La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 36 - 7 dicembre 1922

L A R I V O L U Z I O N JiJ LI B E R A L E STUDI SUL RISORGIMENTO La filos.ofia pqlitica di Vittorio Alfieri. VI .• La morale e la metafisica della libertà. ll . L"aspirazione dell'Alfieri, antitetica a a n- .nuncia del Go.ri: , dalla feccia nostra presente sorger puro ed illibau, d'esempio • è una di qt:elle posizioni eroiche che òesce agevol~ de: molire ai critici positivisti e fntellet~~hs~1, usi a porre scàemi e a t,ro\·ar contraddiz10n1 do. 'C si tratterebbe di interpretare e valutare chnroscw·i di pensiero. E' vero che la sua fil_ooofia non liquida con chiarezza di superatore, 1 ?rùblemi del ;assai<,; la sua arte può pare:·o un .astratto progi-amma, la sua politica u~'~ntr:ir,- sigenza intemperante. Al passato egli_ ~w. 1 0Pposto immediatam,e·1_1t~ la_ ~u~ spontane1~a cl 111a1viduo, la sua ong1uahta 1ngenua:. ~~. mo- .rr,cnti più tragici e incerti dello sviluppo sto- _:rico <lOme ., quando fo (corsa ed alle sv?ltate 'una slitta minaccia di cader da una. pa:t~, r: Yuo} pure - come dice Prezwliùi - 11ualct1110 che si sacrifichi, che si sporga tutto fuo- ;·, dalla parte opposta •· Ma la swria _neua sua coerenza lineare e nella sua 'raz.10nahta d1 conserva trioe deve essere i~oi.usta e quasi :=-:1rer sconoocente verso queste aspi.razioni ch,J fF:'!" ccn-corrono potentt:u. ente a crearla. Chi Yolesse farsi uniidea approssimativ~1 ,jf-!. l'importanza dell 1etica alfieriana _dovrf' 1 )B Jll· c.agare in quali occasioni e quante va' .e "~11 -sia parso ed abbia concretamente ope,rat0 come " e::empio » agli uomini d'azione e ai _p~n- :satori. e ai rnor:2.listi della nuova precettistica c: 1~ v~ei.1.Uein vigore nel Risorgimento e c~e non è ancor spenta: qui si tro.verebbe materia n.::-rnn ni_rnvoprob1ema eh critiea storica ben degno c1i medit;zione - Alfieri e la storia dei costumi e dei sentimenti. Ma .:;_uestc è soltanl<, un aspetto della morr,le alfie:riana: pe1 e.sso lo scnttore partecipa concretamente alla :ormazicme /;pirituale del :r:ttovc popolo, ma soltanto i11direttarnen~ alla :c1~arione ài una c!viJtà europea. Sarebbe: agev: le o.T("an1zzafeju sistema questa nuova pre- -ce:1 frr;tic\ t"! casistica mora)~ quando si tenesse l f'n nre,:;•:nt.eche 1:i sua ori5i11ò e la sug. unità consistono nella po1emica contro il legalismo C't,icodf'l rristiar:.esimo giudaico e contro l1utilitw-i$ìrn0tE>ologlr.o . I-cvecf'- noi non crediamo nè an~ nece.~~i'tà ~~ al.la pO'Ssibilit:ì,teoreticamente ,.:alida \.li u::rn c·asistica morale anche se sapT.)iamoJess~r dim.ostrahile fa sua insopprimibilità _!.1e.ili1:-:•tirf'!ati:listici di una illU3o-ria pre-te&.1 d'organicità. La ~tica che l' Al_fieri oppone alie consuet,11::liniet,iche del cattohmsmo ha la :ma w1.lid1tà (come la sua origine) nella psicoìovia e nelJa personalità sua. E' chiaro dunq;e eh:- se D6 • qovrà tener- co?to ~olo ~me di chcumento d'·un intjmo pem:nero - hbero e : rasooncle,itale perchè legge fi.lcsofìca :ii icui ouei parcicola.. fi sono soliaEtn un1 ese.mplifi.cazione d:ifficilm.,,;w sott_ratta all'arbitrio. Jl 1)C11trc \'ero • del pensier0 alfi.erjano, che gi. dà diritto d'inserirsi nella storia euro~ea ,'el pensiero ~ella libertà. - con forza e giustizia bf:11 ~uperiore ~ qu~lla eh~ ne possa.no vantare i rom~tìci del primo St·urm-u:rul,.Dra.ng - sta nel suo concetto di volontà. La scuola antropologica ha combattuto una delle sue più sterili e vuote battaglie quando ha preteso di dimootrare l'inesistenza della volontà alfieriana. Positivisti, livellatori, rigidi democratici, vagheggiatori di dogmi materialmente grossolani e di .fisica trasparenza - identifica va'llo la volontà da eesi cercata dal fanatismo, colla pesantezza, con gli occhi bendati. In Alfieri :non si trova questa volontà. Anche il Bertan·a, -quando sosti~ne ·che la vol_ontà dell'Alfieri non .si traduoe mai in azione, pensa alla massfoci:1. .coesione intollerante della , volontà » dei Gesuiti, validi a.mministr,atori ed esecutori senza incertezze senza dissidi. L'intolleranza d<>,ll'Al- .fieri è in~ece essenzialmente comprensione_ La sna volootà è il momenl<, della luce volitiva ,che balza direttamente da una crisi della volani:> perpetuamente· riprodotta. Il segreu, della suà. azione sta nel suo pessimismo che non si può penetrare se non si intende il piccolo test0 eroico a cui è affidata la descrizione della su, genesi: il Dialogo dellq Virtù Sconosciuta. Gori non agisce perchè non ha fede, Alfieri « lll· dcmita, impetuosa indole » agisce percbè non ha una fede. L'ideale non "illumina dall'esterno, rimanendo in alt,, inafferrabile, ma sorge dall'azione, sta nella disperazione stessa con cui -accettando l'ineluttabile coscientemente, rinunciando fermamente ad ogni illusione e .ad ogni fa.lsità, nata soltanto da debolezza e da egoismo, ~ si ritrova il criterio austero della virtù nel disinteresse della solitudine. Anche la fama è soltanto dolce e utile chimera in quanto poss, essere cagione di bell'opera umana (pagina 202). Così questa volontà di disperazione e di negazione riconquista il suo momento positivo, diventa la base su cui .;i può costruire ancora, cons.ci della tragedia che il moderno concetto di :immanenza impone agli spiriti. Nel P.rinoipe, lcbiarendo le preme= de<lla Virt,ì S~onosciuta, J'Alfieri così definisce, contrapponendola all'impulso artifì.ciale, l'assoluta individualità del' volere che egli chiama imvulso nativrale: , è questo i_mpulso,_un bollore di cuore e di mente, per cw no1:-SL trova mai pace, nè loco;; una sete insaziabile ~i b~ fare e di gloria; un reputar sempre natta il gu.,.fatto e tutto il da farsi, senza però mai dal proposto rimuoversi ;u.na infiammaLa e risoluta. voglia e necessità, o di esser primo fra gli ottimi, o di non es.se.enulla '· Per chi ha ben compreso il nootro ragionamento non è poesibile trovare jn que.5te espreg;ioni un individualismo, a_nan:clu~o.o -~a. rrLeramorale nietzscheana: c'c 1nvece 1mphoita tutta l'attivistica morale moderna. . Non bisogna. limitarci alla_ mera ~ffermaz10no finale di quesl<, volontarismo : bisogna vedere come esso sorga da n_n_dialettico contrssto, commisurandosi a reahs-tlche _1J1;emesse.t1che. Il principio volitivo è per lui 1afformaz10- .n,, dell'autorità che dà una forma e una coscienza al mondo della libertà. . . E la libertà è per l' Allieri il coefficiente pnm? della personalità : non si è uoID1n.lse non s1 e liberi. Il concetw è indagai<, nel suo valore teoretico in quanto costituisce la condizione del- !,:, sviluppo delle facoltà. intellettualL; nel suo valore etico come determmante di tutte. '.e virtù e identico esso stesso. con, m~aru_mita~ giustizia, purezza; come mito d a~one perche scaturioine del pensiero della gloria. Nessuna rigidez:a deterministi~a r.enetra in questo r~g~o dell'assoluta auwnomia: 11solo elemento cli determinismo è la decisione stessa, ma l'impul:o . che dewrmina, ossia fa diventare att,, la mera pctenza, è ancora libertà. 1 .. La hbertà conquistata attraverso 1 ~t1htarismo riformistico, cara agli encicl~pedis~1 francesi, non ha senso alcuno per . 1Alfien come non ha senso una libertà pohtwa che non s1 fondi sulla libertà interiore - intesa questa come forte sentire. Nel concetto 3.lfieriano insomma c'è ufi.a v_era e propria a·ffermazione di ?a1~atter~.met3:.6.s1co. .La libera pratica delle virtu poht1che_ e _re~- lizzatrice di libert.à cost.itu.zionali e socLah rn quanto nasce daWa,ttività_ ?perosa e indipendente dei cittadini. Condiz10ne per essere cLttadini, pel' e..c:sereliòeri è la conoscenza_ dei proprii diritti: ma, come _Per co~oscenza s1 deve intendere, in linguagg10 alfìenano_ ~a vera eiprop~·ia azione, così diritto non .s1~1fìca. ast,ratta capacità ma volontà ed esphcaz10ne. Il fatto ,politico include sempre un _fati<, mor11-le. « La •libertà è la sola e vera esistenza d1 un popolo; poichè di tutte le cose grandi operate dagli uomini la ntr"ovi,amo~r fon,te ii. . Questa idea è la metafisica del! Alfieri: il .suo assoluto il suo Dio .Di qui vedremo nascere la sua reÙgione e la sua politica. La nuova religione. Di questa tmità sistematica l'Alfieri ebbe coscienza e l'affermò, quando diede_ forma concettuale alla sua dott,;-ina della religione. Il credo alfìeriano si rivolge a una !eligione ~ a un dio , che sot,l<, gravissime pene presenti e _future comandino a.gli uomini di esser hben ». • Comandino » è detto per metafora: non che ci sia chi deve comandare e chi gli sottostà: colla locuzione si indica l1 universalità e la necessità di questa credenza che coincide con la autonomia dei credenti e non contempla nulla di esterno :imporre .agli uomini la libertà vorrebbe dirn che la libertà è di tutti, è p066ibilità che basta esser uomini per realizzare. La religiosibà alfieriana è il trionfo dei valori interiori. Le religioni cost1tmte e dogmatiche separano tra autorità gerarcbica e umiltà di popolo, tra impero e ubbidienza: alla _loro bas_e, più profonda, <ancora d1. ~gm espenenza mi-_ stica sta un pnnc1p10 utilitario, lln calcolo di cui l~ classi gerarchicament~ più elevate si. servono. La religione della libertà. esclude m_tercssi e calcoli, esige, come efficacemente ~1:v_e l'Alfieri, fanatismo negli iniziatori, e negli 1n1ziati entusiasmo di sincerità, in tutti quell'ardore completo per cui non c1 è soluzione di continuità tra pensiero e azione. Ne risulta una nnità di aposwlato che anticipa i caratwri _dell'opera mazziniana. E un po' di mazzin1an1smo c'è anche nelle premesse teoretiche di questa religiosità; ma è un mazzinianismo senza elementi giansenistici nè misticizzarnti e gli resta superiore in quanto si esprime in un momento di precursore mentre in Mazzini teorico si avverte ,qualcosa di sorpassato. In Alfieri c'è, oscuramente, la concezione dialettica del liberalismo l\tlazziui soggiace alle incoerenze del poderos~ mito di azione che instaura. Alfieri è un'anima religiosa e mentre propone la sne concezione libertai-ia sente intensa e profonda vicinanza spmtnale con tutte le anime eroiche della religione. Il gmnu, capitolo dell'ultimo libro del Principe (Dei capisetta rel,igiosi; e dei santi e dei martiri) non .è in contraddizione con ciò che altrove l'Alfieri ha affermai<, in netta polemica contro le religioni positive; anzi dimostra qual. senso squisito egli possegga dell'importamz~ spmtn_ale della re~- gione e del suo valore di smcenta creativa. Come tutti gli spiriti religiosi_ l'Alfien ha sentito il fascino cl<>,llafigura di Cn,t,,; e mentre nella 1',ran114de esalta l'importanza del!~ prima dottrina cristiana della civiltà.1 nel Pnnc1,pe si sforZ<' di attribuire a Crisi<, il significato,_ che. per lui trascende ogni altro, di creatore cli pobtLCa libertà. · . · d Indipendente da ogni forma cli_settaris'.11" e-- m&gogico l'Alfieri si a~-sume la difesa d~ creatori di religione contro_ i moderni che li sv~lut 'no. Codesti critici gli appawno 1 .soliti rapa -~ntanti della solita «semi-filosofia, che cepr= J"t' ·---:-1:,en t ]· nello stile leggiadro superfima I a m. e a • L'Alfi • distmgue tualistica e povertà etica. . en tra l'importM17..a pratica e l'unportanza filosofica dei santi e capi-setta: in altre _parole, tra la forma della loro attività e l'empmco contenuto. Il suo giudizio è severo e limitativo quando li esamina da questo secondo punu,_di vista; quando invece li considera secondo '11 pnmo_ frena a stento l'entusiasmo. E osserva che ogg_i di questi santi si _ha scarsa stima solo < perche si giudicano dagli effettL che hanno prodotw non dall'impulso che li ,novea, e dalla 1Ilaud1ta sublime tempera d'anima di cui. dovea1;1~essere datati; abbenchè con minor utile poht1co per l'univen;ale •degli uomini l'adoprassero •·. La distinzione è filosofica, sottile, precisa. _Nei moderni contro cui la critica è diretta si ravv,sa esplicitamente Voltaire._ ,. . « I moderni scntton invece d innalzare e insegnare la subiimità pigliandola per tutto a.ov~ la trovano, ool loro debole sentir!~, e col P;U debolmente lodarla, affatto la depnmono ed Obliar ce la fanno. Ma poichè i più_ legg1ad-;1 fra essi (fattisi intieramente padrom di un arma te,nw possente quando è la ingegnosa denswne; ha-nno pure scell<, di migliorare e 1llummar l'uomo col farlo ridere; ecc. ecc. ». . ... Dove a-ecanto a una netta ripresa dei g1a notati motivi anti-intellettualistici troviamo un notevole punto di riferimento per_ contestare 1 risultati dei cercatori di fonti enc1cloped1St1che e più precisamente voltairiane. E qui ancora si pu1l finalmente chiarire _la distinzione alfìeria!lla tra cattohcismo e_ cn~tiancsimo. Nel cattolicismo c'è un'organ12z~10.ne sistematica di principi, un organismo, oostitmto ia gerarchia: allo sforzo di creazione è succeduto il momento dell'effettuazione pratica_ che si svolge attraverso transazioni, opportumsm1, adattamenti: il sistema si presenta (per un fe: nomeno illusorio della pr-ax:is sociale, su cui tuttavia s'imposta la legge st~sa . cli esistenza della ·politica) definitivo; il princ1p10 .nec=: rio è una rigida disciplina. Alfien 1n1Z1atored1 una grande civiltà; profeta, al tempo stesso, di una nazione e di un mondo ha presente la necessità dello sforzo puro dello .spiriw; dello sviluppo ardimenU>SQdi tutte le mmat1ve 1;IIO· rali • gli è difficile intendere il fenomeno sociale nell~ sue apparenze statiche., nei suoi .momenti convenzionali; vede le cose mentre s1 creano, assiste aJl'affermarsi imperioso e integrnle. del suo mondo di libertà; per lui l'org.an1zza.zione si fonda sull'anarchia come responsabilità dei sinaoH • ossia l'anarchia non esclude l'organizzazione' percbè. è figlia diretta. d:i. motivi liberali ,aristocratici e volontaristici. Questi caratter/ appunto si possono ritrov~r? nel. cristianesimo che è l'antitesi del catwhc1smo 1n quanto ]J prepara ;ed è la negazione del dogma perchè crea il dogma. __ Per noi che siamo fuori del catwhc1Smo e lo vediamo come un passato jn certo senso co_ncluso, il cLogmae l'organismo rigido __d~lla Ch1esà si dimostrano nella loro fecon<l'ita matura nettamente superiori all'entusiasmo ingenuo d_ella prima parola cristiana: per Alfieri'. che _vive nel cattolicismo e lo deve superare, nvendicare l'originalità del momento cristiano è come un processo simbolico per .affermare un nuo_v~mo~ mento creativo che si sostituisca alla stasi m cui l'antico ardore di originalità religiosa s'è esausto. Ma il co,ncetto alfieriano non ha soltanl<, questa importanza di.,relativismo pratico: ha, valore teoretico in quanto coglie il significai<, _dell:.L vita religiosa come fervore, come niisticis~w p,i,cologico: questo infatti è il solo elemento irriducibile (formale) intorno a cui si possa organizzare una teoria della religione e ~mostrarne l'universalità (il misticismo teoretico e metafisico è proprio solo <l,i quelle religioni che pensano Dio come EIBSere.Nè la riforma s'è liberata da questi residui: perciò il .p~nsiero alfierianoJ che prepara la nuova coscienza l_a1cadel: lo Stato italiano le è nettamente supenore: ch1 parlerà di una necessità di Rifonna in Itdia òopo 11 Alfìe1~icoltiverà un1illusione e un anacronismo). Se il cattolicismo è squisitamente politico mentre il cristianesimo è la soht?dm ..e della teoria e del sentimer,t,, morale - 11 cristianesimo auti-cattolico del!' Alfieri è nn'altra prova della nostra tesi che il suo pensiero sia più filosofico che politico. . Di qui la simp&tia con cui egli gna:da agh eretici rappresootanti d,el pensiero relig10so nel- ! i più intensa espressione di libertà. Il_ concetto che 'l'eresia sia il vero momento creativo della religione (Loisy) è dunque coscientemente precorso dal!' Alfieri. Nasce co!l lw Ll solo modermsmo italiano valido. La distinzione tra cristianesimo e cattolicismo trova un nuovo chiarimenu, nel diverso giudizio che vien dal<, aali uomini di .religione secondo che siano stat{ espressione eroica. di virtù (santi), o diventino strumenti della tirannide (preti). Ecco scultoriamente colta l'ant1tes1: 137 (( Costoro tutti e si riferisce ai ~~iri avendo a\'Uto al loro operare lo stessis.suno sovrano irresistibile impulso che debbono avere i veri letterati alle susse vicende cli essi ~r vi< E, cagioni diverse soggiacquero. E mi sp1:- go. Goat.oro finchè furo°:o laaciat! f":e da::..• ptLri 1 incalzanti e %Yen mostr~:onsi '. pe guitati di vennero più _luurin=, p1~ forti e maggiori <li.rei di. se_stei.;_L;protetti _llllalmente, ": oolti vezz.egg1at1, arncch1t1 e sa.!lti 1n potere, ir:ti;pidirono nel ben fare, di vennero meno amatori del vero, e per anche sotto il sacr~anto velo di una religione ormai da e33Ì scambia.ta, e' tradita asseritori vivi si fecero di poht1cbe e morali 'falsità , . (Del Principe e d_eUet_ettere, cap. cit.). Tradotti i _termini alfienam m_ ter: mini nostri: identità <li religwne e d1 hberfa, cli religione e cli letteratura: l'impulso mtenore centro di ogni azione. . La religiosità del!' Alfieri, il s~ nspetto _per • tori di reli.rione non vela 11 suo pensiero 1 crea o ·e quando concludendo deve porre una nega~- assoluta poichè nel cristianesimo_ (e tanto pm nelle altre fedi )c'è latente il pnne1p10 do~ tico di cui egli ha dal<, come. s'è visto, la pLU formidabile critica nella polerruca_ anti--eattolica: La fede che l'Alfieri pensa di mstaurare e l' a.ntiteGi di tutti i dogmatismi; bi~gna ~be_~1 differenzi dalle altre fedi, le neghi, le hilllti. Ac-eanw all'esaltazione del momenl<, religioso dello spirit,, troviamo perciò un principio _sereno e solido di crioiea rlelle relig,om posit1v ,. a lì credere in Dio insomma non no~ue a._~- sun popolo ma.i; giovò anzi a mol~1; ~li m: chvidui di robusto animo nr.n toglie n~a.;. ai deboli è sollievo ed appoggio •· (Del P_r:nc,pe e delle lettere, id.). La religione_ post1va ~ dogmatica è un'esigenza per _gli sfmt1 deboli, e un principio di sicurezza e di comort<, offeru, al loro isolamento e, quando non sia politicamente diseducativa, e tirannica, quando_ non speng_a gli sforzi indi_viduali, ha_ una li=tata venta_ nella misura 1n cui corrisponde a una situa zione piscologica. _ , Così nuovamente e acutamente rntende 1Alfieri il vecchio principio della rel,gwne per il, popolo. . Ma. per il popolo nuovo che egli :"agh~gg,.~, per il popolo mosso a virtù da forti scntton, per il popolo indipendente ann~cial<, nel Pn,ncipe (libro III cap. X) pnncipw fonn~tor? e ch.rettivo deve eS'.llerela religione di hbertà. lSo_n iù canfori<, per ì deboli ma sicurezza dro focti non più culi<, di un'attività trascendente, ma ~ttività n~tra, non più fede_ ma ra:I?°nsabilità. E' la religione di un.a cosc,enza p1u ampia che si sostituisce ,a una religione _:rndimentale Contro il dogma nasce l'autonom1.a,. I wrmini dell'Alfieri sono ccsi precisi che _devono togliere ogni dubbio_ a chi ci ha seguiti S1n qui._ • La r-agione e 1l vero sono quei tali conq lllstatori che per vincere e conqUIBtare durevolmente nessun arme devono adoperare che le semplici parole. Perciò le religion_i diverse e la cieca obbedienza si sono sempre 1116egnate col: l'armi ma la sana, filosofia e i moderati _goverm co: libri,. (Del Principe e delle lettere, libro II, cap. X). Il verbo sottinteso nella proposizione dove filosofi.a fa da soggett,, insieme coi_ moderati goverrvi non è iii-segnato: chè. allo~a 11 <:°n~tto alfieriano si confonderebbe coi van sogni di go: verni illuminati 1 nè la moderazione invocata s1 può intendere alla stregua dell'ideale di. Montesquieu. Nella religione alfienana . lll1Z1atva popolare e azione di_class~ dirigente s1 _org~_- zano (, si fondollò m un espressione di civiltà integrale. Libri è detto per metaf?ra e vale coscienza. L'originalità del!' Alfien e neHa sostit-uzione di filosofia a religione; nel penS1ero d1 una filosofia come anima della stes.sa azione popolare; il popolo - come .altrove dirà più ch1ara_- mente • partecipa all'elaborazione della v_entà arche senza elaborare tecnicamenw problemi teoretici • consacra ·con la sua azione le conquiste della ~ultura. Questi concetti che riescono a una teoria dello Stai<, laico e religioso insieme, realtà politica di filosofica libertà, valido a _l~ttare contro la Chiesa - d1venteram.no 1 mot1V1 ~mmatori del nucleo originale e sano del pensiero liberale italiano. Nei luoghi citati è pure risolto indirettamenw il problema di Dio. Il concetto dL D10 come ideale che informa l'az10ne umana. e ne dirige le aspirazioniJ come rmità ~ete~minante cli valori è tutto risolto senza residui nel nuovo concetto di libertà.. Del problema metafisico di Dio posto nei suoi statici termini di on~ologia. l'~1fieri non si cura di dare una sol uz10ne dichiarata. Per lui il problema è evidentemente sorpassato, e se in sede teoretica pre~erisce. una posizione di dubbio ad lilla affermazione di carattere costruttivo, in sede psicologica e pratica il Dio-ente personale è respinto in modo definitivo. Non essendo riuscito a trasformare la po1izione !psicologica in posi.zio-ne d:i_ uni,·ersalit~ teoretica l'Alfieri non ha conqmstato con riflessione cosciente l'idea del Dio trascendentale _che pure animava con immediatezza di pathos tutti i suoi sforzi speculativi. Ma attraverso 1] Risoroimento e dopo il Risorgimenl<, la sua. efficacia educatrice in sede metafisica deve sopratutt,, riconoscersi nella ridnzione all'assurdo dell'onwlogia da, lui intrapresa. ( contirvua) PIERO GOBETTI.

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