La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 36 - 7 dicembre 1922

bi LETTU R,f ALDO OBERDORFER, Il socialismo del dopoguerra a Trieste. Firenze, ed. Vallecchi, 1922 (Collez. «Uomini e idee,, VIII). La considerazione d'ogni oggetto umano - pensiero od azio)le - da un punto di vista psicologico tie1,1sempre alcunchè cli solenne e di religioso. Mettendo in disparte gli schemi preordinati della scienza e le categorie filosofiche; rinunziando ad ogni sviluppo d'idee generali, per accostarci studiosamente a una particolare anima e al gioco variegato e imprevedibile dei suoi sentimenti e delle sue passioni; ci troviamo quasi sempre di fronte a una sostanza spirituale dolorosa.mente e miracolosamente vicina aÙe nostre esperienze, così che la nostra. indagine si colOra d1 una um~ità commossa e profonda. Per esempio, qualora non si voglia considerare questo libro dell'Oberdorfer soltanto come un episodio della polemica dei socialisti di destm contro il m.assirualismo e il comunismo, e chiedergli sussidio di dimostrazioni e d'esempi alle dottrine professate o frettolosamente applicargli i canoni d'una, critica partigiana; resta semp,re, per l'osservatore cauto ed_attento, la storia d'un uomo, interessante almeno come i dibattiti e gli imbrogli della cronaca politica. Vero è che anche il caso d'un intellettualè sceso nell'arringo con un bagaglio di cognizioni al'r denti e di ben sistemate teorie, e dopo breve tempo trascinato dalle correnLi peggiori e più rumorose, o abbandonato con indifferenza alla ~ua postuma del usione; può parer tanto frequente e volgare da esser discusso e ;,altttato in poche pa<role. Ma anche qui è necessario distinguere e venire ai particolari, se non si ~ole che un facile atteggiamento di sprezzante i-ronia copra malamente la poca voglia o if!capacità di oomprendere. Del resto l'Oberdorfer non è. come si sa, uno dei soliti intellettuali - retori piagnucolosi e seccatori: prescindendo anche dalle sue conoscenze di ane e di letteratura, le sue valutazioni dei fatti politici, delle condizioni generali degli avvenimenti in Italia, e -di quelle particolari della sua regione, mostrano in lui una. solida preparazione mentale e magari un senno pratico non ignoti a chi ricordi i suoi articoli, nell'Uni. t.à, sui problemi della Venezia Giuli«. Ricco della recente educazione filosofica, e degli spregiudicati insegnamenti del marxismo, egli ha in 9<li 0 le form~ e j ll'.letoc!idella \leTl]o,;:,cazia m~&- sonica, ed è anche ca.pace di disti.n,,<>uere criticare le abitudini demagogiche dei suoi stessi compagni di parte. Il che, mentre può pa:-er pregio, finisce di essere il suo principale difetto. Il suo odio delle soltLZionisempliciste ed improvvisate, il suo sprezzo per aie nuove mas3e turbolente, discrdinate e inccnscie », la sua « volontà di distinguere 1, sono i sintomi e le forme este.- .!:!2ri d·uno stato d'anÌI!19 non abbastan~a con- ,,;nto del mito per aé<lé.ttare lo sforzo istintivo delle folle, e llorl abbastanza spregiudicato (o, se si vuole, cinico) per adopera.rlo a' suoi scopi. La critica. delle utopie, magari per sè oculata ed esatta, si riduce nel gioco delle vicende pratiche ad essere, essa stessa, un'utopia, quando si riveli nel\' azione infeconda. Perciò gli uomini veramente politici sanno quando si cteve assecondare gli istinti e gli errori delle masse, e quand" invece è possibile far sentire con successo la voce della critica; e si ace,-oncianosenza difficoltà al precetu, di Pascal: • il faut avoir une pensée dc derrière, et juger de tout par là, en parlant cependant comme le peuple,. L ·oberdorfer invece ha una fiducia esagerata nell'importanza e nella necessità della sua missione intellettuale: crede che l'educazione e la formazione spirituale debba esser più ca.ra al popolo e dei suoi sindacati, più cara delle sue cooperabve, più delle sue stesse istituzioni politiche•· Questa incapacità ad uscir fuori dal suo mondo di raffinata cultura libraria; questa volontà d'imporre la propria sapienza agli umili, e dirigere tutta l'opera propria ad un .rinnovamento delle abitudini e del gusto,; mentre rivelano una scarsa attitudine politica, e talora persino una. certa ingenuità (come quando, per es., l'O. dice che cii socialismo avrebbe dovuto approfittare dell'enorme suo prestigio sulle masse, per rendere gli ucmini moralmente migliori,: nientemeno!), po,son essere condannate magari come \"effetto d'una presuntuosa pedanteria e d'un'arbitraria limitazione delle possibilità dello spirito. Almeno da chi intenda il valore limitato e chiuso delle facoltà contemplative, sul terreno ddle lotte •oonomiche e politiche; e da questa cognizipne derivi, per l'intellettuale che vuol partecipare alla vita politica, la nwessità d'un sacrificio preliminare e doveroso. Non per nulla, par di sentire nello sforzo di redenzione degli operai organizzati la decisione d'una rivolta contro l'intelligenza; la quale in fondo non può esser altro che una ragionevolissima ribellione contro il presente illuminismo; e una più netta sistemazion,; e delimitazione e distinzione delle attività teoriche ed utilitari<>. &monchè l'Oberdorf Eff non merita rirnprov€:ri, tanto più che sente egli s!,,sso tutta la difficoltà e il pericolo delta stta p-05izione: e d'altra parte il problema che lo preoccupa ,, vivo e doloroso anche per noi. , Tlo diritto - egli si chiede - di dire ad altri, anche a fin di bene, in form,i, recisa, cose della cui assoluta verità non sono ben convinto io stesso! Bo il .(lirit._todi dire in una forma sola, laLA RIVOLUZIONE LIBERALE sciando crede:e che quella sol.a,esista, delle vexità ch'io sénto con cento differenziazioni e in cento. forme e con cento possibilità diverse h. L'Oberdorfer ba scelto la via dell'azione: ò enLrato in un partito, non ostante i suoi dubbi, ha accettato un mito: ha fatto, se non altro, anche tra i wcialisti, il suo compito d'educatore e di maestro. Noi che abbiamo scelto w1'altr.a via, pur a.vendo coscienza di non esse:· soltanto pedago ,1,; inerti e sfaccendati spettatori, non ci sentian10 ancora abbastanza forti, nè passessori di così :~o. lidi argomenti atti a giustificare la nostra 01,e1a, per avere il coraggio di criticare troppo sev,,•·ar mente le debolezze e j difetti degli altri. E se qualcuno ci rimette dinanzi agli occhi i d,-.Li elementa-ri d'un problema che interessa da vicino la nostra coscienza, lo ascoltiamo con ris Jettosa simpatia. Anche all'Obexdorfer dobbi~mo perciò un ringraziamento. Tanto più che, avtndo volutamente esaminato questo suo libro da un punto di vista unilaterale, non abbiamo pottt' o accennare ai suoi meriti particolari, come si doveva. Ricordere-mo ora le pagine stùle condizioni della Venezia Giulia, che costituiscono anoora Oggi un fondamento per la valutazione e la condanna de]I1azione governativa in queJtu regioni; e le analisi accurate e sostanzialmcmie esatte del socialismo istriano e friulano. NATALINO SAPEGNO. POSTILLE Agricoltura e siderui,gia, I peggiori nemici degli agricoltori sono gli agi~coltori stessi. Se i problemi italiani, che sono problemi essenzialmente agrari, non vengono risolti, si deve all'ignoranza, aJla bestialità degli agricoltori ,incapaci d!i vedere un palmo più in là del proprio .çampo, incapacissimi a scegliere persone intelligenti e colte cui affidare la tutela dei propri interessi. Vedete un po': qttest'ultimo numero della Riforma Agraria, una rivista che va per la maggiore ed è l1organo delle potenti assocfoz-ioni agrarie parmensi, mi pubblica un articolo del prof. Virgilii iu difesa della siderurgia, quell'industria cioè dalla quale tanto danno è venuto all'agricoltura e a tutte le classi agricole, a parte il ridicolo di difendere cosa che nessuno più, neppure gli inte:re5&ati,si sente il coraggio d1 difen.dere publ::!iOamént~. Il prof. Virgilii non chiede esplicitamente che si continui a proteggere col dazio doganale la. siderurgia; .ma sembra il suo ru-ticolo non sia stato scritto ad altro fine, perchè, giustificata la protezione doganale di cui la siderurgia goeleva nell'anteguerra, afferma che la siderurgia è indispensabile all'agricoltura moderna, la quale ha bisogno di molte cose più del vecchio aratro virgiliano, e indispensabile più che mai all'Italia, tutta o qllasi tutta agricola, per cui non v1 1a.sdata m6rire, Il prof. Virgilii Crede dunque che, se le macchine di cui ha bisogno l'agricoltura non si fabbricassero in Italia, non verrebbero dall'estero1 O crede addirittui-a che Hifabbrichino soloinlta!ia 1 il prof. Virgilii è di una logicità sorprer.- dente: l'agricoltura ha bisogno di macch·r,c; a minor costo le avrà e più· potrà servirsene e produrre; dunque è necessario protegger~ Je macchine fabbricate in Italia perchè costino <li più, vale a dire percbè l'agricoltura non po..'5-1 servirsene troppe. Ma no: è così straordinario che io penso i! prof. Virgilii non volesse di.r questo. Ma al!,.ra che co,;a voleva dire1 E che c'entrava l'agricoltura se voleva dire un'altra cosa 1 Che abti,, do,uto servire di pretesto al prof. Virgilii per permettergli di collocare l'articolo in una rivista che è agraria 1 O si tratta del voto platonico cb~ l'industria siderurgica possa tant-0 progredire da dare all'agricoltura italiana le macchine a buon mercato, non aumentate cioè dalla protezione doganale 7 u Por·m1..1liamol'cn1gwrio -- conclvd, - che, sostituendo fìn dove è passibile il nostro carbone bianco (la forza idroelettrica) al carbone che ci manca, localizza,ndo localment~ l'afl,tracite e la li911ite, trasformando (1.tdite, udite!) i rottami e gli esplosivi della guerra, si possa veramentr dare all' l tal1'aun'inWl.tstria fiorente, che eliminerà gradatamente la disoccupazione operaia e d11rll all'agricolt1..1ra i più vita.lAstrumenti della 8//fl pÌ!ì rapida, più sicura , pvù /,conda attività•· E' mortificante che si debbano sentire ripeterP. ancora di queste sciocchezze, per combattere le quali non c'è altro oramai che il ricorso a dei luoghi comuni. Di questi chiedo scusa ai lettori. Jl prof. Virgilii si disilluda: per la siderurgia n011 c'è proprio nulla da fare in Italia. C'è invece molto da attendersi da quell'alLre industrie del ferro, che il prof. Virgilii ha il torto di chiamare anch'esse siderurgiche: la metallurgica e la meccanica (industrie di seconda e terza lavorazione). :Ma. queste non si poterono sviluppare quanto meriLavano proprio pr-r causa della protezione accordata all'industria siderurgica (industria di prima lavorazione). Com~ dimostrarono al Congresso di )filano per il progresso <lell<· Sdenze, il 1917, il prof. .JannaconP e l'ing. Cata.ni, il carbone bianco non serve alla siderurgia, ma è neéPSSario proprio nero. Di qui l'alto cosLo in Italia ,lei prodoLti del ferro di prima lavorazione. E r·iò è tanLo vero eh<::la Spagna e la Svezia, perchè pevere di carbone, preferivan'l esportare la maggior parte del loro minexal<>di fer-ro; mentire la Germania e l'Inghilterra, perchè ricche di carbone, potevano importare altro minerale ,di ferro. Così stando le oose, è chiaro che le ind1istr1e metallurgiche e meccaniche potranno dare le macchine all'agricoltura italiana ma a prezzi impossibili percbè il costo del ferro di prima lavorazione; ma. non potranno esportarle, perchè 11 maggior rendimento - dj fronte a molte industrie metallurgiche<> meccaniche straniere - de1la-"mano d'opera italiana, che costituiva o potrà tornare a costituire il basso costo e la bontà dei nostri prodotti di seconda e terza lavorazione, non compenserà abbastanza l'alto costo del ferro di prima la,:orazione. Non bisogna dimenticare che mentre nelle industrie di seconda e terza lavorazione la mano d'opera è qùasi tutto, nell'industria sid.e.urgica. essa è quasi niente e i forni - non elettrici - son quasi tutto. Alle industrie metallurgiche e meccamche converrebbe dunque poter importare i prodotti siderurgici. L'·~·gomeD:to che l'indust1ia siderurgica è ne- ~ssan~ ~cr il caso di guerra non regge per molti motivi. NeJl'ultima guerra a.bbiamo importato molto più fexro di prima lavorazione che non facessimo negli arlni cli uace. e oiò anche per la ragione che, essendo i trasporti difficili si _preferiva importare il ferro già lavorato per'. che meno lilgombrante anz.ichè ferro da lavorare più carbone. E poi, cosa varrebbe, in caso di guerra., avere un·industria siderurgica nostra mentre ci mancherebbe il carbone per farla andare 1 Se potrà venirci o :il carbone, ci verrà anohe il ferro di prima lavorazione; se non volessero mandarci qttesto, ,non ci manderebbero nemmeno quello. Ma c'è ~1 altro guaio, ed è che l'Italia non solo manca di caxbone ma ha pochissimo ferro. ~me 11 prof. Virgilii: « Tlo_qliamo1ievocare dei -ricord,i storici? Vit-gilio canta l'Isola d' ltlba 1,er la $Ua fecondità m.etalli/era, Arostotile chiania ferro populo,wo quello elbano, perchè la fusione avveniva a Populonia (ma quest'ultimo fatto non dimostra che vi fosse abbondanza di ferro ma solo che l-a fusione avveniva a Populonia): Strabone fu talmente sor111·esodall'a.bbondanzn di, m.inerale ferrifero cl,e 1·iten.ne a,vesse ·il terreno la_ potenzialità riproduttrice del ferro: Pli1 1110 riporta questi apprezzame11,fi nella sua storia natural e, tt, n to che s1: trova'llo felicemente d'accordo in q1..1estaamrnirazion.e delle nostre miniere di ferro, poeti, fi.losofi.e naturalisti,. Il pro.f. Virgilii si disilluda. anoora una volta: di fronte alle fantasie di Plinio sta la :;cienza d'oggi: i giacimenti di ferro italiani - risulta dalla citata relazione del prof. Jannacone e dell'ing. Catani - sono in ttttto venti milioni di tonnellate in confronto dei ventidue miliai·di di tutta la terra. La oonsistenza del minerale elbano si fa ascendere attualmente a sei milioni di tonnellate. Se di quest'ultimo si continuerà ad estrarre, come si è fatto negli tùtimi tempi rr.ezzo milione di tonnellate all'anno fra dodi'. ci anni le miniere de1l'Elba saranno ~saurite in ca30 di guerra .cio~ 11~1~ avremmo neanche ~uel ferro. Per ragioni militari converrebbe se mai che lo Stato _non facesse più toccare quel minerale per servire ad opere dn pace. Sono luoghi comuni, ho detto in principio. E non l'avrei ripetuti se non fosse stato necessario adoprarli contro ·un professo1·e universitario, cbe insegna per giunta due matei~e economiche: la scienza della finanza e la statistica. aRC.~NGELO DI STASO. In corso di stampa: \ AUGUSTO MONTI Scuolaclassica e vitamoderna E' Ù testamento s7Jiritu.ale d·i un professore che ha decbicato venti anni eh lavoro a vivere la scuola classica come fattore di, uwdernità. Un libro che farà rimpiangere fL m,olti di non essere stati a imparare r;reco e latino con A. Monti. Par/aro poi delle doli di scrittore arguto e fine che vi si manifestano è superfluo per i lettori clella « Rivoluzione Liberale , che benr le conoscono. LIRE 8 - .AI PRENOTATORI LIRT<l G Felice Casoratit Pittore Cinquanta opere che rivelano una individualità matura, ·un artista completo, Introduzione critica di Piero Gobetti, Bdizione rilegata di severa eleganza. Prezzo speciale per i prenotatori L. 20 G. B. GoDET'rl, gei·ente ,·esponsaòile PINEROLO - TIPOGRAFIA SOCIALE. VIAGGIO IN ITALIA La croce processionaLt. Guaxdiagrele, 20 Settembre. Nella sacrestia della Collegiata, il canonic., ci mostra la croce proc€6Sionale cesellata da lii. cola da Guardiag,-ele. La croce è ritta, ad al. tezza d'uomo, contro l'ampia balconata aperta. Fisso gli occhi sul miracolo vicino: •i due an. gioletti adoranti, sbalzati nella lamina d'a.rgen. to ai lati del volto di Cristo paziente, donrle aYran tratto questa lor tonacuccia, che si ra\'. volge ai lor piedi tal ,quale come ai piedi degli angeli del Botticelli 1 Per quali segrete vie del l'Italia così vasta, questa graziosa e severa rifi. nit,ura de1la rinascen~a fìorentiua giunse a fio. rire sotto le dita del solitario Nicola, tutto in. tonto al lavoro in un povero borgo abmzzese. sui fianchi della .:lfaiella1 Alzo gli occhi dai due angioli cesellati, guardo il miraoolo lontano, oltre la balconata aperta. Ecco le vie non segrete ma palesi, non nascoste ma nude sotto il sole: tutte le vallate che si precipitano al mare, Lanciano bianca con le torri, la· foce pietrcsa del Sangro, i paesi infittì sui monti in un dolore chiuso secolare, gli uomini Confinati nei paesi ad attendere bravamente la povertà e la morte n~lle ve~hie _case, e gli angeli - degni di questi paesi e di questi uomini - che sal"'ono aT oielo con le braccia conserte al petto e la~tunica. ravvolta ai piedi, pieni di grazia e di <.:everità. Rapida inchiesta sul fascismo locale. Ma il canonico è più bello della sua croce. Il canonioo mi oolpì quando a un dubbio avanzato da un turista, egli replicò: • .Ma si capisce che lo sbalzo è ricavato tutto in tLDalamina sola. Altrimenti Nicola non sarebbe e-rande com'è». Lo disse oon un tono così appassionato .. cooì nobile! Egli difendeva l'onore di Guarrlia: !l'rele e della Maiella., il vanto della Collegiata, i) decoro delle sue fibbie d'argento di teologo, l orgogho della sua modesta vita: tutto. I fascisti . di G_uardiagrele lo applaudirono con gh occhi. Essi avevano celeQrato il XX '<ettembre alla lapide della j',,faiella, e ora accompagnavano qualche· turista in giro per Guardia gre]e. Guarda vano la croce, e 11oi che osserva vamo la croce: lieti che la trovassimo al di là della fama, supexbi che a Guardiagrele ci sia tan_to da ammirare. Dai discorsi di questi delicati e. fini giovani abbruzzooi, mi parve che a Guardiagre_le, tempo addietro, si fosse diffusa quest~ n_otizia: c'è « in alta Italia» un partito che chch1a1:a rottami le croci professionali, che vuole a-d1bire le collegiate a refettori scolastici p~r 1 b1mb1 poveri, che obbligherà gli a.rtiaia. ni dcl ferro battuto a mettersi a sala.rio c:;me battimazza ne, grandi stabilimenti industriali che proclama che è ormai tempo di smetterla coi~ 11 ~-1gu.ardosaconsiderazione verso i vecchi por- ~li e 1 b~i cornicioni, beD.6Ìche è giunta l'ora ~i den,iohr~ en~rgicamente, di tagliare attra• verso l Italia piena di monumenti ine-ombranF strade dmtte, dirittissime, in modo ;he le autc-mobili vi possano filare crune in America ~ ch6 infine tratterà il canonico di Guardiaa;pl~ e i suoi colleghi come rimbambiti, e tutti c~lo;o che _non h~nno la « febbre delle velocità» come ?f.lgh_~e1:1i. A ques1:-enotizie i gioYani W1 •.>01 1stnnti di Guardiagrele si indignarono: e ~ir.- ?0 m~ t_aJ~n1 indizi approssimativi accusavano 1 __ socialisti co_mepr_e~ar~.tori e propagandisti Ji tutte queste ignomiwe,1gi_ovani diGuardiagrel~ s1 d1ch1arara_nofieramcnt~ anti-socialisti. r: s~cc~m_esono giovani anin~c..<.:.i, s armarono a SJmigha,nza dei fascisti del]' Alta Italia, si vest1r_ono come .loro, e s1 dichiararono loro camerati: convmtissimi che anche nel\' Alt Ita1· ., Pio amor • 1 . a. 13 1 • e ,-~~o . e vecchie torri normanne e verso le trad1ZJom antiche, il disperato attacc ,_ mento al borgo perduto in mezzo alla cam1,a.- gna a~b1ano scongiurato tutte le proìa.nazi\">ni. verso 1. m~rti e le loro sacre cose, armando 1~.1 mano ai viventi. Io mi guanclai bene dall'insinuar loro dubb: 0 alcuno. :Mi astenni dal rattristarli informan,Jnli che tutta la borghesia del!'« Alta Itaiia, ha abbastanza schifo per i ruderi, ed è mo)to pr0pe~sa a ndurre 1 vecchi oratorii come garag":-. ~1 astenni .dall'avvertirli che gli industriali d1J1. l Alta Italia, grandi amici de.I fascismo hanno una m~diocrissima. stima. delle collegiate ah bruzzes1, e si ricordano dell'Abruzzo solo p~r quel poco cli forza elettrica che c'è da sfrutte.r~ e p~r quei yochi b?"5chiche ci sono ancora dd tagliare. M, astenni alffne dall'avvertirli che lo mag-~10r _rnrt-e dei fascisti settentrionali pene;,\. rhe I Halia deb_ba mettere delle ciminiere ~l P~ sto d_elle vecchie torn normanne, delle ciminie- "" cli possenti o sonanti e enor • t bT ,. tali da aaregai . . m, s _a 1 ~men ,1,. , ~ 0 ate con guelh americani: itnzi ~h€· ! ~taha,_ « tn<1:_tura,com'essi dicono, p-er i sut.i e estuu •, « illuminata dalle nuove aurore, po:)- s~ e_debba emulare l"America: opinione ~UAsta assai pregiudizievole per i l>aesi di \.'b • . P er I .. . ~ ruzzo c 10, ~on 1 criteri americani, si troverehh-3" certo raz10uale cingere tutto l'Abruzzo, Guardiagrele compresa, con una palizzata e si inviterebbero tutti gli abruzzesi a staccai~i una buo na volta da un paese così poco adattabile •ùla gi&nde industria e aTia grande agricoltura. . To m1 astenni, ripeto, dall'insinuare alcun~ di_ queste cose, perchè temetti che i giovani fa sciati rl, Gt1ard1agrele mi scambiassero per ur ntahg-~10socutlista subsannante, e mi pic<'bia-,sp ro coi loro manganelli. (('011tim10) G. A'ISAI.DO.

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