La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 7 - 25 marzo 1923

L.A RIVOLUZIONE LIBERALE LETTERE DALL' INGHILTERRA µa politica mondiale del dopo-guerra tori, sia britannici, sia stranieri, convengono .nel ricevere nna impressione cumulativa di solidità. Durante gli ultimi formidabili scioperi minerari, la cosa che più colpiva gli osservatori stranieri nei distrc:tti carboniferi fu la frequenza. e perfetta naturalezza con cui minatori, direttori e proprietari di miniere giocavano assieme a foot-ball e con cui i primi sceglievano spes,so a giudici persone cli ambedue I.e categorie sociali e questo nonostante i comizi sonori di pre.clicazione a.nticapitalistica. E del testo chiuquc abbia constatato come iu occasiane del Derby tutte le classi siano assolutamente pervase dallo stesso spirito e godano in mille modi cli mostrarsi cordiali; o come in occasione delle nozze_della principessa. Maria i quartieri r.,opolan fossero i più imbandierati e il commento generale e il modo più comune di esprimersi fosse : • Precisamente come una di noi » ! non può a meno di arrivare alla conclusione che, nonostante un secolo di industrialismo e di ctesceate u.rbanism.o, il popolo mglese nel sno insieme è rimasto psicologicamente se stesso, sostanzialmente mode1·ato, rispettoso delle tradizioni e della gerarchia, più o meno pur nei 1·adicali, non poco snobbish, desideroso di sentir tutte le campane, geloso della libertà cli decidersi senza soverchie pressioni esterne, ansioso cli fronte alla propria coscienza di almeno P'"rc-1'dalla parte del giusto. Tutto sommato esso è ancora più liberale che democratico, più ansioso di far bene il passo che occorre immediatamente fare, che di perseguir lunghi piani e figger lo sguardo nel futuro. Bibliogtafia: Lowell: The G1n:ernme11tof England, 1919. - Ramsay Muir: A Short history of lhe British C01nmonwealth, 1922. - Ramsay Muir: Liberalisni and Indust.ry, 1920. - G. M. Trevelyan: British Hislory in the XIX Cen/ury, 1922. - Rownlrce: Poverty, 1922. - Hall: Tl,e C011stitulio11 of I he British Co111mo1mealth, 1921. E' da un arrno che ho promesso alla l?h•oluzi, ,ne Liberale una serie di articoli sull'Inghilterra contemporanea, nonostante io viva in Inghilterra da vent'anni; ma è solo ora che oso cominciare ad inviarne qualcuno. La caduta di Llyod George segna un pnnlo di riferimento ben definito; segna la fine, nella politica interna come nella estera, del perioclo anormale cagionato dalla guerra e segna l'inizio del ritorno alla distinzione normale dei partiti e alla normale vita parlamentare. Pe1· di più nel frattempo sono apparse alcune opere, come le sovramenzionate, che ci dicono come alcnne tra le p:iù vigili ,acute e simboliche intelligenze inglesi, arrivano a considerare il momento attuale; opere essenziali anche a chi è vissuto da vent'anni, da osservatore e da studioso e nono:;tante questo e forse a cagion di questo sente di a,-er ancora molto da imparare, sente l'Inghilterra ancora immensamente gim·ane e vigornsa e crede di ·aver acquistato un certo senso di prnspettiYa nel giudicare di uomini e di cose. Più si vive in Inghilte.rra e più ci si accorge della necessità di questo senso di pros!X!ttiva. In un paese che non ha costituzione scritta e in molte delle cui costumanze è ntcessario, per rendersene conto e per ,,entirne il peso, riconoscere come influenze pur ora vive la conquista sassone e la normanna; in un paese in cui non esiste ancora, ufficialmente almeno e nelle norme di precedenza cerimoniale, il Gabinetto, senza questo senso di prospettiva si cade in errori, che tolgono ogni valore ai nostri giudizi di fronte a ogni Inglese colto. Ad esempio l'opera sull'Impero Britannico, scritta dal De Ruggiero dopo e durante non più di sette mesi di dimo1·ain Londra., risente di questa deficienza sotto più riguardi. Egli ha preso sul se.rio, ad esempio, il partito del lavoro e molte agitazioni che gli parve1'0 scuotere da.Ile fonda.menta la. compagine britannica; che certo parvero gravi anche a molti Inglesi, specie se giovani e se lette sui giOTD-ali,come se l'lnghilten-a fosse quasi alla vigilia di una Yita!ità di idee e agitazioni socialistiche a tipo continentale. Gli è sfuggito il contrasto tra il temper'amento celtico, a tipo continentale, dei capi socialisti più in vista e intellettuali da nn lato e il temperamento della massa operaia, in fon<lo profondamente insulare e conservatrice : in fondo nella vita politica e sociale inglese no.n solo il partito del laS1oronon ha mai contato molto ed è più che mai in cattive -acque ed alla vigilia di contar anche meno, ma sta passando per la stessa crisi per cui passa il socialrsrno continentale; ed ogni ~nglese che sappia i fatti suoi non ne ebbe mai -il minimo dubbio. Similmente e per ragioni cui ritorneremo più setto, al De Ruggero certe agitazioni nazio1'.al:del dopoguerra in se"iioall'Impero Britanmco parvero più prossima.mente minacc10se che non fossero; gli è sfuggito che precisamente in ragione della solidità e tranqtjillità normale della vita britannica ,la sta1;1;pa.ha un carattere allarmistico, inevitabile per scuotere la pubblica opinione, di cm occorre tener conto. Anche durante la guerra occorse organizzare vari panichi giornalistici! E questo senso di ptospettiva, che dicemmo necessario, per quanto io creda di possederlo, V1enecerto opportunaim.eute integrato dalle opel'e surricordate. La prima è la più autorevole opera americana sull'Inghiltena politica; è per l'Inghilterra ciò che l'American Co1nm01iiuealth di Lord Bryce è sugli Stati Uniti; e l'opera non sai;-ebbe certo stata dedicata a L9rd Bryce- senza essere _nco,:oscinta degna di lui; è un'opera classica eh uno straniéro intelligente e viene fino al _1919. Ad essa dovremmo aggi11Ugere la _cornspcmdenza di recente pubblicata tra \Vxlson e 11Page, l'ex-ambasciatore americano a Lond_ra, testè morto. E' una corris_p,m~enza _ehc;u·attere .eccezionale per chi vog_liastucl1ru-I 1mpress1on~che l'Inghilterra m guer'.ra fece ad un osservatore finissimo, che ebbe occasioni infinite ad esempio :1el mentre _s'occupava _di prigi;nieri inglesi 111 G_erm-ap1a,d1 alll:1rurare Io stoicismo orgoglioso delle madn e delle vedove• 0 in momenti tremendamente bni, cli con~tatare ,la fortezza. d'animo e la fede incrollabile di ministri e deputati e pari, nonchè di gente del popolo. Non è certo nelle lettere confidenziali del Pagè a, Wilson che si può sperar ,ii trova!' constatazioni di derndenza morale britarmic;a. Esse hanno fatto tale impressione che si prr'opone di inaugurargli una lapide nel!'Abbazia di- Westmin_ster: Un'opera non meno importante è quella del Rownlrec : è uno studio sulla povertà nella città di York, pubblicato or son vent'anni e divenuto classico e pubblicato ora con nuovi dati e con una nuova introduzione, nella quale il Rowntree, che, col defnnto Ceorge Cadbury, è non solo un riu~citissimo industriale modello, ma anche uu grande filantropo e sociologo, constata che durante questo periodo e 11011ostante la guerra il benessere delle classi operaie, il loro tenore di_ vita, i loro rapporti con gli imprend1ton, la loro coltw·a e umanità si sono immensamente elevate. Queste testimonianze del Rowntree e del Lowell valgono più di tante brilla.nti geremiadi come quelle recenti del Mastermau e del Villier, che sono dei n,cri impressionisti del giornalismo. E veniamo alle due maggiori tra le pubblicazioni stu·ricordate. In ordine di importanza e mole viene prima la Sh01·t [listory del Ramsay Mnir dell'Università cli Manchester. E' tutt'altro che shorl: è in due volumi di circa 800 pagiue ciascuno: la sna originalità sta in questo, che mentre fin qui la storia dell'Impero Britannico venne scritta quasi come se non fosse che nn'accidentale e ingombrante escrescenza della storia dell'Inghilterra propriamente detta questa del Ramsay Muir ce la presenta' comé una ·espansione 01'ga11icadi questa e ne studia le radici nella stessa formazione dei popoli delle Isole Britanniche, s,profoudando l'analisi fino a quel primo fatto capitale della storia britannica che fu lo staccarsi delle isole dal continente europeo; per di più la storia britannica non è più insularmente studiata a sè, ma come in relazione a quella dell'Europa. Il primo volume arriva fino alla guerra dei sette anni; il' secondo tratta della perdita del Secondo Impero Britannico - il primo era stato perduto col perdere gli antichi possedimenti dei Re inglesi in Francia - con la secessione americana e dello sviluppo del terzo impero, dalla scoperta dell'Australia e dalla conquista dell'India fino alla Pace di Versailles del 1919; e ne tratta, tranne inevitabilmente nell'ultimo capitolo, con nna imparzialità più degna di una Commissione Reale d'inchiesta che d'uno storico che ha passioni e punti di vista particolari. Questo secondo volume coincide, come contenuto, con quello del Tl'evelyan, pur esso imparzialissimo, sebbene più artisticamente vivace e colorito. Siccome poi tanto il Ramsay Muir come il Trevelyan son d'-indubbia ed avanzata fede liberale, questi due volumi sono signi-ficantissimi documenti dell'evoluzione del liberalismo stesso. Nel mentre or non sono ancora vent'anni era di moda tra i liberali il parlar delle colonie come di mele destinate, quando sal'anno matul'e, a staccarsi dall'albero mo.terno e perfin desidera.re questa separazione; nel mentre ancora nel 19rr UIIlO storico e uomo di stato di primo ordine come Lord Morley, metteva in.ridicolo l'idea che l'Australia e la Nuova Ze- • landa si satebbero scomodate a inviar volcnta.1-i in aiuto della Metropoli impegnata a difendere l'eventualmente violata neutralità belga, benchè il Ramsay Muir come il Trevelyan sia.noovviamente orgogliosi- della preservata unità im-pel'iale e non pessimisti rispetto all'avvenire. Il Trevelyan vede l'avvenire almeno non più ricco di pericoli che di splendide opportunità, come il passato, ed il Ramsay Muir, in compagnia con un altrn pur e&'li nsigne storico vivente e pm- egli liberale, 11prof. Pollard dell'Università di Londra, è ben lungi dal co,ntempla.r come imminente la fine dell'Impero e eia.I'contemplar come impossibile che esso a1Tivi a c1arsi a poco a poco u,ua più 01·ganica u.nità. Del resto è questa una convinzione che io trovo diffusa in persone d'ogni parte dell'Impero e d'una certa coltura politica, con le quali mi fn dato discutere. Quando vien posta loro 1~questione dell'eventuale separazione, esse rispondono quasi invariabilmente: Not in my time; oppure : N ol for fifty years a/. least (Non mia vita nal;ural durante, oppure: n~n ·f>rmw.d'un cinquanle1mio). . ,~e]..mentre sul continente si a.ma. spiare 1 se&'mdell~ sperata o temuta, disintegi=ione, m Ingh1lterl'a si preferisce insistere sul fatto che nel 1914 nessuno aV1'ebbe osato profetizza.re che l'Impero sarebbe riuscito a mantenersi uno e ad espandersi, noncl1è a inviar tanti aiuti all'isola madre. Il Ramsay Mui1· richiama in particolar mcdo l'attenzione dei suoi lettori sul fatto che la conservazione dell'unità, sia pur soltanto in gran parte formale e senJt.imentale, tra Metropoli e Dominions, ,,alse a vincere fin dal 1914, da parte .dei Domimi01is, distanze geografiche e storiche che gli- Stati Uniti non vinsero che tre anni dopo e valse ad aSSlicuraTefra truppe britanniche d'ogni parte dell'Impero una c~- sione e cooperazione quale non fu r-,ossibile avere tra truppe brita,nniche e trup1pedi altri paesi, incluse le ame1-icane. Nè è solo nella c01npagine im,periale, sibbene an,che nella sociale, che in complesso tutti gli osservaE' su questo sfondo di geney-ale solidità che ciocorrecollocare le principali' consegnen7.e della guerra per gli Inglesi, se vogliamo cercar di comprendere le probabili linee aella futura politica britannica. Più studiamo le vicende dell'ultima guerra e più divien chiaro che chi vorrà trovare il principale coefficiente della vittoria degli alleati, dopo i coefficienti morali, dovrà cercarlo nel fatto che dm·ante il corso del secolo XIX l'industrialismo britannico rese possibile un tale aumento di popolazione da necessitare il libero scambio. Un paese che pel' tre quarti vive di commercio estero e marittimo, una volta che è passato al libero scambio non può più abbandonarlo. Potrà temporaneamente qua e là leggermente deviarne, ma non potrà più diventare sostanzialmente protezionista. Ota l'adozione del libero scambio ebbe due conseguenze : la prima, fu n.na enorme accu,m,ulazionedi ricchezza, senza la quale non sarebbe stato possibile l'immenso sviluppo delle ferrovie, dell'agricoltura e delle industrie mi'llerarie nei paesi transoceanici, inclusi gli Stati Uniti; la seconda fu che il liDero scambio rese tollerabile al mondo lo sviluppo dell'Impero Brit.a,nnico e la supremazia navale britannica. Dal 1878 in poi si può dire che le a..nnessioni territoriali brita.nruche forono le sole che non significassero creazione di mercati chiusi. Per effetto del libero scambio britannico tutto il mondo era. ammesso a partecipare in qualche misura ai benefici della ditta John. Bull and Co. Ltd. Questa non ef'a nn monopolio. Se questa fosse stata nn monopolio e la flotta britannica fosse stata il suo scudo, il mondo non si sai-ebbe travato a lato dell'Inghilterra contro gli Imperi Centrali. V'è di più. Senza il libero scambio inglese non vi sarebbero stati i capitali pei prestiti di guerra, non vi sarebbe stata una adeguata marina mercantile e lo stesso aiuto del!'America o sa1·ebbevenuto troppo tardi o non a,Tebbe pot11tovenire. Ora la guerra 11011ha modificato questo fatto fondamentale che la sproporzione tra le risorse del suolo della Gran Brettagna e la sua popolazione la obbliga a tllla politica fiscale sostancialmente liberistica, la obbliga. a una politica. internazionale intesa a:d evita.re disturbi al commercio internazionale e marittimo, la obbliga a una politica navale non aggressiva e non monopolistica. La guerra ha a.nzi accentuato questo fatto. Pel fatto che la flotta. britannica non bastò da sola a vincere la guerra sottomarina, l'Inghilterra ha perduta la sua sup1·emazia navale mondiale. Virtualmente questa è passata agli Stati Uniti, che per popolazione e risorse s0no ora di gran lunga, virtualmente, lo stato più ricco e più forte, almeno fino a che - se m:ai - lo sviluppo dei Dominions arrivi a ristabilir l'equilibrio fra Impero Britannico e Stati Uniti. Nell'intervallo lai suprema.zia navale britannica resta limitata, all'Europa, a condizione che l'Inghiltetra proceda sostanzialmente d'accordo con gli Stati Uniti. Epperò le ragioni per una politica pacifica e liberale sono anche più forti che non fossero -fino a ieri. Le ragioni di ieri - scaturenti dalla situazione demografica interna - restano; e vi si aggiunge la necessità di non ·urtar l'America e spingerla sulla via di una effettiva e non solo potenziale supremazia navale. Ed a queste si aggiungono quelle scatl1l'enti dalla necessità di prevenire e impedire attri.ti tra Stati Uniti e Giappone, tr.a Giappone e Dominions. Chamberlain invitò gli Inglesi a pensare imperialistica.nuente, la situazione del dopoguerra li obbliga a,pen-sare planetaria-mente, a far da intern,ecliari tra l' Ameri3r ca e l'Europa e tra l'America e l'Asia . V'è di più. Il persistere dell'America a pretendere il pagamento del debito inglese di gUJ rra - forse per impedire il più facile ritonio alla supremazia navale? - e la. recente tariffa americana che con l'intensificare la protezione rende più difficile il pagamento di tal debito, spingono l'Inghilterra sulla. ,·ia di una più intensa e sistematica messa in valore di tante risorse -fin qni neglette dd1'Impero, specie dei tropici, onde a un tera.- po p-agar tal debito con i profitti di questa e attenuare sempre più le proprie cri.si incl~striali_e la PX:OJ>:i'.'- dipendenza, in qualche misura 1nsoppnm1bile, dal continente europeo. Jnsomma la situazione mandiale del d'Jpoguerra, aggiunge alle precedenti nu.n td urgenti ragion.i rx,tchè il punto di vista inglese si faccia meno insulare e divenga anzi il punto di vista avente più pnnti di contatto con gli interessi comuni del re&-todel mondo. V'è un senso in cui l'Inghilterra si avvia a divenire il sensario mondiale. Chi non tiene presente queste consegueiv..e della situazione economico-demografica inglese nata nel secolo XIX, approdata al liberò scambio e ad una politica navale e marittima liberale, ed integrata dalla situazione del dopo guerra, non capisce, non può capire nulla della politica internazionale inglese, Precisamente perchè nessuna nazione è più esposta a risentire nella sua vita economica quotidiana le menome ripercussioni di perturbazioni nella pace e nel commercio mondiale, la ima. tendenziale politica internazionale - a differenza di quella di nazioni più bastevoli a se stesse - !unge dall'essere più non può a meno di essere meno egoistica delle altre. Fino a ieri il sno istinto di conservazione la rese arbitra tl'a le contese continentali per l'egemonia europea e la rese, or direttamente ora indirettamente, strnmento ed esempio di sviluppo di nazioni indipendenti e di libere istituzioni r.-0litiche; oggi il medesimo istinto, sotto la pressione della situazione economico - demografica, ne fa lo strumento d'una politica contine.ntale di conciliazione e di sintesi economica. V'è di più. il fatto fondamentale della st0ria britannica, secondo il Ramsay ~Iuir, la separazione delle Isole Britanniche dal continente, sta rapidamente perdendo la sua impo.rtanza a cagione dello sviluppo dell'aviazione. La Manica non è più una gran difesa; non vale le Alpi. L'avi-azione, le mine,. i sommergibili vanno minando gli antichi coefficienti di sicurezza : consegue117.,a: la mi. glior sicurezza va cercata promuovendo la pace comnne. Fino a ieri l'Inghilten:a poteva, dopo essere intervenuta, a rimuovere un pericolo, ritrovarsi nel sno isolamento fino a che il pericolo riapparisse; poteva permettersi il lusso di una certa miopia. Oggi non può più; oggi essa è vitalmente interessata. alla pace europea; o riesce ad organizzarla o sarà trascinata nell'abisso rnmune. Il suo intervento dovrà farsi permanente, sistematico. Essa dovTà avere un punto di vista più largo di quello delle nazioni continentali per trovar tra esse pu.nti. di contatto e di compromesso reciproco e per rendere a poco a poco l'Europa qualcosa più di nna mera espressione geogra'fica: la Lega delle ]\"azioni diverrà sempre più la sua direttiva politica naturale. Non a caso essa è accettata da tutti i piirtiti : la sicurezza per terra e per mare in tutto il mondo, se è nn interesse comune a tutti i paesi, è l'interes.:,oesupremo di un paese che per tl'e quarti vive d'importazioni; che è nn'isola e che ha una. popolazione ancora in rap-ido aumento. La Lega, delle Nazioni sarà imperfetta fin che si vuole, sopratutto essa richiede già di essere ripensata ne' suoi metodi e semplificata nel suo funzionamento; ma è un nucleo, un organo permanente di consultazione, cooperazione e contatto, innanzi al qu.ale gli· orgogli na.z;ionali possono trovar più facile inclinarsi, che innanzi ad altri orgogli, ed è un ente che diverrà tanto più autorevole e necessario quanto più si diffonderà anche sul continente, in conseguenza della sperabile o inevitabile successi~ bancarotta dei vari egocentrismi nazionali, la percezione già viva in Inghilterra, che .nessuna nazione oggi basta più uè economicamente, nè militarmente, nè navalmeute a sè stessa e che la sola s-icurezza possibile è una sicui-ezza fondata sulla chiara intuizione di superiori interessi comuni. Ma le nazioni continentali non che essere più luugiveggenti, sono di gran ]1111gapiù insulari dell'Inghilterra, la qua.le pel solo fatto di essere il cuore di un mondo che abbraccia vari continenti, ha l'ella sua classe dirigeute e nei suoi nomini di Stato gli organi di una mentalità plurinazionale, sintetica, avvezza a evitar le differenze evitabili, a. cercare e creare punli di accordo e, proprio perchè ricca di successi, men reluttante ad opportune rinunce. Lloyd George ebbe l'intuito chiaro di questa politica, ma non seppe perseguirla a cagione di preoccupazioni parlamentari sopravvissute alla situazione in cui la coalizione fu giustificata. Ora essa è la politica non solo del Governo attnale, ma, si può dire, di tutti i partiti. Lord George e Lord Robert Ceci! approvarono fin dalla su.a enu.n<:iazi-o-

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