RE NUDO - Anno XI - n. 87 - maggio 1980

Domanda: Bhagwan, una voltaparlando di Sartre hai detto che quando gli chiesero in una intervista: 'Qual è la cosa più importante della tua vita?' Sartre rispose: 'Tutto - amare, vivere,fumare~ E hai poi commentato che questa è una risposta che richiama lo Zen. ma la co– scienza di Sartre è davverounacoscienzaZen? Bhagwan: E' per questo che ho detto che richiama lo Zen: non è proprio Zen, ma ha sapore Zen. L'esisten~ali– smo non è lontano dal punto in cui può diventare Zen. Se continua a rimanere fermo dov'è adesso non potrà diventarlo - ma basta un salto e può diventare Zen. Sanre si trova nella situazione in cui si trovava anche Buddha prima di illuminarsi, ma Buddha era aperto al futuro. Era ancora alla ricerca, il viaggio continuava, mentre Sartre è rimasto invischiato nella sua negatività. Il negativo è necessario, ma non è sufficiente. E' per questo che continuo a ripetere che se non siete capaci di dire di no a Dio, non sarete mai neanche capaci di dirgli di sì. Ma dire no non basta. E' neces– sario, ma bisogna continuare a muoversi - dal no al si, dal negativo al positivo. Sartre è ancora attaccato al negativo, al no. E' bene che sia arrivato al no, ma non basta. Ci vuole un altro passo, bisogna che anche la negatività sparisca, che la negatività sia a sua volta neiata. La negazione della negazione diventa la positività assoluta. La negazio– ne della negazione è il sì totale. Quando ti senti triste, sei tentato di adagiarti nella tua tristezza: senti che è la fine. li viaggio si ferma, la ricercaè finita, il no è diventato casa tua. Ma così non sei più un processo. cosi cominci a stagnare. li no è diventalo uno stile di vita. Non fare mai di nulla uno stile di vita! Quando arrivi al no, non fermart, - il viaggiocontinua. Continua a viaggiare ... E un giorno, dopo aver toccalo il fondo del no, cominci a risalire. Avventurali senza paura nell'abisso del no e ne ve– drai il fondo. E' lì che comincia la via del ritorno e ci si comincia a muovere nella direzione opposta. E così siarriva al mondo del sì. Da atei, si diventa teisti: è un dire sì al.l'intera esistenza, e la tristezza diventa bea– titudine... Ma neanche questa è la fine. Va' avanti: come il no è stato abbandonato, anche il si ora deve sparire. Questo è lo Zen, dove tanto il sì che il no sparisco– no, e si rimanesenza un atteggiamento prestabilito, nudi, senza idee - solo chiarezza, e niente che la offuschi - neanche un sì. Niente più filosofie, dog– m~ dottrine - niente 'più ti 'Ostacola, niente più ti turba... Questo è il punto di trascendenza. Questo è il punto dove si sparisce completamente e, al tempo stesso, si diventa totali. E' per questo che a Dio Buddha non può dire né di sì né di no. Se gli do– mandate: 'Dio esiste?', al massimo Buddha potrà sorridere. Questo sorriso è espressione della sua tra– scendenza. Non dice di si e non dice di no, perché sa bene che il sì e il no sono enftambi delle tappe lungo la via, non la meta; sono entrambi ancora infantili. Non c'è niente che non diventi infantile una volta che vi ci aggrappate. Solo i bambini si attaccano tanto alle cose; l'uomo maturo abbandona ogni attacca– mento. L'autentica maturità significa non attaccarsi mai a niente - neanche al sì: Buddha è così divino e così senza Dio! Tutti coloro che sono davvero Arrivati trascendono sia l'afferma– zione che la negazione. Sartre invece si tiene in bil_ico al limite del no. Per questo parla sempre di tristezza, depressione, ansietà, nausea - tutte cose negative. Ha scritto un gran libro;il suo opus magnum, L'essere e il nulla. in cui cerca di provare che l'essere è il nulla - la negazione totale. Ma poi non sa andare oltre, resta attaccato alla negazione. , Eppure Sartre è un uomo autentico, il suo no è reale, vale qualcosa - se lo è guadagnato. Non è una semplice negazione dell'esistenza di Dio: Sartre ha vissuto il suo rifiuto. ~e ha sofferto, ha pagato di persona. E' un no autentico, reale. Ci sono due modi di vivere l'ateismo, come ci sono due modi di percorrere qualsiasi strada: l'autentico e l'inautentico. Si può diventare atei per la ragione sbagliata. li comunista è ateo, ma non si tratta di ateismo autentico. Le sue ragioni sono false, superfi– ciali. Non ha vissuto il proprio no. Vivere il no vuol dire sacrificare se stessi sull'altare della negatività, soffrire tremendamente, vivere l'e– sperienza della disperazione, brancolare nel buio, nella condizione d'animo dove il dubbio finisce col • Il viaggio in fondo al no S uffa morte di Jean Paul Sartre molto è stato già scritto. Qualcuno come Lucio Colletti ha preferito stroncarlo, altri come Pier A Ido Rovatti l'hanno ri,·alutato. Anche noi potremmo dire la nostra su cosa questo maestro pensatore ha significato per almeno due genera:ioni di uomini, ma difficilmente potremmo aggiungue altro a quanto già è stato scritto, nel bene e nel male. Qui ini·ece proponiamo qualcosa di unico, e.cioè cosa ha detto di Sartre un uomo che ha esperimentato l'oltre il pensie.ro ci ò quella soglia a cui Sartre si è fermato. E' Bhagwan Shree Rajneesh che parla qui del maestro dell'esisten:ialismo, un maestro che ha raggiunto l'unità interiore, parla del maestro del pensiero negati1'0,di un maestro che per tutta la 1•itasbagliando e ricominciando ha segnato il cammino per tanti di noi. In queste poche e semplici parole Shree Rajneesh ci dà la dimensione della differen:a tra esisten– :ia/ismo e ;en, due esperien;e che hanno segnato l'occidente e l'oriente in modi e a profondità diverse ma per alcuni ,-ersi simili... L 'esisten;ialismo come chi ha vissuto fino in fondo il viaggio al no, al rifiuto, come radica/i;:a;ione del/'esperien;a del pensiero critico, lo :en come trascenden:a di questa fonna di peJ15ieroe di esperien;a. Per finire questa bre,·e introdu;ione 1·o"ei ricordare come mi è 1·enutoin mente Sartre in quell'a– gosto di due anni/a quando sta1'0 teminando di scrivere "Alla ricerca del d!io perduto, perchè ancora adesso è cosa che lo vivo... " L 'esperien:a del pensiero non basta più. E' tempo di esperire. E' tempo di pensare su l'esperien:a. Perchè non ci siano più rivolu:ioni che passino alla storia ma per far sì che la rivolu;ione stessa diventi storia, non abbiamo più bisogno di trovare nuovi no. E non perchè il no sia dfrentato una tigre di carta. La tigre Sartre erafatta di carne di sangue e di pensiero. Ma il presente impone di più, impone l'oltre. Non si tratta di tro,Ylre scorciatoie o di buttarsi infughe in avanti. La strada è quella maestra. «La tigre è viva», ma la tigre non basta più. Il suo ruggito non si è perso nel 1-ento, l'hanno raccolto gli uccelli. E' tempo di dire sì allo sconosciuto. «Propi;io è attra,·ersare la grande acqua». E abbiamo bisogno di seguire il ,•o/o degli uccelli che quella terra hanno già attra,-ersato; per non perderci nella follia. Voi, ciechi aggrappati alle vostre povere sicure;;e che ci accusate di fuggire, ricordate, non chi ,ola fugge, ma chi, come lo stru::o disperato, nasconde ancora la testa tra le illusioni difare ripetiti,·o_.E' tempo di essere responsabili anche di ciò che non sappiamo. ... prevalere per sempre, e non c'è più speranza che venga il mattino ... Vuol dire vivere l'assurdità e l'in– sçnsatezza della vita senza cedere a nessuna illusione - RCrchéla tentazione è enorme. Quando ci si trova nel buio della notte è forte la tentazione di sognare l'alba, di pensare al mattino, di aggrapparsi ad una sr.eranza. E quando cominciate a sperare fate il pos– sibile per credere nelle vostre speranze, perché non si può sperare senza credere - è impossibile. Si può sperare solo se si può credere. Ma ogni credere è inautentico, proprio come non credere ... li no di Sartre è davvero autentico. E' un no vissu• to. sofferto. on ha voluto arrendersi a nessun credo. Per forte che sia la tentazione, Sartre non vuole so– gnare. Non cederà al fascino del futuro e della spe• ranza; non si farà tentare da Dio e dal paradiso. No, non chiuderà gli occhi di fronte ai fatti. E il fatto è che non c'è significato; il fatto è che sembra non esserci alcun Dio, che il cielo sembra vuoto; il fatto é che sembra non esserci giustizia. Il fatto è che l'intera esistenza sembra essere del tutto accidentale - non uncosmo,ma uncaos. E' difficile vivere nel caos senza cominciare a so– gnare, perché ci sisente impazzire. E' proprio cosi che Nietzsehe è impazzito - era nella stessa situazione di Sartre. Nietzsche perse la ragione perché fu il primo a sperimentare la negazione totale, perché fu il pionie– re di un no autentico. Molta gente 1mpazzìscequando sceglie il no - perché allora non c'è più amore, non c'è più speranza, niente più ha senso. L'esistenza di– venta accidentale, arbitraria. Vuoto dentro, vuoto fuori. nessun luogo dove andare, nessuna ragione d'essere. E' difficile - è quasi impassibile. ~a Sartre se lo è guadagnato. lo ha vissuto. E' un uomo autentico, un vero Adamo. Ha disobbedito, ha detto di no, è stato cacciato dal giardino dell'Eden - dal giardino delle speranze, dei sogni. dei desideri. Si è spogliato di ogni speranza, ha sofferto nudo nel gelo del mondo. Sartre è un uomo bellissimo - ma c'è bisogno ancora di un passo, ci vuole un po' più di coraggio: non è ancora arrivato al fondo del nulla. E perché non è stato capace di toccare il fondo? Perché ne ha fatto una filosofia, ed ora questa filo– sofia dà un senso alla sua vita: ora può parlare della tristezza. Avete osservato cosa succede alla gente quando parla della propria tristezza? Parlare fa spa– rire la tristezza. Per questo la gente parla sempre dei propri guai. delle proprie miserie. Parla perché par– lare aiuta a dimenticare. Così anche Sartre si è rifugiato nelle parole: par– lando. scrivendo. ha cercato di dimostrare che niente ha senso. che la vita é assurda. Ma ora questo è diventato il senso della sua vita: argomentare. lottare in difesa della sua tesi. Ed è qui che Sartre ha sba– gliato: bastava spingersi ancora un po' più avanti nel no. Ancora un passo ed avrebbe toccato il fondo. e da quell'esperienza sarebbe nato il sì più profondo. Perché dal no nasce il sì. Se dal no non nasce il si. ·vuol dire che qualcosa è andato storto. perché dal no deve nascere il sì. Dalla none nasce sempre il mattino. Se dalla notte non nasce il mattino qualcosa non è andato come doveva. Forse è già mattino. ma tu hai deciso di chiudere gli occhi. Sei troppo abituato al buio. o hai perso la vista. o hai vissuto nell'oscurità così a lungo che la luce ti acceca... Ancora un passo. in questa vita o in un'altra, e Sartre diventerà un autentico uomo Zen - sarà ca– pace di dire di sì. E sarà a partire da un no. non dimenticatelo, ma da un no autentico. Conoscerete certo il fenomeno della falsa gravi– danza. Se una donna è convinta di essere incinta. la suaconvinzionefunzionada autoipnosi.e comincia a crescerle la pancia. anche se si tratta solo di aria. Di mese in mese la pancia continua a crescere. ed è la mente che le fa accumulare aria. In realtà dentro non c'è nulla - niente gravidanza. niente bambino. Si tratta solo di una falsa gravidanza che non sarà se• guita da nessuna nascita. Quando uno dice di no senza esserselo guadagna• to, senza averlo vissuto fino in fondo. questa è una falsa gravidanza. Per esempio ora in Russia il no è diventato la filosofia ufficiale. tutti sono comunisti e tutti sono atei. Ma un no così è falso, altrettanto falso del sì degli indiani. Un no del genere è una falsa gravidanza. Il no è diventato la religione ufficiale, propagandata dal governo in ogni scuola e università. Ora è il no sull'altare: l'ateismo è diventato la reli– gione di stato. Ma non è che una falsa gravidanza. li sì può esser falso, il no può esser falso: allora restano senza frutti. L'albero si riconosce dai frutti e RE NUD0/7 la causa dall'effetto che produce. E· nella tua rina– scita la prova della tua autenticità. Questa è la prima · cosa. E la seconda cosa da tenere a mente è: la gravi– danza può essere autentica. ma se la madre resiste. non coopera. il parto le può riuscire fatale. Il bambi• no c'era, la gravidanza era autentica, ma la madre avrebbe dovuto cooperare. Quando dopo nove mesi. il bambino vuole uscire dal grembo. la madre deve cooperare. deve aiutarlo. Nel parto c'è tanto dolore perché le madri non sanno cooperare: la nascita di un bambino è un fatto così naturale che il dolore non è necessario. Al contrario. può essere uno dei momenti più estatici nella vita di una donna - se la donna sa cooperare non c'è niente di più bello. Non c'è orga– smo sessuale altrettanto profondo quanto quello che può provare una donna che partecipa con gioia all'evento del dare vita. la sua intera esistenza vibra di una nuova vi1a: un nuovo essere è nato e lei diventa un veicolo del divino. E' un ·esperienza estatica. L'orgasmo che può provare una donna nel dare alla luce un bambmo e 11 più profondo orgasmo pos– sibile - ma succede proprio il contrario. Invece dell'estasi la donna prova tremende sofferenze - perché lotta. Il bambino vuole uscire. è pronto a venire al mondo. ad avventurarsi in questo mondo smisurato - ma la madre non vuole lasciarlo andare. Rimane chiusa. non lo aiuta. non gli apre la via. E se rimane chiusa può perfino ucciderlo. E' quello che sta succedendo a Sartre: il bambino è pronto a venire al mondo. Sartre ha portato avanti una gravidanza autentica. ma adesso ha paura. Ora il no é diventato lo scopo della sua vita. come se la gravidanza. non il bambino. fosse il fine dei suoi sforzi. E' come se a una donna piacesse cosi tanto sentire un peso nel grembo che ora ha paura che la nascita del bambino la privi di qualcosa. Ma la gra– vidanza non può diventare uno stile di vita. E' un processo: ha un inizio e una fine. non bisogna rima– nerci attaccati. Sartre è rimasto attaccato alla gravi– danza. ed è qui che manca una grande opportunjtà. Ci sono moltissimi atei al mondo il cui ateismo è solo una gravidanza isterica e pochissimi che hanno davvero in grembo un bambino. Ma l'aborto è sem– pre possibile. anche se la gravidanza è autentica. Non fate d,inessun punto di vista la vostra filosofi.a. perché una volta che diventa una filosofia ne 1(3 di mezzo il vostro ego e siete costretti a difenderllf. 'a sostenerlo ad ogni costo. : Sartre è un uomo autentico. ma l'intera faccenda è diventata un ego trip. Ha bisogno di un po' più di coraggio. · Si vi dico: per dire di no ci vuole coraggio: ma per dire si ci vuole ancora più coraggio. Perché a dire di no l'ego è d'aiuto - è sempre con l'ego che si dice di no. All'ego piace molto dire di no: si nutre del no. ne esce rafforzato. Ma dire di si significa abbandonarsi. arrendersi. è un 'surrender' - ci vuole ancora più coraggio. Sartre ha bisogno di una conversione. dove il no diventa si. Allora non avrà più soltanto un sapore Zen - sarà proprio Zen. E aldilà dello Zen c'è Buddha: l'illuminazione su– prema. dove anche il si è superato. perché c'è bisogno del si solo contro un no. Quando il no è superato non c'è più bisogno del si. Perché la gente sente il bisogno di affermare che Dio esiste? Perché ha paura che non esista. che non sia vero. Nessuno si sogna di dire che 'adesso è gior– no·. nessuno dice 'questa è l'alba', perché sono cose che sanno tutti. Quando insistete che è così. che le cose stanno proprio così. significa che nel profondo del vostro inconscio c'è ancora paura. Avete paura che non sia così. e per vincere quella paura conti– nuate ad asserire. ad insistere, a dire si. E' così che si diventa fanatici. dogmatici, è per questo motivo che tanti sono pronti ad uccidere e ad essere uccisi per le proprie idee. Perché c'è tanto dogmatismo oggi nel mondo? Perché hanno tutti paur~ di avere torto, hanno anco– ra il no dentro di sè e hanno perciò una grande paura di se stessi. Vivono in un mondo chiuso per far sì che nessuno possa disturbare le loro ideologie. Ma che bisogno ha di dire di si un uomo che il si lo ha effettivamente raggiunto? La vita è - non c'è bisogno di nessuna interpretazione. E' completa così com'è, assolutamente completa e perfetta. Non c'è bisogno di ideologie per parlarne: bisogna solo stare fermi e in silenzio per poterla ascoltare. Dovete en– trarci dentro completamente per sentirla e per viver– la.

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