RE NUDO - Anno XI - n. 91 - ottobre 1980

LA VIA DEL TANTRA Intervista a Ma Yoga Sud.ha Dopo aver preso parte a sei gruppi terapeutici nell"ashrµm di Poona, ho scriuo_ a Bhagwan chiedendogli quali altri gruppi fossero necessari, per la mia crescita, per la Inia "apertura''. .. Mi ha risposto difare il Tantra-Group ... Ho guardato il foglie/lo con la sua risposta non sapendo se essere più sorpreso o imbarazzato ... Avevo sempre considerato il Tantra come un gruppo per "souosviluppati ses– suali" ed al tempo stesso avevo una cos,·alta opinione di me stesso in relazione alla mia disponibilità sessuale, alla mia felicità di incontri, alla mia "pratica di italian-lover''... ed ero veramente stupito! Una volta entrato ne/l'inferno (cos,· vengono chiamate le stanze dei gruppi– catartici) sono stato costreuo a cambiare rapidamente idea. Tante e tali cose mi sono accadute, da farmi rivedere non solo la mia conce– ;ione sul Tantra, ma sulla sessualità stessa. Intanto va dello subito che il Tantra non è un gruppo sul sesso! Come dice Bhagwan: "Il sesso è solo l'inizio. non lajìne. Ma se tu manchi l'inizio, mancherai anche lafine ... " ed ancora "Tantra significa che tu puoi usare il sesso come un trampolino di lancio. E una volta che hai compreso l'estasi del sesso, tu puoi capire di cosa parlavano i mistici - un grande orgasmo, un orgasmo cosmico·: Cos,: demolite tulle le mie idee sul sesso. sulla "pòtenza orgastica ·: sulla penetrazione, sulla coazione a ripetere, sul circuito fallico ecc.. sono stato co– streuo a ricominciare. a rinascere fuori dalle vecchie abitudini, conoscenze, analisi, ed entrare in una specie di "spazio selvaggio·: dove più nulla esisteva se non la pura energia. E la pura, naturale energia, se non repressa, o se non guidata da interpretazioni mentali, può portarti veramenle in uno spazio scono– sciuto, terrificante, cosi'pulsante e devastante da/arti perdere ogni controllo su te stesso. Per questo la paura. La paura di chi lo reprime, la paura di chi lo trascende. la paura di chi lo "studia" e pensa di poter incanalare questa energia in qualcheformule/la psicologica. "Ma i giorni del Tantra stanno arrivando -dice Bhagwan - Presto o tardi il Tantra esploderà nelle masse per la prima volta, per bé per la prima volta i tempi sono maturi, maturi per acce/lare il sesso come unfallo naturale. E'possibile che questa esplosione arrivi dall'Occidente, perché Freud, Jung. Reich hanno pre– parato il terreno adauo. Essi non sapel'llno niente del Tantra, ma hanno prepa– rato il terreno necessario per la diffusione del Tantra... ''. Quella che segue è una "candida conversazione" con Ma Yoga Sudha, la group-leaderdel Tantra nel/'ashram di Poona..Non so come la fantasill po– polare possa immaginare un Maestro T,llllrico, ma credo sia quanto di più lontano si possa riferire a questa donna di trentadue anni, che sembra una ra– gaz;.ina appena scappata dal ghetto di Harlem, il volto matumto troppo pre– sto, ed incontenibili, contagiosi scoppi di risa. Unaparlata ritmica e music,1/e, che ricorda il "be-bop-ta/king" della beat-generation con puntate in un irri- 1,erentee sarcastico slang impossibile a riprodurre.. Swami Swatantra Sarjano Sono nata trentadue anni fa a New York da genitori cubani, ono cre– sciuta nel West Side fino a dieci anni di età, poi ci siamo trasferiti a Spa– nish Harlem e ho avuto quella che si chiama "una infanzia felice", senza problemi di nessun tipo. Era una specie di villaggio, sai, nessuno tene- va la po_rtachiusa ed i vicini erano sempre da te a chiederti un po' di zucchero. non c'era ne un bisogno di chiudere la porta e ognuno cono– sceva tutti. A quel tempo non c'era ne ·una forma di ''delinquenza" al village... I bianchi hanno empre di– egnalo un quadro orribile del fatto di vivere ad Harlem, ma non era co ì per me, c'era una atmo fera amiche– vole, dolci ima, ai tipo que ti pro– grammi televi ivi dove la gente i af– faccia alle fine tre e di cute con i vi– cini e gridano ... "Miriam, mi porte– re ti un po' di caffè?" o "Hai vi to dove 'è cacciato quel ba tardo di mio figlio?"... Credo che la mia fa– miglia non avesse molto denaro, ma non ho mai patito la fame, e poi c'e– rano i topi, questo ì, ma lo trovavo perfettamente naturale, come quan– do in campagna accetti l'e istenza delle mucche, ad Harlem i accettava quella dei topi ... II mio primo im– patto con qualcosa di pesante fu il rendermi conto che mio fratello si Ma Yop StNlu _, cld Ta•tra JrotlP parava di eroina, e rubava tutto quello che era po sibile dalla casa ... ed io cominciai a pensare che ero io a rubare, credevo di essere diventata pazza. Non sapevo niente di droghe a quel tempo, e non mi onore a conto per anni di ciò che tava succedendo a mio fratello. Sentivo dire talvolta di qualcuno che era morto per una overdose, ma non apevo nemmeno di cosa stavano parlando, pen avo che l'overdo e fo e una parte del corpo! Avevo a quel tempo delle esperienze che più tardi avrei defini– to " trane" ... potevo vedere "l'aura" della gente, sentire la loro energia, ma pensavo che tutti i bambini fos– ero così. che fo se una co a "nor- male".! C'era anche una specie di strega vudù nel villaggio, e tutti ne avevano paura, lei poteva far friccare chiunque, ma anche questo mi era abituale, c'era sempre gente che trippava, al village. così la prima volta che ho visto fare la dinamica mi on detta "oh guarda ... fanno il vudù anche in India!". Ogni tipo di fenomeno p ichico era di casa nella mia famiglia, ma era con iderato naturale, non siamo tati mai degli cienziati, gente che va in cerca di spiegazioni ... riti dei arai bi, religio ità con pa ione, en1imen10, emozioni. tutte co e che i davano emplicemente per scontate ... Poi ho comincialo ad andare a cuoia e mi on presa il mio 'bravo diploma, ed invece di i crivermi all'università, ono andata a lavorare, perché vole- vo far oldi, e sere indipendente. Lavoravo in una agenzia di credito, e dopo un anno ho deci o di iscrivermi ad una scuola serale, cominciando ad essere coinvolta con tulle le co e, in questo ordine: Primo, la politica di quartiere... guerra alla povertà e questo tipo di faccende ... Poi droghe, poi un altro tipo di politica, quella che definiresti "l'intellighenzia" po– litica del movimento ..." lllllN~IIEIUlO Di nuovo in libreria Re udo: "Per quali tipi di droghe sei passata attraverso?" Sudha: ''Eccetto pararmi eroina, tutte! redo di aver evitato "l'ero" perché fui troppo impre ionata da mio fratello, il sangue, le lix, le gior– nate passate travaccato, enza ener– gia all'angolo della strada aspettan– do il pu her... A quel tempo avvenne, tra l'altro, che tutti cominciarono a chiudere le porte di ca a, ne suno parlava più con gli altri, e non so perché, e la vicinanza, la fratellanza di Harlem i spezzò, ed ognuno e ne tava per cazzi suoi ... Con l'e perienza della droga en– trai in una vita da pazzi, non saprei come altro definirla, una specie di freak dell'epoca ... In realtà, vedo che la definisco pazza retroattivamente RE NUD0/5 perché a quel tempo era una vita senza "direzioni", senza programmi, senza obiettivi precisi, e fu anche l'unica volta nella mia vita ch'io ab– bia vissuto senza un ego-trip, ho un tale ego di merda ... Entrai all'uni– versità e a quel tempo tutta l'uni– versità era un unico trip: droga-po– litica-freaks-movimento, ma io non ne ero profondamente coinvolta, perché sapevo, e sapevo che tutti gli altri lo apevano, che tutte queste co e erano olo una maniera come un'altra di fare ca ino, e la gente era incazzata, sembrava che se la pren– de e a cuore, ma tutto aveva a che fare semplicemente con l'energia, e lo apevamo! Ero alla Columbia University, dipingevamo gli uffici di ro o, occupavamo la presidenza con interminabili it-in ed as em– blee di studenti, una specie di amorfa contentezza, e ne suno sa– peva chiaramente ver o cosa essa fo se diretta. Era diretta semplice– mente verso ogni autorità, contro ogni minimo simbolo dell'autorità. Fu un tempo pazzo, un tempo gio– vane, non un tempo "di ricerca" ... on ero con apevole di cercare qualco a, eccetto forse una parte della mia per onaliià: ono empre tata un tipo intro pettivo, che i chiede la motivazione di tutto, ma continuavo a altare da una co a all'altra, come capitava, in maniera totalmente accidentale, e finalmente volevo capirne di più, sapere dove tavo andando, capire me te sa. Avvenne poi che mio fratello entrò in ospedale per la sesta volta, per tentare di disintossicarsi ed a quel tempo in New York cominciavano a na cere le prime Comunità Tera– peutiche, che venivano fuori oprat– tutto dall'esigenza di dare una mano ai tossicomani. Era al tempo di Kennedy, c'erano tutti questi "pro– grammi di risanamento" e circolava un pacco di soldi, ed io mi buttai

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