La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 5 - 8 marzo 1923

Il realismo di f 11, me moria di E'rnesto J:'ortwiato il nostro am:1co e nwestro Giustino Fortunato ha stampato i11, pochissime copie un volumetto commosso e profondo del quale 1wi siamw lieti dli poter far conoscer per primi le 7,agine segue,ilti, citi un'impo1•t,Ql1ua singolare per la conoscc11,za e la sfori<, del proble11u, meridionale. Eravamo, da fanciulli, cresciuti insieme sott.J l"amorevole scorta di genitori, mirabili esempi cl.i disparate ,·irtù; severo e rigido il padre, mitissima e pia la madre; e il vincolo di famiglia, a:llora così forte da noi, c'informò per tempo gli animi, componendoli a. disciplina e bontà. Era una veoch.ia famiglia terriera, la nostra, di quella borghesia che 11 nuovo secolo aveva sospinta al governo dello Stato, devota bell6ì al priucipio tradizionale della unicità, che la buona educazione aveva sempre preservato da corruzione, ma tuttavia immune da quella infingardaggine di spirito e di cuore, da quel preteso diritto alla infigardaggine, il qua.le a lungo formò e costituì il carattere del nostro proprietar:io di terre. E questo amore alla famiglia fu appunto il seut'mento, che primo ci ispirarono i genitori nostri; e, primo de· loro precetti averlo gelosamente sempre iu custodia. Sentimento, che fu la ma.ggiore, se non addirittura la sola forza. spir:tua.le che Pasqua,e V,il\ari, commemorando Domenico Morelli, riconobbe ed esaltò nella debole compagine decadente della ~ocietà meridionale, anteriore alla unificazione: forza, oggidì, presso che scomparsa, e se, con profitto in un paese ancora « troppo duro, di troppo peso, e di pochissima utilità », - in uu paese c4e anoora. bisogne1=ebbe o: fosse di meno fumo e più quiete,, quale è «la coda d'Italia,, come nel 1515 Leone X designò il Mezzogiorno, - dica. chi ci vi ve dentro e soffre del progsessi vo suo dissolvers~ sociale. ' Tocoò ~ me, naturalmente, precedere il fratello in un O>nvitto éli Napoli; ma egli ed io ";' rimanemmo, - anche dopo la fortunosa parentesi nella casa paterna del 1860-61, per altri lt;ngbi quattro anni; in>tem-3ne uscimmo nel '865 e, sostenuti gli esa.mi di lioenza liceale, c'inscrivemmo alla Università; dove, io avan. za-ndolo di un anno, egl_i pUre - vententie ap;- pena - si la\lreò in giurisprudenza, l'agosto del '870. E solo allora avemmo oppartunità di disc:utere, con nostro padre, del noot!",O avvenire. Specialmente dèdito allo studio del Codice Civile m:'o Jra,tello non titubò nella scelta, eleggend:o far pratica forense con l'aV\:~ato Zeuli, già degnissimo magistrato, « destituito • come .al!o.c::i.corse l'andazzo, floJ0- perçhè borbonico, • iu omaggio alla pubblica opinione •. Com'egli di quella pratica e di nuovi stud,i volesse e ~a.passe giovarsi, pur tenendosi lontano dall'esescizio dell'avvocatura, _apparve, prim<l, aal con~ributo che egli diede alla gran ca.usa demaniale sostenuta. dal vescovo cl.i Melfi, domino diretto di Ga.udia:no ,contro il comune di Lavello, - e in oocasione della qua.le egli dettò, serban.- .do l'anonimo, due memor:e,..mirabili per la fine analisi di alcune tra le più ing.arb\lgliate questioni di diritto feudale, - poi, cj.,ù non aver mai la. f.a.miglia avuto necessità di ricorrere, per alcun atto o procedimento proprio, al patroci- _nio di consulente e proéuratore. Del resto, amanti.esimo, nelle ore libere, della lettura, poi -che di libri e cli giornali volle abbondanza nella solitudine campestre, una singolare predilezione egli <;.bbe: quella. cli legg,>re; e serba.re, quante Memor'.e in cause. di diritto privato a. lui mandavano in dono gli amici avvocati. E nel ragiona.re con lui!, sorse in me i'idea. di uno studio su la criminologia; civile, come un giorno mi scappò detto, quale espressione dello stato mora.le di un paese ben diverso da quanto resulti dai registri della cancelleria ·penale: una idea. che egli, non io, digiuno di app~ita preparazione, a.vrebbe potuto tra.durre in, atto, se egli non avesse provato una invincibile ripugnanza a clivu.lg.a.re alcun suo scritto per via della stampa. , Ma, scorsi non più che due anni, un giorno, risoluta.mente e come colto da un'improvvisa ispirazione, eccolo manifestare la intenzione di incamminarsi per un'altra. via, quella della di- -retta conduzione delle nostre terre, a cui in verità, sin da' primi anni io lo avevo veduto proclive, sull'e,;empio del padre, che egli adorava, -e per il ricordo degli antenati, a.vanti e dopo la. lor venuta ne' paesi del Vulture .Forse a questo passo dovè anche contribuire la condizione, tutt'altro che. prospera, nella quale la famiglia., usctta dal pnmo turbinoso deoennio della uni- .fica,ziÒne politica, ebbe a trovarsi. Un giorno t3arà fatta, su' processi B i documenti dì archivw, la st.ori.a del brigantaggio e deHe fazioni locali di quel tempo,. così terribile per le nostre provincie, « tempo d1 calamità uniYersale •, direbbe il Manwni, • in cni l'istinto bestiale dell'uomo suole paurosamente crescere e dominare,. Vittima per l'appunto de' casi di quegli anni, la nostra famiglia., - allora e poi fortunatamente senza l'acre voluttà, e il rimorso, della vendetta, - era rimasta non ,poco· compromessa. ·dalla totale ,perd.ita delle• mag~iori sue industrie del bestiame, - l'ovino e il suino, '-- e. dall'ingente somma sborsata per il ricatto del maggiore de' fratelli Germano. A que' giorni, chi de' nostri pensava più di tornare a GauI LA. R I V O LU Z l O N 1<: LIBERA L ~ 19" • • zate de' più vecchi anni, chi meglio di lui a- Pure, nel!' appaa-ente fe~ezza dell' aspetto, un peSS}ffiJSta. viebbe potuto - e ne convenne con Leopoldo male nascondeva un giudizio non lieto, una Francbetti, suo amicissimo, quando lo ebbe o- comprerurione assai-relativa del mondo, sebbene diano, per rifarci, col lavoro, de' danni sof- spite a Gandia.no raccontare I casi della il dubbio circa. la non buona jndole umana., e ferti J .t: lui, inveoe, il g:ovaoe v,mtiduenne, nostra famiglia, ad amma<stramento di quegli la. umiliante realtà della vita, non giungessero abbandonali i codici O le aule giudiziarie, non uomini di buona. volontà, che tuttavia prestano ma.i a tormentarlo ta.nto da scemargli la pacasi perita <li chiedere al padre e agli zii di an- fede - pa:re irnposa,b,le ! - a' miracoli delle tezza del sentimento .o l'alacrità dell'opera. La àirezione di tutta intera l'azienda ... Tutto l'an- agresti fortune del Mezwgiornol E chi p,iù di percezione che il divino esistesse, non gli era dan~i egli stesso, di.i rimanervi, di tlh'3urnervila lui aveva cwiosciut.e, e a sua volta provate, le già. rnai venuta meno: la dimora nell'aperta no, a. Gaudian.ol Se la incol·umilà della pon;ona ansie paterne, - indelebili nella mente di noi campagna, fuor delle urrre murate, gli giovò poteva oramai dirsi sicura, come garanlirsi dal- fanciulli, - per "la sterile ruPgine o l'ardore sicuramente a rinvigorirgliela; e il bene, quinla malaria, a breve distanza dal malefico fiume i..Jlo soirocco • a ùirla orar.ian:'mente che in di, egli comprese ed esercitò, aborrendo da ogni presso cui non pochi conterranei, primi cen~ 1.,rimavera, facevan cr~dere alla. inevi~bile 1 pri- ostentazione, con un intimo à:.ppagamento poco suari del '806, _ i Faraone, i Severini, j Gra.- vazione dell'intero raccolto! men che religioso. Preferì n,,llo affetto il ponata, i Piacentini, _ non erano S06tati nem- ' Pure, tutto egli tentò per vincere il tristo polo coltivatore, pure non ignaro dell'atavica meno per due O tre lustri, e un di loro, sin dal presagio, anche lui sedotto dalla simbolica fi- sua natura •COSÌ ambigua e diffidente,, -egli '814., ci aveva venduta la sua quota di Monte la gura. dell'Abbondanza, con la cornucopia in diceva, - cche non o·è da farci assegnamento, Quercia 1 De' nostr~ stessi, non uno v'era mai braccio riboccante di biondi chicchi di grano, in perenne contatto con esro e, da parte sua, dimorato dal giugno al novembre: il luogo era anche lui preso dalla suggestione della vasta di- 6{,llza alterigia, si può dire egli a.bbia trascorso repulato pestifero così universalmente, che a' stesa bionda, picchiettata dal rosso vivo de· pa. quasi tutta la vita. E se gli pareva rin.asoere lavoratori stabilmente ivi addetti il nonno ave- paveri, sotto l'ardente cielo di Puglia; tutto in mez,..o a' forti m.inervin.esi, che a. differenza va largito maggior compenso annuo e il diritto egli tentò, sia estendendo la semina, sia. miglio- de' lav<>llesinon rifuggivano dal pernottare in alla pensione.. rando maggesi e culture con ben altro frutto, c&,mpagna, questi particolarmente, ammirava Il consenso, in fine, venne pur dalo, ed egli senza dubbio, in confronto del passato, non e<l amava per la onesta e mite in.dole loro i era _ come dimenticarlo!.,....- sul comincia.re del , 73 mai però consentendo nelle altrui pretese per beato, ove riuscisse a compone le loro liti doandò a prender possesso, con la visione limpida \lll maggior dazio d'introduzione alla dogana. mestiche, assai spesso dissuadendoli dallo a.dire e sicura dei nuovi suoi doveri, col deliberato Ma un anno più dell'altro anche a lui fu forza il magistrato: , i lavellesi, notava, • sono i proposito di essere qualcuno, di essere innanzi conchiudere, che senza desistere dal seminare soli, è vero, che usino e abusino delle querele, tutto se stesso. E sì che aveva pur conosciuti, grano, - la pianta che da nessun ·altra in ore- ignota arma a' conta.clini degli a.Itri paesi; ma sentiti gli ardenti fremiti della giovinezza! An- gio è pareggiata su la superficie terrestre,- - anche i soli che rifuggono dal farsi giustizia che dopo egli Ji conobbe e sentì, ma ognora li- è fatalmente necessario che il sistema cultura.le con le proprie mani, essi che non diedero mai !>ero dalle malinconie che colpiscono le nature estensivo, unico p<>"..Sibilein un ambiente geo- contingenze al brigantaggi.o,. Se un rammarico passion.ali, ognora. desto al senso onnipossente graficc e climatologico come il nostro, trovi il egli portò nel sepolcro, fu quello di non aver del rispetto di sè e della propria dignità, che suo complemento, nonchè in una più larga ed ma.i saputo decidersi a compiere due studi, penlo teruie sempre lontano da ogni volgare a.oco- accurata. piantagjone· di alberi fruttifffi - ul- sati apposta per giovare a' conta.clini, in genemodamento... timo voto di lui in occasione del particolare re, del Mezzogiorno: su la necee;ità, il primo, Bastare a sè, e stima.re ricompensa d'ogni Congresso qui tenuto poco p,;ma della 'sua mor- della. co'nservazione dell'istituto del demanio opera 11 farla, spendendo utilmente il proprio te, - nel risorgimento della industria del be- nei piccoli Comuni montani; l'altro, della ritempo: questo il viatico, che egli portò seco. stia.me, se anche trasmigrante da' pascoli in- forma. ab irnis del contratto di fitto delle terre Pensarono intimidirlq, _tanto la novrtà giova- ,ernàli •di Puglia agli estivi dell' Appenn.iino. pianeggianti, specialmente se cli coltura estenn1~ede! suo atteggiamento parve avventata, col O non è forse vero che normanni e svevi ed an- siva. E quanto i contadini, - i lavellesi, più mmacc:are anche lui, poco men che un deoen- gioini dovettero riconoscere, cbe la sola e vera degli altri, - lo ricambiassero del più puro nio dopa qwanto era toccato allo zio, cli ricatto sorgente di benessere per quanti, nel Mezwgior- affetto, _chi ignora 1 Rammento un vecchio, eh<:, Ma aver notizia della :m::,nacciae, in compagnia no, vivon dell'agricoltura, è la pastorizia! Già a Gaudiano, uscendo da un colloquio con lui, d1 due guardiam, sorprendere i mandanti ed per tempo, egli, il frate! mio, si era accinto incontratomi, mi disse: «è più buono del sole arrestarli, fu tutt'una cosa. Affermatosi così a riallevare .. ovini e suini: gh ovini, non più è"inv,;;rno», e una povera- donna: .-Dio gli ri. nella fama, e restaurata alla meglio la cadente merinos del famoso allevamento borbonico çli· guardi glis occhi d'1,ricc che ha,. Durante i piccola abitaz,ane _ che coll'andar del tempo, Tressanti, - ma pugliesi delle M.urge, de' si- q1:.attro interminabili anni della guerra, o non avrebbe af!).pl:iata e rifatta, _ non dubitò par- gnori Martucci cli Altamurn, - non più ohbli- ricorsero a lui, anche più che a me tutb. i oontecipare, nel nome del padre e dello zio Raf- gati, quindi, a estjvare negli Abruzzi; i suini, ta.dini di Rionero e di Lavellc>, ed egli, sebbene faello, - quasi inventario di quanto aveva non più dell'originaria razza lucanica, e, per infermo~ non si prestò lor:o) anche meglio di trovato, - af primo concorso agrario regionale, ciò, -nou piit brad~ e ,:5010da boschi, ma dello me? « Sono i nostri,, diceva, e la voce gli tretenutosi in Portici nell'agosto del 1845; e nel allevamento stallatico Yorksbire del ma.rchese .mava., «quelli che han dato più vittime, permaggio del seguente anno, far gli on 01,j di casa Stanga di Gmtta. d'Adda. Molto utile gli die- cbè il Mezwgiorno non f.bbe esoneri nè imboa.isoci della .sezione alpina- di N.apoli, • in e-' dero- i primi, niun frutto i secondi, distrutti scarnenti; eppure gli altri, i fratelli del nord, scursione da.-Castel del Monte presso Apdria dal mal rossino, recente non ultima maledizio- oh quanto più adulati e carezzati e premiati a' laghi e a.I bosco di Monticcbio sul Vulture. ne del Mezzogiorno• agrario. Più tardi collocò de' nostri!,. Presto intanto, - _sollecita. ricompensa della lunfo l'Ofanto, nella propria. • isca,. di -Santo . Se le essenziali qualità sue, della. mente e del infatièata' è intelligente su1 a. òperosità; la esti- - Angelo, anche i 'liufàli, con riproduttori della· 'cuore, lo resero - oome tutti sanno - schivo n.azione· de· competenti, la fiducia senza linrite antica razza cerignolana de' La Rocbefoucauld. degli onori e ina=ibile agli allettamenti deldi don Federico Paroncelli il benemerito fon- Douil.ea.uville. Le steslie vacche, accresciute di l-1 notorietà, nessuna. meticolosa modestia. fu datore della casa, cui Ceri~nola deve il suo ri- Dumèro, e più lungamente costrette a rimaner però in lui, e, ne' dinieghi, egli restò sempre sorgimento economico; quando ,per un amman- in Puglia; gli stessi buoi, .assai meglio di una' coerente. Viver fuori della vita comune, gli co che volle far suo alla insaputa del padre, e volta trattati, e tenuti al coperto:. ogni cosa, sembrò jnconoepibile; e se spesso dovè dire di per sopperire alla spesa di una nuova piscina e dunque, dovè deciderlo alla soluzione del pr0- essere conscio della propri,' inettitudine alla cli str,iordinari lavori ricorse al Pa.vonoelli, e bl<ma. ca,pitale, non prima mai nè risoluto nè vita pubblica., nel fatto la ocl.iava: troppo egli questi, senz'altra garanzia. che la p,i.rol,a., gli propasto: conosoere, cioè, quale fosse il miglior ebbe in oospetto il maggior •.numero degli uofu largo d'ogni soccorso. E morto il padre il foraggio possibile nel tavoliere pugliese. Come mini politici, sedotti - a parer sllO - dall• primo gennaio del '49, eali, rimasto l'anima egli, a furia di esperimenti, ne venisse..a,capo, astrazioni deJle idee; e assai disprezzò i politi.- vera.mente fatti:va.. della fa0miglia. nel maggiore e come, alla vigilia della vittori~, ingiusta.men- canti d'ogni risma. Si ricusò nel '96 ool De Bere miglior senso della parola, - la famiglia, te restasse colpito a. morte,, sa. il lettore. Ma nardis, sottosegretario al Tesoro nel Gabinetto che secondo il comandamento dell'avo « nulla potrei io aver d!imenticato l ag1taz10ne del suo Di Rudinl, per la nomina a CoD111)~rio del al mondo doveva dissolvere e sperde~e,, - animo, durante quel difficile non breve periodo Banco di Napoli, e nel '906 col Gia.nturoo, mi-_ non quetò sino a che non ebbe dato a quanti quando egli pensa.va e dioeva, che ove la morte nistro de' Lavori pubblici nel Gabinetto Gioia oomponevano, fratelli e sorelle, quasi pre- lo sorprendesse a mezzo dell'opera, avrebbe 1- littj, quale membro del Coll6iglio di amminimio alla loro non ma.i turbata affettuosa. armo- nutilrnente vissuto, perchè tutto era jnutile stra.zione delle ferrovie cl.i Stato; nel ·900 col nia, sicurtà cli vita libera da impedimenti, e da nell'opera sua ciò che non fosse compiuto! Salandra, ministro dell'Agricoltura nel Gabiangustie. E soltanto quando ebbe ciò fatto, Un esame così vario di questioni a,tt.inenti a.1- netto Pellou.x, per la. proposta a senatore del volle e pot.è interamente dedicarsi ali' opera, l'organismo della. vita economica., gli fu scuola Regno, e nel '912 col Nitti, anche lui mGì'istro lungameifte sospirata e prima e dopo la sua di voloutà risoluta e ferma. Tutto, infatti, egli del!' Agricoltura. nel Gabinetto Giolitti, per la dimora. a: Gancliano: la riforma, cioè, de' vec- dovè alla forza del volere che gli occorse, il più nomina a cavaliere del Lavoro. Di tutte quechi sistemi agrari fino allora praticati, assiduo delle volte, esercitare con una tensione veramen- ste offerte egl~ serbò, religiosamente, il segreto. argomento del pensier suo pure nelle cotidiane t<>singolare dello spirito. Niuno aborrì dall'ozio Ed ogni volta, con me, sorridendo: • o non è passeggiate lungo i poggi SO\:fastanti )a fat- più di lui, sqlito a. ripetere che un -uomo, il uno dei modi per servir la patria anche quello _toria, dove la meinta selvatica odora acutissi- quale « si rispetti•, debba aver già oompjuto il cli fare, come meglio si può, il proprio mestiema, e il biancospino e le ginestre fioriscono... suo l.avoro ,x,tidiano « per l'ora di vespro•• allo re 1 Se tutti ci dessimo attorno, e tutti diserPerchè, se poco, nel frattempo, av'eva ap- ,apparire dell'ucoello sacro a Mi<nerva. Nessuna tassjmo le campagne, chi più lavorerebbe la preso da' libri e dalle riviste, molto gli era meraviglia,, quindi, che in così lunghi anni di terra 1,. Del resto egli riteneva per fermo che riuscito conoscere per i colloqui con i 1avoratori solitudine egli acquistasse un'asooluta origina- gli uomini oercan lontano, e per vie difficili, il del luogo, e molto imparare dalle stesse sue pri- lità nella visione del mondo reale, tale da non bene che, inosservato o dimenticato. è a.. porme prove, se oo.stose, non tutte felici; moltissi- a.ver mai esitazioni nè pentimenti, come i molti tata della loro mano... mo, da esperte .affermazioni famigliari che gli rosi da una irriquetudine oscura, che non co- Ma che non fosse un uomo cbill60 in sè, septornavano, caro ricordo, alla mente. Prima fit- noscono un sol giorno di pace. Siffatta. supe- pero e posson dire coloro che lo avvicinarono e tuarì, poi censuari, da ultimo - per via della riorità semplice ma sapiente, finì col destargli lo udirono pa.rlare, se rado e calmo, con brio benefica legge del 1865, riscattatrice <lel Tavo- se fisicamente non abbastauza forte, un corag- e con arguzia; chè se espressa con parola alfa liere di Puglia - proprietari di terre a coltura gio sempxe tranquillo, frutto d'uno di que' cou- buona e senza prete.sa., l'osservazione gli riuestensiva, mille volte egli aveva sentito ripe- vincimenti eh.e vengono dalla più ponderata ri- sciva oggettiva e facile, e, con l'andar dagli tere dal padre e da.gli zì que.l ch'essi. dicevano soluzione, dopo che ogni contrasto fu valutato anni, sempre piit viva e sciolta. Il motto e, alaver impa-rato da' vecchi, e questi da' prede- e combattuto. L'immane silenzio della steppa, cuna volta,, l'aforisma, - frutti cli così lunga cessori: che cioè per lunghi trecento anni il rotto soltanto, dal frequente infuria.-e del libec- e&perienza, - pur negli anni di forzata dolobestiame, non la oerealicoltura,, - l'eterno mi- cio,, che suol-, Laggiù portar seco come l'eco di rosa perma.llenza qui in Napoli, gli venivan raggio così del contadino come -del proprietario altri sterminati lontani silenzi, dovè certo con- pronti su le labbra, poi che grande e versatile meridionale, - ci aveva dato, unitamente con tribuire a fargli anche acquistare, insieme col gli era stata. la prontezza della mente nel gola remora ai matrimoni e l'abito al rispa.rmjo pieno dominio di sè, la più grande serenità del- dere delle assurdità umane. Certo. egli non ,, le molte quaresime, quel tanto di agiatezza. l'anima. Conservo ancora una sua lettera, di ,prestò ma,i fede alla possibilità d'ogni rimedio che avevamo. Mille volte essi gli avevan detto poco anteriore alla guerra, in cui ringraz:ian- per ogni umano malanno. Ma grazie alla chiara che la oerealicoltura, in terre aduste e aride domi di alcuni libri, - tra· quali due volumi idea ., allo schietto sentimento, che oon tanta come le nostre, era «il terno al lotto., non di dello Shakespeare, mi scriveva d'essersi CC6tanzaaveva prosegµ.iti; av7.,ersoad ogni marado par:igonandola, - con una immagine se grandemente rallegrato di riconoscersi in quel niera di artificiosi ordinamenti sociali, ad ogni non erro, che clioevan tolta dal Galanti, - al pastore della oommedia dal titolo: Come vi misero surrogato del libero lavoro in mezzo. alla giuooatore ~be Ji>ri,m,l.ei;!(e;t\l;ntodi deu:µo, quan-,. piace, che dice: <io sono un onesto assiduo la- libe,;a natura, o:.ohes~lo,, - e,;.;, uso.ripet<)re, t<,, b.isogi~~~r,,,.,call'acqprsto,:!elle, sem~nti e .'lll.e,r vorqtore; io raccolgo quel che mangio; gu~a- ., impara a pensare pi;,maJ1ìi,-p,;~lar.e•, rinasci~a r:iercedi del lavoro, e lo buttasse, al vento, con- gno ~ uel che porto, non odio e non invidio la civile ed elevamento morale eran termini, per tr0 gli elementi naturali e le stagioni che te- fel c; cà di alcUJ10, beato del bene altrui; e il lui, inseparabili, e tutto il resto ciarla, non che nessero banco.. p'ù grande mio orgoglio è quello di vedere le vana, dannosa. Co' pochi registri e le poche carte sopra;-an- mie pecore pascolare, i miei agnelli ~ucchiare,. GIUSTl'10 FORTUNATO.

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