La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 40 - 18 dicembre 1923

LA RIVOLUZIONÉ ttBERALE LAPOLITICA S OLASTICA DELFASCISMO pseudo classicismo anche le correnti marginali del pr6letariato e della borghesia, togliendo per contro ogni diritto e ogni possibilità anche <li vita sp-irituale autonoma, agli elementi o più un1.ili o pili renitenti <li quel proletariato e di riuella borghesia. E riforma, ho eletto, più regionalistica che 1iazio11ale 1 perchè l'idea di bandire una simile crociata scolastica contro quel tal ceto socialc 1 non poteva mai venire in mente a<l. un uomo del Norcl o del centro <l'Jtalh, dove la difTe,·enza fra la clientela della scuola media clas,;ica e quella cieli.a scuola media tecnico-profes::.ionale è, i11somm.a, n1eno prof911da e sensibile, e dove la nece.,:.sità ili una scuo.la media tecni• co-professionalc (; più sentita, ma poteva nascere solamente nella testa di un uomo del me;,;;,..odJ, per cui l'unica scuola che meriti il nome dj scu.ola è il ri1rnasio-li<:eo, la scuola per galant,uomint, me11tre tulle le altre scuole me<l.ie, tecniche, mar gistrali, C<'C., 11611 sono che importazioni estere, superfetazioni non rispondenti alle esigenze social i ed economiche e spirituali cli quei paesi, cou vegni di scugnizzi e di picciotti ribaldi e screanzati, non L,tituti di istruzione. La scuola dei galantuomini l difensori ragionevoli della riforma Gentile i(dicendo « riforma 9"entile » intendiamo • rifot·- m_adella sc:uola tne<Lla », che è dell'opera del mi111stro fascista della I'. I. la pa,·te essenziale) ~~ndo,_ eh fr~nte ag-li ,irgom.enti degli oppositon rag1one,·oli, clevo110pur riconoscere la realtà -e_la qttantità dei cla1rni che l'esecu.z-ione cli essa nfonna _lw recati alla scuola, si rivalgono poi sempre ncorrcucl.o al grande: a1·gomento d~Ua u organicità• d.i essa riforma. Anche Benedetto Croce, nella già citata lettera al Giornale d/Jtalia adduce,·a a dif~t dell'opera del Gentile, com; argomento principale, appunto questo: « m.ercè J'opera <}el Gentile si ha. ora .. w 1 oHliuamC1ito ~!~~o, raziona.le, coerente... il quale ... è bc11e piantato,. c~pace di SYolginieuto •· Voglia1no vedere ogg, ;n che cosa consista L..'l salcleza.z e la Cùércnza dell'edificio scolasLico 01· ora creato dal fasci:-mo, e ,·ogliamo precisare quale sia il concetto « razionale» da cui sono stati gttidati i costruttori di tale e<lificio. Pe~ quant~ concenie la scuola media italiana., lo e stato cli fatto», -quale s'era venuto costituendo presso cli uol dopo la legge Casati. e in n:~lo occasionale» e <t so\·ente sotto lo stimolo di interessi che non erano 11è cli educazione nè di istruzione l', era, insomma, il seguente: una scuola cou latino prepa.ratoria ali.a unive1·sità (gimta::.io-liceo) e m1a scuola. senza latino O re tecnica n, iu pa.rte e media• o preparatoria all'U11iver~ità, in parte fine a se stessa e professionale. Caratte1·istica di questa seconda « branca » era l 'esi~te1v..a di u.na scuola inferiore un.ica (1 'antì.ca tecnica), da cui si poteYa accedere o alle sezioni professionaE dell'istituto tecnico, o.alla nonnaJe, o, med.iru1te la sezione fisico-m.atem.atica deLI'istituto tecnico, all'Università. La scuola media italiana era, co111edel resto tutte le istituzioni cli tutti gli stati, in « crisi ll : --i m~li di cni soffriva ora in Italia, come ieri in Fra1_1cia, come duemila anni fa in Roma, eran parecchi : difetti di ordinamenti e cli metodi vizi cli uomlui, malanni cti tempi. Naturalment; questi mali eran più gravi 1 per la. scuola dii tipo tecnico, più receut.e di origine, p1ù povera di .esperien.za didattica, invasa dalla « gente nuova », più aderente e più soggetta alla realtà dei tempi o più buon.i o meno bÙoni; difetto massimo1 di questa scuola, sorta e.on intendimenti di ({realità » e dì ~cismo, era quello di aver via via sm.a.Trito gran parte del suo realismo e del .suo tecnicismo per tornare al tipo della , scuola cli coltura generale- a prevalenza. Jetteraria :o. Data la malattia della scuola media è naturale. che ci fossero dell'inferma i medici e per l'infermità le ricette. Gran fervore di discussione in- ·torno alla riforma della sèttola media'. in Italia vi fu negli anni così tipicamente riformatori del -p,focipio del secolo (r902-i°9o6) : àOCÙmenti j}iù notevoli: di q,ieg-E studi e di quelle ~scussioni gh att, dei ccngress1 della Federazione degli insegnanti medi, il volume Galletti e Salvemini .sulla Riforma della scuola media e i due volumi _della. Commissioi;,e Reale per detta riforma. In quelle discussioni s'eran delineate du'e correnti più lltDportanti, con c:i.asC'U.tia un suo tipo di Scuo. 1a media riformata : una corrente, che qui chiameremo Salveminiana, il cui po5tuJato fondamentale era quello dell'esistenza di duè tiJ}i di scuola 1nedla: uno quello tradizionale del liceo-ginnasio classico, l'altro quello d'un ginnasio-Iièeo motler- -no e scientifico, avvianti entram.bi, a pari Writ- •to, all'Università; l'altra corrente, g.nella della Commissione Reale o anche della Minerva la quale tendeva a riS0l vere il problema della s:O-U.o1a l)ledia con l'istituzione della famosa scuola -unica inferiore seMia latino, con ulteriori di.ra- --mazioni in liceo classieo, moderno, scientifico, corsi professionali eC'C. Motivo comune ai due disegni era, fra gli al- •tri, quello della necessità di creare, a~anto alla scuola n1edia vera e propria, una g:ran quantità e varietà di scuole « reali » e «tecniche». Preoccupazione costante dei o: riformatori », particolar- ·meute di quelli che facevan capo al Salvemini, -era questa : che la riforma della scuola media era anche e sovratutto 1u1a questione fina117Jarfa., e ··che t: non si dovevan fare 1nai le nozze coi fichi sec-chi .,_ Poi, a poco a poco, quell'ansia di riforme s'era qnctata; volumi ed attl era11 JJ3ssati nelle biblio1:eche e negli archivi: altre questioni aveva.no attirato 1'attenzione dei professori e degli studosi, e adagio adagio s'em venuta forma.udo l'opinione che il i;:n.igliornmento della séuola media non si dovesse attendere dalla attuazione di questo o· qu.el djsegno, « coerente, saldo, razionale» di riforme, ma piuttosto dal miglioramento degli uo- - mini.: insegnanti, che si Yolevan più ·colti, scolar.i, che. volevano più scelti; e sopratutto dalla ·tt1teia della scuola contro il peticolo che si vedeva sempre più incalz.:inte, del suo « imburocratichim.euto lJ, del suo tr.asform.ismo da scuola in « ufficio li, cla IBtitnto di eclucazioJ1e in « am1uinistrazione )J. Negli anni immedi.ata1nente antecedenti alla guerra e 11egLianni della gnena e in quelli del dopoguerra, questa ter1.a. corrente accennava a p1·evalere, almeno nel mondo della cultura supe- , riore, e la questione della « ·riform.a d'ella scuola » s'era mutata in quell'altra, più vasta, più alta, deUa « libe1ti( della scu.ol.a ,. Il primo tentativo - dav,·ero serio, coerente, saldo - di rinnovare in questo :,è.uso la sc1lola italiana e cti « indiiriz7.ada alJ.rinvigorimento del pensiero, del carattere c dell:c culbtu'a italiana ,, fu quello fatto dal Croce cou l'appoggio di Giolitti e cU Don Stu.rzo, d~l quale tentativo il pregio sommo era quello <.hnon proporre nessun vasto e « ra;,..ioll.ale,, sistema di rifor·me, ma <li operare empiricamente, <llla liberale, suJla realtà, magari irrazionale, ma ,·iva e concreta, della scuola italiana esistente. L'opera del Croce fu fnL5t1·.ata, più che dalla resistet1za cl.elle democrazie e delle • classi 11 professon1 li e studentesche, da errori di tattica del m.inistro e dallo scioglimento della camera de1ib~rato nella prima,·cra del '2r, dal Giolitti: dopo <.liallora in Italia, per la ribellione delle classj dirigenti ai risllltati delle elczio·ni. del '21, uon ci fu p,iù 11ègoverno nè azione legislatrice, fin.chè \·euue la mai·c--iastt Rom.a, cd il governo fascista. Col fascismo al potere s-i chiude - o s'interr01npe - il ciclo cli esperienze di governo liberale, tentate da Nitti e da Giolitti delle quali esperienze le più not;voli erano stat~ quelle della proporzionale e della riforma Croce, e si torna a.i·« piani 01·ga11iC1e razionai.i di riforme», al progetl"'ismo astratto e giacobino, del quale « riformismo progettista ,, uno dei documenti più insigni è appunto quello che si chiama. « la. riforma Gentile della scuola media». .~ La quale rifopna, se non ha tenuto conto come s'è dimostrato, della vivente realtà scola~tica italiana, e se non ha tenuto conto nemm.eno delle condizioni finanziarie ed economiche dell'ItaJia ùel dopogueJTa, più inadatte che mai ad esperienze di riforme vaste e rncUcali, tanto meno ha . tenuto c:outo degli studi e del.le discu.~sioui avvenute sulla questione della riforma,s'èolastica, nell'ttltimo venteumio. L'ideatore della riforma, aObandonato francamente l'indirizzo liberale ed e:mpi•rico rappresentato dal Croce:, è tornato, come s'è detto, all 'jndirizzo « riformistico_• già prevalente nei primi anni del secolo, ma, trascurando tutti i piani cli riforn1e organiche allora escogitati, ne amma.i1uiva uno suo proprio, la cui idea centrale, e qui ne è ·1a maggior sfugolarità,_ non è nè filosofica, nè nazionale, ma è propriamente sociale e regional'istica. ti sen. Gentile nelL'tdeare e nell'attuare la sua riforma dke di aver perseguito fra gl-i alt1i e sopra gli.altri questo ~copo: cli ridurre il numero dei lau1reati, dei licenziati, degli abilitati, che la scuo~ del « ve<:chio regiine n ogni anno metteva in circolazione. Anche la riforma Croce mirava espressamente a questo s<;:opo; m~ il Croce nel1'attuare praticamente il suo proposito, tendeva a contrarre im.~ialmente il numero di tutte le scuole di Stato, di qua.1,;,,,que tipo esse si fossero: anzi, avendo il Croce posto come criterio e.li questa sop~ressione il critedo della popolazione scolastica, ed essendo gli istituti scarsamente frequentati quasi tll.tti gini:_iasi e licei, all'atto pratk,o la SC1J,olaP,iù sacrificata \la quella riforma veniva ad essete fa scllola. classica, cioè I.a scuola delle classi più agiate, ciÒè appunto il congegno essenziale della fabbrica governati va dei laureati; meno disturbate i11vece, o non disturbate affatto erano le altre scuoi~ (tecniclie, istituti, normali) protétte contto l'a minacciata riduzione quantitativa appunto cta,Ua -Jorq, quasi sen1pre, esuberante popolazi~ne ~1:astica, e frequentate, c01ne Ognuno sa, ·d:ai figli della minu.ta boighesia, •e del nostro j>roletariato più elétto. La riforma ·Gentile invece, generosissima, come abbia.rii clin1ostrat6, verso la scuola classica, la scuola nwjorum. genti,u.m., è stata addi-rittlll·a feroce rontro· la scuola della piccola e della povera gente. Pe.r eSSa i ginnasi licei regi con cin- ,que, tre, zero al~ll11i per •classe, situati a venti, dodici, sette chilometri di ferrovia da altre sedi di ginnasi~licei, sono stati rispettati o, tutti o quasi tutti; p<::ressa a città secondarie, dove era già di troppo nu liceo classico, è stato regalato 1 anche un liceo scientifico; per essa le classi e i corsi dei' ghrnasi licei sono stati, oome s'è visto, comp,lessivameu.te anm.e;1tati cli numero così nel, le grandi come nelle meclie città; m,a per essa riforma. la scuola tee11ica è stata privata del priviregio di dar accesso alle scuole medie superiori; per essa le normali sono state ridotte da 153 a 87; per essa sono stati ridotti di pum.ero, cli sezioni, di corsi e di cl.assi gli istituti tecn.ici, niente affatto numerosi in Jt'alia·, sebbene quasi tutti pletorici; per la riforma Gentile i11sotJ1JTiam, entre i figli e le figlie dei gol.a.ntu.oniini d'Italia hanno trovato oosto, •tutti o quasi, assai comodamente nelle scu~Ìe fatte per loro, i figli invece dei piccoli esercenti, dei contacl-ini rinciviLiti, degli .operai p:iù scelti, sono sta.ti - a migliaia e migliaia - esdus~ rlalle scuole di stat'o, divenute d'ru1 tratto ....,_solo per loro, specialmente per loro - anguste ed inospitali. E per i superstiti figli di questi u: artisti >) e « maestri » e « cafoni >1, ostinati avoler freqLLentare la scuola .governativa, lo Stato fascista ha foggiato Ltna scuola, 1a quale fosse quanto più possibile uguale ~Ila. scuola dei « gal.antu01nin~ », che avesse il latino come quella,, la filosofia come quc:lla, Plutar.co come quella, Virgilio· come quella, it signor Preside c01ne quella, e che fosse cosl in graclo di « 1imanjzzare. », cli « 111gentilire », dj « g-abnt_uomi11i.zzare » anche i r·ozzi e selvatici figli dei ca{oni. Sociàle dunque la. riforma Gentile più che politica: cioè rivolta a. favorire •più ttna classe che l'altra., anzi, in tma. classe, più una categoria che un'altra.: e, se politica, uou conservatrice n'è ta.ntori1-eno aristocratica, ma piuttosto democratica, cli qnella pa•rticolar clemocrazia. 11:a;,..ionalfascista., per cui si vuole <l'i botto e a forza inalveare nel letto del_ naziona)ismo, dell'idealismo e° de)lo Ma la 'questione impostata com.e l'ha impos-tata il sen. Gentile è;; male impostata, e, quindi, peggio risolta. Anzitutto(; - con licenza - ingenuo credere che la crisi della so-vraproduzione dei laureati, diplomati, ecc. la si possa risolvere con u11ariforma scolastica. Ci sono in Italia tropp,i avvocati, tropp1 ingegneri, troppi ragionieri: è vedssimo, ma ci sono anche in Italia troppe. modi•stC', troppi fruttivendoli, troppi bar, troppi macellai, e così via; e quest'altra crisi di sovrair produzione, non meno grave di quell'alt-ra, nessuno pensa sul serio di risolverla p. es. - con una sospensione ài concessioni d'esercizio: questa crisi 1a si potrà risolvere solamente con fa- ~-orire l'incremento delle industrie, dei commerci, dell 'agricoltuira, la si potrà risolvere solamente con Parricchire l'Italia. E non. è a credere che per la.,crisi degli ingegneri e' dei ragionieri il rimedio sia diverso. C'era, se mai, un mudo di sfollare un poco le scuole medie ed università, riducendo il numero degli aspiranti ai diplomi, e questo era quello di stabilire con legge che p~r adire agli •impieghi pubblici non occorresse nè laurea., nè di.p·1oma.,nè licenza, ma bastasse l'esame orale e scritto di ammissione; ma invece, 'proprio ieri l'altro, nel Regio Decreto rr Novembre 1923, .n. 2395, sul1' ordinamento gerarchico dell'Amministrazione dello Stato, all'art. 16, è stato di -nuovo sol~llemente posto il J}rincipio che , per l 'ammissi&e agli impieghi è richiesto o il diploma, o la laurea, o il titolo equipollente, o la licenza d'istituto medio di sec6udo grli.do, o quella di scuola me- <lla inferiore, o alcu.no dei corrispondenti d:iplmni a tennini <f:eldecreto 6 Nlaggto 1923, cioè della l'egge Gentile sulla riforma della scuola media. In secondo luogo," il sen. Gentile non ha. tenuto presente che tutta l'Italia non è mezzodì-, e che tutto il mezwdi non è... Castelvetrano : ali 'atto pratico è successo che la. piccola bbrghesia milanese e lombanla, se,,oU.ita tosto da qutlla del resto d'Italia, è illSOrt:a contro la « serrata » delle sue scuole, e, a poco a poco, ·questa parte della riforma è. stata limata e corrosa e sgretolaµ: oggi era la c~nservazione sino a consutoa.zione. delle magistrali « soppresse ,,, douia.ni era la concessione d'un secc,ndo istituto tecnico a Ma.lano, d"un istituto tecnico a Lodi o a Legnano, domani l'altro erano i decreti per cui si mettevan fuori i corsi parralleli aggiu,nti per istituti te~ici prima tenuti in serbo; .fìuchè venne, con ·l'estensione del corso pop_ola.-efino alfa. ottava e con la concessione dei corsi integratori alle complementari,. ùt reintegrazione vera e propria. dell'antica -tecnica nella sua funzione e dign,ità di scuola unicp. preparatoria ai corsi medi superiori. In appresso i figli dei a: cafo~i n, insieme con i loro insegnanti, provvederanno loro a far giuistizia pnche del latino, altro ostacolo che il sen. Gentile aveva lord buttato fra le gambe per impedirli nel loro fatale andare verso il «titolo». E così nella lotta ingaggiata in margine al fascismo fra iil ministro sicilia~o e la nrinuta. borghesia del Nord, chi avrà vinto in definitiva, sarà quest'ultima, e chi. sarà stato svalutato come uomo p~litico, come,..« reali7,zatore », sarà -in ultima- -istanza i.1 sen. Gentile. In questa lotta noialtr.i, che prnre vedevru110 di buon 6cchio la « chiusu.ra dei ruoli )) nella scuola media cli Stato, n'on abbiamo potu.to sostenere il Gentile, anzitutto per q,uella tale pregiulliziale liberale, e poi perchè la « serrata » noi la volevamo di tutte le scnole: meclie e non di ·una piuttosto che d'nn'altra; e in ogni éaso, secondo noi, se rigna.nli si dovevano usare, _questi doYeva110 essei·· riserbati pi,uttosto per la scuola che serviva a11a povera gente che non per quella frequentata dai ricchi, piu.ttosto per la scuola tenica e mod~nia che non per la scnola clisinteressat:"1-e c..L.~sic.:1.. r.ra· a.uche per altre ragioni uoi sianlO profonclame11te- ostili a.ll'a dfonna Gentile. Per noi, che in fondo si.au10 i $Oli aLLtentici « militaristi )> in Italia,, vi devono e&:;ere nel nostro, come negli altri paesi, tre tipi di sct1ole: la scuola per soldati, che f.: la clen1<.~11ta1·pcopolai-e, la :,;énola per nffi.clali, che è la media e la universitaria, e la, scuola per sottufficiali, eh€:.è la me<J.ia t~1Jic.a e professionaJe: cercare ora quale sia de1le tre scnol.e la p-iù importante (; inutile: certo si è c;he la terza, quella per :;ottnfficiali, quella tec11icoprofessio11ale, quella per. la minuta borghesia ~ per il proleta.riato sceHo, uon è, nell'It2.lia odiei·R na, la scuola che meriti 1a 111~noreattenzione: la 163 crisi di Capo-retto è stata anche, se non specialmente, la crisi dei graduati di truppa. e dei sergenti ; la stabilità della nostra vita sociale ed economica è raccomandata specialmc.--nte alla costituzione ed educazione di una bu.ona categoria di sottufficiali civili, maestri, esperti di aziende indu_striali e agricole, capi operai, operai qualifica.ti, impk-gati d'ordine, ecc.; l'antica scuola tee- a nka, le sezioni profe.-,sionali dell'istituto tecnico, la scuola. normale dovevano sc.--rvire appunto a ,formare questi sergenti e questi caporali: se queste scuole non a.'601vevano bene il compito pe:r cui erano state create dal k-gislator-= liberale circa jO anni fa, questo era dovuto al fatto eh.e tali S<.11oleavevano visto obliterarsi il loro carattere tecnico e professionale e col prevalere della e: coltura generale_. eran divenute delli?copie, del!~ brutte copie, della scuola umanistica disintcr_es.sata; rifonnarle voleva dire ricondurJe ai loro fini primitivi, rimettere allo scoperto il loro carattere professionale, cli.flerenziarle dalla scuola cli colJurn; la riforma Gentile ba fatto tutto l'opposto: la riforma < ~uisitamente fascista , anche qui ha accelerato e portato alle ultime sue conseguenze il processo già iniµa.to ne-pi anni antecedenti, C>'l ha definitivamente e COIDJ}letamente assimilato la scuola media tecnico-p,:ofessionale al.I.a scuola cla-.c,;ica disinteressata· cioè ha soppresso, in defi.nitiva, la scuola per ca~ parali e per sottufficiali; per questi graduafi di truppa e per questi sergenti, dopo I.a riforma Gentile, non dovrebbe restare altra alternativa che di retrocedere- a sol.da.ti semplici o di salire a ufficiali : il mezzodi, che non dà sottufficiali o ne dà pochissimi, potrà forse accontentarsi cli ciò; il KorcL d'Italia non può accontentar.sene e non se ne accontenta di fatto. Ancora una e poi ho finito. :,foi, che, con tutta la nostra de:moc:razia, sia.mo for:se i soli autentici ari.st.ocmtici che ancora !tirino per l'Italia, siamo offesi dalla riforma &ella < scuola per galantuomini •• perch.è per essa \d.ene divulgato, viene e: democratizzato • quello che formava per noi la quintessenza aeiJa. scuola aristocratica, cioè l'insegnamento del latino. Per noi già troppa gente in Italia., prima del '22, studiava latino che non era degna di tanto onore, il fascismo ha alimentato di 12 x 5 volte il numero di questi aspiranti, pii). o meno coatti, ali.a nobiltà del qui-q=e•quod, con il che non si è rannobilita la scuola dei ragionieri ma sibbene si è raumiliata -la scuola dei dottori Può darsi che ai maestri elementari smaniosi di far .carriera pi.accia di essere pominati dottori in entrambe leggi : noi, nelle cui I case sempre e sono stati molti letterati• troviamo la cosa di assai cattivo 2"11sto e ci -Pare che in questo rinnovato mediC:vo sia tornato al mondo il marchese di Mombaldone che conferiva patenti anche... anche al somiero del· suo mugnaio. E noi che, co~ tutto il nostro classicismo, siamo dei pochi uomini mod<èTni sperduti per questa vetustissima Italia, sili.mo ancora dolenti eh~ la no:1°eili e: scuola per galantuomini » abbia SP3:2-za.toyia anche - guardate un po' dovè posiamo le nostre te.nerezze - anche la sezione fisicomateµ,atica de)l'i&ituto tecnico. La bontà o meno di u.na scuola. è tutta una cosa di didattica· e la didattica è .tutta una questione di tradizio~ e di esperienza : la scuola classica è da noi e in Francia superiore alla scuola moderna e scientifica specialmente perchè ha al proj}rio atti;o una tradizione didattica non secolare ma millenaria· però in q~esh., se<:oloe mezzo in Europa, in q_u: sto cinquantennio in Italia, anche. la scuola scientifica e mod~ si veniva cr~ a poco à. poro, per tei:i-tati-vi e per esperienze, una sua tradizione didaftica, della quale anche in Italia già si avevan notevoli documenti in ìibri, studi, , testi, ben not?- a tutti gli studiosi di queste materie;' a poco a· poco anche da noi veniva sorgendo e assodandosi, accanto alla bimillenaria ;- scuola cla~sica, una \cuola media a base di scienze e di lingue moderne, la quale era pure la schietta e genuina rappresentante di quella non disprezzabile civiltà che, incominciata, se si vuo-- 1e,. col Galilei, non aveva ancora finito, se Dio vuole-?di portare i suoi frutti, e non aveva ancora detto la sua ultima parola. J;n Italia, paese malato di tabe umanistica e aédac_lemica, questa. scuola media poteva riuscire, per la creazione di nuovi ceti tecnici, preziosissimi; occorreva_ anche qui aiut,are questa scuola ad acquistare ed ~ e,ousen•are una pr-opria fìsionimi:11 occorre\·a favorirla cbu liberalità ed amore, accreditarla presso 1'opinione pubblica, anicchir~ la 'cli mezzi e Q.i uominL La riform~ Gentile, facendo sparire la sezione fisico-matematica degli istituti tecnici, ha schiantato dalle sue uon tenacissime radici la pianta ·nove.Ha di questa •&..;uolamoàen1a; il fascismo nella sua inettitudine a capjre uap.to è moderno, scientifico,, ind~striale, «capitalistico», ha faitto piaz.z.à pulita ·a,1quella che dove,·a essere nell'av- ,·e.nire la scuola specifica dei ~pitarii d'indu$tria e dei teqllci di stile,· e-vi ba pos~o inveC'e u·n doppione de1 liceo classico, a cui per irouia, ha posto il nome cti scientifico, « lucns a non /ucendo ». A.nche per questa ragione, noi che' siamo i sol.i Yerì -a1nici del capitalismo e dell'alto tecnicismo, ci dichiariamo ru1cora tma volta della rifor,rna Gentile decis1 nemici, augurandoci che venga ridotta, nel più breve tempo possibile, con l'aiuto òel terzo, del quarto e-clel quinto' stato, ad un 1;cordo e ad un cap.itolo di storia della scuola italiana. AUG...USTO l\fONTii. I •

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