La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 30 - 19 ottobre 1922

L CONTO CORRENTE POSTALE Rivista Storièa Settimanale di Politica Diretta da PIERO GOBETTI 'ih&J Redazione: Torino, via XX Settembre, 60 liE&J Amministrazione: Pinerolo Abbonamento per il 1922 (con diritto agli arretrati) L. 20. liE Estero L. 30 <iil Sostenitore L. 100 Sii Un numero L. 0,50 Anno I - N. 30 - 19 Ottobre 1922. ESCE OGNI GIOVEDÌ SO)DIAWO: li nostro lavoro - G. ANSALDO: Ceti medi e operai Il Congresso socialista - L. EMERY_: Il Congresso del partito liberale - L. E,.rnr-.Y. Po~tille. IL n □ STRO LAU □ RD. Cari amici,, La promessa con cui è sorta la Ri1,olt,zio1M Libero le si sta compiendo. Il nostro organismo editoriale incomincia la sua a-ttività: il ,olume del nostro Formentini, Collaborazioll'ismo, non potevainangurarla meglio. Basta guardare i titoli deinostr! annunci e il modo con cui presentiamo 1 libri per capire che la nostra attività editoriale è qualcosa di ben distinto e di orig·inale. Questa originalità data sopratutto dalla coeremm., ci mette naturalmeute in condizioni di inferiorità di fronte agli altri orgauismi, in condizioni più difficili e anche un pochino curiose. Noi ci proponiamo di stampare e stampiamo opere che abl>iano un significato spirituale notevole: opere di politica, cl storia, di arte, di critica. I libri scelti da noi dovranno ofrrire· per questo solo fatto una garanzia di originalità, di serietà. Certo questo è un elemento che nel terreno della libera concorrenza avrà il suo peso, ma più ne avrebbero certi arti~ci ai quali noi abbiamo risolutameute deciso fli non ricorrere, più ne anebbe una soli1\ltà tìnarndaril, che pmtrop,,o uoi nou potremmo raggiungere se non a prezzo ùella nostra indipendenza. Il meglio clrn abbiamo saputo fare per provarci a superare gli ostacoli è .la costittrnione di una piccola società che organizzi gli sforzi di tutti con la serietà pratica che sinora è mancata ad imprese di questo genere. La nostra società si intitolerà .Arnaldo Pitta1,ir10 & Comp. Avrà in Pinerolo la sua sede amministrativa, in 'l'orino, via XX Settembre, (il), la direzione. Questa fondazione non significa che noi abbiamo trovato dei cn.pitnli e dei generosi capitalisti. Continuiamo ad essere i poveri amministratori ... dell'ideale. Arnaldo Pitta vino non è un pescecanP., ma un nostro amico volenteroso cbe assnmerà la responsabilità della diligenza amministrativa come Go1.>ettil'assume della serietà spirituale dell'impresa. Danno tntti " due disperatamente, a costo cli qualunque sacrificio il lwo lavoro, non potendo dare i r1uattrini che non hanno. Colla nuova sisterna:r,ione essi gara.ntiscono una continuità di lavoro, ma la sicurezza deve venire dall'aiuto di tutti o-Ji amici che banno visto ormai come si iiia,.c.,;paci cli altro che di parole. Non ci sentiamo adatti per en tusiasticbe invocazirmi. Questo nnnunzio tiene il luogo di un appello. Noi vi ÌIHitiamo: 1\ ar1 aiutarci come potrnte finanzia,- riamente; e \7i possiamo rivolgere questa richiesta senza esitazioni per i sacrifici a cni noi ci sottoponiamo prima di tutti. 2) A trovarci abbonati per la Rivoluefone Liberale e preuotazioni per i libl'i. Noi vogliamo contare esse11zialmente sulla venrlitn diretta, elle è la sola che ci pnò permettere di superare le difficoltà del mercato. l 1g11inostro amico Lleve diventare il deposirario cl elle 11ostreedi:r,ion i, che noi gli cederemo a prezzo di costo, deve ai11tarci per sorveg·liare la vendita dei librai, inclncendoli ad esporre il libro ia vetrina e a consigliarlo. Obi può occuparsi di questo per la sua città ci scriva senza indugio. g1nob1a 3) a manùarci proposte editoriali serie. 4) A occuparsi delle nostre edizioni nei giornali e nelle riviste a cui collaborate o potete collaborare. Se non ci lascierete sol i, se ci darete tutto il vostro aiuto si vedranno presto i risultati. Intanto vi aspettiamo lavorando. LA RIVOLUZIONE LIBERALE. ARNALDO PITTA VINO & 00MP. Lci Società 1,rovverlerà finalmente ci rintracciare' gli abbonati morosi. Pr,ghiamo pertanto chi non l'civrà fatto ancora di spedirci il suo abboriameilto con sollecitt1 dine. Inizieremo presto l'invio tlelle tratte postali. Chi ci manderù lire otto riceverà senzci aumento di spese postali Collaborazionismo di U. Formentini. Tutf.o ciò che, rigttarda _l'amministrazione deve esserP-indirizzato a Pinerolo. CETI MEDI E O~ERAI Guadagna più di me! Residuo ulti.ino di tutte le anali.si che poosiamo tentare sulla stragrande maggioranza degl~ appartenenti ai cet-i medii urbani - irnpiega~1 di Stato o privati, professionisti, piccoli redditt:.a;ri - è ques:to: l'odio verso l'operaio, verso l'uomo- che po•rta la casacca, verso l'uomo che lavora negli impianti .industriali o nelle ma.mfatturC'e. Questo odio è la vera. sca,turigine d1 quell'alone di simpatia che anqhe nei ceti medii urbani, persiste attorno al fascismo. Si è detto chie la magistratura - categoria che xappre ... senta tipica.mente i medii ceti italiani - è irriducibilmente filofascista: non si è stati esatti nell'espressione. La magistratura è ir,riducibil~ mente antioperaia. Chiedete agli avvocati come se La passino. ora i ferrovieri, imputati di reati comu.ui, dinanzi ai tribunali. L'altro giorno assis~etti pe,r caso a un episodio giudiziario spaventevole: <e spaventevole», non si può dire diversamente. Andava una causetta per furto: imputa.to, un operaio meccanico.. Finitei le deposizioni e la requisitori,a, il Presidente chiede all'imputato: « Ma insomma, all'epoca del furto·, _quanto guat!aguavate, voi 1 • « Q-uaranta lire». « (Juara,nta lire n, replica il giudice agro agro. « Quaranta lire.. Più di m,e ! » E rivolto al Pubblico Ministero, amaramente: (<Più dii le·i». E all'avvocato difensore: L°41i1·accoman.do, avvocato: s-ia breve». L'avvocato era troppo esperto per non essere breve,. quando la causa ero, già spacciata. L'imputato, si capisce, ebbe il suo bravo massirno della pena.~ ({Guadagnava quaranta lire al giorno!. .. l:I a Allora, quella lì portav01 le calze di seta!» « Li ho veduti io dal fioc·ista, dal fruttarolo: un'operaia, un gio.rno, compr,ò le roso a quattro lire l'una». L'elenco delle imputa.zioni fatte alla classe operaia si esaurisce in queste formule. Il ((g-uadag-nava più cbi, me• è il sigillo definitivo di unai condanna che l'avvocato, il professore., l'impiegato infliggon all'opei·aio. L'Italia, che nella storia dello sviluppo del capitalismo moderno - che è poi k1istoria della civilizzazion.e moderna ,-- non presentò finora ne.ssun caratte,re interessante 0 proprio, ora vi fa la sua compaTsa con questa sollevazione passionale e violenta che travolge precisamente quelle categorie, donde uscivano le capacità tecniche, le iniziative intraprenditrici, le categorie insomma che passavano per essere le portatrici dello spirito capitalistico: con questa sollevazione che procede rapidissin1amente con ]a convtùs.ione della leggend.a. (« le 100 lire al giorno degli scaricatori del poi-- to JJ: orrore e ,abbominazione ! ! !) e con il contagio dell'adesione dei giovani (studenti) e delle donne (impiegate, donne di casa, grandi dame). Il fascismo è il movimento attivo di quest'odio: tutta la sua vitahtà, cui tanti non vollero credere, tutta la sua buona fede, che alla rn1aggio... ranza dei suoi militanti è stolto negare, banno in questo odio il loro alimento. La defini?ione di questo odio non è facile. I profes.sori dell'abbaco marxista se ]a cavano con la formuletta del1'((odio di classe,: consentitemi di non usarla. Il fenomeno è un rifle&So, sì, dello sviluppo capitalistico, cl.i cui - in margine - risente il nostro paese: ma non me la sento di attribuire ai ceti medii italiaui la patente cli < classe borghese,, e sopratutto 0011 credo ,che una. «classe! borghese» come esiste davvero 1n Inghilterra o in Germ?.nia, possa «odiare~ l'operaio. Del resto, un egame un po' più preciso cli q nesto odio dei ceti medii ci persuaderà che esso ba dei caratteri addirittura arcaici. Per trovarn appiarizioni collettive che gli si possaµo par~- gonare, bisogna camminare indietro nella. stona fin quando il primo telaio non era sta~ :nve~- tato, o lontano nel mondo fino a.i paes1 111 cui il g;·ano si macina con una pietra confricata, sull'altra. Alla radice di questo odio c'è jl rancore per i grossi saJa.ri.i goduti dall'operaio•, o supposti goduti dall'operaio. Dunque: avidità di guadagno,, 1111.1,ri, sacra fames. lVerner So~ba1·t nell.e sue osservazioni s1ùlo incipiente sviluppo capitalistico in Italia, notava che un .grave ostacolO' era n,ppresentato dalla poca oonscienziosità àei lavoratoii e dalla dismdinata. cupicligia degli imprenditori: due magagne ?em~ll~, due fo~me . '1-P]l'B"\ridit,àdi guadag;10, d1ve-rs1ss1ma dall 1mpu1so al lucro capitalistico razionale. L'avidità di guadagno del cocchiere o del ba,·- caiolo napoletano, o di qualunque culi as1at1eo che faccia un mestiere simile, si <limo.stra straordinariamente più penetranw, è sopratutto più spregiudicata di quella Gl un oocchiere inglese: il ohe non • vuole affatto dire che il cocchiere o il barca.iuolo napoletano abbiano una maggiore predisposizione a diventare buoni imprilllditori o fortunati capitalisti. I nostri armatori della ma1~ineria a vela di Ca• mogli o di So;rrento erano arditissima. gente ~he avrebbe potuto ripetere il motto di quell'antico capitano cli mare olandese: e Se c·è del guadagno andrei attravarso l'Inferno, purchè Belzebù uon mi bntci le vele,: ma nessuno, che ab b1a un'idea dell'odierna. industria dee-li ~amenti, proporrebbe gli armatori camoglini,· audaci abe•ntwer-kapitalisten, ad esempiodi una razionale iutrapre5a marittima. Le P<:1-·olesacra.mentali con cui il capitano iniziava il solito rapporto all1armatore: « economia e sollecitudine sono state le due massime che condussero a biwn ji'Tl.e -il vresente viagqio, farebbero un po' ridere adesso: l'economia e la sollecitudi:n..e restano sempre qualità ecceUenti per gli affari, ma l'armatore moderno sa che i àivi.dendi della anonrma dip€ndono, poniamo, dal mercato dei noli assai più che dalle tonnellate di ca.rbon•e sparagnate dal capitano; e - se è davvero un a,rmatore moderno - sul mercato dei noli concentra metodicamente, razioua.lmente, tutta 1a sua attenzionie, e rinuncia a taglieggi.are 1·equi paggio. Ebbene: i ceti medii italiani banno, confrontati con le classi boxgbesi straniere, 1a mentalità del barcaiolo napoletano o dell'armatore camoalino. La stessa disordin,ata avidità di guadagn;: la stessa deficienza di spirito capitalistico, inteso come impulso al lucro razionale. Di qui, l'astio e l'invid.ia contro i grossi salarii d~ gli operai: chi guadagna mena è incapace ch1 concepire tutto l'ingranaggio capitalistico, è incapace di imruagina.re che ci ])Q.Q;Saneossere degli .imprenditori i quali se ne fregano. di pa~ro:e largamente l'operaio, perchè -eESi stessi 1.ar?b1§1rnamente e razionalmente lucrano. IJ salano dell'operaio è staccato dal complesso del fenomeno capitalistico, che i ceti medii non oomp,rendono, e, allora, naturalmente, appa.re una mostru0sità. ... Eppure io ho i miei studi! :Ma j m·o...o::si alari nou suscitarono soltanto invidia: ;usci taro no una vera indignazione rporahstica, come se fosse sconvolto, l'ordino delle cose u1nane o, divine,. Questa indignazione è il secondo -aspetto dell"odio dei ceti medii. Essa ha la s~a formula di rito nel lamento, che nel dopoguerra, echeggiò a (;0Ulplt..T!H:J1to delraltra: « Guadagna lJlU di me - o1Jpurc, iL, ho i miei studi'..: .o. ln qut&ta tSClarnaziont- che abbiamo sea~ito ripetere tante volte; ci sono sottintesi due concetti tradizionali: 1. - Che gli "studii • diano una speci6 di « legittima aspettativa 1.1 a dec;Orosi guau.a.gn1; 2. - Che la dignità delle categorie che hanno compiuto gli stuclii si<.i. ollee.a da un rialw di mercedi e:. chi non ha « studii ». La (.(legittima aepett..ativa» dn~ sorge dall'~- ver fatto ((studii u è perfettarnent.,e paragonabile all~attesa della preben<l.a che sorge nel bramino indiano che ha letto il sacro libro dei ,-000. ·- ed è così a posto, materialmente, nella. vita.. C'è un rituale da seguire, per arrivare a godere della prebenda: e l'esecuzione del rituale a.s.sicura la prebenda. In nessun popolo dell'Europa occidentale, come nell'italiano, c'è, Ìni fondo, una. riluttanza così singolare a cambiare mestiere o professione. La mcrale profea;ionale consiste, prima di tutto, a riman.ere nella professione per cui si sono fatti gli I( studii »; secondariamente, a ved-er ricooosciute )e p~qprie capacità dall'autorità politica, per mezzo di onorificenze, o di prebende. (Noòlesse de robe nella Francia del '700, e euriali nel Regno di Napoli: ecco gli antenati diretti). " Spi11gendo all'estremo questa. morale_ proressional-e si arriva alle coru<lizioni delrind1a, doYe lo svil~ppo capitalistico è impe<liW, non dal clispuezzo fra le caste, ma dalla disistima che suscita orrni lesione del rituale; cioè dalla, indignazione, derivante da ogni .innovazicrn--etecn~a o economica. che consenta una rapida fortuna ma• teriale a chi invece deve fare fortuna secoru:lo le vie tradizionali. Pensandcci bene, vediamo che l'ideale dell'operaio, come s-e lo immaginano i rnedii ceti italiani, corrisponde perfettamente aJl'cperaio in: dian,o oome lo adoperano gli industriali inglesi delle Inclie: un lavoratore d'occasione, un perpetuo avventizio. Poca paga, e scarso rendimento. Appena si ha tanto in saccoccia da fare u:11-a vita 1neno peggio al villaggio, ci si ritorna: l'industriale rimpiazzerà con un altro. (Questo,_ nel linguaggio ufficioso degli elogiafori delle ·nrtù della stirpe, si ehiama anche l'attaccamento dei lavoratori italiani alla patria lontana). Ecro 1'operaio di cui si è sicuri che non offen<lerà, mai la dignità delle categorie che, per guadagnare, hanno fatto i loro , studii >: ebe cioè possiederà quella speciale forma di disciplina sociale che sta a cuore ai profession.ist.5., agli impiegati, ai giudici, a colar-o insomma che hanno letto il sacro libro dei Veda all'Universi•tà Cl al Liceo o all'Istituto tecnico. Naturalmente, questo paragone dei ceti mediì italiani con le categorie preben<larie dell'India non esaurisce la configurazione dei ceti medii italiani. J\!a bisogna ricordare questo estremo opposto alla civilizzazi_one capitalistic~, che è l1India, per rendere evidente non una 1n~istente aJnn.ità di due gruppi sociali (cet,i, med1i italiani e caste dotte gove:rnanti indiane) ma tut~ la lon-tananza del gruppo che ci inwressa (ceh 1'!1edii italiani) da una classe • boTghe...~~ europea. L'odio contro J'apern.io ha, dunque, un carattere precapiteJistico con delle =nature o da mercanti. o da. curiali. TI rnoviment; fascista, che ne trae origine., ne rimane, Yizia,to da. una. formidabi]e contraddizione rispetto alla civilizzazione capitalistica. Reazione inglese. Il genuino stato d'animo di una • claroe borghese» verso il proletariato, specia~mente 1n. periodi di crisi, in periodi in cui la disoccupazione spinge alla superficie visibile della società le miserie profonde, non è l'odio, come oggi lo nut~ono i oet1i medii italiani: ma il ilisprezzo. E' il disprezzo verso il po-vero, sopratutto, ma in aenere verso l'opera.io, che n?i. troviamo là doveb una classe borghese si è sa1damente costituita, come in Inghilterra fin dalla prima mo-- tà del secolo scorso. La ,-respectability • borghese implicava. un disprezzo verso gli apparU'neoti alle classi bisognose, che, più o meno, versavano in strettezze: tutti i grandi stranieri che seri-, vono e testimoniano sull'Inghilterra del Ul30-60 (Uerzen, Eugcls, Fontane, Le<lru Rolli-n) rest<,-

bi 112 no impl'Es;sionati dallo scherno che circonda la povmtà, dalla assoluta incapacità dei borgbesi inglesi di credere che sotto la casacca. ctell'op<,- raio possa battere un cuore di vero gentleman. La •umanità, dei rapporti verso iJ prossimo è pressochè soffocata: basterebbe ricorda.re tutti gli avvilimenti che la filantr<>pia borghese ha imposto, in-eipaesi piìt p1:ogrediti, ai beneficati: bast<erebbe ricorda,re che, fino a qualche anno fa, i raga.zzi degli orfanotrofi di Amsterdam erano condotti alle fuu.zionì religiose vestiti con un giubbino metà nero e metà rosso, o metà verde e metà rosso: qualche casa di molt-0 analogo alla toilet dei burattini e dei forzati. 1 disprezza il povei-o, ma non lo si odia. Questo rapp-0rt-0 sentimentale del borghese verso il povero sorge dal profond::> della rivoluzione religiosa protestante, per cui l'amore del prossimo si manifesta in prima linea con l'adempimento del lavoro profe~sionale, cioè con il disimpegno integrale ed esauriente del lavoro di ciascuno, sia sala.riato od imprenditore: diretto alla trasformazione razionale del mondo, cioè alla conquista capitalistica del mondo. Finchè l'operaio è strumento mal pagat-0 e mal vestito, il borghese lo disprezza: quando, per qualsia.si congiuntura, l1 operaio è pagato bene,non è più il 1epovero», lo rispetta. Questa concezione brutale e spregiudirata dei Tapporti fra ricco e ooverO è il segro~ to della srunità. anglosassone, è il segreto della sicure-zza con cui i popoli anglosa...~oni procedono per 1·gues, attraverso il fuoco della civilizzazion<J capitalistica, s~nza la fonnidabile palla al piede costituita dall'odio borghese verso le cat&- gorie operaie. Da ciò deriva la squisita sensibilità sociale, la estrema sicurezza dei mezzi e la precisa determinazione degli obietti;i, che' è propria dei ~randi movimenti reazion.:i.aringlesi. In Inghilterra, doYe esistono veramente unesviluppo capitalistico e U!Ila classe borghese, no11 si perde il tempo a bastonare l'operaio, si proeede a oolpi.re l'industria. La violenza ad pn·.~onam appare, com'è, un espediente inutile: si ricone alla fi.la.ntropia. In una società fondata sullo sviluppo capital'istico, sull 'impnJso di lucro razionale dell'imprenditore, la reazione non è mai stata cieca: ha sempre marciato con passo sicuro, dritta alla rnèta_ « Reazione• in senso proprio, è quest-0: « colpire quello sviluppo e quell'impulso, colpirli ;n nome della tradizione, in nome della pietà avita, in nome della religione, delle convenienze, della filantropia: ma colpirli, paralizzarli li. Questa è -reazione, nel suo signifi.cato proprio. In Inghiltena; il suo tent~tivo classico si ebbe verso il 1850: quando la filantropia conservatrice riuscl ad imporre il Ten Hours .-lot (Atto delle dieci ore di lavoro). Xon erano i rappres3ntanti dei lavoratori che davano questo primo involontario avviamento alla legislazione sociale: erano i gran signori, i tory, era Lord Shaftesbury, il tipo ideale del1·aristocrata, seconde Eriierson: era Dickens, l'uomo che rimpianse sempre la old merry Englarul,, la vecchia allegra J.nghilterra di Mr. Pickwik. Il movimento reazionario di Shaftesbury e di Dickens era tipicamente reazionario per questo: con la p,otezione fi.lantrapica degli op<erai, voleva.no colpire a morte lo sviluppo industriale del loro paese, volevano rimandare alle campagne le masse inurbate, volevano mortificare 1Jiniziativa degli imprenditori, volevano liquidare l'industria inglese. Con quel fiuto fine, che solo la esperienza di una grande aristocrazia può dare, Shaftesbury comprese che sviluppa iu.d1.1.o--trialevoleva dire, prima o p<>i,attacco srJCialisùa: e, reaziOnario dei più geniali e potE:nti che siano comparsi nella storia inglese, non pensò mica df far bastonare o di far mitragliare gli operai, anche allora sovversivi; ma mirò alla paraliEi della macchina capitalistica, in nome della pietà umana, c<lmeDickens, nel suo gran° de romanw Hard Ti,,nes vi mirò in nome della letizia e della piacevolezza della vita di un tempo. 8" a Shaftesbury, se a Dickens, w a qualcheduno dei tanti ricchi inglesi che li seguirono a"fes&eroproposto di agire materialmente contro gli operai, cosi avrebbero risp<>Si:.o: • A che oosa 8'3TVe;,. Perchè da inglesi, reazionari sì, ma jngle.ai, aveva.no vivo il senso del. dispre-szo verS-Oil p-0T-e?O, ma mancava completamente in essi ]'odio per il p-0vero. Re~zione italiana. Ritorniamo ai ceti rne<lii italiani. L'astio contro la cla.&5'3 operaia dà luogo ad una reazione spi.cciola, irritante, islerica, che y,uò oondurre al colpo di Stato - m.a il oolpo di -tato non vuol dire niente, non risolve niente. L'odio contro la cla,.ae operaia è, in realtà, una ribe!li-0ne contro il regime di svilupl_)-0industriale importato in Italia da trenta anni, e a cui la b-Orghsia ita.liana si è dimostrata impreparata e immatura - ma ribellarsi contro le vere vittime della grande produzione, i salariati, è stolto e vile. Se i medi ceti italia-ni, per ragioni tradizionali, per una loro menta.lità pre-capitalistica, b-Ottegaia e prebendale, non p<roSOnotollerare la pr€60nza e lo svilupp-0 di una classe operaia, la conseguenza logica e coraggiosa veramente e virilmente reaziana.ria, non è che una: far tabu• la rasa con la grande industria italiana, risospingere l'Italia indietro, oom'era p_rima del d=n1p 1890-900, rinunoiar!l ad una proò11zwLA RIVOLUZIONE LIBERALB; ne irndustriale per il grande mercato internaz:onale e per il mercato interno. Se 1 ceti medii italiani si sentono a disagio ne! macchinismo della produzione manifatturiera fino a trovare la prroenza sola di un opei-aio «provocante» e <e indisponente» J non è con la classe operaia che devono prendersela, ma con chi l'ha evocata S'l1.illa scena, con chi1la adopeJ:a co·me .stn1mento, Bisogna 1nirare all'evocatore nascosto del malefizio, alla ristrettissima categoria di veri capitalisti - intimamente antifascisti - che spinti dalla febbre del lucro capitalistico si p.reparano a ricreare stasera, domani 1 dopodomani, sempre, quegli aggruppamenti operai che i fascisti harnno «conquistato», quelle organizzazioni opera.ie che i fascisti hanno stamane disperso. La ribellione e il colpo di stat-0 devono innestarsi su qualchecosa di più potente, un programma di politica anti-i'lltlustriale, cli cui i pochi e solitarii liheristi intransigenti italia1ù ha.m1-0già da tempo preparato il programma m1u1mo. Questa sarebbe {<reazione» nel significato in cui l'espe,rimentò l'linghilterra e gli al-tri paesi con uno sviluppo capitalistico autonomo e vivace, non di importazione: con una classe boTghese ben preparata; e quindi con dei reazionari lungimiranti e sicuri di sè, come si conviene-ai paesi forti e serii. Ma i nostri ceti medii, i quali si esaurise-0no r..el1 1 « odio» verso il salairiato, dimost.rano per ciò stes....c;:o di non costittt.ire una classe borghese fortemente e seriamente reaz.ion.aina. Prendendosela con gli operai, e basta, e.....~id mostrano semplicemente la loro immaturit~t. a vivere in un paese avviato coartatamente alla grande produzione industriale, e la loro impotenza a tra, sformarlo: cioè dimostrano la loro intima infelicità. Il fascismo, espressiope politica di quei ceti medii ne .r,iflette tutta la crisi: bastona gli operai, -e va iu brodo di giuggiole dinanzi alle declamaziou.i sull'espansione industriale della Terza Italia, e simili temi retorici. La sua reazione è superficiale, torbida, convulslonaria: ma non attinge dalla profondità della tradizione, non sa ammantarsi e 'llOU sa valersi di tutte le infelicità che un affrettato e imposto sviluppo industriale ha accumulato in Italia, come espedienti validissimi per i reazionari veri che non sono venuti. Il fascismo fa le passeggiate militari nelle città industriali, e' rispetta venerabondo la grande industria. La reazione è così troncata, e oompa,re in tutta la sua povertà e in· tutta la sua sterilità. I ceti medii _italiani, di fronte alla grande industria, si attengono a,ncòra all'ideale del.!! « vita temperata,» e dello << stato pacifico» cli due secoli fa. 1v.IaQuesta intima tendenza antiindustriale non pub venir fuori, perchè è sotto una doppia crosta, robustissima, costituita: I. da una moda letteraria e accademica per l'«espa•nslone indll.6triale», per la. <<valorizzazione del ·lavoro -italiano•, per lo «sviluppo delle nosbre energie latenti» ed altre cose del genere; 2. dal fatto (indiscutibile) che la grande industria, quale è stata trapiantata in Italia presenta dei caratteri di Abenteiier-Jfopitalismus, di pirateria che piacciO'Ilo molto, e piacciono molto precisamente, e impongono soggezione, pe,rchè i ceti medii italiani non sono una a classe borghese, abituata ad aver da fare con dei veri imprenditori, e a diffidare degJ.i avventurieri, dei falampi, dei < projectistes ». Dilettantismo industrialoide. Sull'efficacia della moda letteraria ognwno può accertarsi direttamente. La ~Lega Navale,, la «Lega Italiana, e tutte le a.&50ciazioniminori, per €sempio, ne offrono prove 'infinite. I bollettini della «Lega Navale, sono una miniera <li documooti sullo stato d1 animo <lei ceti meclii. SocieLà anonime cooperative con azioni da 100 lira cia.-:.;cuna... per dare incremento allo sviluppo dcli' ltalia sul mare; centinaia di ordi11i del giorno votati da studenti, impiegati, avvocati, per dirime.re conflitti marinari.. e salvare la marina; preoccupazioni e b~tticuori di ragionieri lombardi perchè si varino «molte navi» affinchè l'Italia sia «grande 6UI mare n: tutta roba inutilo ed innocentissima ,li cui i veri pochi uomini d'affari che si occu~ pan-0 della marina sono i primi a ridere. Il recente congresso della J,ega Italiana a Roma è stato una vera tornata accademica, o quella cho vi partecipò è tutta gente che vuole «valorizzareD, «sviluppare», uespander-eo: ma le sue idee della attività ,nazionale trovano il loro perfetto interprete in V. E. Orlando, che si fa loro a narra.re e a proporre 1'esnnpio (lell1espaosione commerciale di Fireuz.e, a.i témpi gloriosissimi - e barattieri - dell'arte della lana ... quando ancora non esisteva nè u-n lmpronditoro nè un salariato nel significato moderno dei due termini! La LPr;tt ltr1liana dovrebbe rimanere ce~ lebre nel!-, crona,;he dell'industrialismo accademico, per gli ordi'lli d.-,Jgiorno vibratissimi votati durante la Conferensa <li Genova, quando le menti dei suoi soci furono peroossc dallo spaVf'n~o... di restare - orrorr, l - sPnza petrolio. Fu allora r·he la pr,,sidenr.a. mandò a Schanr.~r te]Agramrni lancinanti: P fu allora - so le: mie informazioni sono l:.SaiL<· - cho il minii::.1..ro Schanr,er chwdeva disp<,rato al comm. Francesco Giannini: " 8e non riusciamo ad avere almeno una lettera di Lloyd George, come farò a presentarmi al Parlamènto ! Che cosa mi dirà tutta questa gente, per il petrolio'/». Il petrolio del Caucaso, il carbone di Eraclea, e in genere le << materie prime»: ecco le ondate che percorrono, ad intervalli variabili, la superficie di tutta una folla di oneste perS-One, che sò ne avessero i mezzi si guarderebbe.:·o bene di impegnarsi nell'industria. ddl'anna1r,ento e in coricessioui petrolifere. - Gente che uon è mai stata una volta in aeroplaino, nè in un campo di aviazione, sarà. fieramente allarmata dalla notizia che ,taluni provvedimenti o negligenze del Governo compromettono << l'avvenire aereo della nazione,): e una <<lega aerea» interverrà cl'ur• genza ad 'agire rr perchè l'Italia abbia. libero il suo cielo». - La. Leonardo da, V·inci deve essere ri'attata rr per dimostrare la valentia dell'ingegneria italiana»: e, per tacer del Senato, negli stessi collegi professionali si trovano dei tecnici che 1 ne fanno, disinteressatamente, un punto di onoTe. - Le fiero campionarie m·esse su da un e<proj ectiste » d'ingegno, come Umberta Notari 1 diventano spedizioni cli argO'nauti che vanno a portare il vello d'oro delle industrie italiane: e si passa per cervelli gretti e privi. di iniziativa se si a.rriva a mettere in dubbio che hu·chi e lapponi aspettino proprio la 'Trinacria pe1~comprare la roba in Italia. - Vecchi relitti di propagauçia futurista, antichi orecchiamooti di 1< dinamismo», scarti della poesia della macchina e dell'officina, tutto ritorna a galla, tutto fa brodo: e così qualunque forma della attività industriale si presta a questa esaltazione letteraria, perpetrata nella massi.ma buona fede, e1ù la folla degli innocenti a111atori della « vita tempera a» arriva attraverso schemi .reclamistici e metafore slombate: e l'i·ndustrialismo accademico dei medii oeti italia.ui trova tutto degno c1·ipatriottica attenzione, dal t< carbone bianco 11... al sughero di Sardegna. • Questo dilettantismo iudustrialoide dei me,.. dii ceti è la massima forma di interessamento permessa da tradizioni curiali e prebendali, da una cultura pseudo--umanistica che, sola, apre 1'ir..gresso nella ca1Tiera agli uffici e ai «posti», e insieme stampiglia socialmente i suoi adepti con la qualifica di « persona che ha. fatto i suoi studi», p;,rsona per bene cioè che ha diritto ad a,ere un trattamento decoroso in modo da poter mantenere la dista,"za rispetto ali':,, «bassa gente». Abenteuer-Kapitalismus. ìVIa ]~ grande industria impone soggezione ai medii cet.i p€rchè è triv-ella.trice. L'assalto all'erario, che in altri paesi prod·urrebbe larghi . n.ovimenti di opinione pubblica, qui .finisce p~r produrre una larga ammiraz;ione per g]i abente1.1,er-J.·ap1:ta/,istrn che lo conducono con fortuna. Si trova che sono e furbi», «accidenti», «sacramenti» - 0 1 addirittura, si trova che sono valentissimi imprenditori: il che è assolutamente falso. Nel carattere composito dell'imprenditore moderno (in cui si riuniscono i tratti clistintivi del conquistatore, dell'organizzatore, del commerciante) il pubblico italiano è sempre più dispost-0 ad apprezzare i tratti del conquistatore più degli altri: e siccome quasi tutte le grandi figure dell'industria italiana hamno avuto ·precisamente più l'audacia del colpo di mano protezionistico che la saggezza de1l' organizzatore, i medii ce.tllitaliani so110 s'icuri che anche l'Italia, ha prodotto una classe industriale di primo ordine: e chi <ne dubita, è «antipatriot.- ta io. Il trucco protezionistico è consicl-erato come un mezzo affatt-0 naturale di far progredire una industria: non si pensa, non si è capaci cli pensare che, di fronte alle gen,uine capacità dell'imprendimento moderno, questo m9do di avvaJl· taggiarsi denota, oltre a tutto, una speciale forma di pigrizia, una tendenza alla prebenda: e nella classifica dei mezzi di arricchire, pot,rebbe sta.re assai ben o vicino a quei tre famosi I che erwno indicati nei libricini del Rinascimento: 1. - La cerca di tesori; 2. - L'accalappiamento di eredità; 3. - La clientela: rendersi persona grata presso qualche ricco <:ittaclino, allo scopo di ricevere una parte delle sue ricchezze. Gli industriali italiani si rendono persone grate presso lo Stato. e ricevono delle sovvenzioni e delle tariffe protettive. 1 medi'i oeti italiani an1mirano qutsLa audacia venturiera, e non sospettano noppu ro che "5Sa non è affatto « capit,a. h_st_1ca»,e che quegli uomini sono assai piu vicini allo «speculante» e al condottiero» ciel '400 che ad un iniraprenditore inglese o americano. Ad accentuare, nei 1.0edji ceti italiani, questa sto~·tur~ _di discernimento, si è aggiunta l'art.i. cana m1l1taresca, per cui la u couquista di nuovi mercati» è c0'11cepita mitologicamente corno una specie di conseguenza obbligat,oria delle vittorie guerrcscho. L' <1 arnore <li terra ]ontana» sospira in tutte lo rc·lazioni dli Consigli di amministrazione, e diventa addirittura appassionato nei discorsi di coloro - o sono legione - i quali credono che, poichè gli italiani hanno vinlo sul Piave, in Colombia.., in Arabia e alla Nuova Guinea,non aspeLtino allro che di essere «conqujstati,, •pencl,ral,i, dalla produzione italiana! E per chiarire quesl,o st,ato d'animo, basterà una citazione. Scriveva temp-0 fa !'on. Mencdio Ruin.i ex ministro delle Colonie, a proposito delle CJoÌonie Portoghesi: « Vi Jurorw, due a,vni fa, iniziative di gru p7;i, industriali e Uancari italiatlti, ptr 'lt,i accordo cot l'ortogalto per lo sfrtttlarnento delt'.lngola, che offre gra.ndt:;:-:i'iuieri-sort-·ca.gricote e, so'vra tu,tto, dt mate1ie 11n:me•indu,striaJ,i. G/,,istudi ccl ·i pri-. mi pll1i$i no-n ebbero seguito, a,iche percI/t i,/,_ Governo ital'Ul'IWnon si nw<Jtrù entusiasta dell' idea. Scn:a, 1voler esaltare nuinie imper·iali$tiche, cert,o è clie :;arebbe :-:i·tato ppor:'wno per l1ltalia,, - che no'll, ha aic·t1,na 1 1.·,iestrti <Jtr,lt Il tlantico - una, penetrllzione •netl'Angol 1t'',. In queste poche righe, c'è tuU.o: le ((materie prime», c1la finestra sull'Atlantico•, la 1tpenetrazione ». La mitologia è .al completo: ed è w1 ministro di ieri e cli domani che pa-rla ! « Sarebbe stata 011110,·tunaa1napenetrazt0ne 1t-ell'A ngola... » Chissà perchè poi nel!' Angola 1 Forse p;,rchè l'Angola è del Portogallo'. e - « senza voler esali.are uwnie imperialistiche• - si crede che sia. facile « conquistare nuovi mercati», « penetrare», (<espandersi», quando si ha da fare col Portogallo .... Angola ... mateTie prime .... fi.- nestra sull'Atlantico ... Passibilissimo che di qui a due mesi il cauccilt cli Angola apparisca indispensabile all'Italia eome il petrolio del Caucaso e il caTbone di Eraclea. E' p<>ss'ibilissimoohe qualcheduno proponga di saltare addosso ... al Portogallo, che qualche ministro lanci là, alla platea, le frasi aspettate sui «vitali interessi,, e che si faccia la gesta d'oltremare. Sicuro: 'Il,oisiamo sempre in procinto di partire per una gesta di oltremare. I medii ceti italiani hanno -dell'espansione industriale cii un paese l'identica idea che ue aveYano i pisani e i genovesi del '300: qualche cosa di composito fra i trucchi dei mercanti, la guerra di corsari, l:t riparti?.ione della masserizia predata. Conclusione. I ceti medii italiani, impreparati a sopportare lo sforzo e la tensione imposti dall'attuale stadio di sviluppo capitalistico, se la pigliano con la classe operaia. Non riescono, però, ad essere risolutamente anti-indm,triali, cioè ad essere -intimamente reazionari, appunto peTchè: non sono una classe borghese moderna.: e perchè, quindi, sentono vivamente l'influenza di un i11dustrialismo da letterati e da condottieri. Perciò il loro destino è stato e sarà in questa alternativa: O soffrire umiliazioni e privazioni nei periodi di più fi.ttizia attività industriale, durante le riprese che si fanno sentire ,nella artificiale grande industria italiana, come Tiflesso e cont•racoolpo delle gra.nd1 «corse all'oro»internaz.ionali: O vendicarsi contro gli operai, «sfogarsi,. • nèi periodi di grande crisi. Il fascismo urbano, il fascismo delle regioni industriali è l'espressione di questa persistente e fatale infelicità. GIOVANNI ANSALDO. Associazione Nazio.na PER GLI Interessi nelMezzogiorno ~'Italia delegata d ll'OPfRA rnnrno HAlf Aftf InMO ~ede Centrale: RO ..HA Monte Giorclauo1 31j - Palazzo Taverna Indirizzo telegrntico: AN lMl'l'AL-RùMA Telefono: U05 Pres-ide11te: Marchese On. l!'ERDINA.NDO ;s!u:s-½IANTE • Co11sigliere.Segretar·io: Oav. GAE'l'ANO PIAC1'1N'l'!Nl Uffici Regionali: CAGLIARI: Via Lanusei - CATANIA: Via Crocifc1·i, 36 - CATANZAHU:Via XX S,·ttembre, 79 - GlRGENTl: Via Spoto, 18 - PAI ERMO: Via Rocco Pini, 9 - POT~NZA: Palazzo Comunale - REGGIO CALAHRIA:Vallone Schiavooo-SASSARf: Direzione Scuole Elcmootari. Soci agg,-eoati, una o più quote di L. 10 annue. Soci be,1emeriti, una o più. quote di L. 100 annue. Soci pe,peltc.i, al1n1JnoL. 1000 una volta tanto. È un'organi;,;znzione di uomini di volontà e di fede che la loro azione e il loro pensiero hanno ùerlicato alla soluzione del massimo problema italiano: il problema n1el'idiouale. Gli scopi del!' Associazione, sono: a) suscitare ed a;sistBre ttel M~zzogior1to tl' Itulùi le attività al miqlioramento tklle condizioni locali, specialmente ili ordine allo svil1111110d-,ll'·istniziow, 11rimaria e pop0 ltire, dtll'Rconomitt aqraria e del 01·,dito al l((t>Oro; • b) intflressari; l' opfoion, pubblica i laliana alln cm1osceJ1za 11ncisa d-,i vroblemi della vitti crn1le n,Ue rey-ioni meriditmali e <iei -nrn.z.zipiù idonei alla loro soluzione gra dtwle ed organica; e) promuov,;re istituti in cui l, forze economiche e l'opera perso,w.le dei oittatl-ini di alt1·e regioni it(llim,e si u11isca110a quelle delle rogiom mendw11ali pP-r provveden ai j)(trticotori bisogni di qite.He; d) f.CCitare l'azione continu.a dello Stato in onliw, sopratiitto olla sollecita cippticazione delle leggi a favore del Mu:iogiorno, I

T, A R I V O L U Z I ON E L I 13 I~ lt A J, I~ IL CONGRESSO SOCIALISTA , A l'è tutt, queHtion d'quattrin ,. Le sue metafore sono sempre quls¼: , t<:ncr alta la ban- <lio.r a cl.e] partito,,, I( reggere baicJamen te il timone <lella dlrczione11, e simili.. Parla sempre dci compagni « umili e buoni .. che attendono «con ansia.. Je decisioni "&loriche» ili queH-ta «assise del prol•.Latialo~. Adopera da <livPYW decine c.l'anni, in tutti i suoi <lj:-:.eorsi,queste ùUe citazioni poietiche: 2\e chiedo scusa a Gaetano Salvemini ma pur debbo constatare lUléiJ cosa. Oggi oome oggi, la u rnas,a patrimooti.ale > di quelle idee che Salvemini agitò fra il 1902 e il 1904 ba soddisfatbo [Hlt-<ecchicospicui legata.rii: dal Fascismo al P.P. Ma - come su.ccode in base a certi scher,~i d.1testé;tori bizzarri _ erccle universale dell'eredirtà cosl sacchecnriala e svuotaLa del meglio è Ar'tudeo VeJla,i:i~Jugliese, e una dello «pernonalitàit del Partito Socialisla llalia110: intendo dirn della, fraziono ma.<:Simalisla, rimasta padrona del. l' -t ,va11ti, t.itol.trz dell"embkma falc-c o martello, ecÌ esclus·i~,a riservataria dei diriLt.,i d'a.11toTcsulla ca1 n7,,011e « Bandiera ras.sa» nell'esercizio dei quali tre pri,•ilegi si assommano lulLc le attività. pratiche del ma..~imalismo it.alia110. La tendenza politica del Mezzogiorno. :::k 1·i\·eva il Salvemin.i nel 1903: (Jlfute sono le dui; .wle, lt dutJ I;e-rc t111de11:e del srwi,,lùuno• italiu,io: la tfndt 11za JJrtrale11teul1 ntt cco1w111it·,1 11d _\"urd, la tu1de11u1,, 110/itica ,i<'l Sud: /r fJl'·FJli si co11/01tde.ra1N1.o nei pe,·iorli ,li 1·ea:zione, f"_Jttllllclo il .Yurcl :jW(l respinto u«lit:-tro sulla •vi(1del 1n·ogresso cil·ile e andrà a r,tn, ·-,o il Sud 11t'/lo mancanzo di libertà politica e nello impo'lisibilità, di Wtta, 1'cO"nom•1:ca: ritor,Ieranno r1, dividersi e contraljtorlji jiframente, nun OJ-1pe110, la libertà pol-itica cl·ia. ai socialisti del ~Yurd mezzo di ljecondare le tnul:e11ze incoerc1:bili dli prolcta1·ioto setteatrivnalf'. A R'Oma, nell'ultimo congresso, si è verificata esatta la dia.gnosi di ven.ti anni fa. Mentre la sera del 3 ottobre il p1..,,;i<lentefaceva la chiamata dei rappresentanti delle Federazioni provin- ~iaJ..iperchè dessero il loro voto, a ogni nome di provincia meridionale seguiva un voto massimalista. Era il socia.lisrno meridionale che faceva la su;: scissione. Al tavolo della. stampa, Angiolo Cabrini, quando udiva la dichiarazione di Campobasso o di Bari, faceva qualche com.mento non tutto lusinghiero per la "o~ga.n.izzaziÒneJlsocialista in provi11cia di Campobasso o di Bari: e rni costringeva a pensare, guardando quella sua faecia cordiale ed onesta cli padano, che dal 1902 il socialismo 110n ha risolto il contrasto delle sue due sole, tendenze, ma neppure gli Angioli Cabrini he..n,no•fatto progressi nel capirne qualche cosa. Vero è che - in appa.renza c.:-ntro la diagnosi s2heminiana - la sciS3Uonesi è prodotta in un periodo di mancanM di libertà politica. Ma te.- nete pn,sente questi fa.tti: J •. Il , No,·d che va a ritrovare il Sud n<>lla ma.ncanza cli libertà politica, come nel 1902 accennava il Salvemini, c·è. Che cos'altro, all'infuori di questo, n1ol dire la battuta in cui Serrati ogni tanto dà fuori che « bisogna propagandare il Mezwgiorno >, che« bisogna rifugiarsi nd :Mezzogiorno> -Anzi - se è vero quel che mi fu raccontato) - Serrati arrivò perfino a ripetere in_ una. adunanza della Direzione, che « è meglio abba,n<lonare a1la furia fascista fin l'ultima cooperativa emiliana, e tentare movimenti di m,asse net Mezwgiorno ,. Voi vedete che ·qui il poverello Partito Socialista si batte veramente il petto, e oorca di infilare la stroola che venti anni fa Sa.1Yemini indicav,a: ].ascia finla.lment,, il selciato· della piazza del Duomo cli Milano, abbandona - perch(> impo--.:::o&ibile ormai - l'onerosa tutela di gruppi privilegiati del proletariato sett.entrioua.l<>,e ritorna alle p<>sizionidel decennio 18921902: agitazioroli di piazza per la conquista delle libertà di vantaggio gen<>ralepro- tutto il proletariato. Serrati, si capisce, non sospetta nemme110 cli toro.are, lui sì,. veramente, .aJ 1892. Serrati ha ìa testa piena della III InternaCLion,ale e di tante altre fanfaluche: ma, in mezzo a quelle me frasi imprecise, è facile notare il « Nord che v,t a ritrovare il-Sud nella mancanza cli libertà politica>. 2" L'atteggiamento di Arturino Velia. Oh dio, voj capite bene che bisogna essere indulgenti con dei "pensatori, come Arturo Velia. Questo paglietta barese, il giorno dopo la scissione, quando Treves, Tura.t,; e Modighani se ne sono andavi ·via, quando aUa tribuna. non c'è più da subire il oonlronto di eloquii più sonori e più forbiti, impe:Versa lui: an·ivò perfino a, cita.te A,n.tonio Labriola !... Eppure, quello che egli sootliene ha un significato. Bisogna imprestargli qualche idea, bisogna innestare le sue espr-essioni monche -ul tronco della tesi del suo paesano Salvemini: aUc:ra s, vede che le nece,ssità. wciali del Mezwgiorno p~lano per bocca di tutt'e due, sia pu:. e co11efficienza tanto diversa. Che cosa W>rrebbe dire Vella nei suoi sproloqui contro Serrati e .\)ontro Maffi 1 S-osta-nzialrnmte, questo. , Badate: noi del Mezzo!7iorno s•an:10 sem~re stat.i i_v.eri intransigenti riviluzionan (legg'l: antim1,111isteriali-am,t:icollaboraz'iowi- ,1i). Il nostro massimalismo (leggi: antiministert.alismo) è vecchio di venti an'Ili, è anteriore al massimalismo moscovita- (Giustissimo: i conti to-r-nn.m-0: l'cunt,imini,sterial,ism'o d,i, 8alvemini dentro il partito risale a. venti anmi fa precisi precisi). Dunque finiitel.a coll'andare a chiedere perdono a MEca, finiU.la con le disquisizioni sulla rn Internazionale ( Le_g[!Ì,:finitela d,i 0CC1.tparvi rli cose lontane clie n.d.nl interessano atfa.tbo -noi d-i Bari, che sùvmo obbliqau ad essere piiì amticollabomzionisti d,i 'bai, perchè i prefetti del reqn-0 sono arrivati fino a far ammazzarre 1.vn mio l'Ompaqn'd di lista sulla pubblica via). Qu~sLo Arturi.no Ve.Ila. llO'Ilr è nè un massimalista, nè un rivolu~ionario: è il solito social'lst..a. meridionale a.nLl1ni11i&l,.criale,che si di.&-int...eressa delle riforme sociali (o perciò vuole staccarsi da Turali) ma si driruntcres.sa anche degli ordini di Moscà (o perciò fa, di;;cors, contro Serrati e Maf- /ì). Velia vuole che i suoi compagni di lisla non siano pilt abbaUuti a. revolverate dai «mazzieri»: e i:.iccomcba sempre veduLo, dall'clà d<'lla ragiono, che i prefetti sono mandat.i in Puglia con frncombcnr.,e revolv-e-Tatorie, si crede, 11ella 6Ua. povera tcsta, rivoluzionario: ed è semplicemente, COllH:.' t,utti o sempre i socialisti meridionali, anlirninistaria.le. Lazzari, il santone. Di fronte a questa ii1genua affermazione dei dolori e <lei bisogni del Mezzogiorno, che riesce a farsi strada fino attraverso le ciarle di Velia, il "progredito~, «organizzato» e «civile» settentnione, insomma la. u razza. superiore», come la chiamava Salve1ni11i, ancòra una volta non capiset, a.ssolutamente niente. 1 capi dell'arto di non capir niente so•□o i Lazzari, Maffi e Serrati. Cominciamo da Costantino LazzaT'i. La testa cli Lazzari è mo!to interessante. Dal- !' ossatura del naso due solchi profondi gli rugano le guancie fino -alle estremità della bocca: e qui, j baffi spioYenti, alla cinese, banno fornito a Scalarini il più bel mod-ello di baffi alla prolcta.ria, da usars:l neHe vignette in cui il pupazzetto del proletario è alle prese o con la guerra, o con la fam-e. I baffi, combinati con le rughe, danno al viso di Lazzari uno. spiacevole atteggia,.. me~to di clispregio <> c1i sospetto: è un' uomo che da quarantacinque anni fa professione, di dispregiare e sospettare le i'nfinite « atrocità della bo.:- ghesia », e ora il dio della borghesia, per castigo, gli ha deforma.b il volto c011la smorfia propr:a di chi si accorge che il gatto di casa. bu. fa,tto i suoi ccmocli fuori cklla cassetta della spazzatura. Gli cechi sono ,appannati da un velo di artifiaio- &a compunzione, e Lazzairi li tien bassi come un cappuccino questua,11te: solo quando alla tribuna J.o raggiunge la sms,nia.cciata dell'applauso, allora c'è in quegli occhi un lam~o di soddisfazione vh-ile. Quando ride, è sempre fuori chiave: non ha, I.a risata franca e aperta: non sa ridere. In tutta la sua persona, 1tNJn c'è nulla che somigli al;a sanità provinciale di Zibordi o di Prampolini: c'è del sobborgo operaio e c'è della prigàone. Mi· affretto a dire che cli tutte le varie prigi0nie sofferte in gioventù e sfrutt&te in vecchiaìia da quest'uomo ne bo piene le tasche: come pure ,con posso sop1,ortarlo quando egli parla untuosamente delle sue umili origini, della sua mancanza di studii·, del suo passato dli milite fedele del partito, eccetera. Quella di Lazza.ri è una oanizie impudica, e quel Nestore da quattro ba-· iocchi è inaciditoi e superbo. Lazzari., richiesto tempo fa di qualche ceruw biografico sulla sua vita, cominciava così: « Sono na,to 1.I,primo geminoio 1857 a Cremona da famiglia proletaria: padre di origine contad;i.nescae madre di stirpe nobiliare .... , L'accento è sull'ultimo aggettivo, come voi sentite subito. Ogni accenno alla « fa.miglia proletaria n è un rimprovero a Treves o a Tur.ati: ogni ripetizione della • mancanza di stU'- dii > è un confronto odioso con i ],aureati del Partito: ogni osterutato rioordo di tutti gli uommi di ingegno ch'egli ha àncontrato in trent'anni di congressi, è una guardata di sbieco verso il contra.dùitore, che., poveraccio, è talvolta unt cafone tipo Arturo Velia. A I C-O<ngr=o di Milano, L_azza.ri parlava del cc..,mpagnoLenin con quella dlsinv.oltura con cui oggi mille cialtroni.' dicono « Gabriele» l.11v~cedi D' An,nrunzio: «Il com'J)Ogno Le-n·in, allora, mi mandò a ch1.°am(l:re e mi disse: G·uardate, La:~- zari, che .... • Lenin, o chi per esso/~:i deve essere ace.orto che aveva sotto mano un ex-commesso-- viaggiatore ii.n apparecchi per riscalda.mento,: e gli fu estren1amente agevole trasformarlo in un commesso viaggiatore della III Internazionale. Quel poco che Lazzari è riuscito a combinare nel suo cervello, è tutto scorie democratica. Il proleta.riato è sempre disperso e perseguitato, i popoli sempre fratelli, gli arabi di Lil,ia sono oppressi, i Congressi soci,alisti segnano sempre una data storica nella vita del proletariato, la Tiscoesa è sempre imminente, if proletariato è contrario alle guen·e percbè ama sempre gli altri proletaria.ti-. Si capisce che per quest'uomo, vi&- suto ini strettezze economiche, senza conforti di coltura o dli studii, senza possibilità di ascese peirsonali oltre i limiti del partito, la. vita del partito diventi tutto: ·i Co11gressisono le occasiollli in curi.si compensano le umiliazioni di tutto l'anno, e gli applausi dei compag,ni congressisti confortano delle mortificazioni subìte nel gruppo parlamentare. Lazza1i ha perciò scritti in testa tutti i cliciannove congressi d<>lpartito: e quei diciannove congressi riassumono ed esauriscono, per lui, tutta la vita d'It.aliia. Crederci è per 0lui una neoessi>tàfisiologica: altrimC11ti schiatterebbe cli bile compressa contro la « borghesia sfruttatrice 11. P-erciò, alle vicis.~tudini;" manovTe e giochetti.dei Cong,:essi si dedica con passione im:tensa: egli in .:lue minuti spiiega come e JIBrchè ]'Italia debba rinunciare alla Libia, a.ll'Eritrea, alla Somalia, al Do.deca.nneso, ma difende per mezza gior,nata una a,ggiunta di una paTola alla moz-ione di tendenza. Di front,, al -fenomeno fasci.sta, rimane sbalordita: in due anni non. è riuscito a trovare altra spiegazione che qu~sta: "u rllrtt 1;c/1,iavo, 7ftù vit, 71iù derllJ✓J sotto l'orrida vér!Ja ,")to.rà:. 1< c:um/11·0 1·1 111011.")lro di cappellr_, 1nrt- La mU1;tco /'e IH'mJtl'f qvf:.lto •· con l1 e ap<'rLo, anzi shracalo: alla lombarda. Nel 1914, ha credute di• mrltcrc a. pesto, Mussoli~1i. Nel 1922, è a.ncòra venerato come il più antwo san.lane del proletariato italiano. Serrati, il pedagogo. Il luni,c a olio, nel vagone del lreno che c.-i portava da Kuffstein a :Uerlino, non funzionava. Anzi: non solo non funzionava: ma gocciolava sulle coperte di due signore frane<:si, molto allarmate. l lumi a oliio delle ferrovie per me son sempre stati un mistero, ed io mi guardavo bene dal metlere mano in quell'aggeggio. Gli altri quattro viaggiatori brontolavano, ma, si vedeva bene, erano 1J1-ellemie condizioni. Allora si alzò da uno dei posti d'angolo un uomo con la barba, e 5-enza dir niente cominciò a sporcarsi le mru1i, cercando cti ridurre quel lume a ragion\;. Quello, che mi colpiva era ia sua taciturnità, il suo accanimento per raggiuncrere uno 5;-0po per Cffi io, nella geli.da notte, n~n avrei a'ffatto acconsentito di muov;;:-rni di sotto al plaid da vriaggio: e infine la 5ua destrezza manual-e. Quando ebbe messe i11 ordine le v;ti o che altro dliavolo foesero, accese il lume, e al pnmo chia.rore vidi che quell'uomo con la barba e.1 a Menotti Serrati. Con un discreto francese ~li sì volse all~ du~ signore minacciate dal goeciolamento, e disse m tono pedagogico, come un maestro elementare che tira la morale da un ra.ccontino: « Vous le voye:zmesdames: il ne faut jama!is désesperer ». Poi si rannicchiò nel suo angolo, e sì addormentò. Nella faccenda della rivoluzione, certo, le cose non gli anda:r'Ono così bene come in quella del lume- a olio: ma però egli non ci ha risparmiato le sue massi.me, non ha rinunciato al suo fare da maestro di scuola, e adesso che il partito è disperso, Porganiz.zazione annientata e tutto a catafascio, son certo che Menotti Serrati si addormem,ta placidamente come dopo aver trioofato -sul reazionario lume a olio. Ogni volta che incontro quest'uomo, non so difendermi da una viva simpaòia verso di lui. Quando è lontaillb, posso scrivere che è un incapace: ma. quando lo vedo e lo ascolto, mi quadra. c·è del ceppo, c'è della salda fibra: sa-- rà forse perchè parla. il dialetto della mia regio,. ne - e lo parla schietto, con un accento che nè i viaggi· nè gli esilii s,ono·valsi a sradicare - e io stimo molto la gente che coni.serva il suo dialetto: sarà per certe scrollate di spalle a me fa" migliari e care come il più bell'ornamen.to e il più bel tratto della genuina gent,, di Riviera quando vuol mandare i rompiscatole a farsi be.- nedire da un altro chienico; sarà per la. assoluta m,run-canzacli posa, di falsa. modestia, di coimpunzione santonesca, cli -arte complimentosa: insomma, sento che Serrati è una testa dura ùn un partito ricco di fa.rinella - e i•DIun paese che in quanto a farinella, ne ha l'identica propo,-- zione di quel partito. Sapete cosa c'è in fondo -a quella testa dura! C'è questo, io credo: il ricol'do di lunghii e duri a•rnn.i passati in giro per il mo,ndo, a far vita grama: e l'orgoglio di sapersi allenato e rotto a. rip.ren<ler-e quelle strade ,antiche, quando tutto l06Se proprio perduto. Sen-a,ti è un uomo che non batte ciglio se do.- mani gli. capita addosso una condanna o un bando che t,, lo possono· sbales~rare in Svizzera o in America sanza, un soldo, &enza un a.mico. Si cQmprende perfottamente come egli si senta più forte de'ii suoi compagni che per viv-ere si,a pure rin questo r<eomondo capitalistico hanno• bisogno di P.iazza del Duomo, del Caffè Guarclabas.si e dello studio pieno di carte e <li libri. Questa superiorità pratica - che io gli riconobbi così bene quando, con.)a mano. sicura, dell'uomo che ha. fatto parecchi mestieri, egli vinse il gocciolante lume - questa superiorità dell'arrangiar-• si con le necessità dell"' vita prima che con le giravo1te delle idee, spiega tutto l'asce.ndente di Serra.ti in un partito di avvocati che non san:no aggiustare manco il ma,nlico cli un mac-inino da caffè, e di, funzionarti. si·nrdacali: « organizzatori D, o, come anche si dioe <e tecnici D: tntta gente, che, in quanto alla toonioa spicciola, sou-0 degni compagno per la loro :i.niziatiiva, al figlio ciel fratello del Fruga, quel tale - come dice la leggen,da - che gli venne l'idea di fare il manico alle bocce per giocare meglio. Bisogna combinare questa superiorità deriva,tagli dalle vicissi,tudini della vita, con il patrimonio di pregiudnzi e di avversioni che Sro-- rati ha tratto dalle sue origini•, nato crun'è da, piccola famiglia <li trafficanti rivierasch,·: e alallora si capisce il suo odio contro gli- intellettuali ~ contro gli avvooa,tti.- contrn le peusone che fanno prof~ione di associare e di&50Ciare le idee proprie e altrui. E' un vero odio. Potr<>i cita.re più di un caso di intellettuali nettamente messi alla porta <la Serrati nel periodo della sua fortuna politica, senza :ragione appar<>nte, ma con quella ,ra.gione sostanzia]<:>,ch'egli- ha nel 113 sangue. Viceversa, quando gli pare che un i.nitelJettuale sia un generoso, che piglia le parti del ,proletariato, quando il proletariato piglia le busse, allora lo solleva, anzi quasi è soclcl.i.- sfalto cli•saperselo accanto, si rimette a, lm come se pensaa,e: « costui è il mio procuratore legale fo fatto ,<li filosofia, belle lettere, ecc.>- I suoi rapporti con, Bara.tono erano di questo gen<,re. Serrati perdonava a Baratono l'esser uomo librc3CO, perchè vedeva che questo filosofo non si preoccupa <lei manganelli. Uguale fondamento ha la ,ua considerazione p,,r qualcb.edunaltro esempla.re della spec:e baratoniana. Naturalmente prowclendo a que,,ta maniera egli ebbe delle grosse disillusioni, e ai trovò più volte canzonato: e io lo vi.di incontrarsi un giorno con uno cli queati canronatori, ed affrontarlo e pigliarlo per la cravatta con un 'impeto che mi piacque, perchè rivelava tutta l'amarezza cli un fiero uomo. Abbiate poi sempre presC11te pe~ capire Serrati le, limitatezza e in parte la grettezza ligure, nel gerire gli affari. I liguri godOI?Oin proposito una fama usurpata: si confonde l'applicazione, l'attaccamento al quattrino con le vere e maggiori qualità. Fra i liguri, quelli di Riviera rispondono megbo al tipo a'Iltico di cocciuto e gretto mercante: e fra tutti i rivieraschi ce n'è una categoria, i commercianti di oli.i della Liguria Occidentale, che è, la più notevole: perchè la più pura da i.ntrnsi.oni extraregionali, perchè quella legata .da gen,erazioni ad un ramo di produzioni e di traffica i.ndigEno. Basta scorrere su un annua1i.o l'elenco di quelli che « lavorano in olii e affini~ per trovarvi i nomi più schiettamente liguri: e in fatto di liguricità il vecchio nome di &reati dà un bel suono, oome una moneta di buona lega. n.Ienotti Serrati fu appu'Dto questo: un • negoziante in oli i e affini, nel socialismo. Dedicatosi alla politica con qu<>llaesclusività. e con quella tenacia per cui i suoi conterranei. non vedono nulla a.I di là delle loro fatture e dei loro, comandi, vi portò pr-ecisamente limitatezza e grettezza: se avesse fatto il commerciante sarebbe diventato un bellissimo tipo di •gancio> cli Riviera; messosi a fare il rill!llovatore del mondo clivC11tò .Il più mte:r:essante eremplare cli politicante settario. La sua pa.ccotiglia rna=istica è fatta di scarti, ma egli vi sta attaccato per paura d'essere messo nel saceo dagli intellettuali. Mentre il pa.rtito gli s:i liquefa fra le mani, egli continua a polemizzare per delle colonne col Lavora... di Busto Arsizio. Io credo che per una •questione di tendenza,, per uno di quei bei servizia.li ;ideologie, che sono il massimalismo, il c:cntri.smo, l'unitarismo, Serrati polemizzerebbe anche con, suo"padre o co,nsua madre, e li chi.arr.erebbe traditori del proletariato. Del quale proletariato in carne f:d ossa e cenci txii egli non capisce nient,,: e nulla so.spetta dell'infinito bisogno di favole pittoresche, che lo punge, dell'amore ai dolori patiti, del desiderio di coreog,:afic impressionanti, dell'attaccamento a.Ile fa,nfar2- e alle ,11uovecanzoni. Per ii&_;arecon un fatto tutta l'incapacità cli Serrati a capire qualche cosa deglli ,taliani, basterebbe quella sua mib-era « Dottrinetta ;razionalista,, che spiega così bene il fallimento del suo aut.ore. Fo= è. qui che dobbiamo cercare il segreto di una <le.ile sue origina.Jit.à. Serrati fu sempre un avversario dli• uno dei. più rappresentativi fra gli italiani viventi: Giuseppe Giulietti. Il sentimento ch'egli provò sempre verso quesi:o potente charme1tr, verso questo Casanova della politica nostrana, fu quello della repulsione: e glie To dimostrò sempre, coi detti e coi fatti. Io conosco solo tr<e o quattro italiani_ dei quali si possa· dire altretta.nto. Segnate questo dove volete, all'attivo o al passivo di Serrati - io mi di.verto a non darvi nessun suggerimento; ma segnatelo, perchè ba.date bene, è una grossa partita. La futura Convenzione. Carta, questo trO'llcone.di partito che è rimasto attorno a Serrati, ,n,as<;e>ndemaggiore varietà di tipi che,la confra.ternita turaba.na. Un medico <lottatore di un partito in npme di Lenin è, JIBr e.,e,mpio, uno spettacolo ghiotto: e ce lo offre il buon Ma.flì. La. trasformazione che si compie in quest'uomo quando egli passa dalla conversazione amichevole alla discussione politica, è notevolissim.a. Quando è alla tribuna con le ca.rte della III Intero•azionale in mano, gli si 1nv€.trano gli occhi, e presenta le sue richieste o pronuncia le sue mi.nacce con tono epilettctide: quando non deve invece compi-e-renessuna • missione,, -è 1'uomo più piacevole e p;iù sen.sato del r:1ondo. Tanto sensato, che, duxante la guen·a, airrivò fino a salvare, CX?Il astuzie legali o sentimentali fìnlissi-me, dei militari su cui incombeva la pena di morte. Di questa sua arguzia privat", lo accompagµano nelle sale dei Congress.i deboli guizzi : e attraverso il suo piglio domenicano tratto fuori pro- l'occasione, acquistano riflessi addirittura macabri. Era uno spasso, nell'ultimv congresso, udirlo «scherzare, sulle qualità iettatorie che qualcuno gli attribuisce. • Per carità, lo interruppe pugliereme.nte Vella, non g\<i far del ma.le a quello lì! E' padre di fi.qli, non lo rovina.re!> E Maffi., fiero e tetro, con lo stesso tono con cui aveva fino allora annunciati i voleri di Lenin: , Stai zitto te I Ne ho già ucciso degli altri, sai!». Un giorno, un tale lo invettiva con la parola •necroforo•. Maffi gli si avvicina, e con voce che vien su dalle budella gli dice: • Ritira. la parola! Per il tuo bene, ritira .., •

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