RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

-USCIR[ DALLA CìABBIA Droghe pesuti: co■e fauionano alCUDi s stemi di recupero dalle "fr•• clinics"maericane agliaatobudelladrogaOlandesi... on è una.novità: chiunque ha fatto uso per un periodo della sua vita di droghe pesanti ed è riuscito a smet– tere. vi dirà com'è di truttivo l'uso di oppiacei (in sè e per tutti i problemi ad esso collegati) e di come sia diffi– cile uscire dalla trappola della to i– codipendenza. sopratt!Jtto psicologi– camente. Vi spiegherà che chi è riuscito a di– intossicarsi fisicamente ha solo fatto un passo avanti nel suo sforzo di ri– trovare un equilibrio interiore e di riscoprire 'il vivere'. che è solo all'i- nizio del suo cammino. · .Uscire dalla gabbia della tossicodi– pendenza è innanzi tutto iniziare ad accettare se stessi. le proprie con– traddizioni e i propri limiti. inco– minciare a responsabilizzarsi nei confronti di sé e nei confronti della comunità. degli altri. Conclusa la fase di disintos~icazione fisica - effettuata mediante metha– done. diminuzione progress'iva delle d0$i o qualsiasi altro siste111a.poco importa - inizia. per chi è intenzio– nato a non ricadere nella 'stessa-vec– chia-storia '. un faticoso lavoro di reinserimento nel tessuto sociale e di ritrovamento di sé. dipendente. una volta disintossicato fisicamente. fosse poi quasi sempre abbandonato a se stesso nella fase più delicata del suo tentativo di chiudere con la 'roba'. per sempre. Al contrario. in molti paesi stranieri funzionano dei centri di recupero (è una parola molto brutta e impropria. ma la uso per comodità ...) gestiti in prevalenza da ex-tossicomani e fi– nanziati in modo soddisfacente dallo ·stato. nati proprio dall'esigenza di non abbandonare il tossicodipen– dente nel momento più delicato. L'opera d.i molti di questi centri è risultata fondamentale nella cura della tossicodipendenza e per il rein– erimento dei soggetti. Un dato confortante: molti dei centri operanti a New York possono van– tare percentuali altis ime di 'guari– gioni totali'. talvolta fino all'ottanta per cento. Questo ottanta per cento è composto da persone che, per periodi di tempo relativamente lunghi (sei mesi, un anno. due anni, cinque anni) hanno dimostrato di non avere più bisogno di ricorrere all'eroina o al methado– ne e che. per sé e per gli altri, sono UN CLIC NEL CERVELLO (intervista a Graziano di Udine) D. Chisei? R. Sono Graziano. ho 24 anni sono nato e vivoa Udine con i miei.faccio il magazziniere. D. Come hai cominciato con l'ero e quando? R. Ormai sono 4 anni. Ho iniziato sniffando. Naturalmente ho comin– ciato per pura curiosità; avevo degli amici che andavano a scuola a Brescia e da li' la roba capitò a Udine e co– minciai. D. E poi hai cominciato a bucare. Il primobuco come è stato? dei grossi problemi, ma ora ho trovato questo posto e qui mi capiscono. Penso che un tossicomane debba smeuere in mezzo alla gente, comunicare. E que– sta disintossicazione non dura una seuimana, ma parecchi mesi; se uno_ci riesce in mezzo agli altri tossicomani è la cosa migliore. Penso che il fauore medico sia meno importante di quello psicologico e sociale. · D. Hai mai fatto il primo buco • a qualcuno? R. No, mai. Sconsiglio sempre di farlo quando mi capita di vedere che uno ha quella intenzione. Eroina vuol dire soffrire. Uno che buca per la pri– ma volta non può sapere cos'è vera– Questo sforzo. che non prevede ov– viamente miracoli immediati. ma solo piccoli successi progressivi. è uno sforzo personale del tossicodi– pendente che è riuscito a smettere. è una lotta non tanto contro l'eroina. ma contro il proprio impulso auto– distruttivo. il proprio giustificarsi e il proprio commiserarsi sempre. contro l'abitudine a rifugiarsi in un ottuso stato di benessere e insensibilità chi– mi mente ottenuto per fuggire da se stessi e dalla propria situazione. R. lo non volevo cominciare a bu– careperchè la cosa non mi piaceva per niente. Mi sembrava tu/lo molto squallido e poi avevo già visto gente che aveva cominciato e come si erano conciati. Dopo circa un anno che sniffavo mi hafermato la polizia ad un casello dell'autostrada. Avevo con me della roba. mezzo grammo di ero. Per non farmi arrestare dissi che ero tos– sicomane, che mi bucavo da tanto tempo e che non ne potevo più fare a meno. Quella stessa sera mi hanno ri– coverato in manicomio a Udine, J'u– nico posto dove "disintossicavano". E' stato per una noi/e sola. Ho voluto andare via, altrimenti diventavo paz– zo. Sono stato ricoverato in "medicina d'urgenza''. Dopo 4 giorni ho dovuto dire che ero un tossicomane e sono stato tra/lato come un tossicomane: punture, tranquillanti, sonniferi ... Penso che il primo buco sia comincia– /O da t,; Prima era diverso. Probabil– mente avrei cominciato lo stesso, solo . mente, ed è triste vederlo magari dopo ~-~:w~..... ~-oL......:~~-~,;s,:,J' 1 due anni che si sbaue, conciato, Solo il soggetto, solo chi è <jeciso a smettere, può intraprendere questa dura battaglia e può farlo. sperando anche di riuscire a spuntarla, solo se s'impegna con tutto se stesso e in prima persona, se non delega ancora una volta la propria esistenza e il proprio riuscire a 'stare bene' in mani altrui, da quelle dell'eroina prima a quelle di uno psicologo/terapista/– stregone poi. Se dunque il tossicodipendente è l'unico artefiice dellla propria 'gua– rigione', non per questo deve essere lasciato soloduranteilsuo tentativo. ma è importante che ci sia a sua di– sposizione una struttura adeguata e la presenza di uno staff di persone pronte ad aiutarlo. Ad aiutarlo, non a giustificarlo. Purtroppo, proprio la mancanza di strutture idonee e realmente funzio– nanti e di personale specializzato (e disponibile, aperto, umano ...), ha fatto in modo che in Italia il tossico- rinviando di qualche tempo. D. Sei stato anche in carcere? R. si: Ho fallo sei mesi per eroina. Hanno messo sollo controllo il telefo– no di tu/li noi di Udine che cifaceva– mo, una quindicina in tu/lo. Natural– mente fra di noi c'era un piccolo traf fico, e cosi'ci hanno incastrato. Tu/li per una o due buste, a parte un ragaz- zo che aveva 30 grammi di ero presi ad Amsterdam. Dopo che ci hanno arre– stati è nato un centro. D. Com'è il centro? R. Ci sono medici e psicologi, si fanno riunioni; si discute e c'è a di– sposizione l'ambulatorio de/l'ospedale dove danno lo sciroppo di metadone. II centro èfinanziato dal comune. C'è da dire anche che in tu/lo il Friuli non c'è una farmacia che non sia stata svali– giata. D. Da dove arrival'eroina? R. Dipende. A Pordenone arriva dalle basi Nato. Ci sono molti militari che spacciaho e molti di questi buca– no. Arriva da Milano, Brescia e anche dall'Austria. D. I giornalicosadicono? R. La stampa si identifica nel Mes– saggero: articoli pazzeschi, tulle montature. Uno preso con una busta da 50 mg. diventa uno spacciatore mafioso. Naturalmente lo rovinano. D. Quanta gente si fa a Udine? R. Gli schedati sono circa 850, co– munque penso intorno ai 3 mila. D. Cosa ci vuole per uscirne? R. Almeno un lavoro. io ho trovato nell'unica piazza di Udine, dove viene lapolizia a prenderti per il culo e che ti pesta appena può, che ti umilia conti– nuamente chiedendoti i documenti e perquisendoti davanti a tutta la piaz– za. D. Ora qual è la tua situazione? R. A desso vado avanti col metadone. Vado ogni ma/lino al centro e conti– nuo a lavorare. D. Quante volte bai tentato di smettere? R. 3 o 4 volte in ospedale, 5 o 6 da solo. Tuui fallimenti. D. Percbè? R. Appena uscito da/l'ospedale non riuscivo a sopportare l'impallo col mondo, con la gente. Abituato a vivere con l'eroina ricadevo nel buco, vedevo qualcuno che si faceva e mi scal/ava un "clic" nel cervello. D. Cosa fai per procurarti i soldi? R. E' strano, ma da quando ho co– minciato a bucarmi non ho mai ruba– to, anche perchè credo che uno che si fa "non sia nel cervello" per andare a rubare: lo beccano subito. Tuui i soldi li guadagno col lavoro e se 800.000 non mi bastano, sono costreuo al pic– colo spaccio. 3 definitivamente uscite dalla g;ibbia. Vediamo in proposito alcuni esperi– menti realizzati a New York, ad Amsterdam e in Germania. U.S.A. Per l'eroina si spende giornalmente a New York una somma pari a quattro volte quella che si spende, ogni gior– no, in tutta Italia per la stessa so– stanza. E' facilmente immaginabile quindi la impressionante consistenza del fe– nomeno eroina in tutti gli Stati Uniti e in modo particolare a New York. Alienazione, nevrosi, violenza, squallore e solitudine contribuiscono a fare di questa metropoli la capitale della droga in America e una delle città più rifornite di eroina, marijua– na, cocaina e di mille altre sostanze, • nel mondo. I ricoveri d'emergenza per droga, a New York si contano a centinaia e centinaia ogni giorno e le morti per overdose si susseguono a ritmo im– pressionante. E l'eroina è dappertutto,dalla Har– lem più misera alla Manhattan più esclusiva e colpisce senza discrimi– nazioni di classe o di razza, il sotto– proletario portoricano come il figlio della ricca borghesia bianca. Un tempo era la comunità negra quella ad essere più pesantemente raggiunta dalla tossicodipendenza da eroina, morfina e oppiacei in genere: le condizioni di vita del negro di

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