La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 12 - 1 maggio 1923

52 IL FASCISMO ALL'ESTE"0 I. WestmJnster Gazette (Londra, 4 Aprile). - Ed,ito-i·ia.!e: Non tocca a noi di chiedere all'on. Mussolim una descrizione _d~I~odo come giunse al potere, e s!amo felici d1_non avere il compito ingrato d1 far paragoru tra lui e i dittatori rivali- che governa.no Mosca1 esponenti ancor più ene.i:g,i~~dei principà.i ~1 _•ordine, gerarclua e d1sc1phlill;•. Ma ptllrua. di co.nsidera!'e la sua dottnna com'.'._un serio contributo dato al pensiero )'.ohtico, 1,1 :,,;a di indossare anche _noo.'a ca.mi~ia n~- 13 verremmo sapere su cne ....erreni:.• Lam_1111i,-;mc e quale sarà la nostra u::èta. A pnma vista sembrerebbe che gli espernnenh rns,- so e italiano fossero arrivati al punto da ehminarsi l'un l'altro. I.n Russia, il popolo è ordnnato e d.ilSciplinatonell_'int~ del comunismo e d-~un internazional1smo stranamente bellicoso. In Italia, lo è :neWinte~esse dell'anti-comunismo e di un naziona½smo neanche molto pacifico. Nei due cas1 v1 e ragione M credere che la massa d_ellaJ_popolazione non abbia nessun des1deno dii essere così ordinata e così disciplinata. L'on. Mussolini disprezza il suffragio universale e _il Governo parlàmentare, ma che C?-5a·offre '.n sostituzione? Offre soltanto che 1,lpaese sia gover,nato da un grnppo _di perrone che sono riuscite a concentrare, m un dato mo°:1-en: to il massimo della forza nei centn v1tah à;lla vita nazionale. Una volta al potere,_ egli dice, • t~ partito è obbligato a for:i[ficarsi e a diifenders1 contro tutti », esadamente come diicQI10i comunisti. In altre parole tanto i rnssi quanto gli italiani, anche se finissero con io stancats:il "dell'ordine, della gerarchia, della disciplina» _più ancora. che della libertà possono sperare m un cambiamento di governo soltanto ~ un . altro gruppo concentrerà negli .5:tessrupun? 11:1a forza maggiore. Non dubitiamo un •~tante che gli italiani riescano a nsolvere _11Pf°: blema presentato a loro da Mussolini. Essi ha.uno un eSJY,::rienzadelle ferme db governo maggiore degli altri popoli. Seuto1'.o, probabilmente, che in questo momento 11fascismo serve a degli scopi che sono a loro :1ti: lì, ma noi non possiamo credere che essi s1 propongano di continuare iJJUdefi.rutameutea organizzare un « colpo di Stato» qua.udo 1: altre Nazioni sono coutente con le elemom generali. Siamo sicuri che la dea_ Li~à scpn;.vviverà anche se calpestata dai fascisti e che le sue lodi saranno cantate m Ita1ia per lungo tempo dopo che l'orazione_ fune: bre pronunciata dall'Ou. Mussoliru sara stata dimenticata. Inta,nto è da notai::e che egli parla di libertà e di lih:raLiismo come se fossero sinonimi. A tale nguardo almeno egli d.imostra di P'?s.seder~u1;2-,vis.ione acutz della teoria politica; perche e stato per opera del liberalismo che si, è stabilito il diritto dell'individuo al massimo della libertà r,e:rsonale e del controllo sugli affari della com.unità. In questi giorni di usurpazione di Govemo, di tiraurui.a,da parte delle mag: gioranze e di azioni selvagge da parte d1 vioiente minoranze, è più che mai necessano far valere tale diritto. II. JJa,nchester Gua.rdian (Londra, 5 Aprile). - Editoriiale : Tanto il capo dei bolscevichi quanto quello dei fascisti hanno osato assumersi il compito di •salvare», come essi dicono i loro co:nn.aziouali, adottando quali mezzi lo spargimento di _sangue e 11 terrore suscitato da tale_ spargimento. _Ma nessuno de.i,due salvaton ha osato lasciare ai suoi connazionali la piena libertà di dire se sono contenti d,11 essere stati salvati e se •,cgEono co:ntinuare a godere i benefici~ di un tal genere di salvezza. Ognuno dei due proclama semplicemente, come un sacerdote che parla dal pulpito, che egli ha ottenuto il potere a ca1L5adel suo amore tr::iscendent.e per la Nazione, per il proletanato o per qualche altro u.ome collettivo, ~Ilo scopo di prendere nelle _suestesse m~.ni 11controllo della vita altrn1 e d1 far monre o metler'e in prigione chiunque coute.&1:ila . evenienza di tali argomenti. La poca famigliarità che ha il popolo col nome astratto in forza del quale il nuovo capo pretende d1 ~ol'ernare conferisce un aspetto superficiale di O.C:vità a questo rr>_c<l.o di agire. Ma sarebbe facile dir loro che uccidono la gente r-= affennare il dir>itto di governarlU; ne_l nome di una astrazione la quale vale ne: pm nè me.no di qualunque altra astrazi.oue. • Diritto divino dei Re•, « Personificazione: della sovranità del Diritto», • Dittatura del prcletariato •, « Ordine, gerarchia e di~ipli- :i.a », ognuna di que.ste fonnolç è facile a pronunziarsi; e ciuando non ~nn.ett.ete a !1e.%U.ll.O di ,,iudicare I.a ptna cl, morte o la prigione, ~<) impo!i:a 2j vc,st6 di,graziati ,;additi quale formula_vo1 s,tgl1ate: In ~uer.to momento, 1 nostn co;iservaton .1ngJC!>1, am.nliratori di un'antica istitu.zione ri~olta, ncn manifestano una ammirazic;1e estrema ;~r b forma d,i governo in Russia. Forse e:-:.s1fing9no, p~rcht: ~:.cmhrainvece_che non L,.\ RIVOLUZIONE LIBERALE v1 Sia limìte alla loro ammirazione per il ·nuovo gover.no d'Italia. Pochi mesi fa un oro-ano londinese della dem:agogm conservatrice pubblicò una vera litania dri, !odo e di benedizioni - che aveva qua@ le propor- -zioni d'un opuscÒJo - sulla soppl'essione, da parte di Musroliui, della 1iibertà in Italia. « Il fasci:.smo, dice Mussoli.ui, è già passato e, .se è necessario, passerà o ripasserà a.ncota tranquillamente sopra il cadavere più o meno decomposto della dea Libertà ». Come vedete, non &i parla di libertà aitaliana uè di una Nazione libera e fiera che eo-J/ ha dietro di sè, ma unii.cameute del di- ;itto mistico dell'oratore di dare ordini a.i quali _gli altri debbo.no obbedire. III. ~ (La nouvelle Revue fra.nçaise, apriJe 1923, recensione alla traduzione francese del Fascism.o di Pietro Gorgolini'). Non esiste una esposizione completa della dottrina e della storia ciel fascismo. Questo libro scrjtto da un fascista, e ora tradotto da E. Marsan., è soltanto una raccolta di artico- !~scritti nel 1920 e .nel 1921. Le idee qui no-. tate non .corrispondono p,iù, in gran parte, alle idee del fascismo attuale. Del resto è impossibile presentare ~a teoria _generale del fascismo : questa teona non eSJJSte. Il fascismo non ha contenuto filosofico, è essenzialmente empirico e prettamente italiano. Esso riproduce un fenomeno caratteristico dell'Italia nei secoli XIV-XV. Un forte sentimento nazio.uale. un idea1ismo vagamente cristro.uo e certi resiidui di blanqu.ismo e di mazziuiauismo lo sostengono quando ha bisogno di ricorrere alle argomeutazi◊:m. Ma pet solito agisce, o meglio reagisce : la condotta dei suoi avversari gli detta la sua azione. Giunto ora alla dittatura, sembra sconcertato perchè ucm trova più una opposizione che lo gui<l-i. La sua azione procede a zig-z.ag. . Le contradizioni .non spaventano affatto 11 fascismo. Se ne trovano parecchie nel libro d.el Gòrgoliui. Egli rimprovera come un delitto a Gi.olitti di aver permesso l'occupazione delle fabbriche nel settembre 1920, ma scrive poi a pag. 122: « Durante l'occupazi.oue delle fabbriche Mussolini aveva proclamato la neutralità del fascismo, riguardo alla F.I.O.M. •. Egli distingue il nazionalismo monarchico, conservatore, protezionista, sidernrgico, imperialista, dal fascismo _tendenzialmente repubblicano, libero-scambista, rurale, espansiOIÙsta; ma oggi fascismo e nazionalismo si .sono fusi! in 11nsolo partito e hanno proclamato l'identità dei loro programmi. Quale deDdue partiti ha rinunciato al suo? Secondo i giornali italiani sarebbe il fascismo che sii accontenta di offrire i metodi d'applicazione. Il Gmgolini confessa d'altra parte che, "sempre in mov,i,mento, il fascismo non ha ancor.a fermato J.e sue -conclusio.ui•· Quelle che ci presenta sono tutte p!'ese a. prestito (la soh1zio.nedel problema agrario dai po])Dlari, quella del problema adriatico dai _n'7ziouali..siti,ecc.). C'è nel fascismo una ong1nalità d~ metodo, ma manca. ogni originalità di pensiel'o politico. Il Gorgolini sforza spesse volt_ela _storia, per esempio quando presenta G10htt1 come un avversario del fascismo. I.u ver.ità il fascismo ha potuto vincere i comun1sti e avv.i•a.rsial potere grazie al_latolleranza mostra: ta da Giolitti verso la vJ.Oleuzafascista .. Egli accusa la Francia di aver provocato l'abbandono dell'isola di Sa.seno da parte dell'Italia accusa completamente falsa. La lettm-a di questo volume è iuteressa.nte per mostrare quanto il fascismo sia privo cli bas.i teoriche e si modelli sopra I.a realtà, quanto esso sia opportunista. B. CRÉMrnux. -LA SARDEGNA Le rao-ioni dell'attuale decadimento della Sardegna, ;~condo l'Omodeo (1), si possono far risa:... lire ad una unica causa: la infelice condizione in cui l'isola si trova nei riguardi dell1acqua. _Iu Sardegna ci piove pochissimo; e la scarsa pioggia è 1nai distribuita, perchè piove d1inver110 e niente d'estate; in alcuni anni si ebbero periodi di 120 giorni senza un solo mm. di pioggia, periodi di 160 giorni con soli 1111n.9, di 26o giorni co11mm. 25. Come nel Sahara! E scarsa è l 'acqua sorgiva, tranne che nelle parti più elevate dell'isola, e irregolare il regime dei fiumi. Non esistono in Sardegna corsi d'acqua perenni. Per 229 giorni 1a portata dei fiumi è praticamente nulla. Negli altri 136 è estremamente variabile dall'uno all'altro giorno, talora da un'ora all'altra. Nessuna utilizzazione è possibile, nè per scopi irrigui nè per scopi industriali. Ouesto triste stato di cose è a sua volta causa cli~altri guai. La malaria può dirsi figlia della siccità. Infatti le zone più malàriche dell'isola - e la Sardegna, si ricordi, è la regione più malarica d'Italia - sono quelie dove appunto c'è quasi un'assoluta mancanza d'acqua. Ond'è stato affermato da uno scienziato di indubbio valore, da Antonino Pais, che Ja malaria in Sardegna è:: un problema non di acque stagnanti, ma di cattiva regolazione delle acque. E con la malaria e la siccità ci spieghiamo il pcrchè della scarsa popolazione e delle arretra te condizioni dell'agricoltura. La popolazione, scarsissima nella media - 35 abitanti per Kmq., cu fronte ai ZII abitanti per Kmq. della Lombardia o ai 248 della Liguria - scende addirittura ai 22 abitanti per Kmq. nelle zone dell'isola più disgraziate, le quali, si noti bene, assomniauo all'85 % di tutta la Sardegna._ Soltanto in uua piccola parte dell'isola, dove 1 terre111sono semipermeabili, d'origine vulcanica, offrono numerose piccole sorgenti, buona c01nposizio11echimica e fisica, la popolazione sale a 93 abitanti per Kmq. Sono queste le zone cli Sassari, di Cagliari, di lssili, del Logudoro, de11'Ang1ona, ricche di oliveti, frutteti e dgneti. Durante questi ultimi anni la popolazione è andata generalmente aumentando, bench~ di poco, ma, strano a dirsi, l'aumt.nto si è verificato piìt ucllc 1...011e montuose che non nelle pianure, contrariamente a queJlo che succede clappertutto; uè la ragione peraltro ~ difficile ad escogitare quando 5i pensi appunto cJ1è la malaria domina nelle bassure, e vi manca l'acqua potabile; la piovosità viceversa aumenta con l'aumentare clell'altitudinc. D'altra pa11:e la siccità rende difficile ed aleatoria qualsiasi coltura. Pc:rdare un'idea dei rlisastri che si ,,crificano in nn anno cli siccità ha.stauo questi <lati : ).e;! 1913 e r915, anni normali, abbiamo una pro<lur.ioucrispettiva.mente di 1.125.000 e 1.200.oao O.li di "Tano e di 14.000 e 18.000 !J.li di C-.ranol~1rco; ;1cl 1;12 e 1914, an11i di granclc: siccità, trovbmo questi ,fa.ti: p<::ril grano Q.li 650.000 e 591 .ùOO, per il g1·anoturco Q.1i 6ooo e 1000. In· qnd triennio f1111(.~to gravissilne epizoozie di- ~trusscro un t.cr1.ockgJi armenti ; e la mancanza cld foraggi re...;c clolorosamenlc \·a11c le prohe (,) l'roblemi Italiani, febbraio 1923. fatiche di quegli allevatori che avevano costruito nuove stalle e aumentati i capi di bestiame. Inoltre la necessità di ricorrere esclusiva.mente alla Jnontagna per trovare i pascoli per il bestiame durante l'estate ha condotto ad una degradazione de1la medesima che, indiiesa, ha perduto il suo nrnnto arboreo e la saa cotenna erbosa, ed è minacciata da rapida morte sotto l'azione delle acque scorrenti, .non incanalate o sistemate. A rimedio di tanti n1ala.nnì l'Iug. Opiodeo propone un piano di ricostruzione semplice nelle sue linee, dirò, architettoniche 1 seppure forse meno semp1ice nella sua pratica attuazione. Egli distingue varie zone nelle isole le quali a seconda della natura geologica del terreno, sono più o meno suscettibili di trasformazioni. Nulla c'è da fare per i terreni permeabili dell'Iglesiente, così pure difficili sono i miglioramenti nei terreni permeabili. Costituscouo queste le parti pù elçvate della Sardegna, dove uniche colture possibili sono i Jl"-SCOlie il bosco. Viceversa sono suscettibili di miglioramenti le colture, g-ià assai floride, dei terreni semipermeabili del :Miocene, e cioè quelle zone già ricordate del Sassarese e del Cagliaritano, del Logudoro e dell 'Augloua. Ma dove addirittura l'Omodeo prevede una ri\·oluzione economica è nei terreni quaterllari, nella zona cioè del Campidano, dove oggi si atrnida la tnalaria, e dove invece basterà tripli• care l'acqua per ottenere il massimo rendimento agrario. Come sarà possibile ottenere questa maggior copia d'acqua? I'Om.ocleo ricorda il lago artificiale che si sta costruendo sul Tirso, immenso lago lnugo 25 Km., largo due, della superficie cli 50 Km. 1 e della capacità di 46o milioni di mc., che servirà a mantenere I durante i 7 mesi di magra, la portata naturale del Tirso. Per tal modo, scrh·e l'Omocleo il fiume che praticamente nou ~siste, si crea, e 1 crealo il fiume, si può utilizzare in tutte le forme indicate dalla tecnica e dalla ccollomia. Si producono cosi 50 milioni di Kw. per le industrie, si irrigano 30 mHa ettari di terreno, si pennette la bonifica di grandi stagni, che si sarebbero vanamente prosciugati senza l'acqn<Linigua; verso altri si disciplina l'affiusso d'acqua dolce miglioraudone la pesca; si diminuiscono se pttre non si eliminano, con opere complemcntaii, le pieue disastrose. Orbene, quanto si sta facendo per il Tirso, può farsi per altri fiumi, il Coghinas, il Flumiui :Man· uu1 il Temo, il Fhunenclosa, il Cedrine; giacchè la Sardeg11a, secondo l'O111odeo 1 è la regione d'Italia di gran lunga più adatta a1la creazione di grandi laghi artificiali. Si potrebbero cosi ottenere centinaia di milioni cli mc. di acqua, capaci ùi tn1:-;formarce valorizzare la desolata couLracL-i sarda. Non solo. La produzione foraggera copiosa e sicura che ei darà il piano, permetterà di concedere alla montagna il riposo, conscnteu- <lo co:;I la ricostituzione del suo patrimonio forestale; a sua \·olta la montagna rimboscata, coi pascoli verdeggianti arresterà l'opera rovinosa dei fiumi, e aumc:nlcrft le stesse precipitazioni. A differenza cli quanto accade nella valle Padana, dove Faccpn csnbérante (: dannosa, bisogna qui considerare l 'ùcqtw come sacra; è quindi imperdonabile dcliLto l'eliminarla. Bisogna cercare, esclam.a l'Omodeo, una tecnica n1f.0,.ua che sappia cou1prenderla., tratte11ed.a e renderla benefica. . Questo il ·disegno che ci offre l'Ing: o_moueo: Io nou sono un tecnico e. non posso qu1nd1 dtsc~ terlo. ma anche un profano non può non amnurase ia logica del suo ragion~1nen:o ~ delle sue ta ioui e non se11tirs1 qumdt tratto ad a.rgomen z . 1 h accettare le sue conclusioni. Pur tuttavia qua e e dubbio mi pare sia legittimo. . . ~ r Anzitutto io mi do111andose c~ ~1~ la COU\Cnienza ecouomica, se in altri ter17:11n1 il costo della costruzione di questi serbatoi, n~11 .s?lo, ~a il costo delle successive trasformaz10m agrane sia compensato dal maggior valore della 1ncre111entataproduzione. rifereuc1osi alJa LiOmodeo, in una lunga ~ta, . . zona che sarà irrigata dal Tirso, ~ dice eh.e, se~ condo il preventivo prudenziale d1 un tec_n,co d1 grau<le valore, il reddito lordo co~l:les_s1v.o .aumenterà da 26 miHoni a circa 72 ~Il.on: di_hre., con un incremento cli circa 46 lllll_1~ru,_incre~ mento che potrà salire a circa 58 m1liont, se s, tien conto della messa in valore cli 4000 ettan d1 palude. . Stando a queste cifre, benchè 1 'Omocleo non c1 dica il costo dell'opera idraulica e delle opere di bonifica agraria, è indiscutibile che s1 tratta ' di un buon affare, anzi di uu ottimo affare. Ma io 1ni permetto di essere un tantino scettico. Non entro 11ell1esame delle singole cifre addotte nei calcoli, noto soltanto che esse partono dall 1ipo~ tesi di una profonda trasformazione nei metoch culturali, e precisamente dall'ipo~si c.he si arriYerà ad una larga. estemiione della coltura foraggera avvicendata, con gran prevale~za. d.ell'~rb~ medica e che si introdurranno a1tresi vane pian te ind~striali, specialmente la barbabietola da zucchero, il tabacco, gli ortaggi di grande coltura e via dicendo. Orbene, chi abbia percorso UlJ poco Ja Sardegna ed abbia in mente quei e.ampi malamente dissodati dove il grano cresce stentato non alimentato da concimi chimici, uoa assoÌcato ripulito o rincalzato, dove le Yiti mostrano palesi tutte le devastazioni della filossera, quei campi che non conosc~no aratr: meccanici, dove in una parola l 'agncoltura e ancora a11o stadio in cui si trovava la Toscana o la Lombardia qualche secolo fa, stenterà a credere che quegJi stessi campi, di qui a pochi anni, possano assumere quell'aspetto di azie~da a coltura eminentemente intensiva sotto cm la Tede l'Ing. Omodeo. Chi sa come dappertutto lentissime siano le trasformazioni e i progressi nell'agricoltura, e più che mai necessariamente lenti là dove si op~ pongono difficoltà di viabilità, di si~urezz~, cli trad.i7..ionee di mentalità, ha forse rag10ne di dubitare che non basti portare 1 'acqua do,·e ma.nca7 perchè ivi sorga un :fiorente podere. Del resto~ anche senza la irrigazione, dei miglioramenti culturali sarebbero pur sempre possibili ; ii Lei Spano, un intelligente agricoltore Sardo, è riu• scìto ad impiantare praterie artifida]i senza acque irrigue, mediante buoni scassi e con laute concimazioni, cosicchè egli non esita a scrivere nel suo Yolume su la « Questione Sarda » che la scarsezza della produzione qualche Yolta dipendeda mancanza di pioggia, ma il più delle volte da in1previdenza e da mancanza di princìpi direttivi. Eppure l'esempio del Lei Spano non ha trovato seguito. Non è senza una profonda ragione economica e sociale che la pastorizia tende a sostituirsi alJ'agricoltura. Il Lei Spano invocai a salvamento dell'agricoltura sarda, I 'introduzione de11amezzadria, l'appoderamento. E sta bene. Ma se l'appoderamento riusci facile nelle bonificate 1n.~re1llluetoscane, sarà altrettanto facile nella Sardegna, do\"e, per esempio, si hauno soltanto 6g metri cli strade comunali per Kmq. di fronte ai 545 metri dell'Italia settentriona.!e o ai 428 del] 'Italia centrale? Il problema sardo è un problema complicato, un problc.ma integrale: siccità, malaria, popolazione fiaccata, scarsrunente progressiva, insufficiente sicurezza pubblica, insufficiente viabilità, assenteismo padronale, ecco tanti malanni che sono come tanti anelli di u11\1nica catena. Una radicale trasfonnazione della economia isolana, ha scritto il Lei Spano, una tota1e ,,a]orizza7..ione cli tutte le forze della Sanlegna, ltll accrescimento della sua popolazione ed un conforme incremento òel suo benessere 11011 si a\·ranuo tnai se non affrontando il problema nella sua iutegrità. Ed è 1u1 problema anche spi,;tttale : non si è capito da molti che il regioualismo e l'autonomismo sardo non sono che un tentati\ 10 di cercare unn. soluzione attraYerso una concreta comprensione della reallà storica, al cli fuori del! 'opera del goveruo spesso antistorica ed astratta. PIEl!O GonETTI - Di-rettore-responsabile O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. P1·egltlitimo tiitti gli wmici lli 1'innovlire l' nbbonamento e cli ti·ovm·ai mwvi libbonati. Nel mese cli mug_qio sai·etno cost?'etti a provveclei·e meiliante fraft<i po1Jlale alla riscossione degli rtbb(Yrlamenti non ancor<i rinnovnti,.

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