La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 30 - 19 ottobre 1922

bi 112 no impl'Es;sionati dallo scherno che circonda la povmtà, dalla assoluta incapacità dei borgbesi inglesi di credere che sotto la casacca. ctell'op<,- raio possa battere un cuore di vero gentleman. La •umanità, dei rapporti verso iJ prossimo è pressochè soffocata: basterebbe ricorda.re tutti gli avvilimenti che la filantr<>pia borghese ha imposto, in-eipaesi piìt p1:ogrediti, ai beneficati: bast<erebbe ricorda,re che, fino a qualche anno fa, i raga.zzi degli orfanotrofi di Amsterdam erano condotti alle fuu.zionì religiose vestiti con un giubbino metà nero e metà rosso, o metà verde e metà rosso: qualche casa di molt-0 analogo alla toilet dei burattini e dei forzati. 1 disprezza il povei-o, ma non lo si odia. Questo rapp-0rt-0 sentimentale del borghese verso il povero sorge dal profond::> della rivoluzione religiosa protestante, per cui l'amore del prossimo si manifesta in prima linea con l'adempimento del lavoro profe~sionale, cioè con il disimpegno integrale ed esauriente del lavoro di ciascuno, sia sala.riato od imprenditore: diretto alla trasformazione razionale del mondo, cioè alla conquista capitalistica del mondo. Finchè l'operaio è strumento mal pagat-0 e mal vestito, il borghese lo disprezza: quando, per qualsia.si congiuntura, l1 operaio è pagato bene,non è più il 1epovero», lo rispetta. Questa concezione brutale e spregiudirata dei Tapporti fra ricco e ooverO è il segro~ to della srunità. anglosassone, è il segreto della sicure-zza con cui i popoli anglosa...~oni procedono per 1·gues, attraverso il fuoco della civilizzazion<J capitalistica, s~nza la fonnidabile palla al piede costituita dall'odio borghese verso le cat&- gorie operaie. Da ciò deriva la squisita sensibilità sociale, la estrema sicurezza dei mezzi e la precisa determinazione degli obietti;i, che' è propria dei ~randi movimenti reazion.:i.aringlesi. In Inghilterra, doYe esistono veramente unesviluppo capitalistico e U!Ila classe borghese, no11 si perde il tempo a bastonare l'operaio, si proeede a oolpi.re l'industria. La violenza ad pn·.~onam appare, com'è, un espediente inutile: si ricone alla fi.la.ntropia. In una società fondata sullo sviluppo capital'istico, sull 'impnJso di lucro razionale dell'imprenditore, la reazione non è mai stata cieca: ha sempre marciato con passo sicuro, dritta alla rnèta_ « Reazione• in senso proprio, è quest-0: « colpire quello sviluppo e quell'impulso, colpirli ;n nome della tradizione, in nome della pietà avita, in nome della religione, delle convenienze, della filantropia: ma colpirli, paralizzarli li. Questa è -reazione, nel suo signifi.cato proprio. In Inghiltena; il suo tent~tivo classico si ebbe verso il 1850: quando la filantropia conservatrice riuscl ad imporre il Ten Hours .-lot (Atto delle dieci ore di lavoro). Xon erano i rappres3ntanti dei lavoratori che davano questo primo involontario avviamento alla legislazione sociale: erano i gran signori, i tory, era Lord Shaftesbury, il tipo ideale del1·aristocrata, seconde Eriierson: era Dickens, l'uomo che rimpianse sempre la old merry Englarul,, la vecchia allegra J.nghilterra di Mr. Pickwik. Il movimento reazionario di Shaftesbury e di Dickens era tipicamente reazionario per questo: con la p,otezione fi.lantrapica degli op<erai, voleva.no colpire a morte lo sviluppo industriale del loro paese, volevano rimandare alle campagne le masse inurbate, volevano mortificare 1Jiniziativa degli imprenditori, volevano liquidare l'industria inglese. Con quel fiuto fine, che solo la esperienza di una grande aristocrazia può dare, Shaftesbury comprese che sviluppa iu.d1.1.o--trialevoleva dire, prima o p<>i,attacco srJCialisùa: e, reaziOnario dei più geniali e potE:nti che siano comparsi nella storia inglese, non pensò mica df far bastonare o di far mitragliare gli operai, anche allora sovversivi; ma mirò alla paraliEi della macchina capitalistica, in nome della pietà umana, c<lmeDickens, nel suo gran° de romanw Hard Ti,,nes vi mirò in nome della letizia e della piacevolezza della vita di un tempo. 8" a Shaftesbury, se a Dickens, w a qualcheduno dei tanti ricchi inglesi che li seguirono a"fes&eroproposto di agire materialmente contro gli operai, cosi avrebbero risp<>Si:.o: • A che oosa 8'3TVe;,. Perchè da inglesi, reazionari sì, ma jngle.ai, aveva.no vivo il senso del. dispre-szo verS-Oil p-0T-e?O, ma mancava completamente in essi ]'odio per il p-0vero. Re~zione italiana. Ritorniamo ai ceti rne<lii italiani. L'astio contro la cla.&5'3 operaia dà luogo ad una reazione spi.cciola, irritante, islerica, che y,uò oondurre al colpo di Stato - m.a il oolpo di -tato non vuol dire niente, non risolve niente. L'odio contro la cla,.ae operaia è, in realtà, una ribe!li-0ne contro il regime di svilupl_)-0industriale importato in Italia da trenta anni, e a cui la b-Orghsia ita.liana si è dimostrata impreparata e immatura - ma ribellarsi contro le vere vittime della grande produzione, i salariati, è stolto e vile. Se i medi ceti italia-ni, per ragioni tradizionali, per una loro menta.lità pre-capitalistica, b-Ottegaia e prebendale, non p<roSOnotollerare la pr€60nza e lo svilupp-0 di una classe operaia, la conseguenza logica e coraggiosa veramente e virilmente reaziana.ria, non è che una: far tabu• la rasa con la grande industria italiana, risospingere l'Italia indietro, oom'era p_rima del d=n1p 1890-900, rinunoiar!l ad una proò11zwLA RIVOLUZIONE LIBERALB; ne irndustriale per il grande mercato internaz:onale e per il mercato interno. Se 1 ceti medii italiani si sentono a disagio ne! macchinismo della produzione manifatturiera fino a trovare la prroenza sola di un opei-aio «provocante» e <e indisponente» J non è con la classe operaia che devono prendersela, ma con chi l'ha evocata S'l1.illa scena, con chi1la adopeJ:a co·me .stn1mento, Bisogna 1nirare all'evocatore nascosto del malefizio, alla ristrettissima categoria di veri capitalisti - intimamente antifascisti - che spinti dalla febbre del lucro capitalistico si p.reparano a ricreare stasera, domani 1 dopodomani, sempre, quegli aggruppamenti operai che i fascisti harnno «conquistato», quelle organizzazioni opera.ie che i fascisti hanno stamane disperso. La ribellione e il colpo di stat-0 devono innestarsi su qualchecosa di più potente, un programma di politica anti-i'lltlustriale, cli cui i pochi e solitarii liheristi intransigenti italia1ù ha.m1-0già da tempo preparato il programma m1u1mo. Questa sarebbe {<reazione» nel significato in cui l'espe,rimentò l'linghilterra e gli al-tri paesi con uno sviluppo capitalistico autonomo e vivace, non di importazione: con una classe boTghese ben preparata; e quindi con dei reazionari lungimiranti e sicuri di sè, come si conviene-ai paesi forti e serii. Ma i nostri ceti medii, i quali si esaurise-0no r..el1 1 « odio» verso il salairiato, dimost.rano per ciò stes....c;:o di non costittt.ire una classe borghese fortemente e seriamente reaz.ion.aina. Prendendosela con gli operai, e basta, e.....~id mostrano semplicemente la loro immaturit~t. a vivere in un paese avviato coartatamente alla grande produzione industriale, e la loro impotenza a tra, sformarlo: cioè dimostrano la loro intima infelicità. Il fascismo, espressiope politica di quei ceti medii ne .r,iflette tutta la crisi: bastona gli operai, -e va iu brodo di giuggiole dinanzi alle declamaziou.i sull'espansione industriale della Terza Italia, e simili temi retorici. La sua reazione è superficiale, torbida, convulslonaria: ma non attinge dalla profondità della tradizione, non sa ammantarsi e 'llOU sa valersi di tutte le infelicità che un affrettato e imposto sviluppo industriale ha accumulato in Italia, come espedienti validissimi per i reazionari veri che non sono venuti. Il fascismo fa le passeggiate militari nelle città industriali, e' rispetta venerabondo la grande industria. La reazione è così troncata, e oompa,re in tutta la sua povertà e in· tutta la sua sterilità. I ceti medii _italiani, di fronte alla grande industria, si attengono a,ncòra all'ideale del.!! « vita temperata,» e dello << stato pacifico» cli due secoli fa. 1v.IaQuesta intima tendenza antiindustriale non pub venir fuori, perchè è sotto una doppia crosta, robustissima, costituita: I. da una moda letteraria e accademica per l'«espa•nslone indll.6triale», per la. <<valorizzazione del ·lavoro -italiano•, per lo «sviluppo delle nosbre energie latenti» ed altre cose del genere; 2. dal fatto (indiscutibile) che la grande industria, quale è stata trapiantata in Italia presenta dei caratteri di Abenteiier-Jfopitalismus, di pirateria che piacciO'Ilo molto, e piacciono molto precisamente, e impongono soggezione, pe,rchè i ceti medii italiani non sono una a classe borghese, abituata ad aver da fare con dei veri imprenditori, e a diffidare degJ.i avventurieri, dei falampi, dei < projectistes ». Dilettantismo industrialoide. Sull'efficacia della moda letteraria ognwno può accertarsi direttamente. La ~Lega Navale,, la «Lega Italiana, e tutte le a.&50ciazioniminori, per €sempio, ne offrono prove 'infinite. I bollettini della «Lega Navale, sono una miniera <li documooti sullo stato d1 animo <lei ceti meclii. SocieLà anonime cooperative con azioni da 100 lira cia.-:.;cuna... per dare incremento allo sviluppo dcli' ltalia sul mare; centinaia di ordi11i del giorno votati da studenti, impiegati, avvocati, per dirime.re conflitti marinari.. e salvare la marina; preoccupazioni e b~tticuori di ragionieri lombardi perchè si varino «molte navi» affinchè l'Italia sia «grande 6UI mare n: tutta roba inutilo ed innocentissima ,li cui i veri pochi uomini d'affari che si occu~ pan-0 della marina sono i primi a ridere. Il recente congresso della J,ega Italiana a Roma è stato una vera tornata accademica, o quella cho vi partecipò è tutta gente che vuole «valorizzareD, «sviluppare», uespander-eo: ma le sue idee della attività ,nazionale trovano il loro perfetto interprete in V. E. Orlando, che si fa loro a narra.re e a proporre 1'esnnpio (lell1espaosione commerciale di Fireuz.e, a.i témpi gloriosissimi - e barattieri - dell'arte della lana ... quando ancora non esisteva nè u-n lmpronditoro nè un salariato nel significato moderno dei due termini! La LPr;tt ltr1liana dovrebbe rimanere ce~ lebre nel!-, crona,;he dell'industrialismo accademico, per gli ordi'lli d.-,Jgiorno vibratissimi votati durante la Conferensa <li Genova, quando le menti dei suoi soci furono peroossc dallo spaVf'n~o... di restare - orrorr, l - sPnza petrolio. Fu allora r·he la pr,,sidenr.a. mandò a Schanr.~r te]Agramrni lancinanti: P fu allora - so le: mie informazioni sono l:.SaiL<· - cho il minii::.1..ro Schanr,er chwdeva disp<,rato al comm. Francesco Giannini: " 8e non riusciamo ad avere almeno una lettera di Lloyd George, come farò a presentarmi al Parlamènto ! Che cosa mi dirà tutta questa gente, per il petrolio'/». Il petrolio del Caucaso, il carbone di Eraclea, e in genere le << materie prime»: ecco le ondate che percorrono, ad intervalli variabili, la superficie di tutta una folla di oneste perS-One, che sò ne avessero i mezzi si guarderebbe.:·o bene di impegnarsi nell'industria. ddl'anna1r,ento e in coricessioui petrolifere. - Gente che uon è mai stata una volta in aeroplaino, nè in un campo di aviazione, sarà. fieramente allarmata dalla notizia che ,taluni provvedimenti o negligenze del Governo compromettono << l'avvenire aereo della nazione,): e una <<lega aerea» interverrà cl'ur• genza ad 'agire rr perchè l'Italia abbia. libero il suo cielo». - La. Leonardo da, V·inci deve essere ri'attata rr per dimostrare la valentia dell'ingegneria italiana»: e, per tacer del Senato, negli stessi collegi professionali si trovano dei tecnici che 1 ne fanno, disinteressatamente, un punto di onoTe. - Le fiero campionarie m·esse su da un e<proj ectiste » d'ingegno, come Umberta Notari 1 diventano spedizioni cli argO'nauti che vanno a portare il vello d'oro delle industrie italiane: e si passa per cervelli gretti e privi. di iniziativa se si a.rriva a mettere in dubbio che hu·chi e lapponi aspettino proprio la 'Trinacria pe1~comprare la roba in Italia. - Vecchi relitti di propagauçia futurista, antichi orecchiamooti di 1< dinamismo», scarti della poesia della macchina e dell'officina, tutto ritorna a galla, tutto fa brodo: e così qualunque forma della attività industriale si presta a questa esaltazione letteraria, perpetrata nella massi.ma buona fede, e1ù la folla degli innocenti a111atori della « vita tempera a» arriva attraverso schemi .reclamistici e metafore slombate: e l'i·ndustrialismo accademico dei medii oeti italia.ui trova tutto degno c1·ipatriottica attenzione, dal t< carbone bianco 11... al sughero di Sardegna. • Questo dilettantismo iudustrialoide dei me,.. dii ceti è la massima forma di interessamento permessa da tradizioni curiali e prebendali, da una cultura pseudo--umanistica che, sola, apre 1'ir..gresso nella ca1Tiera agli uffici e ai «posti», e insieme stampiglia socialmente i suoi adepti con la qualifica di « persona che ha. fatto i suoi studi», p;,rsona per bene cioè che ha diritto ad a,ere un trattamento decoroso in modo da poter mantenere la dista,"za rispetto ali':,, «bassa gente». Abenteuer-Kapitalismus. ìVIa ]~ grande industria impone soggezione ai medii cet.i p€rchè è triv-ella.trice. L'assalto all'erario, che in altri paesi prod·urrebbe larghi . n.ovimenti di opinione pubblica, qui .finisce p~r produrre una larga ammiraz;ione per g]i abente1.1,er-J.·ap1:ta/,istrn che lo conducono con fortuna. Si trova che sono e furbi», «accidenti», «sacramenti» - 0 1 addirittura, si trova che sono valentissimi imprenditori: il che è assolutamente falso. Nel carattere composito dell'imprenditore moderno (in cui si riuniscono i tratti clistintivi del conquistatore, dell'organizzatore, del commerciante) il pubblico italiano è sempre più dispost-0 ad apprezzare i tratti del conquistatore più degli altri: e siccome quasi tutte le grandi figure dell'industria italiana hamno avuto ·precisamente più l'audacia del colpo di mano protezionistico che la saggezza de1l' organizzatore, i medii ce.tllitaliani so110 s'icuri che anche l'Italia, ha prodotto una classe industriale di primo ordine: e chi <ne dubita, è «antipatriot.- ta io. Il trucco protezionistico è consicl-erato come un mezzo affatt-0 naturale di far progredire una industria: non si pensa, non si è capaci cli pensare che, di fronte alle gen,uine capacità dell'imprendimento moderno, questo m9do di avvaJl· taggiarsi denota, oltre a tutto, una speciale forma di pigrizia, una tendenza alla prebenda: e nella classifica dei mezzi di arricchire, pot,rebbe sta.re assai ben o vicino a quei tre famosi I che erwno indicati nei libricini del Rinascimento: 1. - La cerca di tesori; 2. - L'accalappiamento di eredità; 3. - La clientela: rendersi persona grata presso qualche ricco <:ittaclino, allo scopo di ricevere una parte delle sue ricchezze. Gli industriali italiani si rendono persone grate presso lo Stato. e ricevono delle sovvenzioni e delle tariffe protettive. 1 medi'i oeti italiani an1mirano qutsLa audacia venturiera, e non sospettano noppu ro che "5Sa non è affatto « capit,a. h_st_1ca»,e che quegli uomini sono assai piu vicini allo «speculante» e al condottiero» ciel '400 che ad un iniraprenditore inglese o americano. Ad accentuare, nei 1.0edji ceti italiani, questa sto~·tur~ _di discernimento, si è aggiunta l'art.i. cana m1l1taresca, per cui la u couquista di nuovi mercati» è c0'11cepita mitologicamente corno una specie di conseguenza obbligat,oria delle vittorie guerrcscho. L' <1 arnore <li terra ]ontana» sospira in tutte lo rc·lazioni dli Consigli di amministrazione, e diventa addirittura appassionato nei discorsi di coloro - o sono legione - i quali credono che, poichè gli italiani hanno vinlo sul Piave, in Colombia.., in Arabia e alla Nuova Guinea,non aspeLtino allro che di essere «conqujstati,, •pencl,ral,i, dalla produzione italiana! E per chiarire quesl,o st,ato d'animo, basterà una citazione. Scriveva temp-0 fa !'on. Mencdio Ruin.i ex ministro delle Colonie, a proposito delle CJoÌonie Portoghesi: « Vi Jurorw, due a,vni fa, iniziative di gru p7;i, industriali e Uancari italiatlti, ptr 'lt,i accordo cot l'ortogalto per lo sfrtttlarnento delt'.lngola, che offre gra.ndt:;:-:i'iuieri-sort-·ca.gricote e, so'vra tu,tto, dt mate1ie 11n:me•indu,striaJ,i. G/,,istudi ccl ·i pri-. mi pll1i$i no-n ebbero seguito, a,iche percI/t i,/,_ Governo ital'Ul'IWnon si nw<Jtrù entusiasta dell' idea. Scn:a, 1voler esaltare nuinie imper·iali$tiche, cert,o è clie :;arebbe :-:i·tato ppor:'wno per l1ltalia,, - che no'll, ha aic·t1,na 1 1.·,iestrti <Jtr,lt Il tlantico - una, penetrllzione •netl'Angol 1t'',. In queste poche righe, c'è tuU.o: le ((materie prime», c1la finestra sull'Atlantico•, la 1tpenetrazione ». La mitologia è .al completo: ed è w1 ministro di ieri e cli domani che pa-rla ! « Sarebbe stata 011110,·tunaa1napenetrazt0ne 1t-ell'A ngola... » Chissà perchè poi nel!' Angola 1 Forse p;,rchè l'Angola è del Portogallo'. e - « senza voler esali.are uwnie imperialistiche• - si crede che sia. facile « conquistare nuovi mercati», « penetrare», (<espandersi», quando si ha da fare col Portogallo .... Angola ... mateTie prime .... fi.- nestra sull'Atlantico ... Passibilissimo che di qui a due mesi il cauccilt cli Angola apparisca indispensabile all'Italia eome il petrolio del Caucaso e il caTbone di Eraclea. E' p<>ss'ibilissimoohe qualcheduno proponga di saltare addosso ... al Portogallo, che qualche ministro lanci là, alla platea, le frasi aspettate sui «vitali interessi,, e che si faccia la gesta d'oltremare. Sicuro: 'Il,oisiamo sempre in procinto di partire per una gesta di oltremare. I medii ceti italiani hanno -dell'espansione industriale cii un paese l'identica idea che ue aveYano i pisani e i genovesi del '300: qualche cosa di composito fra i trucchi dei mercanti, la guerra di corsari, l:t riparti?.ione della masserizia predata. Conclusione. I ceti medii italiani, impreparati a sopportare lo sforzo e la tensione imposti dall'attuale stadio di sviluppo capitalistico, se la pigliano con la classe operaia. Non riescono, però, ad essere risolutamente anti-indm,triali, cioè ad essere -intimamente reazionari, appunto peTchè: non sono una classe borghese moderna.: e perchè, quindi, sentono vivamente l'influenza di un i11dustrialismo da letterati e da condottieri. Perciò il loro destino è stato e sarà in questa alternativa: O soffrire umiliazioni e privazioni nei periodi di più fi.ttizia attività industriale, durante le riprese che si fanno sentire ,nella artificiale grande industria italiana, come Tiflesso e cont•racoolpo delle gra.nd1 «corse all'oro»internaz.ionali: O vendicarsi contro gli operai, «sfogarsi,. • nèi periodi di grande crisi. Il fascismo urbano, il fascismo delle regioni industriali è l'espressione di questa persistente e fatale infelicità. GIOVANNI ANSALDO. Associazione Nazio.na PER GLI Interessi nelMezzogiorno ~'Italia delegata d ll'OPfRA rnnrno HAlf Aftf InMO ~ede Centrale: RO ..HA Monte Giorclauo1 31j - Palazzo Taverna Indirizzo telegrntico: AN lMl'l'AL-RùMA Telefono: U05 Pres-ide11te: Marchese On. l!'ERDINA.NDO ;s!u:s-½IANTE • Co11sigliere.Segretar·io: Oav. GAE'l'ANO PIAC1'1N'l'!Nl Uffici Regionali: CAGLIARI: Via Lanusei - CATANIA: Via Crocifc1·i, 36 - CATANZAHU:Via XX S,·ttembre, 79 - GlRGENTl: Via Spoto, 18 - PAI ERMO: Via Rocco Pini, 9 - POT~NZA: Palazzo Comunale - REGGIO CALAHRIA:Vallone Schiavooo-SASSARf: Direzione Scuole Elcmootari. Soci agg,-eoati, una o più quote di L. 10 annue. Soci be,1emeriti, una o più. quote di L. 100 annue. Soci pe,peltc.i, al1n1JnoL. 1000 una volta tanto. È un'organi;,;znzione di uomini di volontà e di fede che la loro azione e il loro pensiero hanno ùerlicato alla soluzione del massimo problema italiano: il problema n1el'idiouale. Gli scopi del!' Associazione, sono: a) suscitare ed a;sistBre ttel M~zzogior1to tl' Itulùi le attività al miqlioramento tklle condizioni locali, specialmente ili ordine allo svil1111110d-,ll'·istniziow, 11rimaria e pop0 ltire, dtll'Rconomitt aqraria e del 01·,dito al l((t>Oro; • b) intflressari; l' opfoion, pubblica i laliana alln cm1osceJ1za 11ncisa d-,i vroblemi della vitti crn1le n,Ue rey-ioni meriditmali e <iei -nrn.z.zipiù idonei alla loro soluzione gra dtwle ed organica; e) promuov,;re istituti in cui l, forze economiche e l'opera perso,w.le dei oittatl-ini di alt1·e regioni it(llim,e si u11isca110a quelle delle rogiom mendw11ali pP-r provveden ai j)(trticotori bisogni di qite.He; d) f.CCitare l'azione continu.a dello Stato in onliw, sopratiitto olla sollecita cippticazione delle leggi a favore del Mu:iogiorno, I

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