La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 25 - 4 settembre 1923

b 104 POSTILLE Collab □ r!lzione Ira le crassi Il fascismo?... Dannunzianesimo in edizione Sonzogno. Ne<:essaria è la lotta di classe non nel senso che alla pace si debba preferir la guerra di classe ma proprio perchè non si può in alcun mod~ concepire che cosa potrebbe essere, in questo campo, la pace. Tanto grande è la diversità che si scava ogni giorno fra le classi cosi dette intellettuali e il proletariato, tanto la vita presso la macchina o sulla terra è sen~ alcuna misura comune con quella che dalla mente riceve il proprio alimento diretto, che nella Pace questa diversità diverrebbe di sempre1 inconciliabile. Tanto primordiale e nuova è la situazione, che Ilei rapporti fra le classi e le categorie non si può concepire oggi altra forma di convivenza di comunicazione di garanzia per l'amore fra individui di classi opposte, che la guerra. E tanta e tanta strada si dovrà percorrere prima che le fasi della lotta ripetendosi uniformemente e inutilmente, sorga UJ:! Diritto. Per questo ha un significato così subdolo, corruttore, anarchico e reazionario insieme, in que- ~to campo, il pacifismo! ... M. A. Per Santa Caterina , A leggere un recente articolo di Don Ernesto Buon.aiuti - e Studi Cateriniani » - vengon le traveggole; benchè non ci sia scritto nulla· di nuovo o d)inatteso) anzi proprio percÌiè ci si rivela appieno e all'estremo l1animo del suo au• tore. Alla prima scorsa si resta muti e col fiato in gola come davanti a un e numero » di trascendente acrobazia, quando non si vede l'ora che scendano di su gli ~Ii trampoli e trapezi, che smettano di fidarsi al filo lucente, teso vicino al soffitto; il giuoco delle sue tendenze opposte è protratto fino all'inverosimile e all'innaturale) esasperato dalla ridondanza dei vocaboli; e il salto mortale che lo riporta a bomba e cioè al suo posto fa dubitare che ne restino per un pezzo scossi i suoi nervi. Va a finire che si stimano tutti e due i suoi modi - la smania critica e il -ferYore religioso - un pochi no presi a prestito, e adulterati dalla prolungata vicinanza; tanto che vi sono s1nussati e disossati, e il loro dissidio si pacifica nella frase, sempre uguale e fredda a forza d'imposto calore oratorio. Un tentativo di spiegazione mi par q~esto: che Buonaiuti credie nella forza - direi nella volubilità - convincente della parola. E' l'istinto del predicatore, che un poco si fida di magnetismo. La cattedra alla Sapienza gli pare uno strumento di potere non effimero, e nell'at• tenzione della scolaresca, in gran pa;.,...., femminile) vuol sentire e suscitare una corrispondenza di anime, vuol promuovere qua.si una forma be. nefica, morale dell1intelletto, una missione. Si direbbe che non s'accontenti della solitudine e che proprio per sè, per la v-;ta del suo s-pirito, abbia bisogno del consenso dei fedeli congregati, onde, secondo lui, si attua la religione. La parola gli doventa un arnese quasi magico, che contiene profonde Yirtù rivolgitrici e risanatrici; è ponte di salvezza sopra gli abissi, talismano che dalle estreme Jontananie procellose fa tornare in un baleno alla riva; ma è anche una spesa minima, una ricchezza da profondere, una moneta buona per tutti i paesi; siccbt: si posson visitare i campi avversi, esporre le opinioni nemiche e quasi adeguarvisi e far]e proprie, quando una mutazione di tono (ormru appena percettibile) basta, secondo la sua imaginazione, a dimostrare che era una finta e una mossa di combattimento. Confortare, con parole di rispetto e d'elogio, gli altrui dubbi su l'autenticità delle lettere della Santa è come ammettere l'ipotesi che Dante non sia mai esistito. !..'altroEmilio Quando d'ora in avanti si nominerà Em.ilio non s'intenderà più quello di Rousseau, ma questo di Umberto Fracchia (r) : il dolce compagno che non abbiamo avuto, il superstite della gu~rra che ha pur bisogno di morire, non s't accontentato del1a vita, non sa più scemere i motivi, e de.-e ripetere, nel tempo della non raggiunta pace, la funzione, la finzione del comando che porta al suicidio. Emilio non è solo: affermiamo che quanti siamo usciti dalla guerra ci sarc-mmo cf!Òrti con lui. :Son s'è fatto perchè si era passati oltre quel punto di gioventù dove non ci souo ink.-ressi, n~ meno ideali e si J:)1"'olungl'ain. fanzia nell'impossibilità di scorgere le proporzioni, ttomini ne.i baci e bambini nel sogno. E' un rimorso: fin quando non l'avremo sotterrato e rinnegato, fatti 1 come si dice, adulti, presa, conic si dice, la vita sul serio. Chi si salverà? chi, fra dieci, fra venti anni potrà dirsi fratello d'E-m.ilio, ribe\·erà la sua pure--a..ae lo accompag-nerà il suo lieve incanto, il suo passo senza rt.tmore, l::t vita senr.a contrasti, la !avola che non è breve, pc-rchè non prevc-de il futuro e sommerge il t:c-mpo e ha in ciascun attimo il compimento tanto che i1 sacrificio non si oppone al1a gioia, illuminato dalla sola luce della gioventù intatta e fissa quando, invece d'offuscarsi un po' per volta., è spenta ad un tratto. LA RIVOLUZIONE LIBERALE Ma di certo non sono eredi d'Emilio i fascisti : i pochi che gli erano compagni di quell'ora son tralignati appena non corso più rischio e alla notturna spedizione dei votati alla morte han sostitu1to le devastazioni trionfali. Emilio non poteva vivere, e doventare seniòre; e deputato al futuro ·Parlamento. Quelli che salgono non sono degni di lui; quelli che si vantano delle loro prndezze bestemmiano il suo nome. Un suo vero compagno io lo conosco: era 1111 tenente di cavalleria che, in guerra, si rifiutava cli portare i nastrini delle sue medaglie, finchè non l'obbligò il suo colonnello; e mori passeggiando, per una bomba d'aeroplano. U. M. di L. (r) U. Fracchia: Angela . • Mondadori Milano 1923. - E' un romanzo assai notevole.' ' PERL~ 5T0RIJ:D1ELC05TijME Dal paradiso terrestre ... Il ueo-misticismo propugnato da Manacorda e dai suoi seguaci non è un movimento originale il quale trovi la ragione del suo essere nel· le presenti condizioni del nostro Paese, ma è essenzialmente un ritorno al passato, un feno~ meno anti-storico ed uno spatriamento; perchè ha trovato la sua origine un po' ·dappertutto ed i suoi precursori nelle più diverse epoche. In Italia, recentemente, esso ha trovato il suo precedente storico nell'idillismo pascoliano e in ceiti atteggiamenti pseudo-mistici dell' :ultimo D'Annunzio. E' chiaro che un movimento il quale sia privo di addentellati storici e nazionali, non può es sere che un vagolainento astratto di poeti e di sentimentali (e tali la maggior parte sono coloro che compongonc;, il gruppo neo-mistico facente capo al Giornale di Poesia-) : una posa dilettantesca è letteraria. • • Conferma la no:;tra osservazione il fatto che tutti i neo-mistici hanno creduto d'arrivare alla fede mediante un'iniziazione estetica; e nessuno, che si sappia, ha ancora creduto doveroso integrare codesta fede con un atto d'adesione piena ai dogmi della Chiesa; o, che è ancor meglio, col conformare le azioni delle lor vite « risorte :o ai nuovi veri. Evidentemente chieder ciò sarebbe chieder troppo; poichè si tratterebbe d'obbligarli ad andar oltre la posizione che si sono volontariamente scelta, facendo intervenire la logica - e Petica - dove sovrana domina la fantasia lirica. Per dirla viC"hianamentela posizione del neo+ misticismo è il ritorno all'età infantile clell \1manità , quando tutto era canto e bella era la vita senza pianto ». Ciò spiega come spesso tor ni alla mente 1'innocenza del fanciullino pascoliano; al modo stessi che diventano chiare cert~ sanfrancescanerie, legittimi certi riferimenti, inevitabili certi sbocchi. E' il mondo al disotto (il l\1anacorda s'ostina ad affermare il contrario, ma sbaglia) della moralità e della logica quello che affi.Oraai sentimentalismi dei nuovi mistici; ed è inevitabile quindi che s'adagi nell'idillico sogno d1u,n primitivo comunismo, poichè non ad altro può guidare l1infantilismo : vero, o senile che sia. L'anarchismo puro, cioè astratto (e perchè non pratico in un esaltatore dell'esperienza?) del Manacor{la, trova pertanto in esso la sua giusti• ficazione, o la troverebbe ancor più se venisse allargato sino al limite massimo di cui è sttscettibile :vale a dire, alla socializzazione delle donne e dei corpi, come ha propugnato qu.el bel tipo d'anarchico che fu il dott. Rossi fondatore al Paranà nel Brasile della colonia comunista sperimentale Cecilia. Il Manacorda si ferma invece davanti a queste con.seguenze estreme, ma logiche; per soltanto riconoscere nella famiglia il portato d'un atto satanico; lasciand'o con ciò intravvedere la sua medievalistica mentalità, spingendosi sino a riechi'eggiare· la vecchia paura del peccato origi• na!e. E1 evidente che anche solo con ciò lo posizione dei neo.mistici cambia : poichè non è. più attività lirica - amorale ed alogica - que. sta che inverte gli istituti sociali della famiglia, dello Stato e della patria, per disiutegrarLi e distruggerli; ma attività politica che è al disopra di questa lirica, perchè ba in più l'esigenza della moralità e del la logica, che sono poi la stessa cosa. Questa è la contraddizione del Manacorda e cli qualcuno degli amici suoi : dire di volersi affi• dare solo al sentimento ed al cuore nel loro desiderio d'espansione e d'amore; e servirsi tuttavia del pensiero, che si sa esercitare, per sua natura, funzioni delimitanti: come se si pote.<;- se nell'istesso tempo amare il serpente teutatore e l'innocenza tentata., il paradiso terrestre e l'anno 1923. Occorre scegliere. Non è in nostro potere il rimaner sempre ragaz.'l-i,come non è:, affatto vero che il fanciullino di cui parla il Pascoli rima11ga sempn:: lo stesso mentre noi invecchiamo. La pretesa di ne.gare i1 tempo è insomma la pretesa non confessata dei nuovi m.istici; in fondo in fondo di nient'altro deside;rosi che <li creare una nuova frateria di coute1nplatoii 1 nonostante l'ostentato disdegno della pigrizia e l'affermato amore dell'esperie117.a e della vita. Non si ritorna cos-ì a Copernico, come dice il Manacorda, ma a Tolomeo; dato che, secondo i nuovi mfatici, il mondo dO\.Tebb'essere un va. sto giardino schiuso dinanzi agli occhi dei redi vivi A beli: i qtrnli, dopo la negazione del tempo vorrebbero giungere in tal modo ali.a nega.ione dello spazio, per arrivare alla beatitudine nirvanica ed alla pace. La pace!, ecco il grande sogno di questi uo- ;1illni stanchi d·esiderosi d'innalzare il loro contingeute stato d'animo alla dignità d'una. fede e di un'idea: quauto. in ciò moderni, e quanto in ciò uguali a molti altri più cli loro fortunati! Anche il neo-misticismo, in fond0, e sotto certi riguardi, è un postumo di guerra. La mentalità noe-mistica si rivela d'altra parte lontana dal Cristianesimo, perchè non. basta d_ire come fa il Manacorda « noi amiamo l'espenenz.a », ma occorre invece affennare « noi voglianio amare l'esperienza »; senonchè è proprio que~t'elemento volitivo quello che impronta, dà ordine, logica e durata, carattere e redenzione; alle disordinate sensazioni ed agli oscuri istinti della nostra anima, col trasformarli in idee. Ogni attività è redentrice, e la sola volontà t.':: il bç:1c. Cristo non amò soltanto gli uomini, ma volle anche lui esser uomo1 per redimerli. L'avvenimento del Golgota è la chiave di volta di tutta la storia, senm della quale è impossibile capire la vita; e, ciò che è più importante, viverla; poichè tale avvenimento e la croce che l'esprime non sono che l'origine e il simbolo di quanto deve avvenire in noi noµ appena dal buio degl'istinti e dall'indeterminato della fan-, ciullezza, il pensiero fa nascere la personalità, la durata-valore e l'io. Di consegue112a., che significato ha l'affermazione del Manacorda « noi crediamo in Di<:> » quando non s>indica qual'è il Dio in cui si ere. de? Dire cli credere o di uon cred;ere non è la stessa cosa di fronte alla. vita. che è tutta fede nell'attuazione delle sue esigenze? Dopo Kant il solo modo di. credere è quello che consiste nell'agire per scoprire, attuare nella vita, mediante il corpo e tutto ciò che con lui sta ID rapporto, la verità e il bene. ... A manhatta (1) Il futurismo ha inteso portare nell'arte contemporanea <lue arricchimenti e due rivoluzioni : una, formale, consistente nelle parole in libertà, nel teatro sintetico, nel dina.n1.ismo plastico e nel1a musica senza quadratura; e l 'aJtra contenutistièa consistente nell'esaltazione dell' epoca moderna traverso le n1acchine e 1 'industrialismo, perchè ritenuta caipa<'e- cli fornire agli ar. tisti la materia per nuove ispirazioni e nuovi simboli. In quanto alla f~rma ha avuto i suoi precedenti storici nelle ricerche degli artisti e letterati france.si degìi ultinù anni dell '800; e in qu:111toalla sostanza ha avuto il suo precursore massimo nel Whitm.an; mentre Come stato d1a. nitno rampolla daJ d~nnnn:Z.ianesimodi sinistra: dilettartismo, esaltazione esasperata della vita. Dalla fusione di questi elementi - non escluso un zinzino di teosofismo eleme11tare - è resultata la filosofia ottimistica del futurismo che dato il suo carattere anti-tradiz.ionale, ha tr~vat,: i suoi più caldi propugnatori fra i giovanì figli de!La piccola borghesia indusrti,~le e faccendiera, amante d·egli sport e della vita aU 'aperto. Non per caso il futurismo ha il suo qtù"'lrtier generale nella capitale morale d'Italia. Dire quanto bene esso abbia fatto e quanto male è forse ancora troppo presto se non inop-- portuno: dato anche che in questi ultimissimi tem.p,i ha assunto adclirittura un carattere politico. E' stc'l.toforse, come il fascis1uo, tma raffi.ca, ed ha lasciato intatti i va.lori che ha trovati; innane.itutto perchè troppo preoccupato nell'opera di distruzione, e secondariamente perchè troppo povero cli elementi e di contenuto. Bisogna comunque, anche se la cosa può sem~ brare 1111 po' strana, riconoscere che molti pittori banno imparato a dipingere, disimparando; co1ne molti scrittori hanno imparrato a scrive.re, sillabru1do. Come 1e Jinee-forza bru1110inculcato ai pittori l'amore della fom1a-colore 11ell'integrità del suo valore; altrettanto le parole in libertà hanno insegnato ai letterati 1 'amore clella parola in sè, ecl il suo valore, nell'economia della costruzione sintattica del periodo e del verso. Q.11.alcosaquindi è restato; segno che anche u11 po' di bene il futw·ismo l1hn fatto.· Ora, solo i lcdcschi cd i rnssi _ cioè a dire: i popoli gi0va11i e barbari - prendono snl serio il vecchio 1novimc11to italiano <l'avangu.arclia, 111.entrenes• snno più pensa a comporre t..,volc cli parole i11 libertà. Ancora in politica qualcuno se ne ricorda; fon;e per dimostrare che Wildc aveva ragione quando affennava la priorità dell'arte sulla vita. In arte col ncoMclassicismo t già tornato 1 'equilibrio: ora sì comincia a scrivere e<l a dip-i1gerc passabilmente; anche se il metafisicismo più eh<::un 'attuazione ~ una contingenzo, ed un y bian\Ju ' duro ciliz.-io. Ma c'è, o si vede, tu1 serio propo-( sito di lavoro. Che questa serietà abbia affrettata ed affret~· la morte del futurismo, potrà ~tutt'al più vole , dire, che .se fu una mascherita:, o.ra il cruneval ' è finito. Sembrerà a taluni amaro quanto qui :,i dice, e che è la verità; ma non sappiamo cosa farci. Noi ci consoliamo in ciò: che- il discors-& Mussolini sulla legge elettorale sembra indicare l 'avviarnento verso la fine della sua copia pol; tica: l'imperialismo rettorico delle aquile ro.,~ mane e degli < immancabili destini » chiusi ne· pugno di ... Erminio Spalla! Conclusione; In conclusione noi diciamo che tanto il-neo misticismo che il futurismo sono espressioni cro-- puscolari dell'estetismo decadente, e del dannun- ' zianesimo; non peraltro prive d'utilità e di pos-- sibilità evolutive. Anzi noi vorremmo che dalle nostre note iJ lettore avesse colta la constatazione di esse e l'auspicio d'una nuova realtà possibile: sintesi delle qualità positive espresse dai due movimenti considerati. .;.Come il neo-misticismo guida ad un ritorno al naturalismo con mutato spiiito o più vasto sentimento d'amore; e il futurismo tende ad in. spirare nell'artista il se:nso vlvo della st0ria me. diante l'amore della moderna civiltà· noi vor~ remmo che, dalla fusione di queste du~ esigenze apparentemente antitetiche sorgesse il nuovo realismo desideroso di ricavare dall 'attuaie epoca storica nuovi veri e nuovi simboli. Se una dichiarazione di fede potesse giustificare una conclusione critica, noi diremmo che-- . tendiamo, così nell'arte che nella vita, all 'affey-. mazio,ne d'uno stil~ il quale sia l'espressione d'n-. na se.ria esigenza etico-logica. Ecco percbè movimenti apparentenumte artistici sono stati esaminati in una rivista di studf storici e politici sotto l'aspetto di movimenti interessanti il costume i e sono stati criticati e combattuti in nome della morale sempre contrada aJle deformazioni sentimenta1i che non pos-r sono non diventare in tutti i cas-i deformazioni pratiche. Sarebbe quindi desiderabile che anche il 11eo-misticismo venisse tradotto in espressionepolitica (comunismo anarchico) per ripetere lasconfitta subita dal futurismo sotto la specie del- - l 'imperial-nazionalismo corradiniano. Le nostre note non sarebbero state inutili se, sotto quest' aspetto considerandole; ne aves5ep-romossa la comprensione e affrettata 1 'evolnzione. ARMANDO CAVALLI. (1) Manhatta è il nome indiano di New.:York. PIEROBOBETTI- Editare TORINO- Uia XX Settembre, 60 PACCO POLITICA li/lime copie resfanfi.· L. Salvatorelli: Nazionalfascismo L. 7,50· G. Stolti: La Basilica.ta senza scuole . L. 6.- P. Gobetti : La filosofia politi'ca- di Vittorio Alfieri . L. 6.- P. Gobetti: I partiti e la.realtà. nella vita politica . L. 0,50 Numero di Ene1·gie Niw-ve dedicato alla scuola . . . L 2.- (Con articoli di G. Gentile, E. Codignola, A. Garbasso, M. Valgimigli, F. Severi, L. Galante, P. GQbetti). L. 17 invece di L. 22 .J(el prossimo numero: ics: Prova sperbnientale deile attitudfrii dell~Jta.• . lia fascista alla politica. estera. Si accettano abbonamenti semestrali mia Rivol1.1.zioneL.,:berale per lire IO con diritto agli arretra.ti a partire cli giugno. Ogno ami. co deve trovare un nuovo abbonato e man. darò indirizzi cli persone a ci.ii si possa.no utilmente invi3re numeri di saggio. L'abbonamento non disdetto entro dic=bre s'intende rinnovato per un anno. Ci ocwrrorw ·i nume·ri della Rivoluzione Liberale del!' anno scorso pe·r com,J>letarecol.- lezioni e per acconlenlare alcwni ami'Ci·che li desiderano. Chi rum conserva /.a collezione è pregalo di spedirceli. Chi ci manderà il n. 33 che è il pi,ì ra1·0 riceverà in dono il c,,riosi:ssi.nw op,i-scolo di D. Mobac: Epistola sermoneggiante alla s0cietà degli apo.ti. 0.G.E.B. - Corso Principe 0ddone, 34 - Torino l'iEno GonETTI - Diretlore-responsabile I

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