La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 25 - 4 settembre 1923

102 za politica paesana, temendo che lo si guidi a ·caso, si affidi 1naga1i al conservatorismo, ma tutto di un pezzo, del silenzioso Sonnino e anche del loquace Sala.nclra. Colpa del paese? Vedremo meglio dopo. Possiamo dar nota al B. , L'inesorabilità discreta con cui pose sempre in s0rdina, non pure le fanfare ideologiche, ma ogni consonante mozione degli 'affetti, non appare, solo hupotenza patetica ed incoltura, ma volontà, che intuito della vacuità di tanti schemi alimenta, e nativa distinzione sorregge... Egli non ha mai citato Dante, nè fatto clamore nella vita privata, nè sparso lacrime in parlamento; ha escluso, comunque tentante fosse P occasione, •dal suo giuoco politico ogni intromissione tribunizia ... La serietà, il persona le distacco, il disgusto dell'estedorità è l'altro dato psicologico iniziale che conferisce un senso di secondo grado al conclamato cinico opportunismo ... Un· uomo serio non è mai cinico: l'eticità dell'azione è tutta qui... La politica 11011 è pedagogia, nè apostolato, non implica fede ( ?) in tutto quello che si dice, nè in tutto quello che si fa. Fra Rabagas e Mazzini c'è posto per un altro tipo umano. Il problema etico della politica, e delli' pratica in genere, è di manipolare il fango senza sporcarsi le mani, di saper mentire se. occorre - ma è sempre un mentire pei gonzi - conservando il gusto del vero; éti dominare, insomma, la realtà senza sp.re- ·giarla. Anche Sonnino è serio, ma. non è furbo ( !) ; ancbe Nitti è furbo, ma non sembra, per ora, sia serio ( !) , (pagg. 63-64). Non vale compiacersi di questa esteriorità anti-rettorica ohe, per es., accomuna uomini cosl diversi come Sonnino e Giolitti; è evidente che per un giudizio sereno, ed è l'ora di pronunziarlo, occorre rifarsi alla considerazione delle nostre condizioni politiche e di quel che uno spirito de- • mi urgico vi è chiamato a fa.re. • Evidenti le considerazioni su « Cesare, Alessandro, Napoleone, più che veri statisti, eroi puri, ~ti dell'azione, creatori di epopea» (pag. 67) .. Ma è il paragone cli ~vour che Giolitti deve temere, e sul quale mi pare che il B. giri con abilità. « Forse Cavour e Bism.ar.ck furono realmente più affini alla materia più drammatica che si trovaron fra mani , (tbi). Non basta. Giol-itti è un Cavou,r cacciato dal 1nfriiste1·0 a'ila. -vigi'lia di Plontbières. Egli non domina laj na.1Jone in gue;- ra, come, vedremo, non l'ha effettivamente dominata nemmeno in pace. La nazione, non soltanto quella d'annunziana, sente il bisogno di affidarsi alla muta silenziosa fede di Sonnino, guidi ·c1ove v,iole, perchè è fede, o si dice. Bisogno di schiettezza, di meno furberie. Cosa sana, se pur ingeµua. E' Yano rimpiangere la sollevazione di piaz. za contro il parlamento - inde m,a.li prima l.abies - Yano constatare çhe « la retorica italica ne approfittava per cnicifiggere il proprio anticristo» (pag. 70). Per un uomo come il B., cosl pieno di realismo, di hegeliana e crociana adorazione del fatto. Ed è vano sopravalutare il riapparire di Giolitti sulla scena dopo la guerra. Atteggiamenti felici; ma nemmeno questa volta ha dominato il momento. Ancora una volta 1a realtà gli è sfuggita. Kon ci ha gnidato fuor delle stragi, delle reazioni e contro reazioni. Non era da lui. Buono per dominare piccoli uomini, n9n già partiti, per emergere sul caos, non già per esprimere correnti che vogliono organizzarsi: Perciò facilme:ite il veto di don Sturzo lo sorprese. Forza nuova, cavouriana, che egli ignorava. Kon parliamo della sua incubazione del f'!5cismo. Il quale, dissero gli spiriti più ardentemente anti-fascisti nel novembre scorso, è beu preferibile al subdolo giolittismo. -M~glio venti anni di reazione, magari di picchetti armati! Perchè insomma bisogna riferirsi una buona volta appunto al concetto di stato, al vantaggio de1lo stato, governo e nazione, al criterio « della conservazione dell'essenziale, lo stato e l'unità ,. Uno stato è organicamente formato, vale appena la pena di rkordar1o, se in esso la sicurezza pubb-lica ha per base e per garenzia. il funziona.- mento regolare delle istituzioni della vita nazionale, a cominciare da quelle elementari, 1'amministrazione del comune, della città, della provincia. In esso la delimitazione dei poteri del principe, dei soggetti, del governo centrale, delle amministrazioni locali è prodotto dalla pratica, in virtù di esperienze prolungatesi nei tempi. Ciò nella concezione degli storici prnssiani. La solidità delle nazioni per cui non sono costrette a passare convulsivamente da una scossa all'altra, da un orientamento all'altro, per cui possono respingere le invasioni, o, invase, serbare l'u.nità è data più che dalla fortuna del principe, dalla -abilità del governo, e dalla bravura dei capi militari, da questa organicità dello stato, che è adesione de11e masse, ordine, organi1~zazione, partecipazione di quelle ai problemi dello stato, passione d'inclipendenza e di libertà, gioia delle singole esplicazioni individuali, onde ogni cittadino •:ede .nel •pericolo dello stato il pericolo proprio e, nel momento del pericolo comune, risponde all'appello del principe. Si rifletta un po' alla caduta del Regno di Napoli, improvvisa ècl insospettata, malgrado il valore dei baroni e l'accortezza dei Re e dei loro consiglieri, ancora una volta lumeggiata in questi giorni da B. Croce. Insomma mirare al basso, più che all 'a1to, al popolo e alla ·sua vita ben più che alle forme del potere centrale; dar pace tranquillità sicurez.. za del presente e del futuro;' organizza.re, stabilinare la vita al basso, dimodo che questa funzioni il pjù normalmene possibile anche quando LA RIVOLUZIONE LIBERALE il governo meno la..sorvegli, preoccupato da pr0blemi diversi, o scisso, com'è più -frequente, indebolito da fazioni. Non s'intende il crociano suscitare energie, secondo la citata « giobertlana e treitschkiana massima che i popoli si rinnovano dal basson, senza incanalare queste, unirle, affiancarle, senza pretendere di confonderle, inserirle nella vita dello stato, non stroncarle nè svilirle; e insomma suscitare energie vorrà semp.re dire inquadJ·are forze, non contemplarle lanciate in esaltazioni di schiavi fuggiti al rema, per poi, in attesa di nuovi scoppi e turbolenze, deprimerle e raumiliarle. Tutto ciò tanto più necessario in Italia, per ragioni già dette, lapa.lissiane. Non dunque dominare ,uomini, ma costringerli in forme organizzate; 11011 personale attiVità, pure mnmirevole, nel fronteggiare in: dividui, ma provvedere al futuro, creare, o al111enoaiutare, condizioni per cui i singoli non possano se non agire attraverso forme organiche, e temprarsi e dirozzarsi e acquistar senso di responsabilità e statizzarsi; sicchè l'anarchia individuale diventi passione e ardore di classi, di pa1titi, i quali non possono, come gl 'indh,;- dui, sorprendere con bruschi mutamenti, ma devono, anche se ostili, seguire il lento e chiaro sviluppo della loro logica int.eriore 1 Ora, con tutta Ia buona volontà, non mi pare che questo abbia -fatto Giolitti, che abbia mirato al futuro P,iÌI che al presente. Siamo stanchi di imprevisti, da trent'anni, di confusionismi, di bloccltismi, di soluzioni prospettate e non accettate, di provvedimenti approssilnativi, di giochi di prestigio, .di mirare a destra per giungere a sinistra e non sapere mai dove si va, di maggioranze instabili, di ministeri di procura o cli ministeri tollerati ; di sollevazioni e capovolgimenti. Questa anarchia è chiaro che Giolitti la frouteggia con le risorse cli un'abilità consumata, attirandone, ~arezzandoDe, spegnendone gli esponenti, con fatica improba., senz'aver forSe il tempo di pensare al futnro più· che all'oggi; e dunque promovendola ed accrescendola. Per convincersi che egli non ha una visione organica, che non sa do\·e andare, si pensi un po' alla sua politica agraria e verso il mezzogiorno, che ha obbedito ora al politic:antismo ora alla b1u·oc:raziae ha scontentato tutti, ·alla legge 1905, da cui estùò quanto di meglio si era preparato. Nessun tentativo cli assidere stabilmente la vita commerciale su basi cui non raggiungesse l'intrigo politico; nemmeno seria sorveglianza della finanza dei comuni e delle province, compito non ispregevole. Pm·e da noi non esistono u0mini contro lo stato e nemmeno contro il governo, se non ne11a rettorica patriottarda; e fin nel '19, 1 21 le amministrazioni socialiste filavano il più perfetto acconlo col Commissario di P. S. e col Capitano dei RR. CC.; e il rninisterialismb'> è piaga dei volghi borghesi e proletari, come il cesarismo <lei .capi rivoluzionari. Insolll.llta sbandamento politico nell'alto e nel basso, e politica. elettorale, molta devozione all'uomo e poca allo stato. Abilità, non saggezza; i1 parlamento aperto a Barberis, per far ridere, non a Giretti; cose arcinote. Svalutazione e Marx in soffitta, non franco riconoscimento, nè collaborazione· in base a programmi, 11è interclassismo serio: dopo l'alleanza con Tittoni, la chiamata cli Bissolati al potere, inaspettata, impreparata, bagliore accecante agli occhi della massa, che non comprese e non permise. Tutto sommato politica di ·spegnimento più che di suscitruneuto di capacità politiche, dj diffidenza scettica più che di sano incoraggiamento; debolezza, più che fiducia in sè e negli altri, più che forza; composizione di risultanti, più che guida. Specchlo della nazione, non migliore di essa. E anche, bisogna ammettere, momenti innegabilmente felici,. Lascia lo stato la nazione più anarchici di prima. Qualità cli second'ordine. Illiberalismo, in fondo. Se l'ufficio ciel politico è, secondo il Pareto, solo di seguire, non a questo modo seguì Cavour. Nessuno, che io sappia, ha tentato il paragone sul serio. Se \Togliamo trovare un simbolo di anti-d 1annu11zianesimo 1 gridiamo pure Cavour, creatore e realizzatore. Potrei aver finito: le susseguenti pagine sulla monarchia chiarificano, non aggiw1gono. Se lo stato è più debole alla base che in cima della piramide, non si comprende percbè anche il B. si )asci prendere dal miraggio di ricoufennare e rafforzare ciò che è meno debole. Critica del parlamentarism.o, che non persuade: ci sono sempre otti1ne ragioni per mutare, prima ancora che gli esperimenti abbiano potuto compirsi e se ne possono vedere gli effetti: ottima maniera per distrarre dall'esame cli problemi più seri : il paese non domanda di meglio che cli gingi11arsi, di menare i1 can per l'aia. Difesa della. monarchia: « la stessa funzione, co·esiva, poi direttiva e tutoria che ebbe in tutta l'Europa, 11ella for- • m.azione degli stati nazionali , (pag. 124); generale indifferenza verso di essa; la trincea dello statuto, ma nemmeno H B. vuol ton1arc a Carlo Alberto; accettazione deJ fascismo: « 1a monarchia. è come se abbia detto: evitiamo giocl1i di forza, lasciamolo tentare: ciò sotto l'aspetto convincente, che è poi quello politico, e a parte apprezzamenti sulla procedura, appare, nella sua semplicità, felice , (pag. 146), che I: troppo poco per l'affermazione della volontà dinastica, e sa, al soJito, di espediente, non cli direttiva; insomma il pericolo c'è, per la monarchia, e più che nella traclizionc di sinistra, in quella • di destra, poichè borghesia e plutocrazia vogliono uscir di tutela, governare da sè. Perciò il nazional-fascismo, non il socialismo, è pericoloso per la monarchia , (pag. 128). E allora? il B. discute se il dominio effettivo, se il governo, nella precarietà ministeriale, sia esercitato dalla plutocrazia o non piuttosto dalla burocrazia e nota che « altro è indebolire una funzione, altro il surrogarla, e renderla superflua J) (pag. 104) ; ma appnnto il recente moto, a sua detta, è sfacdata1nente platocratico, e noi aggiungiamo burocratico-militarista, e rivela senza infingimenti un vero o<lio cli classe. E allora? Allora resta la parentesi, fatta con garbo, ma sempre parentesi; e anche gli auguri, com.mozione di fedeltà piemontese, , che la monarchia prosegua nella sua funzione politica tutorja • che quando quella sia davvero esaurita, trapassi alh perm.an.ente funzione giuridica, in una serena e splendida sovranità all'inglese, (pag. 130). ,Sia, come è semine stata, nazionale e non nazionalista ... Niente conati alla Guglielmo, niente monarclua imperiale, secondo gli schemi di galvanizzazione monarchica di' certo nazionalis1110 di ante guerra.-. Nè nuocerà la usuale neutralità e passività apparente, di fronte alla lotta politica spicciola delle tendenze sociali, affinchè, primo, J~ loro grezza forza non la offenda; secondo, l'opinione, abusata, se ne stanchi ... Continuare a far da calmiere del parlamentarismo, clifficoltato a dare un governo stabile: non lascia.r distruggere la organizzazione operaia che è, oltrechè una conqtùsta civile, una parte dtale dello stato, é riserva politica di forze in maturazione, bilanciatrice di quelle opposte influenze, che abbiamo deprecato, (pagg. 132-33). Che sarebbe S. Luigi a rendere giustizia ai poveri, a difendere- gli umili, contro le prepotenze dei baroni. Ad ogni modo, ripetiamo la vecchia formll1a: « con la monarchia, fiuchè è possibile ». Costituisca magari l'impero, ma. aiuti, per quel che può, a gnardare al fondo ,a battere contro quelli che sono comuni pericoli dello stato e di essa, a svdtire l'organismo statale, a lasciar svolgere le funzioni peri-fe1;che, a discentrare; miri all'Inghilterra, più che alla Prussia. Ma la.sdamo al B. la parentesi, i se, i ma, e fate piano, non rompete i vetri, siate seri, crisi istituzionale e sal;ate la libertà, il par1amento -fa~cia le leggi ma i ministeri sien liberi di" llO!l rispettarle, e le faccia dietro gli ordini del potere esecutivo, in pratica della burocrazia e delh plutocrazia; investitura popolare insostituibile, selezionata, esprima cioè quel tanto che le si vuol fare esprimere; riforma delia Camera, cioè contraffazione della volontà nazionale, la qu?-le, se è cieca, sia tenuta a11'oscuro; e « non tl".ascurare alcuna forza, 1'operaia specialmente, già troppo colpita, con mentalità da caporali ... :Ministro, non _gente col frustino. Non tira.ll11e1li, non superuomini da piazza, non aver per dio D'Annunzio e per insegna i1 futurismo, (pa• gin.a 154). Scrupoli di rettitttdine, di compostezza. piemontese, giolittiana magari. Non ha detto ae:utan1ente il B.: « la disuosizion d'animo del partito verso lo stato è nn -po' sempre: fiat veritas (o iustitia., o libertas) et pereat Stato » (pag.- 191)? La realtà è molto più dolce, niente tragica, all'ita~iana, ancora nella linea morbida, giolittiaua :abbraccian1ènto di tutto, pa.ititi, religione, s-indacalisnìo, monarchia; u1ùformità, quiete: delle varie soluzioni che affacciava il fascismo, ha scelto la migliore, que11a paternalistica. Non è anche questa, nel fondo, nella linea di Giolitti? Per chiudere, il B. esorta tutti' a partecipare a questo moto, ad aitttare a scegliere fior da fiore. Non aççetta ! 'atteggi.amento del Salvato- • re1li, del Sa.pegno: a c'è un modo di restare noi che è piccino, tetro, gretto, mi'soneistico, senza luce nè calore, senza attrattiva forza cli simpatia: e ce n'è un 'altro, glorioso, che è di andare verso la vita grezza, pronti a riconoscere dovunque il buono, e senza gelo a salutare, ad aiutar l'umano. Se del buon c'è, sarà salvato" (pagg. 161162). Se il B. non avesse teorizzato così bene, com.e ha fatto, il valore delle opposizioni, ci sarebbe eia parlargliene a htngo. Ma egli ba pronta la sua giustificazione hegeliana: « Lo spirito demiurgico riconosce l'intransigenza .come un elemento della lotta politica, ma qttasi fatto bruto, perchè non tutti sono de1n.iurgi , (pagina 164). Percbè fatto bruto? Il demiurgico è più o meno nell'uno e nell'altro. Valutare l'efficacia demiurgica cli certe opposizioni, co111e _quella ben poco cl'emiurgica. di certi artefici, è sempre opera di <'omprensione storica, di orien. tan1ento, che generano, e ne son.o generati, la pratica politica. TOMMASO FIORE. PIERO 60BETTI - Editore TORINO - Uia XX Sellembre, 6□ PACCO ARTE Per Lire 25 invece di 32 Spediremo a chi ne faril richiesta : Felice Casorati Pit./.ore, 50 riproduduzioni eon testo critico di Piero Gobetti, edizione di . . L. 20 Enrico Pea : Rosa di Sion, dramma L. 4 Cesare Loclovici: L'IdZ:Ota, commedia L. 4 . Tommaso Fiore : Eroe svegliato asceta perfetto . L. ', Spedire vaglia di L. 25 all'editore. Chi 1,'1:'-olela spRdizione raccomandata aggiimga L. I. LIBRERIAANTIQUARIA Per aiutare l'acquisto e la vendita di libri ittcominciamo questo nuovo servizio ai nostri· lettori. OPERE IN VENDITA Si annunciano solo i libri c]le d saranno mandati in deposito con i francobolli necessari pe,: spedirli ali 'eventuale acquirente o rispedirli al proprietario se nessuno li richiederà dopo il lòecondo annuncio. Eccezionalmente, trattandosi di opere molto voluminose acconsentiremo ad annunziarle anche se il proprietario le- terrà presso di sè a nostra disposizione, mandandoci perà sotto la sua responsabilità, tutte le- indicazionì riguax<lanti lo stato di conservazione e 2 lire per l'annunzio. Il venditore indica, m.andanda, il libro, il prezzo minimo desiderato che noi pubblicheremo aumentato della percentuale a noi spettante per le spese. Il libro si spedisce al primo che ne fa richiesta con cartolina vaglia o altra forma di pagamento. Sa;à opportuno che l'acquirente indichi altre opere, tra quelle annuncjate che egli accetterebbe se la prima desiderata fosse già veuduta. I libri viaggiano a· rischio del commite1tte che dovrà aggiungere L. 0,50 .se desidera la spedizione raccomanrlata. G. Fortunato: Questione meridionale e 1'ijorm.a tributaria . (quasi nuovo) L. 5 . . per L. 4 - C. Curcio: Le origini dell'idea liberale in Italia (nuovo) L. 4 . per L. 3 - L. Sturzo : Riforma statale e indirizzi politici (quasi nuovo) L. 12 ))et L. 8 - C. Bonavia: I Serui (nuovo) L. 5 per. L. 2 - M. Serao: Preghiere, L. 7,50 per L. 2,50 G. De Montemayor: Storia del diritto naturale . L. 6Tocqueville: L'antico regime e la rivoluzione (nuovo) . L- 5 - O. Nigro: Jus ptinuie noctis, poema tr;gico; L. 7,75 . per L. ,. - G. Dainelli: Passeggia.te geografiche (mtovo) L. 16,50 . per L. 10 - Ghino Celalfa: Educa te stesso (nuovo) L. 12 . per L. 6 - Sedici opere di Dcgas, a: La Voce» (nuo- ~. L. 5u. Ricci: La. politica economica del Ministero Nitti (nuovo) L. r,50 . _per L. I - G. Borgatta: Che cos'è e cosa, costa il protezionismo in Italia . L. r - Settimelli: l\lfarinetti, L. 4 Alm~nacco Italiano Bemporad L. 5,80 . .per L. 1922 . per L. Al?nanacco d.eliai Donna Italiana, L. 4,50 22per L. 2Alfredo Panzini : IL Mondo è rotondo, L. 7 per. L. 5F. T. Marinetti: Gli Indomabili, L. 6 per L. 4G. Verga: E·va (Bemporad) L. 7 per L. 5G. Prezzolini : Vittorio Veneto, L. 3 per L. 2-- H. Ewers : Il Raccapriccio (novella. - nuovo) L. 6 - . per L. -4R. Bracco: Tra /.e A -rli e gli artisti, L. 8 . per L. 5 - F. A. Peni: La rapsodia d·i L. 2 G. Zucca: Italia chiamò Caporetto, .. per L L. Perondino: O donne tutte, L. 3,50 per I -- l - L. 2F. Cosentini: "J,Vilson, L. 2,50 . per L. 1150 W. E. Dowding: The tari{! refonn mirage (p. 350 - quasi nuovo) L'. 5 - Nelson Morpu rgo : Il fuoco delle pira.- midi (nnovo) L. 5 . . per L. r,50 F. Ca.ngiullo : Poesia pentagrammata (nuovo) L. 5 . per L. 1,50 F. Cangiullo: Caffè concerto (nuovo) L. 4 . per L. 1,50 Aimanacco Repubblicano 1922, L. 6 per L. 3 - OPERE DESIDERATE. La tassa cli ù1serziot1e (1 annuncio) per ogni opera desiderata è cli L. I. Le richieste, per nostra norma, devono essere accompagnate dal1'iudicazione del prezro massimo che l'acquirente è disposto a pagare: le offerte (incl.irizzate sempre a noi) dall'indicazione del prezzo di vendita. Tanto le offerte quanto le r1cbieste sono nei noshi riguari impegnc1.tive per chi le fa. La Voce, 1909-1916, annate complete o anche numeri sdolti. Leonardo, numeri, sciolti. G. Salvemini: Magnati e popolani. lnch-i,esta agraria: Opere di Stefano Jacini. " b'EC!ODEbbfl 5Tfl(I)P.A ,, il ben noto ufficio cli ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede ESCLUSIVMAENTE in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete cpu.scoli esplicativi e tariffe con se-mplice biglietto eia visita.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==