vera cli qttesta 1devozione cieca si trovò nel fatto che -la uazio11e diviniz7..ava se stessa nel suo re, e, co1ne i disordini del monarca e le sue manchevolezze d'ogni specie furono dichiarate degne cli rispetto perchè era il re eh 'era manchevole e disordinato,· così, senza più pre.cccupars:i in alcun modo dei mezzi di guadagnarsi la stima, la considerazione, l'ammirazione, facendo altrettanto poco conto del valore intrinseco degli atti quanto della rettitudine dei motivi, la Francia cominciò ad applicare a se stessa, con fiducia imperturbabile, il dogma racchiuso nella fastosa impresa: Nec plurib1.1S im,par . « La Francia di.venne. ai proprii occh.i la nazione-sole. L'unh 1e.rso fu un sistema plauetaiio uel quale essa occupava iL primo posto, senza contestazione, a parer suo; con gli altri popoli no~ volle aver più nulla in comune, se non dispensar lot'o a suo piacere la luce; convenne con se stessa che nuota.vano tutti in un'atmosfera cli tenebre assai opache; ftt la F-ranc1-a, e, agli occ-hi suoi sprofondando ogni giorno più il resto del mondo in un'antipatica lontananza, es.sa si imbevette viepp:iù, senza. avvedersene, d'idee veramente cinesi; la su.a vanità fu h su.a Grai1de Muraglia. « Ce.ito, tutto ha una causa, e per lo più una causa assai ragionevole da principio. La prosperità aveva inebriat.o- il temperamento naturalmente assai presuntuoso di 'Luigi XIV; ma tale prosperità er:a ben reale e \ suoi 1-istùtati avevano toccata la grandiosità in tutti i C.'U]lpi. Se non vi e1~a.di che preferirsi a tutti ed isolarsi, vi era motivo d'inorgoglire; ma occorreva. non spingersi, nell'org~glio, sino all'insania. Severe lezioni finirono forse per far penetrare questa \·erità nell'animo del nipote di Enrico IV, quando la- Yecchiaia gli portò le sue miserie d'ogni genere; ma lia nazione 1'ovesciando con alquanta facilità i.I tempio d~l monarca, salvo a ricostruirlo più tardi, sollevò nonpettanto sé tanto più in Co,-l fa critica spietata di Gobineau conferma e completa l 'appr(:Zzamento che, con intento invece apolog-~tico, il Bertrand ci dà di Luigi Xl V rivendicando in lui l'erOC' nazionale. E' vero che il Cobineau c,r.;J <;c,_•rivevadella Francia dopo fa disfatta del '70. Ma .sarà facile ai! ognw10 fare il co11fronto con la Francia vittoriosa d'oggi. A qucst'.a ap{Y-11tit.'11e'altro scrittor<:. Per park mja, se una quak:he conclusione dovessi trarre ln generale da tale confronto, sarebbe, una volta di più, Ja sconsolata osservazione cbe l'esperienza storica é uua pia ilJusioue degli uomini librc.;d1i : in realtà a si/Tatto inscg-nameuto i popoli, veri sordi di nascita, si mostrano impcrtur~ liabilmentc refrattarii. E anche questa è una suprc.1na e lezione della storia,, rhe gli stucli~i, se non vogliono rientrare anch'essi nel gregge, conviene riconoscano lealmente n.eJia pacate?'...7...a critica che è il pessimismo sorridente dei saggi. LUIGI EMERY, ( r) Una bibliografia completa cli questi può vedersi 11el'ottimo nwnero tuiico dedicato dalla rivista E·u,rope - una delle più interessanti ri- ,-iste mensili francesi - al conte Gobineau (fase. del r• ottobre 1923). I frammenti intitolati • ciò ~be è accaduto alla Francia nel 1870 , sono stati pubblic. nella rivista stessa (fascicolo del r5 febbraio e del 1° ottobre 1923; i passi da me citati più innanzi sono tolti dal fase. del 15 febbraio • ; tanto questi, quanto la introd.uzione . , inedita» alle scene del Ri,,u,scvmento, testè pubblicata in Francia col titolo La. Fleur d'Or, sÒno più che altro scritti mal noti, gia.cchè furono già pubblicati in Germania (dove esisteva una attiva Gobineau, Vereinigung) nel 1918, cl.allo Schemann, biografo del Gobineau e fondatore della suddetta Società gobinista nel r8g4. 11-rnnrntto ~i"Rivolmione tmerale,, i Nel p<incipio del 1922, quando sorse questa Rivista, il concetto di Ri-uoluzio,ui Liberale poteva sembrare oscuro, ~ poco concreto. Lo Stato così detto liberale, creato dallo statuto albertino, consolidato da una lunga prassi pseudocostituzionale e parlamentare, formidabilmente assiso sulle basi della dittatura burocratico-parlamentare e giolittiana, era attaccato violentemente dalle nuove formazioni, erompenti dal paese, dirette a superarlo da destra e da sinistra, per creare una nuova forma di dittatura, plutocratica, o classista, che apertamente dispregiava il zj,i.tQ parlamentare edi intendeva spezzare nelle tÙani delle vecchie classi dirigenti questo grande giocattolo, che la monarchia aveva largito al popolo per distrarlo da tutte le correnti rivoluzionarie, maturate riel Risorgimento, e présentatesi, dopo la unificazione, più ricche di vitalità, ;appunto pe.rchè insoddisfatte. Sembrava, quindi, assurdo prospettare in termini ri,·olu- • ziona.r:i il liberalismo quando storicamente il partito liberale italiano, che lo rappresentava nel paese, si era venuto a trovare in opposizione alle conrenti rivoluzionati~ matui-atesi iu conseguenm de11a guen-a. La Ri-voluztone Liberale doveva rimanere perciò - aln1euo in una fase inizia.le - un organo di indifferenziata e complessiva ctùtura politica, in cui ogni problema venisse esaminato sotto molteplici aspetti da scrittori, la cui serenità di giudizio non fosse menomruneute 'in discus8ione. Compito che si risolverebbe in una superfetazione in InghilteiTa - ove la denominazione e la difie.renziazioue dei vari i11teressi e delle correnti politiche, che li rappresentano, si svolge senza estranee interferei12e, e senza che la sfera d'azione dei singoli partiti sia, volta per volta, usurpata da altri partiti; ma cosl non è in Italia - dove regna. da ott..:1.nt'anni Ulla dittatura pa1ticola.1ista, comprimente gli interessi della generalità, ed in cui ogni rivendicazione dal basso si pone, per conseguen7..a, in termini di viole.t17...a.. Ecco 1a nostra prima intuizione liberale, che chiatneremo di metodo, rivolta. a rei1d.e.repossibile quell'interpretazione scientifica de1L.'t stoTia eontemporanea, e quella analisi obiettiva e serena dei fenomeni. nazionali che renderà sempre più rare le improvvisazioni demagogiche, e contribuirà alla formazione ,ed alla educazione di classi ditig-enti, elle, invece di sognare facili a,·- veuture dittatoriali, colorite da dotbine più o meno esotiche, si avvicenderanno ordinatamente nel goven10 del paese, cercando di procede.t;e all'elaborazione continua dei unovi ceti e di farli aderire, volta per volta., allo Stato, ID maniera da aUargan1e sempre più la base. Basta, in verità, questo prog-nunma per giustificare non soltanfo l'aggettivo (f.!beral.e), ma anche il sosta11tivo (Ri-ual,rziane)i tanto ne risnlterebbe innovato l'intimo connettiYo della nostra ,·ita pubblica, e cnstrutte e capovolte le basi su c1t.i attualmente si regge. Xè si llic.a che, operando nel campo pura1ncnte culturale, la pru·ola « rivoltizicme » è malamente adoperata, perchè anzitutto 1e più grandi ri,;oluzioni s1 opera.no, prima ancora che nei fatti, nel campo delle idee, ·e prima. ancora che nelle masse 11cl 1is1.i-etto campo dei cenacoli intellettuali, o,·è germinano e si edu.cano i nuoYi con19 dottieri, e poi perch~ il periodo in. UJT(:Zionale, <·h.eporta alla luce della storia politica un'élite, non e che l'atto conch.15ivo deUa J.1rerMrazione cli idee, cui il pensiero partecipa solo m parte e quasi per forza d'inerzia. Anzi sotto questo profilo la parola corrisponde pirnamente alle intenzioni e si differenzia da tutti i tentativi sovvertitori registrati dalla st.oria ita.Jiana. M.a, ,opratutto il nl)Stro concetto liberale appare dal confronto tra l'elaborazi<,ne dottrinale '" la realtà italiana; tra le aspindoni liberali di tutte le élzles elaborate dal paese ed il regime esistente cd imperante; tra il modo come avrebbe dovuto, secondo le élites rivolnzionarie, avvenire la formazione ck:llo Stato italiano ed il modo come effettivamente avvenne. Sotto quest'ultimo profilo, a=i; il titolo aJ_>- pare più plasticamente aderente alle idee e rivelatore di un dissidio i.de.ale che sempre più appassiona la gioventù italiana, e di cui lo stesso fascismo, pur attraverso profonde deviazioni, mostra di essere sintomo preclaro. )ion t qui il caso cli rifare e tratteggiare il processo di formazione dello Staro unitario, la differente elaborazione delle correnti i,leologiche che vi -parteciparono, e la sconfitta, - attraverso la grave immaturità del popolo, l'indifferenzi.azione degli interessi e la tattica tradizionale della nwnarchia - di queUe correnti che, all'infuori dell'11.11ità,intendevano realizzare nel nuovo stato anche la libertà; ma è opportuno ricordare che, mentrt: per il passato ogni studio su tale processo di formazione non attirò che 1'attenzione di rari veggenti, e l'insegnamento ufficiale della storia del nostro Risorgimento tuttora· si condensa in un panorama eroico, oggi le nuove élites si ripiegano su se stesse per comprendere il perchè degli incalzanti insuccessi delle comuni aspirazioni e ck:lle loro opere. Ed in tale ripiegamento, invece di rifarsi a dottrine elaborate da altri popoli ed aventi valore d'indagine per paesi già usciti dal periodo precapitalistico, si rifanno al processo di formazione de1lo stato unitario per comprendere, prima di ogni altra cosa, perchè l'Italia si appropriò cosl scarsamente le idee liberali, che pure erauo nate in quella Inghilterra da cui preten-, demmo mutuare l1orga.nizzazione politico-costituzionale, ed ave.vano fatto assai miglior prova che tra noi in quella Francia da cui rilevammo in massima parte lo schema dello stato burocratico-accentratore. Ora tale ripiega.mento su se stessi, e tale peculiare indagine, mentre costituisce il minimo comune denominatore per ogni ideologia da sviluppare, percbè mira a saggiare sul terreno della storia, cioè sul terreno della vita, la potenzialità nazionale dei vari sistemi politici, costituisce altresì il primo e più serio atto rivoluzlonario che la gio,·entù italiana possa oggi compiere, in quanto la pone in posizione di antitesi con quel minimo comune denominatore, cui ogni fenomeno politico italiano si riconduce. Tale posizione di antitesi, poi, si risoh·e iit un sempre maggiore potenzi.amento del liberalismo in qua.nto che, anzitutto le nuove élites sono fatalmente, se anche inconsciamente, IX>Ctate a lottare per introdwrre nel nostro sistema politico quel diiua storico liberale che da due secoli costituisce nel mondo il substrato di .ogni ulteriore S\·iluppo; e successivamente perchè ogni concessione. che il regi.me - così come risulta costituito dalle forze storiche, che, per libera elezione e per transazione, vi hanno collaborato - è costretto a fare a forze provenienti dal basso e liberamente elaboratesi nel paese, costituisce indubbiamente un fatto intima.mente liberale. Tenendo presenti questi rilievi non sarà difficile accorgersi che il compito della Ri ...Joluzione Li.berale - in un 'epoca in cui le vecchie classi dirigenti baru,o perduto il controllo delle imponeufi formazioni popolari maturatesi attrawrso la guerra, e non riescono più ad inquadrarle entro l'augusta. com.ire dello stato burocraticoaccentratore - sarà appunto diretto ad elaborare ed esprimere la nuova cla...c::.sedirigente, che, sul cadavere del passato, dovrà riannodare, con perfetta. C"ognizione di causa, il rinforzato organismo· italiano alla grande tradizione liberale em·opea. E tale compito appare tanto più sicuro quanto più etnerge scosso dalla fwia del torrente fascista l'equilibrio tradizionale, e quanto più si profila impossibile sistemare la vita pubblica italiana entro il soffocant" schema dello stato paterno. Qui appunto è l'esigenza <l'un organo di elaborazioue delle ideologie che do·vranno ricondurre entro l'alveo liberale il grande fatto democratico italiano del dopo guerra. GUIDO DORSO. PIERO GOBETTI - Editore TORINO • Via XX Settembre, 60 Novità: LUIGI EINAUDI LE LOTTE DEL LA~ORO 1 vol. di quasi 300 pag. - L. 10,50 Indice : La beUezza della lotta - I. Psicologia e forme della lotta operala - II. L'utopia socialistica - III. Governo sindacale - lì'. Gli ideali del laYoro. Il primo lib;-o in cui un economista libe1'ale afw (ront; i problemi del la1.:oro tenendo presenti le esperienze degli 11lti1J1_ 1 i '1Je1i.tianHt di fotta.

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