La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 4 - 5 marzo 1922

LIA RIVOù'OZIONE ùISERALtE / 16 I.I. -· I relatori _dell'inchiesta agraria con- -.siderarono il territorio piemontese suddiviso in tre zone: montagna, collina, pianura: mettendo in rilievo la particolare fisonomia .agricola di ciascheduna .. Anche ora si può accogliere senza altro la loro distinzione. A) Montagna. -- Dopo la regione dei /ghiacci perpetui ed inaccessibili, discendendo, si 'trova: a) la regione dei pascoli estiyi; b) la regione delle foreste, prima con .alberi aghifoglia e poi con alberi latifoglia; (C'è da avvertire che i passaggi dall'una_ .all'altra di queste zone sono molto impr~- •cisi e non avvengono sempre alla stessa .altitudine: più spesso si ha un'alternanza ,di boschi pascoli, roccie nude, burroni, ecc. Avverten 1 za conforme è da farsi per le suddivisioni che seguono). c) la regione del castagno; a cui segue una regi9ne veramente agricola, dove coltivansi i cereali, le piante da frutto, il' gelso, la vite, i foraggi. Qui, il fattore della pro- •duzione che predomina in modo assoluto è l'immenso e co~tante lavoro dell'uomo. Predomina la grande proprietà; sopratutto comunale, pella regione dei pascolì e ,delle foreste. Nella regione agricola delle valli invecé la proprietà è straordinariamente divisa. « Questo stato di, cose è causa _immediata ed inevitabile di emigr11zione, .sia temporanea che definitiva», (Inchiesta). • B). Collina. - Predomina in questa zona la cultura della v,ite, quantunque molto notevole sia pure la cultura delle piante erbacee, e, specialmente ora, quella ifregolare -degli alberi da frutto. I.La media e la pie- -cola proprietà, fatta valere direttamente, o per mezzo della mezzadria, e, meno fre- •quentemente, dell'affitto, è pred9)'llinante. Il lavoro .dell'uomo come fattore di produzione -è in prevalen,za: si può tuttavia notare un ;mpiego di capitali abbastanza largo,' favorito dalla cooperazione via via più intensa, -e illuminato da una certa istruzione tecnica, che, sebbene con Ì'nolta -1entezza, va sosti- .:uendosi al vecchio empirismo tuttora predominante. ; _C) Pj,anura. - Si' nota che, 'in tutta la pianura padana, gli -affluenti alpini per la ,dimi[)uita pendenza del loro corso, traspori:ano « detriti sempre· meno grossi man mànò -che si avvicinano al Po; perciò nella pianura' padana si possono distinguere due :zone: . . sonomia insomma tutta propria e ben diversa per le condizioni della proprietà e dei coltivatori' da quella delle altre regioni su menzionate». « Qui è frequente la grande propr.ietà e non meno, anzi più irnportante assai del del lavoro sono la intelligenza ed i capitali come fattori economici di produzione». • « Il terreno cli per sè è in generale poco fertile: l'ir,rigazione lo aiuta. < La produttività in questa lona è artificialmente creata· e mantenuta mediante capitali vistosi che tuttodì vi s'impegnano». (Inchiesta). - « Il fatto cieli' irrigazione è naturale eserciti una speciale e grande influenza su tutto l'organismo agrario di questa zona, Si esplica principalmente nelle maniere se-. guenti: 1• Sulla propr.ietà, rendendo utile e quasi necessaria l'ampiezza· dei poderi; o, quanto meno, l'associazione dei· piccoli proprietari, quando~ poderi sono ristretti. , ~ 2° Sulla coltivazione, che diviene indispensabilmente grande ed intensiva. 3° Sull'indole dei contratti agmri, costringendola a preferire quella' dei grandi affittanienti. • 4° Sulle condizioni economiche ed igieniche dei lavoratori aumentando pur anco il numero degli avventizi. In tutta la pianura la conduzione diretta e l'affittamento - gaest'ultimo specialmente per la media e la_grande proprietà - sono i modi prevalenti con cui si ese;cita la coltivazione. . A còmplemento°t!i questa rapida esposì- ~ione può es~ere utile l' e~ame della tabella seguente Cl): - · Pro1indciie .Alessandria Cnnèo loma Torino Superlitielerrilarialeba. 507,886 143,481 660.162 1.024.030 ,, Percenldaeallesaiperlitie ,/ i11111radulliva 7.2 7.5 15.9 17,1 Saminat.i,i 61.6 28.4 30.8 18.:2 Pratei pascoli permanenti 9.2 38.2 27.1 44.4 Pmenfllaledella'superfitie agrariaeforeslale Vignetlirol\eti-. 6.1 1.9 ' 2.0 0.6 Boschi ecastagne. ti 15.9 '24.0 24,2 19.7 100 - 100 - 100- 100 - La superficie improduttivst comprende i, terreni di fabbricati e adiacenze, acque e strade, ed i terreni sterili per natura. • a) l'alta piam1ra, limitrofa al'le Alpi, è III. - Molti ad arte affermano e moltis- ·•costituita cli detriti grossolani ed è la sede simi per ignoranza credono che in Italia -delle correnti fluviali a'ntiche e, sopratutto esistano va$te estensioni di terre incolte. degli ammassi morenici. Il terreno quindi. Ora, « i'èsistenza di vaste plaghe di ter- -è in generale sassoso e asciutto, e per di- reni inutilizzati, c1tpace di dare -ricchi racvenire suscettibile di cultura ha bisogncrdi colti, sol çhe ad essi• si applicasse lavoro, -esshe irrigato, In qu·esta zona s'incontrano e si vincesse l'inettitudine dei proprietari, vaste estensioni cli terrèno del tutto incolte, . non è che frutto di. una illusio,ne ». E in -che, a· seconda delle- località, prendono il quanto ·a quei terreni che le statistiche nome di vaude, barraggie, brnghi~re e groane; chiamano' incolti prod2tttivi, si tratta in preb) la bassa pianura.si può suddividere valenza di rupi boscate, zerbi, btughieré, in due sottozone • •la prima èostituita da valli da canna e da strame. « Una parte .sfasciume più o meno grossolano, che forma di essi potrebbe essere destinata alla colun suolo molto pel'meabile, la seconda più tura, ma bonificandoli con opere costose». in basso, formata di detriti più fini e con, (Valenti). Giova richiamare queste osserva- <Unsuolo •poco permeabile. - Le acque sot- zioni perchè durante ·1a guerra, e dopo, e <terranee della piamfra sottozona, compaiono anche in questi giorni ,più vivamente che .all'inizio della seconda nella cosidetta linea mai, assaj si è chiacchierato di terre incolte .dei fontanitt (Lombardia) o linea delle riso,·- con quegli stravaganti criteri che altri già _give (Friuli). La sottozona dei ,fontanili ha fece notare. • • 1 • ul}a eccezionale importanza per la coltiva- . E un'agitazione· sempre più viva che si .zione del suolo, perchè quasi dovunque, co- fece per attribuire tali terre ai contadini teste masse d'acqu~ ·sgorganti dal suolo combattenti o non combattenti culminò nel- .so,no racc.olte e pet_!!lezzo di una fitta rete l'agosto 1919, sopratutto nel La'zio, con -di. canali e rigagnoli, vengono distribuite a un'arbitraria e: violenta invasione di terre, tutto il territorio, che rapprèsenta la regione mal coltivate e, con assai mag·gior prefe- •classica delle risaie e d·elle.marcite ; , (Gri- ·renza da parte degl' invasori, ben coltivate, baudi). ' .,. • invasione che ebbe la triste sanzione del In particolare la pianura piemontese si decreto Visocchi, e di cui avemmo echi ·,può distinguere 'in tre sottozone: anche qui .in Piemonte nel Canavese. a) La pianura .asciutta che si riscontra Di solito per terre incolte· si intendsno fo gran parte della provincia di Alessandria, terre non soggette a certe colture, a cui si in cui si coJtivano i ceqiali, il gelso, la .vite, limitano le considerazioni dei politicanti; i foraggi. La limita,ta produzione di. questi ora talune di queste terr~ (à:gro romano, • -ultimi e la mancanza di pascoli fanno sì che latifondo siciliano) su cui particolarm~9te l'allevamento del bestiame .non può pren- 'cadono' i discorsi di costoro, hanno Uf\ si- ·dere un grandé sviluppò; tuttavia esso non sterna di. coltura razionale che abbisogna ha piccola importanza, specie per l'alleva- di intensificazione ma hon di radicali mu- ·mento dei buoi, veramente notevole. tamenti (2), ' Vi predomina la media proprietà. Là dove Secondo i calcoli del. Pi ola, verso il 1840 ,è scarso il concime naturale, i concimi chi- esistevano in Piemonte 128.5Q0 giornate miei hanno un largo impiego. (48.300 ha. di terreni incolti), ,e i territori b) La pianura con atqua. In questa, nelle dove più abbondavano erano pute qvelli da provincie di Cuneo e di Torino, di cui oc- cui in maggior numero -si dipartivan caccupa una gran parte, esiste una grande ciati dalla: miseria, gli emigranti. In tuttò, .,,_quantità di prati' naturali:'e l'irrigazione è lo Stato.d'i terraferma, l'Jstensione dei termolto praticàta mediante l'acqua dei prin- r~ni improduttivi eccedeva le 400 mila giordpal! tributari del Po. La proprietà vi è nate, mentre oltre 720 mila non si utilizpiuttosto frazionata; specialmente a pie' dei zavano fuorchè per un disordinato pasco- -colli· e delle montagne, dove predomina la lo ». (3) _ JJÌCCola cultura. L'agricoltura è prospera in -Ma dalle indicazioni dell'inchiesta agraria queste località; i capitali vi sono impiegati si rileva che nel 1880 i terreni incolti non -con notevole larghezza e i suggerimenti occupavano grande estensione: quelli che della tecnica vi ·sono sempre più accolti. 'vi sono indicati come tali generalmente Nella provincia di Novara, e precisamehte 7 ~eglio si possono ascrivere alla categoria nella. bassa pianura novarese l'irrigazio.ne artificiale, del pari che in Lombardia è il fatto agronomico « predqminante ed essenzialissimo • , • • • « L'acqua abbon:dantem~nte ado~erata _µ'e_r gli usi agricoli, crea quivi ca~atten_ speciali, fenomeni di produzione part1colan, una fi- )-.. I (1) Cfr.: e Superficie territorial~ e superficie agraria e forestale dei Comuni del Regno d'Italia al lo gennaio 1n3 ». Ministero A. I, C., 1913. Pag, XLII. (2) V ALEIITI : Stutii di politica agraria. ,:- (3) Cfr. PRATO : « Fatti e dottrine economiche alla vigilia del· 184.8. L'Associazione Agraria Subalpina e Camilla Cavour •. Torino, 1920, pag. 263. degli incolli produttivi. Del resto il I'iola stesso nota giit la forte tendenza ad utilizzare gl' incolti privati, e poi, per alcune località sappiamo da studi particolari che' le terre che erano incolte intorno al 1830, si• trovano in tutto o in gran parte coltivate intorno al 1880. L'inchiesta, ad ~gni modo, attribuisce 12.000 ha. cli terreni incolti alla provincia di Cuneo (pag. 62), 126.717 alla provincia cli Torino (pag. 64), non dà nessun dato preciso sulla provincia di Alessandria e fa, una lunga descrizione cli terreni non pbsti a coltura nella provincia di· Novara; accennando però in . quest'ultima a varie iniziative intese a diminuire la loro estensione (pag. 60). Attualmente sappiamo che in provincia di Torino esistono: Incolti produttivi ha 88.920 Sterili per natura. » 144.496 Incolti per desti11_3zione. 28.857 (2) Quèste due ultime categorie .non sono -comprese nel computo dell'Inchiesta Agraria; ne co_nseguirebbe c.he i 126.717 ha." di 'incolti ivi indicati sono diminuiti notevolmente. i, Nel Novarese mi consta da informazioni assunte ·_che a molti. terreni incolti fu estesa la coltivazione nell'ultimo quarantennio. Rimarrebbero, secondo i dati più recenti, 20,000 ha. di terreni aventi i già accennati TAccur~o Il PENSATOIO - Ir> non sono abbastan7,aricco per farmi ·uno studio povero, come vorrei; e perciò debbo contentarmi del mediocre e comuoale- ba?~ da gente di mezza tacca e di piccol{l borsa. Ma se potessi, vorrèi una stanza nuda, piuttosto grande, con dei tavoli da_.muratore, cioè di assacce a ripiano sopra cavalletti, degli scaffali c•mposti di casse da imballaggio adattate una su i'at(ra. e delle. seggiole a fondo di legno, da far scappare chi ha le emorroidi. Se mai qualche mobile fino mi occorresse; più di tutti fui piacerebbe del tipo americano, da ing~• • gnere e ci vor;ei vedere qualche bilancetta, dei dec.imetrii risme di carta -e pacchi di buste, lapis e inchiostri di colore vario; insomma vorrei che si sentisse un po' l'operaio. Tutto questo fa a cazzotti con le ideatiti della maggioranza dei miei colleghi scrittori, che banno mobili antichi, terrecotte di Signa, cornici dorate; i libri rileg~ti in pellé nello ~caffaletto a pernio, e portano blusa di vellufo. Già, per coteste stanze c'è il suo nGme speciale. Il_mio sarebbe uno studio. Quelli sono <i pensatoi »: parola coniata apposta per farmi pensare ad un'altra stanza, do,,e non si pensa, ma semmai, si po11za. Il TEATRO ~UOVO _nonsorgerà mai in Italiafinchè non sorgeranno dei f!l.ovani,che vogliano proprio il teatro a modo loro, e allora son.odisposti a farselo in upa stanzetta o in una stalla; in una cantina. o in una soffitta, e rinunciano per dieci anni a entrare nei grandi teatri, ad avere il battesimo dei grandi critici e a prendere le percentuali sugli incassi. Insomma come· la nuova letteratura, la letteratura moderna, è sorta soltanto q~ando dei fio- caratteri degli incotti prodnltivi. , Iniziative.-i-che nel 1918 sorsero per ridurli vani hanno fatto delle piccole riviste, hanno rinunciato a coltura, facendo le hecessarie ingenti per molti -anni ai grandi giornali, e ai grandi editori, çosi spese di ·bonificazio~e nei Comuni di /lVIas- il teatro non si rinnoverà in Italia se non quando sorge~ serano, Brusnengo, Castelletto Cervo, e che ranno dei • piccoli teatri •. I quali non sono i teatri dei -. grande vantaggio avrebbero arrecato ai bi- filof-Irammatici,di provinciale memoria, come le piccole lanci dei Comuni medesimi, s' infransero riviste non furono e non sono e non saranno mai le ri· contrJ la violenta oppòsizio_ne delle locali viste di letteratura.p,ovincial~. popolazioni che temevano di essè~e danneg- COLTURA 0,1 GIORNALISTI - Nei nostri gioraagiate per l'eventuale privazione cli magre listi (e anchenegli uominipolitici)si vedein generaleche quantità di legna, fieno, st r:amaglie càe e• la loro conversazione e la loro coltura non va più in là di rano abituate ;i, go d ere. Simili opposizioni una.cena data. Si può stabilire con esattezzaa quale incontral.'ono,tentatiyi analoghi due secoli f!. • « stato » geologicoessi appartengono. Ce ne sono fermi J\ltre iniziative però, in varie località al 1880, al 1890, al 1900. Oraincomincianaovenirefuori stanno svolgendosi. con miglibr frutto, ma d . a· d quèlli fermi sul 1))10 (Crocianesimo ecc.). Quella ~ata, quanto ad alcuni tentativi 1 I,sso amento è la data· del lor.9 e:. af!l.vo \,_ E' la data in cui sono riee coltura fatti durante la guerra coll'ausilio sciti direttori o deputati o che altro so io. Da quel dell'opera militare, non par.e abbiano dato giornonon hanno aperto più un libro, non hanno pi1), favoreyole risultato. D'altronde sulla, conve- interrogatoil mondo. nienza economica di tali, dissodamenti non ,; sempre si han.no precise nbziorÌi; e poi, .dato FANCIULLEZZA.-- Nessunvolto4i uomo ha il riposo eh~ si tratta di terreni appartenenti in mas- ; çli quello del bimbo, nemm.fnOnella morte, che P.urras• ·sima parte a Comuni e su cui le pololazioni serena t~tti i volti. Quanta poesia ..s. i è fatta su questa. godono "'Certbi enefizi, vi è sempré l'ostacolo purezza ed innocenza! Ma io preferisco i volti dove la fortissimo frapposto dall'avversione delle medit~zione 1t3 lasciato i suoi segni, dove la vita ha incapopolazioni stesse ad ogni dissodamento. vato le rughe, dove ~i legge che si è pagato il nostro Non s.appiaffiO ·quale azione potrà svol- debito al mondo, il nostro contributo alla creazione eterna. gervi l'Opera Na~ionale per i Combattenti. La troppa contentezza e i volti •troppo floridi, mi han • Al patriino!)iO(.,4i tj_uesto Istitut<? sono pas- sempre lasciato perplesso; mi ,Pare che su quelle anime sate le tenute Casanova è Molina:sso, situate fra Carmagnola e Poirino, dell'estensioné complessiva di 2816 ettari. ·sono note •le miserevoli condizioni in '.cui versava la coltivàzione di questi terreni, fino a poco tempo fa appartenenti al dèmanio patrimoniale dello' Stato. All'Opera non mancano certo i mezzi per compi~rvi i molti miglioramenti necessari, e la sua azione, se ben indirizzata, potrà essere molto benefica specialmente se fatti i miglioramenti, agevolerà I~ vita sia passata come • .sopra uno sfrat~ di oli? o di sapone, senza incontràre resistenze, senza lasciare una scalfitura; anime sulle quali non è. stato mai scritto nulla. • • '~ Giuseppe Prezzolini. .• La verità e·conomica Robinson prottzionista. il passaggio della proprietà dei terreni'. in Se-~'è un argomento cui si attagli perfettamentt convenienti lotti alle singole famiglie di /a sentenza del. Panta/eoni sulla facilità con cui ogni coltivatori. Malgrado ljl ca\-atteriS t iche ec- generazione dimentica le verità economiche apprese cessivamente burocratiche che l'IS t ituzione dalla precedente neripetegli identicierrori, questo ' rive;!~• l'azi?n~ attiva e podero~a che essa arg9mento è la-questione doganale. Possiamo quindi, ·h~ _is;la commciato a ~voll,l"_ere 10 . alt_re re- _ sicuri di fate cosa utilissima, ·riprodurre in parte g10~1 colla poten;1'a. dei ·suo,1 mezzi, c'. sono qualcuno dei divertenti e acuti apologhi con cui, setcag1?ne ~ bene sperare anche per 1op~ra tantacinque anni fa; FedericoBastiat battagliava per sua m Piemonte. il libero scambio.• BERNARDO ·GIOVENALE. Quello che qui traduciamo e riduciamo intitolato,. (1) Cfr. < Fed. It. dei Consorzi agrari di Piacenza :.. « Autre chose •, Secondo ...A,nnuario1911. - « Le S,ocietà agrarie di ac• quistoin Italia finoal 1910-,. Milano, 1911; pagg.55 e seguenti. E, una P.ubblicazioneche contiene numerosi e è fra i meno conosciuti : • \ . _autorevo!idati sull'agricoltura iu tutta l'Italia. Nel prossimo numero: Il. Sguardo all'agrfèoltura piemontese durante un secolo (1?80-1880) In seguito a numerose richieste siamo riusciti a raccogliere alcune collezioni della nostra rivista Energie Nove che uscìa Forino· nel 1918-1920- e '"'!Zeliqauale, oltre al direttore Piero Gooetti, scrissero Santino Caramella, Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Giuseppe Prato, Achille loria, Ubaldo Formentini, Balbino Giuliano, Ernesto Codignolq, Umberto Ricci, Gino Borgatta, Vincenzo Porri, Angelo Tasca; Antonio Gramsci, Giuseppe Stolfi, ecc. Per chi desidera conoscere il processodi formazione della- Rivoluzione Liberare e i suoi antecedenti culturali, meUiamo in vendita· tutte e due le serie (formato ottavo, su due colonne, complessivamenie 450 pagin,e circa) al prezzo di L. 30. Si tratta di un documento ormai rarissimo e, per •i giovani, di una buona guida nell'esamedei problemi politici, letterari, filosofici. - Spiegatemi il meccanismo e gli el!etji della protezione. - La cosa non è facile. Prima d'·al!rontare il caso complesso, bisognerebbe studiare il fenomeno'"- nella sua più semplice manifestazione._ - Prendete pure il caso più semplice che volete.. - Vi ricordate c9me fece Robinson a fabbricare una tavola, pur essendo· sprovvisto di sega? - - Sì. Abbattè un albero, e poi con la sua ascia tagliò il f9sto a destra e a sinistra, s/nc,.hèlo ridusse ·all9 spessore d'un asse. - E ciò gli diede molto lavoro·? - Quindici giorni filati. ~ E durante questo tempo di cosa visse? - Delle sue pro~viste. - E che cosa capitò alla scure? - Si smussò tutta. - Benissimo; ma probabilmente non sapete che al momento di dare il primo colpo d'ascia, Robinson vide una tavola gettata dall'onda sulla riva. - Che fortunata combinazione I E naturalmente corse a prenderla I • . - Fu il suo primo movimento: ma poi si arrestò, ragionando còsl : , Se vad.o a raccogliere quella tavola, ciò no'ìt mi costerà che la fatica di portarla, il tempo di discendere e di, risalire la spiaggia. « ·se invece faccio una tavola con la mia scu~e, prima di tutto ,;,i proc:ureròdel lavoro per quindici giorni, in secondo luogo consumerò la scure, e poi consumeròle mie provviste: terza sorgente di lavoro perchè .occorrerà sostituirle._ Ora la ricchezza sta / i

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