RE NUDO - Anno XI - n. 91 - ottobre 1980

RENUD0/4 e nuovi scontri. ma questa volta a:')C()ra più duri e ancora più rabbiosi. "Non abbiamo più nul– la da perdere" ba dichiarato una ragazza del movimento agli in– viati di Radio Popolare (una del– le radio private milanesi) a Zuri– go. Proprio per questo, si teme, da entrambe le parti, che la situa– zione possa degenerare, con una prova di forza sia da parte della polizia che da parte dei· dimo– stranti, con conseguenze facil– mente immaginabili, soprattutto per le teste di quelli del movi– mento ... ei giorni immediatamente succe ivi alla chiusura del Cen– tro, il movimento ha organizzato cortei - ai quali hanno parteci– pato sempre più perone - so– prattutto nella Bahnhofstrasse, la trada delle banche (Zurigo è anche chiamata "Il forziere del mondo") e dei negozi di lusso. Le vetrine di tutte le banche e di tutti i negozi ono tate di- trulle dai dimostranti, che han– no ri po to con fitti lanci di a i alle caric~e della polizia. Per la prima volta il movimento ha ;imme o di aver cau alo danni a negozi e uffici. La polizia ha fermato più di duecento per one caricandole ui cellulari e portandole ai vari commis ariati per l'identifica- zione e la successiva schedatura. Sono state schedate più persone in questi pochi mesi, che in tutta la storia della città! Stessa sorte delle .vetrine di banche e gioiellerie e negozi di lusso, hanno subito quelle dei vari sex-shops, librerie porno, eros-centers, ecc. raggruppati principalmente nella Nider– dockstrasse. Tùttavia i parteci– panti alle manifestazioni sem– brano infischiar ene di fermi arre ti, chedature e futuri pro– ce si: lo ste o nostro Korrierone rileva che essi sono più interes- ati a provocare l'opinione pub– blica (nel tentativo di ensibiliz– zarla alle proprie tematiche e alle propri richieste concrete) piutto- to che a alvaguardare la pro– pria incolumità, anche fi ica, e che sono comunque deci i.. a continuare ad oltranza la lotta. Mentre crivo i giovani socia– li ti della città hanno chiesto le dimissioni della giunta comuna– le e, pur distanti d_alle posizioni proprie del movimento, hanno criticato la deci ione di rispon– dere con sterili misure di polizia alla richie te, fra l'altro più che ragionevoli, dei giovani zurighe- i: e i i rendono conto che non è con le manganellate che si può ri olvere quello che è, in defini– tiva, un grave e profondo con– flitto sociale, oltre che genera- zionale. Di parere opposto, natural– mente, il capo della polizia c'itta– dina, Hans Frich, che non perde occasione per ribadire, ogni vol– ta che gli è possibile, che prose– guirà nella sua ottusa politica di dura repressione, rafforzando gli effettivi a sua disposizione, in– tensificando fermi ed arresti ed appesantendo ulteriormente la mano nello scioglimento di cor– tei e a sembramenti non auto– rizzati. Risultato immediato; il movi– mento, dopo gli incidenti di Bahnhof: tras e, è nuovamente ceso in piazza tenendo in scacco la polizia per una nottata intiera. All'alba il bilancio degli contri, tra i più duri fin'ora regi Irati: 338 arre ti, dieci feriti tra i poli– ziotti e una ventina tra i dimo- tranti (ma come sempre bisogna credere che fra questi i feriti ia– no molti di più, in quanto la maggioranza preferì ce far i medicare a ca a per evitare la chedatura), danni definiti "in– genti simi" ... e già nelle prime ore del pomeriggio la decisione di cendere nuovamente nelle strade. Si moltiplicano poi le motiva– zioni per le quafi il movimento i mobilita, non ultima quella ri– guardante il "caro-alloggi", un problema che anche a Zurigo ha assunto proporzioni preoccupan– ti. Il problema della casa colpisce soprattutto iJ mondo giovanile. Poiché per tradizione l'età media in cui i ragazzi svizzeri lasciano la casa dei genitori (ed iniziano a cercarsene una per sè) è intorno ai diciotto-dicinnove anni. Anche in que to senso dunque, il movimento zurighese i muove, ulle orme di ciò che è avvenuto (ed avviene) ad Am terdam, do– ve i giovani occupanti di ca e hanno ri po to ai tentativi di gombero della polizia, organiz– zando contri di piazza. Intanto i cortei cittadini ven– gono rinforzati da gente prove– niente da altre città vizzere e persino da altre nazioni (la poli– zia ha dichiarato che nel Centro di Limmat tra se erano ospitati una quarantina di tranieri, tra cui una decina di ragazzi italiani, immediatamente ri pediti ai Pae i d'origine) e la protesta si allarga: anche a Berna e a Ba ilea i regi trano i primi fermenti. Inoltre, a quei cinquemila che ono con iderati i "membri ef– fettivi" del movimento cittadino (tra que ti cinquemila un quarto circa ono tudenti, mentre i ri– manenti ono tutti giovani che, da quanto appiamo, hanno fatto della co iddetta "arte di arran– giarsi" il proprio modo di vivere), si sono unite ultimamente delle persone che giovani non lo sono più, ma che comunque si sentono accomunate ai giovani dal ma– lessere di vivere in una città morta, vecchia, conservatrice, priva di quegli sbocchi che ren– dono una città· per lo meno vivi– bile, sopportabile ... Per queste persone, per tutti questi giovani e meno giovani Zurigo, la vecchia, con ueta Zu– rigo, non è più opportabile e non ono più opportabili il iJenzio, l'ordine, la pulizia, il conformi– smo ottuso I), la monotonia, la noia, il provinciali mo, una de– mocrazia che è olo pragmati mo e burocrazia, gli orologi che non garrano mai ... Tutta questa gente, che da me i combatte una dura battaglia per il diritto a vivere una vita dai contorni più umani, è animata da un grande, incontenibile deside– rio: fare di un piccolo tagno ad– dormentato un grande fiume che corre, limpido ... E for e, per una volta, un de i– derio ri chia di diventare realtà almeno in parte e... Una scintilla può accendere un fuoco... Andrea Sciarnè I) Di quegli zurighesi deci i a difendere con le armi. come hanno dichiarato, le loro proprietà.

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