La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 5 - 8 marzo 1923

CONTO CORRENTE POSTALE Rivista Storica Settimanale di Politica ESCE OGNI GIOVEDl Diretta da PIERO GO BETTI ■ ■ Redazione e Amministrazione: Torino, via XX Settembre, 60 Abbonamento annuo dal 1° d'ogni mese L. 20. El Estero L. 30 ■ Sostenitore L. 100 ■ Un numero L. 0,50 Anno li - N. 6 - 8 Marzo I 923. SOMMARIO: P. 0oBETTI: Le. no•tre. cultore. politico.. - O. SOREL:(articolo inedito) Qnand hraill eet roi. - (I. FORTUNATO: li ree.lismo di on pes1imista. - R. BAUER, p. g. Rassegna sindacale: U'niti. sindaoale e coopMe.tiva. - P. BuRRKSI:Appuntt su Rathenau. LA NOSTRA CULTURAPOLITICA. 1. D.opo il Risorgimento l'Italia non ha saputo sviluppo. L'economia nazionale è anoora tropcreare più i grandi miti intorno a cui si orga- po arretrata., il paese è poverÒ e non concede nizza nel corso della storia il pensiero di una t1·egua agili indlividui, non permette loro la dinazione sintebizza111dole manifestazioni più di- gnità. di cittadini. Due terzi della popolazione verse. I miti steisi del Risorgimento erano sta.ti dividono le sorti di un'agricoltura arretrata e poveri e generici, 0 meglio, non avendo avuto ·condannata per lunghi anni a non divenire moun sufficiente periodo di maturazione, erano ri- derna. Sii tratta di picooli proprietari, affitmasti allo stato di ideologie, non avevano avuto tuari, mezzadri che aspirano soltanto alla pace il tempo di cimentarsi con la realtà. costringen- e alla conservazione dello stato presente, ostendo gli uomini ~ sentire il diss1dio tra pensiero tau.do indifferenza per ogni più Lairga preoccue azione a riJ;Olverlo chia;ramente ossia a for- paziooe. L'aristocrazia industriale e operaia, almarsi u~a coscienza realistica. Non nascendo la quale è lega.ta la possibilità. di una trasfordaJle esigenze morali, l'azione politica era per mazione moderna dell'Italia è appena in sul gli Itali.ani qualcosa di esterno e di dilettan- nascere e non riesce a distinguersi dalle sotesco; Cavour non diventò popolare per le sue vrapposizioni e confusioni parassitarie, non riequalità. di realizzatore, ma per queUa sua a- soe a vincere il pauperismo e il dilettantismo. stuzia esterna e niente affatto eccez10nale che E' logico che il governo, date queste premeslo faoeva protagonista di mistificazi01ù inter~- se ,pensi 'più all'amministrazione che alla pozionali. E' mancato così persino un hnguaggio, Jitlca: uomini che vantavano la ·loro cultura e nonchè uno stile politico; e va diventando sem- prepa;razione, come Salandra, Nitti, Sonnino'. pre più impossibile farsi intendere. Si sono_ non hanno fatto nulla più di Giolitt,i e degh creati dei mi'.ti diseduoatori oome la purezza di altri tecnici della burocrazia. La lamentata in• Mazzini e il suo disprezzo per la realtà., il cini- cultura dei deputati rappresenta l'incultura e smo di Cavour, ecc. Il pensiero politico, anzi \,a confusione del paese. Le corruzioni demagoaddirittura la preparazione politica, sembrò a giche, le indulgenze verso il parassitarismo, la ur. certo punto diventato inco:mpatibil 7 con la monarchia socialista, corrispondono, alle nostre politica militante. In ?"ro il compimento stess~ condiz,'oni storiche e indicano a.ppunto J'incapadella nostra unità nazienale noi, fu senza graV1 cità e l'impossibilità di porre il problema noconfusioni e i.ncon<rr1..1enze.Solo ,1 Piemonte stro che determinerebbe ogni chiarezza, il prorecava al nuovo stato oltrechè una dinastia (in- blema dell'antitesi tra Nord e Sud. Non si può v<>ro prc:,:s.ima alla decadenza.), una cl/1,SSepo- - g,iungere (almeno nel pensìero dei governanti) litica autentica, non del tutto pan forse ai. com; a queste chiarificazioni integrali perchè ne_"': piti ·di un grande stato europeo, ma conscia de'. st6rebbe ad:diriittnra compromessa la poss1b1htà suoi limiti, aderente alla realtà., competente nei di una vita unitaria,. I partiti, tutti fuori della problemi dell'amministrazione p.ello s_t~to,_do- realtà soffrono del naturale contrasto t;ra le tata per natura dell'istinto della prob1ta civile. prem~se e la· pratica di ogni giorno che deve Er.a \a classe politica che aveva superato se stes- pur sottostare alle esigenze prima di_menticate, Ea in Cavour; ma anche i Valerio, i D'Azeglio, ma che si impongono. In sostanza I Italia .P"': i Boncompagni, ~ Berti, i Solaro della Marghe- tria di tutte \e ideologie e di tutte- le nbelh.om rita, come più tardi i Seila sapevano_ che co,,a si riduce a un paese di conservatori in cui i fosse iJ problema· del governo, er~no 1nforn_iati pai-titi di opposizione temono adl ogn_iistante di di letteratura politica ed econom1oa e seguiva- essere stati broppo int.-ans1gent1 e. s1 affrettano no la vita deli paesi esteri. As<Jaipiù lim 1t~t 1 e-• a m-0deraTe \e loro affermazioni, a piegarsi al-. rano gli. orizzonti delle cl.assi politiche ahmen- l'opportunismo. I cosidetti liberalì, rappresentate nelle altre proyincie del Nord. Roma con- tando la conciliazione del momento per motrastava ogni libera circolazione di élites e o- mento hanno compiuto per 20 ann:i la funziogni premessa di lotta P:°litica. La. T_oscana era ne di 'impedire il cozzo netto degli interessi e un piccolo.stato di ciai:s1 m':'1;i~r_nrah che esau- sono riusciti a salvare per questa via anche le Tivano i loro inter<lSSl pohtìci m un pen s1ero loro clientele, Neanche i republicani, -in questa conservatore. Nel Mezzogiorno poi \,a presenza terra malata di enfasi romantica, seppero condi una gran<l!ecorte a Nap0li alimentava le_am- servare le intransigenze ideali. bizioncelle, svegliava gli spiriti de!Ya retorica. e I socialisti sorsero con le pretese di un par, della demagogia. Il Sud portò alla nuova Ital1a tito rivoluziona,rio, ma aggregarono alle loro abitudini di mal costume politico e -di demo- file i piccoli borghesi e createsi le_loro ?lientele cm zia parolaiia; e tutti gli a:rtifici caratteristici parassita.-ie no,n •riuscirono ad e~.tare 11 r1fordi una vita artificiosa in cui le classi medie mismo economico. In queste piccole preoccunon sono continuamente rinnovate dal basso, ma pazioni di miglioramenti economici e dli utilità. rappr\esentano la decadenza delle class~ ricche personale la lotta polibica diventa un semì'\10~ e nobiliari. compromesso e si è indifferenti alle quest1001 Dal '70 al '900 il problema della consistenza più capitali di principio e di fo°:'a. Il _probleammi:rustna.tiva a!S50rbì tutte le attività., non ma isbituzionale è ignorato, no°: s1 ooa d1sc~ter~ permise una lotta politica. L'antitesi tra sini- uno Statuto, trasgrediito -0gni giorno'. vecch_wd1 stra e destra era u.na. questione di parole e di • settant'anni, improntato a uno spinto tiranpratica tecnica. Si lascèarono nella solitudine e nico 0 teocratico; invece di crib;care il parlanella dimenticanza uomini come Stefano JiL- mentarismo si pensa di distruggere il parlamencini e Alfredo Oriani che richiama_vano l'Ita- to manca negli it'aJiani ogni senso p:ù elemenlia ai suoi problemi e ai suoi d~trn1. Sonmno, ta~e di libertà. e d,i Stato. Nel '98, i radicali, Fortunato e gli alt.i scrittori della Ras.egna - senza alcun'eco nella nazione, si riducono ad assettimanale rimanevano impopolan per la loro sumere deglì atteggiamenti eroici da rivoluzione stessa cultura. L'economia politica a stento 51 francese perchè veramente questa esi•genza è an.- udiva nelle cattedre universitarie, ove per altro cora viva, in Ita.Jia, dove la preoccupa.ione delr.essun Ferrara rinasceva. 1:i libertà è stata continuamente soffocata dalla ili '.ipensano queste _condizioni n~n si può preoccupazione dell'unità. Il trionfo fascis~a si ,:,on consi.der.are con ott1ttnsmo la s1tuaz1-0nen~o: connette a queste condizioni di impreparaZ1one. va: Oggi la conosoen~a dei grandi p~oblemi ~ Paralleli agli amori con \a dittatura si svolpi u u.ruversal.m.eai.tediffus<1-;tna la s01enza unI· Li • co la teocrazia La tesi di Ma- . ·. l ·t hbl' • ._ f gono g, amon n • vers1tar1a e a YI a pu 1ca s1 hanno pm re- h' 11. ull f tale antitesi tra la chiesa cat.. t· rt· son te •• te tee • h ·1 c rave L s a, a q~en 1 .rappo ,, . . 0 ~• . n_vis mc ~' 1 tolica e la formazione di una coscienza italiana giornalismo quotidiano e m1ghovato. Non ci so- . . d. tt J't' In fondo il neo-guelfismo · • • d' · · ridiventa 1 a ua La. sono tnttav1a 1 segm , una vera rrnascenza: 1 . . , to lo spirito estetico rt't· d'o posizione non hanno alimentato al- m Itaha non e ancor mor_ e pa " p ,.~ 1 · ·1 · 1 , h degli italiani rimpiange d1 non aver combattuto cu:n.a grande '!U-eo g1a, 1. socia 11smo non a tra- . . . d tta d - p · IX iantato Marx in Italia, ma si è spesso oorrotto contro gh austna.cJ. sotto I~ con. o i to • fn una pratica parlamentaristica e burocrati.ca. Non si spiegherebb~ro _alt.-1menti le ebbrezze per Il d --'--Mio alla formazione di un am- Pio XI « 11 papa 1tahano, >. In questo ventengran e == · 'fi • eh' ' bient.e propizio alla coltura poli tic~ continu~ ad nio i_cattolici lavor~no alla. ch1_ar1caz,one 1 ~e ·1 Mezwo-iO'l'noe l'assenza di un,a coscien. stessi, SI sforzano di pa;rtec1pa1e alla vita pohessere 1 .,. . . . . 1 . I' · I ,a za unitaria che fa temere, ad ogni affermazione tica. Tua l'esigenza_ a1~ e ~~1~za ecc es - netta, per le condizioni elementari di vita e di stica nasce il tentativo di cono1haz1one ciel Partito popolare che è un moment-0 importante nella formazione del nostro spirito nazionale. 2. Ma nè i; liberali, nè i socialisti, nè i cattolici popolari trovano la via per I.a formazione precisa di ideologie politiche vi~ali per il futuro. I liberali non riescono a preparare neanche la risoluzione in campo tecnico e scientifico dei problemi presenti dello Stato (burocrazia, dazi doganali, finanze, problema meridionale). Salandra con le sue idee di stato laico ed etico non rappresenta in realtà altro che i suoi granrli proprietari terrieri e persino uomini di scienza come Antonio De Viti De Marco si appagano di un liberismo generico, favorevole ai consumatori e agli agricoltori del Sud senza pensare il probl6'1lla integralmente nelle su.e relazioni con l'industria e senza tener conto dell'opposta politica che il gover,io vien favorendo. Il penoiero di Nitti appare tra tutti il più chiaro come, qnello che ha coocienza delle transazioni a oui. la lotta politica in Italia è condannata e che partendo da preme,;se liberali, per il fatto st"'6S()di esser legato a clientele burocra.tiche e piccolo-borghesi meridionali, teorizza la funzione di compromesso della. democrazia, e accettate daJla realtà. le tendenze riformiste del sociaI!ismo, si prnpone di realizza;re almeno in grande stile la premessa unitaria di nn governo integrale di collaborazione. Se Nitti fosse riuscito la guerra a,vrebbe raggiunto la sua conclusione ideale facendo per la prima. volta sentire agli itaJ-iani la loro unità. Il paese avrebbe avuto dieci o venti ~nm di pace incolore e di progre,;so economico t t,traverso i qua.li la preparazione r.ivoJuz.ionaria avrebbe trovato le sue garanzie di libertà.. Fallito Nitti, il compito pa-re che voglia essere posto al fas~o da alcuni spirit' lungi veggenti come Dino Grandi; ma il perico,lo, travolt,i gli elementi politioi ché inquadravano le esigenze popolari, e troncata. la continuità., è che ci si formi alla soddisfazione di clientele e all'annullamento delle d~fferenze e delle libertà.. Dopo Nitti il livello della cultura dei nOìStri uomini di Stato, fatta ecoe,,'one per Giolitti che si potrebbe 'dire la sublimazione più rara e quasi unica dell'ordinaria amministirazione, sembra rappresentato dalla retorica cosb'tuzionalista di V. E. Orlando e di De Nicola, mentre la competenza e la finezza di uomini oome Tittoni sono assolutamente eccezionali e inoomprese. L'impreparazione è grave anche nel mondo della nostra diploma11ia dove c'era un .solo uomo non digiuno, dei problemi della politica internazionale, lo Sforza. 3. Non migliori dei liberali sono gli sforzi teorici. dei socialisti. La Gntica sociale è sempre andata decadendo dopo im primo period<>eroico in cui rappresentò non già. ideologie rivoluzionarie, ma appena le esigenze di una garanzia , liberale ('98). Treves, Turati, hanno avuto efficacia come polemisti parlamentari, il primo per schemi grosselani di politica estera, il secondo con i suoi piani di ricostruzione interna fondati su considerazioni di pauperismo e speranze cooperativistiche. Matteotti e Schiavi, gli eoonomisti del socia)ismo, non hanno più importanza che un articolista ,di, giornale. I problemi sindaca.li sono stati t,.-attatii con qualche competenza e precisione dal Rigola, ma senza efficacia neanche divulgatoria. Le competenze dei molti Baldesi della Confederazione del lavoro sono miti che è prudente non indagare. Il solo pensatore del socialismo i:t,aliano contemporaneo è Rodolfo Mondolfo il quale ha studiato a lungo il materialismo storico, ma, quando daJla speculazione scende alla critica politica, non mostra al~una fiducia nelle masse e nei suoi piani e nei, suoi calcoli si occupa sopratutto delle clas,;i medie. Di Enrico Ferri e delle sue leggendarie scoperte parrebbe ironico diSCOTTerein sede politica. I sindacalistli (Labriola, Leone, ecc.) non hanno avuto nè foo-tuna riè originalità; pareva che il Labriola potesse diventare il capo dell'avanguardia, e disciplinare la lotta rivoluzionaria (egli mostrava invero competenze specifiche negli argomenti di marxismo) ma finì ministro collaborazionista. Il problema doganale che doveva essere centrale per un partito che. s'ispirava a sistemi piccolo-borghesi e parlava ai c.onsum.atori, fu ignorato da tutti fuorchè dal Modigliani e da U. G. M6nrlolf.o. Gli studi del socialismo erano vittima di un curioso equivoco per cui non si esaminavano i problemi p.ratici e le riforme politiche per mant.:nere pur4;5ime le premesse rivoluzionarie e non si trovava poi nella realtà alcun impulso e appiglio per affrontare la cr''8i rivoluzionaria e preparare la C06Cienzaalla risoluzione integrale del problem.a. La pratica riformirta era perc.-iò curiosamente priva di ogni lume della cultura, e della tecnica, la predicazione rivoluzionaria s'inebriava di parole. Gli eroi di questi sistemi erano dopo il Ferri, pontefice massimo, i Laz,. zari, i Vella, i Morgari. I riform.i,;ti bissolatiani tentarono di chiarire la situazione con una pratica apertaroénte libe-- rale di critica al governo, ma, mancava loro qualunque preparazione di studi: il Bissolati essendo soltanto un uomo di grande fede, nn mazziniano d'ingegno, e il Bonomi oon.servando sot. to le ambizioni l'animo di un conservatore. Più interessante nella storia del nostro socialifmo è l'esperimento Salvenrini. La pOìSÌz'onespirituale di Salvemini dal 1900 al 1910 appare analoga alla posizione di Sorel, se appena si tien conto delle specifiche condizioni in cui doveva ridursi la lotta politica italiana pCTeffetto dell'immaturità. nel campo della storia e dell'economia. :Ma il richial)'.lo a Sorel non ci deve mettere in scspetto di rigoristiche premesse o di misteriose iniziazioni mitiche: perchè il sorelismo cbe attribu:amo a Salvemini (e che prescinde in ogni modo da una lettura o da una accettazione o anche soltc.nto da una specifica -influenza) lungi dall'avere 'llil significato dogmatico vuol definire oon pn:césiorw di rapporti storici la funzione critica che il Salvemini ebbe di fronte al movimento social:sta nelle sue degenerazioni riformistiche e utilitarie. Chè se si volesee precisare il confronto in una questione di stile politico dovremmo finire oon l'escludere decisamente nel Salvemini una vCTa e propri!l, mentalità marxìstìca, anche se oonsiderazioni critiche valori'Zzate dall'aut.orità. del ma.rxismo possano dargli giustamente ragione nella sua polemica oon Turati. Sarà agevole mostrare come le idee direttive di Salvemini muovano da un'informazione del tutto diversa e si dirigano verso altri orizwnti. Smascherando il rivoluzionarismo verboeo di E. Ferri e mostrando come alla rivoluzione si oppongano inesorabilmente condizioni obbiettive le quali oonsigliano di volgersi invece ad. una lotta decésa ad ottenere le riforme politiche, Salvemini o.on faceva insomma che continuare la battaglia. oombattuta dai socialisti dal 1892 al 1901 per liberare i cittadini dal giogo dello Stat-0 non eonosduto e del parlamentaz,ismo estraneo e richiamandoli alla loro responsabilità., promu0vere ifilziative coscienti lnveoe che illusioni demagogiche e parassitarie. Contro il riformismo denuncia i pericoli del Socialismo di Stato e si scag\la contro il parassitismo coop~ativistico: E qui più che di marxismo si deve discorrere di realismo politico con netti riferimenti a un liberalismo radicaleggiante e con qualche accento di solidarismo. Riesce difficile .al Salvemmi nascondere l'impeto di a1fetti e di oonunozioni che lo porta all'indagane del problema meridionale. Talvolta il problema gli si presenta addirittura come problema morale e d,i educazione, ~a gli sfuggono i termini propriamente manostiCJ: e del resto raramente il suo marxismo è qualche cosa di più che un'antipatia verso le supe:rstru.t.. ture ideologiohe, un amore per i fatti, che in lui scende direttamente dal Cattaneo. Tuttavia sotto il feticismo per i fatti. e la morale della, solidarietà e la preoccupazione costante per il Su.cl, si trovano nel neo.siero del nostro atteggiamenti e concetti più vari. Alla sua adesione al socialismo non bisogna attribuire alcuna intenzione ideologica fuor della volontà. di una lotta concreta contro tutti i privilegi: . il motivo spiega anche esaurientemente il su.o posteriore distacco. Chè se vorremo trattar qui delle più delicate questioni di pe.rsonalità bisogneirà confessa.re che proprio questo moralismo solenne ,che è il suo più inti!l}o fascino, appare il segreto delle sue debolezze: la troppa moralità,' l'assenza di una liberazione ascetica dai termini individuali e pessimistici d-el problema, sono i limiti della sua azione. ChiarilìcatOTe, sch6'1llatizzatore, ma chiuso al senso degli imponderabili è troppo soffe- •

.• b '-1;;;...~..:..·-----------'-----------__;;;L.:...A'"' ..._.::.R.:.I~V::.,:.O::.,;L=.tJ:::..v.::Z..:.I..::O:..::~::.:.'~,i::.:;..! .=L .: .B :,É .;·R::.' • . :À :. .L: .E::.' ___. ..;.;,.;;.;.__--,-.....:..~------------- ......------- ........... rente per riuscire'un 'vero uomo di ù~ta. Gli è più facile descrivere .un JenomeI½) che. aderire al giooo ·sottile delle fo~ operanti. . : . . • 1 Quanlsdrae.elstr·oi Questo è ~no degli ,i/timi articoli di Giorgi~ ' Sorel. Des.tinato alt' I ta!tia, esso rimase p,,r caso i;ieditO _ed:o:r~ per la cortes-ia i/ 'U/11, amico nò·i. : possia'-moÙserne i primi divulgatÒr·i. " Uscito dal socialismo senza critica e _'senza crisi il suo illuminismo si è chiarito' come probÌèmismo: Il suo problem:ismo è prima df tutto_ un canOille descrittivo; up. mezzo di capire. Cerca iil fatto obbiettivo, prescindendo dalle_ sfumature, ignora !'illusioni che presiedono all'opero. E' una Il èSt·extrèmement.diflìcile de se re,i'dre coinp'-'. oonoozione razionalistica e si risolve in un'azio- .to dù role qué les Juifs ont joué au cours des ' ne illuministica e propagandista. Nella sua ari- révolùtions qui ònt 'accumulé tant tle ruines dezza può essere l'oggetto di ;,,,a,Società dt cui- darus l'Europ'è Centrale. Les familles israclites tura, non il terreno per un'impostazione di par- qui depuis-longtemps se sont occup~ avec zèlé titi. E' una preparazione scolastica per la se- d·affaires industrielles ou de 'travaux d'érudi•· rietà delle classi dirigenti, ma non risolve il tion, ne doivent pas etre confondues avec leurs problema degli uomini e delle iniziative perchè correligionnaires russes ou polonais. En _Fran-. non dà il senso dell'azione e delrintransigenza., 'ce eten Ital~e !es Juifs au· coùrs du Moyèn Age' Del resto il problemismo in cui s'è venuta ad se sont généralement assimilés aux gens du paysc esaurire quasi tutta l'azione d-i Salvemini dopo Mais en Allemagne eten Hongri,I, il n'existe il 1910 aveva ,anche il torto dì non tener conto que desanalogies lointaines entrè des Juini don!,·. di certi elementi della sua mentalità e della sua l'ambition a quelque chose de diabolique et !es capacità attìva che erano-stati mirabilmente fe- vieux habit:mts des royaumes germaniques. condi nel decennio anteriore. Bisogna credere C'est en Allemagne que le Judaisme recherche il distacco dal partito socialista richiaman- cha une abtitude provoquante •et _imprudente. dolo ad interessi troppo specificamente regionali Henri H;,ine s'est <>musé à jouer aux révolu- \ f': ad un'opera quéi.si d,i predicatore gii abbia tionnaires et ses oontempòraiins n'ont jamais d:minuita assai )a sen~ibilit-à politica e la pos- bien su jusqu'à quel point il devait.etre .pris au sibilità di valutare le forze e i limiti della con- sérìeux. cret-<>Z¼cahe sono invece le 'qualità formidabili Kurts-Es_ner a manqué 1e bon sens encore che caratterizzano nel momento più epico della bien plus que Henri Heine. Il s'était imaginé sua solitucl.ime e della sua azione nella lotta per que Clém<>ncea~et lui étaient faits pour rétail suffragio "lllliversale, • blir ]a. pa.ix en Europe. Mais Clémenceau -av,ait. Confessi.a.mo d'aver brova.to nei· saggi della été habitué à vivre au milieu de gens qui preCritica sociale e dell'Avanti! anteriori al 1910 naient diflìcilement les écrivairus lunatiquee des uno stile molto più èom'f,lesso e ~na volontà,· as- cafés parisiens pour des hommes <l'Etat sérieux_.;, sai più preoccupata del ritmo dialettico della Clémenceau voulait bien s' amuser, en dév<>lopsoc,età che nei lucidi e coltissimi saggi seguenti pant !es paradoxes avec un Juif dépaurvu. de -che sono esenti da ogni ingenuità di informà- _ sérieux; mais il le la issa de coté dès que Kurthzione economica O di cultura storica, ma pec- Esner eut la prétention de devenir un gr.and cano appunto di troppo definitiva semplifica- chef révolutionnaire. Je crois que Clémenc<lau -zione. Negli a~ni di socialismo noi incontriamo s~ con-duisit avec Liebknecht et avec Rosa persino certe professioni téoriche che sarebbero Luxembourg, comme il le faisait avec !es socia-. poi sembrate.,pompromettenti O inutilì al Sai'. -listes· trop aml:/itieux qu'il prenait volontiers, vernini tav-to _che egli se ne a,;tenne costante- ponr des imbéciles. L'un ,des résultats d<>l'agimente. Eppure noi rileggiamo ancora con sor- ta.tioll' juive en Allemagne a été de développer presa e con cordiale adesione le sue critiche al- l' anti'sémitisme à un degré qU<>,!es Français et l'anticlericalismo, e lo seguiamo consenzienti .!es ItaJi.ens èomprennent mal. quando egli dice che « la cJasse lavoratrice deve En Hongri<>, ]es Juifs firent tout ce qu'ils crearsi da. sè con le sue forze, i suoi cliritti » e pouva:ient pour donner -à la :population l' ill1,- Jo v!>(li;,_monotare cori singol~re preoccupazione -pression qu'iis•éta1ent !es plus-grands patriotes che « le moltitudini hanno un fondo inesauribile du pays; puis par un revirement bizarre ils dedi rnisi]i_ci~moed' aspirazioné al Bene• o conside-- vinxent !es ennemis irréductibles des Magyars; rare pensoso « la meravigliosa forza di esp":n- aujourd'hui il remb/e que la ques.tion hongroi:,e sione morale che è racchiusa nella formula: del- soi.t ·devèime un pròblème ju:Ìf, mais un de ces l'ideale aocial:sta • _ Alle aspettazipni utilitarie problèmes dans ·]esquels tout est mystérieux, dd mecenatismo governativo opponeva la « ve- ·Urbaili Gohier prétend que le socialisme juiJ ra praticità delle grandi jniziative apparente-. en Hongrie-disparaìtra et que !es anciens Ma,. mente disinteressate -.. • • • ~ gyars· reprendTO!lt une auto,rité :q_uirruppell~ E· incontestabile che i motivi della sua critica _celle que leurs ·ancetres ont exercé_. - al riformismo - ministeriale ne rimanessero assai Les •ftères Tharaud ont tracé .de Bela"Kun più profondi e vari. Il suo antigiolittismo, che un tableau toutcà-fait·saisissant; c'était, disent.- può ora parere quasi donchisciottesco, ebbe ·ap- .ils, uii petit employé juif, débr0:uillard et rusé, punt-ò perci.ò un significato tragi•co ed eroico: In cc,mnie Òii en voit des-milliers à cBudapest, il a.- queste' su.è illusioni e in questi niiti:si trova una vait été employé·tlans les-journaux à .faire d'il).- profonda capacità realistica. Come_ WJ.U. P:efe- fìmes·•reportages; !es -autres personnages _te! que rire la pfùn,- fase della lotta contro 11 sOC1àJ.1Sm\>K. éri"ou Pogany n'étaient pas supérieurs à Beladi stato quando in questa- Salvemini _è-intera- Kun: Lòrsque la crise .de la, paix fut ouverte, mente proccupato dal.pensiero di· evitare che le. ·.que !es premiers· _fondateurs ,de la Révolution,-, aristocrazie diventando oligarchie sia,no assor- • comme Kar0ly, sentirent la nécessité de ,dispàbite "dal ministerialismo e ne vengano così di- raìtre; ·CÒiiJ.è e,ela. était ar,ri-vé:à Kérensky, un sgregati gli_-,;trum~ti ·di lotta del,partito ope: gouvèrnement dirigé par Bela-Kun, prit·ll' ¼t,e raio e la stessa unità della classe: mentre m du mouvement. «Après la ;dynastie d'Arpad,. seguite, riducé tutte le sue lagnanze a una que- . a}'rès Saint Etienne et ses fils, après !es Anjou, atione di 'giustizia! Nessun dubbio che fosse !es Hunyade et !es Habsboùrg il y avait ,l'Uc quella veramente la· via maestra; per un'azione jourd'hui un roi d'Israel en Hongrie>,·«· politica non fittizia; in quanto soddisfaceva le L'agitation militaire aes Sùviets hongrois ,se neoesiità lattiche di coordinare la marcia d~lle :termina d:amsune com.édiesanglante. Au com, . av~ardie, con quella· del grosso dell'esercito rnencement du mois de mai !es Roumains et les - e poneva le precàùzioni più evidenti per imp<;- Tchèques éfaient.entrés--en Hongrie, Bela Kun dire la formazione di mediocrazie al posto delle déclara que !es tr,-vailleurs méneraient jusvere élites operaie, Rinunci•andovi, Salvemini qu'au but la lutte. On vota un ordre du jour passava ·da ~arx e da Cattaneo alla democrazia. prescrivant aux comJJÙsSairs du peuple et aux TI motivo più valido d•l suo aj)O"tolato rimase rr,embres du conseil d'aller se battresur le front; la sua posizione concretamente unitaria di fron- mais oubliant Leur \'erment les chefs restèrent te al problema meridionale; una :eooizione di paisiblement chez eux. franco liberismo nonostante certi spunti plato- Nos auteurs pensent que quelques bataillons nic-i. di propaganda educativa. cantonnés à Belgrade auraient suflì pour mettre In rnaltà il Salvemini ebbe il torto di non à la raison un régime exécré de toute la popu- -elaborare la sua critica a.,l rivoluzionarismo in la.tionj mais sans qti''on sache _pourquoi, l'En-, una décisa posizione rivoluzionaria; questo .è-il tente avait défendu de gener Bela-Kun. Peut- _punto morto del suo regionalismo e del suo li- etre Clémenceau était-il bien aisé de s'amuser beri.,mo. La concessione del suffragio universale aux déperuses des prétendus di~ples de Lén-ine; e della proporzionale furono la sua sconfitta le pr.emier ao,(ìt !es Roumains approchaient telirreparabile. Il suo moralismo istintivo poteva lement de Budapest que Bela-Kun jugea nérirrianere rigoraso sinchè gli toccò la parte di cessaire de partir; un train spécial l'emmena vittima, Fatt-a alla Caméra dei Deputati, la ~ua à Vienne, Son plus redoutable asaocié, Szamuecampagna epuratrice ed educativa ha un sapore ly, le grand organisateur de la terreur, voulut tlt ironia e manca del suo fascioO' centrale. Il partir en auto; mais à la frontière autricbienritmo dell'azione deve inseguire attraverso gli ne il se briìla la cervelle. La commu.naul<l israescopi ooncreti un'illusion& trascendente, o l'idea- lite refusa de l'accepter dans le cimetière. 1~ di un'autonomia infinita, la liberazione che Karoly jouis.sait d'une fortune colossale; viene dagli istituti giuridici e dalle stesse rifor. mais vern J'age de dix ans il fallut faire une me politiche è solo una molla ad agire e non opération pour lui permettre c1'emplayer une significa nulla senza la forza delle iniziative. sorte de bredouillemont as.sez conflLs, qui preI! chiaro razionalismo di Salvemi·ni era tratto nait le ton de l'abiément, pour peu qu'il éleinvece a veder esaurite e attuate le iniziative vat la voix. Son ambition était de faire une ne! mornento in cui si conquistavano le ri- grande révolution; la seu.le chose qu'il ait su forme ossia si lasciava sfuggire l'insegnamento jamais faire a, été de jouer aux cartes d'une mapiù realistico del movimento open,.io' un inse- nière scandaleU&O, gnamento liberale di intransigenza. Però la med'a,,liar''h•a: il ·suo·"rov1,seio• ,Salvemini dir~t. tore- dell 'V 11:i&à h'à di.iitto ad·: un• posto centr,Lle , nella stm-ia della cultura politica italiana; il suo ins.egnament.o etico non si può ammiTare senza un senso di stupore, Ma questa inchiesta esula dai limit,i di una critica del socialismo, (co111tù11ua) P,ERO GOBE-TTL Son ennemi était le com te Tisza; quelque kmp,; avant la guerre il y eut un due[ entra eux, dans !eque! Tisza montra une supérieurité évidente; quelqués années plus tard il disait à son neveu: «Je commence à croire que j1 ai eu tort de ne pas tuer Micliel ce jour-l?i:,, La comtesse Karol y étai t la fille cl e J ules A ndrasy ; elle vivait enJ:oµrée de Juives e,x:alt~, fémini .. stes et p-acifiques·: ·comme :chez beaucQup dè femmes,' il y avait chez elle, de la sott.ise et un engouement naif pour des idées dont les· femmes nobles sont si souvent victimes. Qui pouvait.etre le. pr,ince qu'aur-ait -confiance dans Karoly·1 Le voi_croyait che c'était un honnèbe homme, ayant t0ute la. confiance -du peuple et au grand étonnernent du prinoo Win, dischgraetz, l'Empereur déclara qu'il ava.it donné l'ordre de lui obéir. Inutile de dire que l" Impératrice Zita était aussi folle que son mari. On peut se demander qui des Bourbons ou des. H absbou.rg était le· plus 0 incàpable de gouverner un grand pays. Quelque temps -auparavant T:_sza avait été assassiné, c'est UD;._~ question. de savoir si l'Empereur- ne fut pal, pour quelque chose dans le crime. Tisza se défiat beaucoup du suffrage universel; et l'Empereur voulait établir ce régime dans l'espoir de donner aux Yougo-Slaves une importane-e qu'ils n'·avaient jamais eue au cours dc, l'histoire, Karoly parait avoi:r été un des complice,; de l'assa5$inat: l'Empereur s'était déo barrassé des seirvices de Tisza et celui-ci se trouvait ab.andonné aux vengeance~; il fut assassiné par une bande de Juifs. Ler frères Tharau:d ie comparent à, l' Amir.al de Coligny, aux frères de Witt et aux puritains d'Ecosse, Les Débats du 20 Aout 1921 prétendent qu'il ne faut pas _attacher-nne -graµde ,importance aux livres de,; Tharaud et que ceux-ci aura.ient d(ì tenia: compte d'une lettre' di Aéneàs Sylvius Pie, oolomini qu'accusa ja,djs !es M'!,gyars dle men'. songe. J'observerai tout d'abord que les· gens que -!es Débats nomment nos amis Théco-Slovaques ou ~ieri Yougo-Slaves sont, bien connu~ à Paris poµr acheter la presse française. Si. on ·veut faire ·appel à Aénéas Sylvius, il ne faut pas oublier le témoignage du "francisçain Jean de Capistrano. Celui-ci prononça su.r le cadavre du gouve.rneur hongrois Ces parole;: « Salut, étoile du ciel! Tu n'es plus, couronne du royaume ! Elle est éteinte la lumière du monde chrétien, Tu es vrai.ment Jieureux, toi_! Nous•, tu nous a 1aissés ·clJans laJ vallée des larmes ! O brave Jean, A.dieu! Adieu !». (èHARLESLours CHASSIN - La, Hongrie, son Géni~ et sa rni~~ion) Jean de Capistr:ano, le redoutable Jranciscarin _ ·c111 Abruzzo, que ·l'Église, a canonisé, n'éta-it pas hoinme à acheter des oonsciences. 12 'Oétobre 1922, G,EORGESoREL. Notseullaculturpaoliticinaternazionale •Chè. se anche in G=ania. si definì l' econoill~a intervezioil/ista Verderbswirl,sckaft _o_d economiia .delfa rovina, d:a tale taccia an\l:ò esente il solo approvigionaanemto delle materie pr:ime, qµi fu dedicata l' a.ttività dli W. Rathenau. .Ma errerebbe d.'ajtra parte. chi cercasse -in quest'uomo un tipo di capitano di industria ~la . ang;l_o,-sasssne.Egli è ben altrimenbi_ complesso e sfugge a simili definizioni· aprioristichs. Le qualità di lotta:tore dii Emilio Rathenau -_-il creatore delLa A. E, G. - si erano svi'gorite nel figlio, levigato da un'altra coltura, tormentato da altre esigenze spirituàJi ed anche, se v~liamo assillato da una certa vanità 1etteJ'aria. Nel campo industria.le if pa-dire gli era supèç.ore per unanim,e riconoscimento.- Ma in Walther c'era la stoffa dell'uomo politico di razza: rintuizione psicologioa, pathos emotivo, riccliezz1 di problemi, connessione di teorie e di fatti. Forse a aomiglianza di quanto avvenne in certe fa.miglie d[ ba'nchieri e. mercanti del Rinascimento ,- i Medici per esempio - la stirpe ·di . plutocrati stava per esp-rimere un genio politico e diplomatico. Forse ànche il freddo cinismo di Stinnes segue, per vi~ diversa, ·un'analoga evoluzione .. Non si preoccupa_ il magnate dell'industria p~nte, di teorie, non cerca una connessione tra i fatt.i, VUvealla giornata; ma,_ sgombro di pregi,ud'izi·ali democratiche e, quel che più conta, battezzato, può piegare ai suoi fini, blanc1 .endole, le ingenue forze spirituali prevalenti, che., per l'erronea politica dell'Intesa, ·sono ancora quelle di destra; ed intanto batté egli stesso la vfa <l'egli accordi e si intende con Lubresac, come Rathenau si intendeva con· Loucheur. G,. Sorel difese sul «Carlino» 'la filosofia del Rathenau, e, a mio parere, andò troppo oltre;. m,,. le sue dottrine intuizioni;tiche (egli negava une collCGCenzaesatta dei fenomenJi sociali)· quali • pce.sono desumersi dal volume «Zur Mechanik des <Jeistes» sono ..ad ogni _tno<lo_nooès:;ari~ a C'lmpren<l'ere il suo processo spirituale, lo stile;. la fede e l'azione. Il suo sohc!a.rismo potrà -ancbe dti.leguare nel regno dell'utopia di fronte hl ùna rigorosa critici=..-scientifica; ma, .nell'Economia Nuo\!"a non tutto è evanescente, PrÉ~o BuRRESI ·'# Pensieri scelti di W. RathenaÙ --<>O<>- Una profezia avverata. In UI\ ··primo è· più profondo risucchio -della grande 'oné!'ata rivoluzionaria, :µoi esperimrnte-·· remo un ròmanticismo aiisf.ocra:tico, •dinastico e plu~ratico~ unà nostalgia· Verso ·Io splendore de-ll'ètà gloriosà (1870-1914), un orrore contro Appunti SÙ ,Rath~ria-µ. la felicità univenia:le, meccanièa e--priva...di-~-- lori •Spitituafi, coi suòi Oratori da -comizio, ,'"SpoLa personalità compless,a di W • Ra th enau sta.ti coll'-ésame 'di maturità, contro le ooucioni meritèrebbe una certa attenzione da parte dei monotone ed insincere di emissari pagati; €, cli ·!cttori di «Rivoluzione Liberale"» perchè. l'uo-no simpatizzanti ·in bilico, <!ontro il maachèram€nto di stato'ebbé ~ trattare; nei ri'guardi del suo pae_-- pseudo-scienti,fico della pigrizi.a e, dell'ignoran.-- se, molti dei problemi· che la nostra. Rivista agi- za, della. avidità· e dèlla presunzione; cont.:o la. ta nei riguardi de1la vita italiana:. Certo egli lo '· brutale e 'ricattatoria; agitazione dal· basso.· Vi fece con uoo stile apocalittico e con fervore mes- terrà dietro l'opposta paz~ia: • l'ammirazione. e sianico, rivel-atori dl,ll'origine israelita '7'- che .lo h cattiva imitazione dell'estero tronfio; un inrendono ·un po' èstraneo ai nostri spiriti. Ma· dividualisniò' -pretensioso· ed un indurimento del dietro quelle visioni fantastiche,- efficacissime del la noitq, ·umanità. resto su.ll'.inimo di-. rilolti suoi compatrioti_;-· noi potremmo cercare un· pensiéro più profondo. Le conversioni degli, i_ntel_lettilali; E' facile, nel valutarè le direttive economi<>h<> E' da notami il proce&;9-_spirituale dei conde! dirigente della A. E. G.;' dell'improvvisato- vertiti. Paolo da oonvertito ~i. fa convertitore. re dell~ Rohsto1fversorgung in t<>mpodi -guerra, Ma il sa-ltarellare degli speculatori intell~Ù,.;ali il cadere· in un errore grossolano: quello <lii ve- dal!' errore testè afferniato alla posiziqne con- - dere jn lui un continuato.re della ,prassi riformi- trari.,_ t,,ionfante; colla riserv,L d·i sv~a.rseia di sto ed umanitaria, cara a molti, piutocrati poli- nuovo_ alfoccasione, e colla pretes?- di am_maeticanti, e che ebbe in Germania fra i suoi asser- si:ra.re gli altri, è espressione· di qgesta real~à. tori più tenaci lo stesso Guglielmo II (Pensioni spaventosa:• che, -riguardo ai problemi della vioperaie)'. ta., al posto dell'interna convinzione è suben~ Sotto qu€sta falsa luce lo vide -- e non pote- trato il tjipo. • vi essere altrimenti - JJ;ilippo Turati, il quale Plutocrazia feudale. nella chiusa di un suo troppo celebre discorso Ai pop0:li dell'Europa centrale, abituati mo-. ebbe un accenno al nuovo aolidarismo del Ra- destam€1llte, la ·rapida prosperità detté alla teth enau. sta; soggiacquero ai veleni della meccanizza. Non si può negar.e che nelle teorie economi- • elle del Rathenau, quali eimdrgono da E,mnomia zione e del ca.pita.:lism&e non trovarono, come i freschi americani, la forza di tradurre il uuo. Nuova, ci si.a alcunchè di improvvisato, e di di- V) stato in un sensO di responsabilità perso-· lettantesco·: generalizzazioni alquanto arbitrarie nale; nella bramosia di accumulare nella cli" di un pratico non a torto orgoglioso deJ proprio spensa privata la maggior quantità possibile successO. Ma anche un liberista convinto 1nonL della manna che cadeva dal cielo, affidarono 1a potrà trascmare i suggerimenti di questo orga- 1010 sorte ad una casta feudale invecch'iata, anizzatore per una migliore a.visione del lavoro vida, e ad una grande borghesià cupida~e protra ll!ll'<>ffioinaed un'altra, tra l'un\ e l'altro cacciante; non si lasciarono ammaRStrare dalle gruppo di indust.rie, T,eonicis'mo, si dirà., e catastrofi politiche e perdettero nel disastro delniente idli più. Ìc1, guerra, insieme colle loro chimere, la loro Quel che potrebbe renderlo sospetto agli OC· storica potenza ed il fondamento economico delchi di un economista e di un ita.liano, è un cer- la loro vita. f,(, residuo di socialismo nazionale alla Fichte che;, - strana ironia - accomuna. l'Ebreo ai socialisti nazionali di Monaco, o Rechtsadikalen o Fascisti Bavaresi ohe dir si voglia. Ma a differenziare dalle nostre gestioni stata. li il solid'arismo del Rathenau, di cui non posso e tanto meno vog)io sostenere una difesa scientifica, e,riste od almeno esisteva. un presupposto cui non pose mente G. Luzzatto nella prefazione ad Economi.a Nuova. Tale presupposto, ancora vitale quando il Rathenau scriveva, era la scrupolosa esattezza dell'impiegato tedesco, il suo 'Pflichtgefilhl; la Riform!a' insomma ohe il Pru.<:F..iun<!Biri•ltora, , 1i .mol!tir -Suoiitlerner-iti;·•ebbe lì mr>rito di incana!•are ed inquadrare, ne11'amministra.zione mirabile, oggi purtroppo dissolventesi sotto il colpo della sconfitta e èlel tracollo economico. Ben~ficenza e autonomia. Nessuna opera caritatevole può creare arra conciliazione delle classi o surrogare 1'00.ucazione del ,popolo. Ma :la conciliazione .ielle classi qualora fosse ,raggiungibile, non è affatto il nostro scopo, bensì l'elevazione delle clami; e così non l'educazione del popolo ma la formazione <lei popolo è il nostro ultimo fine. Il lavoro e il benessere morale capitalistico, C'è;; unmetodo ca,pitalistico per nobilitare, anzi per rendere spi rit1,1.aleil. lavoro quotidiano Prima della guerra noi eravamo in proo'nto di ba-ttere questa strada: l'America vi. s; è già incamminata. li suo prl?>Supposto è l'aumento in. definito del benessere. popolare.

Il realismo di f 11, me moria di E'rnesto J:'ortwiato il nostro am:1co e nwestro Giustino Fortunato ha stampato i11, pochissime copie un volumetto commosso e profondo del quale 1wi siamw lieti dli poter far conoscer per primi le 7,agine segue,ilti, citi un'impo1•t,Ql1ua singolare per la conoscc11,za e la sfori<, del proble11u, meridionale. Eravamo, da fanciulli, cresciuti insieme sott.J l"amorevole scorta di genitori, mirabili esempi cl.i disparate ,·irtù; severo e rigido il padre, mitissima e pia la madre; e il vincolo di famiglia, a:llora così forte da noi, c'informò per tempo gli animi, componendoli a. disciplina e bontà. Era una veoch.ia famiglia terriera, la nostra, di quella borghesia che 11 nuovo secolo aveva sospinta al governo dello Stato, devota bell6ì al priucipio tradizionale della unicità, che la buona educazione aveva sempre preservato da corruzione, ma tuttavia immune da quella infingardaggine di spirito e di cuore, da quel preteso diritto alla infigardaggine, il qua.le a lungo formò e costituì il carattere del nostro proprietar:io di terre. E questo amore alla famiglia fu appunto il seut'mento, che primo ci ispirarono i genitori nostri; e, primo de· loro precetti averlo gelosamente sempre iu custodia. Sentimento, che fu la ma.ggiore, se non addirittura la sola forza. spir:tua.le che Pasqua,e V,il\ari, commemorando Domenico Morelli, riconobbe ed esaltò nella debole compagine decadente della ~ocietà meridionale, anteriore alla unificazione: forza, oggidì, presso che scomparsa, e se, con profitto in un paese ancora « troppo duro, di troppo peso, e di pochissima utilità », - in uu paese c4e anoora. bisogne1=ebbe o: fosse di meno fumo e più quiete,, quale è «la coda d'Italia,, come nel 1515 Leone X designò il Mezzogiorno, - dica. chi ci vi ve dentro e soffre del progsessi vo suo dissolvers~ sociale. ' Tocoò ~ me, naturalmente, precedere il fratello in un O>nvitto éli Napoli; ma egli ed io ";' rimanemmo, - anche dopo la fortunosa parentesi nella casa paterna del 1860-61, per altri lt;ngbi quattro anni; in>tem-3ne uscimmo nel '865 e, sostenuti gli esa.mi di lioenza liceale, c'inscrivemmo alla Università; dove, io avan. za-ndolo di un anno, egl_i pUre - vententie ap;- pena - si la\lreò in giurisprudenza, l'agosto del '870. E solo allora avemmo oppartunità di disc:utere, con nostro padre, del noot!",O avvenire. Specialmente dèdito allo studio del Codice Civile m:'o Jra,tello non titubò nella scelta, eleggend:o far pratica forense con l'aV\:~ato Zeuli, già degnissimo magistrato, « destituito • come .al!o.c::i.corse l'andazzo, floJ0- perçhè borbonico, • iu omaggio alla pubblica opinione •. Com'egli di quella pratica e di nuovi stud,i volesse e ~a.passe giovarsi, pur tenendosi lontano dall'esescizio dell'avvocatura, _apparve, prim<l, aal con~ributo che egli diede alla gran ca.usa demaniale sostenuta. dal vescovo cl.i Melfi, domino diretto di Ga.udia:no ,contro il comune di Lavello, - e in oocasione della qua.le egli dettò, serban.- .do l'anonimo, due memor:e,..mirabili per la fine analisi di alcune tra le più ing.arb\lgliate questioni di diritto feudale, - poi, cj.,ù non aver mai la. f.a.miglia avuto necessità di ricorrere, per alcun atto o procedimento proprio, al patroci- _nio di consulente e proéuratore. Del resto, amanti.esimo, nelle ore libere, della lettura, poi -che di libri e cli giornali volle abbondanza nella solitudine campestre, una singolare predilezione egli <;.bbe: quella. cli legg,>re; e serba.re, quante Memor'.e in cause. di diritto privato a. lui mandavano in dono gli amici avvocati. E nel ragiona.re con lui!, sorse in me i'idea. di uno studio su la criminologia; civile, come un giorno mi scappò detto, quale espressione dello stato mora.le di un paese ben diverso da quanto resulti dai registri della cancelleria ·penale: una idea. che egli, non io, digiuno di app~ita preparazione, a.vrebbe potuto tra.durre in, atto, se egli non avesse provato una invincibile ripugnanza a clivu.lg.a.re alcun suo scritto per via della stampa. , Ma, scorsi non più che due anni, un giorno, risoluta.mente e come colto da un'improvvisa ispirazione, eccolo manifestare la intenzione di incamminarsi per un'altra. via, quella della di- -retta conduzione delle nostre terre, a cui in verità, sin da' primi anni io lo avevo veduto proclive, sull'e,;empio del padre, che egli adorava, -e per il ricordo degli antenati, a.vanti e dopo la. lor venuta ne' paesi del Vulture .Forse a questo passo dovè anche contribuire la condizione, tutt'altro che. prospera, nella quale la famiglia., usctta dal pnmo turbinoso deoennio della uni- .fica,ziÒne politica, ebbe a trovarsi. Un giorno t3arà fatta, su' processi B i documenti dì archivw, la st.ori.a del brigantaggio e deHe fazioni locali di quel tempo,. così terribile per le nostre provincie, « tempo d1 calamità uniYersale •, direbbe il Manwni, • in cni l'istinto bestiale dell'uomo suole paurosamente crescere e dominare,. Vittima per l'appunto de' casi di quegli anni, la nostra famiglia., - allora e poi fortunatamente senza l'acre voluttà, e il rimorso, della vendetta, - era rimasta non ,poco· compromessa. ·dalla totale ,perd.ita delle• mag~iori sue industrie del bestiame, - l'ovino e il suino, '-- e. dall'ingente somma sborsata per il ricatto del maggiore de' fratelli Germano. A que' giorni, chi de' nostri pensava più di tornare a GauI LA. R I V O LU Z l O N 1<: LIBERA L ~ 19" • • zate de' più vecchi anni, chi meglio di lui a- Pure, nel!' appaa-ente fe~ezza dell' aspetto, un peSS}ffiJSta. viebbe potuto - e ne convenne con Leopoldo male nascondeva un giudizio non lieto, una Francbetti, suo amicissimo, quando lo ebbe o- comprerurione assai-relativa del mondo, sebbene diano, per rifarci, col lavoro, de' danni sof- spite a Gandia.no raccontare I casi della il dubbio circa. la non buona jndole umana., e ferti J .t: lui, inveoe, il g:ovaoe v,mtiduenne, nostra famiglia, ad amma<stramento di quegli la. umiliante realtà della vita, non giungessero abbandonali i codici O le aule giudiziarie, non uomini di buona. volontà, che tuttavia prestano ma.i a tormentarlo ta.nto da scemargli la pacasi perita <li chiedere al padre e agli zii di an- fede - pa:re irnposa,b,le ! - a' miracoli delle tezza del sentimento .o l'alacrità dell'opera. La àirezione di tutta intera l'azienda ... Tutto l'an- agresti fortune del Mezwgiornol E chi p,iù di percezione che il divino esistesse, non gli era dan~i egli stesso, di.i rimanervi, di tlh'3urnervila lui aveva cwiosciut.e, e a sua volta provate, le già. rnai venuta meno: la dimora nell'aperta no, a. Gaudian.ol Se la incol·umilà della pon;ona ansie paterne, - indelebili nella mente di noi campagna, fuor delle urrre murate, gli giovò poteva oramai dirsi sicura, come garanlirsi dal- fanciulli, - per "la sterile ruPgine o l'ardore sicuramente a rinvigorirgliela; e il bene, quinla malaria, a breve distanza dal malefico fiume i..Jlo soirocco • a ùirla orar.ian:'mente che in di, egli comprese ed esercitò, aborrendo da ogni presso cui non pochi conterranei, primi cen~ 1.,rimavera, facevan cr~dere alla. inevi~bile 1 pri- ostentazione, con un intimo à:.ppagamento poco suari del '806, _ i Faraone, i Severini, j Gra.- vazione dell'intero raccolto! men che religioso. Preferì n,,llo affetto il ponata, i Piacentini, _ non erano S06tati nem- ' Pure, tutto egli tentò per vincere il tristo polo coltivatore, pure non ignaro dell'atavica meno per due O tre lustri, e un di loro, sin dal presagio, anche lui sedotto dalla simbolica fi- sua natura •COSÌ ambigua e diffidente,, -egli '814., ci aveva venduta la sua quota di Monte la gura. dell'Abbondanza, con la cornucopia in diceva, - cche non o·è da farci assegnamento, Quercia 1 De' nostr~ stessi, non uno v'era mai braccio riboccante di biondi chicchi di grano, in perenne contatto con esro e, da parte sua, dimorato dal giugno al novembre: il luogo era anche lui preso dalla suggestione della vasta di- 6{,llza alterigia, si può dire egli a.bbia trascorso repulato pestifero così universalmente, che a' stesa bionda, picchiettata dal rosso vivo de· pa. quasi tutta la vita. E se gli pareva rin.asoere lavoratori stabilmente ivi addetti il nonno ave- paveri, sotto l'ardente cielo di Puglia; tutto in mez,..o a' forti m.inervin.esi, che a. differenza va largito maggior compenso annuo e il diritto egli tentò, sia estendendo la semina, sia. miglio- de' lav<>llesinon rifuggivano dal pernottare in alla pensione.. rando maggesi e culture con ben altro frutto, c&,mpagna, questi particolarmente, ammirava Il consenso, in fine, venne pur dalo, ed egli senza dubbio, in confronto del passato, non e<l amava per la onesta e mite in.dole loro i era _ come dimenticarlo!.,....- sul comincia.re del , 73 mai però consentendo nelle altrui pretese per beato, ove riuscisse a compone le loro liti doandò a prender possesso, con la visione limpida \lll maggior dazio d'introduzione alla dogana. mestiche, assai spesso dissuadendoli dallo a.dire e sicura dei nuovi suoi doveri, col deliberato Ma un anno più dell'altro anche a lui fu forza il magistrato: , i lavellesi, notava, • sono i proposito di essere qualcuno, di essere innanzi conchiudere, che senza desistere dal seminare soli, è vero, che usino e abusino delle querele, tutto se stesso. E sì che aveva pur conosciuti, grano, - la pianta che da nessun ·altra in ore- ignota arma a' conta.clini degli a.Itri paesi; ma sentiti gli ardenti fremiti della giovinezza! An- gio è pareggiata su la superficie terrestre,- - anche i soli che rifuggono dal farsi giustizia che dopo egli Ji conobbe e sentì, ma ognora li- è fatalmente necessario che il sistema cultura.le con le proprie mani, essi che non diedero mai !>ero dalle malinconie che colpiscono le nature estensivo, unico p<>"..Sibilein un ambiente geo- contingenze al brigantaggi.o,. Se un rammarico passion.ali, ognora. desto al senso onnipossente graficc e climatologico come il nostro, trovi il egli portò nel sepolcro, fu quello di non aver del rispetto di sè e della propria dignità, che suo complemento, nonchè in una più larga ed ma.i saputo decidersi a compiere due studi, penlo teruie sempre lontano da ogni volgare a.oco- accurata. piantagjone· di alberi fruttifffi - ul- sati apposta per giovare a' conta.clini, in genemodamento... timo voto di lui in occasione del particolare re, del Mezzogiorno: su la necee;ità, il primo, Bastare a sè, e stima.re ricompensa d'ogni Congresso qui tenuto poco p,;ma della 'sua mor- della. co'nservazione dell'istituto del demanio opera 11 farla, spendendo utilmente il proprio te, - nel risorgimento della industria del be- nei piccoli Comuni montani; l'altro, della ritempo: questo il viatico, che egli portò seco. stia.me, se anche trasmigrante da' pascoli in- forma. ab irnis del contratto di fitto delle terre Pensarono intimidirlq, _tanto la novrtà giova- ,ernàli •di Puglia agli estivi dell' Appenn.iino. pianeggianti, specialmente se cli coltura estenn1~ede! suo atteggiamento parve avventata, col O non è forse vero che normanni e svevi ed an- siva. E quanto i contadini, - i lavellesi, più mmacc:are anche lui, poco men che un deoen- gioini dovettero riconoscere, cbe la sola e vera degli altri, - lo ricambiassero del più puro nio dopa qwanto era toccato allo zio, cli ricatto sorgente di benessere per quanti, nel Mezwgior- affetto, _chi ignora 1 Rammento un vecchio, eh<:, Ma aver notizia della :m::,nacciae, in compagnia no, vivon dell'agricoltura, è la pastorizia! Già a Gaudiano, uscendo da un colloquio con lui, d1 due guardiam, sorprendere i mandanti ed per tempo, egli, il frate! mio, si era accinto incontratomi, mi disse: «è più buono del sole arrestarli, fu tutt'una cosa. Affermatosi così a riallevare .. ovini e suini: gh ovini, non più è"inv,;;rno», e una povera- donna: .-Dio gli ri. nella fama, e restaurata alla meglio la cadente merinos del famoso allevamento borbonico çli· guardi glis occhi d'1,ricc che ha,. Durante i piccola abitaz,ane _ che coll'andar del tempo, Tressanti, - ma pugliesi delle M.urge, de' si- q1:.attro interminabili anni della guerra, o non avrebbe af!).pl:iata e rifatta, _ non dubitò par- gnori Martucci cli Altamurn, - non più ohbli- ricorsero a lui, anche più che a me tutb. i oontecipare, nel nome del padre e dello zio Raf- gati, quindi, a estjvare negli Abruzzi; i suini, ta.dini di Rionero e di Lavellc>, ed egli, sebbene faello, - quasi inventario di quanto aveva non più dell'originaria razza lucanica, e, per infermo~ non si prestò lor:o) anche meglio di trovato, - af primo concorso agrario regionale, ciò, -nou piit brad~ e ,:5010da boschi, ma dello me? « Sono i nostri,, diceva, e la voce gli tretenutosi in Portici nell'agosto del 1845; e nel allevamento stallatico Yorksbire del ma.rchese .mava., «quelli che han dato più vittime, permaggio del seguente anno, far gli on 01,j di casa Stanga di Gmtta. d'Adda. Molto utile gli die- cbè il Mezwgiorno non f.bbe esoneri nè imboa.isoci della .sezione alpina- di N.apoli, • in e-' dero- i primi, niun frutto i secondi, distrutti scarnenti; eppure gli altri, i fratelli del nord, scursione da.-Castel del Monte presso Apdria dal mal rossino, recente non ultima maledizio- oh quanto più adulati e carezzati e premiati a' laghi e a.I bosco di Monticcbio sul Vulture. ne del Mezzogiorno• agrario. Più tardi collocò de' nostri!,. Presto intanto, - _sollecita. ricompensa della lunfo l'Ofanto, nella propria. • isca,. di -Santo . Se le essenziali qualità sue, della. mente e del infatièata' è intelligente su1 a. òperosità; la esti- - Angelo, anche i 'liufàli, con riproduttori della· 'cuore, lo resero - oome tutti sanno - schivo n.azione· de· competenti, la fiducia senza linrite antica razza cerignolana de' La Rocbefoucauld. degli onori e ina=ibile agli allettamenti deldi don Federico Paroncelli il benemerito fon- Douil.ea.uville. Le steslie vacche, accresciute di l-1 notorietà, nessuna. meticolosa modestia. fu datore della casa, cui Ceri~nola deve il suo ri- Dumèro, e più lungamente costrette a rimaner però in lui, e, ne' dinieghi, egli restò sempre sorgimento economico; quando ,per un amman- in Puglia; gli stessi buoi, .assai meglio di una' coerente. Viver fuori della vita comune, gli co che volle far suo alla insaputa del padre, e volta trattati, e tenuti al coperto:. ogni cosa, sembrò jnconoepibile; e se spesso dovè dire di per sopperire alla spesa di una nuova piscina e dunque, dovè deciderlo alla soluzione del pr0- essere conscio della propri,' inettitudine alla cli str,iordinari lavori ricorse al Pa.vonoelli, e bl<ma. ca,pitale, non prima mai nè risoluto nè vita pubblica., nel fatto la ocl.iava: troppo egli questi, senz'altra garanzia. che la p,i.rol,a., gli propasto: conosoere, cioè, quale fosse il miglior ebbe in oospetto il maggior •.numero degli uofu largo d'ogni soccorso. E morto il padre il foraggio possibile nel tavoliere pugliese. Come mini politici, sedotti - a parer sllO - dall• primo gennaio del '49, eali, rimasto l'anima egli, a furia di esperimenti, ne venisse..a,capo, astrazioni deJle idee; e assai disprezzò i politi.- vera.mente fatti:va.. della fa0miglia. nel maggiore e come, alla vigilia della vittori~, ingiusta.men- canti d'ogni risma. Si ricusò nel '96 ool De Bere miglior senso della parola, - la famiglia, te restasse colpito a. morte,, sa. il lettore. Ma nardis, sottosegretario al Tesoro nel Gabinetto che secondo il comandamento dell'avo « nulla potrei io aver d!imenticato l ag1taz10ne del suo Di Rudinl, per la nomina a CoD111)~rio del al mondo doveva dissolvere e sperde~e,, - animo, durante quel difficile non breve periodo Banco di Napoli, e nel '906 col Gia.nturoo, mi-_ non quetò sino a che non ebbe dato a quanti quando egli pensa.va e dioeva, che ove la morte nistro de' Lavori pubblici nel Gabinetto Gioia oomponevano, fratelli e sorelle, quasi pre- lo sorprendesse a mezzo dell'opera, avrebbe 1- littj, quale membro del Coll6iglio di amminimio alla loro non ma.i turbata affettuosa. armo- nutilrnente vissuto, perchè tutto era jnutile stra.zione delle ferrovie cl.i Stato; nel ·900 col nia, sicurtà cli vita libera da impedimenti, e da nell'opera sua ciò che non fosse compiuto! Salandra, ministro dell'Agricoltura nel Gabiangustie. E soltanto quando ebbe ciò fatto, Un esame così vario di questioni a,tt.inenti a.1- netto Pellou.x, per la. proposta a senatore del volle e pot.è interamente dedicarsi ali' opera, l'organismo della. vita economica., gli fu scuola Regno, e nel '912 col Nitti, anche lui mGì'istro lungameifte sospirata e prima e dopo la sua di voloutà risoluta e ferma. Tutto, infatti, egli del!' Agricoltura. nel Gabinetto Giolitti, per la dimora. a: Gancliano: la riforma, cioè, de' vec- dovè alla forza del volere che gli occorse, il più nomina a cavaliere del Lavoro. Di tutte quechi sistemi agrari fino allora praticati, assiduo delle volte, esercitare con una tensione veramen- ste offerte egl~ serbò, religiosamente, il segreto. argomento del pensier suo pure nelle cotidiane t<>singolare dello spirito. Niuno aborrì dall'ozio Ed ogni volta, con me, sorridendo: • o non è passeggiate lungo i poggi SO\:fastanti )a fat- più di lui, sqlito a. ripetere che un -uomo, il uno dei modi per servir la patria anche quello _toria, dove la meinta selvatica odora acutissi- quale « si rispetti•, debba aver già oompjuto il cli fare, come meglio si può, il proprio mestiema, e il biancospino e le ginestre fioriscono... suo l.avoro ,x,tidiano « per l'ora di vespro•• allo re 1 Se tutti ci dessimo attorno, e tutti diserPerchè, se poco, nel frattempo, av'eva ap- ,apparire dell'ucoello sacro a Mi<nerva. Nessuna tassjmo le campagne, chi più lavorerebbe la preso da' libri e dalle riviste, molto gli era meraviglia,, quindi, che in così lunghi anni di terra 1,. Del resto egli riteneva per fermo che riuscito conoscere per i colloqui con i 1avoratori solitudine egli acquistasse un'asooluta origina- gli uomini oercan lontano, e per vie difficili, il del luogo, e molto imparare dalle stesse sue pri- lità nella visione del mondo reale, tale da non bene che, inosservato o dimenticato. è a.. porme prove, se oo.stose, non tutte felici; moltissi- a.ver mai esitazioni nè pentimenti, come i molti tata della loro mano... mo, da esperte .affermazioni famigliari che gli rosi da una irriquetudine oscura, che non co- Ma che non fosse un uomo cbill60 in sè, septornavano, caro ricordo, alla mente. Prima fit- noscono un sol giorno di pace. Siffatta. supe- pero e posson dire coloro che lo avvicinarono e tuarì, poi censuari, da ultimo - per via della riorità semplice ma sapiente, finì col destargli lo udirono pa.rlare, se rado e calmo, con brio benefica legge del 1865, riscattatrice <lel Tavo- se fisicamente non abbastauza forte, un corag- e con arguzia; chè se espressa con parola alfa liere di Puglia - proprietari di terre a coltura gio sempxe tranquillo, frutto d'uno di que' cou- buona e senza prete.sa., l'osservazione gli riuestensiva, mille volte egli aveva sentito ripe- vincimenti eh.e vengono dalla più ponderata ri- sciva oggettiva e facile, e, con l'andar dagli tere dal padre e da.gli zì que.l ch'essi. dicevano soluzione, dopo che ogni contrasto fu valutato anni, sempre piit viva e sciolta. Il motto e, alaver impa-rato da' vecchi, e questi da' prede- e combattuto. L'immane silenzio della steppa, cuna volta,, l'aforisma, - frutti cli così lunga cessori: che cioè per lunghi trecento anni il rotto soltanto, dal frequente infuria.-e del libec- e&perienza, - pur negli anni di forzata dolobestiame, non la oerealicoltura,, - l'eterno mi- cio,, che suol-, Laggiù portar seco come l'eco di rosa perma.llenza qui in Napoli, gli venivan raggio così del contadino come -del proprietario altri sterminati lontani silenzi, dovè certo con- pronti su le labbra, poi che grande e versatile meridionale, - ci aveva dato, unitamente con tribuire a fargli anche acquistare, insieme col gli era stata. la prontezza della mente nel gola remora ai matrimoni e l'abito al rispa.rmjo pieno dominio di sè, la più grande serenità del- dere delle assurdità umane. Certo. egli non ,, le molte quaresime, quel tanto di agiatezza. l'anima. Conservo ancora una sua lettera, di ,prestò ma,i fede alla possibilità d'ogni rimedio che avevamo. Mille volte essi gli avevan detto poco anteriore alla guerra, in cui ringraz:ian- per ogni umano malanno. Ma grazie alla chiara che la oerealicoltura, in terre aduste e aride domi di alcuni libri, - tra· quali due volumi idea ., allo schietto sentimento, che oon tanta come le nostre, era «il terno al lotto., non di dello Shakespeare, mi scriveva d'essersi CC6tanzaaveva prosegµ.iti; av7.,ersoad ogni marado par:igonandola, - con una immagine se grandemente rallegrato di riconoscersi in quel niera di artificiosi ordinamenti sociali, ad ogni non erro, che clioevan tolta dal Galanti, - al pastore della oommedia dal titolo: Come vi misero surrogato del libero lavoro in mezzo. alla giuooatore ~be Ji>ri,m,l.ei;!(e;t\l;ntodi deu:µo, quan-,. piace, che dice: <io sono un onesto assiduo la- libe,;a natura, o:.ohes~lo,, - e,;.;, uso.ripet<)re, t<,, b.isogi~~~r,,,.,call'acqprsto,:!elle, sem~nti e .'lll.e,r vorqtore; io raccolgo quel che mangio; gu~a- ., impara a pensare pi;,maJ1ìi,-p,;~lar.e•, rinasci~a r:iercedi del lavoro, e lo buttasse, al vento, con- gno ~ uel che porto, non odio e non invidio la civile ed elevamento morale eran termini, per tr0 gli elementi naturali e le stagioni che te- fel c; cà di alcUJ10, beato del bene altrui; e il lui, inseparabili, e tutto il resto ciarla, non che nessero banco.. p'ù grande mio orgoglio è quello di vedere le vana, dannosa. Co' pochi registri e le poche carte sopra;-an- mie pecore pascolare, i miei agnelli ~ucchiare,. GIUSTl'10 FORTUNATO.

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