La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 30 - 19 ottobre 1922

114 1a paro.la!». - « Ma io 11011 ritfro niente!)). - {(Te ne prego, -ritira la p.arola ! Due u,omini 1ne !' anno g'ià detta.: Raimondo, e Coda. Sta attenfo a quello che fai!». Queste sono le inveU:.ive e le celie, cli Danton e di Robespifilre, trasportate nel paese di Sa,1 Gennaro.. Qu.a,n.do in Italia ci sarà. un Comitato di salute pubblica, o: una Oonvenzi,011e,nazionale, ·o ll1l Comm.iss.a..riatodel Popolo, noi udremmo glci ! at1eti della r:ivoluzicxne > rnirnacciarsi a colpi di m•alocchiiro. e, clii sca.rogna. li nuovo tradimento del Mezzogiorno. Ebbene, quel gruppo di settarii e cli santoni cb_eha. in Maffi: Serrati e Lazz:i.ri i suoi tre prinn .a-ttont, ta-~cùi.rà ancora una vo1ta le necessità f' le speranz.e del socialismo rneri<lionale, come venti anni fa furono tradite dal riformismo1 sociale dei gruppi privr:ilegi·a.~di -el Set.tent:.ri.one. All'ultimo congreso, olt.re il Velia., parlò qua.Jchecluno ~sprimendo, delle praposte preciS€, scatu. riL dalla espE-rienza personale, sulla situazione del proletariato n1erid10nale: ma erano poveri goffi. oratoii, senza il « passato apostolico,)) di Cost,antino La.zzari, e così nessuno li stette ad ascoltar.e, e-d i gi01·nalisti non E 6uorarm10 neppure dei loro .appunti Stacca.tisi dal partito i destri, cbe rnppresentano oetj cli nuova piccola borghesia e cateo-orie di funzionari s.i:udacali e coope.ra.trivisti; il Pa.r0~ s~x.iaJ-ist~ma~alista racchiude in sè degli 1stint1, delle 1•nconso1etendenze a riprendere l'opera del decennio 1892-1902: ·opera che sarebbe tanto più facile, in quanto il distacco dall'iJnpalc;i.tura cooperativi;t~ settentrionale spunterebbe 1e armi in inano a coloro che, part.einclo dalla o..T1ticasa.lvenùuiana conko 1e coaperative di lavori pubblici e contro il succhioniSmo dÈi gruppi operai privilegiati, an-:ivano alla condanna d~fiIUJtivadi tutte le plebi meridionali col « b-estiame elettorale, clii ft'Iu....::soEniS. i tratteTebbe allcora di fare del riformlsmo non più graduale e sociale, ma politico: del .riformismo, uon collaboraz:i0011ist.a,ma antiministeriale: deJla propaganda, non per la rivoluzione sovletica., ma contro i prefetti delinquenti, i ministTi ma- . .fi.os.i, i ma.z.z:iieria:ntichi e quelli nuovi. ·Ma Sere. Ta-t:ie C. questo largo programma non lo cOmprende.raDJ10 mai. Essi si occupano dell'adesione alla III Int:ernazi0,11ale, della mì.ssione da in- \riarsi .a Mosca, e dell'alleanza ntsso-t.urca contro il capitalismo europeo: anzi cercano cli scimn:ict,ta;re lo spirito del comunista on. Grazia.dei, iì qual-e fa una grande propaganda p-er i turchi, e gira per le sale d1I ì\fontécitoria dicendo a tutti: , Sì, è vero, all'inten10 siamo battuti, m-a all'estero vinciamo. Per Lenin Musta.fà Kemal Pasclà, eia eia ala là!, E saluta « romanamente,, come direbbe un, cronista fascista. E così, fra lazzi comunisti e settarismo massimalista, gli istinti dei s.ed.icenti rivoluzionari mericiion-a1~ sono sepolti vivi. Essi, non han·no una forza sufficiente per esprimersi e, per impor- ~i al partito socialista serratiano. E Arturino Vella J)<"'LSa un-a IV Internazionale, cui aderin=:bbero le sezioni di Bari, Molfetta, Bitonto, con l'obiettivo eminentemente rivoluzionario della ·sua rielezione: che, del resto., intend.iamoci bene, per la plebe di Terra di Bari ba un interesse molto maggiore che l'adesione alla III Inttrnazionale. Conclusione. Data dunque l'incapacità della tendenza costante del socialismo meridion.ale a farsi valere nel pa.rtik; massimalista,, quelle unitario ha buon gioco, uel comparire oggi come sostenitore di au-.1].)libertà costituzionali, che in realtà T1irati e i suoi amici trascurn~ono sempre di garDntire a11che a-favore delle plebi meridiana.li, preferendo di rinsaldare le riformette sociali a favore dei gnippi privilegiati settentrione.li. Si aggiunga eh.e la. distruzione effettiva di molte sopra.strutturo-cooperativiste del Nord, vien-e a dare rnolto maggi0re libertà, d'i propaganda e- di agitazicn-: al part:itr.> uJJitario. Cadute sotto i colpi fa.scisti le crganizzazioni del fçruppi privilegiati, -il parti¼ unitario è riportato anch'esso sul terreno più favore,vole di lotta: la lotta non per la difesa delle CO<JJ)"rativee degli uffici cli colloc~mento dei gruppi liguri o emiliani, ma la lotta per la difesa delle libertà ,;ostituzionali, JU:i)f,.CEariae tutto il proletariato italiano, comprec_o quello rnt:ridionale. Que-..st0 ~ un altro aspetto del n r•itornri al Sud ntUa rnunr.;ar 1za r]A, lifiPrf,-l polù1·r·o ~ di cu1 pa;- la·,-a Salve.mini. bibl In preparazione: AOGlJS'rO MON'I'T Scuolcalassiceavitamoderna H' il testl'Jmen.,trJ rspjriVU/.JJr; dA un prr1Jes.;;;"1re che ha rlcdicafo 1;Pnli 0,1-rlfi di, lov()TO a vi1Jere lrt sr,ur)f,,t ciriJSJslf7.t r,rnfle jotfore di r,i(Jdr'rnitU. C '" lil,ro 1;he farà rimJJ1--an_1rre (_J r,wlti di non ers:wre stati rt impt1rr1re !)TtCQ e latiIW 01n A J~f r1nti. P(_Jrla,re po-i delle dr1ti rii .'icrittr/re ar.9uto e fin,:, che vi si mr1nij,-.<;torio è S'Uperffoo per i lr;ttori delW( 'l Ri,;oluzi/Jne Lil1erale • che bene /p cow,scono. LA R I V O LU Z I ON l<J LI B Hl RA L E Se il Congresso di Bologna, (8-10 ottobre) doveva darci la, prova sperimentale della possibihfa del sorgere cl'uu Partito Libera.le, aia lecito dì,re che la prova è manca.t~. La proclamata costitu• zion.e del Partito - a far acdamare una cost1tuzi011-esiffatta da 1u1 congresso, si .arriva sempre, basta, volere - ci lascia perplessi. E' proprio vero che sia nato il Partito! e che sia nato vitale? Nasci oggi, nasci doma.ID, questo partito sacro a Lucina è un nascere }){'rpetuo. L'insegnamento che dal congresso· potrebbe anzitu.tto ricavarsi sen1bra questo: che il libe.rahsmo è - come sll dioe nel linguaggio dei chimici - , il Partito allo stato nascente,, per definiziOille. La pregiudiziale scettica contro la possibilità cli un pa.rtito liberale è nota. Quella che è da osservare al cimento attuale è dunque la tesi opposta. Orbene, che cOGaci d-iceva, alla vigilia del congr-esso-, nella. nuov.a rivist,a liberale quindiairu.aJe C1•it,ica e Azione - che risorge a Bologna dalle cen<1ri'di quella che si pubblicò dieci anni addietro a Milano, con, a capo il comp-:a11to Caro:ncini e il Bergmanu - cbe cosa diceva uno di -coloro che affermano di credere possibile, utile e necessaria « la sistemazione del 1ibera1ismo a pM"tìto organico, autonomo, nazib-nale» (ho nominato Filippo Naldi), liberalisJU<>non più «stato d'animo, tradiiione, o scuola», ma « complesso di cifre, elencazione, di forZJe, somma cli tessere e disponibilità di voti, 1 Liberalismo - diceva - è « larga e comprensiva coscienza pohtica,•, è « sopratutto dialettica•; f( non è cli doo.tra nè di cinistra•, è « il giusto mezzo famoso di Cavour>. «·Mirare a questo équilibrio come a. un fine, e servi.i-si per so8pin.gerlo di posiaioni ora di destra ora di sin.istra, è ridurre il l:ilbera.lismo alla totalità olasEiica della sua funzionE>... Questa è coscienza liberale, non il pTogramma sterootipo e parziale. La. vita. del nostro partito è nelle sue oapacità dialettiche non nelle sue afferma.rioni dogmatiche. E' nella intdligenza, e sensib'ilità varia dei vari moro.enti, non nella fissità di un d~alogo, non nella concretezza di una posi-rione astratta, minima o parziale. Perciò, 'in un certo senso il liberalismo nou ha limit;. Assorbendo anche i contrari, o facendo .aderj•re gli estremi, cancella volta a volta 1 confinò delle sue progra.mma.tiche -differenziazioni, e li supera, creandosi realtà nuove su posizioni nuove•. • Vien fatto dì chiederci: -se così parla chi è assertore del pa.rti.to liberal.e, che cosa resterà da dirre a chi afferma assurda- la pretesa di co2gulare il liberalismo in un partito di tesserati 1 Dove sta la differenza essenziale tra ~desta concezione del liberallsmo e la concezione missiroliana di esso come m~todo, come consapevolezza storica 1 Ma come conciliare quella st.2ssa concezione a-programmatica con la pretesa di fon,daTe un partito, fra 1 partiti! Si può tesserare ... la dialettica 1 . * " Delle tre giornate del congr€~o, le due prime se ne sono andate nel cliscutere se il partito do~ vesse chiamars1i li.bende oppure liberale democratico. Un oratore che, come il sen. Albert.ii1i, osò richiamare i congressisti alla noooosità. di precisare purtti programmatiici (economici) capaci di servire di pietra del paragone tra liberali sul serio e libera.li per modo di dire, fu vox clamanti.s in deserto. La paroletta « democratioo :1 faceva J',effetto d'un cencio rosso a.ila taurina miopia degli i,rascibili dretri, più o meno simpatizz.antiJ o coi fascisti o coi nazionalisti. Democrazia - demagogia - nittismo - colla.borazionismo - antistato - Satana! ecco la. nuova serie dei s'inonirni. Il prog-ramma, nel quale i promotori del congresso si erano Sforzati di precisare alcuni punti fondamentali, rimaneva fuori della porta. (Fu poi approvato all'unanimità, quasì senza d·iscu..ssione). Siamo noi salandrini? ci sono qui dei giolittiani 1 - questo si domandavano, i nca-tr:i bravi liberali. E per poco non si veniva alle mani e non si pensava a ricorrere al dialettico manganello delle , camicio ka.ki, (, ,quadre d'azione liberale, 11 !). Infine Giovanni Barelli disse queste parole lapidarie: , Per due gi.orni io bo prestato attento orecchio e mi sono dovuto persuadere che il prota.go.nista nell'animo nostro è ancora Montecitorio>. E soggiun.se: f( Non. è un• -atto d'accusa che io movo contro quooto tristo istituto della vita italiana!> - parole, queste, molto argutamente applaudite dal gio~it,ciano Fi.Jippi Naldi. E Giovanni Barelli, che si definì «.{;..%rem:ssimodestro:., esortò tuttavia ad ovi• tare ad ognij costo una scissione. So no - di~so 1-- <J noi d-e.~tri formeremo il sillabo <logm,atico del lib -ralismo ,. Purtroppo, pr_;r la. nostra cu• riosità. di sp-etta.Lo-ri,una. cosi bella. occa&iono d1 vedere in a~cu6 -il SiUa/;fJ do.r;mof 1,co rlel liùPr-a, ti.;m'I è andata péTduta. J\fi domando se non y-1marremo Cif.-;Ì - per dirla con lo, sLes;o Borelh ~ cd11 balì a, del mjLo, o mrglio dj_quella folkloristica <livinJLà fatal.e che, allr•gra.mente oOor<lina cor,'-;.r-nsi;up(~rs~izioò o uc.éi-la oorlùzza. psicol.ogit:a eonlro la ic.tLaLtLra:..(salv'ognuno). . •- Dopo (li c=ò rx~.,cho!'emmo di p0danteri.a v1•rso i oongTC'S.'-.limsti-cdesimi, &e ci mett«;s.imo, propri0 noi, ad (-Sa.mlnarf::p! u11Lo per pun1n il <lccalo~v r-rogramm.1.i,it;r; - accuratamente prepard.to ,Ja.l J.1n.,.fCiovanninli, un li.h°'rsLa convinto, eh:: f<:ct.! h1t.t,i gli Afurzi p'tr richiamare la d.lliG'USsion:~:u U..'l t,ur-eno, assai più problemi.stico - che i C(;}lgr-t:~1:~s.tviotarono unamimi, q~ se11z'avv•,Ì.c.r· sene, me11tr-esi dividevano irremiss:ibilmenlc, su1 11011H: del Partito: cclibera.le», o « hberale -1emo-. créltico l 7 l'hat is tJic guestion ! Qei avvenne la ... sepa-ra;,Jione,. (E' pro Lite par12rc dri. scissione: n-011scissione - dice ,._!,;;_ solandosi tutto, il C/O'r-rie.rdcella Sera - 1~a ;5sestamento, ch-iarificazione, matUJ'az~one non ancora compiuta. Speriamo in seguito). 21.000 si astennero e 12.000 si .ritirarono, mentre 45.000 circa costituivano .iJ Partito Liberale « senza a.ggettivi » - cioè ... tende,nzia.lmente destro. Infatti i libe.rali supe1-stiti, dovendo pu.r finire per chffeTenziarsi, si sono rivelati ... conservatori. - Come dovevas-i dimostrare! - escLamerebbe un m:issimliano. Restano -nel partito ora, costiituito, a dire il vero, anche i ~im:iistri,11,,nita.rii (che pure .avevano. nel loro. programma la infausta parola ccdemocratico•); ma restano perchè hanno sacrificato un po' della propria inctivid<u.alità all'uuità del pa,rtito: costituitosi, così, •su un'·equivoca .rieticenza nominalistica. Questa, tendenza clestm ha sùbito po:rtati i suoi frutti; le tenerez.z::: per i nazionalisti e ver i fascisti haru10 ricevute immediatament-e due dcr..,cegelate. L'una, da parte de11'Associazii.one Nazionalista Italiana, che ha bellamente soonfessato ]'on. E. M. Gray, il quale nel congresso au.spicò che, in un prossimo avvenire, il partito 1iberalei sia p-er comprendere anche 1-e forze nazionalll.Ste. • L'altra, da parte cli Di,n.o Grandi, con W1 giudizio inequivocabils <lei congresso: « Questo congresso. dei liberali - sonive egli - è il congresso degli equivoci e della confusione. E' uu -equivoco anche, e preoccupa,ntissimo, la palese, ostentata e chiassosa simpatia per il f¾o:ismo, il quale in tutta, questa faccenda n°'U c'entra affatto,. Ed aggiunge: , Non si è acco:rta, naturalmente, la borghesia. liberale, che il fascismo distruggeva sì l'aristocraziia socia1ista, ma nello stesso tempo eredit_ava in pieno. tutti i problemi concreti, ·nell'economia e nella poli\tica, posti s1ù tappeto dal socialismo e dal socialismo lasciati insoluti ... E quando i liberali, siano essi di destra o di si.n.istra, pretendono dimostrare che il fascismo è figlio del liberahsmo, dicono indubbiamente una co:lossale sciocchezza, perchè dim-enticaJlo che fra liberalismo e fascismo stanno, quaran,t' amni di socialismo JJ ; del quale il \fascismo sta appropriandosi gùorno per -giorno tutta la concreta -e storica fumzione >. La. citazione è un po' lunga, ma meritava d'esser fatta. Queste parnle del miglior ricercatore di ch-iarezza che abbia il fasdiamo, non so quanto piaceranno - per ciò che riguarda il fascìsm.o prima ancora che il liberalismo - ai mus....c:.o![inìaeni ai· gargoliniam.i. n1a, tornando1 ai libe.r,ali-, mi piace riferire ancora questo conclusivo apprezzamento del Grandi sulle due possibilità dèl Partito Liberale: , diventare, o un'associa2iione di cultura, o un partito di opp<>siirone borghese e conservatrice». In questo secondo caso, « il partito liberale dovrà, di fronte al fascismo diventato partito popoJa,re, di governo, ricostituire 1'ant5.co partito conservatore, e cioè anti 1 democra.ti.co, antifascista, contro il suffragio universale e la rappresentanza proporzionale, contro- ]'organizzazione sindacale del lavoro•, ecc. ecc. Come ringralZl.ame-nto. per oort.,e.dichiara.z.ioni d'amare al fascismo, non c'è male davvero.· E non resta nemmeno ai liberal-i (quelli cl<1lPartito) la risorsa di offrire l'altra guancia, perchè è già st..ata. ·ac,,.~:q.-ezza.tac,ome abbiamo veduto, dai nazionalisti. LUIGI EMERY. POSTILLE XX Settembre contemporaneo. Non molti semb-rano anc-0ra essersi acco-rti di quanto saporita maturazione &ia venuto arriechendosi. uno scrittore elle i «giovani• di prima della. guerra, con pill -o meno giustizia, ebbero in gran dispitto, ma che prende la sua buona rivincita affinandOsi costantemente con gli anni: Ugo Ojettò. L'iwnia alquanto manierata e di sa-lotto, d'un tempo, è divcuuLa una. sobria. :i.J.-onia., tutta aderente a,llc cose, pacata.mento inter~ pretativa del mondo co:qtomporaneo. In un'età nella quale il contagio della terminologia filosofìo.a si difYonde com-e una lebbra e tutt.i i. profes- _. Bori a spasw credo110 rneriLorio invadere con lo lor caLto<ln~posticce ·pe.rslno il giorna1e, che ristoro - per <:,-S:!.rn.p-io trovare ritratta là commedia a tre personaggi: -_Monarch.i.a,Chiesa e Popolo italiano, in un quadroU..o come il presente: a La MonaJrchia. italiana? DiJ110niich.iamo sempre che. è molto giovano ... Por fortuna la. giova11e Mona,rcbia è rneno giovan,e, del PaeGe: una sorollina rnagg1ioro che gli. 1a.scia rompe,re i gioc;iLto1i, gh perrnetto bonaria svaghi o capricci e rr~agari qualcho indigesbono <', più ohe scappellotti, gli somministra pUJrghe. Sopra una poltrona sta la zia Chiesa, vrotitn. cli seta. Non si muove mai da que!L.Lpoltrona, legge molto, e quando alza dal libro gli occhi e gli occhiali, brontola. Niente le accomoda .... Il P&se vivaoe cOmo tutti i ragazzi talvolta le gcida: - Zia, vien; anchr, tu in giardino; si gioca a nascondersi. r- }la lei protest,-. che non si nuò muovere dalla poltrona. E la.. sorella ma_g~iore, asse-multa, dic-t sottovoce al Paese: - Lasciala, M.oare in pace. E' meglio per te, - e ·&e lo poTta, yia. per ia mauo. Il Paese incapr:icc.ito le confida: - A me, la zia mi piaoo perchè è veat,ta clii <!!€ta. ~ sta sempre .in poltrona. Tu perchè nontiive,ti cli set, -e non ti metti in poltrona 1 - F1g]-10 m10, :Je mi metto in p0ltroua anch'io, dietro 1 a te chi ci c.on·e. T Su, v,ai a lavairti le,mani. S'ha da riveder1 il còmpito inglese>. C'è, jn trenta righe ·come queste, in.finitamer. te più acume, più senso delJa vita. vera it.a,liana, ,più storia, dungue, e più filosofia (sissignori. fi. losofia in incognito - privileg·io suprenio dei si. gnori aut-e.ntici - cioè molto niù genuina di quella che si ava112a, preoodwta. da staffieri in livrea, ,in v-ettUJTastemmata. - roba da nucvi ricchi - per metterci ben sull'avviso di che s-i tratta); ci si sente molto più verità che 'iu oe,nto scritti dottissimi, sottilissimi e- seriosissimi dei nostri scritt<Jri politici che vanno iwr la maggiore, quali sono spuntati una. vo]ta di pili. - f11nghi puntuali del primo autunno, - in occasione del XX Settembre e degH accenni cli Mussolini a.Ìla Mon.a.rohia. , L. ENERY. E' uscito: UBALDO FORMENTINI Colla bora zion ismo Un volume in-8 di 100 pagine L. 8. Riprnclvcenclo iL som muri.o crediamo di dare ai lettori lu più bella prova della grnnde importanzn cli qu.esto saggio di pensiero politico. I. La rivo!t1zione cleLle clas~i medie e le aristocrazie sindacali 1) Ideologia del movimento collal,cffazio. nista. - 2), Il movimento è condotto, per una parte dalla sollevazione delle classi medie e dal processo della burocrazia: - 3) per l'altra parte qalle ari,tvc,azi"e si_ndacali. - 4) Il ?ompi to di un governo d1 collaboraz1one e un compit-0 giuridico. II. - La catastrofe del cli·ritto privato. 5) Le limitazioni in. corso della proprietà pnvata e della libertà contrattuale conducono a trasferire una somma di diritti da individui ad associazioni .. 6Ciò implica la trasformazione di interessi privati in interessi pubblici la cui tutela viene assunta in primo luogo dai fuuz10nan dello Stato;· 7) in una. seconda fase, questa tutela trapassa a 11 uovi soggetti di diritto pubblico costituiti dal riconoscimento e dall'ereziona di rappresentanze di classe. - 8) La catast_r~fedel diritto privato, ha origine dal diritto eccezionale di guerra. III. Ln crisi della .sovrani.là. 9) Col sistema dei Decreti legge, il Uabinetto ha usurpato tran~itoriamente le funzioni legislative per trasmetterle a rappresentanze di classe sommate in un Parlamento Nazionale del Lavoro .. 10) Sotto le parvenze di un compito tecnico 1] Parlamento del Lavoro si indirizza a conseguire tntti i poteri dello Stato lasciando alle antiche assemblee sovrane mere funzioni di controllo. - 11) Il sistema delle rappresentanze di classe sotto il riflesso di ideologie Hindacalistiche assume fisonomia gerarchica sopprimendo 11prmc1p10 del sn.ffraaio uni• versale c diretto. - 12) Il gover~o ctells rappresentanze di classe, nella faso collaborazionista,. soddisfa gli interessi dello nuove aristocrazie, col proteziomsrno o colla retribuzione delle funzioni pubbliche. IV. Il processo clia!ethco del collaborazionismo. 13) 11 movimento associazionistico si scompone in una pluralità di soggetti incducibib alle duo_classi antagoniste della drnlettic'.1 socialista; - H) per ciò riesce rnev1tab1lmento a rifacimenti individualistici; ~ 15) ripropone il problem,. della li berta e resuscita l'utopia liberale. E' un'opera orgcinica, sintetica, stiListicnmente austern e pur ricca. cli suggestio,v, che.fa pensare a certe pagine cli Machia· velli. ' ~-B-__Go~BTTr, ge,enlt r •prm4(Lbile PINEROLO - TIPOGlil,. SOCIALE-:- ...

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